Di Federico Tabellini
Scriveva Seneca che la morte, quella vera, è un processo vissuto giorno per giorno, e che per disgrazia gli uomini se ne occupano solo quando i suoi effetti giungono a compimento. Quando l’ultima proverbiale goccia fa traboccare il vaso e l’acqua bagna il pavimento, inzuppandoci le scarpe. Allora sì, notiamo il vaso e l’acqua. Fino ad allora però, e per meglio dire fino ad ora, sono state le piccole morti a dominare i nostri pensieri.
La differenza fra le piccole morti e la vera morte risiede in tre fattori: prossimità spaziale, prossimità temporale e rapidità d’esecuzione. Il vicino scandalizza più del lontano, l’oggi più del domani, l’evento più del processo. È la natura umana. Siamo programmati biologicamente per prestare più attenzione agli eventi contingenti, al dramma imminente, alla tragedia che possiamo toccare con mano. Piangiamo l’albero in fiamme in giardino mentre la foresta all’orizzonte è divorata lentamente dai parassiti.
Il sistema mediatico e la politica, anziché supplire a tale debolezza umana, ne amplificano gli effetti come gigantesche casse di risonanza. I media di massa si concentrano sugli eventi perché questi hanno un pubblico più ampio. Vendono di più. E allora ecco l’alluvione in prima pagina: ventiquattro feriti e tre morti. Facebook è in lutto. La sistematica accumulazione di plastica negli oceani che rischia di compromettere per sempre interi ecosistemi? Quindicesima pagina, dopo lo sport. E ancora: in prima serata speciale sul terremoto, sedici morti e centinaia di feriti. Alle due di notte, mentre dormiamo, va in onda un documentario sulla sesta estinzione di massa: niente meteoriti questa volta, solo scimmie rosa dall’inappagabile appetenza.
Ma mica è colpa nostra se la morte vera è lenta e banale, noiosa, senza dinamismo. Mica è colpa dei media se a guardarla in faccia non possiamo trattenere uno sbadiglio. C'è anche chi ci prova, a renderla più interessante. Il metodo più efficace è trasformarla in un evento: fotografarla in un istante drammatico, quando è più fotogenica, e presentarla come 'news'. Le istantanee più belle le abbiamo viste tutti: la Giornata Mondiale della Terra, l’ultimo infruttuoso vertice internazionale per contrastare il cambiamento climatico, Greta Thunberg. I più politicamente attivi fra noi si sono spinti oltre per invertire il declino: hanno condiviso la notizia su Facebook. Purtroppo i loro indomiti sforzi non hanno ancora cambiato il mondo.
E poi ci sono le moderne democrazie da palcoscenico[1], che funzionano pressoché allo stesso modo. Quel che conta, anche qui, è l’audience. I politici che avanzano soluzioni settoriali e di breve periodo a problemi contingenti – le piccole morti – vengono premiati alle urne. Quelli che propongono soluzioni sistemiche a contrasto del declino del sistema Terra – la vera morte – sono accolti da un silenzio scrosciante. La necessaria complessità di tali soluzioni, del resto, è difficile da spiegare a un elettorato concentrato sul qui e ora. Non si può condensare in un’intervista in tv, in un tweet o in un post su facebook. Non aiuta il fatto che tali soluzioni richiedano, per dare i propri frutti, tempi ben più lunghi di quelli di un singolo mandato elettorale. Proporre e implementare soluzioni di lungo periodo semplicemente non paga a livello politico.
Ma quelle soluzioni salverebbero miliardi di vite nei secoli a venire! E allora? Gli uomini e le donne del futuro non possono votare per i politici del presente. Quindi avanti con le trovate ad effetto, a prova di sbadiglio: preservare la biodiversità nelle aree montane? Inutile, al massimo ti guadagni il plauso di qualche associazione animalista. Piuttosto salva un cane da una zona alluvionata e twitta una foto con lui. Diventa anche tu un eroe nazionale.
E niente, così muore il mondo, sapete? Non freddato in una guerra, ma un pezzettino alla volta, lontano dai riflettori. Mentre noi scimmie rosa saltiamo da un evento all’altro, come zanzare attorno a un albero di natale. Imprigionati nel contingente. Assorbiti dai nostri piccoli problemi, oppure in fuga dallo stress, a cercare un rifugio nell’intrattenimento e nei consumi. Le scarpe belle asciutte. Per qualche anno ancora.
[1] Il concetto di 'democrazia da palcoscenico' e i suoi profondi effetti sulle agende politiche degli stati sono esplorati nel mio libro 'Il Secolo Decisivo: storia futura di un'utopia possibile'.
proverbio del giorno: "Per chi veglia una culla, tutto il resto val nulla". Vagli a dire che i 2 mld di umani che ora hanno meno di 15 anni, verranno investiti in pieno dal collasso ambientale, energetico, economico entro pochi anni probabilmente. E' proprio il caso di dire che "tutto il resto val nulla". Non vorrei essere al posto dei capi politici di tutto il mondo che sono sicuro, sanno dei problemi che qui si dibattono, ma non sanno come fermare queste locuste, che urlano cantieri, lavoro, consumi, culle piene, porti aperti, accoglienza.
RispondiEliminaBel proverbio, grazie.
Eliminafin che la barca va lasciala andare cantava Orietta Berti...
RispondiEliminaNon riesco a capacitarmi, della enorme stupidità degli esseri umani.
RispondiEliminaCi crediamo intelligenti, ma non lo siamo.
Siamo profondamente stupidi.
Comincio a convincermi che è meglio che ci estinguiamo.
Prima sarà, meglio sarà.
Mettiamoci nei panni di un elefante, o di qualunque altro animale.
Nei panni di una pianta.
Cosa credete pensino di noi ?
Non credete che si augurano che ci estinguiamo, al più presto ?
- Gianni Tiziano -
Le specie si estinguono a una velocità circa 100 volte superiore a quella del passato.
RispondiEliminaL'intervento umano è la principale causa di distruzione delle foreste. Insediamenti agricoli, aree destinate al pascolo, realizzazione di infrastrutture e aree urbane o ancora l'insediamento di piantagioni per scopi produttivi, alimentare o industriale sono le principali cause della deforestazione.
Credo che le soluzioni non dipendano solo dalla buona volontà delle persone. Ci sono fattori economici, culturali ecc. È il sistema. Soltanto il sistema può cambiare se stesso. Io che sono ottimista, penso che siamo già sulla buona strada. Avanti, forza col Green new deal.
Angelo
Ho messo insieme il green new deal con la biodiversità, probabilmente in modo scorretto. Evidentemente sono necessarie anche diverse politiche agricole, una gestione sostenibile delle aree urbane ecc.
RispondiEliminaMa il primo passo riguarda la transizione energetica, la più complessa. E soprattutto disinnescare questa minacciosa crisi economica che si profila all'orizzonte.
Angelo
non si può disinnescare una crisi economica generata da scarsità di energia.
Eliminahttp://cianciullo.blogautore.repubblica.it/2019/04/12/la-scommessa-europea/
EliminaNon essere così perentorio. Dipende da come si giocano le carte. Occhio all'idrogeno.
Angelo
ho scritto a un'azienda che si occupa di celle a combustibile. Non mi hanno nemmeno risposto. Bello l'idrogeno.
Eliminahttp://www.rinnovabili.it/energia/idrogeno/colossi-petrolio/
EliminaEh eh, ma non gli avrai detto di Satana spero.
Si scherza.
Angelo
scherza coi fanti e lascia stare i santi.
Eliminacomunque satana è dove non te lo aspetti. Ti ripasso un commento a quel link: "Il vantaggio apparente dell’idrogeno è che può alimentare un “normale” motore a scoppio e può essere distribuito dalla stessa rete (circa) delle stazioni di servizio (in realtà più simili a quelle di metano). E i gas di scarico sono vapore acqueo. Il cambiamento appare semplice e vantaggioso. INVECE NO.
EliminaUn’auto semplicemente elettrica ha un rendimento vicino al 90%, e per di più recupera l’energia di frenata ricaricando la batteria. Invece restare attaccati ai motori a combustione ci tiene fermi circa al 30%.Il resto è calore sprecato. E qual’è il rendimento di produzione dell’idrogeno? altro spreco".
Poi è un gas altamente volatile, ossia lasci l'auto ferma 15 giorni col serbatoio pieno di H2 e te lo ritrovi vuoto. Bello vedersi sparire 60 o 70 euro di carburante. Le celle a combustibile sono pronte da 50 anni; se sono ancora nel limbo una ragione valida ci sarà senz'altro. Anzi penso che tecnicamente ce ne siano più di una.
https://ceimagazine.ceinorme.it/ceifocus/lidrogeno-come-vettore-energetico/
EliminaNon si tratta solo di auto. Comunque se ci investono penso che ci sarà una ragione.
Angelo
forse non hai ben capito come funzionano le bolle finanziarie.
Eliminail permiano è agli sgoccioli. La prova è che ne stanno cercando di tutte per succhiare un altro poco di petrolio di scisto:https://peakoil.com/production/really-smart-guys-push-to-make-biggest-oilfield-even-bigger
RispondiEliminaper quel che ne so anche Ghawar non è messo molto meglio.
Per me questa morte al rallentatore, del mondo, è una cosa molto triste.
RispondiEliminaDa circa 10 anni, il mio modo di pensare è diventato ecocentrico.
Come pensano tutti i popoli della natura, le tribù umane che vivono ancora in modo "primitivo" : a stretto contatto con la natura.
Siamo una delle parti degli ecosistemi, non i padroni.
Sono convinto che questa fase in cui sono un essere umano, è temporanea : avrei potuto essere una rana, o un albero, o un pesce, o una goccia d'acqua, o un soffio d'aria. O nessuno di questi, solo materia sparsa per il mondo.
Sono convinto che ogni più piccolo pezzettino di materia, abbia la propria coscienza.
Tutto il mio sentire è orientato alla bellezza e all'armonia della condivisione e della collaborazione : la Vita.
A capire ciò che non va bene : la civiltà, l'antropocentrismo.
Per questo, soffro vedendo lo scombussolamento che causiamo all'armonia, noi esseri umani. Se non cambiamo velocemente pensiero, in modo radicale, è meglio che ci estinguiamo al più presto : noi non siamo i padroni del mondo, siamo il cancro del pianeta Terra (e molti di noi vorrebbero addirittura espandersi nell'universo ! noi, che stiamo meritando solo di estinguerci !)
- Gianni Tiziano -
"Ogni trasformazione non lineare della storia ha sorpreso le persone. Come spiega Alexei Yurchak nel suo libro sul collasso dell'Unione Sovietica - Tutto è stato per sempre, fino a quando non è più esistito - i sistemi sembrano immutabili finché non si disintegrano improvvisamente. Non appena lo fanno, la disintegrazione sembra retrospettivamente inevitabile. Il nostro sistema - caratterizzato da una crescita economica perpetua su un pianeta che non cresce - inevitabilmente imploderà. L'unica domanda è se la trasformazione è pianificata o non pianificata. Il nostro compito è garantire che sia pianificata e veloce. Dobbiamo concepire e costruire un nuovo sistema basato sul principio che ogni generazione, ovunque abbia lo stesso diritto di godere della ricchezza naturale." - George Monbiot -
RispondiEliminaLa morte lenta del mondo, la vedo qui nel paese dove vivo, vicino a Trento, da 62 anni.
RispondiEliminaSono nato in campagna.
Le lucciole non si vedono più, le rondini sono diventate rarissime, i rondoni sono spariti, le farfalle adesso sono poche, i pipistrelli erano tanti, ora sono pochissimi.
Passavano stormi di uccelli migratori, adesso poco o niente.
C'erano tanti passeri e cardellini, ora non più.
Quando vedo una mosca, mi rallegro : una volta, erano tantissime, adesso sono rare.
Ora ci sono tante zanzare, una volta non ce n'erano, qui.
Mangiavamo la frutta, la verdura e la carne prodotta qui, in paese : cibi saporiti. Ora arrivano camion con cibi da tutto il mondo, ma non è la stessa cosa di una volta, di cui ho nostalgia.
- Gianni Tiziano -
Qui da me (maremma), incredibilmente, zanzare circa zero!
EliminaAnguille da onnipresenti a circa zero.
Rospi, da insopportabili gracchiatori dal tramonto all'alba, circa zero anche loro.
Lucci, persici, tinche e granchi viola, zero preciso.
Gamberi di fiume, circa zero.
Pesci gatto e Gamberi della Louisiana, prima sconosciuti, dappertutto.
Lombrichi, poco più di zero.
Libellule, da innumerevoli a circa zero.
Pipistrelli decimati, come le rondini e i balestrucci.
Rondoni zero.
Ramarri da comuni a zero, serpi circa zero
Gruccioni scomparsi.
Pavoncelle, coturnici, tordi bottacci, tordi sasselli, svassi, fringuelli, batticoda, lucherini e rigogoli, finiti.
In aumento corvi, cornacchie, garzette, aironi bianchi e aironi grigi.
Cicogne, già rare, scomparse.
Tartarughe d'acqua introvabili, quelle di terra rarefatte abbestia.
Martin Pescatore, ultimo avvistamento mio quindici anni fa.
Nuvole di formiche volanti, scomparse, insieme ai nugoli di moscerini.
Bruchi lunghi un dito, che in primavera spiaccicavo a centinaia per chilometro sotto le ruote della macchina, circa zero.
Cervi volanti zero, moscondori circa zero.
Maggiolini, zero da molti anni.
Coccinelle circa zero.
Cimici volanti incontenibili.
Farfalle circa zero, comprese le odiose cavolaie.
I pescherecci tirano su pesci sconosciuti, mentre pesci una volta comuni diventano rari.
...
lucciole, anno scorso, forse venti o trenta/ettaro, invece di venti o trenta MILA!
...
e l'andirivieni giornaliero di
tre, quattro, cinque formazioni di germani, mille e più cadauna, sono solo un ricordo.
Saluti sconsolati.
R
qui fuori stanno suonando e facendo balletti. Libellule, insetti, rondini e volatili spariscono, ma i rompiscatole aumentano sempre. D'altronde le locuste distruggono tutto. E dopo aver allegramente banchettato, fanno la stessa fine. Mi ha sorpreso vedere in mezzo alle pubblicità in TV, un avvertimento che il clima sta cambiando e che non c'è più tempo. Speriamo serva a qualcosa.
EliminaIl discorso di oggi di Greta al Parlamento europeo:
RispondiEliminahttps://youtube.com/watch?v=BzgOaFsphjU
Bella la stoccata alle tante chiacchiere sulla Brexit.. Anche se i suoi discorsi rischiano di essere altrettanto inutili, ahimè.
Giovedì comunque sarà a Roma.
https://www.francescosimoncelli.com/2019/04/come-il-libero-mercato-si-occupa-del.html?m=1
RispondiEliminaQuesto articolo di di Robert P. Murphy, è veramente .... estremamente stupido.
EliminaAfferma che 7 miliardi e 600 milioni di esseri umani sono tranquillamente supportati dalle risorse del pianeta Terra, e che la nostra mente riuscirà a far fronte ai problemi che questo numero (7.600.000.000) causa.
- Non sono d'accordo : è altamente probabile che Robert P. Murphy sia una abitante della città. Chi vive a contatto con la natura, o lo ha fatto in passato, o lo fa a periodi, è in grado di capire che stiamo distruggendo gli equilibri ecologici, condannando la generazione dei giovani di oggi, a patire le pene dell'inferno negli anni a venire, se non addirittura a non vederli, quegli anni a venire.
Chi non si pone umilmente dentro la natura, e in qualche modo si pone allo stesso livello, umilmente, non può capire. Viaggiare su aerei, passeggiare nei mega centri commerciali, vivere in una casa riscaldata, viaggiare sulle auto e non a piedi, non ci permette di capire il disastro (casino, dice Greta) che abbiamo combinato e la nostra ottusa perseveranza nel farlo.
Tiziano