Da “The New Yorker”. Traduzione di MR (via Skeptical Science)
Di Bill McKibben
Mercoledì mattina, i giornalisti di InsideClimate News (ICN), un sito Web che ha vinto il Premio Pulitzer per i suoi servizi sulle perdite di petrolio, ha pubblicato la prima dispensa di una denuncia i più parti che apparirà nei prossimi mesi. I documenti che hanno raccolto e le interviste che hanno fatto agli impiegati in pensione ed ai funzionari mostrano che, già nel 1977, la Exxon (ora ExxonMobil, una delle società più grandi del pianeta) sapeva che il proprio prodotto principale avrebbe scaldato disastrosamente il pianeta. Ciò non ha impedito alla società di passare da allora decenni a organizzare le campagne di disinformazione e negazione che hanno rallentato - forse fatalmente – la risposta del pianeta al riscaldamento globale.
Naturalmente, c'è la sensazione per cui si presumeva già che fosse così. Tutti coloro che hanno fatto attenzione sapevano del cambiamento climatico ormai da decenni. Ma risulta che la Exxon non solo “sapeva” del cambiamento climatico: ha condotto parte della ricerca originale. Negli anni settanta e ottanta del secolo scorso, la società ha assunto scienziati di punta che hanno lavorato fianco a fianco coi ricercatori universitari e il Dipartimento dell'Energia, persino attrezzando una delle petroliere della società con sensori speciali e inviandola in una spedizione per raccogliere letture di CO2 sull'oceano. Nel 1977, uno scienziato esperto della Exxon di nome James Black è stato, secondo i suoi stessi appunti, in gradoo di dire al comitato di gestione della società che c'era un “consenso scientifico generale” che quelllo che allora veniva definito effetto serra era causato principalmente dal CO2 prodotto dall'uomo. Un anno dopo, parlando ad un pubblico anche più vasto all'interno della società, ha detto che la ricerca indicava che se avessimo raddoppiato la quantità di biossido di carbonio nell'atmosfera del pianeta avremmo aumentato le temperature di 2-3°C. Corrisponde quasi al punto in cui si trova il consenso scientifico oggi. “Il pensiero attuale”, ha scritto Black nel sommario, “sostiene che l'uomo ha una finestra temporale di 5-10 anni prima che la necessità di prendere decisioni difficili che riguardano cambiamenti nelle strategie energetiche possa diventare cruciale”. Quei numeri erano a loro volta quasi corretti. E' stato esattamente 10 anni dopo – dopo un decennio in cui gli scienziati della Exxon hanno continuato a fare ricerca climatica sistematica, che ha mostrato, come dice un rapporto interno, che fermare “il riscaldamento globale richiederebbe grandi riduzioni nella combustione di combuastibili fossili” - che lo scienziato della NASA James hansen ha portato il cambiamento climatico ad un pubblico più vasto dicendo, ad un'audizione al Congresso del giugno 1988, che il pianeta si stava già scaldando. E come ha risposto la Exxon? Dicendo che la sua ricerca indipendente sosteneva le scoperte di Hansen? Cambiando il focus della società verso la tecnologia rinnovabile?
Non è andata così. La Exxon ha invece rispsoto aiutando ad approntare o finanziare campagne di negazionismo climatico estreme (In un post in risposta al rapporto del ICN, la società ha detto che dai documenti è stato fatto "cherry picking” per “distorcere la nostra storia di ricerca scientifica climatica pionieristica” e di sforzi per ridurre le emissioni). La società ha lavorato coi veterani dell'industria del tabacco per cercare di infondere il dubbio nel dibattito climatico. Lee Raymond, che è diventato AD della Exxon nel 1993 – ed è stato dirigente di lungo corso durante il decennio in cui la Exxon ha studiato la scienza del clima – ha tenuto una discorso chiave ad un gruppo di capi cinesi e di dirigenti dell'industria petrolifera nel 1997, alla vigilia dei negoziati di Kyoto. Ha detto loro che il globo si stava raffreddando e che l'azione governativa per limitare le emissioni di carbonio “sfida il buon senso”. Negli ultimi anni è diventato così caldo (la Denuncia di ICN ha coinciso con l'uscita dei dati che mostrano che l'estate appena trascorsa è stata la più calda della storia registrata negli Stati Uniti), che non ha più senso negarlo. Il successore di Raymond, Rex Tillerson, ha accettato a malincuore il cambiamento climatico come reale, ma lo ha definito come un “problema ingegneristico”. A maggio, ad un incontro di azionisti, ha preso in giro l'energia rinnovabile e ha detto che “la razza umana ha quest'enorme capacità di affrontare le avversità”, il che sarebbe tornato utile in caso di “meteo inclemente” che “potrebbe essere indotto, ma anche no, dal cambiamento climatico”.
L'influenza dell'industria petrolifera è essenzialmente immutata, persino adesso. L'Amministrazione Obama può aver lasciato a piedi Big Coal, ma il più ricco Big Oil quest'estate ha ottenuto il permesso di trivellare nell'Artico. Washington presto potrebbe concedere i diritti per le trivellazioni in mare lungo la costa atlantica, mettendo fine ad un divieto di lunga duratas sulle esportazioni di petrolio. Tutte queste misure aiutano ad alimentare il flusso di carbonio diretto nell'atmosfera – il flusso di carbonio di cui la Exxon sapeva già quasi quaranta anni fa che sarebbe stato probabilmente disastroso.
Siamo diventati così assuefatti a questo tipo di potere corporativo che il rapporto di ICN hanno ricevuto un'attenzione relativamente ridotta. La grande notizia del giorno sui social media è venuta di Irving, in Texas, dove un poliziotto ha ammanettato un giovane musulmano per aver portato la sua sveglia fatta in casa a scuola. Per tutto il giorno la gente ha twittato #iostoconahmed, e giustamente. E' stupendo vedere il potere del mondo creato da Internet puntare la luce su ingiustizia specifiche (e in questo caso raccontare). C'è un direttore ed un capo della polizia ad Irving che probabilmente penserà in modo diverso la prossima volta. Ma abbiamo disperatamente bisogno dello stesso tipo di concentrazione sugli abusi di lunga durata e di fondo delle grandi corporazioni. Si da il caso che anche la Exxon abbia sede ad Irving, in Texas.
Di Bill McKibben
Pompe di benzina Exxon e Mobil, New York 1979. Due anni prima, secondo un nuovo rapporto, gli scienziati della Exxon hanno detto alla società che il loro prodotto principale contribuiva al riscaldamento globale. Foto di Brian Alpert/Keystone/Hulton Archive/Getty
Mercoledì mattina, i giornalisti di InsideClimate News (ICN), un sito Web che ha vinto il Premio Pulitzer per i suoi servizi sulle perdite di petrolio, ha pubblicato la prima dispensa di una denuncia i più parti che apparirà nei prossimi mesi. I documenti che hanno raccolto e le interviste che hanno fatto agli impiegati in pensione ed ai funzionari mostrano che, già nel 1977, la Exxon (ora ExxonMobil, una delle società più grandi del pianeta) sapeva che il proprio prodotto principale avrebbe scaldato disastrosamente il pianeta. Ciò non ha impedito alla società di passare da allora decenni a organizzare le campagne di disinformazione e negazione che hanno rallentato - forse fatalmente – la risposta del pianeta al riscaldamento globale.
Naturalmente, c'è la sensazione per cui si presumeva già che fosse così. Tutti coloro che hanno fatto attenzione sapevano del cambiamento climatico ormai da decenni. Ma risulta che la Exxon non solo “sapeva” del cambiamento climatico: ha condotto parte della ricerca originale. Negli anni settanta e ottanta del secolo scorso, la società ha assunto scienziati di punta che hanno lavorato fianco a fianco coi ricercatori universitari e il Dipartimento dell'Energia, persino attrezzando una delle petroliere della società con sensori speciali e inviandola in una spedizione per raccogliere letture di CO2 sull'oceano. Nel 1977, uno scienziato esperto della Exxon di nome James Black è stato, secondo i suoi stessi appunti, in gradoo di dire al comitato di gestione della società che c'era un “consenso scientifico generale” che quelllo che allora veniva definito effetto serra era causato principalmente dal CO2 prodotto dall'uomo. Un anno dopo, parlando ad un pubblico anche più vasto all'interno della società, ha detto che la ricerca indicava che se avessimo raddoppiato la quantità di biossido di carbonio nell'atmosfera del pianeta avremmo aumentato le temperature di 2-3°C. Corrisponde quasi al punto in cui si trova il consenso scientifico oggi. “Il pensiero attuale”, ha scritto Black nel sommario, “sostiene che l'uomo ha una finestra temporale di 5-10 anni prima che la necessità di prendere decisioni difficili che riguardano cambiamenti nelle strategie energetiche possa diventare cruciale”. Quei numeri erano a loro volta quasi corretti. E' stato esattamente 10 anni dopo – dopo un decennio in cui gli scienziati della Exxon hanno continuato a fare ricerca climatica sistematica, che ha mostrato, come dice un rapporto interno, che fermare “il riscaldamento globale richiederebbe grandi riduzioni nella combustione di combuastibili fossili” - che lo scienziato della NASA James hansen ha portato il cambiamento climatico ad un pubblico più vasto dicendo, ad un'audizione al Congresso del giugno 1988, che il pianeta si stava già scaldando. E come ha risposto la Exxon? Dicendo che la sua ricerca indipendente sosteneva le scoperte di Hansen? Cambiando il focus della società verso la tecnologia rinnovabile?
Non è andata così. La Exxon ha invece rispsoto aiutando ad approntare o finanziare campagne di negazionismo climatico estreme (In un post in risposta al rapporto del ICN, la società ha detto che dai documenti è stato fatto "cherry picking” per “distorcere la nostra storia di ricerca scientifica climatica pionieristica” e di sforzi per ridurre le emissioni). La società ha lavorato coi veterani dell'industria del tabacco per cercare di infondere il dubbio nel dibattito climatico. Lee Raymond, che è diventato AD della Exxon nel 1993 – ed è stato dirigente di lungo corso durante il decennio in cui la Exxon ha studiato la scienza del clima – ha tenuto una discorso chiave ad un gruppo di capi cinesi e di dirigenti dell'industria petrolifera nel 1997, alla vigilia dei negoziati di Kyoto. Ha detto loro che il globo si stava raffreddando e che l'azione governativa per limitare le emissioni di carbonio “sfida il buon senso”. Negli ultimi anni è diventato così caldo (la Denuncia di ICN ha coinciso con l'uscita dei dati che mostrano che l'estate appena trascorsa è stata la più calda della storia registrata negli Stati Uniti), che non ha più senso negarlo. Il successore di Raymond, Rex Tillerson, ha accettato a malincuore il cambiamento climatico come reale, ma lo ha definito come un “problema ingegneristico”. A maggio, ad un incontro di azionisti, ha preso in giro l'energia rinnovabile e ha detto che “la razza umana ha quest'enorme capacità di affrontare le avversità”, il che sarebbe tornato utile in caso di “meteo inclemente” che “potrebbe essere indotto, ma anche no, dal cambiamento climatico”.
L'influenza dell'industria petrolifera è essenzialmente immutata, persino adesso. L'Amministrazione Obama può aver lasciato a piedi Big Coal, ma il più ricco Big Oil quest'estate ha ottenuto il permesso di trivellare nell'Artico. Washington presto potrebbe concedere i diritti per le trivellazioni in mare lungo la costa atlantica, mettendo fine ad un divieto di lunga duratas sulle esportazioni di petrolio. Tutte queste misure aiutano ad alimentare il flusso di carbonio diretto nell'atmosfera – il flusso di carbonio di cui la Exxon sapeva già quasi quaranta anni fa che sarebbe stato probabilmente disastroso.
Siamo diventati così assuefatti a questo tipo di potere corporativo che il rapporto di ICN hanno ricevuto un'attenzione relativamente ridotta. La grande notizia del giorno sui social media è venuta di Irving, in Texas, dove un poliziotto ha ammanettato un giovane musulmano per aver portato la sua sveglia fatta in casa a scuola. Per tutto il giorno la gente ha twittato #iostoconahmed, e giustamente. E' stupendo vedere il potere del mondo creato da Internet puntare la luce su ingiustizia specifiche (e in questo caso raccontare). C'è un direttore ed un capo della polizia ad Irving che probabilmente penserà in modo diverso la prossima volta. Ma abbiamo disperatamente bisogno dello stesso tipo di concentrazione sugli abusi di lunga durata e di fondo delle grandi corporazioni. Si da il caso che anche la Exxon abbia sede ad Irving, in Texas.
Il potere dei soldi è demoniaco (vero, Mago?).
RispondiEliminaI media, di solito si concentrano su cose di poco conto o disinformano, servendo il potere imperante, che adesso è catturato dalle multinazionali (coprporations, in lingua inglese).
Pochi giornali, trasmissioni e giornalisti si pongono fuori da questo coro di scondinzolanti servi del potere.
Desidero rammentarne alcuni (che cercano di essere obiettivi) : The Guardian, Report, Scala Mercalli.
Altri esistono, ed in internet si trovano.
Si deve cercare, spulciare, valutare.
Gianni Tiziano
Dopo la seconda guerra mondiale si optò per un processo politico (il Processo di Norimberga) per giudicare gli alti funzionari nazisti. Si decise così perchè nessuno aveva mai legiferato ipotizzando il reato di sterminio di massa e i vari crimini contro l'umanità di cui si macchiarono i nazisti.
RispondiEliminaOggi credo sia necessario ripetere quella triste esperienza storico/giuridica poichè nessuno mai ha considerato seriamente il reato di "planeti-cidio".
Questo reato credo sia ben noto ai "popoli della Natura".
EliminaLa religione cristiana, purtroppo, nella "Genesi", prime pagine della Sacra Bibbia, incita Uomo e Donna a moltiplicarsi e sottomettere animali e piante.
27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
Su queste poche parole è iniziata la mia crisi da cristiano, alcuni anni fa, che si è ormai conclusa, finalmente.
Gianni Tiziano
Le consiglio di leggere l'ultima enciclica papale "laudato sii", se ancora non lo ha fatto.
EliminaSono certo che la troverà ineressante.