Questo post di Bruno Sebastiani è stato scritto prima dell' "Era del Virus" ma contiene elementi che rimangono interessanti. Anche dopo il grande scombussolamento che abbiamo vissuto, i "megatrend" di cui ci racconta Sebastiani rimangono in moto.
Guest post di Bruno Sebastiani
Il rischio che si corre parlando di futuri scenari politici mondiali, di cambiamento climatico, di nuovi assetti demografici e di altri argomenti relativi ai “massimi sistemi” è di interloquire con un ristretto numero di fedeli lettori, sempre gli stessi, i quali sono già ampiamente convinti di ciò che si racconta loro.
Se dunque talvolta capita
di trovare conferme ai nostri convincimenti sul triste futuro che ci aspetta
presso autorevoli istituzioni “terze”, estranee cioè alla nostra abituale
cerchia di interlocutori, questo è un avvenimento degno di essere raccontato,
ed è ciò che mi accingo a fare.
Giorni addietro mi trovavo
in banca per una delle solite noiose operazioni burocratiche che la società “complessa”
ci costringe a fare. Davanti a me altre persone erano alle prese con analoghe
incombenze e la cosa andava per le lunghe.
Per ingannare il tempo
presi in mano il primo opuscolo colorato che si trovava esposto su una mensola.
Titolo altisonante: “Avere un punto di vista chiaro sui mercati finanziari”.
Gli diedi un’occhiata e mi sembrò che contenesse argomenti di un certo
interesse. Lo portai a casa e qui lo sfogliai con maggior calma.
L’opuscolo, “Outlook 2019”,
è ancora in distribuzione nelle Filiali UniCredit, anche se a breve sarà sostituito
da un “Outlook 2020”. Ma gli argomenti di cui tratta travalicano il breve arco
di tempo di 12 mesi e pertanto le considerazioni che riporta sono da ritenersi
valide sul lungo periodo.
La sezione dell’opuscolo
che ha maggiormente attirato la mia attenzione è stata quella titolata “Megatrend”,
definiti come “Forze potenti che, gradualmente ma inesorabilmente,
ridefiniscono in modo irreversibile gli scenari economici, sociali e politici
entro cui la civiltà evolve.”
Ottima definizione, mi son
detto proseguendo nella lettura per capire quali fossero queste “forze potenti”
secondo gli analisti di UniCredit, i quali subito dopo precisano: “Istituti di
ricerca e organizzazioni internazionali sono sostanzialmente concordi nell’individuare
almeno 5 megatrend che sono all’opera in questa fase storica.”
Dunque queste 5 “forze
potenti” che ci accingiamo ad esaminare non rispecchiano solo il punto di vista
di UniCredit, ma sarebbero condivise a livello mondiale dai portavoce dei
cosiddetti “poteri forti”. Motivo in più per approfondire la questione.
1° megatrend - «Un ribilanciamento del potere
economico e politico a favore di paesi emergenti, specialmente asiatici, il cui
ruolo sta evolvendo da quello di produttori a quello di consumatori. Si stima
che entro il 2030 il 59% dei consumi globali sarà riconducibile alla classe
media dell’Asia. Se le attuali traiettorie di crescita economica verranno
confermate, la Cina sostituirà gli USA nel ruolo di superpotenza nell’arco di
un decennio e l’India rivaleggerà con Washington nel 2050.»
Nulla da eccepire. Ma questo
“ribilanciamento” cosa comporterà quantitativamente a livello di consumi mondiali
e di conseguente sfruttamento delle risorse? Su questo punto Uni Credit tace,
ma l’aver sottolineato la questione ha la sua importanza: significa aver
offerto ad altri la possibilità di quantificare le conseguenze dei cambiamenti
previsti.
2° megatrend – «Il progresso tecnologico … è un
megatrend di cui sono immediatamente percepibili gli effetti. Lo sviluppo di
Intelligenze Artificiali sempre più sofisticate, la robotizzazione di un
crescente numero di mansioni, la capacità di archiviazione ed elaborazione dei
dati in crescita esponenziale, così come l’onnipresenza della rete con lo sviluppo
dell’Internet of Things, stanno ridisegnando profondamente dinamiche produttive
e assetti sociali. Sviluppi per molti aspetti entusiasmanti e forieri di grandi
opportunità che pongono però anche sfide importanti … in tema di lavoro e
occupazione …»
La mia opposizione all’ottimismo
di UniCredit (gli “sviluppi entusiasmanti forieri di grandi opportunità”) ha già
formato oggetto di un paio di articoli (“Verso
una rete sinaptica mondiale” e “Verso
le macchine pensanti”) che invito il lettore a consultare, per comprendere
come i rischi della connettività globale vadano ben al di là dei problemi
occupazionali che pur costituiranno grave intralcio al funzionamento della
macchina sociale.
3° megatrend – «Aumento e progressivo
invecchiamento della popolazione costituiscono il terzo dei megatrend che sta
sviluppando i suoi effetti. Oggi appena 4 paesi hanno una quota di popolazione
di oltre 60 anni che supera il 30% del totale, ma nel 2050 questo valore salirà
al 55%. Per quella data gli over60 nel mondo saranno 2,1 miliardi, oltre il
doppio dei 962 milioni attuali. Nel 2042 i soli ultra 65enni dell’Asia
supereranno la popolazione di Europa e USA messe assieme. Dinamiche che
comportano sfide e opportunità per tutto ciò che riguarda l’assistenza
sanitaria e le soluzioni previdenziali.»
Anche questa mega –
tendenza è innegabile, come le precedenti, e attiene al delicato settore della “natalità”.
Molti auspicano una riduzione della popolazione mondiale attraverso il
controllo delle nascite. Ma questo tipo di politica, oltre ad essere di difficile
attuazione (richiederebbe provvedimenti coercitivi ben poco liberali), implicherebbe
– se attuata – difficoltà socio – organizzative di ampie dimensioni. Pochi
giovani dovrebbero sostenere molti anziani, con il rischio che l’aumento dei
consumi in certe aree geografiche (vedi 1° megatrend) vanifichi i risultati
attesi dalla politica di contenimento della popolazione.
4° megatrend – «Popolazione più numerosa, più
anziana ma anche sempre più concentrata nelle grandi città: l’urbanizzazione è
il 4° megatrend. Si calcola che nel 2050 i due terzi della popolazione mondiale
vivrà nelle grandi città. Nuove dotazioni infrastrutturali, ripensamento della
mobilità e nuove soluzioni abitative sono le questioni chiave da risolvere per
gestire questi cambiamenti.»
L’estensore di UniCredit,
pur indicando correttamente le criticità che ci aspettano, non può fare a meno
di alimentare la speranza (è il suo lavoro). Cerca anzi di far intravvedere agli
investitori la possibilità di lucrare sulle “nuove dotazioni infrastrutturali, sul
ripensamento della mobilità e sulle nuove soluzioni abitative”. Non gli
avrebbero certo passato un testo che avesse messo in risalto il dramma che
dovranno affrontare i nostri pronipoti nell’inferno di megalopoli sempre più
affollate, calde e maleodoranti. Ancora una volta la medesima realtà risulta
osservabile da differenti angolature e lo sarà fino al momento in cui la Natura
offesa presenterà ad Homo sapiens il conto delle sue malefatte. E, in parte,
anche l’estensore di UniCredit è costretto ad accennare a tale problema nell’ultima
“forza potente” che prende in esame.
5° megatrend – «Ultimo megatrend, non certo per
importanza, è il cambiamento climatico globale, con i rischi di scarsità di
risorse idriche e alimentari che implica. Gli anni più caldi delle serie
storiche si concentrano al 90% nell’ultimo ventennio, e nel 2030 la domanda di
acqua potabile supererà del 40% l’offerta. Saranno quindi indispensabili nuove
e più efficienti tecnologie per il controllo delle emissioni così come produzioni
idriche, agricole e alimentari meno sensibili agli effetti del clima.»
Anche in questo caso tutti
i danni da noi inferti alla biosfera vengono proposti alla clientela della
banca come altrettante occasioni per effettuare lucrosi investimenti in nuovi settori
iper – tecnologici. Non viene specificato come si potrà produrre più acqua
potabile o far viaggiare camion e aerei con motori non inquinanti ecc. ecc. E
si può star certi che invenzioni e applicazioni scientifiche in tal senso
varranno escogitate, prodotte e distribuite, così come è stato fatto sin da
quando la rivoluzione industriale ha stravolto il nostro modo di vivere. Ma fino
a quando?
I tempi dell’economia sono
brevi, quelli della finanza brevissimi, quelli della Natura molto più lenti, ma
inesorabili!
Al di là delle finalità
che hanno mosso la banca a redigere l’opuscolo esaminato, i 5 “megatrend”
individuati costituiscono effettivamente i punti nodali con cui l’umanità dovrà
confrontarsi nell’immediato futuro. Conviene pertanto approfondirli e
sviscerarli in un’ottica di sopravvivenza anziché in quella di profitto proposta
da UniCredit. Così riusciremo forse a prolungare per un po’ l’agonia della
biosfera e a rinviare la dipartita dell’organismo che ci ospita e che noi
irresponsabilmente stiamo divorando dall’interno.