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sabato 10 ottobre 2015

Quello che la Exxon sapeva del cambiamento climatico

Da  “The New Yorker”. Traduzione di MR (via Skeptical Science)

Di Bill McKibben



Pompe di benzina Exxon e Mobil, New York 1979. Due anni prima, secondo un nuovo rapporto, gli scienziati della Exxon hanno detto alla società che il loro prodotto principale contribuiva al riscaldamento globale. Foto di Brian Alpert/Keystone/Hulton Archive/Getty

Mercoledì mattina, i giornalisti di InsideClimate News (ICN), un sito Web che ha vinto il Premio Pulitzer per i suoi servizi sulle perdite di petrolio, ha pubblicato la prima dispensa di una denuncia i più parti che apparirà nei prossimi mesi. I documenti che hanno raccolto e le interviste che hanno fatto agli impiegati in pensione ed ai funzionari mostrano che, già nel 1977, la Exxon (ora ExxonMobil, una delle società più grandi del pianeta) sapeva che il proprio prodotto principale avrebbe scaldato disastrosamente il pianeta. Ciò non ha impedito alla società di passare da allora decenni a organizzare le campagne di disinformazione e negazione che hanno rallentato  - forse fatalmente – la risposta del pianeta al riscaldamento globale.

sabato 21 febbraio 2015

Completamente fuori di testa: il cambiamento climatico come è visto negli Stati Uniti

Da “Ruminator”. Traduzione di MR

Di Adam Dawson

Tanto per discutere, diciamo che siate dei lobbisti di 56 anni della Camera di Commercio, che è una associazione con sede a Washington DC che influenza i legislatori per conto di enormi multinazionali. Ogni mattina vi svegliate con la sveglia del vostro Smartphone, un miracolo della tecnologia che vi dà facile accesso ad ogni dannato frammento di informazione del mondo. Entrate in cucina per la colazione e mentre mangiate accendete il vostro televisore, fate un giro fra le centinaia di canali disponibili e decidete di fermarvi sul notiziario.

Poi vi fate la doccia con l'acqua resa bollente da un boiler allo stato dell'arte di alta efficienza che può scaldare fino a 50 galloni d'acqua con una spesa energetica a malapena rilevabile. Vi vestite con un abbigliamento adatto al lavoro a Capitol Hill, uscite di casa ed entrate nella vostra macchina. E che macchina! Ha una telecamera posteriore che si accende e visualizza sul cruscotto cosa avete dietro quando siete in retromarcia. C'è un cicalino che scatta quando cominciata ad uscire dalla vostra corsia e a finire in quella di altri. Ha freni antibloccaggio, un telaio rinforzato in acciaio, zone  deformabili che aiutano ad assorbire la forza di una collisione in caso facciate un incidente e, nel caso che lo facciate, ci sono diversi airbag capaci di proteggere ogni parte del vostro corpo.

Mentre guidate per andare al lavoro, la vostra macchina vi dà automaticamente un bollettino sul traffico e vi fa sapere se c'è un grosso ingorgo sula vostra normale via per raggiungere il lavoro. Usando la tecnologia GPS, il vostro display vi indica una via alternativa per giungere al lavoro, fornendovi istruzioni audio di modo che possiate continuare a guardare la strada. Mentre fate la vostra deviazione, vedete il vostro assistente personale attivato acusticamente prenotare una vacanza per voi e vostra moglie alla Bahamas. Poi prendete un appuntamento col vostro medico così potrete avere un'altra ricetta che ha aiutato a sistemare i problemi di rigidità che avete avuto con ciò che vostra moglie chiama “il vecchio bingbong” (E' tutto a posto, Avete 56 anni, Succede ai migliori di noi). Arrivate al lavoro appena in tempo per il vostro brifing del mattino e, mezz'ora dopo, avete un incontro con un deputato, dove lo guarderete dritto negli occhi e gli direte che la scienza è una cazzata.

Questa potrebbe sembrare un'incoerenza a tutti voi, ma dovete capire che in America ci sono due diversi tipi di scienza. C'è la scienza che è vantaggiosa per le multinazionali, che buona, giusta e solida come una roccia. E' quella degli Smartphone, dei boiler, del GPS, del televisore a schermo piatto da 62 pollici e 700 canali, delle pillole per l'erezione e ancora e ancora. E poi c'è la scienza che costa soldi alle multinazionali, che è fraudolenta, truffaldina e puro gibberish. Sotto la seconda definizione ci sono cose come la climatologia, le misurazioni dell'inquinamento, l'oceanografia ed altre discipline che potrebbero fottere i margini di profitto ai produttori di energia e al settore manifatturiero.

Naturalmente, la Camera di Commercio sa dannatamente bene che il cambiamento climatico è reale, lo sa anche l'American Petroleum Institute, lo sa la lobby americana del carbone, quella del gas e lo sanno i fratelli Koch (noti finanziatori del negazionismo climatico americano, ndt.). Lo sanno tutti. Semplicemente non gliene frega una mazza. Fregarsene significherebbe alterare i loro modelli di business e questo semplicemente non accadrà. Per quanto riguarda queste persone, qualsiasi conseguenza che provenga dal danno ambientale avverrà molto dopo che saranno morti e sepolti e hanno fatto tanti quattrini fino al punto che che i loro pro nipoti avranno i mezzi necessari per creare le proprie sfere del tuono (cit. Mad Max, ndt.) in cui vivere.

C'è un copione sperimentato per portare il pubblico e il governo statunitense a diventare completamente scettici sulla scienza ufficiale. Il primo passo è assicurarsi di comprare la fedeltà di quanti più Deputati e Senatori possibile e il secondo passo e far sembrare i dati scientifici fraudolenti. Le grandi società del tabacco erano abituate a questo ed erano molto brave a farlo. In quei giorni, possedevano tutti i membri del Congresso in Virginia, nelle due Carolina, nel Tennessee, in Mississippi e in Alabama, che erano gli stati in cui veniva prodotto gran parte del tabacco. Una volta sistemato questo aspetto, è stato ridicolmente facile rallentare, neutralizzare o ammazzare completamente ogni legge sul tabacco. Le società del tabacco hanno anche sempre avuto qualche Professor Frink di turno a libro paga per testimoniare di fronte al Congresso e contraddire qualsiasi cosa dicesse la American Lung Association. Considerando che milioni di americani erano completamente drogati di sigarette, questi sono stati più che felici che il tabacco non fosse poi così male per loro. E le società del tabacco stesse erano senza vergogna. Per esempio, ecco un filmato dei dirigenti di ogni società di tabacco in America che proclamano di fronte al Congresso che la nicotina non dà minimamente dipendenza. Questo ha funzionato dannatamente bene per circa 60 anni, finché il tasso di morti legate al fumo è diventato troppo grande da ignorare.

Il tabacco è stato capace di regnare sovrano in questo paese perché Big Tobacco aveva miliardi di dollari da spendere ed un relativo pugno di Deputati e Senatori in mano. Oggigiorno, il malvagio della storia possiede praticamente ogni Deputato e senatore del Partito Repubblicano. Il tabacco veniva coltivato in pochi stati. L'energia e la produzione sono ovunque. Si produce carbone i 26 stati. Si produce petrolio in Alaska, Texas, California, i due Dakota, Louisiana, ecc, ecc. E se in uno stato non c'è produzione di petrolio, ci sono certamente delle raffinerie di petrolio in quasi ogni stato del paese. Il fracking per il gas naturale è in atto ovunque. E se il vostro stato non ha a che fare con le materie prime, è una scommessa sicura che abbia a che fare con gli utilizzatori finali delle materie prime. Pensate che General Motors, Chrysler, Ford e tutti i produttori di auto stranieri che hanno stabilimenti in tutto il paese siano particolarmente esaltati dagli standard di efficienza dei consumi? Pensate che i governi degli stati vogliano sborsare soldi per qualche nuovo parco eolico fricchettone quando la centrale a carbone sperimentata è ancora in piedi e funzionante?

L'industria dei combustibili fossili è dappertutto e, mentre la manifattura in America sta morendo, c'è n'è ancora abbastanza, e non è una sostenitrice di ciò che potrebbe significare il cambiamento climatico per le loro linee di fondo. E grazie alla decisione Cittadini Uniti della Corte Suprema, questa gente può dare molti più soldi alle campagne elettorali per il Congresso o per il Senato di quanti abbia mai potuto dare Big Tobacco. E non fate errori su questo, gran parte del Partito repubblicano è posseduto completamente.

Di recente al senato c'è stato uno di quei voti tipo “stiamo solo facendo una dichiarazione” in cui hanno determinato che il cambiamento climatico è reale, ma la maggioranza dei Senatori ha dichiarato che benché possa essere reale, l'attività umana non ha niente a che vedere con esso. Ciò potrebbe sembrare una sottigliezza, ma è una sottigliezza con conseguenze gravi. Significa che il Senato sta rendendo del tutto chiaro che sono d'accordo col fatto che l'industria dei combustibili fossili continui a fare quello che le pare.

L'industria dei combustibili fossili sta facendo molto di più che comprare semplicemente i politici. Stanno anche finanziando un enorme pressione pubblicitaria, che va dalle cose grandi, come far sembrare che tutti i climatologi che ci avvertono dei pericoli del cambiamento climatico sono solo dei ciarlatani che cercano finanziamenti, alle piccole cose, come far sembrare che l'energia rinnovabile verde sia in qualche modo vagamente di sinistra e per fighetti anziché essere semplicemente pratica.

Parlando personalmente, se fossi uno scienziato che fosse semplicemente interessato ai soldi, non avrebbe avuto più senso per me lavorare con le industrie Koch? Hanno più soldi che escono dai loro vecchi culi raggrinziti, mentre i climatologi devono andare a vendere torte per poter continuare col loro lavoro. Ma questa pressione pubblicitaria sta funzionando nel cambiare le idee dell'americano medio? Assolutamente. Parlate di cambiamento climatico ad un elettore standard repubblicano e è come se sentisse il tema musicale di La Stangata. Inoltre, considerate anche il fenomeno “rolling coal”. Nelle aree rurali, i possessori di camion stanno truccando i loro mezzi con ciminiere che emettono dei nuvoloni neri di fumo da combustione di gasolio pigiando un bottone. Di solito lo fanno quando passa qualcuno con una Prius. Perché, sapete, fanculo loro e il riscaldamento globale. Voglio dire, è nevicato quest'anno, no?

I produttori di energia non hanno affatto paura di fare esempi di gente normale, se non riescono ad averla vinta. C'è questa società di carbone chiamata Murray Energy, di proprietà di un devoto, Timorato di Dio e stronzo totale di nome Robert Murray, e il giorno dopo che Obama ha rivinto le elezioni, ha chiamato un gruppo di impiegati e letto la seguente preghiera:

“Buon Dio:

Il popolo americano ha fatto la sua scelta. Ha deciso che l'America deve cambiare strada, allontanarsi dai principi dei suoi Fondatori. E di allontanarsi dall'idea di libertà individuale e responsabilità individuale. Di allontanarsi dal capitalismo, dalla responsabilità economica e dall'accettazione personale. Siamo un Paese in favore della redistribuzione, della debolezza nazionale e degli standard di vita ridotti e di livelli sempre più bassi di libertà personale. 

Gli acquirenti hanno messo in minoranza i produttori. In risposta a questo, mi sono rivolto alla mia Bibbia e Pietro II, Capitolo 1, versi 4-9 dice: “ Alla fede dobbiamo aggiungere la bontà; alla bontà, la conoscenza; alla conoscenza, l'autocontrollo; all'autocontrollo, la perseveranza, alla perseveranza, la devozione, alla devozione, la tenerezza; alla tenerezza fraterna, l'amore'. 
Signore, per favore perdona me e tutti quelli che sono con me nella Murray Energy Corp. Per le decisioni che ora siamo costretti a prendere per preservare l'esistenza stessa di tutte le imprese che ci hai aiutato a costruire. Chiediamo la tua guida in questo tempo drastico con le decisioni drastiche che verranno prese per avere una qualche speranza della nostra sopravvivenza come impresa commerciale americana. 

Amen”.

Poi ha licenziato 200 persone. Che è proprio quello che avrebbe fatto Gesù. Voi ragazzi ricorderete che nella Bibbia Gesù aveva 20 discepoli, ma ne ha dovuti licenziare un po' perché non faceva abbastanza soldi?

Murray lo stronzo ha dato la colpa del licenziamento alla “guerra al carbone” di Obama, ma in realtà Obama non ha fatto niente di che. Murray stava dando un esempio ai suoi dipendenti, così come qualsiasi altro americano che lavorasse direttamente o indirettamente per l'industria dei combustibili fossili. Volete continuare a lavorare? Attenti a come votate.

Odio darvi cattive notizie, ma per cambi davvero qualcosa riguardo alla politica americana sul clima, dovrà accadere qualcosa di davvero terribile, voglio dire davvero terribile, tipo che dovremo perdere la Florida, o Manhattan debba finire sotto il livello del mare. Ci sono troppi soldi di mezzo e il nostro sistema viene truccato troppo facilmente perché questi vadano in qualsiasi altra direzione.



giovedì 27 febbraio 2014

Big Oil scommette; noi tutti perdiamo

Da “Recharge” (pdf non in rete). Traduzione di MR


Di Jeremy Leggett

“Stiamo scommettendo la nostra intera vita economica nazionale nella speranza – di fatto nell'aspettativa – che il boom del fracking continuerà fino agli anni 20 inoltrati del 2000 e che, a un tasso e ad un costo che desideriamo, quantità significative di petrolio “ancora da scoprire” saranno in qualche modo trovate per soddisfare la domanda. Se una qualsiasi di queste cose si dimostra sbagliata non abbiamo un piano, nessuna alternativa e non abbiamo pensato per niente a come risponderemmo in un caso simile”.

Chi parla è l'esperto di sicurezza nazionale il Tenente Colonnello Daniel Davis, il veterano di 4 turni di servizio in Iraq e Afghanistan. Non sono un militare, ma ma mi preoccupo della sicurezza energetica del mio paese allo stesso modo in cui lui lo fa del suo. Nel Regno Unito, il governo, il servizio civile e gran parte delle grandi aziende energetiche sembrano perfettamente soddisfatti di replicare il grande azzardo in corso negli Stati Uniti. Il 10 dicembre, il Tenente Comandante Davis ed io abbiamo convocato a Washington e Londra, in collegamento video, incontri di persone che condividono le nostre preoccupazioni sul rischio di una crisi petrolifera globale.

Abbiamo anche invitato persone chiave che non lo sono, ma che erano interessate a provare, al di là della propaganda, che il dibattito sulla politica energetica sembra attrarre in questi giorni. Fra coloro che si sono uniti a noi c'erano militari in pensione, ufficiali militari, esperti di sicurezza, alti dirigenti di un'ampia gamma di industrie e politici di tutti i principali partiti, compresi due ex ministri britannici. Abbiamo cominciato con una presentazione di Mark Lewis, un ex capo della ricerca energetica della Deutsche Bank. Con questo retroterra, ci si potrebbe aspettare che Lewis sia un discepolo della narrazione convenzionale dell'abbondanza di petrolio nei mercati. Molti dei suoi pari lo sono. Ma lui ha suggerito tre grandi segni di avvertimento nell'industria petrolifera che puntano ad una narrazione contraria di problemi incombenti per l'offerta: alti tassi di declino, impennata della spesa di capitale e crollo delle esportazioni. I tassi di declino di tutti i giacimenti di petrolio greggio convenzionale in produzione oggi sono spettacolari; la IEA prevede un crollo della produzione da 69 Mb/g di oggi a soli 28 Mb/g nel 2035. L'attuale produzione totale globale di tutti i tipi di petrolio è di circa 91 Mb/g.

Considerate la spesa necessaria per cercare di compensare quel divario. Gli investimenti per lo sviluppo di giacimenti petroliferi e per l'esplorazione sono quasi triplicati in termini reali dal 2000: da 250 miliardi di dollari a 700 miliardi di dollari nel 2012. L'industria sta spendendo sempre di più per sostenere la produzione e la sua redditività riflette questa tendenza, nonostante il perdurare del prezzo del petrolio alto. Nel frattempo, il consumo vola nei paesi del OPEC. Di conseguenza, le esportazioni globali di petrolio greggio sono declinate dal 2005. E' difficile confondere questi dati e non vedere una crisi petrolifera in arrivo, conclude Lewis. Che dire della recente aggiunta di 2 Mb/g di nuova produzione di petrolio, del boom che è stato lanciato come “ciò che cambia i giochi” e la strada verso“l'Arabia Saudita" da parte dei tifosi dell'industria? Il veterano di Geological Survey of Canada, David Hughes, che ha condotto l'analisi più dettagliata dello scisto Nord Americano al di fuori delle aziende di petrolio e gas, ha offerto alcuni punti di vista che fanno riflettere su questo. I suoi dati mostrano i tassi di declino prematuro spettacolarmente alti nei pozzi di gas e petrolio di scisto (più correttamente conosciuto come tight oil) significano che servono alti ritmi di trivellazione solo per mantenere la produzione. Questo problema è aggravato dal fatto che i “sweet spots” si esauriscono prima nello sviluppo dei giacimenti. Di conseguenza, la produzione di gas di scisto sta già calando in diverse regioni chiave di trivellazione e la produzione del tight oli nelle due regioni principali è probabile che raggiunga il picco fra il 2016 e il 2017. Queste due regioni, in Texas e Nord Dakota, permettono il 74% della produzione totale di tight oil statunitense.

Come Lewis, Hughes crede che l'industria del petrolio e del gas stia tirando per il naso il mondo verso una crisi energetica. Nel mio libro The Energy of Nations, descrivo come i think tank militari hanno avuto la tendenza di fiancheggiare l'industria, come Lewis e Hughes, che diffidano della narrazione cornucopiana della permanenza del petrolio. Uno studio del 2008 dell'esercito tedesco, la mette così: “Le barriere psicologiche fanno sì che fatti incontestabili vengano oscurati e portano quasi istintivamente al rifiuto di guardare in dettaglio all'interno di questo tema difficile. Il picco del petrolio, tuttavia, è inevitabile”. Questo oscuramento si estende ai media mainstream, che hanno entusiasticamente fatto eco ai mantra delle aziende petrolifere, fino al punto che le stesse parole “picco del petrolio” sono state ridotte a simbolo di un allarmismo senza fondamento. Non dovremmo mai dimenticare che nella corsa al collasso del credito, l'incombenza finanziaria ha schierato le stesse tattiche di pubbliche relazioni contro coloro che avvertivano sulla fragilità dei titoli garantiti da ipoteca.


Jeremy Leggett è il fondatore e presidente non esecutivo dell'azienda internazionale di fotovoltaico SolarcenturyIl suo nuovo libro, The Energy of Nations: Risk Blindness and the Road to Renaissanceè pubblicato da Routledge