Octoputin: la maschera dell'orco cattivo.
Scusate ancora un post un po' OT dove parto dalla faccenda delle "maestre cattive" di Pomezia non per giustificarle o condannarle, ma per sviluppare un ragionamento su come le informazioni vengono trasmesse e interpretate nel nostro sistema mediatico.
La storia delle maestre (e anche di Putin) mi ha fatto venire in mente come tutto il sistema mediatico nel nostro mondo è una gigantesca "Commedia dell'Arte" dove il vettore dell'informazione (il giornalista) e il ricevente (lettore o ascoltatore) si impegnano insieme a identificare i personaggi come "maschere" archetipali.
E' esattamente quello che facevano gli attori e gli spettatori dell'antica commedia dell'arte. Quando entrava in scena un tizio vestito di tessuto multicolore, si sapeva che quello era "Arlecchino" e che era povero ma intelligente. Non c'era bisogno di altro: Arlecchino si muoveva e parlava in scena secondo le caratteristiche del suo personaggio, così come gli spettatori si aspettavano.
Sui media di oggi, vediamo qualcosa di molto simile. Abbiamo, fra le tante maschere, il saggio dai capelli bianchi (tipo di Luigi Bella e la sua cura per il cancro), il genio incompreso (tipo Andrea Rossi e il suo scaldabagno atomico), la Jeune Fille o la principessa (tipo Diana di Inghilterra o le varie star dei settimanali popolari), il superuomo (Berlusconi o Trump) l'impiegato statale fannullone (tipicamente un meridionale senza nome), e altre.
Ma il fulcro e il centro di tutta la storia sono le due maschere principali, sempre in scena e quasi le uniche: la vittima innocente e il carnefice. (*)
Queste due maschere si possono incarnare in varie categorie di persone reali. La vittima innocente è tipicamente una donna, oggetto di varie vessazioni sessuali o di violenza in forma di femminicidio. Ma esiste una gerarchia fra le vittime: in cima alla graduatoria stanno i bambini, che sono per definizione sempre innocenti. Il carnefice è tipicamente un uomo, l'orco cattivo (tipo Sauron o Vladimir Putin), ma può essere anche una donna nella sua incarnazione di strega cattiva (Angela Merkel) o femme fatale (Mata Hari).
Nel caso delle maestre di Pomezia (o quello, precedente, delle maestre di Rignano Flaminio) abbiamo visto una rappresentazione in cui due tipiche vittime (donne e bambini) si sono incontrate sulla scena mediatica. Era impossible che fossero tutte e due nello stesso ruolo, così le maestre hanno preso il ruolo di carnefici. rispettando la gerarchia comunemente accettata (**).
Una volta stabiliti i ruoli, non c'è stato più bisogno di discutere o di capire come sono veramente andate le cose: per definizione, i carnefici (le maestre) sono i cattivi mentre le vittime (i bambini) sono i buoni. Pantalone non può prendere il ruolo di Arlecchino e neppure viceversa. Da qui seguono le centinaia di commenti appropriati: "Licenziatele!" "In galera subito!" "Mettetele al muro!" eccetera.
Funziona anche con Putin nel ruolo dell'orco cattivo. Lo spettacolo continua.
(*) Da notare come la commedia che si svolge oggi sui nostri media ci proponga delle storie estremamente povere di contenuti in confronto a quelle dell'antica Commedia dell'Arte. Arlecchino, Pulcinella e gli altri erano personaggi fortemente caratterizzati, ma comunque con una certa flessibilità di comportamento: poveri, ma intelligenti: buoni, ma capaci di trucchi, allegri, ma anche malinconici. I nostri sono o buoni o cattivi, punto e basta. Da notare anche che fra i personaggi disponibili sui nostri media, non esiste più la figura del "povero intelligente," tipo Arlecchino, che sembra essere stata inglobata fra quelle degli orchi e delle streghe, tutti/e meritevoli di galera immediata.
(**) Notate anche come ogni personaggio della commedia, sia antica che moderna, possa portare una maschera, ma mai più di una. Così, le maestre di Pomezia portano la maschera della strega cattiva, ma non quella delle impiegate fannullone e nemmeno quella delle vittime del femminicidio. Allo stesso modo, ogni tentativo di fare indossare la maschera dell'orco cattivo a Berlusconi e a Trump è fallito perché loro portano già un'altra maschera: quella del superuomo.