giovedì 4 agosto 2016

Alcune riflessioni sul crepuscolo dell'era del petrolio – parte prima

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR




Guest post di Louis Arnoux

Questo post in tre parti è stato ispirato dal recente post di Ugo riguardo a “Un mondo 100% rinnovabile è possibile?” e dalla recente discussione nel gruppo di discussione di Ugo su come mai gli “Economisti ancora non capiscono?” Il post integra anche numerose discussioni e scambi che ho avuto con colleghi e partner d'affari negli ultimi tre anni.

Introduzione
Almeno dalla fine del 2014 c'è stata una confusione crescente su prezzi del petrolio, se il cosiddetto “picco del petrolio” si fosse già verificato o se si verificherà in futuro e quando, per questioni di valori di EROI (o EROEI) delle attuali fonti energetiche e delle alternative, cambiamento climatico e fantasmatico limite di riscaldamento di 2°C e riguardo alla fattibilità del passare rapidamente a fonti di energia rinnovabili o sostenibili. In generale, conta molto se un orizzonte temporale ragionevole per agire è, diciamo, di 50 anni, nel complesso i guai che stiamo contemplando si verificano ben oltre il 2050, o se siamo già in guai seri e il quadro temporale per cercare di tirarci fuori è di circa 10 anni. Rispondere a questo tipo di domanda richiede di fare molta attenzione alle definizioni di limite di sistema ed esaminare tutte le cose date per scontate.

Ci sono voluti oltre 50 anni perché i climatologi venissero ascoltati e che i politici raggiungessero l'Accordo di Parigi sul cambiamento climatico (CC) e la chiusura della COP21 l'anno scorso. Come senza dubbio potere cogliere dal titolo, io sono dell'idea che non abbiamo 50 anni per disperarci per il petrolio. Nelle tre sezioni di questo post per prima cosa esaminerò accuratamente dove ci troviamo in senso petrolifero; poi considererò in che modo questa situazione ci richieda di fare del nostro meglio per districarci dall'attuale confusione prevalente e pensare direttamente al nostro dilemma e nella terza parte offrirò alcune considerazioni a proposito del breve termine, i prossimi 10 anni – come affrontarlo, cosa non funzionerà e cosa potrebbe e l'urgenza di agire, senza ritardi.


Prima parte – Alice guarda il fondo del barile
Nel suo recente post, Ugo ha contrastato il punto di vista dei lettori di Doomstead Diner con quella degli esperti di energia a proposito della fattibilità della sostituzione dei combustibili fossili in un quadro temporale ragionevole. Dal mio punto di vista, gli ospiti di Doomstead avevano una percezione della situazione molto migliore di quella degli “esperti” del sondaggio di Ugo. Ad essere franchi, lungo le attuali linee prevalenti non ce la faremo. Qui non mi riferisco solo ai partiti del BAU (Business As Usual) che sostengono la bella vita basata su combustibili fossili e nucleare. Includo anche tutti gli attuali sforzi per implementare le alternative e combattere i CC. Ecco il perché.

Il costo della sostituzione di sistema
Ciò che un gran numero di specialisti di tecnologie energetiche non colgono sono le sfide della sostituzione di un intero sistema – passare da un basato sui combustibili fossili ad un 100% sostenibile in un dato periodo di tempo. Naturalmente, la prima domanda riguarda la necessità o meno di una sostituzione dell'intero sistema. Per coloro di noi che hanno già concluso che questa è una necessità urgente, se solo dovuta al CC, non c'è bisogno di discuterne qui. Per coloro che non hanno ancora chiarezza su questo punto, spero che la cosa diventerà molto più chiara fra qualche paragrafo.

Quindi tornando per ora alla sostituzione dell'intero sistema, la prima sfida ai quali molti rimangono ciechi è l'enorme costo energetico della sostituzione dell'intero sistema in termini di 1° Principio della Termodinamica (cioè quanta energia netta serve per sviluppare ed dispiegare un intero sistema alternativo, mentre quello vecchio deve essere mantenuto in funzione e progressivamente sostituito) e che riguarda anche il 2° Principio della Termodinamica (cioè, il calore di scarto implicato nel processo di sostituzione dell'intero sistema). I problemi implicati sono per prima cosa capire quanta energia primaria fossile richiede un tale passaggio, in aggiunta a quella richiesta dal BAU in corso e fino al momento in cui una qualsiasi alternativa sostenibile sia riuscita a diventare auto sostenuta, poi accertarsi da dove potrebbe provenire quest'energia addizionale.

La fine dell'era del petrolio è adesso
Se avessimo un intero secolo di fronte a noi per fare la transizione, sarebbe relativamente facile. Sfortunatamente, non abbiamo più quell'agio visto che la seconda sfida chiave è il quadro temporale rimanente per la sostituzione completa del sistema. Ciò che sfugge a molti è che la fine rapida dell'era del petrolio è iniziata nel 2012 e sarà finita entro 10 anni. Al meglio della mia conoscenza, il materiale più avanzato su questo argomento è l'analisi termodinamica dell'industria petrolifera (IP) come sistema complessivo intrapresa da The Hill's Group (THG) più o meno negli ultimi due anni (http://www.thehillsgroup.org). Il THG sono degli ingegneri petroliferi statunitensi con grande esperienza condotti da B.W. Hill. Trovo la sua analisi elegante e dura. Per esempio, una delle sue uscite riguarda i prezzi del petrolio. In un periodo di 56 anni, il suo fattore di correlazione coi dati storici è di 0,995. Di conseguenza, hanno cominciato ad avvertire circa il crollo del prezzo del petrolio che è iniziato nel 2014 già nel 2013 (vedete: http://www.thehillsgroup.org/depletion2_022.htm). In ciò che segue mi baso sul rapporto del THG e sul mio lavoro.

Tre figure che riassumono la situazione in cui ci troviamo piuttosto bene, dal mio punto di vista.



Figura 1 – Fine del gioco

Per ragioni puramente termodinamiche, l'energia netta consegnata al mondo industriale globalizzato (MIG) per barile dall'industria petrolifera (IP) sta rapidamente tendendo a zero. Per energia netta intendiamo qui ciò che la IP consegna al MIG, essenzialmente sotto forma di carburanti per il trasporto, dopo che è stata sottratta l'energia usata dall'IP per esplorazione, produzione, trasporto, raffinazione e consegna dei prodotti finali. Tuttavia, le cose precipitano ben prima di raggiungere “ground zero”, cioè, entro 10 anni l'IP come la conosciamo si sarà disintegrata. In realtà, diversi analisti di enti come Deloitte Chatham House, che fanno vaticini finanziari, stanno progressivamente raggiungendo lo stesso tipo di conclusione. [1] L'era del petroliosta finendo adesso, non in una lenta, dolce e lunga discesa dal “Picco del petrolio”, ma un in rapido esaurimento dell'energia netta. Questo ora si combina con cose come il cambiamento climatico e i problemi di debito pubblico per generare quella che chiamo un “tempesta perfetta”, grande abbastanza da mettere in ginocchio il MIG.


In un mondo come quello di Alice

Al momento, sotto il paradigma prevalente, non esiste alcun modo conosciuto per uscire dalla tempesta perfetta entro i limiti di tempo emergenti (il tempo disponibile si è contratto di un ordine di grandezza, da 100 a 10 anni). E' qui che penso che il lettori di Doomstead Diner prevedono bene. Molti lettori hanno senza dubbio famigliarità col cosiddetto effetto “Regina rossa”, illustrato nella figura 2 – dover correre forte per rimanere nello stesso punto ed ancora più forte per riuscire ad andare avanti. L'IP è pienamente alle prese con questo effetto.






Figura 2 – Bloccati su un binario che va verso il nulla


La parte alta della Figura 2 evidenzia che, a causa del declino dell'energia netta per barile, l'IP deve continuare a correre sempre più veloce (vedi pompare petrolio) per continuare ad alimentare il MIG con l'energia netta di cui necessita. Ciò che a molti sfugge è che a causa dello stesso rapido declino dell'energia netta per barile verso lo zero, l'IP non può continuare a “correre” per più di qualche anno – per esempio B.W. Hill considera che entro 10 anni il numero di pompe di benzina negli Stati Uniti si sarà ridotto del 75%...

Ciò che a sua volta molti trascurano, raffigurato nella parte bassa della Figura 2, è ciò che chiamo l'effetto regina rossa inverso (1/RR). Costruire un intero sistema alternativo richiede energia, che inizialmente deve provenire in larga parte dall'attuale sistema alimentato a combustibili fossili. Se il passaggio avviene troppo rapidamente, il drenaggio di energia netta uccide letteralmente il sistema BAU esistente. [2] Più il tempo della transizione è breve, più duro è l'effetto 1/RR.

Stimo che il tasso di crescita limite di tutto il sistema alternativo sia del 7% di crescita all'anno. In altre parole, gli attuali tassi di crescita del solare e dell'eolico, ben al di sopra del 20% e in alcuni casi oltre il 60, non sono praticabili globalmente. Tuttavia, il tipo di tassi di crescita necessari per una transizione molto breve nel quadro temporale della tempesta perfetta, nell'ordine del 35%, sono ancora meno praticabili – se ci atteniamo al paradigma prevalente, cioè. Come suggerisce la parte finale della Figura 2, c'è una via d'uscita concentrandosi sull'attuale enorme spreco di energia, ma attualmente questa strada non viene presa.

Sulla strada per Olduvai
Dal mio punto di vista, dato che quasi tutto all'interno del MIG richiede trasporto e che detto trasporto dipende ancora per circa il 94% da carburanti derivati dal petrolio, il rapido esaurimento dell'energia netta del petrolio deve essere considerata come l'evento che definisce il XXI secolo – governa la funzionalità di tutte le altre fonti di energia, così come quella dell'intero MIG. A questo proposito, il parametro cruciale da considerare non è la quantità assoluta di petrolio estratto (come fanno persino i “picchisti”), come i milioni di barili prodotti all'anno, ma l'energia netta proveniente dal petrolio pro capite della popolazione globale, visto che quando questa si avvicina troppo allo zero ci dobbiamo attendere un collasso sociale completo, globalmente.

Il quadro complessivo, come descritto nella Figura 3, è quello della “Madre di tutte le curve di Seneca” (per usare l'espressione di Ugo). Presenta l'energia netta pro capite della popolazione globale. [3] La Gola di Olduvai come sfondo è un ammiccamento allo scenario del dottor Richard Duncan (egli ha usato i barili di petrolio equivalenti, che è stato un errore) e utile a sottolineare le terribili conseguenze nel caso raggiungessimo “il fondo della gola” - una specie di destino da “cacciatori-raccoglitori postmoderni”.

Il petrolio è stato usato per migliaia di anni, in modo limitato nelle aree in cui questo sgorgava naturalmente o dove potevano essere scavati piccoli pozzi. Si è iniziato ad estrarre sabbie bituminose in maniera industriale nel 1745 a Merkwiller-Pechelbronn, nel nordest della Francia (il luogo di nascita di Schlumberger). Da tali inizi molto modesti ad un picco all'inizio degli anni 70, l'ascesa ha impiegato oltre 220 anni. La ricaduta verso lo zero impiegherà circa 50 anni. L'incredibile crescita economica nei tre decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale è stata di fatto alimentata da una crescita del 321% dell'energia netta pro capite. Il picco di 18 GJ a testa circa nel 1973 è stato in realtà di circa 40 GJ a testa per coloro che avevano accesso al petrolio in quel momento, cioè la parte industrializzata della popolazione globale.






Figura 3 – La “Madre di tutte le curve di Seneca”


Nel 2012 l'IP ha cominciato ad usare più energia per barile nei suoi processi (dall'esplorazione petrolifera al trasporto dei carburanti alle pompe di benzina) del netto che consegna al MIG. Ora ci troviamo al di sotto dei 4 GJ di energia a testa e diminuisce rapidamente.


In realtà è questo ora che governa i prezzi: dal 2014, tramite milioni di transazioni commerciali (che fungono da “mano invisibile” dei mercati), sta progressivamente filtrando la realtà secondo cui il MIG si può permettere solo prezzi del petrolio in proporzione alla quantità di crescita del PIL che può essere generato da un'energia netta consegnata per barile in rapida contrazione, che non è più molta. Presto sarà zero. Quindi i prezzi del petrolio sono in realtà in una tendenza al ribasso verso lo zero.


Per farvi fronte, l'IP ha cannibalizzato sé stessa dal 2012. Questa tendenza sta accelerando ma non può continuare molto a lungo. Persino gli analisti mainstream hanno cominciato a riconoscere che l'IP non sta più rifondendo le proprie riserve. Siamo entrati in tempi di svendita, come mostrato dai recenti annunci dell'Arabia Saudita (il cui giacimento principale, Ghawar, è probabilmente esaurito per oltre il 90%) per vendere parte della Aramco e fare un rapido passaggio da una dipendenza del 100% dal petrolio verso il “solare”.

Dato ciò che descrivono le Figure da 1 a 3, dovrebbe essere ovvio che riprendere la crescita lungo le linee del BAU non è più fattibile e che affrontare il CC come previsto alla COP21 di Parigi è a sua volta non fattibile e che esporsi ad ancora più debito che non potrà mai essere rimborsato non è più una soluzione, nemmeno sul breve termine.

E' tempo di “quagliare” e ciò richiede un cambiamento di paradigma in grado di evitare entrambi i limiti di gli effetti RR e 1/RR. Dopo quasi 45 anni di ricerca, i miei colleghi ed io pensiamo che questo sia ancora fattibile. A meno di questo, no, non ce la faremo, in termini di sostituzione delle risorse fossili con quelle rinnovabili all'interno del quadro temporale rimanente o in termini di sopravvivenza del MIG.


A seguire:


Parte seconda – Indagare l'appropriatezza della domanda

Parte terza - Trovarsi leggermente oltre il bordo del dirupo


[1] Vedete per esempio, Stevens, Paul, 2016, Società petrolifere internazionali: la morte del vecchio modello di business, Energia, saggio di ricerca, Energia, Ambiente e Risorse, Chatham House; England, John W., 2016, A corto di capitale? Il rischio di mancanza di investimento in petrolio e gas è amplificato dalle priorità di cassa in competizione, Deloitte Center for Energy Solutions, Deloitte LLP. La Banca di Inghilterra ha recentemente commentato: “L'industria del petrolio greggio e del gas naturale assediate hanno tagliato le spese di capitale fino ad un punto al di sotto dei livelli minimi necessari per sostituire le riserve – la sostituzione di riserve provate nel passato ha costituito circa l'80% della spesa dell'industria. Tuttavia, l'industria ha tagliato le sue spese di capitale di un totale del 50% nel 2015 e nel 2016. Secondo il nuovo studio di Deloitte [di cui si è parlato sopra], questa mancanza di investimento esaurirà rapidamente la disponibilità futura di riserve e di produzione”.

[2] Questo effetto viene anche definito “cannibalizzazione”. Vedete per esempio, J. M. Pearce, 2009, Strategie di mitigazione dei gas serra per sopprimere il cannibalismo energetico, Seconda conferenza sulla tecnologia del cambiamento climatico, 12-15, Hamilton, Ontario, Canada. Tuttavia, nell'industria petrolifere e più in generale nell'industria estrattiva, il cannibalismo di solito si riferisce a ciò che fanno le società quando stanno raggiungendo la fine delle riserve estraibili e tagliano sulla manutenzione, svendono beni o ne acquisiscono alcuni da società fallite per cercare di sopravvivere un po' più a lungo. Attualmente sono in corso molte cessioni di beni per rattoppare il petrolio e il gas di scisto, stessa cosa fra le major, Lukoil, BP, Shell, Chevron, etc… Fra i tagli di spesa e le cessioni di beni le quantità coinvolte sono nell'ordine di 1-2 trilioni di dollari.

[3] Questo grafico è basato sui dati di energia netta di THG, sui dati di produzione della BP e sui dati demografici dell'ONU.

19 commenti:

  1. La figura 3, con quella freccia verde che, spavalda e ottimista, punta verso il sole, mi ricorda una figura analoga in "Nuclear Energy and the Fossil Fuels" di M.K. Hubbert. Nell'articolo di Hubbert la curva descriveva quello che si sperava sarebbe stato l'apporto di energia nucleare. Una pia illusione, come abbiamo visto. E qualcosa mi dice che sarà lo stesso per le rinnovabili.

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    1. cul de sac: espressione ottocentesca di un generale francese. Ma lezione non si impara mai. Vedi Dien Bien Phu.

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  2. Articolo chiaro e lineare. E da brividi. Dieci anni e poi il crac, con tanti saluti a tutte quelle previsioni favolistiche di curve fino al 2050 tutte in crescita, di popolazione, consumi, merci spostate, aumento di temperatura ecc, ecc.
    Pensavo a un atterraggio graduale verso Olduvai e invece, a meno di jolly (come gli shale CC che hanno posticipato il picco), la caduta in verticale è davanti a noi.
    E continuando a rimanere al potere nel nostro paese i governi asserviti alle lobby petrolifere e in genere, per noi la caduta sarà ancora più verticale.

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    1. Governi asserviti alle lobby petrolifere nel nostro paese ? In un paese che ha superato la capacità di carico di 4,4 volte sono gli elettori di questi governi ad essere pletorici, per declinare in maniera ardita un termine che maschera la natura cruenta della questione...

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    2. beh, i governi e le lobby hanno il loro interesse, quindi non difendiamoli più di tanto. Una bella riduzione dei consumi dell'80% riporterebbe il carico quasi in pareggio.

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  3. Sono convinto che Arnoux abbia ragione, anche se spero che abbia ragione Bardi. Al di la di ciò, complimenti al proprietario del bolg per la pubblicazione anche di articoli che sostengono posizioni almeno in parte diverse dalle sue (peraltro ben documentate ed argomentate).

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  4. Quando si entra in una spirale recessiva prima che se ne esca possono passare decenni. Ma nella nostra attuale condizione se non si trovano fonti energetiche innovative e a buon mercato sarà impossibile evitare, nel giro di qualche anno, un disastroso collasso di tutto il sistema economico.
    Fa rabbia vedere l'inadeguatezza della politica di fronte a questioni di tale portata. Abbiamo dei governanti che corrono, ma dove corrono?
    Sembra che l'unica istituzione rimasta in grado di farsi carico di queste urgenti problematiche sia la Chiesa Cattolica. (lo dico benchè io non sia cattolico).
    Servirebbero misure urgenti, tetti massimi sull'utilizzo delle risorse, ridurre la dipendenza dalle importazioni, dare respiro all'occupazione impiegando le persone in servizi dematerializzati, cooperative agricole, investimenti sulla produttività delle risorse, sulle fonti energetiche rinnovabili (Troppo costose?), sulla valorizzazione dell'ecosistema.
    Niente, obiettivo "la crescita" anzi sarebbe meglio dire la "ricrescita" dopo diversi anni di "decrescita" forzata.
    Angelo


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    1. R "dare respiro all'occupazione impiegando le persone in servizi dematerializzati" ...Ma proprio no; magari dare lavoro ad ingegneri ed operai in migliaia di microdighe prendendo le risorse da dove sono, cioè impiegati del pubblico impiego nei servizi alla persona...(non licenziando nessuno, trattenendo un terzo dello stipendio con una voce molto esplicita)
      R "cooperative agricole"..L'agricoltura italiana ha già una produttività eccellente, la massima compatibile con le presente condizioni climatiche senza aumentare ancora la chimica nella resa...Per fare quello che dici tu servirebbero nuovi terreni...Semmai l'agricoltura italiana ha il problema di pararsi il sedere dalle siccità/alluvioni, vedi microdighe sopra, e ridurre la quantità di parassiti statali e parastatali che ne succhiano il sangue.

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    2. Mah, veramente queste proposte non sono farina del mio sacco.
      Ho preso spunto dal libro di Tim Jackson "Prosperita' senza crescita".
      Inutile continuare ad inseguire il miraggio della crescita. Bisogna cominciare seriamente a porsi la questione dei limiti.
      Adesso, non lo so, le microdighe, i parassiti statali ecc. Per queste cose servono degli esperti. (onesti)
      Il fatto è che continuiamo a correre dietro al superfluo e non ci preoccupiamo delle cose essenziali: la terra, l'acqua...certe cose le diamo per scontate ma non lo sono affatto.
      Angelo

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    3. la Chiesa è stata istituita da Cristo per portare avanti il suo messaggio. Ora è tutta presa dall'immenso fiume di soldi che girano dietro le onlus, caritas, ong, ma domani, quando questo fiume si esaurirà col peak oil, ritornerà al vangelo o continuerà con la politica intrapresa dopo la conquista del potere, causata dalla disfatta delle legioni di Decio in Pannonia nel 251 dc? Comunque al nero che è tornato a bussare alla porta dopo la luna di miele, il mio avvertimento che non metta al mondo troppo figli, perchè si va verso un mondo di miseria, ha causato un sorrisetto ironico. Pensa di aver trovato il paese del bengodi per sempre. Mentre sul molo di Viareggio ieri sera c'erano più pescatori, in cerca di cibo gratis, che turisti e ad Otranto si stanno meravigliando che per essere la prima di agosto c'è poca gente. La politica delle tasse e della mancanza di futuro per le nuove generazioni sta ben funzionando, almeno per le locuste italiche, e domani colla fine del petrolio, cominceranno i dolori per tutti. Purtroppo Olduvai è dietro l'angolo, anche se il nero e tutti con lui non ci credono.

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  5. Ancora con questa panzana della "fine del petrolio" e conseguente quasi immediata "fine-di-mondo"?
    Ancora non si accetta che fra gas naturale, rinnovabili e altre fonti, del petrolio ***come fonte energetica***(altra cosa sono, in parte, i suoi sottoprodotti come le materie plastiche) possiamo fare tranquillamente a meno?
    Ancora non si accetta che comunque ci sono ancora enormi giacimenti intonsi (quelli artici ed antartici, ad esempio) che quando servirà/converrà ai "padroni delle trivelle" verranno sfruttati???
    Vogliamo parlare di cosa rischia davvero di portare al crollo della civiltà? Sovrappopolazione, inquinamento e cambiamenti climatici caotici, non certo fuffa come la "fine del petrolio"...

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    1. Figurati se non arrivava il solito grullo a rassicurarci che la fine del petrolio è solo una panzana.Anzi fuffa che assona meglio con truffa.
      "Minchioni,non avete ancora capito che i padroni delle trivelle non vedono l'ora di perforate chilometri di ghiacci e di rocce sottomarine per succhiare la prossima fonte di cuccagna?"
      E sopratutto nel fresco delle tormente boreali e nella notturna e semestrale calma di quei luoghi?.
      Così ci arringa dal suo eccelso pulpito, il grullo
      Anonimo 5 agosto 2016 08.59, hai letto anche solo questo post di cui ti sei appasssionato con furia di commentare?
      L'hai capito?
      E se l'hai letto e capito, com'é che che dici che bastano gas naturale (fonti) rinnovabili ed altre fonti (non meglio descritte) per fare a meno del petrolio, almeno per quanto riguarda l'energia.
      Come se fosse uno scherzo rinunciare in breve tempo all'uso ed abuso delle materie plastiche.
      Tra l'altro, è meglio non dimenticarsi del bitume, o asfalto che lo si voglia chiamare altrimenti.
      Sottoprodotto del petrolio con il quale possiamo viaggiare su strade comode e non polverose o fangose a seconda del meteo.
      Qui in questo blog si parla da anni di sovrapopolazione (con una sola p per evitare che diventi davvero catastrofica) inquinamento, cambiamenti climatici caotici, esponenziali ed anche insidiosamente
      imprevisti, oltre che di risorse in esaurimento o in via di abbandono per semplice impossibilità d'estrazione economicamente e fisicamente vantaggiosa.
      Anonimo 5 agosto 2016 08.59, forse non te ne sei ancora accordo, ma un certo tipo di mondo è già finito da un pezzo, ed è solo a causa di grulli di specie diversa dalla tua, ma non di genere differente,
      che stiamo entrando nel mondo che farà strage di molte stupide illusioni.
      Per concludere, prova ad immaginare chi sono veramente i padroni delle trivelle.
      Anonimi, scanzonati, ignari che per ogni bottiglietta di PET (sigla del polietilentereftalato) buttiamo via una tazzina di petrolio.E se anche ne recuperiamo un ditale con il riciclo, sempre danno evitabile abbiamo fatto.
      Una moltitudine di padroncini idioti, che vogliono solo farneticare di diritti senza mai pensare che senza assolvimento a dei doveri è vana ogni protesta.

      Marco Sclarandis

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  6. Sono anni che il concetto di economia retta dall'energia (mi) è chiaro, ma non lo avevo mai trovato quantificato.
    La curva del "Maximum affordable price" (grafico 160)è quello che mi mancava finire il puzzle.
    Se il modello regge, nei prossimi anni il prezzo del petrolio non potrà che oscillare intorno alla curva teorica e mandare in bancarotta l'intero settore petrolifero... e con esso il mondo.
    Per fare un parallelo, la civiltà moderna dal 2012 è in coma e manca qualche anno alla morte cerebrale.

    Una domanda a tutti gli studiosi sul blog: l'EROI del petrolio attuale secondo i THG è di 140/115=1,21 oppure di 100/75=1,33 (a seconda che si conti l'energia non utilizzabile). E' plausibile?

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  7. "Per ragioni puramente termodinamiche, l'energia netta consegnata al mondo industriale globalizzato (MIG) per barile dall'industria petrolifera (IP) sta rapidamente tendendo a zero."

    Sul grafico/immagine, quello col barile, mi pare che ci sia scritto che a tendere rapidamente a zero per il 2030 e' l'energia netta disponibile per la CRESCITA del PIL, non l'energia netta disponibile, che credo sia un po' diverso.
    Se l'energia netta disponibile gia' adesso fosse il 17 per cento, come indicato nel barile, penso che non saremmo qua a raccontarcelo comodamente seduti davanti a un pc :)
    Se sbaglio correggetemi.

    In ogni caso non c'e' dubbio che l'enorme crescita materiale seguita all'ultimo dopoguerra sia stata guidata dall'economia del carbonio fossile in forma liquida e gassosa, dopo quella solida (legna e poi carbone), che non solo ha dato energia abbondante, ma ha anche cambiato radicalmente, nei paesi sviluppandi, il paradigma economico, facendo schizzare i trasporti di cose e persone. Cambiare paradigma mette in moto tutto, trasforma tutto, e fa crescere il PIL, cosi' come fa crescere il PIL la preparazione di una guerra con le innovazioni e le invenzioni che, "quando l'acqua tocca il culo", promuove.

    In queste discussioni tecniche, comunque, non andrebbe sottovalutato nemmeno il fatto, per niente tecnico, che esiste il problema del "valore": cosa abbia valore e cosa no dipende solo e soltanto dai desideri e dalle aspettative degli uomini, nulla ha valore intrinseco. Senza questa premessa, qualsiasi discussione economica e' solo un futile esercizio algebrico, privo di senso. Ed e' il "senso", quello che da' senso alle cose, che importa di piu'.

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  8. Siccome di tecnologia non capisco un tubo, ogni tanto annuncio una scoperta sensazionale. Ecco l'ultima.
    http://www.rinnovabili.it/energia/fotovoltaico/cella-solare-fotosintetica-co2-syngas-666/
    Male che vada servira' a tirar su il morale.
    Angelo

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  9. http://www.zerohedge.com/news/2016-08-09/misunderstanding-real-problem-updated-version-peak-oil-story

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  10. Saluti a tutti. Seguo da poco questo blog. Interessante. Non mi esprimo in merito al petrolio e\o risorse. Però a suo tempo, da ex "ingegnere del suono" che poi rimane sempre un ingegnere.. e come tale la prima domanda che si pone è: Abbiamo abbastanza materiale per realizzare il progetto? Qualsiasi sia il progetto! perchè sulla carta tutto posso progettare e fare.. poi serve il materiale e\o come le chiamate voi "risorse", forse il termine esatto darebbe "materia" che poi è energia...
    Quasi un annetto fa, per "un progettino ambizionso" sono andato al punto.. quanto MATERIA ESISTE? Ho trovato questa risposta.. secondo me è un dato molto interessante.. perchè poi questi sono che abbiamo a disposizione. (Esclusi altri pianeti e corpi celesti ma... hai voglia ad andarli a prendere)
    QUANTI ATOMI CI SONO NEL PIANETE TERRA?
    http://education.jlab.org/qa/mathatom_05.html
    http://www.fnal.gov/pub/science/inquiring/questions/atoms.html
    Chiaramente sono stime.. ma solo di questo sono sicuro.. .queste sono le RISOLRSE CHE ABBIAMO... tutto il resto.. non so. :-D
    Ciao!
    Il.gemmologo

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    1. Simpatico Gem Gemmologo, mi hai ispirato una suggestiva immagine per rappresentare le risorse terrestri.
      Ma la esporrò a breve sul mio blog "rimedio-evo"
      I poeti hanno le visioni, i matematici le congetturano,i fisici le calcolano, e gl'ingegneri le fabbricano per tutti.

      Questa volta mi firmo così:

      Mrc Sclrnds

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    2. Contento di aver dato uno spunto. Cosi funziona. ;-) Poi "ingegnere" la mia è spesso auto-ironia. E la domanda che mi ero posto su quanti atomi contiene il pianeta terra a cui avevo trovato le risposte qua sopra, derivava da riflessioni su risorse, energia, creazione energia, ecc... quindi sui tuoi discorsi. E' una cosa attinente. Se uno sa che tutto, compresi noi è composto da atomi, se uno conosce la tavola periodica degli elementi, come dico io, arrivando al punto, quelli qua sopra ha a disposizione. Altra riflessione... ne stiamo sprecando tanti di atomi.. esplorazione spaziale! Quanti atomi stiamo lanciando nello spazio? Satelliti, navicelle, tutte cose che poi "atomi persi!" E mi ero anche posto la domnada sul "bilancio" atomi che abbiamo \ Atomi persi. Perche alcuni arrivano sulla terra dallo spazio.. ma pochi.. e "a spanna" credo che ne stiamo perdendo piu di quanti ne riceviamo. Sempre riflessioni su risorse\spreco che facevo anche io.
      Ciao MArco!
      The.gem
      P.s:Ah.. io sono uno a "risparmio energetico". lampadina 18W, portatile risparmio, non ho motori a scoppio.. pensa te che 20 mesi ho pure vissuto in un camper (mai mosso, mai acceso motore) a energia solare. E' fattibile! (off grid\fuori grigla elettrica) AH.. ho avuto anche modo di testare e provare.. tre tecnologie di pannelli solari. ne avevo preso uno Policristallino, uno mono-cristallino e uno a silicio amorfo. Detto da uno (me) che ha provato in pratica e sul campo la cosa... io ho vistpo che Silicio amorfo sulla carta rende meno.. ma in pratica è quello migliore. veramente! Io avevo parcheggiato il camper esattamente sotto un lampione stradale e con Silicio amorfo.. ehhehe si riesce rubare energia dal lampione! (Magari mezzo ampere.. anche uno durante la notte!) Amorfo è "pazzesco" perche non fa tanta corrente.. ma te la sempre! (Gli altri, poli e mono.. se non batte sole... non producono) Silico Amorfo! se uno mi chiede... senza dubbi questo. Ciao!

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