giovedì 10 dicembre 2015

Ottimismo e Sovrappopolazione: come NON fermare la Crescita Demografica


di Virginia Abernethy

Articolo tratto da  "Overshoot n. 7"   Bollettino dell'Associazione Rientrodolce 
Copyright © 1994 di Virginia Abernethy. Tutti i diritti sono riservati. 
Originariamente pubblicato su The Atlantic Monthly,Dicembre 1994.
Traduzione di Carpanix

Nota: Un articolo datato, ma al netto di qualche dettaglio perfettamente attuale, a dimostrazione dell'insipienza con cui questo argomento viene trattato da decenni.


La sovrappopolazione che affligge la maggior parte delle nazioni, rimane primariamente un problema locale — come questo articolo cercherà di spiegare. Anche il controllo della riproduzione (la soluzione) è primariamente locale…

Molti studiosi, antichi e moderni, hanno sempre saputo che le reali dimensioni della famiglia sono connesse strettamente al numero di figli che la gente desidera. Paul Demeny, del Population Council, è eccezionalmente chiaro a questo proposito, e l’economista della Banca Mondiale Lant Pritchett asserisce che l’85-90% dei tassi di fecondità reali possono essere spiegati dai desideri dei genitori — non dalla mera disponibilità di contraccettivi.  Pritchett scrive che “l’imponente declino della fertilità osservato nel mondo contemporaneo è dovuto quasi interamente all'altrettanto imponente declino del desiderio di fecondità.”


Progresso e Popolazione

Dati interculturali e storici suggeriscono che la gente ha solitamente limitato le proprie famiglie in maniera coerente con la possibilità di vivere comodamente in comunità stabili.   Se lasciate indisturbate, le società tradizionali sopravvivono per lunghi periodi in equilibrio con le risorse locali.   Ogni società dura quando si mantiene entro le capacità di carico del suo ambiente.

Ma la percezione dei limiti inerenti all'ambiente locale è facilmente neutralizzata da segnali che promettono prosperità. Cito l’ultimo Georg Borgstrom, riconosciuto pluridecorato specialista in economie del Terzo Mondo, morto nel 1989, che in una pubblicazione del Population Reference Bureau del 1971, spiega:

“Molte civiltà, incluse quelle dell’India e dell’Indonesia, avevano una chiara idea dei limiti dei loro villaggi o comunità prima che l’intervento straniero corrompesse gli schemi tradizionali.  I programmi d’aiuto tecnologico li indussero a credere che l’adozione di certi avanzamenti tecnologici stesse per liberarli da questi vincoli e dalla dipendenza da queste restrizioni”.

L’espansione economica, specialmente se introdotta dall'esterno su larga scala, incoraggia la convinzione che i limiti prima riconosciuti possano essere trascurati, e che ognuno possa progredire verso la prosperità e, come in casi recenti, che si possa contare sull'Occidente come fornitore di assistenza, recupero e valvola di sfogo per la popolazione in eccesso.

La percezione di nuove opportunità, sia dovuta ad avanzamento tecnologico, espansione dei mercati, cambiamenti politici, aiuti esterni, emigrazione verso una terra più ricca o la scomparsa di competitori, incoraggia il numero.   Le famiglie riempiono avidamente ogni nicchia apparentemente più grande, e le nascite in sovrappiù che generano la conseguente crescita della popolazione, spesso vanno oltre le reali opportunità.

Crescere oltre il numero sostenibile è una minaccia onnipresente, poiché gli esseri umani prendono spunto dalle apparenti opportunità immediate, e sono facilmente ingannati dai cambiamenti.   Contando sul medio o breve termine, difficilmente si calcola la crescita a lungo termine della popolazione, i limiti all’avanzamento tecnologico futuro e la inesorabile progressione dell’impoverimento delle risorse.

La percezione dell’espansione di opportunità assume varie forme.   Negli anni ‘50, la redistribuzione dei terreni in Turchia condusse i contadini precedentemente senza terra ad incrementare significativamente le dimensioni delle loro famiglie.   Tra i pastori del Sahel Africano, i pozzi profondi per la captazione dell’acqua, trivellati dai Paesi donatori negli anni ‘50 e ’60, permisero l’allevamento di più grandi mandrie di bovini e greggi di capre, matrimoni più precoci (poiché i prezzi delle spose sono pagati in animali…), e più elevata fecondità.   

Allo stesso modo, la diffusione della coltivazione della patata in Irlanda nei primi anni del XVIII secolo, incrementò la produzione agricola e incoraggiò i contadini a suddividere le proprie fattorie in appezzamenti per i figli  i quali, per parte loro, promossero matrimoni precoci e un incremento esplosivo delle nascite.

Ancor prima, tra il VI e il IX secolo, l’introduzione in Europa della staffa, dei finimenti a collare rigido e della ferratura dei cavalli potenziarono grandemente la produzione agricola delle pianure settentrionali dell’Europa. Una migliore alimentazione aiutò a condurre l’Europa verso la ripresa economica e quindi, tra il 1050 e il 1350 circa, a triplicare la popolazione in Paesi quali l’Inghilterra e la Francia.

L’India offre un altro esempio. La sua popolazione fu quasi stabile dal 400 a.C. a circa il 1600 d.C.   Dopo la fine delle invasioni Mongole, e con l’avvento di nuove opportunità commerciali, la popolazione cominciò a crescere.   Quando il commercio Europeo offrì all'India ulteriori opportunità, la crescita della popolazione accelerò ulteriormente.   Nel 1947, dopo la liberazione dalla condizione coloniale, decollò letteralmente.   L’assistenza dell’URSS, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale potenziarono la percezione di un futuro prospero e il tasso di crescita della popolazione continuò ad accelerare fino al 1980 circa.

Movimenti indipendentisti di successo e golpe populisti sono preminenti tra i cambiamenti che annunciano tempi migliori.   La Cina cominciò il suo interludio euforico con l’espulsione dei Nazionalisti, nel 1949.   La filosofia del Comunismo trionfante sosteneva che una grande nazione richiedeva più gente.   Il tasso di fecondità e la popolazione aumentarono drammaticamente. La popolazione del territorio principale della Cina , stimata a 559.000.000 nel 1949, crebbe fino a 654.000.000 nel 1959, laddove nei precedenti 100 anni di agitazioni politiche e guerre, il tasso medio di crescita della popolazione cinese era stato appena dello 0,3% all'anno.

Judith Banister scrive in “La popolazione cinese che cambia”:   “La fecondità cominciò a crescere verso la fine degli anni ‘40 ed era prossima o superiore alle 6 nascite per donna durante gli anni 1952-57.

Banister attribuisce l’esplosione demografica cinese alla fine della guerra e alla politica del governo che, con la riforma fondiaria del 1950-51, redistribuì la terra ai contadini ed ai fittavoli.

Cuba ebbe un’esplosione demografica quando Fidel Castro spodestò Fulgencio Batista, nel 1959.    Castro promise esplicitamente una redistribuzione delle ricchezze e, secondo i demografi S. D’az-Briquets e L. Perez, la fecondità crebbe.

D’az-Briquets e L. Perez scrivono: “Il fattore principale fu l’incremento delle entrate reali tra i gruppi più svantaggiati, favorito dalle misure di redistribuzione attuate dal governo rivoluzionario.   La crescita della fecondità nell'ambito di quasi ogni fascia d’età suggerisce che le coppie videro il futuro come più promettente e sentirono che ora si sarebbero potuti permettere più figli”.

Le popolazioni dell’Algeria, dello Zimbabwe e del Ruanda crebbero rapidamente quando le potenze coloniali partirono. L’Algeria, per esempio, ottenne l’indipendenza nel 1962, e trent'anni dopo il 70% della sua popolazione aveva meno di 30 anni d’età.

Lo Zimbabwe ottenne l’indipendenza nel 1980, e subito raggiunse uno dei maggiori tassi di crescita della popolazione del mondo.   La crescita venne incoraggiata dal Ministro della Salute che attaccò la pianificazione familiare come una “congiura del colonialismo bianco” per limitare il potere nero.

I programmi di sviluppo di grandi trasferimenti di tecnologia e di fondi verso il Terzo Mondo hanno influito perniciosamente sulle dimensioni delle famiglie.

Questo tipo d’aiuto è inappropriato, poiché segnala che ricchezza e opportunità possono aumentare senza sforzo e senza limiti. …. L’Africa, che negli ultimi decenni ha ricevuto tre volte più aiuti pro-capite di qualsiasi altro continente, ha ora anche i più alti tassi di fecondità. Durante gli anni ‘50 e ’60, la fecondità in Africa crebbe — fino a quasi sette bambini per donna — nello stesso momento in cui veniva ridotta la mortalità infantile, cresceva la disponibilità di cure, si diffondeva l’istruzione e l’ottimismo economico pervadeva sempre più ampi settori della società.   Tassi di crescita della popolazione straordinariamente elevati erano nuovi per l’Africa.

Anche l’immigrazione può influire sulla popolazione mondiale complessiva.   Studi relativi all'Inghilterra e al Galles del XIX secolo e alle popolazioni Caraibiche moderne, evidenziano che in comunità già nel pieno di una rapida crescita demografica, la fecondità rimane elevata fino a quando esiste la possibilità di emigrare, mentre declina rapidamente nelle comunità prive di questa valvola di sicurezza. E mentre i tassi di fecondità si vanno riducendo nella maggior parte dei Paesi africani, tale tasso resta alto in Ghana (6,2 nascite per donna nel 1993), forse perché l’emigrazione (l’uno per 1.000 della popolazione) fornisce una valvola di sicurezza per la quantità di popolazione in eccesso.

Questo effetto sulla fecondità è coerente con studi indipendenti secondo i quali l’emigrazione accresce le entrate sia tra coloro che emigrano sia tra coloro che rimangono.

In sostanza è vero, anche se imbarazzante dirlo, che gli sforzi per alleviare la povertà spesso stimolano la crescita della popolazione, così come il lasciare aperte le porte all'immigrazione.

I sussidi, le ricchezze inattese e la prospettiva di opportunità economiche rimuovono il bisogno di freni.   I mantra della democrazia, della redistribuzione e dello sviluppo economico, innalzano le attese e i tassi di fecondità, incoraggiando la crescita della popolazione e quindi rendendo più rapida una spirale ambientale ed economica discendente.

Nonostante tutto, alcuni esperti ed il pubblico che essi informano, credono che i tassi di fecondità siano stati tradizionalmente alti nel mondo intero e si siano ridotti solo nelle nazioni post-industriali o nei Paesi nei quali è disponibile la moderna contraccezione.
La possibilità che le maggiori dimensioni delle famiglie fossero il risultato del desiderio di avere più figli continua ad essere negato.

I demografi  negli anni ‘30 predirono un rapido declino della popolazione, poiché la bassa fecondità delle nazioni occidentali industrializzate veniva attribuita allo sviluppo e alla modernizzazione, più che al pessimismo endemico dovuto alla Grande Depressione. Continuando a non cogliere il punto, molti non riuscirono a vedere che gli alti tassi di fecondità che si ebbero dopo la Seconda Guerra Mondiale furono la risposta alla percezione dell’espansione delle possibilità economiche. L’esplosione demografica negli Stati Uniti (1947-1961) e la successiva esplosione demografica nell’Europa Occidentale colsero di sorpresa la maggior parte dei demografi.


Il messaggio della penuria

Come succede, la penuria alla quale miliardi di persone sono costretti dai limiti naturali del loro ambiente, sta cominciando a correggere le conseguenze di decenni di percezioni errate.   La retorica della modernizzazione, dello sviluppo internazionale e dell’uguaglianza sta perdendo il suo potere di inganno.   Man mano che l’Europa si dimostra incapace di alleviare le sofferenze della ex-Iugoslavia, che i Paesi ricchi in generale si dimostrano impotenti nell'aiutare le innumerevoli moltitudini lontane, diviene difficile credere nel recupero.

Ora, com’è successo molte volte nella storia dell’umanità, la riscoperta dei limiti sta risvegliando le motivazioni a ridurre le dimensioni delle famiglie.

In Irlanda nei primi anni del XIX secolo, quando i terreni divennero insufficienti lla popolazione in rapida crescita, la fecondità cominciò ad abbassarsi ai livelli dell’epoca precedente all'introduzione della patata.

Nel 1830 i due terzi circa delle donne si sposavano prima dei venticinque anni d’età. Nel 1851 solo il 10% di esse si sposava così giovane — un drastico rinvio del matrimonio fu la risposta alla carestia della patata del 1846-1851.

Dopo una breve ripresa, non più del 12% si sposava prima del venticinquesimo anno d’età.   L’uso di contrarre matrimoni tardivi rersistette dal 1890 circa fino alla Seconda Guerra Mondiale.

Negli Stati Uniti l’esplosione demografica terminò all'incirca nel momento in cui il mercato del lavoro cominciò ad essere saturo.   Dopo lo shock petrolifero del 1973 il tasso di fecondità crollò al di sotto dei livelli di sostituzione e molti dei redditi reali degli Americani cessarono di crescere.

Nella Cina post-rivoluzionaria, l’incremento della popolazione proseguì fino a quando la carestia.   Impose un confronto con i limiti oggettivi.   Nel 1979, consapevole delle gravi carenze alimentari, il governo istituì la politica del “un-figlio-per famiglia”, riproponendo così i controlli delle restrittive abitudini matrimoniali e riproduttive pre-comuniste.

A Cuba, l’esplosione demografica ispirata da Castro, lasciò il posto a una fecondità al di sotto del tasso di sostituzione, quando fu evidente che il comunismo non forniva la prosperità.

Nei Paesi dell’Europa Orientale, compresa la Russia, la ristrutturazione economica, lo svanire dei sussidi governativi e la percezione pubblica di una mortalità infantile in crescita, hanno portato a tassi di fecondità minori.

Nello Zimbabwe, spinto dalla crisi economica dei tardi anni ‘80, il governo cominciò a sostenere la pianificazione familiare.   Secondo The Economist, “l’elevato costo del mantenimento di una famiglia numerosa ha aiutato a convincere alcuni uomini dell’importanza del limitarne le dimensioni”.

Il tasso di fecondità è in calo tra gli Yoruba in Nigeria, per una combinazione del ritardo nei matrimoni e dell’accettazione della moderna contraccezione. Due terzi delle donne che hanno risposto ad un recente sondaggio hanno detto che “la principale causa della posposizione del matrimonio e dell’uso della contraccezione era l’attuale difficile situazione economica”.

Anche altrove, la richiesta della moderna contraccezione è in crescita.   La ragione sembra essere che le coppie percepiscono che un matrimonio precoce e una famiglia numerosa sono economicamente insostenibili.

Nel suo nuovo libro “Masse critiche”, il giornalista George D. Moffett riporta che, in Messico, una madre su due difese davanti al prete di un villaggio, il suo ricorso alla contraccezione spiegando: “Le cose sono difficili, qui. La maggioranza della gente sta attraversando tempi duri. Il lavoro è difficile da trovare”.

In modo simile, un lavoratore giornaliero in Tailandia, secondo le parole di Moffett, “vorrebbe avere un figlio in più, ma è consapevole che andrebbe al di là dei propri mezzi”.

Senza motivazione a limitare le dimensioni della famiglia, la contraccezione moderna è pressoché irrilevante. 

Per sei anni, negli anni ‘50, un progetto condotto dal ricercatore inglese John Wyon fornì a diversi villaggi dell’India Settentrionale istruzione sulla pianificazione familiare, accesso alla contraccezione e cure mediche.   Gli abitanti dei villaggi erano ben disposti nei confronti di chi forniva le cure mediche e la mortalità infantile si ridusse notevolmente.   Ma il tasso di fecondità rimase invariato.

Il gruppo di Wyon capì il motivo: gli abitanti dei villaggi apprezzavano le famiglie numerose. Essi erano entusiasti del fatto che ora, con una minore mortalità infantile, potevano avere i sei figli che avevano sempre desiderato. Il ben finanziato progetto di Wyon potrebbe anche avere rinforzato la predilezione per le famiglie numerose, avendo contribuito a rendere possibili quei figli in più.


Pensare localmente

L’errore nell'individuare le cause dell’esplosione demografica, ha portato a strategie poco efficaci o addirittura controproducenti, nel cercare di aiutare il Terzo Mondo ad un equilibrio tra le dimensioni della popolazione e le risorse disponibili.

Nei tardi anni ‘40 e negli impetuosi decenni successivi, il commercio, i movimenti indipendentisti, le rivoluzioni populiste, gli aiuti stranieri e le nuove tecnologie portarono ovunque la gente a credere nell'abbondanza e nella fine dei limiti naturali imposti dagli ambienti famigliari.

Sarebbe un passo avanti se le nazioni industrializzate, che vedono la loro ricchezza diminuire, ricalibrassero e indirizzassero gli aiuti con maggiore oculatezza.   La loro ricchezza residua non deve essere sprecata nell'armare fazioni guerriere, con assistenza avventata, o nel sostegno alle migrazioni internazionali che impoveriscono e alla fine incattiviscono — fino alla violenza  — le popolazioni residenti.

Con una nuova, informata comprensione delle risposte umane, certi tipi d’aiuto rimangono appropriati: micro-prestiti che rafforzano l’imprenditoria di base, dove il successo è sostanzialmente mirato allo sforzo; l’assistenza con servizi di pianificazione familiare, non perché la contraccezione sia una soluzione di per sé, ma perché la moderna contraccezione è un modo umano per ottenere una famiglia di ridotte dimensioni, quando c’è questo desiderio.

Questa modesta lista di cose da fare è ancora nelle possibilità dei Paesi industrializzati, nel momento in cui essi devono prestare attenzione alle necessità dei sempre più numerosi propri poveri.   E non inganna né danneggia involontariamente coloro che ne sarebbero i beneficiari.

La politica degli aiuti internazionali degli ultimi cinquant'anni si basa sull'idea che lo sviluppo economico sia la chiave per mettere un freno alla crescita della popolazione. Tali presupposti non stanno in piedi di fronte ad un’analisi storica/antropologica e le politiche che hanno prodotto hanno invece contribuito a potenziare la crescita della popolazione. (corsivo mio JS)

La capacità umana di avere una risposta di tipo adattivo si è evoluta nell'ambito d’interazioni faccia-a-faccia.   La forza dell’umanità è la sua capacità di rapida reazione agli stimoli ambientali — una risposta che è più probabilmente appropriata quando l’ambiente che conta è quello ravvicinato e locale.   L’orizzonte mentale è qui ed ora.   I nostri antenati si sono evoluti e hanno dovuto trarre il loro successo tra i piccoli gruppi che si muovevano su territori relativamente ristretti.

Essi dovevano riuscire a sopravvivere giorno per giorno — o non sarebbero divenuti i nostri antenati.   Quindi non ci deve sorprendere se i segnali che vengono dall'ambiente locale siano fortemente motivanti.   Mettiamo da parte la globalizzazione.   Le soluzioni basate su un mondo unificato non funzionano.   Le soluzioni locali, sì.   Ovunque la gente agisce secondo la personale percezione dei propri interessi.   Le persone sono portate a interpretare i segnali locali per la prossima mossa da fare.

In molti Paesi e comunità di oggi, dove le condizioni sociali, economiche e ambientali stanno indubbiamente peggiorando, la domanda per una moderna contraccezione è in crescita, il matrimonio e l’iniziazione sessuale vengono posticipati e le dimensioni della famiglia si stanno riducendo.   Gli individui che reagiscono con una bassa fecondità ai segni del raggiungimento dei limiti hanno trovato la soluzione locale. C’è da pregare che i venditori di uno sviluppo inappropriato non mettano sottosopra questa situazione.





Nota di U.B.: Virginia Abernethy (qui il suo sito) è professore emerito alla Vanderbilt University, in Tennessee (US). E' un personaggio molto controverso, fortemente criticato specialmente per certe sue posizioni politiche estreme sulla separazione etnica, sulle leggi sulle armi, e altro. Come esperta di demografia, tuttavia, ha il merito di aver perlomeno cercato una comprensione più approfondita e originale sulla questione della sovrappopolazione. In particolare, Abernethy ha criticato fortemente (come fa nell'articolo qui tradotto) l'idea semplicistica della "transizione demografica" che vuole che la crescita della popolazione si possa fermare sulla base dell'idea che "quando tutti saranno ricchi, non faranno più tanti figli."  C'è un fondo di verità in questa idea; ma le cose non sono così semplici. 




26 commenti:

  1. In effetti non si sta facendo nulla nel mondo in direzione della pianificazione familiare, persino la Cina ha sospeso la politica del figlio unico. Una delle più grandi tragedie dell'umanità, se non la più grande, si sta annunciando nel prossimo futuro.
    Da dietro i nostri PC è impossibile immaginare quali eventi si verificheranno; nel mio piccolo provo a rifarmi al crollo demografico che subì la penisola italiana dopo la caduta dell'impero romano occidentale, in particolare nel periodo delle guerre gotiche.
    Ma erano pur sempre cause completamente di origine umana in un contesto ambientale di piene risorse; e infatti secoli dopo ci fu la ripresa demografica che è continuata praticamente fino ad oggi.
    L'Italia odierna conta circa 61 milioni di abitanti, tra residenti italici e immigrati(e loro numerosa prole) in continuo arrivo; e almeno 4 milioni di clandestini. Impossibile immaginare nel dettaglio quale apocalisse demografica si verificherà al sopraggiungere del nuovo periodo gotico nel nostro paese e nel resto del mondo, ma è facile pensare al drammatico aumento del numero di guerre per le risorse, delle malattie nuove e vecchie causate da nuovi microrganismi e batteri antibiotico resistenti; il declino della produzione industriale, farmaceutica, energetica ed alimentare a causa della maggiore indisponibilità di energia a basso costo. E sempre meno acqua potabile procapite.
    Oggi mettere al mondo un figlio è una scommessa persa sicuramente, ma questo la maggior parte delle coppie non lo immagina nemmeno lontanamente. Quando vedo i fiocchi azzurri e rosa esposti sui portoni non è una cosa che mi allieta; penso piuttosto al futuro mondo infernale in cui sono stati scodellati questi bambini da genitori completamente inconsapevoli dell'apocalisse che ci attende.
    Mia figlia (unica) è nata nel 2003, un periodo in cui non usavo internet ed ero all'oscuro dell'esaurimento delle risorse e delle implicazioni.
    Nel 2040 avrà 37 anni. In che razza di mondo vivrà?

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    1. Piccolo appunto: il 2040 più o meno è indicato da recenti studi sui limiti delle risorse come anno di svolta, ovvero il passaggio dal plateau dello sviluppo alla curva discendente più o meno ripida. La convergenza di tutte le criticità di questo assurdo paradigma economico

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    2. auguri a sua figlia. E ai miei tre nipotini, i cui genitori sono totalmente all'oscuro del futuro che li attende. Non per ignoranza, ma per scelta: se sapere è ansiogeno, si sceglie di non sapere. Il pensiero naturale è lineare: domani sarà più o meno come oggi, le variazioni ci saranno certamente ma saranno piccole e controllabili. L'idea della discontinuità "catastrofica" (nel senso della teoria delle catastrofi) non sfiora nemmeno chi non si è occupato seriamente di sistemi complessi

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    3. Accidenti Guido. Commento assolutamente impeccabile. Io non mi sono riprodotto e, vista l'anagrafe, non credo proprio lo farò più. Su un piano individuale si avverte, certo, un senso di vuoto. Ma, forse, sarebbe peggiore il senso di vuoto dopo che figli e nipoti fossero diventati la solita, ben nota, proverbiale "carne da cannone".

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    4. Io mi sono riprodotto e, visto il mestiere che faccio, può sembrare particolarmente paradossale. In effetti, 30 anni fa anche a me sembrava meno grave di ora e non so se oggi avrei l'ardire di fare dei figli. Probabilmente no, ma non per questo deve necessariamente essere sbagliato.
      Visti i tempi presunti e la struttura delle popolazioni, penso che dobbiamo aspettarci un brusco incremento della mortalità. All'inizio per riduzione dei servizi sanitari gratuiti, poi, magari, anche per altre concause. Ma di una cosa possiamo essere certi: un sacco di gente se la caverà e fra questi potrebbero benissimo esserci i nostri figli e nipoti. E se questi avranno ricevuto un'educazione ed un'istruzione ammodo, potrebbero rendersi molto utili.
      Personalmente, penso che la nostra civiltà sia condannata, ma che in futuro ce ne saranno altre. Da sempre le civiltà seguenti si costruiscono riutilizzando quel che resta di quelle passate, a cominciare dalla tradizione culturale trasmessa dai sopravvissuti.

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    5. Comincio a pensare che sia tardi per limitare i figli.
      La mortalità aumenterà molto velocemente (questo sta già accadendo in Cina) e riporterà gli ecquilibri.

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  4. L'articolo é molto interessante e, per certi versi, quasi disturbante nel suo mettere in crisi un modello di aiuti che in effetti non può essere distinto dalla volontà di creare nuovi mercati di consumo e che é evidentemente perdente sotto molti aspetti. Mi viene però da pensare che il risultato sul motore ultimo della natalità individuato dall'autore (il desiderio modulato dalle aspettative positive o negativa) sia anch'esso solo una parte della storia. I tassi norvegesi sono bassissimi con redditi pro-capite e livello di protezione sociale tra i primissimi del mondo, i tassi di una nazione del golfo che ora non ricordo (Qatar? EAU? Oman?) con una situazione similare sono molto molto più alti. Probabilmente agisce un fattore culturale aggregato, anche a parita di aspettative positive. Saluti.

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    1. http://www.ilgiornale.it/news/esteri/lintegralismo-nasconde-voglia-occidente-crollano-nozze-e-884927.html
      Mah è un articolo uscito da una ricerca casuale.
      Non ho idea di quanto possa essere attendibile.

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    2. Sicurissimamente sono molti i fattori che concorrono a determinare la natalità. Per esempio il grado di autonomia decisionale delle donne a proposito della loro sessa vita (v. differenza fra Norvegia e Qatar). L'interesse dell'articolo, secondo me, non è quello di individuare IL fattore critico, bensì quello di attirare l'attenzione su di UN fattore importante completamente obliterato dalla propaganda attuale.

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  5. Al posto dei due commenti eliminati ho messo questo, ampliato di poco,riveduto e corretto.

    Inizio questo commento ricordando a me stesso in primis, che oggi è dedicato alla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo.

    Mi piacerebbe che domani, anche a cominciare dalla sera, fosse dedicato ad una Dichiarazione universale dei doveri dell’Uomo.
    E il primo di questi doveri, dovrebbe essere quello sacro agli antichi popoli mediterranei, quello dell’ospitalità.
    La Terra ospita da tempi antichissimi pellegrini d’ogni genere, rispettando e facendo rispettare regole ferree,
    ma a ragion veduta imparziali.
    Siamo arrivati noi, e queste regole le abbiamo modificate, unilateralmente.
    Noi umani ultimi, pretendiamo di decidere chi dev’essere ospitato scegliendo tra quelli arrivati per prima.
    Sembra che lo possiamo fare, ma è una insidiosa apparenza.
    Chi ci ospita, proprio per la sua natura tace, ma non è detto che acconsenta.
    Infatti ora che abbiamo invaso stanze, corridoi, sottoscale, cantine, torrette, giardini, limonaie, stalle, orti grottini,
    insomma ogni angolo della Gaia reggia, aleggia aria di cacciata.
    E la preda farebbe bene a guardarsi alle spalle e allo specchio.
    Invece di essere in preda all’euforia di ulteriore crassa baldoria.
    Quanti ospiti come noi prevede la lista degli invitati su questo Pianeta?
    Tanto facile a domandarsi tanto quanto difficile rispondere.
    Come nella réclame di una banca italiana, ogni Homo più o meno sapiens, ha a disposizione un cerchio
    di poco più di duecento passi di diametro.
    Di superficie, non di Terra e terra, ferma, fertile, e come si dice, al sole.
    Sorvolare su questo fatto, è da imbecilli.

    Mi viene in mente un rovello ancora senza risposta
    Quanti sono i numeri primi gemelli?
    Un tot o infiniti?
    Stessa incertezza per quanto riguarda le Terre gemelle.
    E se anche fossero centinaia si sa che sono per ora e lo saranno per un bel pò di tempo, irrangiungibili.
    A portata di immaginazione e di fantasticheria, ma si sa di soli sogni non ci si sfama.
    Occorrono almeno delle umili ma molto concrete patate o tuberi consimili.

    L’ultima immagine di questo post , contiene un fatto che a molti non appare evidente.
    Già a molta gente non è abbastanza evidente che una crescita esponenziale non è sincrona con il tempo,
    nel senso a parità di periodo di crescita, la quantità di ciò che cresce aumenta più che in diretta proporzione.
    Un concetto appena più sottilmente complesso è quello che esistono infinite crescite esponenziali.
    Una cosa che cresca al cubo è più invadente di una cosa che cresca al quadrato, per esempio,
    e alla decima potenza è più che esplosiva.
    Figuriamoci qualcosa che cresca in modo esponenzialmente esponenziale.
    Cioè che man mano che cresce cresce anche l’esponente.
    Per intenderci, non un numero “x”= 1,2,3 che che cresce con il suo quadrato 2,4,8 e così via,
    e nemmeno con il suo cubo 1,2,3 quindi 3,9,27 o 1,2,3 che alla decima potenza diventa 10,100.1000.
    Ma qualcosa simile a x = 1,2,3,4,5,6 che diventa 1, ,4, 27, 256, 3125, 46656,....
    e, raggiunto il 10 diventa 10.000.000.000, dieci miliardi. (da notare che la quantità di cifre del risultato è almeno uguale a x, perciò quando x diventa cento il risultato è x alla centesima, ovvero un numero di cento cifre, centouno per l’esattezza)
    Invece che un tranquillo x che si accontenta di raddoppiare a scadenza fissa 1,2,3,4,5.......2,4,8,16,32.
    E che dopo dieci raddoppi diventa solo, si fa per dire 1.048.576 (un milionequarantottomilacinquecentosettantasei).
    Ecco qui una altro fatto poco evidente alle folle, cioè che senza le notazioni esponenziali
    sarebbe quasi impossibile parlare di certi numeri.
    Una cosa simile a quella che avvenne quando si comprese che adoperare i numeri romani per fare i conti dei commerci medievali stava diventando un ginepraio impercorribile.
    E qui siamo solo nell’ambito dell’aritmetica, in fondo.
    Figuriamoci passare in quello della matematica.Segue....

    Marco Sclarandis



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  6. Il seguito..........
    Ma qualcuno si chiederà che cosa centra, e lo dico senza l’apostrofo.
    Centra centra, anche c’entra, eccome.
    Procreare senza tenere tenere conto di quanto esteso sia un campo di patate
    e quante patate possano crescere se piove troppo o troppo poco,
    puo essere un atto di fede, ma se questa viene mal riposta diventa un gesto di disprezzo della umana ragione e ragionevolezza.
    E siccome di patate si campa, e non solo di racconti sui raccolti delle patate, con le suddete bisogna fare sempre i conti
    e anche piuttosto esatti, per così dire.
    Dimenticavo, ci sono ovviamente le crescite e le decrescite esponenziali con esponente frazionario e complesso, dove l’esponente non è un semplice numero, per quanto grande o piccolo che sia, ma è una operazione essa stessa.
    La più famosa di tutte è quella che implica il numero “e” quello che è insito in ogni funzione esponenziale, pi greco che è insito dovunque vi sia un cerchio o un moto armonico, anche in una canzonetta per capirci, “i” che sta dovunque scorra una corrente elettrica appena appena sfasata rispetto alla tensione che la spinge, oltre che in tanti altri luoghi, lo “0” e l’ “1”, e per fortuna questi due numeri non hanno bisogno di particolari definizioni.
    Riassunta in una sola locuzione. La formula di Eulero: e elevato ad i per pigreco, più uno, è uguale a zero.
    E’giusto chiedersi a che cosa serva questa formula, e non è obbligatorio capire che cosa significhi.
    Ma mangiando patate e poco altro di più sostanzioso, l’abbiamo scoperta e cosa sublime,
    si sa che è una regola del funzionamento dell’universo intero.
    Per chi ha la pancia piena , ma la testa vuota, dovrebbe già bastare.

    Chi vuol esser bruto sia, nel doman abbia orrendezza.

    (anonimo XXI secolo)

    Marco Sclarandis

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  7. Putin: spero non mi costringano ad usare le armi nucleari. La soluzione alla sovrappopolazione è dietro l'angolo. E' solo questione di tempo.

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  8. A mio parere la signora Abernathy e' sulla strada giusta nel capire. Ma stando alla sua analisi e ad eventuali approfondimenti sulle stesse linee di ragionamento chi dovrebbe o potrebbe o saprebbe fare che cosa per stabilizzare o per ridurre le tante popolazioni locali e quella globale? La sua "modesta lista di cose da fare" mi sembra sensata e buona ma quasi senz'altro insufficiente e già di se molto difficile da applicare in tanti posti nelle loro circostanze attuali.

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  9. http://www.greenme.it/informarsi/animali/18629-asino-salvato-ride
    Ecco cosa capita agli ottimisti!
    (Mi vergogno di aver scritto questo commento. Censuratemelo pure).

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    I ghiacciai dell'Artico si stanno sciogliendo a velocità doppia rispetto al passato. Il plateau del consumismo sarà anche nel 2040, ma ho paura che tanti ci arriveranno lessi.

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  11. Quindi, tanto per esser coerenti o meno, nel nostro piccolo di italiani , come vedreste un provvedimento che impedisse di portare a termine nuove gravidanze ai profughi ospitati "temporaneamente" e clandestini vari ?.. O volgiamo lasciare solo all italiane il dolore di fare un solo figlio in media, sempre se le condizioni lo permettono, in età biologicamente non più conveniente (oltre i 34 anni per ogni anno in più aumenta dell'1% la possibilità di anomalie genetiche nel feto), giusto perchè noi siamo un tantino più responsabili?

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    1. Faccenda molto delicata, ma personalmente credo che un paese ospitante abbia il diritto di imporre delle regole sensate a chi viene ospitato. Per esempio che se fai figli (o più di 1 o due figli) perdi il diritto d'asilo e di alloggio.
      Già odo le grida al nazista, ma è proprio l'incapacità della politica attuale a trovare mitigazioni (sia pur parziali e temporanee) a questa ed altre crisi che rischi di portare i neo-nazisti al potere. E fra tante disgrazie inevitabili, questa almeno avremmo potuto evitarla. E forse la eviteremo, a condizione che salti in blocco buonista, senza scaraventarci nell'eccesso opposto.

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  12. Come gia' sospettavo da tempo un corollario possibile, e verosimile, all'articolo e' che l'incremento demografico nei paesi occidentali e' basso o in prospettiva negativo solo perche' vi si vive soggettivamente di merda e con aspettative di merda, nonostante l'annegare nell'abbondanza pletorica di merci e servizi.
    Il disagio traspare ovunque, e qualunque sia la tendenza ideologica, sebbene si manifesti in modo molto diverso a seconda del quadro concettuale personale e della tribu' sociale di appartenenza. Qui si manifesta nei modi che ben conosciamo (il tono dei commenti, e degli articoli, sarebbe da taglio delle vene, subito), altrove in altri, anche molto diversi (la autrice, secondo wikipedia, non e' per niente controversa, e' aperta sostenitrice e animatrice di movimenti per la supremazia bianca).

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    1. Il fatto che in questo articolo dica cose molto sensate, non esime l'autrice da scrivere idiozie in altri.
      La storia della scienza, come quella dell'arte, è piena di gente che dice cose intelligenti in un settore, e stravaganti castronerie in altri.
      Benvenuto Cellini è stato un grandissimo artista, ma anche un ladro, assassino, pedofilo e falsario.
      Pirandello era fascista, per esempio. Non per questo le sue commedie sono meno interessanti.
      James Thomson fu un grande entomologo, anche se era favorevole alla schiavitù.
      Per citare i primi esempi che mi vengono in mente a caso.

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  13. Articolo indubbiamente meritevole di attenzione, quantomeno poichè presenta un punto di vista "originale", pragmatico e in effetti sostanzialmente tuttora valido rispetto a quelli abitualmente relativi al problema demografico, problema che data la sua grande complessità/problematicità esige approcci e (tentativi di) soluzioni diversificati e integrati, il più possibile slegati dalle ideologie economico-politico-religiose dominanti: per dirla con Feyerabend, infatti, in questi casi "anything goes". Da sottolineare in modo particolare il saggio richiamo al 'senso del limite'...

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  14. Vi consiglio di leggere i capitoli da 50 a 70 dell'enciclica laudato sii.
    E capirete che la sovrapposizione non ė una causa dell'esaurimento delle risorse ma una conseguenza del fatto che stiamo sovrasfruttando la nostra terra

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  15. Vi consiglio di leggere i capitoli da 50 a 70 dell'enciclica laudato sii.
    E capirete che la sovrapposizione non ė una causa dell'esaurimento delle risorse ma una conseguenza del fatto che stiamo sovrasfruttando la nostra terra

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  16. Daniele Bergamini, se sei capace di riassumere in venti righe quelle venti pagine fai una cosa buona.
    La sovrapopolazione, non la sovrapposizione come hai scritto tu,
    é sempre stato un problema difficile da risolvere, ed oggi é drammatico.
    E sarà ancora più drammatico se continuiamo a sottovalutarlo perché è appunto di ardua soluzione.
    Che poi stiamo sovrasfruttando la Terra é un altro modo per dire che stiamo esaurendo molte risorse.
    Ancora, un quinto é sazio e il resto via via di meno fino alla fame, ma anche con una equa distribuzione e non solo di cibo, ché non si vive di solo pane,sarebbe difficilissimo permettere una vita dignitosa anche ad una popolazione inferiore a quella attuale.
    Checché ne dicano i relatori della enciclica papale.
    Difficilissimo perché pochissimi sono i santi su questa Terra e tantissimi i peccatori e recidivi pure.
    Santa Romana Chiesa lo sa, ma sembra che non consideri questo triste fatto un grave problema, a quanto pare.
    Ma la Terra è limitata. Il purgatorio non si sa , ma forse occorre impararne la geografia.Magari é più vasto di una galassia.

    Marco Sclarandis

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