domenica 13 maggio 2018

Prodotti Sfusi: siamo sicuri che sia una buona idea? Ovvero: la maledizione del Colibrì colpisce ancora



Così, l'altro giorno mi sono fermato al supermercato per fare la spesa e ho trovato una sezione nuova nuova dove si potevano comprare le crocchette per cane sfuse. Bene, da buon ambientalista mi è parso il caso di provare e mi sono riempito un bel sacchetto di carta - molto ecologico - di crocchette e l'ho pesato. Lo vedete nella foto qui accanto. 5,09 euro per 1,72 kg di crocchette.

Poi, ho mosso il carrello di qualche metro e davanti a me ecco le crocchette per cani nel loro impacco tradizionale. Eccole qua:


E notate come, nel loro sacchettone-plasticone, le crocchette costano molto meno, poco più di 1 euro al kg, quasi un terzo di quelle sfuse. A un prezzo minore di quanto ho pagato per meno di due chili, me ne sarei potuti portare a casa quattro chili.

E allora? Come sta questa faccenda? Perché le crocchette sfuse costano così care? La prima impressione che ho avuto è di essere stato imbrogliato. Poi, però, ripensandoci, credo che la vicenda sia più complicata di così e che richieda un certo ragionamento.

Per prima cosa, non ho ragione di pensare che le crocchette sfuse siano vendute a un prezzo ingiustificatamente alto: più probabilmente, sono di qualità migliore. Come per tutti i prodotti, ci sono varie gradazioni di qualità sebbene, nel caso delle crocchette per cani, per noi umani è difficile giudicare. E' anche possibile che ci siano dei costi superiori per la gestione del complicato sistema di distribuzione ma, da quello che sono riuscito a trovare sul Web, non c'è evidenza che i prodotti sfusi debbano costare necessariamente di più di quelli impaccati in modo tradizionale.

Ne consegue che ci devono essere delle ragioni che hanno spinto i dirigenti della COOP a scegliere le crocchette - e un certo tipo di crocchette - come prodotto sfuso. Quali sono queste ragioni? Non ho trovato niente di scritto su questo argomento sui siti della COOP o altrove, a parte grandi lodi all'idea e discorsi su quanto sono bravi. Allora proviamo a usare la logica per cercare di capire come sta la faccenda.

Per prima cosa, perché i prodotti sfusi? Ci sono due ragioni: la prima è di evitare i contenitori, costosi e inquinanti, la seconda quella di permettere ai consumatori di calibrare i loro acquisti esattamente sulle loro necessità, evitando sprechi.

Tutte e due sono ragioni valide, ma valgono nel caso delle crocchette? In primo luogo, le crocchette vanno messe per forza dentro un sacchetto, sia che uno le compri sfuse oppure no. Le crocchette sfuse si mettono in un sacchetto di carta, quelle impacchettate arrivano in un sacchetto di plastica - ma nulla vieterebbe di confezionarle in un sacchetto di cartone. Se uno voleva semplicemente evitare un po' di plastica, c'erano modi più semplici di quello di creare tutto un ambaradan di tubi, bilance e sacchettini per l'operazione di fornitura, pesa e etichettatura.

Seconda cosa: evitare sprechi e consentire al consumatore di comprare esattamente quello che gli serve. Certamente questa è un'idea valida per alimenti deperibili, tipo per esempio il latte. Ma le crocchette per cane non sono certamente un prodotto deperibile. Vedo male una persona che va al supermercato apposta per comprare 50 centesimi di crocchette per la cena di Fido. Tanto vale che ne compri 4 kg - e non dimentichiamoci che ogni viaggio al supermercato ha un costo sia economico che ambientale.

C'è un altro fattore che si menziona più raramente ma che potrebbe avere un certo peso: le crescenti ristrettezze economiche di una fascia della popolazione. Mi diceva un mio amico che lavora nella grande distribuzione che hanno notato come verso fine mese aumentino le vendite di latte in confezione da mezzo litro a scapito di quelle da un litro. Lui ritiene che sia dovuto al fatto che molti hanno difficoltà ad arrivare a fine mese con ancora qualche soldo in tasca e tirano a risparmiare al massimo mentre aspettano il 27. Non ho trovato conferma di questa storia sul Web, ma non vedo motivo di ritenerla falsa. Anche qui, comunque, l'idea di vendere crocchette sfuse non aiuta molto chi è rimasto senza soldi al 26 del mese se queste crocchette costano quasi tre volte di più di quelle normali.

E allora? Perché le crocchette sfuse? Perché le crocchette sfuse ad alto costo? Io credo che non sia una cosa casuale. E' il risultato di una specifica strategia commerciale che i dirigenti della COOP hanno seguito.

In primo luogo, il problema dell'iperimballaggio comincia ad apparire chiaro a una certa fascia di consumatori e, di conseguenza, ogni catena di supermercato cerca di fare il possibile per darsi un'immagine "verde". Da qui, la decisione di vendere perlomeno qualcosa come prodotto sfuso. Si tratta allora di identificare il prodotto e i consumatori più adatti all'operazione. Ora, i consumatori più sensibili alla questione ecologica sono quelli della fascia medio-alta. Sono quelli, per intendersi, che comprano i prodotti "biologici" anche se sono più cari di quelli normali. Questa fascia di consumatori è sensibile al discorso della distribuzione sfusa che percepisce come più "ecologica" di quella normale. Può anche permettersi - anzi, probabilmente cerca attivamente - cibo di alta qualità per i propri animali domestici. E quindi, ecco la logica dell'operazione vendere crocchette "ecologiche" a chi si può permettere di comprarle. Come sempre, si vende uno specifico prodotto a uno specifico target. E' una mia interpretazione, ma mi sembra sensata.

Diciamo che, in fin dei conti, la Coop non imbroglia nessuno ma fa semplicemente un'operazione commerciale compatibile con le condizioni del mercato attuale. Rimane però la questione se questo tipo di piroette dimostrative abbia un vero impatto nel quadro di una seria politica di riduzione degli imballaggi. Forse anche si, la storia delle crocchette potrebbe essere considerata un buon esempio da sviluppare per altri prodotti. Ma è anche vero che siamo lontani anni luce da un vero "supermercato senza plastica" di cui si parla parecchio ma che per ora non esiste e potrebbe non esistere mai a meno che non si cambi totalmente il sistema di distribuzione. Ma chi è che vuol cambiare qualcosa in questo paese in cui si cantava (e si continua a cantare) "finché la barca va..."?

Per concludere, sulla questione delle crocchette vorrei citare qualcosa che ho definito "La maledizione del colibrì" in un post precedente. Il fatto è che tutti ci sentiamo un po' colpevoli per i vari danni che stiamo facendo all'ecosistema e a noi stessi. E ci impegnamo in piccoli sacrifici rituali che consistono nel "fare qualcosa," seppur sapendo benissimo che quello che facciamo non è sufficiente. Il colibrì della storia porta una goccia d'acqua nel becco, pur sapendo che non servirà a spendere l'incendio della foresta. Allo stesso modo, c'è chi compra crocchette più care ma "sostenibili," sentendosi un bravo ecologista per poi tornarsene a casa con il suo SUV da tre tonnellate. E' l'essenza di quello che chiamiamo il "greenwashing"