Da “The
Huffington Post”. Traduzione di MR
La faccenda si riduce alla negazione o alla messa in discussione di capitalismo, di civiltà e della nozione di progresso.
Di Aleszu Bajak
MAYA
MALACHOWSKI BAJAK
La geoingegneria – tentativi su larga scala di
manipolare è contrastare il riscaldamento globale – deva ancora essere
intrapresa, ma gli esperti dicono che è solo questione di tempo.
·
· ·
Wake Smith immagina una flotta di aerei sperimentali,
non molto più grandi di Boeing 757, che potrebbero salire a 18.000 metri,
abbastanza in alto perché la gente a bordo possa vedere la curvatura della
terra, e rilasciare gas nella bassa stratosfera.
Per assicurare una copertura globale del loro carico, gli aerei, che sembrano più degli aerei cisterna che dei normali aerei commerciali, decollerebbero da quattro diverse latitudini – diciamo da piste a Houston, Manila, Brasilia e Johannesburg. In missioni di 5 ore, disseminerebbero i cieli con una coperta di gas di biossido di zolfo, chiaro, puzzolente, e reso sotto forma di aerosol. Disperdendo 100.000 tonnellate di SO2 all’anno per diversi anni comincerebbe ad approssimarsi ai livelli di gas che seguono una grande eruzione vulcanica, bloccando il sole ed abbassando le temperature della terra.
Per assicurare una copertura globale del loro carico, gli aerei, che sembrano più degli aerei cisterna che dei normali aerei commerciali, decollerebbero da quattro diverse latitudini – diciamo da piste a Houston, Manila, Brasilia e Johannesburg. In missioni di 5 ore, disseminerebbero i cieli con una coperta di gas di biossido di zolfo, chiaro, puzzolente, e reso sotto forma di aerosol. Disperdendo 100.000 tonnellate di SO2 all’anno per diversi anni comincerebbe ad approssimarsi ai livelli di gas che seguono una grande eruzione vulcanica, bloccando il sole ed abbassando le temperature della terra.
Gli scienziati hanno proposto la gestione della
radiazione solare, come viene chiamata, per decenni, come forma di
geoingegneria su scala globale che possa combattere il riscaldamento globale.
Ma pochi hanno fatto ciò che ha fatto Smith, un partner di una società di
capitali privata ed ex dirigente di compagnia aerea – ha trasformato calcoli
campati in aria o fatti su un foglio della spesa in uno studio di fattibilità a
tutti gli effetti, completo di sviluppo e bilancio operativo per la sua flotta
di aerei.
Incoraggiato dall’attenzione ricevuta da ricercatori
ed istituzioni come Harvard, dove è stato invitato di recente a presentare il
suo lavoro, Smith ha elaborato un piano operativo di 10 anni per aerei che
comincerebbero a spruzzare SO2 nel 2023.
L’intera impresa, ha detto Smith, è di gran lunga più
economica di quanto pensasse inizialmente. Non ci sono barriere reali, ha
detto. Il costo totale del progetto? 3,5 miserabili miliardi di dollari, ha
stimato.
HANDOUT . /
REUTERS
Alcuni scienziati hanno
proposto di buttare gas nei cieli terrestri per abbassarne la temperatura.
“Penso sia una cattiva notizia quanto questo sia a buon mercato”, ha detto
Smith ad un piccolo gruppo lo scorso mese in una conferenza al centro per
l’Ambiente di Harvard. Per quella quantità di soldi, ha sostenuto Smith, è
possibile che qualsiasi stato, oragnizzazione o individuo canaglia potrebbe
cominciare a sperimentare col clima.
Gli impatti della geoingegneria su scala globale sono
sconosciuti, in parte perché non è mai stato intrapreso alcun progetto massivo
di geoingegneria – a parte il cambiamento climatico indotto dagli esseri umani.
Ma i modelli sono potenzialmente preoccupanti. Alcuni suggeriscono che la geoingegneria
sconvolgerà le precipitazioni in tutto il mondo e danneggerà lo strato
protettivo di ozono della terra. Uno studio dell’Università di Rutgers
pubblicato a gennaio suggeriva che fermare improvvisamente un grande progetto
di geoingegneria, una volta che è stato fatto partire, potrebbe portare ad un
riscaldamento rapido, spingendo le specie all’estinzione ed accelerando il
cambiamento climatico.
Man mano che le temperature globali aumentano,
tuttavia, alcuni ricercatori dicono che la geoingegneria non dovrebbe essere
scartata. Helene Muri, una ricercatrice al Dipartimento di Scienze della Terra
dell’Università di Oslo, ha detto che questa si presenta come un’idea
promettente come modo di ridurre il pericolo dovuto al cambiamento climatico,
ma che non è pronto. “Dobbiamo sapere di più sui rischi coinvolti, prima di
ritenerlo sicuro da usare, se mai potremo”, ha detto. “La geoingegneria solare
non è in ogni caso un sostituto del taglio delle emissioni di CO2”.
Eppure, con ogni anno e conferenza sul clima che
passano, un progetto di geoingegneria su scala globale diventa sempre più
fattibile. Non ci sono praticamente regole che fermino un paese o un individuo
dal tentare di farlo, mi ha detto Michael Gerrard, direttore del Centro Sabin
per la Legislazione sul Cambiamento Climatico all’Università della Columbia. Di
fatto, da un punto di vista legale, è più facile seminare la stratosfera che
ottenere un permesso per ristrutturare casa, ha aggiunto”.
“Penso che ci sia una tale opportunità talmente grande
che qualcuno provi la geoingegneria che c’è davvero la necessità che sia
governata”, ha detto Gerrard. Ecco perché, insieme a Tracy Hester alla Facoltà
di legge dell’Università di Houston, ha appena pubblicato un libro. Ingegneria climatica nella legge,
Intendeva aiutare i politici, i tecnologi e gli avvocati a capire meglio le
attuali regole e la scienza che sta alla base dei grandi progetti di
geoingegneria.
La domanda è quando si potrebbe provare un progetto
del genere, e da chi? Gerrard immagina uno scenario in cui alcuni paesi, sulla
scia del disastro climatico, non vedano altra scelta.
“Si potrebbe immaginare che se qualche evento [climatico] catastrofico dovesse verificarsi in India e che loro si preoccupassero realmente del fatto che un altro potrebbe verificarsi, potrebbero voler lanciare, da soli, un tentativo di geoingegneria per proteggere sé stessi dall’evento successivo. Si tratta di uno scenario del tutto plausibile”, ha detto Gerrard. E’ per questo che un accordo globale sulla governance è necessario, ha detto, un accordo seguito da leggi paese per paese sulla geoingegneria. Non legiferare, ha avvertito, potrebbe portare ad una guerra a causa delle conseguenze climatiche dannose dei progetti frettolosi di un solo paese.
“Si potrebbe immaginare che se qualche evento [climatico] catastrofico dovesse verificarsi in India e che loro si preoccupassero realmente del fatto che un altro potrebbe verificarsi, potrebbero voler lanciare, da soli, un tentativo di geoingegneria per proteggere sé stessi dall’evento successivo. Si tratta di uno scenario del tutto plausibile”, ha detto Gerrard. E’ per questo che un accordo globale sulla governance è necessario, ha detto, un accordo seguito da leggi paese per paese sulla geoingegneria. Non legiferare, ha avvertito, potrebbe portare ad una guerra a causa delle conseguenze climatiche dannose dei progetti frettolosi di un solo paese.
Per quanto potrebbe essere imminente un progetto su
larga scala di geoingegneria, ciò che complica un dibattito serio sulla materia
è la narrativa perpetuata, sui media e online, secondo la quale la
geoingegneria sarebbe un modo per “risolvere”, “sistemare” o “fermare” il
cambiamento climatico.
E’ probabile che i lettori trovino titoli come “Gli
scienziati suggeriscono che un gigantesco scudo solare in cielo possa risolvere
il riscaldamento globale” e “Soluzioni forzate per il cambiamento climatico,
dagli scudi solari alla ripulitura dell’aria” su siti mainstream come CNN e The
Guardian allo stesso modo in cui li possono trovare nei soliti blog di
consapevolezza ambientale come Inhabitat (“5 modi folli di fermare il cambiamento
climatico con la geoingeneria”). Anche comunicati stampa come “Il ‘cocktail di
geoingegneria’ potrebbe salvare il clima?” sono amanti di questi termini
salvifici.
Questa tendenza ha persistito per oltre un decennio.
Secondo un articolo pubblicato nel 2014 su Environmental Humanities,
ricercatori svedesi hanno analizzato centinaia di nuovi articoli e trovato che
una delle trame più prevalenti riguardo la geoingegneria era “l’idea che la
pura tecnologia sia la sola possibile soluzione e che si tratti di un sostituto
adeguato alla politica”.
Questo potrebbe essere in parte a causa del modo in
cui gli scienziati impostano la loro ricerca. “In questi tempi di click-bait e
like sui social media, forse è una tentazione lanciare gli scenari di casi
estremi”, ha detto la Muri. “penso che sia una nostra responsabilità come
scienziati presentare le nostre scoperte in modo accurato e con sfumature”.
Washington ora ha colto l’errore della geoingegneria.
Ironicamente, sono i politici che hanno messo a lungo in discussione – ed
attaccato – la scienza che ora la stanno proclamando la soluzione facile al
nostro enigma climatico.
TOM WILLIAMS
VIA GETTY IMAGES
Lamar Smith
(repubblicano del Texas), uno scettico del riscaldamento globale, è un
sostenitore della tecnologia estrema.
In una recente op-ed per la pubblicazione
conservatrice The Daily Center, il Presidente del Comitato Scientifico Lamar
Smith (Repubblicano del Texas), uno scettico del clima dichiarato, ha definito
la geoingegneria come “un’area di ricerca che è stata trascurata per troppo
tempo”. Al posto di “regole generali, gravose ed inefficai” o promettere di
soddisfare “obbiettivi climatici arbitrari”, ha scritto Smith, dovremmo usare
la tecnologia per trovare le soluzioni. “Come in passato, lasciando che la
tecnologia faccia strada, gli americani raccoglieranno i benefici e godranno di
una migliore qualità della vita”, ha scritto.
Non sorprende che la geoingegneria sia così facile da vendere. Affidarsi a una soluzione tecnologica che sta appena oltre l’orizzonte evita lo spostamento della montagna necessario disabituarci dai combustibili fossili, portare centinaia di paesi ad accordarsi su come limitare e ripulire le emissioni e cambiare le abitudini di consumo di un’intera civiltà. Si tratta di complessità sistemiche radicate nelle nostre economie e culture. Puntellare i ghiacciai per limitare l’aumento del livello del mare, aspergere polvere di ferro negli oceani per stimolare la crescita del plancton per assorbire il carbonio, o spruzzare i cieli per riflettere il calore del sole sembra semplicemente più facile. E, come mostra Wake Smith, sempre più fattibile.
Non sorprende che la geoingegneria sia così facile da vendere. Affidarsi a una soluzione tecnologica che sta appena oltre l’orizzonte evita lo spostamento della montagna necessario disabituarci dai combustibili fossili, portare centinaia di paesi ad accordarsi su come limitare e ripulire le emissioni e cambiare le abitudini di consumo di un’intera civiltà. Si tratta di complessità sistemiche radicate nelle nostre economie e culture. Puntellare i ghiacciai per limitare l’aumento del livello del mare, aspergere polvere di ferro negli oceani per stimolare la crescita del plancton per assorbire il carbonio, o spruzzare i cieli per riflettere il calore del sole sembra semplicemente più facile. E, come mostra Wake Smith, sempre più fattibile.
STRINGER
ARGENTINA / REUTERS
Frammenti di ghiaccio
che si staccano dal ghiacciaio Perito Moreno, nel sud dell’Argentina. I
sostenitori della tecnologia estrema hanno suggerito di gettare polvere di
ferro nei mari, di mettere fumo e specchi in cielo per attenuare il sole come
risposte al cambiamento climatico. Ma il problema del modo in cui si parla di
geoingegneria oggi, si è lamentato John Ehrenfeld, ex direttore del Programma
Tecnologico, Economico ed Ambientale del MIT, è che non affronta prima i
problemi sociali che ci hanno portati a questo casino.
“E’ la mancata accettazione la complessità del
sistema; e il sistema comprende le persone”, mi ha detto recentemente Ehrenfeld
mentre prendevamo un caffè. Per decenni, Ehrenfeld, che ora è in pensione, ha
ricercato e promosso il concetto di sostenibilità. Ma per Ehrenfeld, dopo tutte
le conferenze sul clima, tutte le tavole rotonde con le parti interessate,
tutti i dibattiti sulle soluzioni alimentate dal mercato, le domande e le
risposte di cui si è dibattuto non hanno mai messo in discussione il
capitalismo, la civiltà e l’idea di progresso.
Affrontare un problema così profondamente radicato
come il riscaldamento globale, ha detto Ehrenfeld, richiederà che l’umanità
affronti una domanda esistenziale che la geoingegneria da sola non può
affrontare: siamo disposti a sacrificare la crescita per garantire la
sopravvivenza della nostra specie?
“In mancanza di
disaccoppiamento della crescita dal progresso”, ha detto Ehrenfeld, “non
affronteremo il cuore del problema”.