venerdì 18 dicembre 2015

Dopo la COP21 di Parigi: cinque scenari per il futuro

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR

 2060: la ricerca di una tecnologia rivoluzionaria per risolvere il cambiamento climatico continua. "E' una macchina del tempo che speriamo ci riporti indietro di 50 anni quando avremmo potuto tassare il carbonio".

Gli scenari non sono previsioni, solo modi per descrivere futuri possibili, utili per essere pronti ad eventi inaspettati. La sola regola nella costruzione di scenari è che le ipotesi non devono essere troppo improbabili, come contemplare macchine del tempo. Eppure, sembra che in alcuni casi che coinvolgono previsioni climatiche, le macchine del tempo siano un'ipotesi intrinseca


La conferenza COP21 di Parigi ha riportato il clima all'attenzione del pubblico e da adesso in avanti parte la sfida vera: cosa possiamo realmente aspettarci per il futuro del clima terrestre? Come sempre, le previsioni sono difficili, specialmente quando ci sono molte variabili coinvolte. Ciononostante, il cambiamento climatico è il risultato di fattori fisici che possiamo capire e sappiamo che l'accumulo di gas serra in atmosfera – se continuasse – ci porterà ad un futuro molto sgradevole.

Se guardiamo al futuro a lungo termine, tutta la questione ruota intorno a se riusciamo a ruotare al di sotto di un aumento di temperatura che è ritenuto “sicuro” (potrebbe essere 2°C, ma non lo sappiamo con certezza), o superiamo il limite e ci ritroviamo al di sopra del “punto di non ritorno climatico” dopo il quale il sistema comincia a muoversi verso un riscaldamento sempre maggiore, con tutti i disastri associati.

Quindi ho pensato che avrei potuto impegnarmi in un piccolo esercizio di “costruzione di scenari” qualitativi con una focalizzazione particolare sul clima. Ecco alcuni scenari, elencati senza un ordine particolare. Alcuni li potreste vedere come orribili, alcuni come improbabili, altri come eccessivamente ottimistici. Ma non sono altro che scenari. La COP21 è stato un passo nella giusta direzione. Evitare le conseguenze peggiori non sarà facile, ma dipende da noi.

1. Business as usual. In questo scenario, le cose rimangono in gran parte come sono oggi, peggiorano soltanto gradualmente. Non ci sono grandi guerre, nessun collasso economico brusco, nessun disastro climatico improvviso. Ma le temperature continuano ad aumentare mentre il sistema economico mondiale viene colpito da una crisi dopo l'altra. Quindi l'economia perde gradualmente le risorse necessarie per mantenere in vita le strutture che studiano e comprendono i problemi globali: università e centri di ricerca. Di conseguenza, i problemi globali scivolano via dalla consapevolezza collettiva. Le persone vengono uccise da ondate di calore, affamate dalle siccità, spazzate via da uragani mostruosi, eppure nessuno è in grado di collegare tutto ciò al cambiamento climatico, mentre la combustione di combustibili fossili, anche se ridotta a causa dell'esaurimento, continua. Sul lungo periodo, ciò porterebbe alla fine della civiltà con un sussurro, piuttosto che con un fragore.

2. Il panico climatico. Questo è lo scenario simmetrico ed opposto a quello sopra. Man mano che la crisi climatica peggiora, potremmo arrivare ad un “punto di svolta della percezione”, forse generato da qualche evento spettacolare (vedi un mostruoso distacco di ghiaccio dall'Antartide o dalla Groenlandia) o, semplicemente, dall'accumulo di prove. Un'ondata di panico climatico porterebbe ad una corsa a “fare qualcosa” e le cose potrebbero peggiorare piuttosto che migliorare se, per esempio, fosse tentata qualche forma estrema di geoingegneria. Tuttavia, potrebbe anche portare a risultati positivi. Per esempio, una spinta alla riforestazione e alle energie rinnovabili mitigherebbero efficacemente il cambiamento climatico. Non è scontato che la nostra civiltà necessiti uno scoppio di panico per essere salvata, ma questo potrebbe darle una possibilità in più.

3. Il collasso di Seneca. Prima di essere colpita dal disastro climatico, l'economia mondiale potrebbe sperimentare un “collasso di Seneca” in conseguenza dell'esaurimento delle risorse. In una situazione del genere, le persone non avrebbero tempo di preoccuparsi di niente se non della loro sopravvivenza immediata e questo porterebbe a dimenticare completamente il cambiamento climatico. D'altra parte, il collasso economico causerebbe una riduzione delle emissioni probabilmente ben oltre anche ai sogni più arditi degli ambientalisti. Non è scontato, tuttavia, che questo sarebbe sufficiente per evitare di andare al di sopra del limite dei 2°C.

4. Gli stati in guerra. L'attuale situazione è stata paragonata all'inizio della Prima Guerra Mondiale e ci sono rischi seri che i conflitti in corso possano intensificarsi fino a diventare un grande confronto mondiale. In un caso del genere, tutte le preoccupazioni sul cambiamento climatico verrebbero immediatamente dimenticate. Una grande guerra probabilmente rinforzerebbe gli sforzi per estrarre quanti più combustibili fossili possibile, compresi, probabilmente, gli scisti petroliferi che le forze di mercato non sembrano in grado di estrarre (Potrebbe essere che l'attuale motore della guerra emerga in parte da questo tipo di considerazione). Ciò porterebbe all'impennata delle emissioni, perlomeno per la durata della guerra. Dall'altra parte, è probabile che qualsiasi grande guerra si spenga lentamente a causa della mancanza di energia e di risorse per portarla avanti. Per cui il picco del carbonio non durerà a lungo. Eppure, potrebbe fare molto danno, rendendo le cose anche più difficili.

5. L'olocausto nucleare. Una variante dello scenario di guerra, ipotizza che uno o più contendenti decidano di giocare la carta nucleare. Ciò potrebbe assumere la forma di bombardamenti nucleari tattici o strategici o anche quella di attaccare le centrali nucleari dell'avversario utilizzando armi convenzionali. In ogni caso, vedremmo una rapida caduta delle emissioni di carbonio, grande tanto quanto le aree industriali che sarebbero distrutte o semplicemente rese inabitabili. Un massiccio scambio nucleare genererebbe anche così tanta polvere nell'alta atmosfera che il risultato potrebbe essere descritto come un “inverno nucleare” che causa un raffreddamento estremo che farebbe ancora più danno del riscaldamento. Tuttavia, non farebbe niente per cambiare l'effetto di lungo termine dei gas serra già emessi nell'atmosfera. La polvere alla fine ricadrebbe e il riscaldamento ricomincerebbe più di prima.

6. Spopolamento. Le proiezioni più attuali ipotizzano che la popolazione umana continuerà a crescere dolcemente per tutto il XXI secolo, raggiungendo un plateau a circa 9-10 miliardi di persone, o forse più di così. Tuttavia, le registrazioni storiche mostrano che le popolazioni umane raramente seguono questo tipo di traiettoria, tendendo più spesso al collasso dopo aver raggiunto un picco. Un esempio è quello dell'Irlanda, fra il 1845 4 il 1850, quando la popolazione è collassata a circa la metà della dimensione che aveva al picco. La popolazione mondiale potrebbe collassare allo stesso modo in conseguenza di guerre, epidemie, inquinamento, di qualcuno che gioca con le armi biologiche e potrebbe non essere impossibile perdere diversi miliardi di persone in pochi decenni, o persino più rapidamente. Il risultato sarebbe una forte riduzione delle emissioni di gas serra, anche se ottenuta ad un prezzo che nessuno vorrebbe pagare. Tuttavia, le persone continuerebbero a bruciare combustibili fossili e la quantità cumulativa dei gas serra nell'atmosfera continuerebbe ad aumentare. Quindi non è scontato che anche questo scenario estremo possa portare ad evitare il punto di non ritorno climatico.

7. La rivoluzione rinnovabile. L'energia rinnovabile è il jolly della situazione. E' già abbastanza efficiente da competere coi combustibili fossili e potrebbe crescere abbastanza velocemente da sostituirli prima che sia troppo tardi. Ipotizziamo che le persone capiscano sia i vantaggi delle energie rinnovabili sia il disperato bisogno che abbiamo di smettere di bruciare combustibili fossili, potremmo quindi giungere ad una rivoluzione “dal basso” in cui non ci serve un mercato delle emissioni imposto dal governo o una carbon tax. Una situazione in cui persino i negazionisti della scienza del clima non sarebbero così stupidi da pagare di più per energia fossile sporca se possono avere energia più economica e pulita. Alla fine, la battaglia per il clima verrebbe vinta quando un consorzio di società di rinnovabili compra la Exxon e la chiude. Problema risolto, ed è l'inizio di una nuova era.

Potremmo mettere insieme alcuni di questi scenari, o pensarne di diversi. La sola regola è che non debbano essere troppo improbabili. Per esempio, non dovremmo includere scenari che hanno a che fare con un'invasione aliena del pianeta o con la COP97 che si tiene a Siorapaluk, nel nord della Groenlandia nel 2074, che alla fine giunge ad un trattato vincolante sull'eliminazione progressiva dei combustibili fossili. A parte questo, il futuro ci sorprende sempre. Solo non dimenticate che il futuro non può essere previsto, ma per il futuro ci si può preparare.