sabato 5 marzo 2016

Cambiare lo stile di vita contro il cambiamento climatico

Da “The Guardian”. Traduzione di MR

Un documento trapelato dalla Commissione Europea fa appello per un dibattito allargato su come mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C


La centrale elettrica di Ratcliffe-on-Soar, nel Nottinghamshire. ‘La rimozione di CO2’ potrebbe risucchiare le emissioni dall'aria. Foto: David Davies/PA

Di Arthur Neslen

I paesi europei si dovrebbero preparare per un dibattito di vasta portata sui “profondi cambiamenti di stile di vita” richiesti per limitare il cambiamento climatico, secondo un documento trapelato della Commissione Europea. La Commissione dirà all'incontro dei Ministri degli Esteri, lunedì a Brussels, che serve un dibattito a livello europeo su come limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, secondo una squadra che lavora ad un documento per i Ministri contattata da The Guardian. E' stato scritto in risposta al summit climatico di Parigi della fine di dicembre, che ha concordato un piano per tagliare le emissioni fino allo zero netto per meta secolo e per l'intenzione di bloccare il riscaldamento globale a 1,5°C. Le temperature sono già aumentate di 1°C dal periodo preindustriale e premere sui freni del cambiamento climatico “non è affatto un'impresa facile”, dice il documento. “Richiederà l'esplorazione di possibilità per realizzare emissioni “negative” così come di profondi cambiamenti di stile di vita delle generazioni attuali”.


Le emissioni negative possono riferirsi alla tecnologia di 'carbon capture and storage' alimentata dalla biomassa, alla geoingegneria dell'atmosfera e degli oceani, o alla rimozione di CO2 che risucchia le emissioni dall'aria. Una revisione dell'ambizione dell'impegno a tagliare le emissioni di almeno il 40% dai livelli del 1990 entro il 2030 sarà cruciale, aggiunge l'articolo. Ciò avrà luogo dopo la pubblicazione di un rapporto da parte del IPCC, nel 2018. “Non c'è necessità che la UE aggiorni il suo obbiettivo principale per il 2030 a causa di questo processo nel 2020, ma il quadro temporale presenta alla UE una opportunità di farlo”, dice. La fine del decennio sarà “il solo momento politico significativo prima del 2030 per fare leva su una maggiore ambizione da parte di altre grandi economie come Cina ed India”, così come Stati Uniti e Brasile, afferma il documento. Tuttavia, si sa che la Commissione Europea sta già sviluppando scenari per l'aumento del taglio delle emissioni tramite risparmi energetici ed una nuova direttiva sull'energia rinnovabile. In quel contesto, i gruppi verdi hanno detto di essere delusi dal fatto che l'azione per l'obbiettivo conquistato a fatica degli 1,5°C e stata ritardata.

“La UE deve rifare i suoi compiti a casa e stabilire un percorso per soddisfare una maggior efficienza energetica ed obbiettivi per le rinnovabili”, ha detto il consigliere per le politiche climatiche della UE di Greenpeace, Bram Claeys. “Non possiamo avere fiducia in un piano che gioca a tira e molla col riscaldamento globale e non accelera il passaggio dell'Europa al 100% di energia rinnovabile”. Wendel Trio, direttore di Climate Action Network-Europe, ha detto: “Come tutti gli altri paesi, la UE deve assicurare che le sue politiche siano coerenti con ciò che è stato concordato a Parigi e deve aumentare sostanzialmente i propri obbiettivi per il 2020, 2030 e 2050. Questa discussione deve aver luogo adesso e non venire posticipata per altri tre o cinque anni, come propone la Commissione Europea”. I capi della UE devono discutere la possibilità di alzare l'obbiettivo della UE per il 2030 in un summit il 17-18 marzo. Ma figure potenti all'interno della Commissione cercheranno di assicurarsi che questo avvenga tramite una revisione del blocco delle regole per il mercato del carbonio nel 2023.

Il dirigente capo per il clima della UE, Miguel Arias Cañete, ha già segnalato che gli piacerebbe che l'Unione ratifichi l'accordo sul clima di Parigi ad una conferenza a New York il 22 aprile. “E' nell'interesse della UE di unirsi presto, a fianco di Stati Uniti e Cina ed altri paesi dalle “grandi ambizioni”, dice l'articolo. Altri scenari legali potrebbero anche permettere che l'accordo entri in vigore senza la partecipazione della UE. Le decisioni di alzare l'ambizione climatica saranno molto combattute, con paesi dipendenti dal carbone come la Polonia che probabilmente punteranno i piedi. “La scala potenziale di tale profonda trasformazione richiederà un ampio dibattito sociale in Europa”, dice il documento, che è stato preparato unitamente dalla Commissione Europea e dall'ufficio esteri, il servizio di azione esterna europea. Un aumento di 2°C delle temperature globali potrebbe avere conseguenze che comprendo la migrazione del 20% della popolazione mondiale dalle città inondate dall'aumento del livello del mare, come New York, Londra e Il Cairo, secondo uno studio pubblicato questo mese.