Appello per fermare la guerra in Ucraina
Siamo un gruppo di scienziati, ricercatori, medici e cittadini preoccupati per la salvaguardia della salute umana come pure dell'ecosistema terrestre. Vediamo che, dopo oltre un anno dal suo inizio, la guerra in Ucraina non dà evidenza di arrivare a una conclusione. In aggiunta all’impatto diretto sulla popolazione in termini di sofferenza umana e infrastrutture sociali ed economiche, cui bisogna far fronte con la solidarietà internazionale ed evitando di alimentare ulteriormente il conflitto, la guerra sta facendo enormi danni sociali e ambientali. Alcuni dei principali effetti negativi comprendono:
1. Inquinamento dell'aria: durante le operazioni militari, l'uso di armi convenzionali (bombe, missili e proiettili) genera inquinamento atmosferico come risultato dalla combustione di carburanti, esplosioni e incendi che rilasciano particolato, gas tossici e altre sostanze inquinanti..
2. Contaminazione del suolo: l'impiego di armi convenzionali contamina il suolo a causa delle esplosioni, delle sostanze chimiche presenti negli ordigni o dei rilasci di materiali pericolosi. La contaminazione del suolo danneggia l'ecosistema locale e ha effetti a lungo termine sulla salute umana, sull’agricoltura e sulla biodiversità.
3. Inquinamento delle acque: gli scontri militari causano l'inquinamento delle risorse idriche. Le esplosioni possono contaminare i fiumi, i laghi e le falde acquifere con sostanze chimiche, metalli pesanti e altre sostanze nocive. Tutto questo ha un impatto negativo sulla fauna acquatica, sulla flora e sulla qualità dell'acqua potabile.
4. Distruzione degli ecosistemi: le operazioni militari coinvolgono la distruzione diretta degli habitat naturali, come foreste, fiumi e laghi, zone umide e aree protette. La perdita di habitat può portare all'estinzione di specie animali e vegetali, interrompere le catene alimentari e compromettere l'equilibrio ecologico di intere regioni. Il risultato è la compromissione della stabilità degli ecosistemi e un’influenza negativa sulle reti alimentari e sull'equilibrio naturale.
5. Effetti a lungo termine sulla salute umana: l'uso di armi convenzionali causa danni alla salute umana sia direttamente che indirettamente, attraverso l'esposizione a sostanze chimiche tossiche e all'inquinamento ambientale. Le conseguenze a lungo termine includono malattie respiratorie, problemi neurologici, disturbi genetici e aumenti del rischio di cancro.
Questi gravissimi danni ambientali e umanitari, che ricadono in primis e in maniera drammatica sul territorio Ucraino e sulla popolazione locale, hanno inevitabilmente effetti in tutta Europa e nel mondo intero. In aggiunta, il gran numero di mine sparpagliate nelle zone di combattimento, sia pure regolato da alcuni trattati internazionali, rischia di rimanere una minaccia per la popolazione civile locale per molti anni. Per non parlare dei danni alla salute che deriverebbero dall'uso di munizioni all'uranio impoverito. La distruzione della diga di Nova Kakhovka ha messo a rischio il sistema di raffreddamento degli impianti nucleari di Zaporizhzhya. Secondo l’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA) si tratta di una “situazione potenzialmente pericolosa." Ricordiamo che i sei impianti della centrale di Zaporizhzhya formano una delle centrali nucleari più grandi del mondo e i danni che potrebbero derivare dalla mancanza di raffreddamento, come pure da un attacco militare diretto, sono spaventosi. Per non parlare della possibilità di un'ulteriore espansione del conflitto con l'uso di armi nucleari.
Secondo l’ultimo rapporto Sipri, la spesa militare mondiale è stata nel 2022 di oltre duemila miliardi di dollari, più grande dell’intero PIL Italiano. Questo significa che oltre l’equivalente di tutta la ricchezza prodotta dall’Italia, una delle nazioni “ricche” del mondo, viene dilapidata in spese militari. Le stime sui costi della guerra in Ucraina sono incerte, ma sono certamente una frazione importante di questa cifra. E questo non include i costi futuri per ricostruire e bonificare le zone interessate dalla guerra. Non possiamo permetterci di sprecare queste risorse preziose in una guerra quando ne abbiamo bisogno per sostenere la transizione ecologica e gli obiettivi dello sviluppo sostenibile (SDG). Questo è vero specialmente in un momento in cui assistiamo ad un'accelerazione del riscaldamento globale, come pure del degrado degli ecosistemi che sostengono la vita terrestre. Abbiamo bisogno di tutte le risorse disponibili per affrontare questa situazione che sta mettendo a rischio la sopravvivenza del genere umano
Invitiamo pertanto il governo italiano ad adoperarsi con decisione per una soluzione diplomatica del conflitto, in particolare per una tregua immediata che fermi l'uso delle armi, ponga fine al conflitto, garantisca tutto il supporto umanitario possibile alle popolazioni coinvolte, permetta di bonificare le zone contaminate e consenta di mettere in sicurezza gli impianti nucleari vicini alla zona del fronte.
Firmato
Simona Agger, architetto, Member of the Board of SIAIS (Italian Society of Architecture and Engineering for Healthcare), HCWH-EU (Health Care Without Harm- Europe), EuHPN (European Health Property Network), IFHE International (International Federation of Health Engineering).
Nicola Armaroli, Research Director – Istituto ISOF-CNR, PHEEL Unit. Bologna
Marino Badiale, Dipartimento di Matematica, Università di Torino
Vincenzo Balzani, già professore Ordinario, Università di Bologna
Ugo Bardi, Club di Roma, già Docente Dipartimento di Chimica, Università di Firenze
Antonio Bonaldi, medico di Sanità Pubblica già direttore sanitario di Aziende Ospedaliere-Universitarie
Carlo Cacciamani, dirigente presso arpa-simc, Università di Bologna.
Marco Cervino, fisico, ricercatore in ISAC-CNR, Bologna
Mario Cirillo, ingegnere, già direttore del Dipartimento per la valutazione, i controlli e la sostenibilità ambientale di ISPRA.
Paolo Crosignani, già primario di epidemiologia ambientale, istituto tumori, MIlano.
Daniela Danna,Ricercatore Universitario, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università del Salento.
Roberto Danovaro, ecologo, Università Politecnica delle Marche
Aldo Di Benedetto già Dirigente medico Ministero della Salute
Andrea Di Vita, fisico, Visiting Scientist al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale,Università di Genova
Rosella Ferraris Franceschi già prof. Ordinario nel Dipartimento di Economia Aziendale Università di Pisa, Già Preside della Facoltà di Economia, Uni. Pisa, Già Membro eletto del CUN (consiglio universitario nazionale) presso Ministero dell'Università.
Carlotta Fontana, architetto, Professore ordinario di Tecnologia dell’Architettura, Politecnico di Milano
Francesco Forastiere, medico epidemiologo. Direttore scientifico della rivista Epidemiologia e Prevenzione.
Andrea Gardini, medico
Emilio Gianicolo, Dr. Rer. phsyik reasearch associate at Universitätsmedizin der Johannes Gutenberg-Universität Mainz, Germany
Anna Gigli, già ricercatrice presso l'Istituto di Ricerche della Popolazione e le Politiche Sociali del CNR, Roma.
Francesco Giorgelli, biologo Vicepresidente CUG UNIPI Formatore Qualificato Salute & Sicurezza
Francesco Gonella, Professore ordinario di Fisica, Università Ca' Foscari Venezia.
Paolo Lauriola, medico epidemiologo, " Coordinatore Rete Italiana Medici Sentinella (RIMSA)".
Tommaso Luzzati, docente di Economia Ecologica e Sustainable development Dipartimento di Economia e Management, Università di Pisa.
Cristina Mangia, Ricercatrice Ambientale. CNR, Lecce
Alberto Mantovani, medico veterinario, tossicologo già direttore di ricerca ISS.
Giulio Marchesini R.Professore “Alma Mater” di Scienze Tecniche Dietetiche, Università di Bologna. Honorary Professor, Aarhus University, Denmark
Maria Teresa Maurello, medico di Sanità pubblica. Già direttore UOC Igiene e Sanità Pubblica Az.USL Toscana Sud-Est.
Daniele Menniti, ingegnere, Ordinario di Sistemi Elettrici per l'Energia Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale Università della Calabria
Eduardo Missoni, medico specialista in medicina tropicale, docente di salute globale e sviluppo presso SDA Bocconi, Università Milano-Bicocca e Università Statale di Milano.
Walter Moladi, studioso temi climatici e energia. Torino
Vitalia Murgia, medico pediatra, Docente al Master inter-ateneo in Clinical Pharmacy Università Milano, Cagliari e Granada.
Lorenzo Pagliano, fisico, professore Associato di Advanced Building Physics al Politecnico di Milano, Direttore di end-use Efficiency Research Group.
Maria Grazia Petronio, medico di Sanità pubblica. Già direttore UOC Igiene e Sanità Pubblica Az.USL Toscana Centro e membro CT VIA-VAS Ministero Ambiente.
vanes poluzzi - dirigente - ARPA Emilia Romagna, Università di Bologna
Paolo Rognini, docente di Ambiente e Comportamento Umano, Università di Pisa.
Francesco Romizi, giornalista ambientale
Roberto Romizi, medico di medicina generale, Arezzo.
Tiziana Sampietro, medico, già direttrice centro dislipimie ereditarie, Fondazione Monasterio, Pisa.
Rosa Tavella, medico ospedaliero internista, Lamezia Terme.
Micol Todesco, Direttrice della Sezione di Bologna, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Mauro Valiani, medico del lavoro, già direttore del Dipartimento di Prevenzione Az.USL di Empoli.
Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica "G. Ciamician," Bologna
Sandra Vernero, medico, cofondatore e past president di Slow Medicine ETS, coordinatore di Choosing Wisely Italy.
Monica Zoppè, biologa all’Istituto di BioFisica CNR, Milano. Esperta di comunicazione scientifica e di rischi legati alle sperimentazioni biologiche
Nota: Le firme di questo appello sono individuali e non implicano il coinvolgimento delle rispettive istituzioni di appartenenza. Se volete firmarlo, inviate una mail a ugo.bardi(aggegginostrano)unifi.it specificando il vostro nome, cognome, qualifica, e istituzione di appartenenza