Federico Tabellini è l'autore di questa presentazione del suo libro "Il Secolo Decisivo".
In questa età dominata dal qui e ora, è raro si discuta di futuro, e quando lo si fa, il più delle volte è per ricordare quanto male le cose potrebbero andare di qui a qualche decennio.
Quello di cui vi voglio parlare oggi, invece, è proprio un libro sul futuro. Su un futuro prospero, per la precisione, e sul cammino in divenire che lo collega al nostro presente. Ecco alcune ragioni per cui credo valga la pena leggerlo.
Prima ragione. Si tratta di un contributo alla soluzione di problematiche note e stranote: crisi ambientale (in
senso ampio), limiti della crescita, disoccupazione tecnologica, sovra-consumo
e via dicendo. Nel libro, tanto l’analisi di tali problematiche quanto la
descrizione delle loro soluzioni si basa su approcci accademici consolidati ma
per così dire di nicchia. Talvolta persino ritenuti inconciliabili nell’immaginario
collettivo. Il risultato più significativo del libro è proprio il tentativo (che
credo riuscito, anche se lascio giudicare ai lettori) di integrare questi diversi
approcci in un quadro coerente e organico.
Se la prima parte (capitoli 1 e 2) propone un ‘quadro
della situazione’, descrivendo la natura profonda di molte delle questioni
trattate in questo blog, nella seconda parte (capitoli 3-7) il libro ipotizza
scenari plausibili di implementazione di queste soluzioni, descrivendone le
interazioni reciproche e le probabili conseguenze sulla società.
Lo sguardo è fisso sul lungo periodo e il
referente è globale – come del resto lo sono le problematiche trattate –,
benché con un’attenzione privilegiata al caso europeo. Potrei tracciare un
paragone con il recente libro di Tim Jackson ‘Prosperità senza crescita’, anche
se il mio approccio è probabilmente di più ampio respiro. Come Jackson, descrivo
nei dettagli soluzioni macro-economiche e riforme istituzionali, ma
approfondisco anche tematiche quali il ruolo dell’educazione e le dinamiche
sociali che legano i vari attori del cambiamento.
Seconda ragione. Il Secolo Decisivo va dritto al punto. Adotta un approccio sistematico nei ragionamenti esposti e
nelle conclusioni cui quei ragionamenti portano. La premessa è semplice, quasi banale:
Lo scopo ultimo di ogni società è la maggiore felicità possibile per gli esseri umani sul lungo periodo.
Su
quella premessa, opportunamente problematizzata (che cosa significa ‘felicità’?
Che cosa vuol dire ‘lungo periodo’?) si innestano una serie di passaggi logici
che illustrano come le soluzioni a molte delle grandi crisi contemporanee siano
più palesi di quanto un approccio frammentario lascerebbe intendere. Di più:
sono fra loro interdipendenti, e possono dare i maggiori risultati solo se implementate
in forma parallela e sinergica.
Per terminare, una breve nota conclusiva. Il
Secolo Decisivo è un saggio, sì, ma costruito attorno a un espediente di tipo
narrativo: le riforme e le proposte in esso descritte sono presentate dalla
prospettiva di un autore immaginario che scrive alla fine del nostro secolo. È
un po’ come leggere un libro di storia. Credo che questa piccola trovata, oltre
a rendere la lettura più piacevole, aggiunga realismo alla trattazione,
rendendo forse l’utopia descritta nel libro meno utopica e più possibile.
Insomma, credo davvero non vi pentirete di leggerlo. Se lo farete, poi fatemi sapere cosa ne pensate. Sarò felice di rispondervi e discuterne con voi.
Insomma, credo davvero non vi pentirete di leggerlo. Se lo farete, poi fatemi sapere cosa ne pensate. Sarò felice di rispondervi e discuterne con voi.
Post: "Lo sguardo è fisso sul lungo periodo e il referente è globale"
RispondiEliminaVolendo fare dell'ironia, potrei dire che questo è l'approccio tipico dei libri di fantascienza, e ne ho letti tanti. Più concretamente invece faccio notare che soffermarsi su lunghi periodi e su questioni globali è tipico di non sa immaginare (e tanto meno trovare) soluzione sul breve periodo e sulle questioni locali, figuriamoci come può indicare percorsi di più ampio respiro. In alternativa, può essere tipico di chi cerca ambiti adatti a fare affermazioni che riguardino qualcosa di non verificabile, così da non correre il rischio di incorrere in controlli e smentite.
Concordo: autori leggermente pi importanti come Lovelock, Curry e Bekoff hanno loro stessi la tremarella ai polsi quando si tratta di proporre soluzioni: parlano rispettivamente di ritiro sostenible, riduzione delle superfici destinate all'agricoltura, corridoi ambientali lasciati alla natura, ma ovviamente si guardano bene dall'affermare esplicitamente che affamare miliardi di homo è cosa buona e giusta, ed anzi siamo in ritardo..Diciamo che i grandi autori da me citati sviluppano furbamente solo la prima parte del ragionamento, che ineluttabilmente conduce alla seconda...Mi chiedo di cosa sarebbero stati tacciati se avessero parlato a chiare lettere dalla prima all'ultima pagina...
Eliminasoluzioni logiche non ne esistono, perchè l'unica sarebbe imporre a 2 o 3 generazioni di non figliare, ma poi sai che casino tirerebbero fuori tra politici, industriali, finanza, religioni e tutti i potentati, che si ritroverebbero senza schiavetti e leccaculi. Anche gli autori di LTG non poterono controbattere in pubblico per non correre il pericolo di essere linciati. Nel mio piccolo me la sono cavata senza danni fisici per me e i miei familiari, solo muri sporcati e sassate sulla casa, perchè toccare gli interessi delle associazioni è molto pericoloso, siano esse criminali o meno. Anche recentemente riguardo ad una polemica sull'accoglienza sono volate accuse, insulti e minacce, tant'è che mi sono tenuto alla larga da certe questioni e ho deciso di far intervenire i carabinieri in futuro senza espormi, però vedo con rammarico che ormai certe persone sono seguite solo da chi ci ha interessi. Allora mi chiedo che differenza ci sia tra un'associazione mafiosa e una non criminale? In fondo perseguono entrambe interessi comuni a danno di altri. E con siffatte persone l'utopia possibile può diventare solo distopia certa.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaPer MrKeySmasher:
EliminaInnanzitutto grazie per il commento. Credo però che abbia frainteso le mie parole. Lo sguardo è fisso sul lungo periodo ma le soluzioni proposte nel libro sono non solo molto concrete, ma anche implementabili sin da ora. Quello che intendevo è che si tratta di soluzioni che hanno ripercussioni positive sul lungo periodo. In ogni caso la invito a leggere il libro prima di esprimere giudizi tanto categorici. Può anche trovarne un'anteprima gratuita sul mio sito (www.federicotabellini.com).
La categoricità dei miei giudizi non è riferita a lei in particolare, anche perché non la conosco. Diciamo che dopo quasi vent'anni che seguo queste questioni mi son fatto una certa idea, e che non mi è mai capitato di riscontrare d'essermi sbagliato. Dunque, facendo della classica erba un unico fascio, ho incluso anche lei nel mazzo, basandomi esclusivamente su quel che ho letto nella pagina qui proposta. Ovvio che si tratta di un modo di procedere molto approssimativo che lascia ampi margini di ripensamento.
EliminaProprio in vista di un eventuale ripensamento, vorrei chiederle quali soluzioni individua nel suo libro (che, premetto, non ho intenzione di acquistare) in merito alla continua e vertiginosa crescita della popolazione che viene intenzionalmente implementata tutt'ora dai governi italiani, per quanto policromi? Sottolinea il fatto che quella crescita viene sistematicamente indirizzata con grande prevalenza verso il sovrassaturo bacino padano (e aree immediatamente limitrofe, con alcune microaree inspiegabilmente esenti, tipo le regioni a statuto speciale)? Ne fa cenno? Indica qualche passo per avviare da subito un percorso di recupero per rimediare ai danni fatti negli ultimi 60-70 anni?
P.S. vado a leggere l'anteprima sul sito - dita incrociate - grazie.
Premetto che il mio libro non si concentra sull'Italia. Però quanto dice mi stupisce. La popolazione Italiana sta attualmente decrescendo, quindi non vedo il problema: https://www.ilfoglio.it/societa/2018/05/03/news/italia-istat-demografia-morti-nati-192718/ (no, non supporto 'il foglio', ma i dati citati provengono dall'istat).
EliminaA livello globale la situazione demografica è sicuramente più preoccupante, anche se la crescita sta rallentando. Le soluzioni che propongo nel libro coinvolgono numerosi fattori, e sarebbe troppo lungo descriverle in questa sede senza banalizzarle (cosa per cui, visto l'andazzo, verrei sicuramente attaccato, quindi evito). Se però vuole contattarmi in privato attraverso il mio sito, sarò felice di risponderle: http://federicotabellini.com/contatti/
Federico, stai scherzando? La popolazione presente in Italia è cresciuta di cinque e passa milioni in poco più di quindici anni, altro che calata! E continua a crescere, in conseguenza di una pianificazione palesemente intenzionale, di qualche centinaio di migliaia di persone ogni anno.
EliminaIo il libro non l'ho letto, sarei curioso di sapere che soluzionin propone concretamente?
RispondiEliminaPer il resto io ho le mie idee :-) ossia
IMHO nel 1800-1900 l'ottimista smithiano fondava la sua visione rosea del futuro nello scambio e nelle scoperte della scienza che inducevano progressi nella tecnica. La realtà circostante dava pienamente ragione a tali tesi, avendo fatto sviluppare le nazioni del I°mondo a cui il resto del mondo guardava.
IMHO nel 1800-1900 il pessimista malthusiano con un ragionamento spurio ed errato, aveva "quasi intuito" i distanti probemi del XXI secolo, che tuttavia non avevano riscontro nella realtà del 1800s-1900s in cui i malthusiani vivevano.
Oggi siamo nel XXI secolo, IMHO oggi l'ottimista è u gruppo di persone di vario genere:
IMHO oggi, l'ottimista è una persona incompetente o disinformata, oppure
IMHO oggi, l'ottimista è una persona che fa cover up sui problemi futuri, oppure
IMHO oggi, l'ottimista è un politico che è in cerca di una fabula di SciFi positiva da vendere all'elettorato, oppure
IMHO oggi l'ottimsita, è una persona che rifiuta le valutazioni della scienza perchè sono negative e preferisce trincerarsi dietro fideistiche assunzioni ed ipotesi inconsistenti.
Invece IMHO oggi, un pessimista è una persona informata sui fatti e dotata di pragmatismo.
"Io il libro non l'ho letto, sarei curioso di sapere che soluzionin propone concretamente?"
EliminaQuesto mio articolo può aiutarla a farsi un'idea almeno parziale dei contenuti del libro:
http://www.decrescita.com/news/quattro-riforme-per-superare-la-crisi-del-modello-tardocapitalista-e-costruire-un-mondo-migliore/
Personalmente non sono particolarmente ottimista riguardo al futuro (anche se alcuni barlumi di speranza stanno nascendo). Il messaggio della prima parte del libro è proprio che se le cose non cambieranno in fretta il futuro sarà tutt'altro che roseo. Credo però che proporre soluzioni possibili e discuterne le implicazioni sia un passo necessario per avviare un cambiamento concreto. Almeno quanto comprendere la natura dei problemi che ci troviamo ad affrontare.
Va bene, ho capito che lei parte da una posizione di pregiudizio, per cui convincerla di qualsiasi cosa è probabilmente impossibile. Proverò comunque a rispondere alle sue domande in modo oggettivo, senza ribattere al suo sfottò immotivato (del resto il libro nemmeno lo ha letto).
Elimina1. Mi pare che la crisi ambientale ed energetica non sia causata 'solo' dal paradigma dei carburanti fossili (per fare un esempio banale, esistono innumerevoli altre fonti inquinanti), per quanto sicuramente si tratta del punto centrale. Se non ne parlo nell'articolo è solo per motivi di spazio. L'articolo si concentra su altro.
2. Si tratta ovviamente di una semplice espressione. Il non cogliere le opportunità di cui parla è il fattore alla base della crisi.
3. Ho parlato per l'appunto di crisi culturale, non informativa. Si potrebbe naturalmente scrivere molto (e lo si è fatto) circa a differenza fra disponibilità di informazione e capacità di interpretarla, catalogarla e comprenderla. Viviamo in un'epoca di overload informativo. Questo genera confusione e smarrimento. Detto ciò, mi riferivo (in nuce) alla cultura del sovra-consumo, del sovra-lavoro e della sovra-produzione.
4. L'effetto di quelle politiche è proprio ciò che definisco crisi finanziaria. Dal suo tono magari lei è un 'seguace' dell'economia austriaca. Se leggesse il libro scoprirebbe che attingo più alle idee di Hayek che a quelle dei vari economisti d'ispirazione neo-keynesiana.
5. In un testo di 1000 parole non si può riassumere un libro, e tanto meno esporne organicamente ed esaustivamente i contenuti. Ho fatto del mio meglio. Nel libro spiego nel dettaglio come finanziare le riforme proposte. La mia proposta va in direzione di uno stato minimo che coniuga tutela delle libertà individuali e benessere umano. Mi è però impossibile spiegare qui quanto ha richiesto 100 pagine nel libro. Il tema è complesso.
6. Nell'articolo mi riferisco alla scuola dell'obbligo, non all'università.
7. Perché si ostina a dare interpretazioni originali e decontestualizzate a singole frasi del mio articolo? Comunque, ecco la risposta alla sua domanda: no.
8. Scrivere 'ROTFL', oltre a essere una mancanza di rispetto per il suo interlocutore, non è un commento. Rimando al libro per una trattazione delle ragioni dietro la frase citata.
p.s. Stiamo parlando di un libro che costa meno di tre euro in formato digitale. Mi sta davvero criticando per il fatto di vendere un libro che ho speso più di un anno per scrivere? Le assicuro che avrei guadagnato di più facendo il mendicante per strada. Scrivo inoltre numerosi articoli gratuitamente, come quello che ha appena letto, e la prima parte del libro è anch'essa consultabile gratuitamente sul mio sito federicotabellini.com.
Mi tocca concordare parola per parola con la replica di 65c02movies...
Eliminail problema culturale (e non informativo) si manifesta anche con questi personaggi molto informati ma senza alcuna capacità di ascoltare gli altri, che partono dal presupposto di aver capito tutto e che criticano in maniera lapidaria, costante e affrettata qualunque affermazione... E' proprio un peccato constatare che non si potrebbe fare qualcosa di buono nemmeno con gli "informati"....
EliminaGrazie Federico per l'intervento e il libro.
Parola per parola? Anche 'ROTFL' :)? Visto che è Impossibile discutere con chi critica libri senza averli letti, direi di chiudere qua. La lascio tranquillo con le sue fondatissime convinzioni.
EliminaGrazie a te a.m. Fortunatamente c'è anche chi ascolta. Il mio commento precedente ovviamente era riferito all'ultimo post di Fra.
EliminaHo letto il libro in versione e-book. C'è una bella analisi della situazione attuale, poi viene la parte utopistica che non è male. Ma chi può prevedere il futuro? Soprattutto come evitare i conflitti, locali e globali, che sono sempre in agguato? Insomma, è il libro di un giovane. Va' bene così.
RispondiEliminaAngelo
Grazie mille Angelo, mi fa piacere che il libro le sia piaciuto. La mia come avrà capito è una proposta, non certo una previsione. Ho utilizzato un narratore immaginario per rendere più interessante la lettura, ma avrei potuto scrivere un saggio tradizionale e trasmettere lo stesso messaggio. Nessuno può prevedere il futuro, se non altro perché dipende dalle nostre azioni nel presente.
EliminaSe poi volesse aiutarmi a far conoscere il libro, la invito anche a lasciare una recensione su amazon (immagino l'ebook l'abbia acquistato lì).
Elimina"Dicembre 2018,
RispondiEliminaproduzione shale americana 8,03 mb / g.
Declino legacy 17,8% all'anno (89% primi 60 mesi)
Declino annuale 8,03 mb / g * 0,178 = 1,43 mb / g
Nuova produzione per impianto operativo 679 barili al giorno
Rigs necessari per compensare il calo = 1,43 mb / g / 679 = 2106 rigs
Ora ci sono meno di 900 rig in esecuzione nella patch dello shale
Shale non può superare il suo declino di 1,43 mb / g con meno di 2.106 rig. L'era di Shale è finita, il che non è una grande perdita perché non ha mai avuto alcun costo per cominciare."
Nei prossimi mesi vedremo se siamo ancora nell'utopia possibile o se nella distopia certa.
Come il mainstream distorce la realtà: "La produzione di petrolio statunitense è stabile"
EliminaA Fra e Mago che accusano di scarso coraggio gli scienziati, che denunciano il malaffare delle associazioni, ecc.: se c'è una cosa che ha dimostrato Federico con questo libro, è con il sistema di pubblicazione di Amazon (per quanto il soggetto possa essere criticabile su tanti aspetti) è possibile bypassar le logiche dell'editoria tradizionale e tutte le relative limitazioni alla libertà creativa, coinvolgendo un pubblico potenziale decisamente maggiore di quello di una piccola casa editrice. Potreste essere voi quindi in prima persona a pubblicare opere dove esponete visioni e soluzioni coraggiose.
RispondiEliminaIgor Giussani
Igor Giussani.
Non preoccuparti: anno scorso sono arrivato terzo al premio nazionale di filosofia e questo anno porto un saggio su una visione scientifica ed ecologica del dio Pan di circa 370 cartelle con 12 pagine di bibliografia: ai primi due viene garantita la pubblicazione a cura del dipartimento di filosofia dell'università di Firenze. Sono ottimista.
EliminaSignor Giussani, i grandi autori che ho citato sono scienziati spuri, ( e Curry non lo è affatto, ma invece un filosofo puro), in quanto si sono affacciati da tempo nel campo della filosofia morale senza averne piena contezza: le soluzioni, o meglio le non soluzioni, cioè un ritiro sostenibile, per dirla alla Lovelock, sono tutte ben chiare ed indicate dalla scienza: alla scienza manca un po' di fegato, cioè una filosofia pienamente post-umana che composti la sommatoria dei diritti individuali. Altrimenti continuiamo a parlare di aria fritta. Ad esempio tanto la riduzione necessaria delle aree destinate all'agricoltura, tanto una sua conversione alla permacoltura, implicano una drastica riduzione delle rese agricole: è un 'operazione che avremmo già dovuto intraprendere da tempo. Chi se la sente di alzare la mano e dire che affamare più di una metà dei 7,5 miliardi di portatori di diritti individuali è cosa buona e giusta? Ad esempio nel bestseller di Curry ethological ethics, che mi stupisco non abbia letto, si indica in 2 miliardi la popolazione mondiale sostenibile da un mero punto di vista alimentare.
Eliminaalla scienza manca un po' di fegato, cioè una filosofia ...
EliminaCredo che uno strumento di misura, applicato ad un oggetto, dia la stessa lettura indifferentemente dal sistema filosofico nel quale la misura viene eseguita.
Il risultato delle misure è spaventoso? Non cambia certo per adeguarsi all'etica! Anche perché, finora, è sempre stata l'etica ad adattarsi alle circostanze. La parte animale di noi Uman, di etica e filosofia se ne strabatte. Non sa cosa siano, né gliene importa.
Se la bilancia dice disponibili duemila calorie a testa al giorno, non c'è filosofia che tenga: distribuirle equamente vuol dire fame per tutt, ma possiamo ben scommettere che verrà elaborata un'etica che consente a qlcn di prendersi le tremila che gli servono per star bene, e di sentirsi nel giusto facendo ciò; vedi "I Sette Samurai", scena nella quale Kikuchiyo -il generoso picaresco pagliaccio dei sette ardimentosi- spiega ai bimbi del villaggio che devono accontentarsi di razioni ridotte, perché i guerrieri devono nutrirsi adeguatamente, se si vuole che difendano la comunità col necessario vigore.
Non è necessario che qlcn si prenda la briga di affamare miliardi di persone: se la popolazione è fuori equilibrio, si equilibrerà da sé -prima o poi, nello stesso modo nel quale la temperatura del pianeta si adeguerà alle forzanti climatiche, e i ghiacci si adegueranno alla temperatura, così come faranno l'Umidità Relativa dell'atmosfera e il regime dei venti, e il livello del mare si adeguerà ai ghiacci, limitando l'estensione delle terre coltivabili . . .
Nessuna filosofia in tutto ciò; nessuna etica in una traiettoria balistica.
Vogliamo intervenire sulla traiettoria? Si può fare solo con vettori e tensori. Anche la preghiera aiuta; aiuta -più o meno cinque per cento- quanto aiutano l'etica e la filosofia messe insieme.
Anche con l'aritmetica si arriva alle stesse conclusioni:
popolazione x 10^9; att: attuale; sost: sostenibile; ecc: in eccesso.
pop att..8 -
pop sost.2 =
____________
pop ecc..6.
In quanto tempo vogliano raggiungere l'equilibrio? Diciamo, per comodità di calcolo, sessanta anni.
...
Mumble mumble, qui ci vuole una divisione, ma chi metto al divisore e chi al dividendo? Meno male che c'è il sistema decimale!
...
Basta, via, concentriamoci. Dunque. Sei miliardi in sessanta anni è come dire seicento milioni in sei anni, a me mi viene cento milioni l'anno, a cominciare dalle ore tredici e ventisei di oggi, GMT.
Ma in cento milioni c'è troppi zeri, normalizziamo a giorni, fa un quarto di milione ... come dire uno Tsunami 2004 al dì.
Proviamo a riequilibrarci a quattro miliardi fra cento anni.
Ora ho capito come si fa ci metto meno: determino la pop ecc, 4, e fa 25x10*6/anno. Poi c'è la divisione, porcamiseria mi sono incasinato, prima col divisibile per dieci era facile ma qui è dura
...
Trovato! Normalizzo a settimane (in un anno ce n'è cinquanta, divisore 5, facile come respirare he he hehh ... hhHHHG hh hhHh g g gh - hhHHRRUMPF gh gh gh)
...
ehm
...
cinquecentomila alla settimana, quindi diciamo fra cinquantamila e centomila al giorno, sennò poi ci dicono che non c'è la stima dell'errore, e anche per facilitare futuri calcoli dando riferimenti abbastanza orecchiabili.
A questo punto possiamo normalizzare a Tsunami 2004 e fa 0,2-0,4/giorno; a settimane invece ce ne tocca fra due e tre.
Saluti.
R
C'è una diramazione che ho lasciato inesplorata:
Eliminase la popolazione è fuori equilibrio, si equilibrerà da sé -prima o poi, nello stesso modo nel quale la temperatura del pianeta si adeguerà alle forzanti climatiche, e i ghiacci si adegueranno alla temperatura, così come faranno l'Umidità Relativa dell'atmosfera e il regime dei venti, e il livello del mare si adeguerà ai ghiacci, limitando l'estensione delle terre coltivabili ...
Su quale di questi fattori potremmo, se volessimo, intervenire? Non certo sullo scambio di energia tra i vari sistemi o sulle costanti fisiche coinvolte; possiamo però sì intervenire sulle forzanti climatiche, e sulla demografia, alla profondità determinata dal Livello di Vita al quale si sceglie di tendere, e mi sembra pacifico che sarà proibitivo lavorare sulle prime senza intervenire sulla seconda.
Si potrebbe anche lavorare all' estensione delle terre coltivabili, ma poi Fra ci spara col fucile.
E con quali mezzi potremmo intervenire? La filosofia, secondo me, ha titolo a discuterne solo in quanto costringa le sue risultanze entro i limiti fisici che a loro volta determinano Pop Sost, mentre i limiti etici si dovranno elasticizzare fino a comprendere Pop Ec; valutare l'aggiustamento del rateo di morte in funzione di determinati obiettivi è inumano, disumano, a-umano? Gli importa assai al Pianeta dell'Umano!
Augh!
R
Renato, non capisco questo accanimento sull'idea stragista... :)
EliminaLa via sarebbe dovuta essere, partendo ALMENO una cinquantina d'anni fa, fare in modo che gli allora inesistenti miliardi di persone restassero nel mondo del non-essere, e dare tempo alle centinaia di milioni già in eccesso di "smaltirsi" con tutta calma in arco di tempo congruo, semplicemente mettendo in campo dei "tensori" (non so cosa si intensa in senso letterale, ma mi piace l'immagine figurata che quel termine evoca nella mia testa) amministrativi che rendessero appetibile per i più lasciare nel mondo del non-essere X non-nati all'anni. Non si è fatto. Con la scusa che non si è fatto e che ormai sarebbe tardi cominciare (tutto da dimostrare) si continua a IGNORARE intenzionalmente la questione e, anzi, a darsi un gran da fare per spingere ancor di più sull'acceleratore.
I miei sensi di ragno (grazie, Marvel) mi dicono che chi parla della riduzione della popolazione in termini stragisti lo fa perché sotto sotto non vuole una riduzione della popolazione e vuole creare sdegno e repulsione nei suoi confronti.
Prof. Bardi, le è sfuggita la mia risposta a Renato, quella sulla differenza tra strage degli esistenti e non-generazione degli inesistenti. Magari a lei sembra un punto secondario, ma non lo è per nulla, perché l'equivoco è alquanto diffuso.
EliminaTemo, poi, che le sia sfuggito anche un mio secondo commento, quello nel quale ponevo interrogativi diretti e precisi che, sempre a mio avviso, meritano quell'attenzione che pare così spesso invisa in qualsiasi dibattito su questi temi.
chi parla della riduzione della popolazione in termini stragisti lo fa perché sotto sotto non vuole una riduzione della popolazione e vuole creare sdegno e repulsione nei suoi confronti ...
EliminaInteressante, sentirsi spiegare quello che si pensa; non credevo di essere così contorto e machiavellico!
"Termini stragisti" ... individua il livello di popolazione auspicabile, una data congrua per raggiungerlo, ed un percorso descrivibile in termini diversi, che non passi cioè per il controllo delle morti, tenendo presente che il controllo delle nascite non funziona.
Ma, ripensiamoci un attimo: cosa c'è che non va con la popolazione? Ci sono risorse, cresce, non ce ne sono, cala. Lo stragismo è tutto qui: nel presagire un prossimo calo di risorse, che, giocoforza, comporterà un calo di popolazione.
Nessun che debba sporcarsi le mani, eh! Meccanismi automatici, molto semplici: chi ha soldi, campa, chi non ne ha, muore.
Saluti.
R
Renato, il controllo delle nascite funziona eccome, tant'è che è in corso e dà i suoi risultati. Solo che la pianificazione punta con piena intenzione nella direzione opposta a quella necessaria, punta all'incremento anziché al decremento. Per intendersi, il controllo delle nascite mirato all'incremento ce l'abbiamo perfino nella Costituzione, tant'è che quell'incremento continua, e continua, anche se tramite pratiche di outsourcing riproduttivo...
EliminaMi piacerebbe poter pensare che il doppio attributo sapiens sapiens non sia una millanteria a livello di specie, ma con quel che si vede direi che è palese il contrario. Poi tocca leggere (in un altro post) che la specie umana è esente dagli istinti, o qualcosa del genere, non ricordo alla lettera. Bene, la pianificazione e l'implementazione incruente della riduzione della popolazione sono un ottimo terreno per dimostrare di meritarsi il nome che ci si è dati. Finora non ci si è neppure provato, se non in modo puramente episodico, occasionale, limitato e limitante in termini spaziali, temporali e quindi di risultati numerici (Cina, fino a qualche tempo fa?).
P.S. Se si pensa di non poter fare nulla per intervenire con intenzionalità costruttiva sui propri comportamenti, come si può pensare di poter intervenire intenzionalità costruttiva sul clima o su qualsiasi altro fenomeno che riguardi un intero pianeta? L'incongruenza è forte.
Signor Fra, finché si rimane a livello di una piattaforma commenti di un pur ottimo sito quale Effetto Cassandra, effettivamente rimane tutto a livello di chiacchiera da bar. Invece, pubblicando il suo saggio, potrà dare visibilità alle posizioni della filosofia post-umana in tutta la loro gravità (mi riferisco in particolare alla necessità di affamare sistematicamente metà della popolazione umana), ovviando alla 'mancanza di fegato' che imputa agli scienziati e scatenando ovviamente reazioni controverse che possono essere la base di un fruttuoso dibattito. Spero che, al momento della pubblicazione, alla maniera di Federico Tabellini ne darà conoscenza in modo da avere la possibilità di leggere il contributo e partecipare, nella misura in cui ci compete, al dibattito che ne seguirà anche fuori dalla torre d'avorio dell'accademia.
RispondiEliminanon c'è bisogno d'affamare nessuno. La soluzione si chiama castità, ma una santa di cui non ricordo il nome, avendo avuta la grazia di visitare l'inferno, constatò che il 90% dei dannati erano lì per peccati di sesso o almeno anche con quelli. Quindi soluzione impossibile. Come dice un mio amico: gli uomini vogliono tro....., le donne figliare. Sarà per questo che incentivano l'omosessualità? In fondo è un bel metodo contraccettivo.
Elimina@ Federico Tabellini
RispondiEliminaDal tardo 1600 è iniziata la rivoluzione industriale, ha prodotto crescita demografica, economica, tecnologica, tutto questo benessere e sviluppo nei paesi del I°mondo, è stato nutrito dall'uso dei carburanti fossili.
Il reddito procapite è un quoziente, di solito è misurato in Pil_procapite=Pil/Popolazione
Quando i mercati di un paese non sono saturi, durante la fase d'espansione e l'avvio del trend verso la saturazione dei mercati (la zona più ripida di crescita di una curva logistica) la crescita economica e demografica s'influenzano a vicenda nel lungo periodo. Un'espansione della popolazione farà crescere il pil nel lungo periodo; di quanto possa crescere il pil, vale nel lungo periodo la correlazione tra Pil/Energia in GigaWatt, per cui la crescita energetica futura, si trasforma in una frazione della crescita economica del paese di lungo periodo.
Questa è sempre stata la logica economica (keynesiana e monetarista) per stimare il futuro nei paesi del I°mondo con mercati odierni divenuti saturi, perchè nei paesi del II°mondo i mercati non sono saturi e non si è raggiunto ancora il CAP della curva logistica, oppure nel III°mondo ancora si deve iniziare la rivoluzione industriale!.
Come ripete da decenni IPCC, come anticipava Limits to Growth, l'umanità è entrata in una nuova fase storica, causata dal paradigma dei carburanti fossili.
1-il binomio letale (climate change+sovrappopolazione)^n svilupperà nei decenni a venire una potente serie di altri problemi tutti irrisolvibili, che saranno intrecciati tra loro in modo insolubile, specie per gli Europei.
1a.impatti diretti a causa del climate change con eventi climatici estremi, sulle città ed infrastrutture e quindi sulla necessità di riallocare risorse finanziarie (che sono scarse e suscettibili d'impieghi alternativi e concorrenti), su nuove e vistose esigenze a discapito di priorità di ordine inferiore.
1b.impatti diretti a causa del climate change con variazioni climatiche (salita del mare, cambio di clima, scomparsa dei ghiacciai, rilascio in siberia d'idrati di metano a positive feedback...) con incisioni negative sulla produzione agricola, calo della fertilità delle terre, assottigliamenti delle riserve d'acqua dolce, crescenti necessità d'energia (e dell'accesso alle sue fonti) per mitigare questi problemi causati dal clima.
1c.impatti diretti a causa del climate change sull'accesso dai mercati alle risorse vitali (energetiche, alimentari, materie prime, semilavorati, risorse idriche d'acqua dolce) scarse, da parte di una umanità in sovrappopolazione sulla Terra. E' ovvio, i bisogni primari insoddisfatti, probabilmente faranno detonare collisioni violente di popoli sulla Terra, per imporre una diversa redistribuzione delle vitali risorse scarse!.
1d-Nei decenni a venire, l'interazione del commercio internazionale tra nazioni muterà da un gioco a somma positiva, ad un gioco a somma zero: un modo elegante per dire che la morte di una nazione, significherà la vita per un'altra nazione!.
1e-Gli esseri umani sono soliti interagire tra loro per ragioni economiche, politiche, ambientali, militari, ideologiche, religiose... in ultima analisi, gli effetti del climate change saranno una seria questione: economica, politica e militare!.
@ Federico Tabellini
RispondiElimina[...]
Impatti sulla penisola italiana da oggi al 2050s.
Un paese come l'Italia, prevalentemente ad economia di trasformazione, privo di materie prime e fonti di energia, in un contesto mondiale sempre più competitivo, in cui le risorse diventano più rare, non potrà mantenere il proprio livello di produzione, a causa delle difficoltà d'accesso a materie prime, semilavorati, energia. Anche a causa del fatto che il proprio spazio sarà soggetto a danni e mutamenti climatici e migrazioni bibliche, che di certo creeranno guerre regionali, danneggiando e/o distruggendo anche l'apparato produttivo.
Nei prossimi decenni 2020s-2030s-2040s-2050s il pil italiano (ammesso che sia misurato) avrà un trend calante.
E' alquanto improbabile, che il pil italiano abbia un trend costante.
E' impossibile, che il pil italiano abbia un trend crescente!.
Cosa dovrebbe fare il popolo italiano, per sopravvivere al XXI secolo?!
Premettendo che rispondere a tutti i suoi punti (che fra l'altro in gran parte condivido) richiederebbe la stesura di un saggio, mi limito a due questioni.
RispondiElimina1. Quando parlo di economia stazionaria e crescita zero (nel libro e nell'articolo citati in un precedente commento) mi riferisco alle dimensioni materiali dell'economia, non al PIL. I due concetti sono ben diversi.
2. Il libro non ha per riferimento la sola Italia.
3. Nel libro non faccio una previsione dello scenario futuro più probabile, ma al contrario provo a immaginare come sarebbe possibile risolvere i grandi problemi contemporanei (inclusi quelli da lei citati) nel caso l'umanità si mettesse d'accordo su soluzioni condivise e razionali. Sono consapevole che non è lo scenario più probabile. Del resto, se persino sulla piccola barchetta dei consapevoli del declino c'è chi attacca e critica ferocemente senza nemmeno provare a comprendere le ragioni altrui, l'umanità non ha molte speranze di raggiungere un accordo su una strategia condivisa. In ogni caso io non demordo e continuo a remare.
Federico (posso darle del tu?) non si tratta di attaccare, è che personalmente sono convinto in modo ferreo dell'inutilità di un approccio globale alle questioni in gioco e, per ovvio converso, convinto sostenitore della necessità e opportunità di perseguire soluzioni non già locali, ma localissime (diciamo a livello provinciale). La somma delle soluzioni locali, mirate a risultati magari piccoli ma immediatamente verificabili e "incassabili" (non parlo di soldi, parlo di qualità della vita) e implementate con la massima celerità e retroattività possibile, nel quadro che ho nella mia mente forzatamente limitata, porta ad un obbligo materiale di affrontare di petto i problemi (se nessuno si occupa "da fuori" di quel che ti capita, sei costretto a rimboccarti le maniche per non finirne schiacciato). Per dirne una... perché non lasciare a Roma i rifiuti prodotti in loco? Scommettiamo che una soluzione verrebbe trovata? Invece, portandoli altrove, stiamo a vedere che appena "risolta" la questione, questa si ripresenterà rapidamente? Ovvio che è solo un esempio da quattro soldi, ma penso possa rendere l'idea.
EliminaPer le questioni atmosferiche, idriche, alimentari ed energetiche (notare l'ordine di importanza che attribuisco) ritengo possa valere qualcosa di simile - se in un'area territorialmente ristretta non riesci a far fronte alle esigenze, che fai? O schiatti o cerchi soluzioni immediatamente efficaci, visto che "da fuori" non ti vengono offerte valvole di sicurezza. I nodi verrebbero immediatamente al pettine, senza i rimpalli e gli scaricabarile ai quali siamo abituati.
Premesso che il mio commento precedente non era riferito a te (sì, diamoci pure del tu!), io in realtà in linea di principio sono d'accordo con quanto dici. Le soluzioni locali sono importantissime. Non credo però si possa risolvere tutto a livello locale, se non altro perché il potere, almeno nel sistema vigente, non si concentra lì. Alcune soluzioni semplicemente non sono implementabili a livello locale senza riformare modelli economici e istituzionali posizionati ben più in alto, a livello nazionale e, spesso, sovranazionale. Viviamo in un mondo interconnesso a livello economico, istituzionale e sociale (oltre che ambientale). E questo richiede uno sguardo glocale tanto ai problemi (per comprenderli) quanto alle soluzioni (per implementarle in modo efficace).
EliminaLa possibilità di incidere nell'interesse collettivo su scala troppo ampia è NULLA, perché su quella scala il potere si concentra nelle mani di "persone" convinte di essere al di sopra di tutto e di tutti. E' una forma di malattia mentale in assenza della quale nessuno ambirebbe a quelle posizioni, ed aspettarsi che a raggiungerle siano personaggi bene intenzionati è... come dicono i nostri colonizzatori attuali (ancora per poco, che nuovi colonizzatori si profilano all'orizzonte)? Wishful thinking.
EliminaPer curare l'interesse comune occorre frantumare e rifrantumare i "giochi", non aggregarli in forme mostruosamente elefantiache come quelle degli organismi politici attuali, o peggio. La flebile speranza è che la somma delle azioni locali si traduca in un vantaggio globale. Con l'accentramento, quella già flebile speranza evapora in un tempo prossimo allo zero. Anzi, sublima.
Il saggio l'ho già scritto io, sono vari PDF ed un blog intero :-)
RispondiEliminaPer il resto, IMHO la sua analisi non contiene le variabili chiave, non ha generato scenari consistenti, non c'è una un'analisi pestel, confonde l'economia di mercato con il paradigma dei carburanti fossili, omette il fatto che i gas serra sono prodotti da cause antropiche. Non cita il problema della sovrappopolazione, non ci sono riferimenti alla problematica cabon tax, non è informato sulle implicazioni degli scenari RCP2.6 e RCP4.5, non sa niente della bomba degli idrati di metano, non ha alcuna idea del contesto prospettico italiano, non sa cosa sia/a cosa serva una politica di diversificazione bancaria, non conosce le cause della crisi finanziaria del 2006. Di economia ne sa meno di zero perchè incolpa il modello bancario polifunzionale tedesco e non si lagna di come sono prezzati le commodities. Infine non conosce il significato dell'aggettivo "culturale" dato che lo equivoca con il sostantivo "informazione".
In più usa il copyleft piuttosto che il copyleft!
Scusi, ma perchè avrei dovuto dirle bravo?!
Questo suo commento mi ha fatto sorridere. Immagino sia un troll (il fatto che molti dei suoi commenti sono copia-incolla leggermente modificati di commenti precedenti ad altri articoli me lo conferma), ma le rispondo lo stesso perché qualcuno potrebbe anche prenderla sul serio. Questa è l'ultima volta però. Ho già perso troppo tempo...
Elimina"IMHO la sua analisi non contiene le variabili chiave"
E come lo sa senza aver letto il mio libro? Chiaroveggezza? Rivelazioni divine?
"confonde l'economia di mercato con il paradigma dei carburanti fossili"
Falso. Se avesse letto il libro lo saprebbe.
"Omette il fatto che i gas serra sono prodotti da cause antropiche."
Falso anche questo.
"Non cita il problema della sovrappopolazione."
Falso. Ne parlo ampiamente nei capitoli 1, 2 e 6.
"non ci sono riferimenti alla problematica cabon tax"
Non direttamente. Ma il libro si concentra su altri temi.
"non è informato sulle implicazioni degli scenari RCP2.6 e RCP4.5, non sa niente della bomba degli idrati di metano"
A parte il fatto che non è vero, da cosa lo deduce scusi?
"Non ha alcuna idea del contesto prospettico italiano, non sa cosa sia/a cosa serva una politica di diversificazione bancaria, non conosce le cause della crisi finanziaria del 2006"
Si veda risposta precedente.
"Di economia ne sa meno di zero perché incolpa il modello bancario polifunzionale tedesco e non si lagna di come sono prezzati le commodities."
Qui siamo al delirio. Non so proprio di cosa sta parlando. Di sicuro non sono cose che ho scritto nel libro o da qualunque altra parte. Mai incolpato il modello tedesco (nemmeno citato, si figuri). La sfido a dimostrare il contrario.
"Infine non conosce il significato dell'aggettivo "culturale" dato che lo equivoca con il sostantivo "informazione"
Invito tutti a controllare l'ottavo commento sotto l'articolo, dove '65C02movies' confonde cultura e informazione. Fatto? Ora rileggete il suo commento qui sopra dove accusa il sottoscritto di farlo... E qui chiudo. Le lascio il palco. Si diverta.
RispondiEliminaSuppongo che questa pagina l'abbia scritta lei :-)
www.decrescita.com/news/quattro-riforme-per-superare-la-crisi-del-modello-tardocapitalista-e-costruire-un-mondo-migliore/
Sono 756 parole: non esistono cenni alle variabili chiave e/o scenari consistenti, e/o un'analisi pestel.
Lei scrive:"Occorre una riforma dei sistemi redistributivi e fiscali degli stati; Una riforma del sistema educativo; Una riforma dei regimi politico-elettorali;"
=> Niente delle riforme che propone :-) serve a bloccare lo sviluppo del binomio (climate change+sovrapopolazione)
=> Il resto della bloggata :-) confonde l'economia di mercato con il paradigma dei carburanti fossili, omette il fatto che i gas serra sono prodotti da cause antropiche. Non cita il problema della sovrappopolazione, non ci sono riferimenti alla problematica cabon tax, non è informato sulle implicazioni degli scenari RCP2.6 e RCP4.5, non sa niente della bomba degli idrati di metano. Non ha alcuna idea del contesto prospettico italiano e non conosce il significato dell'aggettivo "culturale" rispetto al sostantivo "informazione": non è il consumismo il problema, anche l'economia circolare è consumistica! :-)
Poi lei scrive:"Una riforma del sistema finanziario: Il sistema finanziario andrà riformato e reso indipendente da una crescita costante dell’economia materiale. Ciò richiederà la messa in discussione del modello inflazionista, una riduzione drastica della speculazione finanziaria e un completo superamento del sistema bancario a riserva frazionaria."
Se le parole hanno un significato :-) si capisce che lei non conosce le cause della crisi finanziaria del 2006, non sa cosa sia/a cosa serva una politica di diversificazione bancaria. D'economia non sa niente, perchè incolpa il modello tedesco, ma non si lagna di come siano prezzati le commodities, oggi sui mercati.
E' normale che difenda ciò che ha scritto, ma in un confronto tematico le critiche motivate evidenziano carenze. Le suggerisco di rileggere tutti i commenti, che non sono "attacchi gratuiti", ma utili spunti per capire perchè lei sia in alto mare :-)
saluti
p.s.
Le suggerirei d'usare il copyleft, non il copyright, per le ragioni anzidette :-)
p.p.s.
In 310 parole, ho toccato tutti i temi, che lei in 756 parole, non ha citato nella bloggata.
Credo che chiunque dotato di un minimo di discernimento possa leggere i commenti precedenti e constatare l'assurdità di quanto scrive. Non è davvero necessario aggiungere altro. E per chiunque avesse ancora qualche dubbio su chi fra me e lei sia una persona seria, consiglio la lettura del blog di 65C02movies: https://paleocontatto.blogspot.com.
RispondiEliminaScusate, ma è uno scherzo di cattivo gusto?
RispondiEliminaSu questo autorevole blog si discute con e si da spazio ad un signore che straparla nel suo blog di "paleoufologia razionale" e "modello ufologico a tecnologia insettoide e saurica"?
Avrei evitato volentieri di discuterci, ma non potevo nemmeno lasciarlo a sputare fango e sentenze sul mio libro (senza averlo letto).
EliminaNon vi ci arrabbiate, ragazzi. I commenti del blog sono uno spazio abbastanza libero, non faccio passare offese, insulti e razzismi vari, ma per il resto c'è spazio.
EliminaQuindi c'è spazio per Alessandro Pulvirenti e le sue teorie fisiche, c'è spazio pure per 65C02movies che è un tantino aggressivo, ma che comunque di solito è accettabile -- se poi ha un blog un tantino (parecchio) folle, beh, è parte del personaggio. E c'è spazio anche per Mago, che tende a ripetere sempre la stessa cosa e -- in effetti -- ogni tanto gli mando qualche commento nello spam, per non esagerare
Dato che siamo Off Topic :-) mi avete tirato per i capelli, mi permetto di segnalare il fatto che la realtà, è un pochetto più vasta, di quello che pensate :-) e non è quella che vi racconta la tv!
RispondiEliminaGli alieni esistono ed in modo sporadico probabilmente visitano la Terra
http://paleocontatto.blogspot.com/2017/10/gli-alieni-esistono-ed-in-modo.html
Il caso Zanfretta
http://mio-radar.blogspot.com/2017/11/il-caso-zanfretta.html
Hessdalen 1982: dimostrazione documentata di una visita extra terrestre sulla Terra
http://paleocontatto.blogspot.com/2017/09/hessdalen-1982-dimostrazione.html
Eliza Haywood (1693 – 1756) fu una contattata dagli alieni!
http://paleocontatto.blogspot.com/2019/01/the-invisible-spy-1754.html
Fatima 100 anni dopo.
http://paleocontatto.blogspot.com/2018/04/fatima-100-anni-dopo-la-chiave-del.html