lunedì 17 agosto 2015

Un nuovo studio dice che anche 2°C di riscaldamento sono 'altamente pericolosi'

Da “Inside Climate News”. Traduzione di MR (via Michael Mann). 

James Hansen e 16 altri mirano a fare pressione sui colloqui di Parigi in direzione di forti risultati con un nuovo saggio pubblicato prima del peer-review. 

James Hansen, ex capo dell'Istituto Goddard per gli Studi Spaziali della NASA
e conosciuto come il “padre del riscaldamento globale”, parla ad una
manifestazione per il cambiamento climatico a Washington D.C..
Hansen, insieme ad altri 16 scienziati, pubblicherà un saggio questa settimana
che afferma che la minaccia del riscaldamento globale
è di gran lunga maggiore di quanto chiunque abbia sospettato.
Foto: Focus the Nation, flickr
Quando i leader mondiali si incontreranno a Parigi il prossimo dicembre per accordarsi su un nuovo trattato internazionale sul cambiamento climatico, il loro obbiettivo sarà quello di mantenere il riscaldamento atmosferico al di sotto dei 2°C, il punto dopo il quale il cambiamento climatico catastrofico sarà pressoché inevitabile, come dicono gli scienziati. Ma un nuovo studio pubblicato questa settimana da una squadra di 17 importanti scienziati del clima internazionali avverte che anche 2°C di riscaldamento sono “altamente pericolosi” e potrebbero causare un aumento del livello del mare “di almeno diversi metri” in questo secolo, rendendo gran parte delle città costiere del mondo inabitabili. “Il costo sociale ed economico della perdita di funzionalità delle città costiere è praticamente incalcolabile”, scrivono gli autori. “Non è difficile immaginare che i conflitti che emergono dalle migrazioni forzate e dal collasso economico potrebbero rendere ingovernabile il pianeta, minacciando il tessuto della civiltà”.



La ricerca è stata condotta dallo scienziato del clima James Hansen, 74 anni, ex direttore dell'Istituti Goddard per gli Studi Spaziali della NASA. Circa 35 anni fa, Hansen ha sviluppato uno dei primi modelli climatici del mondo e prodotto una previsione dopo l'altra sul nascente riscaldamento globale che si sono rivelate corrette. E' stato fra i primi scienziati a mostrare che erano i combustibili fossili i responsabili e che avrebbero portato a conseguenze terribili. La sua testimonianza al Congresso del 1988 viene spesso accreditata come ciò che ha portato il cambiamento climatico nella coscienza americana. Al saggio di 66 pagine che apparirà nella rivista 'Atmospheric Chemistry and Physics' durante la settimana, hanno contribuito altri 16 scienziati da Stati Uniti, Francia, Cina e Germania. Lo studio, che a tratti sembra più un editoriale che un tradizionale saggio scientifico, dipinge un quadro di gran lunga più drastico dell'ultima valutazione dell'IPCC, la principale autorità mondiale sul riscaldamento globale. L'IPCC stima che i livelli del mare potrebbero essere di circa 1 metro più alti nel 2100, mentre Hansen e i suoi colleghi prevedono un aumento di almeno il doppio. I 17 scienziati hanno analizzato in che modo un influsso di acqua dolce fredda, proveniente dalle calotte glaciali mondiali che fondono, interromperà la circolazione oceanica – un fattore che, dicono gli autori, non è stato ancora pienamente esaminato dalla letteratura scientifica. Oltre a elaborare modelli climatici, i ricercatori hanno confrontato il riscaldamento moderno ad aumenti di temperatura simili che sono avvenuti approssimativamente 120.000 anni fa in un periodo conosciuto come Eemiano, quando il livello globale del mare era da 5 a 9 metri più alto di quanto non sia oggi a causa del rilascio di acqua glaciale. Gli scienziati hanno concluso che l'afflusso di acqua dolce proveniente dalla fusione delle calotte glaciali in tempi moderni essenzialmente fermerebbe la circolazione oceanica, causando la permanenza dell'acqua fredda nelle regioni polari della Terra e il riscaldamento ancora più rapido di  quelle equatoriali.

Questo gradiente di temperatura genererebbe tempeste più intense intorno ai tropici ed accelererebbe i tasso di fusione ai poli di tanto che potrebbe raddoppiare in un decennio, ha scoperto lo studio, rendendo “l'aumento del livello del mare di più metri praticamente inevitabile e probabile che si verifichi in questo secolo”. “Troppo spesso nei dibattiti sui rischio del cambiamento climatico il punto di partenza è una supposizione secondo la quale solo un riscaldamento globale in eccesso di 2°C rappresenti una minaccia per l'umanità”, ha detto Michael Mann, uno scienziato del clima dell'Università di Stato della Pennsylvania che non è stato coinvolto nello studio. “Questo nuovo articolo rende plausibile che anche 2°C di riscaldamento siano estremamente pericolosi, troppo pericolosi perché si permettano”. “L'articolo funge da campanello d'allarme che fa riflettere per coloro che ancora discutono sulla minaccia posta dalla combustione in corso da parte nostra di combustibili fossili”, ha detto. Ma lo studio potrebbe anche essere accolt con scetticismo dalla comunità scientifica, hanno detto Mann ed altri scienziati. Mentre di solito il peer-review di solito viene fatto prima che uno studio venga pubblicato, Atmospheric Chemistry and Physics è una rivista open access dove il peer-review avviene dopo la pubblicazione. Gli scienziati e il pubblico sottopongono i loro commenti e le loro preoccupazioni agli autori dello studio, che poi li affrontano e aggiornano il saggio se necessario. Solo allora il saggio viene considerato “accettato”.

Questo tipo di processo di pubblicazione è leggermente “nuovo ed inusuale”, ha detto Mann, “e ci vorrà tempo, immagino, perché la comunità scientifica abbracci pienamente questo approccio alternativo alla pubblicazione. Ma è sempre più diffuso e, dal mio punto di vista, totalmente legittimo”. E' persino più raro che uno studio del genere venga pubblicizzato prima che il processo di peer-review sia completo, ha detto Andrew Shepherd, uno scienziato del poli all'Università di Leeds, in Inghilterra. “Non raccomanderei di scrivere di un saggio prima del peer-review”, ha detto. Shepherd ha detto che Hansen e i suoi colleghi hanno impiegato un periodo di tempo relativamente breve – 15 anni – per calcolare la perdita accelerata di ghiaccio dalla Groenlandia e dall'Antartide a causa del cambiamento climatico e che “sarebbe cauto nell'interpretare tali numeri”. Man ha a sua volta detto di essere scettico sul fatto che il saggio abbia ipotizzato che la fusione delle piattaforme glaciali accelererebbero costantemente nel tempo e che hanno usato un modello climatico a bassa risoluzione per esaminare in che modo questa acqua di fusione condizionerebbe la circolazione oceanica.

Tuttavia, Mann ha detto: “gli autori hanno reso un vero servizio al dibattito scientifico avanzando alcune idee interessanti e provocatorie”. Hansen durante una conferenza stampa lunedì ha detto ai giornalisti che lui e i suoi colleghi hanno deciso di pubblicare il saggio in una rivista open access, una rivista a peer-review aperto, per assicurarsi che i risultati fossero a disposizione dei leader internazionali prima dei colloqui per l'accordo climatico di Parigi a dicembre. Hansen ha detto che passerà i prossimi mesi ad istruire i delegati al trattato sullo studio, ma ha declinato di fornire ulteriori dettagli su chi si incontrerà, o dove. “I politici devono capire che il problema è più urgente di quanto ci si rendesse conto in precedenza”, ha detto Hansen. Se il riscaldamento raggiunge i 2°C, “passeremo ai giovani un sistema climatico in cui è impossibile evitare un ampio aumento del livello del mare”.