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venerdì 2 gennaio 2015

E saremmo noi i catastrofisti.....??


Ne consegue che il nostro futuro è diventare tutti camerieri. Più catastrofisti di così, è difficile......  (da "megachip")

lunedì 18 agosto 2014

Meno male che abbiamo Renzi (IV)





Sicuramente il 2014 vedrà un inversione di tendenza e il ritorno alla crescita!


(immagine da "Mondo Elettrico")

sabato 16 agosto 2014

venerdì 1 agosto 2014

Cavalcare lo tsunami italiano

DaResource Crisis”. Traduzione di MR


L'Italia è stata colpita da uno tsunami economico causato in gran parte dagli alti costi dei beni minerali che sta distruggendo il suo sistema industriale e sta sprofondando il paese in una crisi sempre più profonda. Sfortunatamente, il governo italiano sembra ancora fermo al paradigma obsoleto di “far ripartire la crescita” a prescindere a quali costi e che questo significa peggiorare il problema anziché risolverlo. Altri stanno cercando di risolvere il problema trasformando l'Italia in un grande parco di divertimenti per i turisti stranieri, ovviamente una soluzione non a lungo termine. Tuttavia, alcune aziende italiane stanno cercando di combattere il collasso essendo più efficienti, più innovative e più creative. Stanno, in un certo senso, cavalcando lo tsunami.

Una di queste aziende è la “Loccioni”, azienda italiana che si occupa di gestione energetica ed altre iniziative ad alta tecnologia. Di recente ha organizzato un incontro internazionale cui ho avuto l'occasione di partecipare. E' stata un'occasione rara di vedere un piccola azienda italiana in grado di tenere un atteggiamento così innovativo. Qui Tatiana Yugay dell'Università di Mosca fa un resoconto dell'evento.
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Dal blog di Tatiana Yugay “santatatiana

Uno spirito innovativo in uno splendido ambiente medievale 

Il 10 ed 11 luglio, il mio amico virtuale Ugo Bardi mi ha invitata a partecipare ad un'interessante evento intitolati “2Km di Futuro: Smart Community and Social Immagination”. Il nome stesso sembrava piuttosto intrigante, inoltre ero intrigata dal fatto di non riuscire a trovare la località Angeli di Rosora nemmeno in un atlante stradale molto dettagliato dell'Italia. Per fortuna, alla vigilia del Forum, gli organizzatori mi hanno mandato un link ad una app creata appositamente per l'evento. E' stata davvero d'aiuto visto che conteneva tutte le informazioni necessarie sull'evento, compreso il programma e la navigazione. Ho scoperto che la strada di circa 200 km era molto semplice e ci sarebbero volute circa 2 ore per arrivarci dalla mia città di Montesilvano in Abruzzo. Infatti, l'evento ha avuto luogo nella vicina regione delle Marche. Mentre guidavo nell'entroterra nella pittoresca autostrada Ancona-Roma, mi chiedevo che tipo di sorpresa mi potevo aspettare in mezzo al nulla. Amo la tranquilla bellezza delle Marche, con le sue verdi colline sormontate da antichi borghi medievali. Tuttavia, non riuscivo ad immaginare che uno di quei borghi fosse in grado di ospitare un incontro internazionale di quel livello.



Ciononostante, tutti i miei dubbi sono stati fugati nel momento in cui sono arrivata a destinazione, cioè, al Gruppo Loccioni. Su entrambe le sponde di un piccolo fiume e proprio sull'autostrada Ancona-Roma, erano situati due edifici con un moderno aspetto industriale. Il cortile e l'atrio erano pieni di vocianti gruppi di partecipanti.


Avevo attentamente studiato un programma preliminare in anticipo e sono stata molto sorpresa che quasi tutti i relatori annunciati fossero realmente arrivati. La mia lunga esperienza di partecipazione a conferenza mi suggeriva che i VIP non vengono mai e, al massimo, mandano dei loro rappresentanti. Per fortuna, il Forum 2Km è stata un'eccezione alla regola. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare ed osservare le presentazioni di Piero Cipollone, Direttore Esecutivo della Banca Mondiale; di Vincent Kitio, un Consigliere Energetico di Habitat dell'ONU; di Vittorio Prodi, membro del Parlamento Europeo; di Carlo Papa, Funzionario Capo per l'Innovazione di Enel Green Power; Young Chul Park, Vice-Presidente di Samsung Electronics e di altri. Inoltre, erano presenti circa 200 partecipanti provenienti da università e imprese italiane e straniere. Enrico Loccioni, capo e fondatore del Gruppo Loccioni, ha aperto il Forum. Sono stata colpita dal fatto che la parola d'ordine principale del suo breve discorso sia stata “bellezza”. La bellezza di creare una comunità intelligente, preservare la bellezza dell'ambiente naturale ed architettonico, l'arte di seminare bellezza e così via. 



La prima sessione, “Smart Community”, è stata moderata da Massimo Russo, direttore di Wired Italia. Il professor Ugo Bardi, che rappresentava il Club di Roma, ha aperto la sessione. Il titolo del suo recente libro “Extracted. How the Quest for Mineral Wealth Is Plundering the Planet” (Chelsea Green Publishing, Vermont, 2014) parla da solo. Il pathos principale del suo discorso è stato diretto contro l'uso predatorio delle risorse non rinnovabili che causa danni all'ecosistema planetario e il rallentamento della crescita economica. Seguo il blog di Ugo Bardi e apprezzo sempre la sua conoscenza enciclopedica e la sua brillante improvvisazione, tuttavia non sono così pessimista. Forse perché vivo in Russia ed insegno economia. Infatti è difficile essere catastrofisti in un paese così ricco di ogni tipo di risorsa rara.


Il relatore successivo, Ken Webster della Ellen MacArthur Foundation, ha presentato una visione ottimistica di un'economia circolare che sfida la valutazione e l'esaurimento delle risorse rare. Secondo Webster, i concetti principali dell'economia circolare sono ricircolazione e “accesso alle risorse” al contrario della “proprietà”.


Un altro concetto rivale è stato presentato il secondo giorno Enzo Rullani, professore presso il TEDis, Università Internazionale di Venezia e Direttore del Laboratorio del CFMT di Milano. Come esperto dell'economia della conoscenza, egli ha presunto che il paradigma delle risorse rare e sempre più costose fosse molto adatto al capitalismo industriale ma nella società dell'informazione la risorsa principale è appunto l'informazione che è abbondante ed è diventata sempre meno cara. Non vi farò un racconto di tutte le presentazioni visto che sono state ben al di là del mio campo di competenza. Ma vorrei presentarne un'altra. Thomas Herzog, un architetto tedesco che ha lavorato alla progettazione degli edifici della Loccioni e dell'area circostante, ha descritto il progetto generale passo dopo passo. Di fatto ha realizzato il concetto di bellezza di Enrico Loccioni.


Foto: Thomas Herzog

Il piano generale doveva tenere conto non solo del diretto scopo produttivo degli edifici, ma anche della percezione estetica. Come ho già scritto, il sito è circondato da affascinanti città colliniari medievali. Secondo Herzog, le persone che vivono in questi paesi guardano giù nella valle dove si trovano gli edifici Loccioni, quindi questi ha sempre tenuto a mente la loro vista dall'alto. 



Mentre camminavo sul ponte, mi sono fermata a fare una foto ed ho ricordato le parole di Herzog. Potete vedere nelle foto che il moderno edificio industriale si adatta perfettamente nel suo ambiente.  


Dopo la sessione c'è stato un breve giro intorno all'azienda. Per prima cosa, possiamo osservare il concetto principale del Gruppo Loccioni – una micro rete – in azione.


Poi abbiamo guardato un giovane operatore che addestrava una mano robotizzata a scrivere sulla tastiera di un computer.



Nel cortile, un rappresentante della Nissan stava mostrando automobili ibride Nissan. Nel frattempo di piccoli robot stavano tagliando il prato. 


Dopo il primo incontro, abbiamo passato una serata splendida nell'atmosfera genuinamente medievale dell'Abbazia di Sant'Elena. 


L'aperitivo che consisteva in specialità marchigiane è stato offerto nell'ambientazione di un  severo monastero.



I piatti principali sono stati serviti in un porticato elegantemente decorato.


Dopo la cena, siamo stati invitati nella ex chiesa che ora funge da sala concerti con un'eccellente acustica. Il Gruppo Loccioni aveva preparato una splendida sorpresa per noi. Un famoso compositore e pianista italiano, Giovanni Allevi, ha suonato le sue brillanti composizioni al piano. E' molto giovane ed ha un aspetto moderno con spessi capelli ricci e neri e veste sempre in jeans e maglietta nera. Parlando francamente, non sono entusiasta della musica pianistica moderna, ma Allevi è un genio che vive nella musica, il suo “amore segreto”. 



L'accordo finale è stato fatto al picnic sotto una vecchia quercia. Le fattorie locali e i produttori di vini hanno presentato cibi tipici marchigiani molto saporiti.



venerdì 18 luglio 2014

Italia: come ci si adatta al collasso

Da “Resource crisis”. Traduzione di MR


Il nuovo centro commerciale San Lorenzo a Firenze. Un'area all'americana progettata principalmente con in mente il turismo internazionale. E' un esempio del tentativo dell'economia italiana di adattarsi al collasso in corso dei sui settori produttivi tradizionali, cercando di sfruttare nuove risorse di guadagno. Finora, questa modalità nuova modalità sembra aver avuto successo. Sfortunatamente, tuttavia, persino i turisti stranieri potrebbero essere una risorsa insostenibile. 

Se vi capita di visitare Firenze, in questi giorni, potreste notare il centro commerciale nuovo di zecca al piano superiore del vecchio mercato centrale. E' una grande ristrutturazione di ciò che era una volta un mercato ortofrutticolo, che veniva frequentato principalmente dalla gente del posto. Ora è una una “zona ristorante” tipicamente americana con molti ristoranti diversi che condividono gli stessi tavoli. Per la mia esperienza personale, posso dirvi che il cibo in questo luogo è di qualità media; troppo caro, ma non terribilment. E' il tipo di cibo che i turisti stranieri sono giunti ad attendersi a Firenze, lo chiamerei cibo misto con una vena fiorentina. Notate che non ho intenzione di scoraggiarvi dal provare questo posto. Al contrario, perlomeno è un modo di evitare le molte abominevoli trappole per turisti che in cui potreste imbattervi a Firenze se siete abbastanza sfortunati (vi potrebbe piacere anche dare un'occhiata ad alcune mie osservazioni sull'antica cucina fiorentina). Volevo solo osservare come la nuova zona ristorante sia un esempio delle tendenze attuali dell'economia italiana.


Ho già discusso del collasso italiano in post precedenti (uno e due). Il collasso continua a procedere e gli ultimi risultati provenienti dall'ISTAT indicano che l'Italia ha perso il 25% della propria produzione industriale dopo il 2008, senza nessun segno di miglioramento in vista. I politici blaterano di “far ripartire la crescita”, ma c'è poco che si possa fare di fronte a un tale disastro. La cosa migliore che sembrano in grado di concepire è di truccare le statistiche per creare l'apparenza di una ripresa inesistente.

Il collasso è il risultato principalmente del fardello sempre più pesante dei beni minerali importati sull'economia italiana. Questo fardello supplementare ha distrutto la competitività dell'industria manifatturiera italiana. Di conseguenza, il sistema economico italiano si sta attivamente riadattando, cercando di trovare nuove risorse. Deve trovare mercati di nicchia “leggeri”, aree in cui non servono grandi quantità di energia e di minerali perché vengano gestite. Li sta trovando principalmente nelle industrie della moda e e in quella alimentare.

Se vivete in Italia, specialmente a Firenze, non potete evitare di notare come stia prosperando l'industria della moda; lo potete vedere anche da iniziative fortemente discutibili come il "vestimento" del Battistero a Firenze come se fosse un gigantesco foulard. I tradizionali centri manifatturieri sono andati e con loro se ne è andato gran parte del tradizionale potere finanziario italiano. Il Monte dei Paschi è sopravvissuto alla Morte Nera nel Medio Evo, ma potrebbe non sopravvivere al picco del petrolio! Persino il celebrato nuovo Primo Ministro italiano, Matteo Renzi, è una conseguenza del nuovo equilibrio del potere economico in Italia.

Anche il turismo sta rapidamente guadagnando un nuovo status di risorsa fondamentale nell'economia italiana. Il turismo è sempre stato un'industria tradizionale in Italia, ma ora sta diventando qualcosa di nuovo: con gli italiani impoveriti che viaggiano sempre meno, il turismo internazionale sta diventando dominante. Ma non è più il tempo in cui i visitatori internazionali rimanevano in Italia per mesi o anni, per esplorare l'antica cultura ed il paesaggio. Ora i turisti restano pochi giorni al massimo ed hanno poco interesse o nessuno nel visitare altre cose rispetto alle visite guidate nelle città d'arte: Venezia, Firenze e Roma. Il risultato è la concentrazione del turismo in aree in cui può essere sfruttato efficientemente da iniziative come l'area ristorante a Firenze di cui parlavo. Al di fuori di questi centri il turismo è a sua volta in pericolo.

Finora, le economie in espansione di alcuni paesi, principalmente la Cina, stanno fornendo un flusso di turisti in aumento verso le principali mete turistiche italiane. Tuttavia, ci vuole poco ad esporre la fragilità di questo piccolo boom economico in Italia. Pensate alla possibilità di una nuova crisi finanziaria, come quella del 2008, e potete immaginare cosa succederà. Il piano superiore di San Lorenzo tornerà ad essere quello che era? Forse, e la mia impressione che abbiamo davvero perso qualcosa smantellando il vecchio mercato ortofrutticolo.



martedì 24 giugno 2014

Il declino dell'economia industriale italiana






L'economia industriale italiana sta venendo stritolata dall'alto costo delle materie prime. A questo si aggiunge il peso di una burocrazia spaventosa che è l'emblema moderno della teoria di Tainter che vede il crollo delle civiltà come dovuto all'eccessivo costo delle loro burocrazie. Il risultato è un economia italiana che si fa sempre più virtuale, sempre più eterea, sempre più orientata verso prodotti di lusso nella moda, nel turismo o nel settore alimentare. E' un'economia fragile, soggetta alla variabilità dei gusti planetari e che crea ricchezza solo per pochi.

In questo post, Miguel Martinez dal blog "Kelebek" coglie bene le tendenze del momento.


Aura d’Italia

Ogni tanto, mi viene da scrivere una riflessione sperimentale, dove semplifico molto e compio sicuramente errori, ma mi serve per mettere in ordine esperienze e idee.

Quindi non prendete troppo alla lettera ogni parola, cercate di cogliere il senso generale.

Innanzitutto, la crisi sta cambiando il volto dell’economia italiana. Tra tante altre realtà, ha messo in crisi i pilastri della sinistra realmente esistente, istituzioni come la Coop e il Monte dei Paschi di Siena, con il loro contorno politico.

Contemporaneamente, diventa centrale la commercializzazione dell‘Aura d’Italia.

Aura di di Estrosi Creativi che Coniugano Modernità e Tradizione nel Solco tracciato da Leonardo e Michelangelo… con due aspetti paralleli e inseparabili: turismo e moda.

Il grosso ricade su tre luoghi-cartolina che tutto il mondo riconosce, cioè Venezia, Firenze e Roma.

Ma Roma è troppe cose insieme, Venezia è quasi disabitata; per cui nei fatti, questa Aura si concentra soprattutto a Firenze, che non è solo luogo turistico, ma centro simbolico del sistema-moda planetario (anche se i centri economici sono ben altri, da New York a Milano).

Questo fatto ci permette di capire come abbia fatto il sindaco di Firenze a scardinare in pochi anni l’intero sistema del PD e impadronirsene, per poi passare a diventare addirittura il politico-protagonista di tutta l’Italia.

Tenendo presente, però che il vero potere non ama mai farsi vedere, e quindi non bisogna insistere troppo sull’esuberante personalità dell’ex-sindaco.

L’industria dell’Aura è l’inevitabile accompagnamento dell’immensa divaricazione della ricchezza mondiale: il settore del lusso, ci dicono, è l’unico che non conosce crisi. E questa industria ha come base, non l’accumulazione di piaceri, ma una disperata gara di prestigio tra uomini che devono dimostrare la propria potenza attraverso una serie di gesti prefigurati di spreco su scala gigantesca.

Allo stesso tempo, il mercato dell’Aura riflette il generale narcisismo, la smaterializzazione e la finta intimità dell’era della Jeune Fille.

Non è altro che la pubblicità di se stessa, e come ogni pubblicità, è quindi giovane, bella, seducente, entusiasmante.

Il mercato della moda, a differenza di quello turistico, genera ben poco di ciò che una volta si chiamava “lavoro”: gli scaricatori stagionali a Pitti Moda, il designer di gioielli, la modella eccezionale, il buttafuori sono figure numericamente irrilevanti.

Ma questo mercato muove capitali enormi, in grado di condizionare la politica, la cultura, i media… Nulla può fermare le cifre che i signori del lusso sono in grado di schierare sul campo. Cifre che ovviamente non hanno nulla a che fare con “l’Italia” o con “Firenze”, visto che scorrono dentro il mondo parallelo del denaro virtuale planetario.

Il mercato dell’Aura genera e rimodella l’Aura stessa. Decide, ad esempio, che il museo/monumento, invece di essere luogo in cui si può scoprire il proprio territorio, deve diventare sede di “eventi” mediatici, un continuo spettacolo a sostegno dell’industria dell’Aura (Pucci riveste il Battistero, Stefano Ricci decide l’illuminazione del Ponte Vecchio, Ferragamo prende in mano gli Uffizi…).

Il mercato dell’Aura deve vendere ciò che la gente già conosce, e quindi se riduce l’Italia a Firenze/Venezia/Roma, riduce a sua volta Firenze a due o tre monumenti facilmente riconoscibili in tutto il mondo. Il resto della città può fare da dormitorio, e i brandelli di centro non ancora distrutti possono diventare valvole di sfogo per la parte bassa dell’industria turistica.

Ecco che i punti chiave diventano modello di città, turismo, moda, gentrificazione, patrimonio, urbanistica, paesaggio.


lunedì 9 giugno 2014

Il grande imbroglio del PIL 2014



Questa faccenda del "PIL truccato" l'avevo già fatta notare in un post precedente su "Effetto Risorse". Come è ovvio, non sono stato il solo ad accorgersene; ecco qui un commento recente da "Scenari Economici" che stima che la revisione del PIL con l'inclusione delle attività illegali potrebbe portare a un aumento di oltre il 10% (!!). In sostanza, quando non funziona più nulla, non rimane che truccare i conti.


da "Scenari Economici" di "GPG"

#arrivailBidone – La Revisione del PIL potrebbe pesare tra il 6 ed il 14% del PIL

Su scala planetaria, di recente, c’e’ un gran da fare per revisionare i metodi di calcolo del PIL. Qualche mese fa si parlava dell’adozione nel PIL della spesa in ricerca e sviluppo, attualmente conteggiata come un costo e che invece rientrerà tra gli investimenti, e quindi nel PIL, sulla scorta di quanto fatto negli USA. Si stimava (vedi QUI) un impatto in europa del 2% (appena l’1-2% per l’Italia dove tali spese hanno minore incidenza). Di recente pero’, si sa che in autunno arrivera’ una revisione del PIL che includera’ oltre a quanto sopra, anche l’inclusione nel PIL delle attivita’ criminali. La domanda da porsi e’: quanto pesera’ tutto cio’?

Andiamo a vedere cosa dice l’ISTAT. Nel paper “Cambia il Sistema dei conti nazionali” ci dice che”
Il 2014 è un anno di importanti cambiamenti per il Sistema dei conti nazionali (Sec), l’impianto che definisce la metodologia armonizzata per la produzione di dati di contabilità nazionale all’interno dell’Unione europea. In Italia, come in gran parte dei paesi Ue, il passaggio ad una nuova versione delle regole di contabilità (ovvero la transizione dalla versione 1995 a quella 2010 del Sec) è il momento più adatto per adottare i necessari miglioramenti dei metodi di misurazione e per introdurre nuove fonti informative che si sono rese disponibili negli anni recenti.
Aprendo l’allegato si sa che la nuova stima del PIL arrivera’ il 3 Ottobre 2014. Vediamo alcuni passaggi:
Le innovazioni dei metodi di misurazione e delle fonti che saranno introdotte nei nuovi Conti Nazionali sono state suddivise in tre categorie principali:

a) I cambiamenti metodologici introdotti dal Sec2010
 Qui si parla di considerare nella nuova versione dei conti, le spese in Ricerca e Sviluppo come spese di investimento (e quindi PIL) e non come costi. Cio’ si porta dietro anche gli ammortamenti dello stock di capitale di R&S delle PA. Anche le spese per armamenti, verranno riclassificate da spese per consumi intermedi a spese per investimento.

b) Le altre modifiche sulle pratiche di compilazione dei conti
Qui c’e’ un po’ di tutto, e cio’ nasce da rilievi Eurostat. Tuttavia, la rilevanza maggiore, riguarda l’inserimento nei conti delle attività illegali, che già il Sec95 aveva previsto, in ottemperanza al principio secondo il quale le stime devono essere esaustive, cioè comprendere tutte le attività che producono reddito, indipendentemente dal loro status giuridico. La misurazione di tali attività è molto difficile, per l’ovvia ragione che esse si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione, e lo stesso concetto di attività illegale può prestarsi a diverse interpretazioni. Eurostat ha fornito linee guida ben definite. Le attività illegali di cui tutti i paesi inseriranno una stima nei conti (e quindi nel Pil) sono: traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol).

c) Innovazioni e miglioramenti nelle misurazioni combinati a nuove fonti informative
 Innovazioni connesse al modello di definizione dell’input di lavoro e i metodi di misura dell’economia non osservata e, in particolare, della componente connessa con la sotto-dichiarazione dell’attività economica da parte della imprese. Il nuovo modello di costruzione delle stime dell’occupazione è basato sulla completa integrazione a livello micro di tutte le fonti amministrative con informazioni relative all’attività lavorativa (e ai relativi redditi) e sul loro collegamento puntuale con le informazioni raccolte dal lato degli individui mediante l’indagine continua sulle Forze di Lavoro. E’ stata sviluppata una revisione completa ed approfondita dell’insieme delle metodologie utilizzate per la misurazione dell’economia non osservata … e nella misurazione delle componenti non osservate dell’economia riguarda la stima dei redditi da lavoro dipendente per il lavoro irregolare.
Ricapitolando:
 a) I cambiamenti metodologici introdotti dal Sec2010 (Spese Ricerca e Sviluppo, etc): queste sono stimate avere un impatto sul PIL dell’ordine dell 1-2% in Italia
b-c) Aaltre modifiche, inserimento nel PIL delle attivita’ illegali e criminali (traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando), nuova stima dell’economia sommersa.

L’Istat, già inserisce nel Pil il sommerso economico, ovvero tutte quelle attività di produzione che, pur essendo legali, sfuggono al controllo diretto attraverso il sistema di frode fiscale e contributiva. Le ultime stime in questo senso risalgono al 2008 e indicano come il valore aggiunto prodotto nell’area del sommerso sia stimato tra un minimo di 255 e un massimo 275 miliardi di euro, per un peso percentuale sul Pil che si aggira tra il 16,3% e il 17,5%. Queste verranno riclassificate, ma non si sa l’impatto sul PIL.
La vera novita’ e’ l’inserimento nel calcolo del Pil di alcune attività illegali. La cosa e’ complessa per la misurazione di questo tipo di attività che, per evitare di incorrere in sanzioni legislative, si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione.
Eurispes stimo’ che nel 2007 l’intera economia criminale pesava l’11% del PIL.  Confesercenti fece una stima analoga parlando del 7% del PIL. Banca d’Italia fece uno studio approfondito (opera di Ardizzi, Petraglia, Piacenza e Turati) relativo al quadriennio 2005-2008, valutando il peso dell’economia illegale al 10,9% del PIL (vedi QUIQUI). Un’altro studio condotto da Argentiero, Bagella e Busato parla del 12% di attivita’ di riciclaggio. Quardate cosa c’e’ scritto nello studio della Banca d’Italia:
Dai risultati emerge un’incidenza media dell’economia sommersa e di quella illegale pari rispettivamente al 16,5 e al 10,9 per cento del PIL. Questa evidenza conferma che, trascurando la componente di scambi illegali, si rischia non solo di imputare erroneamente a comportamenti di evasione una parte di transazioni in contanti derivante invece da attività illecite, ma anche di sottostimare il valore complessivo dell’economia irregolare. Tuttavia, rivedere la stima dell’economia sommersa non implica automaticamente una pari revisione nel livello del PIL, che consegue da un articolato processo di combinazione e bilanciamento di un vasto insieme di indicatori della domanda e dell’offerta, tra cui le attività sommerse.”

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In sintesi, la Revisione del PIL che arrivera’ ad Ottobre, vedra’:

A) Una crescita del PIL dell’1-2%  per l’adozione del SEC 2010 (spese R&S, etc)

B-C) Una crescita del PIL che verosimilmente puo’ essere del 5-12% legata alla stima di gran parte dell’economia illegale e dalla ritaratura dell’economia sommersa

Conclusione) L’Impatto sul PIL dovrebbe essere tra il 6% ed il 14%. Verosimilmente sara’ dell’8-10%.


Cosa implica cio’? Ipotizziamo che il PIL venga rivisto al rialzo del 10%.

  • Il Debito Pubblico del 2014 verrebbe rivisto dal 136% al 124%

  • Un Deficit del 3,3% (con l’attuale contabilizzazione) varrebbe il 3,0% (col PIL revisionato), e quindi vi sarebbe un “extra-deficit” teorico per rispettare il 3% superiore a 5 miliardi

  • Magicamente le Uscite e le Entrate dello stato, attualmente nell’ordine del 51% e 48% del PIL, passerebbero rispettivamente al 46-47% e 43-44%.


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Ovviamente nessun problema dell’Italia verra’ minimamente risolto, ma molti saranno indotti a pensare che le cose vanno meglio.
GPG




giovedì 9 febbraio 2012

Non ci sono più le mezze stagioni

Vignetta di "Quiff"

Siamo tutti soggetti al cosiddetto "confirmation bias", ovvero "deformazione da conferma". In pratica, tendiamo a classificare le cose secondo le idee preconcette che abbiamo. Per esempio, il freddo polare degli ultimi giorni viene preso come un motivo per rinforzare varie convinzioni precedenti; tipo che il riscaldamento globale non esiste, che dovremmo costruire delle centrali nucleari, e facciamo i rigassificatori, eccetera.

E' umano, ma è anche una strada che ci porta poco lontano se non siamo esperti di quello di cui parliamo. Su cose come l'influsso di aria siberiana, dovremmo fidarci di chi studia queste cose è ne sa qualcosa di più dei dilettanti. Così, il meteorologo Stu Ostro rilascia delle dichiarazioni molto interessanti e - curiosamente - forse è vero che non esistono più le mezze stagioni!


Da "Climate Change: the next generation"

Il meteorologo Stu Ostro, un tempo scettico sulla scienza del cambiamento climatico globale, scrive che gli eventi meteorologici di questo inverno, che hanno battuto tutti i record, distruttivi ed estremi, sono un'ulteriore evidenza che gli scienziati del clima avevano ragione a lanciare l'avvertimento che l'inquinamento da gas serra avrebbe alterato radicalmente il nostro sistema climatico. Scrive Ostru:
Eventi meteorologici estremi sono esistiti fin da quando c'è stato un sistema atmosferico terrestre. Questa è la ragione fondamentale per la quale, come meteorologo che tutti i giorni osserva i fenomeni, sono rimasto scettico per lungo tempo sul fatto che ci fosse qualcosa fuori dell'ordinario. 
Tuttavia, sempre più nel passato decennio, circa, i fenomeni estremi sono diventati così straordinari e frequenti, e a volte anche in contemporanea e in locazioni molto vicine fra loro, che mi sono convinto che c'è qualcosa che non va. Che, se è vero che i fenomeni estremi sono sempre esistiti, la loro natura sta cambiando.
Questo inverno mi convince ancora di più.


A proposito di opinioni di esperti, sulla situazione degli ultimi giorni potete anche dare un'occhiata a questi due post di steph


http://climafluttuante.blogspot.com/2012/02/euro-switch.html

http://climafluttuante.blogspot.com/2012/02/nastri.html

sabato 26 novembre 2011

Prima dell’onda

Guest Post di Antonio Turiel da " The Oil Crash"
Traduzione a cura di Massimiliano Rupalti



Pubblichiamo su "Cassandra" questo testo di Antonio Turiel che descrive la situazione spagnola, vista qualche giorno fa, prima delle elezioni che hanno visto la vittoria del Partito Popolare, una formazione di destra. Sono impressionanti le somiglianze fra la situazione italiana e quella spagnola, che qui Turiel descrive con una impressionante lucidità comparando il momento attuale all'attesa della "grande onda," lo tsunami che distrugge tutto.

"Coloro che sono disposti a sacrificare la propria libertà per la propria sicurezza non si meritano né l’una né l’altra. ". Benjamín Franklin.

Cari lettori,

uno dei fenomeni più intriganti che si verificano a cavallo fra l’oceanografia e la geologia è quello degli tsunami, principalmente quelli di origine sismica. Uno spostamento di una falda nel fondo del mare, con l’enorme energia che libera, può spostare tutta la massa d’acqua che gli sta sopra di una misura non grandissima, forse 50 centimetri, forse un metro. Il problema è che lo spostamento interessa tutta la colonna d’acqua, che può anche essere di 4 km ed oltre di altezza. L’onda generata dalla semplice gravità si propaga a velocità di centinaia di km orari, in alcune occasioni – se il terremoto ha luogo in acque molto profonde – arrivando quasi a velocità supersoniche. Quando questa onda si avvicina alla costa, la pendenza del fondo del mare provoca un effetto noto come shoaling: l'onda solitonica si spacca e si scompone in diverse onde, le quali si propagano a velocità molto più ridotte (alcuni chilometri all’ora), ma a causa dello schiacciamento dell’acqua la loro altezza aumenta e aumenta. Per questo è molto più sicuro attendere uno tsunami in alto mare, dove l’onda, di soli alcuni centimetri, arriverà senza fare grandi danni, mentre sulla costa la sua altezza arriverà ad essere di diversi metri, in alcuni casi anche 15 metri (ci sono casi storici documentati di tsunami mostruosi di quasi 50 metri di altezza) e capaci di penetrare nella terra ferma anche per vari chilometri, cancellando tutto con la sua enorme potenza e pressione. Poco prima che la prima onda di tsunami arrivi sulla costa, l’acqua del mare si ritira velocemente per diversi chilometri, rivelando un fondo roccioso dall’aspetto irreale. Alcune persone rimangono affascinate dal fenomeno e si soffermano incantate ad ammirarlo senza comprendere che se in quel momento si affrettassero a correre verso l’interno, forse riuscirebbero ad allontanarsi sufficientemente o a raggiungere un terreno abbastanza alto da sopravvivere; sono quei pochi minuti vitali prima dell’arrivo della prima onda. Un’altra cosa che la gente è solita ignorare è che la prima onda raramente è la più grande e a volte capita – come nel caso dello tsunami delle Hawai del 1° Aprile del 1946 (giorno anglosassone degli innocenti) – che la gente scenda in spiaggia a vedere cos’è successo durante la mezz’ora che passa fra la prima e la seconda onda, aumentando orribilmente la perdita di vite umane quando la seconda onda – questa sì che è solita essere la più grande – scarica tutta la sua violenza sui poveri malcapitati.

Ieri lo spread dei buoni del tesoro spagnoli rispetto a quelli tedeschi è arrivato, stando a quello che ci dicono, a 500 punti. Ciò significa che la redditività di queste emissioni di debito spagnole è di un 5% maggiore di quella dei titoli equivalenti germanici. Siccome l’informazione che i media danno è sempre brutalmente incompleta e oscurantista, non ho ancora chiaro a cosa si riferisca esattamente: non so se stiamo parlando dei buoni del tesoro a un anno, a cinque, a dieci o a tutti quanti insieme. Voglio inoltre dire che questo spread rispetto ai titoli tedeschi si sta osservando nel mercato secondario – cioè, i privati che detengono il debito spagnolo lo stanno vendendo ad altri privati con lo sconto (perché evidentemente non possono rinegoziare le condizioni espresse nel titolo di debito). Questo, se ci pensate un attimo, è ancora più grave del fatto che venisse richiesto alla Spagna di collocare il proprio debito con un tasso di interesse più elevato (cosa che già accade, visto che l’emissione di debito è solita seguire l’evoluzione del mercato secondario: la Spagna non può ottenere denaro ad un prezzo inferiore al sentire del mercato). E’ più grave perché, in sintesi, i possessori di debito spagnolo che lo stanno vendendo stanno accettando una certa percentuale di perdite (forse non perdite reali, ma di sicuro sulle proprie aspettative di guadagno) e questo in definitiva significa che la credibilità della Spagna come stato solvente è in caduta.

Ma, alla fine, questo non è un blog che riguardi propriamente l’economia e non abbiamo motivo di perderci in queste questioni. La cosa interessante del movimento che abbiamo osservato ieri è che il debito spagnolo arriva ai livelli che hanno motivato il “salvataggio” della Grecia o che hanno forzato un “cambio di Governo” in Italia la settimana passata. Qui in Spagna ci troviamo a soli due giorni dalle elezioni politiche che, tutti i sondaggi ipotizzano, saranno vinte, con maggioranza assoluta, dal Partito Popolare conservatore; il suo leader, Mariano Rajoy, ha già anticipato che si dovranno prendere misure adeguate per cercare di sanare i conti spagnoli, dando ad intendere che arriveranno più tagli sullo stato sociale e sui salari di quelli che si sono già fatti nell’ultimo anno. Né potrebbe dire, per coerenza, altrimenti, perché come un dilettante in applicazione di tali misure, il primo ministro italiano Silvio Berlusconi è stato colpito e superato dalla, cosiddetta dai media, troika europea - pensavo che le troike fossero di tre persone, apprendo ora che si può fare con due; di fatto anche con una sola – (tutti i sensi di quest’ultima frase, in particolare i più arcigni, sono cercati deliberatamente: viva le lingue latine) (Riferito ad un gioco di parole in spagnolo purtroppo intraducibile).

Abbiamo quindi delle consultazioni politiche che cambieranno radicalmente il segno del partito di governo, da socialista a conservatore, in un paese in cui si percepisce la destra come miglior amministratrice e che quindi potrà guidare meglio la difficile situazione economica. In realtà non importa il risultato, perché dopo aver visto quello che è successo nella fatua democrazia dell'Unione Europea durante le ultime settimane, con la Grecia e l’Italia, resta chiaro che le decisioni non le prendono i singoli Stati nè tanto meno il popolo sovrano: i nostri nuovi governanti faranno quello che gli si chiede, punto e basta. Una tale situazione porterà una delusione crescente che può trasformarsi in rabbia quando la nuova recessione nella quale stiamo entrando aumenterà i livelli di disoccupazione dal 21,5% attuale al 25 o 26% in un paio di anni. E, tuttavia, l’unica cosa che facciamo è seguire il cammino conosciuto: quello del collasso. Di sicuro, a proposito di collasso, Dimitri Orlov ha rivisto recentemente il suo modello delle cinque fasi del collasso  (finanziario, commerciale, dello Stato, della comunità e della famiglia) e le sue conclusioni non possono essere più deludenti: secondo lui, sembra che il grande impegno degli stati per evitare il collasso finanziario – che avrebbe dovuto esprimersi nella sua grandezza già due o tre anni fa – causerà il fatto che il collasso finanziario sopravvenga contemporaneamente a quello commerciale ed eventualmente a quello dello Stato, quest’ultimo trascinato dal peso enorme del debito contratto nel salvataggio finanziario. In ultima analisi, il suo modello ancora era troppo graduale e morbido a confronto del brutale corso degli eventi nel quale ci trascina il BAU (Business As Usual). Una nuova evidenza del fatto che la discesa dal lato destro della curva di Hubbert sarà dominato da effetti non lineari. E gli attuali eventi in Grecia suggeriscono che, effettivamente, il collasso finanziario si verificherà contemporaneamente a quello commerciale: la Grecia è dovuta ricorrere all’Iran come suo principale fornitore di petrolio (grazie, Ángel, per il riferimento), visto che altri paesi non si fidano della solvenza greca. La discesa che noi spagnoli stiamo iniziando, seguendo la strada di greci, irlandesi, portoghesi ed italiani, ci porterà dal nostro preteso “Primo Mondo”, a cui arrogantemente credevamo di appartenere per nostri meriti e nel quale siamo immersi senza che ci importi un fico secco del resto del pianeta, verso il Secondo o Terzo: E ci servirà a poco il fatto che due anni fa sgomitavamo con i ricchi e potenti: loro adesso hanno i loro grattacapi ed in questo momento siamo loro di ostacolo.

Questi giorni che mancano alle elezioni sono come il mare che si ritira prima dell’arrivo della prima onda di tsunami: c’è una calma strana ed irreale, mentre un’ombra vaga ed inquietante si forma all’orizzonte. In realtà, se conosciamo un po’ di Storia e di come si è praticata l’economia nel XX secolo, sappiamo cosa succederà in Spagna. A partire da lunedì si comincerà a dire quello che ora si tace: che è urgente prendere misure per contenere la spesa, che è intollerabile che il debito spagnolo si discosti dall’obbiettivo (fissato per quest’anno al 6% e che potrebbe arrivare all’8%), ecc. E’ possibile che il Governo socialista, in carica fino a gennaio, quando si insedierà il nuovo Governo, si veda obbligato a prendere in anticipo alcune misure drastiche, misure che in ogni caso adotterà il PP quando arriverà: diminuire immediatamente gli stipendi pubblici – un’altra volta, forse un 10% in questa occasione -, tagliare ancora di più la Sanità, l’Educazione e, ahia, le Opere Pubbliche – perché Germania e Francia sono molto sensibili a questi aeroporti multimilionari senza passeggeri ed altre stupide infrastrutture sottoutilizzate fatte durante l’epoca d’oro del mattone. Ci sarà, probabilmente, un aumento dell’IVA e sicuramente un riduzione generalizzata delle sovvenzioni e degli aiuti (questo tocca anche me, assegni di ricerca e progetti). Tutto questo porterà ad una maggiore contrazione economica e a più disoccupazione, di conseguenza entreranno meno soldi nelle casse dello Stato sotto forma di imposte e si dovranno pagare più sussidi – ad un certo punto si proporrà di ridurre il sussidio di disoccupazione ed il salario minimo. E questo in un contesto dove i beni primari saliranno di prezzo e quelli non primari si abbasseranno mentre si liquidano gli stock, per poi tornare a salire. Insomma, saremo sempre più poveri, più poveri…

Il Sole si oscura: l’onda già lo copre, è già qui. Da qualche parte si dovevano pur scrivere alcune verità fra tante menzogne che si dicono. Non sono “salvataggi” quelli che si applicano agli Stati, sono liquidazioni; non sono “cambi di Governo per Governi Tecnocratici” sono colpi di Stato che conferiscono le redini ai nostri prepotenti creditori, che assicureranno che i loro padroni ricevano il loro denaro anche se noi ci roviniamo; non è austerità, è rovina crescente; non sarà ordine pubblico, ma repressione; non sarà interesse comune, ma privato; non sarà il recupero della strada della crescita, ma addentrarsi in quella dell’impoverimento; non c’è crescita, ma la fine della crescita. Ci resta solo la misera consolazione del fatto che queste onde finiranno per arrivare anche a Berlino e New York.

E l’acqua arriva già.

Saluti
Antonio Turiel

Post-scriptum: Effettivamente, questo post non parla di energia, ma dovevo comunque scriverlo.