domenica 19 giugno 2016

Non ci sono abbastanza risorse per sostenere la popolazione mondiale

Da “Church and State”. Traduzione di MR (via Population Matters)

Abbiamo raggiunto una fase in cui la quantità di risorse necessarie per sostenere la popolazione supera quella disponibile

Di John Guillebaud. 10.06.2014


Molti anni fa, come studente del secondo anno di medicina, ho assistito ad una lezione sulla popolazione umana del mio tutor di Cambridge, Colin Bertram. Da biologo sosteneva che l'incessante aumento della popolazione di qualsiasi specie alla fine è sempre insostenibile. I numeri aumentano fino ai limiti della capacità di carico del loro ambiente e quando la superano, i numeri collassano sempre. Se permettiamo che continui una crescita della popolazione incessante, noi esseri umani non possiamo sfuggire allo stesso destino. Anche se intelligentemente potremmo adattarci a tutti i diversi ambienti sulla Terra, abbiamo un solo pianeta finito su cui vivere e il 70% di esso è acqua salata e metà di quello che resta è deserto, montagna, calotta glaciale o foresta in rapida sparizione.


La lezione del dottor Bertram mi ha scioccato ed ha stabilito la direzione della mia carriera medica. Mi sono sentito un po' in colpa del fatto che i dottori avessero inavvertitamente causato il problema della popolazione tramite un controllo delle morti di gran lunga migliore, mentre i tassi di nascita rimanevano alti. Decisi che, in quanto stavo per diventare un dottore, che avrei dovuto cercare di ripristinare l'equilibrio e quale specialità medica più appropriata della pianificazione famigliare potrebbe esserci? Così ho organizzato una formazione superiore in ginecologia (specializzandomi in contraccezione ormonale ed intrauterina) e anche in chirurgia (per questo nella mia carriera ho all'attivo un totale di 5000 vasectomie e una ricerca in corso su una nuova pillola maschile).
Nessuno di noi in quei giorni era preoccupato nello specifico del cambiamento climatico. Come ci ha appena ricordato l'IPCC, quel problema ambientale è abbastanza terrificante, specialmente dato il rischio di retroazioni positive fuori controllo causate, per esempio, dal rilascio di metano dal permafrost. Anche se è molto grave, questo è lungi dall'essere il solo problema globale a minacciare la vita. Lo scienziato capo del Regno Unito ed ultimo presidente della Royal Society ha evidenziato l'imminenza di una “tempesta perfetta”: acqua, cibo e scarsità di combustibili fossili. Rapporti affidabili sulla salute del pianeta come la Panoramica Ambientale Globale dell'ONU hanno scoperto che acqua, terra, piante, animali e riserve di pesce sono tutti “in inesorabile declino”. Già nel 2002 è stato calcolato che il 97% di tutta la carne dei vertebrati sulla terraferma era carne umana più quella degli animali di cui ci nutriamo. (mucche, maiali, pecore, ecc.), lasciando così solo il 3% a tutte le specie vertebrate selvatiche sulla terraferma. Senza parlare della distruzione della vita selvatica negli oceani tramite l'acidificazione, l'inquinamento e il massiccio eccesso di pesca.

Riguardo al numero di esseri umani ci sono buone notizie: il tasso di fertilità totale o la dimensione della famiglia mediasi è dimezzata dal 1950, quando era oltre 5, a circa 2,5 (2,1 sarebbe il livello di sostituzione). La cattiva notizia è che nonostante questo, i 58 paesi con la fertilità più alta sono previsti triplicare il proprio numero per il 2100. In una maggioranza di tutti i paesi c'è anche un impulso della popolazione persistente creato da “rigonfiamenti” di giovani nati in anni di fertilità alta.

Pertanto, l'ONU avverte in modo franco che la popolazione mondiale, ora ben oltre i 7 miliardi, “ha raggiunto una fase in cui la quantità di risorse necessarie per sostenerla supera quella disponibile”. L'aumento annuale della popolazione di circa 80 milioni di persone è pari a quella di una città di 1,5 milioni di abitanti che deve essere costruita da qualche parte ogni settimana – con, inevitabilmente, sempre più emissioni di gas serra e la continua distruzione di foreste e paludi, coi loro habitat molteplici per la rete della vita dai quali dipendono le specie.

Non è esattamente una situazione piacevole, eppure è solidamente basata su prove, come qualsiasi osservatore scientifico imparziale attesterebbe. Coloro che non sono così imparziali di solito preferiscono “sparare al messaggero” o comportarsi come struzzi.

Il Worldwide Fund for Nature calcola che per il 2050 la specie umana avrà bisogno del 100% in più della biocapacità totale del pianeta (foreste, pesca, terreni agricoli) di quella che c'è. Quali sono le prospettive di trovare un altro pianeta da saccheggiare per il 2050? Su un pianeta finito la sostenibilità non è un'opzione, è solo questione di come viene ottenuta. Lo squilibrio verrà corretto letteralmente da miliardi di morti o da meno nascite? Che strano, date le prove, che la crescita della popolazione e la contraccezione rimangano in grande misura dei tabù.

Coloro che consumano ben oltre la propria parte, i ricchi consumatori in eccesso di ogni paese, devono sicuramente ridurre in modo massiccio le loro impronte ambientali, ma anche il “numero di impronte” è rilevante. Spesso si presume che affermazioni come questa siano riferite ai poveri, ma la nostra organizzazione, Population Matters, sottolinea che anche i genitori ricchi devono seriamente considerare di avere un figlio in meno di quelli che potrebbero aver pianificato. La linea guida è solo due per la sostituzione.

Tutto questo non è astrofisica: infatti è molto difficile avere un esempio migliore del Rasoio di Ockham. Di certo, continuare col business as usual comporta ipotesi di gran lunga più irrealistiche dell'approccio precauzionale. L'approccio precauzionale richiede un sostegno appropriato dei servizi di pianificazione famigliare, che ricevono ancora un ridicolo 1% degli aiuti mondiali per la salute riproduttiva e la rimozione tramite l'educazione e dei media delle molte barriere che continuano a impedire milioni di donne di avere la scelta di accedere a metodi di contraccezione. Non si tratta di una alternativa ad altre misure precauzionali cruciali: ridurre la dimensione dell'impronta ambientale media: entrambe sono vitali, sono due lati della stessa medaglia.

Quando il cammello crolla con la schiena rotta, non è stata l'ultima paglia a fare questo. E' stata colpa di tutte le paglie. Per raggiungere la sostenibilità ambientale, devono essere tutti partecipi.
Quando un campo di terra comune è proprio sul punto di essere pascolato in modo eccessivo, Garret Hardin lo ha definito “La tragedia dei beni comuni”. Questo perché ogni mandriano continua a trovare vantaggioso, personalmente e per la sua famiglia, mettere sempre più mucche sul terreno, una dopo l'altra – anche se le ultime ad arrivare sono più magre e meno produttive di prima – proprio fino al punto che il limite del pascolo viene finalmente superato e tutte le mucche muoiono e le famiglie soffrono. I pescatori si comportano in modo analogo quando c'è un'attività di pesca prossima al sovrasfruttamento. Data ogni risorsa tenuta in comune, il guadagno privato del singolo individuo viene quindi pagato da tutto il gruppo, progressivamente e alla fine in modo catastrofico.

Hardin ha detto che il modo di evitare queste tragedie era “la mutua coercizione, accordata mutualmente”, cioè che tutti concordino di essere regolati dalla pressione di propri pari, insieme con incentivi e disincentivi fiscali concordati. Così, nell'esempio della pesca, ogni pescatore prende una quota concordata più piccola, che sia sostenibile. Tuttavia, non tutte le cose rilevanti che accadono nei beni comuni ambientali possono essere regolamentate in questo modo. Le molteplici decisioni prese da ogni singolo individuo sull'andare in bici o a piedi piuttosto che in macchina, spegnere i condizionatori o scegliere di avere una famiglia più piccola sono difficili da influenzare. Quando arriva il momento critico – specialmente quando vediamo così tanta e persistente ingordigia nell'uso di energia da parte di grandi multinazionali – tutti noi sentiamo di chiederci che senso ha aiutare l'ambiente quando sembra che non lo faccia nessun altro.

28 commenti:

  1. Niente di quello che possiamo fare è sufficiente singolarmente; intanto dovremmo riportare in traghetto sulla prima spiaggia africana, in tutta sicurezza, chi non ha diritto ad asilo politico, e revocarlo a chi continua prolificare nella nostra italia già sovrappopolata ma al contempo in piena recessione del tasso di fertilità ( 1,19 4 anni fa, con età media delle primipare in aumento di oltre 3 anni rispetto alle ultime rilevazioni statistiche di appena 3 anni prima da 29 a 32 e qualcosa anni: attenzione, questo non significa che le italiane stanno facendo in media un figlio per coppia, ma anzi c'è un buon 30% di italiane destinate a rimanere senza prole principalmente per crisi economica e senso di responsabilità quello che i migranti, regolari o no, non hanno.)

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    1. Un giorno ho avuto una discussione sull'argomento:
      Secondo me la decrescita demografica è arrivata principalmente a causa della crisi, secondo il mio interlocutore era una scelta volontaria (indipendentemente dai motivi).
      Voi cosa ne pensate?

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    2. "senza prole principalmente per crisi economica e senso di responsabilità, quello che i migranti, regolari o no, non hanno"

      Mmmh, qua mi sembri un po' troppo ottimista (e quindi in dissonanza con la politica del sito ;) la differenza e' solo che i migranti, evidentemente proveniendo da posti dove si sta peggio, senno' se ne sarebbero stati dov'erano, hanno un concetto di benessere che si attesta a un livello MOLTO inferiore rispetto agli autoctoni, in altre parole si accontentano e sono felici con MOLTO meno. Inoltre, non avendo nulla, partendo da zero, non sono ricattabili come siamo noi, non hanno niente da perdere: sono... liberi.

      Per noi invece il mondo non e' mai abbastanza perfetto tale da poter dire "mi piace" (e questo stesso sito e' un esempio massimo di tale stato d'animo). Non ci va mai bene nulla.

      Il bello e' che e' sempre nel tentativo di renderlo perfetto questo nostro mondo, che finiamo per renderlo un inferno invivibile a noi stessi.

      Non ha senso agire per evitare future catastrofi se nel farlo si crea artificialmente un mondo in cui si sta male come se stessero gia' accadendo. Molto meglio riposarsi. :)

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    3. "la decrescita demografica è arrivata principalmente a causa della crisi"

      Credo che avvenga dove:
      - le donne hanno un sacco di altre cose da fare oltre che figli (dove la donna di mestiere fa figli, una donna che ne fa pochi e' una fallita sia davanti a se stessa che alla societa');
      - tirare su figli e' un onere pesantissimo, lunghissimo e costosissimo, e non da' alcuna contropartita dal punto di vista della sicurezza sociale e del "welfare", come invece avviene con la "famiglia allargata" nelle societa' dove lo Stato, se c'e', non assicura molti diritti.

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  2. Nel mondo globalizzato a farla da padroni sono le multinazionali.
    Ci sono problemi che si potrebbero forse risolvere con la politica, ma i politici sono asserviti al potere economico. E' come un cane che si morde la coda.
    Poi ci sono i mass-media che ci intontiscono di balle.
    Le stesse Corporations sono forzate a seguire la loro logica impersonale e totalizzante: il profitto.
    Tutto questo sistema potra' andare avanti finche' ci sara' la possibilita' di fare profitti.
    Probabilmente ancora per poco.
    Poi staremo a vedere cosa dovra' succedere.
    Angelo

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    1. Condivido la tua analisi.
      Io solo spero nel Buon Senso, che vedo in taluni di noi esseri umani.
      Ma sono, siamo pochi, e indifesi, di fronte al "sistema".
      Il sistema (la civiltà, qualunque civiltà) fagocita tali persone.
      E' questo innaturale sistema, il nemico.

      Gianni Tiziano

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  3. ieri notte hanno saccheggiato un campo di zucchini qui vicino, probabilmente da operai stranieri che lavorano nei vivai adiacenti e so essere profumatamente pagati. Ieri ho udito una mia collega ottenere una raccomandazione per un concorso per suo figlio. Con un'umanità del genere non mi sembra che questo pianeta abbia una qualche possibilità di scamparla. Altro che "mutua coercizione accordata mutualmemte": qui siamo al "rubiamo più che possiamo" disinvoltamente e impunemente. Penso che saremo tutti d'accordo per un intervento divino, che rimettesse le cose a posto, no? La coscienza ce l'abbiamo tutti, pure l'albanese che mi venne a cercare col coltello in tasca, perchè era sparita la bici che incatenava alla mia casa, che si pentì quando seppe che gliel'avevano rubata i rumeni. Si scusò con mia moglie, ma non con me. Probabilmente ha ancora un conto aperto con me, ma farebbe meglio a scordarselo, perchè se rispondessi alle provocazioni, sarei tutti i giorni dai carabinieri. E anche se la mia vita non è un paradiso, per colpa dell'odio che cola intorno a me, provocato dall'egoismo ,che è padrone della maggior parte delle persone, cerco almeno di non farla diventare un inferno.

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  4. Che scoperta... e' la norma per qualsiasi popolazione, umana compresa, da quando calca il suolo della terra, ed e' l'ABC dell'"evoluzione": la lotta per la sopravvivenza in "condizioni economiche", cioe' di scarsita' delle risorse... senza, non esisteremmo nemmeno, come non esisterebbe alcun altro organismo vivente.
    Semmai, a fare eccezione e percio' stupirci dovrebbe essere questo occasionale periodo di facile crescita galoppante. Non ci stupisce perche', essendoci nati dentro, lo diamo per scontato. D'altra parte anche chi se ne rende conto, per lo stesso motivo, non riesce a concepire il fatto che il calo della crescita, o la decrescita, avverra' per vie del tutto naturali, senza bisogno di alcuno sforzo da parte sua, sulle cui spalle non grava l'intero peso del mondo.

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  5. Siammo alle solite: catastrofismo a palla.
    Ma chi ha ha messo la foto in cima all'articolo l'ha guardata bene?
    Ha notato cosa c'è in cima alla collina?

    Ed allora maledetti profeti di sventura, basta che quelli che abitano di sotto aprano le porte a ... ed i problemi creati dal sovraffollamento scompaiono.

    Avvertenza: lo so, lo so sono monocorde, ma é che ho il dente avvelenato nei confronti di quei dementi utopici.
    Il mio vangelo é The Limit of Growth.

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    1. purtroppo religione e fanatismo vanno a braccetto.Tanto che i veri religiosi sono molto, molto, molto pochi e i pazzi indemoniati fanatici la stragrande maggioranza. Ti ricordo che religione significa "attaccamento a Dio"ed è l'unico aiuto che ha l'uomo per salvarsi da quella marmaglia fi fanatici, che hanno deturpato la collina della foto, proni agli ordini di scuderia, che sono istinti, passioni, vizi. Ti farei vedere che faccia ha fatto una signora, madre di due figli, di cui uno a Malaga, per lavoro, che rideva contenta dicendo di non vedere l'ora di diventare nonna, quando le ho detto che la "ciccia" piace. Probabilmente non mi rivolgerà più la parola, ma, come dici tu, di dementi utopici è pieno il mondo. Quindi non è gran perdita.

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  6. - Chi può imporre agli altri Paesi del mondo di ridurre il loro consumo?

    - Visto che i Paesi occidentali + Cina consumano la maggior parte dell'energia prodotta nel mondo, anche se gli altri riducessero i consumi, non influenzerebbero significativamente i consumi totali.

    Visto che nessun Paese al mondo è in grado di garantire che tutti i Paesi (compreso il controllore) riducano i propri consumi, chi lo farà?

    Semplice...
    avverrà automaticamente!

    Vediamo alcuni casi:
    1) l'automazione butterà fuori dal mercato del lavoro miliardi di persone che non potranno consumare come prima;
    2) La grande disoccupazione diminuire i consumi facendo entrare in crisi la società di tutti i Paesi (anche i Cinesi stanno perdendo il lavoro per colpa dei robot);

    3) Se la scarsità delle risorse arriverà prima della riduzione della disponibilità delle suddette, semplicemente verranno esclusi dai consumi interi Paesi, con la forza (armi).

    4) L'uso delle armi, abbiamo visto in precedenza su questo blog, richiede un eccessivo consumo di risorse, che non faranno altro che accelerare l'esaurirsi delle suddette.

    ecc.

    Ma tutto quello che ho appena scritto sono fandonie.

    Vogliamoci bene!
    cerchiamo di essere buoni con il prossimo!
    Accogliamo tutti i bisognosi che vengono con i barconi.
    Adottiamo dei bambini a distanza.
    Cerchiamo di eliminare la fame nel mondo distribuendo tutto ciò che è possibile, in modo che anche loro possano avere una vita dignitosa: studiano, lavorando, comprandosi una casa e facendosi una famiglia.
    Famiglia con almeno 3 figli! Perché sono tristi quelle famiglie con un solo figlio!
    I figli sono il dono che il nostro creatore ci ha dato e ne dobbiamo fare tutti quelli che vorrà donarci, senza cercare di programmare le nascite.
    Se poi l'uomo entrerà in guerra con gli altri uomini per la carenza di risorse, è colpa dell'uomo che è malvagio, che se invece accogliesse il prossimo condividendo le sue risorse, vivremmo tutti felici in questo mondo!

    P.S:
    La via verso l'inferno è lastricata di buone intenzioni!

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    1. finchè ci sarà oil, ci sarà buonismo. Dopo si spera arrivi la Bontà. Ma anche prima.

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. E' sconfortante vedere la sovrappopolazione (umana), il consumismo (umano), l'inquinamento (causato dagli umani), la sesta estinzione di massa.
    Noi ci diciamo che siamo una specie vivente intelligente, molto intelligente, la più intelligente.
    Io non ci credo più.
    Credo che le funzioni cerebrali degli esseri umani sono sfuggite al controllo.
    Abbiamo dimenticato un principio importantissimo.
    Quale?

    Gianni Tiziano

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  9. Io penso che l'uomo dovrebbe principalmente trovare una risposta a queste due domande:
    1) da dove veniamo?
    2) dove dobbiamo andare?

    Se saprà rispondere correttamente almeno alla seconda domanda, saprà cosa è giusto fare e cosa no.
    Perché bisogna sapere la meta qual'è... se si vuole sapere quale strada percorrere e quali azioni sono corrette.

    Invece, vedo che anche molti potenti o persone ricche, brancolano nel buio!

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    1. per un misero credente qual io penso d'essere le risposte sono semplici, anche perchè suggerite da S.Paolo: "In Deo vivimus, movemur et sumus". Veniamo da Dio e a Lui torneremo, ma solo se Lo amiamo (1° e più grande comandamento di tutte le religioni monoteiste) o almeno ne abbiamo il sincero desiderio, ma mi dispiace che la maggior parte degli abitanti della collina della foto possano prendere un'altra strada. Il libero arbitrio è implacabile come le leggi della termodinamica, ma anche queste non sono molto accettate, pur essendo palesi per chi non ha occhi coperti da fette di prosciutto. Come il consumista compulsivo.

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    2. l unica domanda e' dove vogliamo andare (e quindi cosa vogliamo fare).
      le robe di superstizione religiosa come sempre non hanno un nesso se non con l ancestrale bisogno di avere un amico immaginario (gli psicologi la chiamano schizofrenia)

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    3. la superstizione non è religione: come al solito hai le idee confuse.

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    4. Ognuno di noi è un turbine di vita, effimero.

      (la mia risposta (che è quella dei popoli primitivi) ai tuoi due quesiti la trovi più sotto)

      Ciao e Buona Giornata.
      Gianni Tiziano

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  10. La soluzione alla sovrappopolazione sarebbe semplicisima e non direttamente cruenta, se la razionalità regolasse il comportamento, specialmente della parte "bassa" (pun intended), della nostra specie.
    Finché non si è scesi almeno sotto il miliardo a livello globale, bisogna:
    1)implementare IMMEDIATAMENTE in punta di fucile e a livello globale il limite "2 persone, 1 figlio". Conigliare figli a raffica NON è un diritto per nessuno!
    2)Libera commerciabilità del diritto di procreare: che non vole fare il "1/2 figlio" che gli/le spetta può vendere (a prezzi con un limite minimo di stabilità dall'ONU per evitare sfruttramemto di massa, e nessun limite massimo) ad altri il suo diritto;
    3) punizioni ESEMPLARI, immediate e DEFINITIVE (a cominciare come minimo dalla sterilizzazione) per chi "sfora".
    Con queste 3 semplici regole risolveremmo i problemi di eccesso di umani senza bisogno di guerre e in una generazione.

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  11. Buon giorno
    Il tema trattato da questo articolo è uno di quelli fondamentali se non il fondamentale in relazione alla sopravvivenza e in buone condizioni dell'umanità.
    Però vedo le soluzioni prospettate col fiato molto corto: è necessario invece un progetto molto ampio e che si basi su un "grande accordo"!
    Espongo questa proposta di grande accordo nell'articolo che trovate al all'indirizzo di seguito linkato:
    http://www.decrescita.com/news/un-grande-accordo/
    Cordiali saluti
    Armando

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  12. 1) da dove veniamo?
    dal ventre di nostra madre
    2) dove dobbiamo andare?
    a morire, e ricongiungerci alla Terra che è la nostra madre.
    Rivivremo sotto altre spoglie (farfalla, sasso, erba, acqua ....).
    Per questo dobbiamo rispettare la natura, è il sangue e la carne dei nostri genitori.
    La natura è continua trasformazione.
    Non credo che siamo superiori ad altre forme di vita,
    Anzi !

    Gianni Tiziano

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    1. Quello che tu dici è l'evidenza dei fatti e concordo, però ci aggiungerei qualcosa:
      1) Qual'è il senso della vita?
      (sia degli uomini che delle altre creature)

      Non è tutto fine a se stesso!
      Non avviene ciò (vita - morte) solo per far avvenire qualcosa, tanto per intrattenere qualcuno...

      Io penso che la vita di tutte le creature e dell'Universo ha un senso / scopo; a questo, ognuno di noi può aggiungere il senso/scopo che vuol dare alla sua vita.

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    2. "alla sua vita."
      scusate:
      "alla propria vita"

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  13. Comincio a non credere più alle roccaforti -isole felici delle elite in un mare di umanità impoverita e imbarbarita. Non avrebbero un futuro in un ambiente in continuo peggioramento. E comincio a pensare che i limiti delle risorse ridurranno naturalmente la moltitudine umana ma saranno anche degli umani che aiuteranno questo processo prima che lo stesso riduca loro. Se non resta un minimo di mondo vivibile, che speranze hanno le elite di sopravvivere insieme a qualche comodità?
    Quello che voglio dire è che le masse, noi inclusi, sono viste come una zavorra ormai da questa gentaglia.
    Scorso sotto certi limiti l'input energetico a questo enorme carrozzone economico globale, si apriranno certe danze...

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  14. 'Sceso sotto certi limiti' volevo scrivere

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  15. Articolo equilibrato, ben documentato e propositivo, che (tra l'altro) mostra l'inconsistenza del Par. 50 della tanto lodata ultima enciclica pontificia che afferma la piena compatibilità della crescita demografica con uno sviluppo umano sostenibile, integrale e solidale...

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  16. A proposito di gestione dei beni comuni: In Alta Versilia, un paio di secoli fa i pascoli erano un bene comune dei vari paesi. Ogni comunanza decideva quante bestie ogni membro poteva portare al pascolo ed era convenuto che se qualcuno sgarrava veniva crocifisso e scaraventato così giù da una rupe. Oggi ci pare assurdo, ma non lo era. Sapevano bene che cosa c'era in gioco.

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