Da “Resource Crisis”. Traduzione di MR
Di Ugo Bardi
Dunque, siamo giunti ad un punto interessante, inteso nel senso cinese di maledizione. E' il punto in cui al popolo greco viene chiesto di scegliere fra la fame e la schiavitù, e questo dovrebbe essere un trionfo della democrazia.
Mentre la tragedia si dipana, le persone prendono posizione, indirizzando la loro rabbia impotente verso questo o quell'obbiettivo: l'Euro, i burocrati di Brussels, il governo greco, Tsipras, una qualche cospirazione internazionale e persino Putin, il solito spauracchio di qualsiasi cosa.
Ma potrebbe essere che tutto il circo finanziario che stiamo vedendo danzare dentro e intorno alla Grecia sia solo l'effetto di cause molto più profonde? L'effetto di qualcosa che rosicchia i fondamenti stessi non solo della Grecia, ma di tutto il mondo occidentale?
Facciamo un passo indietro e diamo un'occhiata allo studio del 1972 intitolato “I Limiti della Crescita” (LTG). Guardate lo scenario “caso base”, quello che ha usato in ingresso i dati che sembravano i più affidabili in quel periodo. Eccolo, nella versione del 2004 dello studio, con dati in ingresso aggiornati.
Nonostante tutte le critiche ricevute da LTG negli anni, la sua solidità è stata ripetutamente dimostrata, per esempio in “The Limits to Growth Revisited”. I calcoli di LTG erano basati su diverse ipotesi, quella principale era che i costi in aumento risultanti dal graduale esaurimento delle risorse naturali del mondo avrebbero portato un peso crescente sul sistema industriale, forzandolo a rallentare la propria crescita e, alla fine, ad iniziare un declino irreversibile.
In generale, i modelli sono più affidabili quando sono molto generici (o “aggregati”). Quindi, per esempio, è una sfida accettata quella di prevedere il clima della Terra fra cento anni, ma solo perché i modelli non fanno alcun tentativo di prevedere il tempo atmosferico di giorni e luoghi specifici. Se vieni colpito da un uragano, puoi dire che questo è il risultato del clima che cambia, ma sai anche che è impossibile prevedere quando e dove colpirà il prossimo uragano.
La stessa cosa vale per il collasso generato dal modello di LTG. E' molto aggregato: può prevedere un collasso generico, ma non può prevedere dove e quando avverranno esattamente dei collassi locali. Ma è probabile che i collassi locali comincino fra le economie più deboli del mondo; regioni con capacità produzione industriale basse e con poche o nessuna risorsa minerale interna. La Grecia, appunto.
Ciò non significa che i fattori finanziari non possano aver accelerato il collasso Greco o avrelo reso peggiore. Ma se la ragione del disastro greco è sistemica, allora nessun trucco finanziario curerà la malattia che non è finanziaria nella sua essenza.
Se lo studio LTG ha ragione e la crisi è generata dai costi di produzione di risorse naturali gradualmente in aumento (e ci sono le prove che questi costi stanno aumentando in tutto il mondo, vedete anche qui), allora il collasso non può essere evitato, al massimo può essere mitigato agendo a livello sistemico. Tramite misure come l'energia rinnovabile, l'efficienza e il riciclo, il sistema può essere aiutato ad affrontare la ridotta disponibilità di risorse. Ma la contrazione economica del sistema è inevitabile. E' un contrazione che chiamiamo collasso finanziario, ma è semplicemente il risultato del sistema che si adatta a risorse di qualità inferiore (leggi più costose).
E se le ragioni del collasso sono sistemiche e non finanziarie, si deve quindi trattare di un fenomeno in progressione che colpirà tutti i paesi vulnerabili, a partire dai paesi mediterranei europei: Spagna, Italia e Portogallo, che potrebbero essere i prossimi.
Si fermerà mai il collasso? Sì, si fermerà quando la dimensione dell'economia mondiale sarà diventata compatibile con la qualità dell'energia che la sostiene (che possiamo misurare in termini di energia di ritorno dall'energia investita – EROEI). Per cui potremmo affrontare una discesa molto lunga e profonda, di fatto, a meno che non riusciamo a re-alimentare l'economia con nuove fonti di energia rinnovabile di qualità energetica comparabile.
Non è impossibile, ma nemmeno economico, e gran parte delle persone dicono che è troppo costoso. Così, il nostro futuro sarà quello che la nostra avidità determinerà. Se non altro, avremo ciò che ci meritiamo.
Di Ugo Bardi
I risultati dello “scenario standard” (o “caso base”) dello studio “I Limiti della Crescita”. Potrebbe essere che il collasso in corso della Grecia sia un sintomo di un collasso più generale che quel modello genera per i primi due decenni del XXI secolo?
Dunque, siamo giunti ad un punto interessante, inteso nel senso cinese di maledizione. E' il punto in cui al popolo greco viene chiesto di scegliere fra la fame e la schiavitù, e questo dovrebbe essere un trionfo della democrazia.
Mentre la tragedia si dipana, le persone prendono posizione, indirizzando la loro rabbia impotente verso questo o quell'obbiettivo: l'Euro, i burocrati di Brussels, il governo greco, Tsipras, una qualche cospirazione internazionale e persino Putin, il solito spauracchio di qualsiasi cosa.
Ma potrebbe essere che tutto il circo finanziario che stiamo vedendo danzare dentro e intorno alla Grecia sia solo l'effetto di cause molto più profonde? L'effetto di qualcosa che rosicchia i fondamenti stessi non solo della Grecia, ma di tutto il mondo occidentale?
Facciamo un passo indietro e diamo un'occhiata allo studio del 1972 intitolato “I Limiti della Crescita” (LTG). Guardate lo scenario “caso base”, quello che ha usato in ingresso i dati che sembravano i più affidabili in quel periodo. Eccolo, nella versione del 2004 dello studio, con dati in ingresso aggiornati.
Nonostante tutte le critiche ricevute da LTG negli anni, la sua solidità è stata ripetutamente dimostrata, per esempio in “The Limits to Growth Revisited”. I calcoli di LTG erano basati su diverse ipotesi, quella principale era che i costi in aumento risultanti dal graduale esaurimento delle risorse naturali del mondo avrebbero portato un peso crescente sul sistema industriale, forzandolo a rallentare la propria crescita e, alla fine, ad iniziare un declino irreversibile.
In generale, i modelli sono più affidabili quando sono molto generici (o “aggregati”). Quindi, per esempio, è una sfida accettata quella di prevedere il clima della Terra fra cento anni, ma solo perché i modelli non fanno alcun tentativo di prevedere il tempo atmosferico di giorni e luoghi specifici. Se vieni colpito da un uragano, puoi dire che questo è il risultato del clima che cambia, ma sai anche che è impossibile prevedere quando e dove colpirà il prossimo uragano.
La stessa cosa vale per il collasso generato dal modello di LTG. E' molto aggregato: può prevedere un collasso generico, ma non può prevedere dove e quando avverranno esattamente dei collassi locali. Ma è probabile che i collassi locali comincino fra le economie più deboli del mondo; regioni con capacità produzione industriale basse e con poche o nessuna risorsa minerale interna. La Grecia, appunto.
Ciò non significa che i fattori finanziari non possano aver accelerato il collasso Greco o avrelo reso peggiore. Ma se la ragione del disastro greco è sistemica, allora nessun trucco finanziario curerà la malattia che non è finanziaria nella sua essenza.
Se lo studio LTG ha ragione e la crisi è generata dai costi di produzione di risorse naturali gradualmente in aumento (e ci sono le prove che questi costi stanno aumentando in tutto il mondo, vedete anche qui), allora il collasso non può essere evitato, al massimo può essere mitigato agendo a livello sistemico. Tramite misure come l'energia rinnovabile, l'efficienza e il riciclo, il sistema può essere aiutato ad affrontare la ridotta disponibilità di risorse. Ma la contrazione economica del sistema è inevitabile. E' un contrazione che chiamiamo collasso finanziario, ma è semplicemente il risultato del sistema che si adatta a risorse di qualità inferiore (leggi più costose).
E se le ragioni del collasso sono sistemiche e non finanziarie, si deve quindi trattare di un fenomeno in progressione che colpirà tutti i paesi vulnerabili, a partire dai paesi mediterranei europei: Spagna, Italia e Portogallo, che potrebbero essere i prossimi.
Si fermerà mai il collasso? Sì, si fermerà quando la dimensione dell'economia mondiale sarà diventata compatibile con la qualità dell'energia che la sostiene (che possiamo misurare in termini di energia di ritorno dall'energia investita – EROEI). Per cui potremmo affrontare una discesa molto lunga e profonda, di fatto, a meno che non riusciamo a re-alimentare l'economia con nuove fonti di energia rinnovabile di qualità energetica comparabile.
Non è impossibile, ma nemmeno economico, e gran parte delle persone dicono che è troppo costoso. Così, il nostro futuro sarà quello che la nostra avidità determinerà. Se non altro, avremo ciò che ci meritiamo.