di Silvano Molfese
Fig. n. 1 - Nevosità media annua
in Italia (1921-1960) (*)
Una
trentina di anni addietro Vandana Shiva riportava l’imperativo “fa progetti per
l’acqua non per i tubi”; l’Autrice richiamava l’attenzione sul ciclo dell’acqua
e sui principi del prelievo idrico sostenibile:
“La
falda acquifera si abbassa quando il tasso di prelievo dell’acqua sotterranea è
superiore al tasso di ricostituzione dei depositi di acqua sotterranea per
percolazione. Per assicurare un’offerta continua di acqua sotterranea, il
prelievo dovrebbe essere limitato al tasso netto di approvvigionamento della
falda acquifera. Se il prelievo è invece superiore si inizia a estrarre l’acqua
delle riserve sotterranee, e si verifica una siccità del sottosuolo anche se
non c’è siccità dovuta a cause meteorologiche. “(1)
Se
ai prelievi idrici eccessivi si aggiungono gli effetti del cambiamento
climatico si arriva ad una miscela dirompente per la società: è quello che è
successo in Siria. Nel Medio Oriente sono note le ingerenze delle potenze
mondiali e, le drammatiche sofferenze della popolazione siriana, vengono
attribuite solo agli scontri in atto per gli interessi strategici nella
regione.
Pochi
sanno che in Siria, negli anni settanta, i contadini furono stimolati dal
regime siriano ad aumentare le produzioni per raggiungere l’autosufficienza
agricola; ma non furono valutate le disponibilità di acqua per le crescenti superfici
coltivate sicché, per fronteggiare la scarsità idrica, cominciarono a scavare
pozzi andando a profondità sempre maggiori, 100-200 metri.
Tuttavia non bastò: andarono oltre fino a raggiungere i 500 m in profondità, ma, perdurando la siccità, tutto ciò non servì a nulla e a milioni scapparono dalle terre inaridite per ammassarsi nelle città.
Tuttavia non bastò: andarono oltre fino a raggiungere i 500 m in profondità, ma, perdurando la siccità, tutto ciò non servì a nulla e a milioni scapparono dalle terre inaridite per ammassarsi nelle città.
Nel 2010 la Russia
bloccò le esportazioni cerealicole dopo l’intensa e prolungata ondata di calore
a seguito della quale le produzioni cerealicole calarono di circa 40 milioni di tonnellate (circa il doppio
della produzione cerealicola italiana) e il prezzo mondiale del grano subì un
forte quanto improvviso rialzo. (2) In quelle condizioni agli inizi del 2011,
in Siria, bastò poco per incendiare gli animi di una consistente fetta della
popolazione già provata da anni di carestia.
(3)
Anche in Italia
la situazione si sta facendo preoccupante: a metà giugno del 2017 l’associazione degli enti di
bonifica (Anbi) lanciò l’allarme sulla situazione delle falde nelle province
dell’Emilia-Romagna pubblicando addirittura uno schema eloquente sull’abbassamento
delle falde in Emilia-Romagna (http://www.reggioreport.it/2017/06/falde-a-secco-verso-la-catastrofe/)
In precedenza, era il 2010, era
stato lanciato un allarme in Sicilia sull’abbassamento delle falde: il livello
dell’acqua nei pozzi era sceso di circa un centinaio di metri in una trentina
di anni ed il numero di pozzi era aumentato di oltre il 50%: (http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/07/22/news/acqua_l_allarme_degli_esperti_le_falde_sono_scese_di_70_metri-5755814/) (**)
La
penisola italiana è caratterizzata mediamente da precipitazioni elevate, quasi mille
mm di pioggia all’anno (4) e, fino a metà del secolo scorso, di queste
precipitazioni una parte minore ma significativa era neve: sciogliendosi
lentamente, la neve favorisce l’assorbimento dell’acqua da parte del terreno;
in altre parole è come avere una cisterna naturale all’aria aperta.
In
seguito all’aumento della temperatura media è diminuita la nevosità: su Alpi, pianura
Padana e sul restante arco appenninico cade meno neve rispetto a qualche decennio fa. A tal
proposito c’è uno studio http://www.nimbus.it/meteoshop/Estratti/Nimbus/7707_NeviPadane.pdf relativo all’Italia settentrionale, segnalatomi da Luca.
Mercalli, che documenta il calo nevoso.
Quelle condizioni
vantaggiose che caratterizzavano l’Italia fino a qualche decennio addietro stanno
venendo meno: un assaggio di quel che ci aspetta lo abbiamo avuto nel 2017 con
un lungo periodo siccitoso.
Nel 2017 per la siccità i fichi
sono seccati sulla pianta
Le principali
produzioni agricole sono diminuite; mi sono limitato a riportare i dati produttivi
del triennio 2015-2017 (tabella n. 1)
per alcuni cereali e per la soia: le rese nel 2017, rispetto alle rese medie
del biennio precedente sono calate del 5% per il frumento, a ciclo
autunno-primaverile; i cali nelle rese sono stati maggiori per i seminativi a ciclo
primaverile-estivo.
(Per
il mais un calo dell’8% come resa può sembrare quasi insignificante: con un’
ipotetica resa media del biennio 2015-2016 di 102 quintali per ettaro, su una
superficie di oltre 660 mila ettari, riferita al 2017, ciò equivale ad una
perdita di 5,3 milioni di quintali di granella.)
I
dati della tabella n. 2 sono significativi: in un solo anno, il 2017, si è
concentrato oltre un quarto del deficit idrico del decennio 2008 – 2017; le
rese del mais sono calate notevolmente anche nel 2012 dopo due anni consecutivi
di un consistente deficit idrico iniziato nel 2011 e che, sommato a quello del
2012, ha raggiunto i 547 mm .
Al danno la beffa:
dopo la siccità, sono cadute piogge concentrate ed intense nel 2018: in questa
situazione si ha l’erosione dei suoli in pendio e l’allagamento dei campi in
pianura, prima che l’acqua raggiunga rapidamente il mare. Ovviamente in
queste condizioni l’acqua disponibile nel terreno per le piante tende a diminuire
con il passare degli anni.
Per
il settore agricolo, visto che i prelievi di acqua dalle falde eccedono gli
apporti idrici alle falde stesse, è improponibile sia scavare a maggiori profondità
che fare altri pozzi; si possono adottare alcuni accorgimenti agronomici, noti
da tempo, per favorire l’infiltrazione di acqua nel suolo e limitare le perdite
di acqua come: ridurre il numero e la profondità delle lavorazioni, aumentare la
sostanza organica nel terreno, mantenere la copertura vegetale.
Per
i terreni in pendio, dove possibile, sarebbero opportuni i terrazzamenti o, in
alternativa, la sistemazione a lunette e conche adatta ai fruttiferi; sarebbe
necessario conservare delle fasce inerbite tra i seminativi seguendo le curve
di livello; tutte le lavorazioni dovrebbero essere fatte possibilmente seguendo
le predette curve; per favorire l’infiltrazione di acqua nel terreno, un accorgimento
adatto ai prati-pascoli, consiste nel tracciare dei solchetti mentre per i
seminativi si può fare la ripuntatura del terreno: queste operazioni vanno
eseguite parallelamente alle curve di livello. Nelle zone pianeggianti
si dovrà smaltire rapidamente l’acqua in eccesso riducendo le distanze tra i
fossi che delimitano i campi per ridurre i rischi di ristagno idrico.
Siccome
il cambiamento climatico si manifesta con effetti che possono aggravarsi
inesorabilmente in pochi anni, è condizione necessaria adottare le misure idonee
per adattarsi alla nuova realtà ma ciò non è sufficiente.
Dobbiamo ridurre drasticamente
i consumi di combustibili fossili entro pochi anni, e per fare ciò dovremo
abbandonare il sistema economico adottato, causa fondamentale del riscaldamento
globale: i gas serra sono agenti causali.
Le
diverse società umane sparse nel mondo hanno prosperato per secoli senza
petrolio ma non possono sopravvivere senza acqua.
Bibliografia
(1) Vandana Shiva, 1988 – Sopravvivere allo sviluppo.
ISEDI, 246 e 257
(2) Brown L.R., 2011 –
Un mondo al bivio. Edizioni Ambiente. 31-32
(3) Wendle J., 2016 – Siria, i rifugiati del clima. Le
Scienze, 571, 68-73
(4) Natali F. et
al., 2009 - Italian
Journal of Agrometeorology 55 (3) 2009
(*) Pubblicazione n. 26 del Servizio Idrografico
Italiano, “La nevosità in Italia nel quarantennio 1921-1960” edita
dall’Istituto Poligrafico dello Stato nel 1971. Ripresa da http://www.nimbus.it/liguria/rlm15/neve.htm
Ho riportato la
nevosità media italiana riferita al quarantennio 1921 -1960; per fare un
confronto con il passato basta osservare la presenza di neve che (non) cade
attualmente.
(**) Stranamente sono disponibili pochi dati
sull’abbassamento delle falde.
Avvertenza
La rete delle
stazioni agrometeorologiche del MIPAAFT ha il pregio di misurare parametri di
interesse agronomico, come l’ evapotraspirazione; le stazioni sono distribuite
nelle principali aree agricole di tutte le regioni italiane: tale reticolo
copre poco le zone montane e di alta collina e questo spiega la discrepanza di
questi valori meteo con quelli presentati da Natali F. et al
Glossario
L’evapotraspirazione
è “la perdita di acqua, da parte del terreno con copertura vegetale, attraverso
i processi contemporanei di evaporazione dalla superficie del suolo e di
traspirazione da parte delle piante.” (Giardini
L., 1982
Agronomia generale. Patron editore, 18)
La
sistemazione a lunette e conche si fa pareggiando la superficie intorno
all’albero dando forma semicircolare a valle e pendenza leggermente inclinata
verso monte creando una specie di conca con il fianco della parete.