Post di Fabio Vomiero
La questione scientifica, descrizione ed evidenze:
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una sana ed equilibrata alimentazione può essere in grado di ridurre significativamente l'incidenza e la prevalenza delle principali patologie cronico-degenerative, concetto peraltro ben noto almeno fin dai tempi di Ippocrate. La promozione e l'implementazione di adeguate abitudini alimentari dovrebbero pertanto essere delle priorità assolute sia per quanto riguarda il singolo individuo, che per il sistema sociale nel suo complesso.
Ma per tentare di capire, almeno a grandi linee, quale potrebbe essere il tipo di alimentazione per noi più appropriato, è necessario però chiarire che al di là dei gusti, delle tradizioni, delle culture e naturalmente degli interessi economici, dobbiamo guardare prima di tutto alla nostra fisiologia e alla nostra storia biologica, facendo comunque attenzione a non cadere nell'imprudenza, purtroppo molto comune, di trarre delle conclusioni affrettate e definitive dai relativamente pochi elementi sicuri di cui disponiamo.
Anche noi umani, infatti, esattamente come tutte le altre specie, siamo sottoposti a dei precisi vincoli biologici che stabiliscono sempre limiti e possibilità. Possediamo infatti un certo tipo di dentatura, di stomaco, di intestino, di enzimi salivari e digestivi, di microbiota intestinale, come elementi di un corredo fisiologico sostanzialmente di tipo onnivoro plasmato da una storia biologica di milioni di anni, fatta di continui cambiamenti ambientali e di conseguenti adattamenti nutrizionali determinati principalmente dalla disponibilità delle risorse.
Tuttavia, alcune evidenze scientifiche iniziano oggi ad emergere forti e chiare dalla stragrande maggioranza degli studi scientifici e in particolare dai lavori di meta-analisi più recenti.
La prima, per esempio, riguarda senz'altro la necessità, almeno nel caso della nostra attuale società occidentale palesemente ipertrofica, di una generale restrizione calorica, concetto che si traduce sostanzialmente nella raccomandazione di adottare una dieta più sobria, frugale, prevalentemente vegetariana e con il pesce eventualmente da preferire alle carni.
Seguono poi le indicazioni più squisitamente pratiche, come quelle di evitare, per quanto possibile, gli zuccheri semplici aggiunti, i dolci industriali, le bibite zuccherate, i succhi di frutta, di limitare al massimo l'uso di carni trasformate e lavorate (gli insaccati per capirci, classe 1 della classificazione IARC delle sostanze ritenute cancerogene), di moderare il consumo di carne in generale e in particolare di quella rossa (classe 2A, probabilmente cancerogena), di limitare il consumo di bevande alcoliche (l'alcol è tossico, psicoattivo e cancerogeno), di consumare regolarmente frutta e verdura (cibi ricchi di micronutrienti, vitamine e sali minerali), senza esagerare con la frutta perchè ricca di zuccheri, e di consumare regolarmente anche legumi, frutta a guscio e olio extravergine di oliva di buona qualità.
É possibile anche variare l'apporto proteico con una moderata introduzione di prodotti lattiero-caseari, per i quali i dati attuali non evidenziano alcuna relazione dannosa dimostrata sulla salute, e delle uova, alimento molto interessante e ultimamente rivalutato proprio da studi molto recenti. Un'altra interessante e promettente indicazione, anch'essa emersa recentemente, è il consiglio di cercare di limitare il tempo in cui si distribuisce la nostra alimentazione giornaliera ad un massimo di 12 ore, lasciando pertanto un altrettanto intervallo di tempo disponibile per un digiuno pressochè completo.
Tutte queste linea guida sono oggi sostenute da decine di articoli scientifici peer review di tipo prevalentemente osservativo, epidemiologico e caso-controllo, i quali, nonostante tutte le difficoltà legate alle cause multifattoriali e alle variabili confondenti, ci offrono comunque un quadro quantomeno attendibile. É comunque sempre possibile consultare una buona sintesi di quanto viene formalmente accettato e raccomandato dalla comunità scientifica di settore, accedendo in qualche modo ai LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la popolazione italiana) o alle loro rappresentazioni grafiche (piramidi alimentari), se divulgate da fonti attendibili. Si tratta di documenti di consenso, periodicamente aggiornati, che espongono la posizione condivisa dal mondo della ricerca in campo nutrizionale.
Da questi documenti si possono ricavare, per esempio, le frequenze giornaliere o settimanali con cui è consigliato consumare alcuni tipi di alimenti (una porzione di pasta o di riso al giorno, meglio se integrali, va generalmente bene) e, soprattutto, importantissimo, le quantità, cioè a quanti grammi di alimento ci si riferisce quando si parla di porzione. Per esempio, per quanto riguarda la pasta o il riso, si parla di 80 gr., per la carne 100 gr., il pesce 150 gr., l'insalata 80 gr., la verdura cotta 200 gr. e così via, parametri naturalmente indicativi, ma certamente sempre molto utili per tentare di dare un senso pratico alle cose.
Per quanto riguarda invece l'apporto calorico giornaliero dato dai macronutrienti, esso viene indicativamente suddiviso in un 55% circa derivante dal consumo di carboidrati prevalentemente complessi e meglio se integrali, un 15% dalle proteine, con prevalenza di quelle vegetali e un 30% dai grassi, perlopiù monoinsaturi e caratteristici dell'olio extravergine di oliva.
Conclusioni:
La dieta è quindi un fattore estremamente importante e controllabile nell'ambito di uno stile di vita orientato al miglioramento e alla tutela del proprio stato di salute generale, il quale dovrebbe prevedere, tra l'altro, anche l'attività fisica, sociale e cognitiva, la riduzione dello stress e l'abolizione del fumo di tabacco.
Riuscire a stabilire una dieta ottimale non è per niente facile e probabilmente nemmeno possibile, anzi, pare ci siano dei buoni motivi per ritenere che, nell'ambito di una sorta di griglia di possibilità tracciata indicativamente dalla nostra predisposizione biologica, ci possano essere comunque dei discreti margini di tolleranza per l'implementazione di schemi alimentari anche diversificati, ma ugualmente efficaci. Alla fine, è sempre una questione di buon senso, equilibrio, consapevolezza e sostenibilità.
Dobbiamo perciò diffidare di tutte quelle diete troppo rigide e matematizzate, che tendono per esempio ad escludere totalmente importanti categorie di nutrienti, oppure, al contrario, a mitizzarne altre. Parlando di carboidrati, per esempio, recentemente al centro di accesi dibattiti non sempre privi di venature ideologiche, bisogna precisare che c'è una sostanziale differenza tra un carboidrato complesso (polisaccaride) introdotto con il consumo di cereali, pane, pasta, riso, cibi che apportano oltretutto anche proteine di origine vegetale e soprattutto fibra, e uno zucchero semplice, come per esempio il saccarosio (normale zucchero), in quanto le risposte glicemiche e le sollecitazioni ormonali (produzione di insulina) indotte dalla loro digestione e assorbimento sono infatti molto diverse e naturalmente molto peggiori per lo zucchero. Inoltre, una buona quantità di carboidrati deve essere comunque garantita per evitare lo stato di chetosi e di ipercatabolismo delle proteine tissutali e assicurare soprattutto ai neuroni, agli eritrociti e alle cellule muscolari, la giusta quantità di glucosio necessaria per potere svolgere le loro importanti funzioni vitali.
Ma così come l'eccesso di carboidrati va certamente evitato, anche tutte le diete, peraltro oggi molto di moda, che tendono a preferire grassi e proteine a discapito dei carboidrati, non sono esenti da rischi: l'eccesso di questi macronutrienti, infatti, può produrre dei sottoprodotti o intermedi metabolici potenzialmente dannosi, come i corpi chetonici nel caso dei grassi e l'urea nel caso delle proteine.
Naturalmente poi, per avere anche un riscontro oggettivo che possa servire a "dimostrare" in qualche modo che il modello alimentare a cui si fa riferimento sia effettivamente salutare e che non si tratti soltanto di una convinzione soggettiva, basterebbe semplicemente guardare al proprio peso, alle proprie forme, al proprio stato di salute e di forma generale sul lungo periodo (non dopo una settimana o un mese) e ai propri valori ematici sentinella, principalmente la glicemia, il colesterolo, i trigliceridi e le vitamine D e B12, eventualmente da integrare.
Infine, i gravi problemi ecologici ed ecosistemici che si stanno rapidamente palesando ed accumulando, impongono necessariamente una riflessione anche sulla sostenibilità. Una dieta come quella attuale, infatti, basata per esempio su un eccessivo consumo di carne, oltre che ad essere molto probabilmente pericolosa per la nostra salute, è assolutamente deleteria in termini di produzione di inquinanti, di contributo al riscaldamento globale e di tutela del benessere animale. In una maniera o nell'altra, quindi, essa dovrà comunque essere ripensata attentamente, sia sotto il profilo nutrizionale, che quello, non meno importante, delle questioni ecologiche ed etiche.
Bibliografia:
1) Mariani, Costantini, Cannella, Tomassi,"Alimentazione e nutrizione umana", 2016
2) Telmo Pievani, "La vita inaspettata", 2011
3) Umberto Veronesi, "Longevità", 2012
4) Valter Longo, "La dieta della Longevità", 2016
5) Filippo Ongaro, "Fino a cent'anni", 2016
6) Dale E. Bredesen, "La fine dell'Alzheimer", 2018
7) John Coetzee, "La vita animale", 2000
8) SINU Società Italiana di Nutrizione Umana
9) IARC International Agency for Research on Cancer
https://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/dieta-vegan-impatto-ambiente/
RispondiEliminaIn questo caso ci sono 3 diete, tutte egualmente valide sotto il profilo nutrizionale, messe a confronto per quanto riguarda gli impatti ambientali.
Inoltre
https://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/jane-goodall-allevamenti-intensivi/
Altre produzioni non particolarmente necessarie
EliminaArmi, trasporto privato, pubblicità, obsolescenza programmata.
Importanti settori sociali
Sanità,educazione,convivialità.
Decrescita uguale recessione?
No.
https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/14747731.2020.1812222
Anonimox
Anche in questo campo, sono state prese tante e tali cantonate in passato da rendere lecito il sospetto che anche le "certezze" attuali siano inattendibili. Mangiate come vi pare, che tanto si arriva tutti allo stesso traguardo.
RispondiElimina"Facendo finta che la gara sia arrivare in salute al gran finale." (cit.)
Mangiare meno carne fa molto più bene a noi che a Gaia: a Gaia servirebbe la costituzione di isole di wolderness, cioè almeno 1/4 di territorio fra le aree coltivate lasciato a bosco, secondo quanto sostengono Mark Bekoff e james Lovelock: quindi siamo molto oltre una tutela delle forste residue.Ergo consolarci dicendo che mangiare meno carne fa bene sia a noi che all'ambiente è un messaggio formalmente corretto, ma facile consolatorio e nei fatti ampiamente insufficiente: per tutelare l'ambiente Gaia prima che diventi del tutto Medea, dobbiamo ridurre di molto. le bocche umane. TAGLIARE LA FORESTA PER COLTIVARE GRANAGLIE NON è ASSOLOTAMENTE PIù ETICO CHE LASCIRE IL TERRIOTRIO A PASCOLO, snche perchè se vediamo cosa succede in amazzonia dopo 3.4 anni di agricoltura il suolo disboscato si impoverisce rapidamente e resta una stepopa arida...DI CONTRO I PASCOLI ANTURALI NEL WEST AMERICANO SONO MOLTO PIù SOSTENIBILI DELL'AGRICOLTURA NELLE STESSE AREE....SEMMAI ALLORA PARLIAMO DI LIMITARE L'USO ANTOPICO DEI PASCCOLI NATURALI PER FARNE RISERVE NATURALI...Insomma l'aggancio finale del post ad una presunta scelta ecologica del mangiare meno carne, senza affronatre i temi spinosi ad esempio dei danni a Gaia procurati da mamme umane che dopo il primo figlio non vogliono fermarsi, (e non viene impedito loro per legge), non mi è piaciuto per niente.
RispondiEliminaGiusto!
EliminaUna motivazione corrente degli ammalati di veganismo è quella di ridurre l'impronta ecologica (il suicidio sarebbe più efficace dell'erbivorizzarsi!) e non dicono nulla su crescita demografica, sulla esplosiva crescita dei carnivori da compagnia, ormai a centinaia di milioni, etc. .
Più o meno come uno che si concentrasse sul mozzicone di sigaretta lasciato acceso ignorando l'incendio nell'appartamento a lato.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Cibo_per_animali_domestici
EliminaCibo per animali domestici. Basta andare a cercare su wikipedia. Sono gli scarti e le frattaglie che altrimenti dovrebbero essere smaltiti.
La crescita demografica va contenuta. E chi dice il contrario? E poi?
Buongiorno, non sono un esperto di veganismo, ma mi pare che il principale motivo di tale scelta di vita sia sostanzialmente di carattere etico, e cioè come rifiuto filosofico di ogni sorta di violenza e di sfruttamento degli animali, non di carattere ecologico... o sbaglio...
EliminaNella vulgata comune i vegetariani ed i vegani credono di essere più attenti all'ambiente, quando invece magari hanno 2 figli o più...A natale i soldi in più vanno dati ai aprchi naturali in Europa ed Africa, non ai bambini affamati...Semmai alle popolazioni alla fame vanno dati tanti medici disponibili a sterilizzare.
EliminaCi sono diversi approcci al veganesimo (e anche all'antiveganesimo per fortuna)
Eliminahttps://www.guidagalatticapervegetariani.info/2016/06/vegani-non-tutti-uguali/
Ma ci sono anche molti studi che valutano seriamente l'impatto di vari tipi di scelte dietetiche (con tanti numerini che non piacciono a chi preferisce includere i vegani nella categoria dei malati mentali).
Ma bisognerebbe pure appurare se la misantropia qualora si presenti in forma grave, sia o non sia, a sua volta, una manifestazione di malattia mentale.
Anonimox
Anonimo, ti sbagli: in realtà noi di un animale macellato potremmo mangiare quasi tutto, frattaglie comprese. Lo so perché ad esempio mangio i miei galli e non buttiamo via praticamente niente a parte le cose sporche di materiali fecali. Le ossa fanno brodo e poi concime. I pochi resti non mangiati da noi delle pecore vanno alle galline che li spazzolano. Se un animale muore all'improvviso e non lo puoi mangiare, c'è la possibilità di darlo alla fauna selvatica, con l'approvazione della forestale, ad esempio ai grifoni.
EliminaComunque, il conflitto tra alimentazione umana e degli animali da compagnia c'è: gli scarti della carne possono essere dati ad animali di allevamento onnivori, quali maiali e anche galline, così da ridurre il ricorso ai mangimi e l'impatto ambientale. Inoltre nel cibo per animali da compagnia spesso ci sono anche cereali, vitamine, e così via - non solo scarti.
Ricordiamoci poi che i nostri animali domestici richiedono anche altre cose (cucce, pascoli, accessori vari) e che sono ormai pesantemente medicati.
Uno può essere pro o contro il veganesimo, ma non illudiamoci che tenere animali naturalmente carnivori (sì, cani compresi) non sia in contraddizione con esso.
Antiveganesimo cos'è!?!?
EliminaVogliamo definire l'erborivorismo di un bufalo o di un asino come antionnivorismo!?
Che l'acqua non va bene perché bagnata e ossida il ferro e con il caldo fa afa!?
L'uomo non è né un bufalo e neppure un asino, può fare delle scelte a ragion veduta. Con tutto il rispetto per somari e bufali. Scegliere è una prerogativa degli esseri umani, non una malattia.
EliminaAnonimox
Anonimo, osserva un asino per qualche giorno e poi dimmi che non è capace di scegliere. E quando ha scelto, puoi fargli di tutto, ma non si smuoverà dalla sua idea, caschi il mondo.
EliminaCambia esempio :)
Infatti è vegano. Anzi, crudista.
EliminaInsisto sul punto già citato in questo blog, la cellulosa non è digeribile dagli umani!
RispondiEliminaSe ragioniamo di proporzioni nella dieta sono aperto (non sono un consumatore abituale di carni o alcolici), nel vegetale una gran quantità di energia è impiegata per la cellulosa come componente strutturale e la maggioranza della biomassa animale è composta da erbivori dotati di apparati di digestione atti ad usarla. Ogni ragionamento alimentare và associato proprio a questo elemento.
Nelle società di sussistenza gli animali sono integrali al sistema circolare, producono sia carne che altri prodotti di consumo, svolgono una comoda funzione di concentratori di elementi fertilizzanti nelle feci e sono fonte di energia meccanica. Ovviamente in un sistema simile le proporzioni sono definite dalle disponibilità e risultano salutari per una ragione banale: gli esseri umani sono decine di millenni che vivono con una dieta di sussistenza ed il loro organismo è progettato e selezionato proprio per quella dieta, addirittura culture diverse rispondono in maniera differente alle diete.
La sostenibilità della produzione alimentare è quindi da considerare attentamente, la soluzione proposta di diete "verde erba" paradossalmente potrebbe peggiorare i problemi.
A coloro che scrivono su questo blog ricordo come ogni dieta sia sostenibile riducendo le bocche da nutrire, questo a prescindere da quanto sia effettivamente gradevole per Gaia (poi mi chiedo chi ci parli). Lo stesso vale per gli stili di vita e simili...... Il paradosso fondamentale è però come far sì che, dopo aver adeguatamente sfoltito (con che parametri?) la popolazione, si possa comunque mantenere in funzione un minimo di civiltà necessaria a garantire lo stile di vita voluto, questione non banale viste le lunghe catene di lavorazione necessarie per ottenere anche solo le produzioni più semplici (anche solo il ferro, elemento abbondantissimo, non è garantito senza una base industriale enorme, basta guardare Roma). Se qualcuno propone il salto indietro fino alle caverne semplicemente si parla di resettare ma bisogna anche eliminare la conoscienza accumulata, risultato sarebbe un semplice ripetersi della storia ma accelerato: molti elementi chiave sono intrinseci nel modo di ragionare e quindi non andrebbero per forza persi, anche la scrittura e la numerazione araba, l'algebra di base e così via!
Non ci si capisce una mazza.
EliminaComunque se vuoi dei numeri qui li trovi
https://www.mdpi.com/2304-8158/3/3/443/htm
Anonimox
Prima parte versione semplice:
Elimina1-se vuoi mangiare solo vegetali o diventi un ruminante o devi mangiarne 10 volte
2-i ruminanti sono parte sia della dieta che del sistema di coltivazione, trasformano l'erba in prodotti commestibili e forniscono forza lavoro, da morti anche altro.
3-la dieta umana è l'adattamento millenario alla disponibilità, non esiste una dieta "migliore" che non sia radicata nelle proporzioni di vegetale, animale e minerale (in varie forme) secondo le quali ci siamo sviluppati come specie
Parte seconda riassunta
1-mi sono stancato di sentire che la soluzione è lo sterminio di massa, è solo un modo per rendere ogni stile di vita anche i più folli "sostenibile" riducendo i beneficiari
2-ridurre gli individui non permette di mantenere gli stili di vita desiderati per la semplice mancanza di mani per raffinare e lavorare il necessario
3-l'ipotesi cavernicoli non funziona, di base semplicemente l'accumulo di conoscenze è troppo ed il vantaggio della tecnologia sovverchiante
4-anche radendo al suolo gli archivi di conoscenza molti dei meccanismi base più raffinati sono talmente semplici da essere ormai ineradicabili
Spero di aver chiarito
Concordo con la seconda parte.
EliminaLa prima non mi pare sufficientemente informata.
Quelli che ogni giorno mangiano diversi kg di frutta e verdura sono i cosiddetti crudisti.
Per essere vegani basta sostituire i legumi alla carne o ai formaggi o alle uova, tenuto conto che di legumi ce ne sono diverse varietà mentre la carne ha più o meno sempre quel sapore. La vit b12 tutti la devono integrare, perché con i moderni sistemi di allevamento gli animali crescono in ambienti diciamo sterilizzati e nella loro carne se ne trova poca.
Poi volendo ampliare il discorso all'agricoltura, è vero che gli animali sono indispensabili in contesti tipo l'agroecologia, ma in questo caso è impensabile ipotizzare un consumo di carne paragonabile a quello che avviene nei paesi diciamo "ricchi".
Anonimox
Il problema della prima parte lo ho esposto nel commento: i vegetali usano un mare di energia per la cellulosa, o la digerisci o la fai digerire e usi chi la digerisce come alimento.
EliminaDal mio punto di vista è solo una questione energetica, la cellulosa è la versione vegetale del grasso in quanto praticamente una lunghissima catena di glucosio (https://it.wikipedia.org/wiki/Cellulosa ) e non poterla digerire vuol dire sprecare tutta quell'energia! Per completare l'apporto mancante bisogna aumentare il coltivato.
I "fruttariani", i "vegani", i vari "ani" sono tutti possibili solo in un mondo in eccesso di energia, a dimostrazione in India possono essere vegetariani ma usano pesantemente le vacche (e non i tori sacri) come fonte di energia meccanica e soprattutto LATTE. Non esiste cultura di sussistenza ( a bassa energia ed impatto ambientale) che non incorpori gli animali proprio per poter recuperare al massimo l'energia biologica disponibile:
1- ruminanti per la cellulosa
2- animali da cortile per gli scarti di granaglia, i parassiti e gli insetti sia tramite carne che tramite uova
3-maiali per gli scarti biologici (l'umido moderno
4- le feci di tutti come concime (azoto fissato e fosforo in primis, la parte carbonacea e fermentabile è una gradita aggiunta)
Spero di aver chiarito il punto
Athanasius
EliminaTu descrivi una situazione tipo agroecology, ma l'industria della carne funziona diversamente. Richiede mais e soia. Produce deiezioni e scarti di lavorazione che per la loro quantità devono essere smaltiti oppure utilizzati in vari modi (es appunto cibo per cani e gatti) affinché non producano inquinamento.
E comunque l'agricoltura sta velocissimamente cambiando, e in modo inquietante.
https://www.globalresearch.ca/bill-gates-neo-feudalism-closer-look-farmer-bill/5736504
@Athanasius e @Anonimox, i vostri commenti sono MOLTO interessanti. Grazie.
EliminaTiziano
Secondo me l'equivoco fondamentale è contrapporre il consumo di prodotti animali al veganesimo senza considerare CHE prodotti animali e QUANTI. È ovvio che se si considerano i polli in batteria alimentati a mais e mangimi, i maiali nei grattacieli in Cina, il pesce pescato a strascico, eccetera, questo è insensato e insostenibile (oltre che terribilmente crudele).
EliminaAl tempo stesso, animali allevati al pascolo a rotazione, o integrati in un sistema in cui trasformano come si dice sopra gli scarti o la cellulosa in cibo, magari procurandosi il mangiare da soli e quindi riducendo il lavoro umano, ha perfettamente senso. Questo però richiede una disponibilità di terra pro capite molto maggiore di quella attuale, e un consumo di prodotti animali molto minore di quello a cui siamo abituati. Altrimenti non se ne esce. E lo dico anche per esperienza diretta e pratiche personali.
(P.S. Scusate ma dire che i legumi hanno sapori diversi e la carne no per sostenere che in qualche modo l'alimentazione vegana sarebbe più varia non solo non è vero, ma anche un po' stupido, dato che i vegani possono mangiare solo i legumi e poco altro per avere proteine, mentre gli onnivori hanno *anche* la scelta non solo tra vari tipi di carne - che cambiano di sapore eccome - ma anche di uova e latte)
Ata, a sentire te, mi sembra di sentire i politici e i capi delle religioni: ci vogliono braccia, meglio schiavi decerebrati, da far lavorare per noi. Bravo davvero.
EliminaGaia
Eliminaquello che scrivi è implicito nei miei ultimi commenti. La carne grass-fed è assolutamente sostenibile ma è anche un prodotto poco reperibile sul mercato.
Sì, è vero, gli onnivori hanno più possibilità di combinare i sapori rispetto ai vegani, ma io facevo un confronto diretto carne-legumi.
Stiamo attenti però a non restare indietro rispetto alla realtà. L'industria alimentare si sta muovendo a grandi passi verso un modello tecnologico-industriale pieno di preoccupanti incognite. I piccoli contadini, purtroppo, vengono sempre più spazzati via, in ogni parte del mondo, dalle grandi multinazionali. Quello che si mangerà tra qualche anno potrebbero essere cibi OGM o prodotti in laboratorio.
Anonimox
Anonimo, dipende anche dal consumatore. I prodotti più "sostenibili" ci sono eccome, ma la gente deve fare quella minima fatica, in termini di costo (per il momento) e di impegno a cercarli, per sostenerli di più. O autoprodurli. Volendo gran parte delle famiglie italiane potrebbe allevarsi i polli in giardino. Ma poverini, poi vuoi mica ammazzarli?
Eliminama perchè devo ammazzarli, quando mi ci vogliono ore per spennarli, pulirli delle interiora, cuocerli per mangiarli. L'ho fatto con un fagiano arrotato e, seppure dalle carni deliziose, non lo rifarei, come non l'ho fatto con la centinaia di piccioni che ho dovuto abbattere per liberarmi dalle montagne di guano e che ho preferito lasciar divorare da degli uccelli spazzini, tranne uno che era troppo bello e che ho sepolto. Mi rendo conto di essere nato in un mondo in cui gli animali erano al servizio degli uomini, mentre ora sono gli uomini ad essere al servizio degli animali, ma la fame leva il lupo dal bosco e vorrei vedere chi non è disposto ad uccidere per fame, non solo gli animali, ma anche i suoi simili.
Eliminama perchè devo ammazzarli, quando mi ci vogliono ore per spennarli, pulirli delle interiora, cuocerli per mangiarli. L'ho fatto con un fagiano arrotato e, seppure dalle carni deliziose, non lo rifarei, come non l'ho fatto con la centinaia di piccioni che ho dovuto abbattere per liberarmi dalle montagne di guano e che ho preferito lasciar divorare da degli uccelli spazzini, tranne uno che era troppo bello e che ho sepolto. Mi rendo conto di essere nato in un mondo in cui gli animali erano al servizio degli uomini, mentre ora sono gli uomini ad essere al servizio degli animali, ma la fame leva il lupo dal bosco e vorrei vedere chi non sarebbe disposto ad uccidere per fame, non solo gli animali, ma anche i suoi simili.
Elimina@Anonimox
EliminaSul modello economico rimango anche io perplesso, ovviamente la "resa" migliore economica è la monocoltura (poca manod'opera e semplicità di gestione) mentre le rese agroalimentari sono meglio con PMI agricole.
Sia come sostenibilità energetica da biomassa (https://www.lowtechmagazine.com/2020/09/how-to-make-biomass-energy-sustainable-again.html ) che come rese agricole siamo decisamente avvantaggiati con attività a medio alto impiego umano, meglio governabile con le strutture delle PMI che dei colossi. Con un pò di impegno il semplice lavoro può consentire dei mezzi "miracoli" come i mandarini sul Mar Nero senza serre (https://www.lowtechmagazine.com/2020/09/how-to-make-biomass-energy-sustainable-again.html ) o gli straordinari lavori di L. Burbank che con i semplici incroci e le selezioni manuali dei frutti ha prodotto più di 300 specie diverse sia agricole a resa migliorata che ornamentali (https://en.wikipedia.org/wiki/Luther_Burbank )senza uso di ingegneria genetica. Peraltro i suoi lavori si dimostrano decisamente più utilizzabili di quelli da laboratorio, il DNA selezionato non ha componenti spurie o difetti indotti dai mezzi di manipolazione e introduzione, di difficile individuazione dato l'enorme mole di materiale genetico delle piante commestibili.
@Mago
Il mio "avatara" con cui scrivo è ispirato a A. Kirher (https://it.wikipedia.org/wiki/Athanasius_Kircher), di cui apprezzo la dimostrazione che una curiosità attiva apre alla maestria del "centinaio d'arti". Ovviamente la mia è una modesta speranza, riconosco che molti mi superano nel sapere ma spero che sotto una cotal stella almeno una parvenza di una simile capacità un giorno la potrò ottenere. Sarei felice di potermi definire un Politico, uomo che ama ed amministra la polis con saggezza, così come sarei estasiato di poter essere paragonato a molti dei "mostri sacri" che nelle ere sono stati "capi delle religioni" e esempi di umiltà, saggezza e compassione. Ovviamente immagino tù ti rivolga alla versione degradata di queste professioni..... Per la questione degli schiavi decerebrati purtroppo temo che ne abbiamo fin troppi a disposizione, la mia speranza sarebbe che almeno vedessero le loro catene! Ricorda che gli schiavi possono essere furbi ma non intelligienti, sanno eseguire ma non lavorare, pensano alla pancia piena oggi ma non a cosa gli costerà domani e credono di possedere ogni verità (la loro sacra opinione) ma non agiscono mai per cercarla o per verificare la correttezza di ciò che credono.
Si torna sempre al punto zero: perché allevamento intensivo? Quanti pascoli e boschi servono per sostenere Frignano di Sotto? Glorenza? Enna? Ancona? Milano? Wuhan? Città del Messico?
EliminaLa portanza sostenibile del pianeta è in [1, 2] miliardi di umani.
Le città sono luoghi ecologici? Dove prendono le risorse? Gli aminoacidi "nobili"? Dove smaltiscono i rifiuti? Come?
Atanasio, penso che negli anni 60 del secolo scorso la popolazione mondiale fosse ca. 2 o 2.5G ed era in pieno sviluppo tecnologico.
Non mi pare che Svezia e Finlandia siano paesi arretrati, anche se hanno densità demografica di 1/50 (vado a spanne) rispetto al Bengala (che dal punto di vista non solo tecnoteistico qualche problema lo ha).
Gaia
EliminaMah. Questa pandemia dei polli....
Francamente io gli animali li vedrei bene nei boschi. Gli uomini negli orti e gli animali nei boschi, come dice Giancarlo Cappello orticoltore naturale filosofo. Prendila come una boutade.
Ognuno, me compreso, porta avanti i propri sogni.
Anonimox
Anonimo, ok. E l'animale che non è fatto per stare nel bosco, cosa ne fai di lui? Solo quelli del bosco hanno diritto a esistere? E quando l'animale del bosco verrà nel tuo orto e nel tuo campo e prenderà quello che tu stai cercando di coltivare, allora cosa farai?
Elimina(Non dirmi che recinti, perché non possiamo recintare tutto quello che coltiviamo, e farlo farebbe più male all'animale e al suo bosco delle altre alternative)
Ata, "avatara" mica è poi così tanto da persone umili. Penso che le catene gli schiavi decerebrati le possano vedere solo se ispirati da Dio nella preghiera, ma i seguaci delle dottrine orientali non apprezzano molto il dialogo con Dio, preferendo la meditazione, che umanamente funziona, ma non spiritualmente.
Elimina@Uomo in cammino
EliminaSiamo sempre al punto del "riduciamoli".....
L'allevamento intensivo è una follia schizzofrenico-tecnologica, lo capisci benissimo cercando uova non allevate a terra, stannno sparendo perchè i polli in batteria sono un disastro economico: risparmi sulla superficie del capannone ma mantenerli vivi e produttivirichiede un lavoro infernale e tonnellate di antibiotici, sedativi, integratori e simili, i capannoni sono delle camere a gas di ammoniaca nelle quali servono i respiratori e così via. Allevando a terra su una superficie adeguata ed in numeri abbastanza ridotti gli antibiotici li si usa con il contagoccie solo sui polli che "non beccano", gli altri farmaci sono inutili e così via, ovviamente gli scarti sono un problema solo se ci sono troppi allevamenti tutti concentrati altrimenti semplicemente gli azotati agiscono come fertilizzante.
Storicamente poi l'allevamento intensivo in stalla è un invenzione danese ampiamente pre industriale, nasce per permettere di raccogliere e utilizzare il fieno del maggese (indispensabile nella rotazione colturale), bonus il fatto che gli animali producesero latte anche durante l'inverno che in danimarca è lungo. La pratica si è diffusa in fretta tanto che anche le cascine storiche hanno le stalle da allevamento!
La città è sostenibile? Roma dice di sì, bisogna vedere però fino a che limite. Babilonia, Luxor, Alessandria, Atene, Persepoli..... e 11000 anni fà Gobekli Tepe ( https://it.wikipedia.org/wiki/G%C3%B6bekli_Tepe ) parlano e dicono che la città è parte integrante della vita umana da molto, moltissimo tempo. Come ogni entità possono andare in overshoot e morire, la Roma dei cesari fù praticamente una rovina per un millennio nonostante la sede papale. Sono in overshoot? Personalmente ritengo di sì, da almeno qualche decennionon sono più motori economici ma solo alveari, ovviamente la situazione si invertirebbe rapidamente se i trasporti diventassero più difficili o costosi: la funzione delle città è la concentrazione spaziale delle attività artigianali-industriali per ridurre i trasporti e meglio gestire la forza lavoro.
A Roma al tempo dei cesari morivano 8000 persone all'anno per mancanza di sonno. Le fucine dei fabbri lavoravano giorno e notte per produrre le armi per l'impero. Nelle città medioevali in mezzo alla strada correva una cloaca puzzolente e chi poteva si allestiva una bella villa o almeno una fattoriucola con torri a sbalzo di avvistamento/difesa e una cinquantina di stanze per farci vivere la servitù, gli operai agricoli e gli armati necessari alla protezione, più i padroni e i magazzini per i raccolti, per non parlare delle stalle e delle cantine. Vivere nelle città ha anch'oggi i suoi svantaggi: i vicini che hanno perso la testa dietro al consumismo (tv sempre accese, trapani sempre in funzione per montare mobili o arredi che la pubblicità impone alle menti decerebrate), i locali pubblici che sono sempre pieni di gente nevrotica che urla invece di parlare. Non penso che una persona abbastanza normale sia fatta per vivere in queste condizioni, poi magari uno può anche avere la fortuna di avere vicini abbastanza normali, di avere locali pubblici abbastanza lontani, ma vuoi mettere l'aria puzzolente degli agglomerati urbani con l'aria della campagna? Mi ricordo che 50 anni fa almeno le notti erano vivibili ed ora lo sono di nuovo, almeno finchè ci sarà il coprifuoco per il covid. Non tutto il male viene per nuocere e da un punto di vista spirituale è comprensibile.
Elimina"E l'animale che non è fatto per stare nel bosco?"
EliminaGli animali addomesticati sono forme di "OGM": sono selezioni che non esistono in natura, che non esisterebbero nella forma in cui sono senza le intenzioni selezionatrici e teleologicamente finalizzate all'utilita' dell'addomesticatore, l'uomo.
Autorevoli studiosi (fra cui Konrad Lorenz) sostengono con dispiacere che l'uomo abbia fatto subire subire a se stesso lo stesso trattamento, detto di autodomesticazione.
In effetti, siamo l'unico animale "superiore" se non altro dal punto di vista della capacita' di predazione, superpredatori apicali, che emula nelle sue megasocieta', che oggi arrivano ad assommare miliardi di individui, l'organizzazione tipica delle colonie degli insetti sociali (vedere l'interessante ultimo amaro articolo di Luca Pardi che in proposito cita gli ultimi lavori di Edward O. Wilson, prima di sparire dai radar).
La nostra capacita' di predazione apicale piu' che dell'essere umano come individuo, e' in effetti della megasocieta' gerarchica e gregaria costituita da milioni o miliardi di esseri umani.
Quindi, Mago, niente cicale: assomigliamo MOLTO di piu' alle formiche e alle api (o alle termiti se preferisci).
Non e' quindi per caso se ammiriamo le formiche e le api, e detestiamo le cicale: e' alle formiche e alle api che assomigliamo e ci ispiriamo, ma e' anche da li' che deriva la nostra piena e vera capacita' distruttiva.
Tornando al fenomeno della domesticazione, un'altra cosa che abbiamo in comune con gli animali addomesticati, oltre alla capacita' di vivere in megaaddensamenti che non possiamo quindi piu' definire disumani, ma perfettamente umani, e' la sfrenata attivita' sessuale e riproduttiva, indipendente dalla densita' demografica: anche questa e' tipica degli animali addomesticati, o "snaturati" che dir si voglia.
firmato winston
Win, sono uscito a fare 2 passi e la palestra era piena di giovani api che correvano dietro ai palloni e nei locali della parrocchia c'erano bambini di formiche che festeggiavano non so cosa (un compleanno?). Non saranno locuste, forse sono peggio delle locuste, almeno loro non inducono morte nei loro simili con comportamenti scellerati.
EliminaE l'animale che non è fatto per stare nel bosco?
EliminaSinceramente (la mia era soltanto una piccola provocazione) senza gli animali addomesticati diventerebbe difficile parlare di agroecologia, agricoltura organica ed altro, perché riciclano gli scarti delle coltivazioni e producono quel poco ma indispensabile letame per la concimazione, oltre a erogare forza lavoro. Oltre naturalmente a fornire cibo di origine animale.
Però l'ipotesi di una permacoltura vegana è stata formulata e si trova in un libro "Il libro della permacoltura vegan" di Graham Burnett. Bisognerebbe provare a fare studi, mettendo in pratica certi suggerimenti, come quello di ricavare una proporzione maggiore di carboidrati dagli alberi, tipo i castagni, rispetto a quella che si ricava dalle monocolture di cereali.
Ma il paradigma agricolo imperante è quello industriale (inefficiente) che ora viene ulteriormente rilanciato con la cosiddetta agricoltura di precisione, (che precisa non è) e lascia tutti i problemi irrisolti, specialmente quelli relativo alla biodiversità e alla proprietà dei terreni.
Anonimox
https://www.gaiafoundation.org/lessons-from-evangelines-garden/
EliminaQuesta è la vera agricoltura di precisione. A costo zero.
Anonimox
(e così ho detto tutto).
Mi riferivo al fatto che esistono tanti tipi di habitat per gli animali selvatici oltre al bosco e che bosco vs orto è una semplificazione che non ci aiuta molto.
EliminaÈ vero. Ma speravo di non essere preso così alla lettera. Tra l'altro c'è un mio precedente commento che è rimasto incagliato, sulla possibilità di praticare un quasi utopistico tipo di permacoltura che ospiti ma non utilizzi gli animali come fonte di cibo. Riguardo alle invasioni dei campi da parte degli animali selvatici, quello è un problema serio. Penso che sia una faccenda che riguardi prima di tutto il potenziamento del corpo forestale. Ebbene si, anonimox come Mauro Corona.
Elimina"La portanza sostenibile del pianeta è in [1, 2] miliardi di umani."
EliminaEsatto, questo forse e' il quesito fondamentale da porsi, tenendo pero' presente che la risposta non e' solo tecnica, e' in qualche modo anche politica: con quali e quanti altri animali oltre agli uomini siamo disposti a condividere cio' che la terra puo' offrire?
Come ci ha a suo tempo insegnato questo blog, ci sono i grafici di cefurka-smil sulla biomassa terrestre dei vertebrati che mostrano come l'uomo e i suoi artefatti addomesticati nel giro di qualche migliaio di anni hanno quasi completamente eliminato e sostituito tutti gli altri animali vertebrati (trovate i grafici cercando terrestrial biomass smil cefurka, ma immagino che li conoscete gia' tutti).
Uno degli animali che ci somiglia di piu' come cervello, intelligenza, sentimenti e socialita', il superpredatore apicale orca marina, che muore di vecchiaia a circa 80 anni, e' presente in tutti i mari e oceani del mondo con poche decine di migliaia di esemplari in tutto, circa 100.000, non in 10 miliardi come noi agricoltori post-neolitici, industrializzati e non.
In generale, i superpredatori sono pochi e radi, devono essere pochi e rari, altrimenti sconvolgono l'equilibrio biologico su cui si basa la loro stessa esistenza: essendo superpredatori hanno enormi capacita' di incidenza!
Detto questo, in italia la densita' demografica e' di una persona, con tutti i suoi artefatti di accompagnamento piante e animali addomesticati compresi, ogni 5.000 mq, e la densita' mondiale che si calcola dividendo 8 miliardi per il totale della superficie delle terre emerse antartide compresa e' di una persona e suoi artefatti ogni 18.000 mq, se non sbaglio i calcoli.
Per chi ha la percezione fisica di cosa sia un acro, o un campo, di quanto ci possa stare sopra coltivato e non, e' un'enormita' a prescindere da ogni altra considerazione.
Poco tempo fa un articolo di Simonetta credo pubblicato anche in questo blog ha citato lo studio, serio, secondo cui la somma degli artefatti umani supera ormai in peso l'intera biomassa del pianeta:
https://www.nature.com/articles/s41586-020-3010-5
Secondo me, porsi complicati quesiti di sostenibilita' di fronte a questi numeri eclatanti e' semplicemente ridicolo, e' sviare il problema in argomentazioni bizantine comunque irrilevanti e prive di importanza, che possono avere senso solo nei termini in cui contribuiscono collateralmente ad affrontare il problema principale.
Un'ultima cosa: non credo che le orche marine e gli altri supepredatori riescano a contenere la loro demografia compatibilmente con l'ambiente in cui vivono, solo perche' non hanno il capitalismo... onestamente, il refrain per cui il capitalismo sia la sorgente di tutti i mali, mi sembra stucchevole: l'essere umano, in quanto animale culturale, "capitalizza" per natura, la cultura stessa e' una forma di accumulo, e se aspettiamo di eliminare il capitalismo in quanto tale, siamo a posto. Non e' forse grazie alla cultura, prima di tutto, che siamo diventati potenti, e quindi distruttivi, come siamo? Eliminiamo la cultura?
firmato winston
Winston
EliminaLa SAU in italia è di circa 13 milioni di ettari. 2000 metri quadrati a testa. Appunto per questo bisogna calcolare bene che cosa conviene coltivare, come coltivare e come distribuire nel modo più equo possibile. (Alla fine il vero problema è questo, anche a livello mondiale).
C'e' un libro di un certo Pecoranera, agricoltore friulano, che calcola quanta terra servirebbe per una singola persona tenuto conto degli inconvenienti climatici ed altro, optando per mais e cereali in primis. (In pratica moltiplica per due). Non ricordo se arrivi a 1000 o 1500 metri quadrati.
Non considera l'allevamento di animali, però dice, che è fondamentale avere un frigorifero.
Anonimox
Anonimox-Angelo, piuttosto che sopravvivere centellinando la miseria, che sembra essere il supremo obiettivo morale (o moralistico?) di un po' tutti qui dentro, ma prima per gli altri o al massimo nell'"ammucchiata legislativo-democratica" che poi significa lo stesso, e intanto viver nel lusso delle chiacchere, e' meglio crepare in anticipo, colpiti dalla folgore. A me piace vivere con nulla, e vivo con nulla (ho un'impronta ecologica che e' quasi la meta' di Jacopo che gia' vive da monaco), ma per mia _libera_ scelta, non per costrizione, tassazione/normazione, incentivazione/disincentivazione, e/o miseria. Tolta la minima e residuale dignita' che mi resta, non ho null'altro per cui valga la pena.
EliminaNull'altro.
NB: "La SAU": ma basta con 'sti acronimi del cazzo che ci vuole mezz'ora per indovinare cosa s'intenda dire, si puo' e si deve esser concisi in altro modo
firmato winston
Mannaggia, winston, io con quei mille metri quadrati di superficie di terra arabile ci potrei vivere alla grande, e infatti mi bastano per quanto riguarda la mia impronta ecologica, e non devo andare a prendere dalla bocca di altri, perché è questa la faccenda. Poi ma checce vo' a stare dentro a questi cazzutti limiti? Girare il minimo in auto, niente aereo. Riscaldamento a 17 18 gradi. Oltre naturalmente a poca carne.E per questo stiamo a fare una tragedia. Sono cose normali, rinunce indolori, anzi, ci si guadagna.
EliminaAnonimox Angelo.
Complimenti per la memoria, compreso il ricordare di quella volta che Simonetta ha dichiarato di essere una specie di monaco pazzo. D'altra parte di Winston ce n’è uno solo. Ma pur ammirando la tua oratoria e la coerenza nello stile di vita, non ho mai capito bene quello che scrivi.
EliminaA parte l'avversione per la burocrazia e lo Stato, il che mi fa pensare che tu sia un anarchico. Se fosse così ti informo che i veri vegani, quelli duri e puri, si rifanno all'anarchismo.
Vedi sul sito Veganzetta.
Anonimox
a proposito di cibo, vedo ristoranti strapieni e i nostri guru, Biden, Draghi e Salvini, ma anche tutti gli altri, promettono lavoro, sviluppo e anche cura dell'ambiente. Ovviamente devono fare le loro promesse alle locuste e sembra che non si rendano conto di quello che dicono, ma ormai ho imparato che i politici sanno portare il cappello, quindi non mi preoccupo.
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