Seconda puntata dedicata al progetto “Ecoesione” dell’Università di Pisa su conversione ecologica e conflitto. Già pubblicato su Apocalottimismo" il 24/10/2020
Di Jacopo Simonetta
Nella prima puntata abbiamo visto alcune delle ragioni per cui un’ulteriore crescita economica non solo è estremamente improbabile, ma sarebbe anche in netto contrasto con l’imperativo di ridurre il più rapidamente possibile l’impatto dell’umanità sul Pianeta. Sarebbe anche prodromo di maggiore conflittualità sociale poiché, salvo opportuni provvedimenti, con ogni probabilità contribuirebbe ad accrescere ulteriormente le differenze di reddito.
Ma se la crescita ha il potere di mitigare i conflitti sociali, la decrescita ha l’effetto opposto, specialmente se, mentre i più decrescono, alcuni continuano a crescere in ricchezza e potere. Non è certo l’unico fattore in gioco, la struttura demografica è anche più importante nel favorire la violenza, ma resta comunque una delle forzanti importanti di cui occuparsi.
Ogni società elabora i propri criteri per decidere cosa è giusto e cosa no, ma sempre vi è un limite oltre il quale la classe dirigente cessa di essere considerata una guida e comincia ad essere vista come un parassita. Di qui la seconda domanda che pongo: Quanta decrescita e per chi?
La decrescita è un concetto alieno, tanto che la parola stessa è un neologismo di assai recente invenzione e gli stessi suoi fautori si affrettano a specificare che, sostanzialmente, si tratta di fare a meno del superfluo, guadagnando però in termini di qualità della vita grazie al venir meno del consumismo compulsivo. Che il consumismo sia una strategia basata sulla cronicizzazione di una stato di frustrazione e solitudine non ho dubbi, ma la questione di quanto sia necessario decrescere per evitare il collasso planetario è parecchio più complicata. Vediamo alcuni dei punti che credo dovrebbero essere tenuti in conto.
Quanto bisogna decrescere? Una serie di indicatori concordano nel suggerire che l’umanità nel suo complesso abbia superato la capacità di carico del pianeta nei primi anni ’70. Vale a dire che sono circa 50 anni che l’effetto combinato di popolazione, consumi e tecnologia ha superato la “capacità di carico” del Pianeta, avviandone un degrado progressivamente accelerato. Moltissime specie, soprattutto di grande fauna, erano già state eliminate dai nostri antenati fin dal tardo paleolitico, ma fino ai primi anni ’70 questo non aveva messo in forse il permanere sulla Terra di condizioni chimico-fisiche compatibili con la vita. A far data da allora invece si.
Di qui l’imperativo, ossessivamente ed inutilmente ribadito ad ogni occasione, di riportare gli impatti complessivi, far cui le famigerate “emissioni climalteranti”, entro dei limiti di sicurezza. Ma se cinquant’anni or sono questo sarebbe stato sufficiente, oggi non lo è più perché nel frattempo biosfera, atmosfera e idrosfera sono state pesantemente modificate cosicché, per consentire al pianeta di recuperare, sarebbe oggi necessario riportare l’impatto antropico ben al di sotto di quella soglia.
Tanto per farsi un’idea di larga massima possiamo comunque darci l’obbiettivo di riportare i nostri consumi globali a quelli di 50 anni or sono. Non dovrebbe essere molto traumatico, visto che chi c’era non ha un cattivo ricordo di allora, per non parlare dei miliardi di persone che vivono ben al di sotto dello standard europeo degli anni ’60 e che, quindi, avrebbero un buon margine di miglioramento. Ma non è così semplice.
Un calcolo preciso sarebbe molto complicato ed aleatorio, ma per farsi un’idea molto approssimativa basta pensare che, da allora, la popolazione è più che raddoppiata, così come i consumi medi pro capite. Ne consegue che, per tornare all’impatto antropico di allora occorrerebbe ridurre ad un quarto i consumi medi attuali. Significherebbe un livello di consumo analogo a quello attuale della Moldavia, per avere un’idea molto approssimativa. Una cosa che non sarebbe certo indolore, soprattutto per noi euro-occidentali, e che ci porta direttamente nel cuore dei possibili conflitti sociali ed internazionali legati a politiche (per ora ipotetiche) di sufficiente riduzione dei consumi.
Chi deve decrescere fra classi. Una così drastica riduzione dei consumi medi può avere effetti estremamente diversi a seconda di come vengono ripartiti fra le classi sociali, dal momento che anche nei paesi più poveri ci sono ricchi e ricchissimi. Anzi, è proprio in questi stati che le disparità di reddito raggiungono l’apice (ad oggi, la UE ha uno dei livelli di sperequazione minori al mondo).
Secondo la vulgata, per risolvere la situazione sarebbe sufficiente tassare pesantemente i super-redditi e super patrimoni per ridistribuire il denaro fra i poveri, ma ancora una volta non è così semplice.
Innanzitutto, se ci fidiamo di Piketty che parla dell’Europa, per quanto spropositati, i super redditi sono troppo pochi per fornire un gettito fiscale adeguato ai bisogni. Bisognerebbe quindi estendere le super-tasse ad un buon 10-20% della popolazione, vale a dire all’intera classe dirigente. La probabilità che ciò avvenga è estremamente ridotta, malgrado questo porterebbe indubbi vantaggi proprio all’élite in termini di recupero di credibilità e di legittimità.
Inoltre, proprio i patrimoni ed i redditi maggiori sono i più difficili da accertare e “catturare”, come dimostrato dal fatto che un miliardario come Trump non solo può impunemente eludere le tasse in un paese assai severo con gli evasori, ma addirittura diventarne il capo.
Comunque, anche immaginando una “Robin Tax” efficace, non è affatto detto che la ridistribuzione del reddito verso il basso sia compatibile con lo scopo dichiarato di ridurre gli impatti antropici. E’ infatti certamente vero che i ricchi consumano e inquinano più dei poveri, ma stimare quanto non è così semplice come Oxfam sostiene con la sua pubblicazione che è perfettamente condivisibile sul piano politico, ma che ha ben poco valore su quello scientifico.
Anzi, uno dei meccanismi automatici che portano alla crescita spropositata dei massimi patrimoni, mentre quelli relativamente modesti rendono poco, è proprio il fatto che i grandissimi capitalisti possono devolvere in consumi solo una piccola parte dei loro redditi, cosicché ne reinvestono una percentuale tanto maggiore, quanto più grande è il patrimonio accumulato. Un classico anello a retroazione positiva; uno dei tanti annidati nel cuore del capitalismo.
Inoltre, dal punto di vista ambientale, il risultato sarebbe diverso a seconda di come la ricchezza vaisse distribuita. Per esempio, se super-tassassimo alcune persone ed imprese europee per distribuire il ricavato fornendo trasporti pubblici gratuiti i consumi diminuirebbero. Viceversa, se lo distribuissimo sotto forma di “ecoincentivi” per l’acquisto di auto elettriche i consumi presumibilmente aumenterebbero.
Comunque, al di là delle questioni di dettaglio, rimane il fatto che ridurre di molto il potere d’acquisto di poche persone per aumentare di poco quello di molte probabilmente manterrebbe i consumi costanti.
Anzi c’è il rischio che li incrementi e, con essi, probabilmente, anche la natalità. Per dirla con un aforisma: la sostenibilità si persegue impoverendo i ricchi, non arricchendo i poveri. Un fatto che in molto subodorano e che cementa quindi una singolare alleanza proprio fra i ricchi (che non vogliono rinunciare ai loro privilegi) e molti poveri e medi (che non vogliono rinunciare al sogno di arricchirsi o, perlomeno, di mantenere lo status quo).
Chi deve decrescere fra stati. E’ perfettamente vero che noi occidentali, chi più chi meno, abbiamo sfruttato ignobilmente altri popoli e paesi per lungo tempo. Ed è vero che, anche se la palma della maggiore potenza coloniale mondiale sta passando in mano cinese, una parte consistente del nostro residuo benessere deriva ancora da accordi commerciali a noi favorevoli. Sono quindi giustificate le rivendicazioni di altri paesi e il desiderio di una parte degli europei di porre fine a questa situazione, ma difficilmente si tenta di analizzare a fondo le implicazioni di una simile operazione.
Noi occidentali siamo stati, complessivamente, i più ricchi e potenti del mondo per talmente tanto tempo da credere che questo sia un fatto naturale ed irreversibile. Non è stato così in molti periodi della storia e non è scritto da nessuna parte che debba restare così per sempre. Anzi, abbiamo ben visto che nel giro di appena 20 anni abbiamo perso parecchie posizioni. Anche questo è un fattore di tensione e di possibile conflitto, stavolta su di un piano internazionale, ma c’è un problema anche maggiore: una rapida decrescita comporterebbe una riduzione del peso politico, economico e militare dello stato, in un contesto di crescente conflittualità non solo con paesi e governi tradizionalmente ostili, ma anche fra paesi che vantano decenni di ottimi rapporti.
Si possono pensare dei sistemi per gestire la questione riducendo i rischi, ma occorre che il problema sia tenuto ben presente e analizzato senza nascondersi il fatto che molti degli stati nostri vicini sono destinati, comunque, ad attraversare fasi di violenza estrema e che non è assolutamente detto che questo non ci coinvolga, in un modo o nell’altro. Come non è assolutamente detto che le potenze maggiori decidano di non approfittare della nostra debolezza, come noi approfittiamo di quella altrui. In particolare mi preoccupano sia gli USA che la Cina che, impegnate nello scontro per la supremazia mondiale, stanno facendo di tutto per colonizzare l’Europa ancor più di quanto non abbiano già fatto.
Impatti su settori irrinunciabili. Quando si parla di abbandono del petrolio, si parla di energia per uso domestico, di agricoltura, trasporti ed altro, ma vi sono interi settori vitali di cui non si parla mai. Qui mi limiterò a citarne uno solo: la sanità. Oggi, soprattutto in Europa ma non solo, praticamente chiunque ha accesso ad un livello di cure che un re od un miliardario di soli 50 anni fa neppure si immaginava e questa è considerata una delle conquiste principali ed irrinunciabili del progresso. Solo che tutto ciò di cui vive il sistema sanitario (medicinali, ospedali, materiali di tutti i generi, protesi ecc.) proviene direttamente o indirettamente dal petrolio e non ci sono alternative possibili, neppure in prospettiva.
In un'ottica di rapida e radicale decabonizzazione, sarebbero anche altri i settori socialmente vitali ad andare in forte crisi. Diciamo che l’intero sistema di welfare (Sanità, sussidi, pensioni, ecc.), già fortemente sotto stress, diventerebbe impossibile da mantenere.
Si potrebbe pensare di conservare una modesta estrazione petrolifera per soddisfare questi e gli altri bisogni per i quali non vi sono alternative, ma non sarebbe possibile; perlomeno non in un’economia di mercato perché, venendo meno le economie di scala, i costi diventerebbero impossibili.
Impatti demografici. Senza qui indugiare su di un tema così complesso, ignorare o trattare sulla base di comodi luoghi comuni uno dei fattori principali in gioco, anzi IL fattore principale in gioco, è come pensare di cucinare una torta usando zucchero e lievito, ma senza farina. Vale quindi la pena di ricordare che la sovrappopolazione non è un fatto assoluto, bensì relativo in quanto dipende certamente dal numero di persone, ma anche dalla struttura della popolazione, dalle condizioni economiche, dal livello tecnologico e dalla capacità di carico del territorio in questione. Il ultima analisi, è il rapporto fra impatti antropici complessivi ed ambiente che determina lo stato di sovrappopolamento.
Tendenzialmente, la crescita economica, anche se “verde”, favorisce la natalità, riduce la mortalità e favorisce l’immigrazione. Il contrario di solito avviene quando la crescita finisce, ma gli effetti reali sono difficili da prevedere perché dipendono anche da molti altri fattori politici, sociali e culturali.
Resta comunque il fatto che, di solito, la crescita demografica segue quella economica con un'inerzia che tende ad erodere i vantaggi raggiunti, generando situazioni di stress sociale particolarmente gravi se associati ad un vistoso “bubbone giovanile”. Masse di giovani senza reali sbocchi professionali sono infatti un viatico sicuro per un elevato grado di turbolenza e di conflittualità, finanche estrema come già stiamo vedendo in molti dei paesi maggiormente prolifici, alcuni molto vicini a noi.
Comunque, modifiche sensibili nelle condizioni di vita hanno sempre conseguenze demografiche, anche se si riescono ad evitare scoppi di violenza. Per fare un esempio pratico, l’aspettativa di vita in Italia è oggi di circa 83 anni, mentre nei citati anni ’70 era di 72; quella odierna della Moldavia è di 76. Ciò non significa che qui accadrebbe lo stesso che là, oppure che si torni indietro nel tempo, ma la correlazione fra consumi e aspettativa di vita è stretta e ben motivata. Certo, se volendo essere cinici, una riduzione della vita media sarebbe un considerevole vantaggio economico sia per i governi che per i giovani, ma politicamente la questione è improponibile, tanto è vero che si evita accuratamente anche solo di farvi cenno.
Uno dei libri più straordinari mai scritti è “I Limiti della Crescita” che dopo 50 anni non solo non è invecchiato affatto, ma anzi è più di attualità che mai. Decenni di verifiche e controlli sui dati reali hanno infatti confermato oltre ogni possibile dubbio l’esattezza dell’impostazione di quel lavoro e che quello che oramai stiamo vivendo sono le prime fasi di un collasso dell’intera civiltà industriale mondiale. Questo significa che una brutale decrescita non è più una scelta, ma un fatto ineluttabile e nasconderselo non ci aiuterà a sopravvivere.
La buona notizia è però che, anche se oramai è troppo tardi per evitare il “Picco di Tutto”, siamo ancora in tempo a mitigare i danni del “rientro” entro quei limiti che abbiamo cercato di esorcizzare negandoli, con l’unico risultato di sfracellarci contro di essi alla massima velocità possibile.
Ma, si obbietta spesso, se si ammette che il collasso sia ormai inevitabile (fatto sul quale molti peraltro dissentono energicamente), a che pro darsi da fare? E’ una strana obbiezione perché è proprio quando la nave affonda che c’è il massimo di lavoro da fare, non quando la crociera procede tranquilla.
Di questo parleremo nel terzo ed ultimo episodio.
Caro Jacopo, anzitutto ti faccio i complimenti per il tuo post, chiaro, approfondito ed interessante come al solito.
RispondiEliminaVolevo poi chiederti di ricontrollare il link automatico che hai inserito sul "bubbone giovanile", perchè potrebbe non essere preciso.
Non solo il vollegamento “bubbone giovanile” e' rotto, anche “I Limiti della Crescita”.
EliminaScusate il catastrofico ritardo, vedo di ripristinarli. Grazie della segnalazione.
Eliminanon penso che i Berlusca siano il problema, piuttosto la pletora di partite IVA e figli di buona donna, che col consumismo si sono arricchiti a decine di milioni, tanto da partire come il proprietario dell'abbigliamento di fronte tutti i mesi prima del covid per girate internazionali aeree. Ovviamente lui e tutti quelli come lui stanno scalpitando per ripartire prima possibile. Fermarli con tasse, patrimoniali o altri solluccheri del genere non è possibile, perchè danno lavoro e rovinarli economicamente non è una strada percorribile. Tenerli col sedere fermo a terra e dare sussidi ai loro dipendenti e ristori a loro mi pare per ora la politica più accorta, poi si vedrà. L'importante è cambiare paradigma, anche se ci vorranno anni, anche perchè il tempo stringe ed un arco temporale di 10 anni fino al 2030, mi sembra la scelta giusta.
RispondiEliminaVeramente un capolavoro di qualunquismo questo commento.
Eliminahttps://crashoil.blogspot.com/2020/08/por-que-no-hace-falta-preguntar-cuando.html?m=1
Eliminase ti pare qualunquismo questo, fammelo sapere.
Quello che dice Touriel non è certamente qualunquismo e in tanti lo dovrebbero leggere. Ma se ti dico che gli statali sono tutti nullafacenti e rubano lo stipendio è corretto?
Eliminano, ma Keynes è osannato proprio per aver contribuito a creare una pletora di dipendenti pubblici, che fanno pure comodo alle elezioni. Poi il mercato negli ultimi decenni non è che ha migliorato la situazione. Consumismo e capitalismo sembra che siano parte della natura umana, almeno da come sembrano inestirpabili.
EliminaL'ecologia, la realta', NON affatto sono egalitarie o "sociali", come osservavo.
RispondiEliminaAd esempio, tra gli ecologisti piu' efficaci ci sono i latifondisti che sono il belzebu' per le credenze delle maggior parte delle persone.
La decrescita piu' efficace e piu' potente e con meno disastri/scompensi, e' quella demografica che pero' si scontra con la hybris e il razzismo anti progressisti per cui le bombe demografiche africane e asiatiche non esistono e le guerre migratorie vengono spacciate come "fantastico, unico e superiore progresso verso il Nuovo Mondo, paradiso multietnico e multiculturale" e varie insipienze per invasati fanatici del genere.
Jurgen Randers aveva confermato alcune di queste conclusioni.
Come osservato nei commenti della pagina precedente la decrescita' demografica ai suoi tabu' che la tarpano ha aggiunto anche quelli del politicamente corretto che semplicemente ignora e omette tutto quanto non e' coerente con la sua narrazione , come ricorda Uriel Fanelli.
Attenzione a non confondere, l'ecologia è egalitaria nel senso che le condizioni sono uguali per ogni attore e lo stesso si può affermare per la realtà. Il fattore sociale è un discorso a parte nel senso immediato dell'efficacia, la società esiste perchè unità individuali specializzate sono più efficaci di unità atomiste generaliste e tanto maggiore è l'organizzazione sociale tanto migliore è l'utilizzo delle risorse: in agricoltura si manifesta con la differenza tra la rotazione tramite incendio e l'accoppiamento irrigazione-concimazione (magari con escreto animale).
EliminaAttenzione poi a definire le efficacie dei vari mezzi con la miopia del primo effetto, le guerre mondiali sono state efficaci nel ridurre la popolazione nell'immediato ma hanno sempre causato un "baby boom" successivo, dopo la seconda i babyboomer sono famosi ma anche dopo la prima vi è stato un aumento sufficiente a alimentare il tritacarne successivo! I latifondisti che tu citi si sono estinti con la concorrenza delle mezzadrie nord europee mostruosamente più capaci ed in grado di mandare il latifondo fuori mercato, altrettanto è capitato alle verie United Fruit e simili: il problema è il costo per mantenere il controllo del monopolio-latifondo, storicamente nato come proprietà della casta guerriera e schiacciato dal diventare sempre più preponderante nella guerra la necessità dell'apporto delle classi produttive, fornitrici di armi e consumabili (munizioni, tecnologia, riparazione e manutenzione).
Il problema principale degli "intoccabili" dirigenti dell'articolo è che in moltissimi casi sono proprietari del capitale virtuale (economico) ma non di quello fondamentale (know-how), la crisi argentina ha dimostrato come in molti casi la presenza o assenza di dirigenti del 10% è ininfluente in quanto facilmente sostituiti dai loro sottoposti: durante il crack molte aziende hanno visto la fuga del 10% apicale con segretarie e sottoposti perfettamente in grado di mandare avanti la gestione, altrettanto la perdita dei direttori d'impianto ha influito minimamente sulle produzioni che hanno trovato addirittura nuovi metodi di approvvigionamento tra i quali campagne di riciclaggio feroce degne del "periodo speciale" cubano.
speriamo di non tornare ad aver bisogno di caste guerriere per mantenere l'ordine, come succedeva qui in Toscana prima della restaurazione dei Medici da parte dei Lanzichenecchi di Carlo V, perchè prima entravano in guerra civile tra di loro e la conseguenza era la carneficina. I prossimi anni ci diranno come sono andate le cose. Come al solito a posteriori, perchè il futuro ci sorprende quasi sempre. Intanto ieri sono passato in mezzo al piazzale dove i bambini delle elementari aspettavano l'apertura della scuola. I nonni, che giulivi, soddisfatti e sorridenti, che li accompagnavano erano spariti e gli scolari erano accompagnati solo da genitori. Tutti si tenevano a distanza, mentre prima era un unico gruppo ciarliero e festante. Il terrore fa dei brutti scherzi e lo vedi solo a posteriori.
Eliminahttps://www.rinnovabili.it/agrifood/disuguaglianza-fondiaria-controllo-terra/
EliminaNon ho capito quasi niente dei commenti precedenti. Comunque mi sembra che il problema dell'accesso alla terra sia più che mai attuale. E non credo sia risolvibile facilmente.
https://www.landcoalition.org/en/uneven-ground/executive-summary/
EliminaAlmeno una volta si facevano dei sani colpi di stato e si capiva chi era il delinquente. Oggi no. Si conquista con gli strumenti finanziari.
Lasciamo perdere.
Anonimox
Bel post, lo avevo già letto e commentato sull'altro blog quando quì ragionavano d'aria fritta.
RispondiElimina-Il rapporto "Limits to growth" è corretto: collasso tra il 1970 ed il 2070.
Lo possiamo assimilare ad un radar a lunga distanza a bassa frequenza, poco dettaglio ed indicazioni generiche: un problema in arrivo da una certa direzione, stimare distanza e velocità è complicato perchè le onde lunghe hanno poca granularità.
La minaccia, una volta scoperta, la si doveva seguire con un radar per l'inseguimento, in alta frequenza, per avere un maggior dettaglio sulla minaccia: diciamo che è mancato lo sviluppo concettuale di un cotale dispositivo.
-I segnali di Early Warning ed Eventi Clone nell'inizio di XXI°secolo confermano Limits to Growth
-La Climatologia e la Biologia confermano Limits to Growth.
-La storia dal 1500 e la curva normale, sentenziano che il peggio del XXI°secolo ha tutto da venire.
Il paper "Limits to growth" non fu ben accettato nel 1970s.
1.C'era uno scontro tra Economia di Mercato ed Economia Collettivista, nella guerra fredda. Le due economie bruciavano carburanti fossili, la prima produceva carestie ed assenza di libertà positive e negative, il 40% del pil era dedicato alla produzione d'armamenti per distruggere l'avversario. L'Economia di Mercato invece produceva sviluppo economico e benessere e libertà, ma carburanti fossili e consumismo causavano esternalità negative per il pianeta. Nessuno ha mai contabilizzato od attualizzato nei Pil di ogni nazione i danni fatti. Quello che poneva limiti all'Economia di Mercato era un'attacco ideologico dell'Economia Collettivista. La NATO vinse la guerra fredda, l'URSS collassò, nacque la CSI. L'inesistenza di una crescita infinita in un pianeta di dimensioni finite, terrorizza Keynesiani e Monetaristi che si rintanano sotto schock in inconsistenti assunzioni e pensieri magici nella tecnologia.
3.Purtroppo l'indicazioni suggerite da Limits to growth erano "generiche ed indiziarie" non hanno mai detto niente su dinamiche ed interazioni negative tra Stati Nazionali. Il mondo era ed è e sarà composto da Stati Nazionali, quindi è in termini di Stati Nazionali o loro coalizioni e/o macro-aggregati, a cui una previsione si deve riferire.
L stato nazione è sostanzialmente un'invenzione francese, portata a compimento da Napoleone e poi copiata da quasi tutti gli altri. Prima ci sono state un'infinità di forme diverse di stato, non vedo perché in futuro nn si debba inventare qualcos'altro. Certo, attualmente l'esistenza di stati nazinali è uno dei fattori di cui tener conto, ma non è certo una invariante.
EliminaCaro Jacopo, è possibile che questa "pandemia" sia una strategia ecologica dei ricchi e potenti, al fine di ridurre forzatamente i consumi di tutti gli altri, mantenendo intatti i loro privilegi ? Non è un ipotesi particolarmente originale e sono l'unico a pensarlo.
RispondiEliminaun ritorno al Medioevo con l'annichilimento totale della classe media è al momento impensabile. L'idea attuale di fondo è ridurre di molto i consumi del 1° mondo ed aumentare un pochino quelli del 3° per ragioni di giustizia globale. Poi la strada per l'inferno è sempre lastricata di buone intenzioni. Purtroppo la quasi totalità di quelli che parlano bene, poi razzolano male.
EliminaTemo abbastanza improponibile il ritorno indietro, nella classe media si collocano tutti i lavori tecnici e scientifici necessari al funzionamento dei sisemi primari, vedo difficile far sparire medici, ingegneri, tecnici specializzati e simili senza rinunciare alle basi fondanti di una società funzionante. Anche volendo semplicemente verrebbero da fuori a prendersi le macerie per utilizzarle reinserendo proprio la classe media ma di importazione!
Eliminaridurre i consumi è fattibile entro alcuni limiti se non si vuole incastrare l'intero meccanismo, quest'atre viene sperimentata giusto ora ma suppongo la prospettiva ricercata sia la "post scarcity economy" (https://it.wikipedia.org/wiki/Economia_post-scarsit%C3%A0). Attualmente molti dei semi base sono disponibili, entro il 2100 probabilmente con una riduzione fisiologica della popolazione e l'utilizzo di tecnologie HCNO+FeSiAl pesanti (grafene, nanotubi, ferro monocristallino, saffiroidi etc)non sarebbe improponibile.
Non penso che il Covid sia frutto di una strategia. A me pare semplicemente uno dei tanti incidenti che si sapeva benissimo che sarebbero accaduti, solo che non si sapeva quando e come. Come al solito.
EliminaMagari non è stata creata di proposito, ma è sicuramente stata strumentalizzata per scopi che non hanno nulla a che vedere con il contenimento della malattia. Perchè per Sars , influenza suina e altre non sono state applicate tutte queste misure liberticide e suicide per il ceto medio ?
EliminaQuanti morti hanno fatto la sars e l'influenza suina in Italia?
EliminaCaro Jacopo,la sua posizione in merito al Covid mi sorprende. Mi sorprende che una persona della sua intelligenza e cultura non ci trovi nulla di strano in quello che sta succedendo : la più devastante soppressionee delle libertà nel mondo occidentale a fronte di una "pandemia" ampiamente sovrastimata e propagandata con metodi da 1984.
Eliminaanonimo: "ma è sicuramente stata strumentalizzata"
EliminaNel momento in cui hai una sanita' pubblica che pretendi che risolva tutti i problemi, se essa va in crisi, il resto della societa', la stessa che _esige_ che la sanita' gli risolva tutti i problemi, si deve adattare.
Considera anche che siamo diventati una societa' di tutti avvocati che fa causa all'ospedale e pretende di essere risarcita quando gli muore il nonno di 100 anni.
Non si puo' avere tutto e il suo contrario, non contemporaneamente almeno.
La mia non e' una presa di parte, eventualmente non credo che la sanita' debba risolvere tutti i problemi, anzi non credo che nulla debba ne' possa risolvere tutti i problemi, e' solo una constatazione logica.
Cosi' come non si puo' avere un mondo perfetto popolato da 8 miliardi di superpredatori organizzati in una societa' di insetti, iperefficienti, famelici e incontentabili, seppure in auto elettrica, e contemporaneamente un mondo naturale romantico e intonso nel suo equilibrio complesso e caotico.
Non funziona intrinsecamente, per quante storie ci raccontiamo, e piu' insistiamo con l'arroganza che ci contraddistingue meno funzionera'.
firmato winston
Egregio Wilson, le sue considerazioni sono condivisibili ma esulano dalla questione da me sollevata : la cosidetta "pandemia" è stata pesantemente sovrastimata, in buona o mala fede, e io opterei per la seconda opzione. Le misure adottate si sono rivelate ampiamente peggiori del problema, hanno distrutto l'economia, hanno gettato nella miseria milioni di persone, hanno aggravato le condizioni di chi soffriva di patologie cardiovascolari, diabete, tumore, il tutto per cosa ? Come amputarsi una gamba per curarsi un'unghia incarnita.
EliminaFimrato Karl
Buonasera dr.Simonetta lei è sempre molto bravo e informato come conferma anche questo bel post. Tuttavia, alla fine della lettura, uno come me, molto concreto e realista, rimane, come anche nel caso del bell'articolo di Marco Montecchi, sempre un pò perplesso. Si parla di questioni ecologiche, dei grandi problemi che ci affliggono, si riportano dati, si integrano dati e informazioni, si propongono timidamente ipotesi che anche gli autori stessi a volte percepiscono come utopistiche o qualcosa del genere. Allora le voglio chiedere con tutta franchezza, ma uno come lei, per esempio, con le sue competenze e la sua intelligenza, spera veramente che si possa fare qualcosa di sensibile in concreto? E se sì, in che modo (bastano 2 o 3 concetti, credo per rispondere con chiarezza)? Perchè invece io, per esempio, non per essere pessimista, ma concretamente, non lo vedo molto bene il futuro da questo punto di vista. Basta guardare alla storia dell'umanità e a come ci siamo scannati per millenni oppure all'atteggiamento medio attuale delle persone e delle società per rendersene subito conto. Siamo poco più che scimmie nude sotto molti punti vista, per non dire locuste, per dirla alla Mago. Il Covid peraltro non ha fatto che evidenziare ancora di più, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta una serie di aspetti sociobiologici miseri che non possiamo più trascurare per paura di offendere sempre qualcuno. Le 25 conferenze sul clima sappiamo bene che fine hanno fatto, tutti gli indicatori ecologici mostrano che lo stress ecosistemico non accenna a diminuire e sono decenni che si parla tanto, tutti sanno, e nessuno muove un dito, per paura o per una percezione relativista e ascientifica delle cose. Una cosa poi che ultimamente non sopporto e di cui nessuno parla è la nuova schivizzazione degli animali, una volta che per fortuna quella degli umani sta trovando qualche ostacolo in più. Come non sopporto più l'ignoranza inconsapevole e la pochezza delle misere menti deviate della maggior parte degli umani.
RispondiEliminasolo in Paradiso non esistono ignoranza e pochezza intellettuale. Qui bisogna avere compassione, perchè nessuno è infallibile al 100%. E' la vecchia storia della trave nell'occhio. Poi con le papere ci si può anche divertire, se si è con persone rispettose, con la battuta dell'Alzheimer galoppante.
EliminaFabio, se posso permettermi: tu dici nessuno fa niente, non c'è speranza, nessuno muove un dito... TU, cosa stai facendo? Ogni tanto ho l'impressione che ci sia gente che si compiace del proprio disfattismo, perché è il modo migliore per 1. non fare niente e risparmiarsi fatica 2. sentirsi superiori agli altri, che sarebbero tutti dominati da egoismi e miopie varie.
EliminaAnziché preoccuparsi sempre di quello che gli altri non fanno, perché non facciamo qualcosa noi?
Se invece mi sbaglio, e sei tra le persone che si impegnano quotidianamente per l'ambiente, la sostenibilità, i diritti degli animali, o altro, bè, allora ecco la risposta alla tua domanda: la speranza c'è. La schiavitù, che tu nomini, non si è abolita da sola.
Riguardo agli animali, non è assolutamente vero che nessuno ne parla, anzi, è un argomento tra i più gettonati. Anche qui, perdonami, ma passando tanto tempo, un po' per interesse un po' per "lavoro", sui media vari, ogni volta che sento dire "nessuno parla di questo" penso inevitabilmente: non è vero, sei tu che non sei stato attento.
Io guardo i fatti, Gaia, generalmente le parole, molto spesso inutili e banali, mi interessano poco oramai da tempo. No, io non sono un ingenuo idealista che pensa utopicamente di risolvere le cose con il proprio vivere, privandosi di cose di cui godrà sicuramente qualcun altro, anche se comunque ho il massimo rispetto per l'ambiente, per gli animali e per gli uomini quando lo meritano. Inoltre, io non mi sento superiore a nessuno, solo che, a differenza di molti, cerco di elevare costantemente il mio status intellettivo e di combattere la mia ignoranza di cui sono consapevole, tanto è vero che spesso i fine settimana preferisco studiare o scrivere piuttosto che andare a fare la locusta in giro per il mondo. Conosco a grandi linee i grandi problemi ecologici ed ecosistemici e la scienza in generale, visto che sono anche un biologo, quindi se lei pensa che io sia uno che parla per stereotipi le rispondo che non è vero. Se qualcuno poi proponesse delle leggi serie, severe e coraggiose tipo stop ai motori inquinanti e al di sopra di certe cilindrate, stop agli allevamenti intensivi che non rispettino norme etiche molto più stringenti, stop al fumo di tabacco, ai tecnologici ultimo modello, alle inutilità esasperate, sarei il primo a votarle e a rispettarle rinunciando certamente e volentieri a qualcosa. Piuttosto le chiederei, quali sarebbero allora secondo lei i grandi interventi che, contraddicendo quanto ho invece riferito nel mio commento precedente, avrebbero apportato grandi miglioramenti circa i temi che ho elencato? Perchè a me non interessa che soltanto se ne parli, del cambiamento climatico o dell'inquinamento sono decenni che se ne parla e i miseri risultati sono sotto gli occhi di tutti.
EliminaA quanto ne so, dal punto di vista ambientale le politiche "dall'alto" che hanno avuto più successo in assoluto sono quelle per limitare la natalità. Non solo la Cina che ha adottato un sistema coercitivo, ma anche paesi quali l'Iran o la Thailandia o la Costa Rica sono riusciti ad abbassare considerevolmente il tasso di fertilità offrendo contraccettivi e facendo divulgazione. Magari lo stato di salute dell'ambiente globale non era l'obbiettivo di questi governi, ma se non fosse calata la natalità in molti paesi, spesso a seguito di politiche governative, saremmo messi ancora peggio di oggi.
EliminaPer quanto riguarda l'ambiente, penso che i maggiori successi si trovino nell'istituzione di aree protette terrestri e marine, nell'applicazione del protocollo di Montreal sull'ozono, e poco altro. Che altri "grandi interventi" finora non ci siano stati non vuol dire che non ci saranno, così come, che ne so, duecento anni fa non c'erano l'ONU o il computer, e adesso invece ci sono.
Molte delle leggi elencate sopra sono proposte da gruppi ambientalisti (sugli allevamenti intensivi, ad esempio), quindi c'è la possibilità di unirsi a un'azione condivisa su questo già da subito.
Il dibattito tra chi pensa che solo politiche dall'alto possono salvarci, e chi intanto comincia a fare qualcosa nella propria vita, è ampio e non so se sia il caso di riprenderlo qui. Io sono una strenua sostenitrice del fare ANCHE cambiamenti personali, perché così si scoprono nuove vie e si dimostra che sono possibili, si dà il buon esempio, si ha più autorevolezza quando si chiede agli altri di fare altrettanto, e se non altro si va a dormire la sera con la sensazione di aver dato un seppur piccolissimo contributo. Non riesco a immaginare di dover vivere nella frustrazione costante dell'attesa che "qualcuno" faccia "qualcosa", senza fare nulla io stessa.
E io ammiro Gaia chi come lei prova a darsi da fare individualmente ma, fino a che qualcuno non mi convincerà del contrario con dati dimostrabili alla mano, rimarrò dell'idea, maturata non a caso, ma nel corso degli anni, che gli unici fattori che possano favorire oggi l'introduzione dei grandi cambiamenti comportamentali che comportino rinunce o sacrifici da parte delle persone, siano l'interesse personale o del proprio clan, la paura o l'imposizione dall'alto e anche la recente vicenda del Coronavirus non ha fatto che confermarmi esattamente questo. Dopo, sa, è sempre questione di visioni del mondo e di bicchieri mezzi vuoti o mezzi pieni, è per questo che la formazione scientifica mi insegna ad analizzare i fatti e non i fattoidi e a distinguere, per esempio, il pertinente dal rilevante nell'osservazione dei fenomeni. Anche i dibattiti pubblici, per cui, sinceramente mi interessano poco in quanto lei saprà meglio di me che al mondo purtroppo c'è un dibattito pubblico per ogni questione sociale, anche la più banale, è una regola matematica oramai. Ma tornando agli esempi di comportamento virtuoso che lei ha gentilmente riportato, certo, è vero che qualcosa di indolore si è fatto, in fondo nel caso dell'ozono l'utente ha dovuto solamente cambiare bomboletta, nessuna privazione, nessun sacrificio. Provi a toglierli la vacanza a Sharm, la sigaretta, la caccia, le abbuffate di carne, invece della bomboletta; Coronavirus docet. Purtroppo la verità è che in fondo non siamo molto diversi da altri animali, Gaia, e non possiamo sottrarci completamente alle nostre radici biologiche, non ne siamo capaci. E poi tenga presente che la statistica, che è il modo più naturale con cui costruire "modelli" interpretativi della "realtà" ci insegna che sono sempre "i grandi numeri" che generalmente sorreggono i fenomeni e non i singoli eventi governati invece dalle mutevoli condizioni al contorno del "qui e ora".
EliminaLa gente va in guerra a farsi ammazzare, se gli dai un buon motivo per farlo. Penso che sarebbe capace anche di sopportare una riduzione nei consumi, sempre se convinta che ci siano buoni motivi. E come si fa a convincere la gente ad andare in guerra? Un misto di idealismo e propaganda.
EliminaAdesso invece i valori spacciati sono quelli del consumismo, per cui le persone si adeguano a quello. Se dall'alto arrivassero continui richiami alla morigeratezza anziché al consumismo, oppure se il popolo pretendesse questo dai governanti, ci sarebbe facilmente un cambiamento.
Siamo sopravvissuti millenni senza vacanze a Sharm el Sheik. Siamo stati felici lo stesso.
Fabio Vomiero, personalmente, sono convinto che nessuno farà niente di concreto per arginare il collasso della civiltà industriale, semmai il contrario. Tuttavia, non possiamo escludere che accadano eventi tali da cambiare le carte in tavola. Trovo particolarmente divertente che dopo aver cercato per secoli la sicurezzo nel controllo, ci siamo ridotti a riporre la nostra ultima speranza nel fatto che, in realtà, controlliamo ben poco. La speranza, per me, è annidata nel vasto numero di eventi possibili, ma nn voluti i cui effetti non sono prevedibili. Soprattutto nell'arco dei decenni e dei secoli che sono poi i tempi della storia.
EliminaGrazie dr.Simonetta, perfetto, allora siamo sulla stessa linea di pensiero.
Eliminaroba nel copincollo, andato disperso per eccesso di caratteri :#)
RispondiElimina4-Un Aziendalista direbbe che in "Limits to growth" non c'è il PESTEL, si propone un output deterministico. Il determinismo è inaccettabile ragionando del futuro, servono catene di Markov o sentieri nel dominio del possibile, per illuminare con un minimo di dettaglio un futuro non noto e non scritto.
5.100 anni nel futuro è troppo distante per 'Economia: le più sfrenate previsioni futuristiche d'Economia Aziendale con lo Scenario planning non vanno mai oltre i 50 anni. La Finanza che ribolle di numeri è però succube dei budget aziendali che hanno cadenza trimestrali e sono parte di un budget perennemente annuale. L'Econometria dopo 365gg muta sempre in opinioni personali, de facto solo la Fantascienza s'occupa di previsioni a 100 anni :-)
Ecco perchè Economia e Finanza non manderanno giù "Limits to growth" sino a quando non inizierà "la perdita del controllo dei sistemi complessi" ossia l'inizio dell'inviluppo delle guerre del climate change.
6.Non esiste un governo mondiale ed unico esercito mondiale che distribuisce ordine, l'ONU è inefficace. Il mondo è composto da Stati Nazionali, è in termini di Stati Nazionali e/o loro coalizioni od aggregati, che occorre descrivere il mondo e far previsioni.
7.In un contesto di XXI secolo, sovrappopolato e piagato dai danni da climate change con scarsità dilagante, i rapporti internazionali muteranno in un gioco a somma zero, tantissimi stati nazionali collasseranno nel XXI°secolo, tornando a forme di società pre-industriali ed ordinamenti non democratici, dato che nello spettro di tutta la storia umana la democrazia è solo una rara e fugace presenza.
Io la metterei giù dura, per essere concreto:
Cosa può fare una famiglia italiana con 1 KiloWatt o 500 Watt di potenza procapite al giorno?!
La gente si spaventerebbe, ma inizierebbe ad inquadrare il problema.
A cominciare dal fatto che raccontare che l'Italia ripagherà almeno in parte il proprio debito pubblico nei decenni a venire è fare fabule fantasy (ossia la fantascienza di genere più irrazionale e sfrenato!)
"Cosa può fare una famiglia italiana con 1 KiloWatt o 500 Watt di potenza procapite al giorno?!"
RispondiEliminaDipende da quanti sono in famiglia ... caso minimo di tre persone, fa un kilowatt e mezzo
...
per il primo giorno, naturalmente.
Al secondo giorno, sono già tre chilowatt; dopo un mese, sono a QUARANTACINQUE chilowatt ... una potenza enorme, per una famiglia!
alla fine dell'anno, con circa un megawatt, la intera casa è incandescente.
Forse volevi dire "Potenza continua". Mi domando da dove hai cavato questo numero, un chilowatt. E' la stima che avevo fatto un anno o due fa, quando ancora pensavo che andasse tutto bene; ero tanto ottimista e largo di manica che per alimentare le mie fantasie allocavo un chilowatt elettrico continuo pro-capite, più un litro di gasolio (o equivalente) e cibo per duemila chilocalorie pro-capite pro-die.
MA FORSE volevi dire una Energia di uno (o mezzo) CHILOWATTORA p.c. e p.d.?
Difficile capire se non scrivi correttamente le Unità di Misura secondo le Regole di Scrittura delle Unità di Misura del Sistema Internazionale di Unità -appunto- di Misura.
Ma lasciamo questi peli nell'uovo, e andiamo al sodo: cosa si può fare, chiedi, con tale quantità (0,5 - 1 kWh p.c. p.d.) di energia (oltre, addiopiaciendo, cibo sufficiente)?
Beh, il mio attendente -un pacifico, rispettoso, e gentile, gigante di un paio di metri- è venuto qui dal Senegal sperando di poter tornare a casa sua entro tre anni portando come bottino della sua Campagna di Italia un pannello fotovoltaico completo di batteria ed elettronica sufficiente a fornire cento watt continui; durante il giorno ci caricherebbe -dietro compenso, naturalmente- i telefonini del vicinato, e durante la notte farebbe funzionare un ventilatore (50 W) e soprattutto avrebbe LA LUCE ELETTRICA!!!
Se gli dico che il suo sogno è irrealizzabile perché comporta oltre due chilowattora/giorno mentre Chip 65CO2 gliene vuole fornire solo mezzo, è capace che prende una zagaglia, viene lì dove stai tu, e ti sbudella.
Un Capofamiglia italiano, invece, penso che se tu lo minacciassi di tali ristrettezze, ti sparerebbe con una doppietta, o se non ce l'ha ti schiaccerebbe con l'automobile. Se non ha nemmeno quella, immagino cercherebbe di strozzarti o di darti fuoco con della benzina; di farti mangiare del veleno, di gettarti da un ponte ... un sistema per farti fuori lo trovano di sicuro, o quanto meno lo cercano intensamente.
Saluti.
R
MA PERCHE' PUBBLICATE QUESTE SCHIFEZZE DI COMMENTI PIENI DI MINACCE DI SBUDELLAMENTI E ASSASSINI? A ME TALVOLTA NON SONO PUBBLICATI COMMENTI SOLO PERCHE' PARLO DI DIO E QUESTI CHE PAIONO SCRITTI DA UN INDEMONIATO PIENO DI ODIO INVECE SI? FARESTE MEGLIO A CESTINARLO SUBITO.
EliminaMago, calma. Il post di Renato e colorito, ma non minaccia nessuno. E' figurato. Orsù.............
EliminaQualche post te lo casso perché ne mandi tanti quasi uguali. Ma te li passo quasi tutti, dai!
Eliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_a_2000_Watt
Eliminase non è un'utopia questa, che cos'è? Distopia? L'animo umano non è una macchina che si può regolare a piacimento. A meno di rinchiudere tutti in casa, magari per una pandemia. Se non puoi uscire, non puoi nemmeno spendere e consumare. D'altra parte, se vuoi mettere in piedi una società a 2000 watt, i sacrifici vanno fatti, proprio come dovette farli il mio imbianchino e amico Bista di 50 anni fa, che fu rinchiuso in casa dalla moglie, meno che per andare a lavorare, quando decisero di farsi la casa. Ma come mi disse un pakistano, che era venuto in Italia, perchè nel suo paese vanno in bici, mentre qui si va in auto, chi è disponibile a vivere a 2000 watt, senza auto, lavatrice, frigorifero, come negli anni '50, alzi la mano.
Diciamo che 20Kwh sono accettabili pae una famiglia di 4 persone con una tecnologia efficiente riscaldamento escluso (conto il lavaggio a freddo per tutto tranne l'igene personale), a questo vanno aggiunti altrettanti in media per i servizi base di acqua e riscaldamento : in città si cala con l'economia di scala ma si compensa con il rettirorio circostante,vado a spanne comunque visto il problema di definire i consumi di sollevamento e purificazione delle acque, del trattamento dei reflui e della diversità di materiali e metodi di riscaldamento.
EliminaIl nostro africano poi sottovaluta alcuni aspetti che potrebbero intralciare i suoi piani:non solo ha bisogno di pannello, batterie e elettronica di controllo ma anche di knowhow e ricambi par mantenere il tutto in funzione, il pannello relativamente è semplice ma batteria ed elettronica sono complicati e delicati. Lui la zagaglia la può usare ma non per ciò che credi, quando il suo sogno si rivelerà legato al filo della logistica dovrà procurarsi il necessario compreso un tecnico (quello magari la zagalia lo aiuta a procurarselo se lo riesce a trovare).....
Effettuare un pruning della nostra società non è semplice se si vuole che il necessario continui a funzionare, come mi è capitato già di commentare il tuo arzillo africano vede il mondo in maniera preindustriale e vuole fare il "cacciatrore" nella campagna d'Italia perchè è abituato a vedere le risorse rinnovarsi relativamente in autonomia: per quanto non semplici l'agricoltura e l'allevamento si basano su un accudire un evento che comunque avverrebbe spontaneamente, già aggiungere l'irrigazione è un atto industriale non indifferente che ha richiesto la nascita degli imperi!
@ Renato 26 novembre 2020 00:44
EliminaDivertente commento :-)
Volevo proprio dire esattamente quello che ho detto :-)
1 KiloWatt hora o 500 Watt hora di potenza, quella classica dei contatori
https://puntienergia.com/guida/domande-tecniche/meglio-3-o-45-kw
H0: con 500 Watt Hora di potenza, si potrebbe avere solo il frigo (e forse, manco quello)
Candy Frigorifero da Tavolo CCTOS 502WH
poi ciccia (poca, mancando l'energia ci sarebbe poco da mangiare) alias nient'altro :-) ci si laverebbe con l'acqua fredda oppure si dovrebbe spengere il frigo per lavarsi con acqua calda. Di certo s'andrebbe a piedi od in bicicletta, nemmeno ci sarebbero i mezzi pubblici...
H1: con 1 KWatt Hora di potenza, puoi avere il frigo, lo scaldacqua a gas ed un po' di gas.
Candy Frigorifero da Tavolo CCTOS 502WH
Caldaia a Gas Baxi Eco5 Compact+ 24 kWh
se la tv fosse ritenuta essenziale (per oppiare le menti e vivere di ricordi)
Akai TV AKTV3219 TV LED 32 Pollici HD DVBT2/HEVC circa 200 WattH
resterebbero a disposizione una stufa elettrica singola da 274 WattHora per scaldarsi in inverno.
Ma si dovrebbe illuminare le stanze con il candelabro, perchè non ci sarebbe energia per le lampadine di casa.
Oppure, restando con le candele, si potrebbe accendere al massimo 6 ventilatori=274/40 da 40 Watt Hora in estate.
Rinunciando però alla televisione... ecco accettando la nuova realtà, allora s'avrebbe 474 WattHora da usare per altri scopi:
Voilà un lusso sfrenato! 40Watt di lampadine per 6 stanze, circa 240 Watt Hora.
Sì, Ok, non è che si lascerebbero accese le lampadine quando non c'è nessuno in una stanza, s'avrebbe l'ossessione di spengere le lampadine, ma di certo sarebbe un bel lusso, rispetto a stare con le candele o le lampade a gas che puzzano e possono causare incendi. Sì ok, anche le lampande a gas consumano energia, occorrebbe convertire i joule in watt hora equivalenti, ma non è questo il punto che volevo evidenziare.
Resterebbero ancora 234 Watt Hora da usare per una stufa portatile
oppure per 5 ventilatori da 40 Watt Hora in estate.
Niente smartphone, niente computer, niente internet.
O per lo meno, se si usassero, si dovrebbe dar via una quota rilevante del proprio KiloWatt Hora, perchè all'assorbimento elettrico dello smartphone e/o notebook, andrebbero aggiunti i fabbisogni occulti di tenere una rete di server ed antenne sempre accese, pronte a soddisfare le chiamate.
Sicuramente nessuno avrebbe auto, moto, monopattini, ecc...
A piedi, in bicicletta, con skateboard o pattini, ma non a cavallo (mancando energia, mancherebbe anche il cibo)
tra l'altro anche dormire con 5-6° in camera come 50 anni fa, ora mi sarebbe impossibile. Non per nulla l'aspettativa di vita negli anni '50 e '60 da noi in campagna era sotto i 70 anni. A Pistoia e penso nelle città era sui 75, almeno da quello che vedo sulle lapidi dei cimiteri. Ho provato in questi primi freddi a dormire a 11° e non è stato per niente piacevole. Ho acceso il riscaldamento e mi ci sono volute 3 notti al caldo per superare la prostrazione indotta da quelle al freddo. Di sicuro gli 83 anni di aspettativa di vita attuali con 2000 watt sarebbero un'illusione. Come quando il Berlusca diceva di voler vivere fino a 120 anni e poi ha rasentato l'inferno per 2 volte. (Ho detto l'inferno, perchè, oltre che ricco, quindi quasi sicuramente avido, strafottente e superbo è un lussurioso dichiarato).
EliminaGià, e siccome questa situazione estrema (dormire al freddo) giustamente sarebbe improponibile, come per molti sarebbe improponibile anche molto meno, non è (chiedo) che alla fine della fiera il ragionamento circolare ci conduce sempre lì e cioè sul fatto che molto probabilmente siamo in troppi?
Eliminacon 2000 watt il problema della sovrappopolazione non si porrebbe. In pochi decenni tornerebbe a 1-2 mld.
EliminaRicordo quando ero bambino, certe mattine in cui ci si svegliava con i ghiaccioli alle finestre.
EliminaE che sarà mai. Ti metti in berretto di lana...In compenso i nostri genitori non hanno mai avuto a che fare con quelle macchine infernali che sono i termosifoni.
Io non ricordo niente di tragico negli anni 60. Magari l'assistenza sanitaria era più scadente, il lavoro meno tutelato. Tornare indietro pari pari, come dice Simonetta, non è più possibile.
lo zuccotto ha preso il posto dei capelli, ma il problema sono i piedi, i polpacci e il torso, che nemmeno con calzini, maglia di pile e doppio calzone di pigiama sono riuscito a risolvere. Sarà un fatto di sangue più freddo che, nonostante le classiche 7 coperte, le stesse della gioventù, non riscalda più a sufficienza. Infatti solo puntando una stufetta elettrica verso il letto in posizione ravvicinata e all'altezza delle coperte sono riuscito a dormire. Ultima spiaggia un sacco a pelo garantito fino a -30°. Dopo, in mancanza di metano, mi dovrò rassegnare a morire come i settantenni della mia gioventù. Speriamo che morire assiderato nel sonno sia almeno indolore.
EliminaAh, ah.
EliminaComico.
Oddio, 11 gradi sono un po' pochini. Io di notte ne tengo circa 15. Di più no perché altrimenti dormo male.
Ma si sa che il freddo è molto soggettivo. C'è gente che va in motocicletta in febbraio. Io no. Sono sicuro che morirei.
anonimox
Oppure si potrebbe vivere in case più piccole o in più famiglie o persone per casa. Usciamo dalla logica binaria: o venti gradi, o cinque. Ci sono tante alternative.
EliminaIo riesco a dormire con 5-6 gradi ma con un vecchio ottimo piumone e molta forza di volontà; può darsi che fra qualche anno non ce la farò più. (Mago: hai provato la borsa dell'acqua calda?)
Secondo me è più importante avere una stanza ben calda in cui stare (fuoco a legna) e dormire in una fredda, piuttosto che un riscaldamento basso diffuso che non fa stare bene da nessuna parte. Ho scoperto tra l'altro che il fuoco riscalda in modo diverso dai termosifoni o dalle pompe di calore, per cui tutta la campagna per riscaldare con l'elettricità e demonizzare la legna mi allarma parecchio, anche perché la legna è a chilometro zero e il metano o i pannelli no.
https://fardiconto.wordpress.com/2020/05/25/aria-pulita-finche-stiamo-fermi/
EliminaIn effetti questa storia della legna assassina non convince.
Il caminetto produce calore, luce, asciuga, cuoce...tutto in uno. È uno strumento efficientissimo.
Ma io però direi che per ora non si pone la necessità di staccare il riscaldamento.
Basta tenerlo a 18 gradi circa durante il giorno e spegnerlo di notte. Ogni grado di temperatura in piu comporta un consumo energetico maggiorato del 10% (mi pare, non vorrei fare l'esperto che non lo sono).
anonimox
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaIn Italia abbiamo una buona base di idroelettrico e sono anni che viene spinto il coibentamento ed il risparmio energetico, sul territorio nazionale esiste tutt'ora una base credibile per la produzione di impianti e stiamo organizzando bene la biomassa. ENI in particolare sembra posizionata molto bene in capo a una serie di strategie di peso su produzione ed accumulo di energia con ottimi accordi internazionali, Saipem viaggia in parallelo e disponiamo di ottimi campioni in fatto di macchine per la produzione (uno degli export di punta). Paradossalmente in Italia quello che manca non è l'indispensabile ma la capacità di coordinare come dimostra la politica!
EliminaNon credo che si arriverà alla fame o alla sete, casomai bisognerà rinunciare appunto alle carni. E allora? Fino a 60 anni fa di carne sulle mense degli italiani se ne vedeva ben poca. Sicuramente dovranno sparire le auto private. Piuttosto mi sembra fondato il pericolo che si venga a creare una certa conflittualità
Eliminaspecialmente se la decrescita acuirà le tensioni sociali. Quindi mi sembra che il migliore antidoto contro tutto questo, sia cercare di praticare il più possibile l'equità. Francamente per come sono strutturati attualmente gli Stati non credo che queste istituzioni siano adeguate al compito. Vedo meglio quei gruppi di volontariato che attualmente si occupano del sociale.
anonimox
mah, i volontari, non tutti ovviamente, con cui ho avuto a che fare, sono persone che è meglio perdere, che trovare. Purtroppo quando comincerà veramente la vita magra, avranno tanto potere, perchè lo stato è strutturato per gestire l'opulenza e non la miseria. Nel Medioevo la casta più importante dopo la nobiltà, che lo era anch'essa, era quella guerriera, perchè un popolo affamato lo ferma solo la paura della morte. Per ora la paura della morte per pandemia, unita a sussidi e ristori, che hanno impedito la fame generalizzata, unita al welfare delle pensioni, della sanità, dell'assistenza, hanno fermato il peggio, ma non so quanto potrà durare. Se la pandemia continuasse per sempre, il miglior mondo augurabile sarebbe quello che vidi quasi 50 anni fa nel film "2023 i sopravvissuti". Tra l'altro a quella data ci mancano 3 anni. Sarebbe un incredibile coincidenza.
EliminaScusate nel copincollo è sparita una congiunzione.
EliminaSenza energia, non c'è cibo a sufficienza, perchè agricoltura ed allevamento sono oggi, molto energy intensive per riuscire a sfamare 60 MLN d'italiani (carne di manzo, maiale, grano, mais l'Italia NON è autosufficiente, lo siamo nelle carni bianche ma non è detto che lo sarà anche in futuro, in carenza d'energia ed acqua dolce, mangime, danni da climate change ecc...).
Il problema della scarsità (cibo, acqua potabile, energia, ecc...) farà sparire l'uso della moneta, ci sarà il ritorno al baratto, la fuga dalle città alle campagne, detoneranno nelle regioni dinamiche dissolutive e disgregative della penisola italiana, con gravi problemi militari, che troverebbero punti di equilibrio, non coerenti con la definizione d'italia che noi oggi intendiamo.
@ Athanasius 28 novembre 2020 01:34
Elimina.Le fonti di idroelettrico sono destinate a seccarsi.
.La geotermia continuerà a funzionare.
.La produzione di metano da reflui degli allevamenti è destinata a calare, a causa della caduta delle rese agricole e carenza di acqua potabile.
.L'energia elettrica da termoelettrico da olio combustibile è destinata a sparire (picco di Hubbert ed alto costo, emissioni gas serra)
.L'energia elettrica da termoelettrico da carbone è destinata a salire (combustibile ancora molto abbondante, si spargeranno però sarcomi, leucemie, cancri nelle popolazioni sottovento oltre a far salire le emissioni di gas serra)
.Il nucleare da fissione in Italia non ha prospettive: gli unici posti sono lungo le coste per il raffreddamento ma i Medicane e trombe marine per climate change e terremoti e maremoti, mettono a rischio una Fukushima nella penisola italica e non c'è progettazione d'ingegnere che possa essere pianificata in modo efficace. Resta poi il problema delle scorie, parcheggiarle nel Sahara non sarà una soluzione, perchè con la bomba demografica africana, i rifiuti radiattivi andranno protetti!).
.La fusione è un'enigma, non è detto che andrà mai in saldo energetico positivo...
.Il termoelettrico da gas metano è l'unico che rimarrà nel mondo (sarà sempre conveniente per l'uomo bruciare metano, da cui ricavarne energia, per commutarlo in CO2 un gas meno potente del metano, e che potrà essere fotosintetizzato dalle piante ed alghe) ma per l'Europa rimarrà solo il metano russo a prezzo pianificato (gli altri metanodotti collasseranno per GP2, incluso il mercato del metano spot dei petrolarabi)
Ci sono pochi MegaWatt in Italia e sopratutto l'economia di trasformazione italiana non potendo accedere a materie prime ed energia e sotto i danni da climate change, collasserà. Il segnale d'Early Warning durante la crisi covid sui "mascherine e respiratori" è stata illuminante per l'economia di trasformazione dell'Italia.
Se si fa i conti in MegaWatt di cosa resta, siamo molto sotto la società a 500 Watt Hora.
Ci saranno larghissime zone a ZERO Energia.
Poche altre a meno di 500 Watt Hora, perchè quell'energia che c'è sarà assobita dall'agricoltura e desalinizzatori.
Niente smartphone e reti WiFi e mobili o fisse, niente televisione o radio, niente internet, niente frigoriferi, niente elettrodomestici, niente auto o moto.
Chip, tu vedi l'idroelettrico come una "fonte" energetica, io la vedo come una batteria con resa all'80% nel ciclo carica-scarica come sembra sia l'idea principale degli ultimi anni con grandi conferme (https://www.enel.com/it/media/esplora/ricerca-news/news/2014/01/pompaggio-idroelettrico-conviene-davvero ).
EliminaSul metano da reflui è solo questione di convenienza, appurato che per necessità una fetta di biomassa caduca serve comunque eliminarla per evitare incendi, vedi California, un altra serve eliminarla per comodità, vedi alghe e bloom vari, e che i reflui ci sono comunque, vedi fognature, permettere la marcescenza senza liberare il metano in atmosfera ma bruciandolo è solo logica. Non credo sia la panacea energetica ma una comoda aggiunta, peraltro con un EROEI decisamente favorevole se consideriamo proprio che una fetta di investimento energetico sarebbe comunque da metterci per altri motivi, il bonus di essere una tecnologia applicata con mezzi e metori da quarto mondo è solo lacigliegina...... l'abbattimento serra è solo incidentale detto ciò.
L'energia da oli combustibili è già storia, ormaiesistono solo centrali termiche a combustibili solidi con letto fluido (carbone, biomassa, rifiuti e simili) o a combustibile gassoso, più per questioni economiche che altro.
Il nucleare è l'incognita maggiore, i russi hanno una bella posizione di partenza con i reattori veloci già in uso (https://it.wikipedia.org/wiki/Reattore_nucleare_veloce_al_sodio), scorie e simili dipendono più dal riprocessamento e dalla disponibilità duna buona economia neutronica che altro: il principale scarto a lunga vita è il Pu240 ma essendo fissile è esso stesso usabile in situ come avvenne per il BN350 che visse dal 1994 al 1999 bruciandolo (https://it.wikipedia.org/wiki/Reattore_nucleare_BN#Reattore_BN600). I principali problemi da risolvere sono il rischio di proliferazione, il motivo per cui in molti casi le barre usate non vengono riprocessate nonostante un burnup del 3%, e la disponibilità di reattori veloci per il burnup delle scorie.
La fusione nucleare è un mistero a parte, una promessa per i prossimi 10 anni da più di mezzo secolo, gli approcci ad alte intensità di capitale si sprecano ma quelli dimostrati sono tendenzialmente a basso impiego capitale: le macchine DPF (https://en.wikipedia.org/wiki/Dense_plasma_focus) sono già in resa ma non utili come generatori, il Direct Fusion Drive in funzione generatore (https://en.wikipedia.org/wiki/Direct_Fusion_Drive) o la versione LCF (https://www1.grc.nasa.gov/space/science/lattice-confinement-fusion/). L'utilizzo dei deuterati potrebbe essere stato il principale elemento del primo abbozzo di LCF con scopi poco nobili, ne "il segreto delle 3 pallottole" viene suggerita un'ipotesi non così improbabile, Fleishman e Pons stavano facendo esperimenti di caricamento dei lattici metallici a scopo militare per caricare i penetratori APFSDS allo scopo di migliorarne l'effetto post armatura, l'idea di fondo sarebbe stata sfruttare le energie di impatto sul lattice di uranio impoverito per comprimere il deuterio alla fusione: il lattice di uranio confina la mobilità e permette il tunneling usando le pressioni e temperature (adiabatiche) d'impatto, la fusione rilascia energia e neutroni veloci che fissionano l'uranio del lattice.
Per la disponibilità di MW italiani non sono così convinto, le coste sono luoghi ventosi (pensa la Sardegna), il sud è soleggiato, le montagne piene di foreste a cui fare manutenzione, etc. Il problema che mi pongo maggiormente è se saremo capaci di usare o vorremo tentare di continuare ad abusare!
Pure la radio? E no eh! Rinuncio a tutto ma alla radio no. Da ragazzino mi costruivo le radioline a galena. Basta poco.
EliminaA proposito di decrescita. Stamani sono andato al bar, perchè mia moglie voleva un cornetto all'arancia e ho scambiato 2 parole col barista sulla situazione. Quando gli ho detto che circola voce sul web che in occidente si dovrebbe calare di un fattore 10 i consumi, cioè 1 auto su 10, 1 lavatrice su 10, e ovviamente una pasta su 10, per un fatto di giustizia globale, mi ha detto che i consumi devono aumentare altro che diminuire. Ovviamente gli ho detto che spero siano tutti discorsi per fare e l'ho salutato. Non penso ci sia margine di manovra per una riduzione anche minimamente volontaria del consumismo nelle masse.
RispondiEliminaPoi arrivato a casa, la classica prova del nove, ho detto a mia moglie di mangiare una pasta in due oggi e una lasciarla per domani. C'è mancato poco che mi mandasse in quel posto. Ormai risparmio, temperanza, giustizia, rispetto, fortezza, prudenza sono virtù e valori persi per sempre.
La decrescita si è avviata già con la crisi del 2008. Con il Covid c'è stata un'accelerazione. Sarebbe il caso di incominciare a tessere un'economia parallela di sussistenza al di sotto di quella fanfarona che propaganda la crescita infinita e di cui si avvantaggiano poi sempre meno persone appartenenti alla categoria dei super ricchi. Qualcosa già esiste: riciclo, orti condivisi, mense per gli indigenti, finanza sostenibile (Banca Etica)ecc. piccole cose ma tutte interconnesse. E poi auguriamoci buona fortuna.
RispondiEliminaUn medico in pensione oggi prende 2500 euro nettialmeno: è un'assurdità, in quanto dovrebbe prendere il 20% meno di un nuovo assunto, non il 20% in più: eccco un esempio di casta di suepricchi, i dirigenti statali in pensione, perchè ce ne sono centinaia di migliaia.
EliminaAnche una vedova o un vedovo di un medico prende così! E guai a chi tocca le pensioni, tutti insorgono da destra a sinistra, sembra che l'Italia anziché un paese fondato sul lavoro sia un paese fondato sulla pensione!
EliminaIo do la colpa, oltre che all'egoismo sociale, a un'ignoranza diffusa su come funzionano i conti pubblici e il sistema pensionistico, la gente è ancora convinta, incredibilmente, che i soldi che prende di pensione siano i soldi che ha versato. E per quanto tu mostri che non è così, insistono!
Se vogliamo una pensione che sia un servizio pubblico, e non questa schifezza iniqua di adesso, dovrebbe essere uguale per tutti a partire da una certa età. Vuoi di più? Risparmi mentre lavori.
Oppure ti viene dato esattamente quanto versato, e, che tu muoia a 65 anni o a cento, ti arrangi con quello.
Per non parlare di liquidazioni, tredicesime, quattordicesime, che già i giovani si sognano adesso, figurarsi quando saremo vecchi.
Gaia: "Vuoi di più? Risparmi mentre lavori."
EliminaSì, poi arrivano inflazione e patrimoniali a "spiegarti" che la favola della cicala e della formica è una bieca menzogna, perché la cicala è armata e fotte il granaio alla formica.
Gaia: "Oppure ti viene dato esattamente quanto versato, e, che tu muoia a 65 anni o a cento, ti arrangi con quello."
Questo mi sembra già più equo. Dove si firma il contratto e con quali penali in caso di inadempienza (come quella che noi versatori attuali stiamo subendo)? Quando me li daranno i 450.000 + liquidazione che ho già maturato? Posso incassarli subito, magari rateizzandoli?
Tutti sostenibili finché non si tocca il portafoglio, a quel punto ogni piccola sottrazione è rapina...
EliminaDimenticavo... sarà un problema per gli ospedali funzionare: tanti apparati di diagnosi e terapia, non potranno essere alimentati, mancando la corrente elettrica.
RispondiEliminaNel collasso il livello d'energia procapite nella penisola italiana, sarà prossimo a zero: la maggioranza delle aree saranno molto simili ai primi del 1800 come energia procapite (inclusa la presenza di brigantaggio e mafie, ma senza l'uso di cavalli, muli, buoi per carenza di cibo) e con piccole aree del territorio, con un'energia procapite simile a primi del 1900.
Il problema è la popolazione: nel 1861 erano 20 MLN, nel collasso si parte da 60 MLN, oltre 66% della popolazione nella penisola italica sparirà, anche per interazioni violente. Sono scenari terribili, che fanno paura, per questo non sono "politically correct" e sono rifiutati. Io non ho fretta, so che il tempo, mi darà ragione! una buona approssimazione di quanto studiato, purtroppo accadrà in GP2-Nuovo Medioevo, perchè i segnali di Early Warning ed eventi clone, mostrano proprio questo.
https://drive.google.com/drive/folders/0BwVev_YyrlSNWTZ3OUdXalVuRGs
Però, per avere una "meticolosa ricognizione sul campo", si può eslorare l'universo del Nuovo Medioevo, con gli occhiali della Climate Fiction: Nuovo Medioevo
https://drive.google.com/drive/folders/0BwVev_YyrlSNVGI3UjRkeXN2MXM
dimmi un pò, te come pensi di morire?
Eliminase fosse giovane rischia di fame, se vecchio lo termineranno alla prima occasione. Una signora di 58 anni qui vicino non voleva andare in nessun modo all'ospedale e quando alla fine l'hanno convinta, che respirava male, appena arrivata, terapia intensiva e terminata. Anche a me a luglio appena arrivato nel reparto covid per temperatura alta causata da un'infezione, la prima domanda che mi fecero, fu se respiravo bene. Ma un'infezione non fa respirare male e poi già allora mi ero accorto che dalle TI erano più quelli che uscivano coi piedi in avanti che coi propri piedi. Personalmente preferirei salvarmi per legittima difesa, ma dai burocrati ci si salva male.
EliminaUna delle prime cose concrete che ciascuno può fare per attenuare gli effetti dell'inevitabile - secondo Simonetta e altri autorevoli autori - collasso o decrescita che dir si voglia, è modificare l'alimentazione in senso più vegetariano e salubre rispetto alla dieta indotta dall'agroindustria.
RispondiEliminaMangiare molti più vegetali prodotti senza chimica e con un uso limitato delle fonti fossili (cioè senza o con scarso uso di macchinari agricoli che rivoltando continuamente il terreno lo sterilizzano e depauperano di fertilità) avrebbe enormi vantaggi:
- riduzione delle emissioni climalteranti
- deciso miglioramento della fertilità dei suoli, riassorbimento di co2, minor erosione e uso del terreno con pratiche agricole totalmente sostenibili
- miglioramento dei livelli di salute complessivi fornendo all'organismo umano gli alimenti e i nutrienti di cui biologicamente realmente necessita (non certo i cibi industriali della gdo totalmente vuoti di nutrienti ne gli alimenti tossici da allevamenti intensivi)
- deciso minor ricorso a farmaci il più delle volte inutili
- deciso minor impatto sul sistema sanitario avendo persone più sane e con un sistema immunitario più forte.
- capacità di riassorbire manodopera espulsa da un sistema industriale in declino e per lo più votato a produrre cose non necessarie.
Già questa sarebbe una piccola grande rivoluzione per cominciare a rimetterci entro i limiti di sostenibilità degli ecosistemi, praticabile fin da subito su larga scala.
https://www.rinnovabili.it/agrifood/agricoltura-sostenibile-cambiare-modello/
Anche i prodotti di animali alimentati a pascolo hanno questi effetti positivi, compreso il riassorbimento di co2. Certo, non si può mangiare carne tutti i giorni se prodotta in questo modo, almeno finché siamo quasi otto miliardi sul pianeta.
EliminaNon è tanto il "cosa" ma il come. La soia prodotta distruggendo l'Amazzonia o il mais prodotto con tonnellate di pesticidi, anche se "vegetariani", sono molto peggio di un formaggio di malga o della carne di agnello locale...
Senza nulla togliere agli animali nutriti ad erba (una parte omunque infinitesimale di tutti quelli alimentati a soia e mais ogm), vorrei puntualizzare che la soia usata direttamente nell’alimentazione dall’essere umano è poca cosa e viene inoltre coltivata principalmente in Europa, seguendo filiere totalmente diverse da quelle per il mangime animale, con regole promosse dall’UE e garantite dall’EFSA.
Eliminahttps://www.wwf.ch/it/i-nostri-obiettivi/soia-piccoli-legumi-di-enorme-importanza
Più o meno la stessa cosa vale anche per il mais.
Oramai il mais prodotto in italia viene destinato quasi totalmente
all'allevamento e non essendo sufficiente se ne importa altrettanto dall'estero, ogm e a caro prezzo.
È vero, come è anche vero che l'Unione Europea (e quindi Italia e regioni, a cascata) ogni anno sovvenziona a suon di miliardi l'allevamento intensivo della peggior specie (ulteriori fondi sono poi arrivati a seguito della crisi innescata dalla pandemia).
EliminaSiccome però chi non mangiasse alimenti di origine animale dovrebbe comunque mangiare qualcos'altro, probabilmente si assisterebbe a una monocultura vegetale per produrre cereali, legumi e soia; i vegetali che mangiamo sono già prodotti così, che siamo vegani od onnivori. Persino i noccioleti sono diventati monoculture.
L'ideale sarebbe un'agricoltura integrata in cui animali e vegetali coesistono, ma due cose principalmente lo impediscono: il sistema di contributi, che assieme a una tassazione perversa a favore dei proprietari crea storture infinite, e la possibilità, quando la produzione agricola diventa sostenibile e quindi più cara, di importare a buon mercato le peggiori schifezze dall'estero (non solo ogm ma carne di maiale cinese, uova di galline in batteria, avocado che finanziano la malavita messicana, olio di palma da deforestazione in Indonesia, pesce rubato agli africani, e chi più ne ha più ne metta).
Ah, e c'è anche il piccolo problema che l'Italia ha cementificato buona parte del suo terreno agricolo e la terra costa come l'oro.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/13/distratta-dalla-crisi-italia-perde-terreni-agricoli/734064/
EliminaÈ un po' vecchiotto ma rende bene l'idea. Non c'è soltanto il problema della cementificazione. I problemi che affliggono l'agricoltura sono molti e non facilmente risolvibili.
Non è necessario mangiare carne tutti i giorni per godere di una salute di ferro, anzi andrebbe consumata saltuariamente e solo da animali allevati al pascolo,
Eliminapollame incluso. Quotidianamente invece abbondanti verdure fresche di stagione e non trattate chimicamente, cereali rigorosamente integrali e frutta senza esagerare. Il tutto coltivato nella maniera più naturale possibile che garantisce più proprietà nutritive rispetto ai vuoti prodotti che si trovano nei supermercati che delle verdure e della carne hanno solo l'aspetto. Acquisita questa consapevolezza, che apporta i migliori benefici alla salute e orientata rigorosamente la scelta d'acquisto (per chi non può/vuole coltivarsi l'orto), già così si mette in crisi l'industria agroalimentare e farmaceutica. Si ferma la deforestazione che fa posto alla soia e altre colture destinate agli allevamenti intensivi o alla deforestazione per l'olio di palma per le merendine. Si riduce drasticamente l'uso di fertilizzanti e pesticidi che anzi in terreni che hanno ritrovato la fertilità perduta non servono più. Questo è nel potere del 'consumatore' -come veniamo amorevolmente definiti dal sistema capitalistico- consapevole.
Si da per scontato che il cibo sarà sempre disponibile e a poco prezzo sugli scaffali e sui banconi. Ma tale cibo è totalmente petrolio dipendente. È verosimile invece che fra non molto l'agricoltura meccanizzata chimica estensiva e monocolturale possa trovare il suo limite nel combinato disposto di scarsità di energia petrolifera e cambiamenti climatici (che hanno un lavoro facilitato da suoli resi sempre più aridi dalle pratiche agricole).
Prima che arrivi il collasso di un settore nevralgico come la produzione industriale di cibo e conseguenti problemi sociali (esempio le cosiddette primavere arabe) meglio adattarsi.
Ferruccio, è vero, ma senza petrolio scordati verdura e frutta fresca tutto l'anno, a meno che tu non viva in Sicilia. Sono prodotte in serre di plastica e riscaldate e trasportate su lunghe distanze.
EliminaIl consumo di prodotti animali infatti tradizionalmente dovrebbe prevalere nei mesi invernali, quando non c'è quasi nient'altro (si può conservare qualcosa dall'estate, ma anche la conservazione ha i suoi limiti logistici e nutritivi e richiede di importare olio, sale e zucchero e autoprodursi l'aceto; inoltre abbiamo perso le competenze per l'essiccazione, il raffreddamento senza frigorifero e l'affumicazione).
Il mio è un caso estremo, perché vivo nel nord d'Italia e in montagna, ma da dicembre circa (perché c'è il cambiamento climatico, se no anche prima) la natura non produce nulla se non latte e carne con il fieno immagazzinato d'estate, e qualche erba spontanea dopo lo scioglimento della neve. Niente vitamine, niente fresco se non qualche cavolo (porri, rape e altre piante che resisterebbero al freddo sono sotto terra e la terra ghiaccia).
Se veramente vogliamo mangiare in modo sostenibile e locale, bisognerà adattarsi alle condizioni del luogo in cui siamo senza preconcetti.
Credo che sul mercato ci siano oramai diversi modelli di essiccatori solari in grado di risolvere certi problemi di conservazione durante le stagioni più fredde. In compenso col freddo non si userà il frigorifero.
EliminaD'altra parte è impensabile mangiare carne e latticini per tutto l'inverno e soprattutto la terribile primavera. Perché in passato era in primavera che si partiva la fame.
https://dmove.it/news/incentivi-la-bomba-dal-governo-detrazione-del-50-e-cessione-del-credito-per-le-auto-elettriche
RispondiEliminadopo la Germania, che però ha dato incentivi anche per le plug-in, anche noi tentiamo la sostituzione delle auto termiche con le sole elettriche, per ora. Mi pare poco come tentativo di ridurre del 55% l'uso di carburanti fossili entro il 2030 per cercare di rientrare nell'obbiettivo di 2° dell'accordo di Parigi. La pandemia, che mi pare assai più capace di farlo, lo ha ridotto del 10% 2020 su 2019. Forse se continuasse per sempre, magari diventando un pò più grave e coinvolgesse anche fasce meno anziane, unita agli stimoli fiscali, l'obbiettivo potrebbe anche essere raggiunto o quasi. Avessero ascoltato LTG 50 anni fa, non ci saremmo trovati in questa situazione, ma il buon senso non è di questo mondo. Dissi un mese fa ad un ragazzo di 25 anni di usare l'aglio. E' 10 giorni che è a casa con la febbre, anche se lui mi ha detto per telefono che non ha il covid, ma l'aglio lo avrebbe preservato anche dalle altre malattie respiratorie. In Tunisia sono più accorti, e mi dispiace dirlo, degli italiani, perchè lì il prezzo dell'aglio è raddoppiato per la grande richiesta innescata dal covid.