venerdì 4 marzo 2016

Malthus aveva ragione. E adesso?

Da “Montreal Gazette”. Traduzione di MR (via Emilio Martines)






Thomas Robert Malthus ha scritto, in questo Saggio sul Principio di Popolazione che, se lasciata senza controllo, la crescita della popolazione umana avrebbe incontrato i propri limiti. MONTREAL GAZETTE FILES


Di Madeline Weld

Sabato era il 250° anniversario della nascita di Thomas Robert Malthus. Vorrei augurargli molti ritorni felici. E lui continua a tornare, non è così?. Nonostante tutti quelli che dicono che abbia sbagliato tutto o sia fuori moda. Il suo saggio sul Principio di Popolazione sosteneva che, se lasciata senza controllo, la popolazione umana avrebbe incontrato i propri limiti: “Il potere della popolazione e infinitamente più grande del potere della Terra di produrre sussistenza per l'uomo”. Ha previsto carestia, malattie e molta sofferenza, specialmente fra i più poveri. Ma oltre a queste “constatazioni negative”, ha anche riconosciuto “constatazioni preventive” come limitare i tassi di nascite e matrimoni ritardati. Come ecclesiastico, sosteneva “il casto posticipo del matrimonio”.



Circa 218 anni dopo la pubblicazione della prima edizione del suo controverso trattato, stiamo ancora discutendone. Nel 1798, la popolazione mondiale era di meno di un miliardo di persone. Ora è di 7,4 miliardi e cresce ancora. Negli ultimi 40 anni, è aumentata di un miliardo ogni 12-13 anni. Alcune persone dicono che non è un problema, che stiamo meglio che mai. La Rivoluzione verde ha tamponato la fame in India prevista da Paul Ehrlich nel suo “La bomba della popolazione”. I progressi in agricoltura, medicina ed altre tecnologie ci hanno resi più ricchi e sani. Julian Simon ha persino detto che avere sempre più persone è una cosa buona, visto che gli esseri umani sono “la risorsa finale”ed ogni bocca da nutrire porta un paio di mani per lavorare e un cervello per risolvere i problemi. Cosa potrebbe mai andare male?

Ma le cose stanno andando seriamente male. Per rifornire la nostra popolazione sempre crescente, nelle parole di Ehrlich, stiamo trasformando il pianeta in una “mangiatoia per esseri umani”. Abbiamo occupato circa un terzo della superficie terrestre e rastrellato gli oceani, spazzando via diversi grandi settori di pesca ed esaurendo il resto. La nostra “soluzione” dell'allevamento di pesce crea altri problemi. Le colture ad alto rendimento della Rivoluzione Verde richiedono pesticidi, fertilizzanti ed acqua. I primi due stanno diventando sempre più costosi, l'ultima più scarsa in molte aree. L'appetito dell'homo sapiens è enorme. Mentre lottiamo per raggiungere risorse in diminuzione per sempre più persone, scaviamo più in profondità nella terra, scoperchiamo le cime delle montagne, deviamo fiumi, abbattiamo foreste e pavimentiamo intere aree di territorio. Riempiamo la terra, l'acqua e l'aria del nostro inquinamento. Stiamo portando un numero record di specie all'estinzione e decimandone altre con attività dall'avvelenamento chimico alla caccia di selvaggina, o semplicemente occupando il loro habitat.

I gas serra della nostra industria stanno cambiando il clima della terra, con conseguenza pericolose come l'acidificazione dell'oceano, l'aumento dei livelli del mare e l'inondazione, i cambiamenti negli schemi delle precipitazioni, compreso in “aree paniere” vitali, e perdita di copertura forestale. Anche se la parola sostenibile è diventata popolare, i numeri in aumento degli esseri umani e delle attività sono tutto fuorché sostenibili. L'aumento di consapevolezza dei nostri impatti ha portato allo sviluppo di energie rinnovabili, riciclaggio, agricoltura rispettosa della terra ed altro. Ci sono stati anche progressi spettacolari nella pianificazione famigliare. Ma un'opposizione potente – in particolare religiosa – ha impedito ai governi ed agli organismi internazionali di promuovere attivamente famiglie piccole e impedito a centinaia di milioni di donne, che pianificherebbero le loro famiglie, di farlo avendo accesso ai metodi moderni.

Coloro che negano che la sovrappopolazione sia un problema dicono che i poveri non consumano molto. Eppure i poveri non vogliono nient'altro che consumare di più, come provato da India e Cina. Chi può biasimarli? E un numero crescente di persone disperatamente povere ha un grande impatto: tagliano le foreste per coltivare cibo, drenano fiumi, esauriscono falde acquifere e pescano e cacciano in eccesso nelle loro aree locali. Ma sollevate questi punti e sarete accusati di dare la colpa ai poveri per i problemi dei ricchi. Sembra che siamo destinati ad imparare nel modo più difficile che c'è davvero un limite al numero di persone che la Terra può sostenere. Vorremmo che non fosse così, ma sta veramente cominciando a sembrare che Malthus avesse ragione.

Madeline Weld è presidentessa del Population Institute Canada, con sede ad Ottawa.