giovedì 18 giugno 2020

La torre lego: una metafora per l'economia globale


Post di Federico Tabellini

Il grosso mattoncino lego che costituisce la base della torre presenta un dato numero e una data disposizione dei fori (non li abbiamo scelti noi, erano già così nella scatola, e al momento nel negozio di giocattoli non sono disponibili altre confezioni). Ne consegue che i mattoncini più piccoli che vi si andranno ad incastrare sopra, e che costituiranno l’edificio vero e proprio, combaceranno con la base nella misura in cui presentano un numero e una disposizione delle sporgenze compatibili con i fori di quest’ultima.
La stabilità dell’edificio, si dice, è funzione del grado di compatibilità dei mattoncini fra loro. Il mattoncino più importante è ovviamente quello posto più in basso. Qualora si forzasse l’inserimento di un mattoncino che non vi si adatti totalmente, tale forzatura potrebbe danneggiare, col tempo, i fori della base, fino al punto in cui anche i mattoncini che in precedenza vi avrebbero combaciato alla perfezione darebbero alla torre risultati sub-ottimali in termini di stabilità.
Dentro alla scatola un piccolo manualetto (di quelli che nessuno legge mai) riporta alcune definizioni utili al processo di costruzione e manutenzione della torre:
Economia neoclassica: l’idea che i mattoncini nella scatola siano scarsi ma le possibilità infinite.
Green economy: l’idea che fra le possibilità infinite dell’economia neoclassica vi sia quella di rendere infinitamente utilizzabili i mattoncini scarsi.
Consumismo: l’idea che i mattoncini siano infiniti e possano quindi essere sprecati. Paradossalmente, alla sua base vi è la convinzione che i mattoncini nella scatola siano scarsi ma le possibilità infinite.
Modernità: l’epoca storica in cui la torre raggiunse la sua altezza massima e si diffuse l’idea che in futuro potesse essere ancora più alta, e che l’altezza della torre fosse un bene a prescindere da qualsiasi altra considerazione.
Post-modernità: l’epoca storica in cui si iniziò a dedicare gran parte del tempo e dell’energia alla decorazione della torre, poiché la sua stabilità venne data erroneamente per scontata. Molti iniziarono a costruirsi una piccola torre personale, altri rimpiansero un’epoca senza torri. Le certezze si sgretolarono e tutti i mattoncini sembrarono divenire indistinguibili. Perciò iniziò la personalizzazione dei mattoncini e ognuno volle avere il suo pezzo unico.
Decrescita: l’idea che la torre non sia stabile perché troppo alta. La proposta di una nuova equazione: stabilità come funzione della compatibilità fra i mattoncini e del contenimento dell’altezza della torre.

Buen vivir: l'idea che una torre più bassa non sia necessariamente una torre peggiore.
Resilienza: la capacità dei fori della base di ritornare alla condizione originale a seguito dell’inserimento forzato di un mattoncino poco compatibile. Pare che questa capacità non sia inesauribile.
Politica contemporanea: l’idea che la torre debba crescere in altezza perché tutti possano godere di un bel panorama contrapposta all’idea che la torre debba crescere in altezza perché alcuni possano godere di un panorama meraviglioso.
Terzo mondo: il luogo dove sono stati prodotti molti dei mattoncini della torre.
Primo mondo: il luogo dove la torre ha raggiunto la sua altezza massima.
Società, definizione 1: la torre.
Società, definizione 2: l’insieme delle idee e delle pratiche, individuali e collettive, attraverso le quali sono svolte (tra le altre) le seguenti funzioni: costruire la torre; conservare la torre; vivere nella torre; coordinare i vari piani della torre.
Ecosistema: la base della torre.
Nell’ultima pagina del manuale una nota di avvertimento:
“Attenzione a non danneggiare eccessivamente la base: la sua riparazione richiede numerose tonnellate di polvere stellare, qualche miliardo di anni e una discreta dose di fortuna."

6 commenti:

  1. e così alla fine, nell'ultima pagina, ti pigliano pure per i fondelli. Proprio come il gatto col topo. O meglio il pifferaio magico coi topi.

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    1. il mio spacciatore mi tratta con più umanità. Questi sono peggio dei criminali.

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  2. Quota di commenti ampiamente superata per uno dei commentatori e quindi bloccati. Non esagerate, per favore.

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  3. Babele è tornata di moda, queste torri di mattoncini si sfaldano per accaparramento eccessivo. I mattoncini necessari sono sempre gli stessi da tempo immemore, per compensare però gli individui che si sentono piccoli ne vogliono sempre tantissimi per compensare un vuoto interiore con lo sfoggio di una pila (disordinata) più grande e multicolore sperando che ammirazione ed invidia di chi di mattoncini ne ha meno compensi. Quanti mattoncini servono? Sarebbe calcolabile, ma quanti ne servono per placare un anima ferita?
    Noi italiani potremmo guerdare a Olivetti, uomo integro che utilizzò i suoimattoncini per abbellire ordinatamente le torri di tutti coloro che lo circondavano, possiamo ammirare Crespi D'Adda che naqque da uno spirito simile o mille altri esempi. La torre di cui parliamo è solamente dell'animo umano, già le religioni tutte avvertono di quale sia la conseguenza di orientare il proprio animo verso l'usare l'avere come mezzo per definire l'essere, come mi è già capitato di far notare una situazione simile ci fù nel 1200 circa (abbondanza di risorse ma eccessive diseguaglianze nell'accesso ad esse)e la risposta fu il frncescanesimo, versione accettabile delle dottrine catare. Oggi come allora la torre vacilla sotto il peso delle proprie contraddizioni, alla peggio però i mattoncini li ritroveremo semplicemente a terra dove il solo lavoro necessario è dargli nuova forma,con infinito affetto ricordo come il nostro pianeta abbia visto 5 estinzioni di massa (85% e più diestinzione di forme di vita su scala planetaria)senza mai sconvolgersi troppo.......

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  4. https://www.meteogiornale.it/notizia/colpo-di-scena-caldo-anomalo-in-oltre-mezza-europa
    cominciamo a spolverare ventilatori e pulire filtri ai condizionatori, che si comincia a ballare.

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