Di Silvano Molfese
In un incontro pubblico ho affermato di ritrovarmi con quattro macchine fotografiche, di cui due sono a pellicola. Non dissi però che desidererei una digitale compatta con tele-zoom ottico più potente: aspetto nuovi sviluppi tecnologici ed economici (prezzo più basso). Sono consapevole che l’utilità ricavata da un’altra fotocamera non sarebbe poi granché, eppure la fissazione per questo nuovo acquisto rimane.
Come spiegare il comportamento degli individui nell’odierna società? Serge Latouche usa il termine di megamacchina tecno-economica; Luigi Sertorio parla di era tecnologica per definire l’interazione tra tecnologia ed economia .
Semplicità e sintesi sono i pregi di queste definizioni; tuttavia, secondo me, i predetti termini non mettono bene in evidenza gli elementi basilari che, fino a qualche anno fa, hanno reso vincente la complessa organizzazione della società petro-capital-tecno-consumista globale.
Nella definizione di società ho inserito il petrolio (l’ energia), il capitalismo (l’organizzazione produttiva), la tecnologia ed il consumismo. Uso la definizione petro-capital-tecno-consumista mettendo al primo posto il petrolio, dato che l’energia è la risorsa base per eccellenza. Gli altri termini della definizione si possono spostare a piacimento. Questo parolone è anche cacofonico: a mio avviso riflette le disarmonie della nostra società.
Il petrolio è un concentrato di energia che si trasporta in modo abbastanza sicuro ed agevole rispetto al metano, per esempio; anche più semplice da usare nei motori, rispetto ai combustibili solidi. Un kg di petrolio ha un contenuto energetico corrispondente a ben più di quattro kg di legna da ardere, stagionata per un anno! E’ grazie al petrolio che possiamo sfrecciare per ore sulle autostrade, abbattere grossi alberi in pochi minuti con poca fatica ecc. .
Il petrolio, in questa definizione, và inteso anche come energia facile; negli USA, agli inizi del secolo scorso, la resa energetica (EROI acronimo di: Energy Return on Energy Invested) variava da cinquanta a cento: considerando un valore intermedio, significa che con un barile di petrolio se ne estraevano settantacinque e quindi, al netto, rimaneva l’energia di ben settantaquattro barili. (Bardi, 2011)
A livello mondiale le rese energetiche stanno scendendo verso valori sempre più vicini a dieci e, di questo passo, non potranno che continuare a scendere. Se poi consideriamo il petrolio di scisto l’EROI medio è inferiore a tre; in pratica l’energia netta ricavabile dallo scisto è a malapena di 1,8 barili contro i settantaquattro dell’ iniziale avventura petrolifera americana! (Zencey, 2013)
Con l’energia facile è stato possibile estrarre i più disparati minerali in maggiori quantità e più rapidamente. Rimangono i giacimenti minerari meno ricchi: l’estrazione mineraria sarà sempre più costosa anche per oggettive scarsità, come argomenta in questa nota Bardi: http://ugobardi.blogspot.it/2014/02/la-questione-minerale-come-energia-e.html.
Il Capitalismo è l’organizzazione economico-produttiva che si è andata perfezionando nel tempo, ricevendo un forte impulso dall’energia facile: il petrolio. Il capitalismo è molto apprezzato nel mondo intero perché capace di riprodurre velocemente uno stesso oggetto in milioni di esemplari identici. Nonostante ciò questo sistema produttivo è intrinsecamente debole: la caduta del saggio medio di profitto, individuata da Marx e da Engels, è sotto i nostri occhi. Gli effetti per la società sono disastrosi anche sotto il profilo sociale.
Questa organizzazione produttiva immagina ancora il mondo come illimitato: ai tempi di Adam Smith la Terra, in rapporto alla potenza fisica disponibile ed alla popolazione vivente, era vista come sconfinata. Oggi con oltre sette miliardi di persone e circa un miliardo di veicoli circolanti le ineludibili leggi della Natura e la finitezza della Terra, volenti o nolenti, frenano sempre più questo meccanismo di produzione.
La tecnologia è quella splendida cosa che ci consente di aprire il cancello del cortile con il telecomando rimanendo in auto; di volare intorno al mondo (petrolio permettendo) a velocità elevatissima; di parlare e vedersi con persone che si trovano all’altro capo del globo; di disporre delle tante e tanto sofisticate armi di distruzione di massa.Sono guai seri quando la strumentazione tecnica, per qualche motivo, smette di funzionare: se succede all’improvviso le reazioni possono essere le più disparate: panico, rabbia, disperazione, ecc. .
Il consumismo. E’ necessario comprare tanti oggetti: dalle bottiglie di plastica ai veicoli che, dopo un uso più o meno prolungato, devono essere tutti buttati via per essere sostituiti da altri pubblicizzati come migliori. Con la televisione il condizionamento pubblicitario inizia fin dalla più tenera età. Il consumismo ha profonde radici culturali che vengono alimentate da un martellante bombardamento pubblicitario: in tal modo si accrescono i bisogni superflui in modo massiccio e capillare tanto da arrivare alla soddisfazione spirituale e individuale nel consumo. (Assadourian, 2010. Se ai potenti condizionamenti culturali aggiungiamo anche l’evoluzione del nostro cervello, legata alla manualità, si capisce che siamo rimasti intrappolati nella gabbia di ferro del consumismo. (Jakson, 2008). Sicchè, appagati da tanti oggetti e narcotizzati dal consenso normativo (*), divoriamo il mondo come un barattolo di marmellata.
Ovviamente tutta questa goduria ha il rovescio della medaglia: stiamo distruggendo milioni di ettari di foreste vergini, ricopriamo gli oceani di plastica, i suoli di catrame e cemento, scarichiamo milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera accelerando il cambiamento climatico e completiamo l’opera appestando acqua, aria e terreno con tante altre sostanze tossiche: in pratica la biosfera di tutto il pianeta Terra!
E’ necessario prendere atto dei limiti del nostro pianeta e della grave situazione ambientale e climatica in particolare. Solo se le persone prenderanno coscienza di tutto ciò, a cominciare dai paesi sovrasviluppati, sarà possibile cambiare il sistema economico e ridurre drasticamente i consumi superflui.
(*) Il consenso normativo.
“Il contadino sa che l'inquinamento uccide il proprio sostentamento. Il consumatore non sa cosa succede inquinando perché è inconsapevole, getta via cose che non conosce. Allora compare la necessità di un consenso normativo. Una certa cosa inquina non perché lo si sa, ma perché la normativa accettata lo dice. E come si accetta la normativa? Si interpella lo scienziato.
Lo scienziato A dice che il fumo, i mangimi, le radiazioni elettromagnetiche ecc. fanno male. Immediatamente compare lo scienziato B, il quale dice che la correlazione non è rigorosamente dimostrata. Il duetto avviene sempre, dovunque, ogni volta che si discute una norma. Cioè la conoscenza è sottratta all'uomo e ridotta a normativa accettabile.” (Sertorio, 2002)
Bibliografia
Assadourian E., 2010 – Ascesa e declino delle culture del consumo. State of the World 2010. Edizioni Ambiente, 47-74
Bardi U., 2011 – La Terra svuotata. Editori Riuniti, 195
Jackson T., 2008 – La sfida del vivere sostenibile. State of the World 2008. Edizioni Ambiente , 127-156
Sertorio L. , 2002 – Storia dell’abbondanza. Bollati Boringhieri, 154-155
Zencey E., 2013 – L’energia, la risorsa sovrana. State of the World 2013. Edizioni Ambiente 109-119
Valori energetici del grafico:
Per la legna ho considerato il valore dei tondelli interi aventi il 35% di acqua: Correale Santacroce F. , 1998 – La produzione della legna da ardere per uso famigliare in certi casi conviene - Vita in Campagna, 2, 60-62.
Manuale dell’agronomo, REDA, V edizione, 1980, pag. 2338 (per il carbone ho utilizzato il dato relativo all’ antracite)
Quello che ha descritto è la forza del capitalismo, la rivoluzione industriale si è fondata su due elementi principali energia e capitalismo e ci ha fatto vivere tutti come Re, poiché il capitalismo ha portato i migliori, i più preparati e i più coraggiosi fra i propri cittadini a dare il meglio di se stessi per produrre ricchezza.
RispondiEliminaChe in Italia sia in vigore il capitalismo e in europa è una baggianata, direi che la nostra società assomiglia più a quella socialista che capitalista.
".....capitalismo e ci ha fatto vivere tutti come Re"
EliminaTu vivi come un Re? Viviamo tutti come Re? Ma se non hai neanche il coraggio dire chi sei, caro il mio Re....
".....capitalismo e ci ha fatto vivere tutti come Re", Tu vivi come un Re? Viviamo tutti come Re? E in quale regno delle favole ti hanno indotto a pensare di essere, caro il mio anonimo di Re?
Elimina".....capitalismo e ci ha fatto vivere tutti come Re", Tu vivi come un Re? Viviamo tutti come Re? E in quale regno delle favole ti hanno indotto a pensare di essere, caro il mio anonimo di Re?
Elimina".....capitalismo e ci ha fatto vivere tutti come Re", Tu vivi come un Re? Viviamo tutti come Re? E in quale regno delle favole ti hanno indotto a pensare di essere, caro il mio anonimo di Re?
EliminaBravissimo anonimo: in Europa si può parlare di socialdemocrazie da fossili anche quando governasse la Le Pen
EliminaParlo solo di macchine fotografiche: ho iniziato con 1 ompatta da 40 eruro 4 anni fa, poi passata a mia madre, poi altra compatta da 250 euro, poi prima mirrorless e da1 anno altra mirrorless (olympus): ho solo 2 obiettivi digitali e 5 analogici; quando avrò un po di soldi comprerò un altro manuale con grande sfocato; lo yashinon 57 mmf1.2 sarebbe il massimo ma anche uno yashinon f1,4 andrebbe bene..Le reflex sono morte, almeno quelle con sensore croppato apsc analogo al mio 4/3: rimarranno solo mirrorless, che fra l'altro sono più ecologiche non avendo specchio e quindi usura e consentendo di sfruttare le bellisime lenti anni 70-80-90 come quelle postate in foto, e le reflex full frame.
RispondiEliminaI vecchi obiettivi anni 80-90 possono esssere risfruttati benissimo sulle mirrorless, come ho fatto io nell 'ultimo anno; le reflex con sensore apsc sono morte, rimarranno solo le bestie con sensore full frame.in questo senso le mirrorless, anche per non avere specchio e sua usura, sono più ecologiche delle refllex digitali; in particolari quelle con sensore croppato apsc che oramai hanno poco senso...Uno yashinon anni 80 f1.2 od anche f1.4 è precisissimo con uno sfocato bellissimo.Difatti f1.2 costa quanto una reflex entry level.
RispondiElimina".....capitalismo e ci ha fatto vivere tutti come Re", Tu vivi come un Re? Viviamo tutti come Re? E in quale regno delle favole ti hanno indotto a pensare di essere, caro il mio anonimo di Re?
RispondiEliminarispetto all'era post mercantilista noi tutti viviamo come re.
RispondiEliminaDue precisazioni: EROEI KASHAGAN = 0, anzi per ora molto sotto zero e basta il miraggio di un guadagno e puf, spariscono anche i barili che hai, ma intanto i valorosi tecnici ENI a rischio della vita lavorano con la maschera antigas. L'importante è mandare avanti il lavoro, il business, nes pas?. Poi il consumismo non dà soddisfazione spirituale, al massimo mentale, carnale. Che poi sono in antitesi. Spirito e carne non viaggiano sullo stesso piano e le cose materiali del consumismo attizzano solo la parte materiale dell'uomo, ma appunto per questo le norme e le leggi non possono essere fatte in modo chiaro e corretto, ma solo in modo accettabile. La "Lex, dura lex" degli antichi romani è fottuta, per ora. E almeno fintanto che ci sarà petrolio da buttare, spero per poco. Altrimenti rischio davvero di morire in questo pattume sociale e politico. Però se faccio come il secondo suocero di mio padre camperò 90 anni, perchè lo teneva in vita il dubbio di sapere se i comunisti alla fine avrebbero vinto. Peccato sia morto nel 79, ma campare più di cento anni era allora proibitivo.
RispondiEliminaGrazie per le considerazioni sulla soddisfazione spirituale.
EliminaHo ripreso il concetto dalle testuali parole di Victor Lebow scritte nel 1955: “la nostra enorme economia produttiva ci richiede di fare del consumo il nostro stile di vita, di trasformare l’utilizzo di beni in rituali, di ricercare la nostra soddisfazione spirituale e individuale nel consumo”. (Ascesa e declino delle culture del consumo, pag. 65.)
Nel contesto della relazione di E. Assadourian, si spiegano le ragioni che hanno spinto il governo USA a stimolare intenzionalmente i consumi per non cadere nella recessione avendo sviluppato una enorme economia bellica.
S. Molfese
Siamoun po' fissati con il petrolio.
RispondiEliminaD' accordo che hai suoi vantaggi, oltre a qualche svantaggio (soprattutto la sua scarsità), ma non ha senso se non ideologicamente sostituirlo all' energia primaria in quanto ad oggi è una parte importante ma minoritaria del consumo di energia umano (poco più del 30% con gas + carbone che arrivano al 50% e solo in crescita molto più del "brutto, sporco e cattivo" petrolio).
Riguardo al capitalismo inserirlo nela definizione è anch' essa una scelta ideologica, perchè il comunismo sovietico (o quello cinese, anche se può essere definito magari come capitalismo di Stato) nei confronti di energia, tecnologia ed ambiente si è comportato come (se non peggio) del tanto odiato capitalismo.
Per cui una definizione alternativa potrebbe essere:
ergo-tecno-utilizzatore-indifferente
Perfetto
Elimina119. Il sistema non esiste e non può esistere per soddisfare i bisogni umani. E' invece il comportamento umano che deve essere modificato per adattarsi alle necessità del sistema. Ciò non ha niente a che vedere con le ideologie politiche o sociali che pretendono di guidare il sistema tecnologico. Non è colpa del capitalismo e non è colpa del socialismo. La colpa è della tecnologia, perchè il sistema è guidato non dalla ideologia ma dalla necessità tecnica. Naturalmente il sistema soddisfa molti dei bisogni umani, ma, parlando in generale, esso lo fa solo nella misura in cui ciò risulta essere un vantaggio per il sistema stesso. Sono le necessità del sistema che sono prioritarie, non quelle degli esseri umani. Ad esempio, il sistema fornisce cibo alle persone perchè non potrebbe funzionare se tutti soffrissero la fame; esso è attento ai bisogni psicologici delle persone ogni volta che può farlo in maniera CONVENIENTE, perchè non sarebbe in grado di funzionare se troppe persone divenissero depresse o ribelli. Ma il sistema, per buone, solide, pratiche ragioni, deve esercitare una pressione costante sulle persone per modellare il loro comportamento alle necessità del sistema. Si stanno accumulando troppi rifiuti? Il governo, i media, il sistema educativo, gli ambientalisti, tutti ci inondano con una propaganda di massa sul riciclo. C'è bisogno di più personale tecnico? Un coro di voci esorta i ragazzi agli studi scientifici. Nessuno si ferma a domandarsi se non sia inumano forzare degli adolescenti a passare la maggior parte del loro tempo a studiare argomenti che la maggior parte di loro odia. Quando dei lavoratori specializzati perdono il lavoro a causa di un progresso tecnologico e devono passare attraverso un processo di "formazione", nessuno sta a domandarsi se sia umiliante per loro essere trattati in questo modo. E' semplicemente assunto come un dato di fatto che ognuno deve sottostare alle necessità tecniche e per un buonissimo motivo. Se i bisogni umani fossero messi prima della necessità tecnica ci sarebbero problemi economici, disoccupazione, scarsità di beni o peggio. Il concetto di "salute mentale" nella nostra società è definito in gran parte dalla misura in cui un individuo si comporta in accordo con le necessità del sistema e lo fa senza mostrare segni di stress.
RispondiEliminaSai, il buffo e' che tesi nella sostanza molto simili sono sostenute da Ivan Illich, che era un erudito vescovo cattolico, sempre piu' attuale piu' che passa il tempo. Oltre a quanto da te citato sopra, raccomando a tutti il suo "Esperti di troppo - Le professioni disabilitanti". (si trova anche su emule...)
EliminaDal punto di vista letterario, una notevole disquisizione sul libero arbitrio, la "fissazione" di Vonnegut, accoppiato alle problematiche di cui sopra, "Piano meccanico" ("player piano", mi pare). Delle buone letture da meditare per l'estate.
Sono d'accordo con l'ultimo messaggio, il problema è più profondo e non è solo del capitalismo ma del concetto di progresso che affonda le radici nell'illuminismo settecentesco: capitalismo, comunismo e fascismo sono solo modi diversi di sviluppo caratterizzati da diversi rapporti di forza tra gli individui o tra gli individui e lo stato, ma nessuno ha mai messo in dubbio il concetto di progresso tout court.
RispondiElimina119. Il sistema non esiste e non può esistere per soddisfare i bisogni umani. E' invece il comportamento umano che deve essere modificato per adattarsi alle necessità del sistema. Ciò non ha niente a che vedere con le ideologie politiche o sociali che pretendono di guidare il sistema tecnologico. Non è colpa del capitalismo e non è colpa del socialismo. La colpa è della tecnologia, perchè il sistema è guidato non dalla ideologia ma dalla necessità tecnica. Naturalmente il sistema soddisfa molti dei bisogni umani, ma, parlando in generale, esso lo fa solo nella misura in cui ciò risulta essere un vantaggio per il sistema stesso. Sono le necessità del sistema che sono prioritarie, non quelle degli esseri umani. Ad esempio, il sistema fornisce cibo alle persone perchè non potrebbe funzionare se tutti soffrissero la fame; esso è attento ai bisogni psicologici delle persone ogni volta che può farlo in maniera CONVENIENTE, perchè non sarebbe in grado di funzionare se troppe persone divenissero depresse o ribelli. Ma il sistema, per buone, solide, pratiche ragioni, deve esercitare una pressione costante sulle persone per modellare il loro comportamento alle necessità del sistema. Si stanno accumulando troppi rifiuti? Il governo, i media, il sistema educativo, gli ambientalisti, tutti ci inondano con una propaganda di massa sul riciclo. C'è bisogno di più personale tecnico? Un coro di voci esorta i ragazzi agli studi scientifici. Nessuno si ferma a domandarsi se non sia inumano forzare degli adolescenti a passare la maggior parte del loro tempo a studiare argomenti che la maggior parte di loro odia. Quando dei lavoratori specializzati perdono il lavoro a causa di un progresso tecnologico e devono passare attraverso un processo di "formazione", nessuno sta a domandarsi se sia umiliante per loro essere trattati in questo modo. E' semplicemente assunto come un dato di fatto che ognuno deve sottostare alle necessità tecniche e per un buonissimo motivo. Se i bisogni umani fossero messi prima della necessità tecnica ci sarebbero problemi economici, disoccupazione, scarsità di beni o peggio. Il concetto di "salute mentale" nella nostra società è definito in gran parte dalla misura in cui un individuo si comporta in accordo con le necessità del sistema e lo fa senza mostrare segni di stress.
RispondiEliminaIl Vero volto del Capitalismo !! http://www.youtube.com/watch?v=UT5270emO1k
RispondiEliminaIl vero volto del capitalismo http://www.youtube.com/watch?v=UT5270emO1k
RispondiEliminaComplimenti a Silvano Molfese, articolo molto chiaro e profondo.
RispondiEliminaGianni Tiziano
Vi ringrazio per i commenti e mi scuso per il ritardo con cui rispondo: avevo cominciato ad abbozzare una risposta esaustiva ma sarebbe diventato un altro articolo pertanto cercherò di essere sintetico.
RispondiEliminaA dire il vero avrei voluto intitolare la nota “Un minuscolo petro-capital-tecno-consumista impenitente “ ma al brutto ed ostico parolone si sarebbe aggiunto anche un titolo più lungo.
A livello mondiale la ricchezza è stata prodotta con le risorse energetiche e materiali in senso lato; una parte di questa ricchezza è stata concentrata nelle mani di pochi; l’altra parte è servita ad elevare il tenore di vita di milioni di persone; nei paesi sovrasviluppati è stato organizzato il consumismo più sfrenato: la mia auto ha potenza di 75 cavalli; fino a un secolo e mezzo fa solo poche persone in Italia potevano permettersi una scuderia cosi grande!!. In questo senso una moltitudine “vive come un re” oltre a sprecare c’è lo sporcare.
L’industrializzazione è avvenuta anche con atti di vera e propria pirateria ai danni di milioni di persone, eccidi, svariate guerre e roba del genere.
La trasformazione della Russia, per esempio, da paese agricolo a paese industriale, anni ’20 – ‘40 del secolo scorso, può essere letta come una storia di terribili tragedie umane. Se poi consideriamo la predazione dei minerali, dei mari, delle foreste, dei cieli, avvenuta nell’ultimo secolo … c’è da mettersi le mani nei capelli! La resa energetica a Kashgan è veramente preoccupante.
L’uso, sarebbe meglio dire l’abuso, di combustibili fossili ecc., sta compromettendo il funzionamento della biosfera terrestre (come definita da Sertorio, Storia dell’incertezza, pag. 96-97): siamo arrivati alla concentrazione di 400 ppm di CO2 in atmosfera e questo è male, molto male.
Gli individui possono cambiare anche se condizionati dalla società: ovviamente ciò richiede uno sforzo più o meno grande e si potrà cambiare rotta; altre volte il cambiamento, anche se necessario, avviene con moltissimo ritardo per i forti condizionamenti sociali.
S. Molfese