Da “Daily Mail”. Traduzione di MR (via Population Matters)
Di Ellie Zolfagharifard
Questo paguro senza casa è ricorso alluso di un tappo di dentifricio per proteggere il suo corpo. E' una scena straziante che rivela la dura realtà dell'inquinamento da plastica e di quello che sta facendo alle creature marine della Terra. Secondo stime recenti, l'oceano contiene otto milioni di tonnellate di rifiuti – abbastanza da riempire cinque borse della spesa ogni 30 cm di linea di costa sul pianeta.
Fra il 2010 e il 2025, potrebbero essere gettate nell'oceano circa 155 milioni di tonnellate di plastica – abbastanza da riempire 100 sacchetti ogni 30 cm di linea di costa. Ammassati l'uno sull'altro, i sacchetti creerebbero un muro di rifiuti alto 30 metri
La scala completa della minaccia alla vita selvaggia da parte dei rifiuti plastici che inquinano i mari è stata spiegata in uno studio di riferimento a febbraio. Lo studio ha scoperto che quasi 400 specie marine sono a rischio a causa delle tonnellate di sacchetti per la spesa, reti da pesca ed altri rifiuti gettati negli oceani ogni anno
- Un recente studio suggerisce che l'oceano contiene otto milioni di tonnellate di rifiuti
- E' abbastanza per riempire quattro borse della spesa ogni 30 cm di linea di costa sulla Terra
- L'immagine, presa a Cuba, è solo una di una serie di immagini scioccanti che mostrano la portata dell'inquinamento da plastica sulla Terra
Di Ellie Zolfagharifard
Questo paguro senza casa è ricorso alluso di un tappo di dentifricio per proteggere il suo corpo. E' una scena straziante che rivela la dura realtà dell'inquinamento da plastica e di quello che sta facendo alle creature marine della Terra. Secondo stime recenti, l'oceano contiene otto milioni di tonnellate di rifiuti – abbastanza da riempire cinque borse della spesa ogni 30 cm di linea di costa sul pianeta.
Senza casa e disperato, questo paguro è ricorso all'uso di un tappo di dentifricio per proteggere il suo corpo. Quest'immagine è stata caricata dall'utente di Reddit Hscmidt dopo che la sua fidanzata ha individuato il piccolo paguro che si aggirava su una spiaggia a Cuba
L'immagine è stata caricata dall'utente di Reddit, Hscmidt, dopo che la sua fidanzata ha individuato il piccolo paguro che si aggirava su una spiaggia a Cuba. I paguri usano conchiglie usate come riparo e per dare ai loro corpi soffici una protezione in più dai predatori. I paguri hanno spesso la necessità di trovarsi nuovi ripari, di solito sotto forma di altre conchiglie, man mano che crescono. “All'inizio ho pensato che fosse carino, ma poi mi sono reso conto di cosa significhi realmente”, ha scritto un utente di Reddit riguardo all'immagine.
I paguri usano conchiglie usate come riparo e per dare ai loro corpi soffici una protezione in più dai predatori. I paguri hanno spesso la necessità di trovarsi nuovi ripari, di solito sotto forma di altre conchiglie, man mano che crescono
Lo scorso anno, un orribile immagine di un piccolo di albatross, morto su una spiaggia nel Pacifico settentrionale, ha evidenziato la scala del problema globale. Gli scienziati pensano che le dozzine di tappi di bottiglia, reti da pesca e plastica spezzettata che erano nel suo stomaco siano state date all'uccello dai suoi genitori.
“Sulla Terra siamo giunti al punto in cui gli esseri umani hanno creato così tanti rifiuti che la natura ora ha iniziato ad inserirli nel suo ciclo di vita quotidiano”.
Ecco come l'inquinamento plastico sta devastando la vita marina
La scala completa della minaccia alla vita selvaggia da parte dei rifiuti plastici che inquinano i mari è stata spiegata in uno studio di riferimento a febbraio. Lo studio ha scoperto che quasi 400 specie marine sono a rischio a causa delle tonnellate di sacchetti per la spesa, reti da pesca ed altri rifiuti gettati negli oceani ogni anno. Pulcinella di mare, tartarughe, foche e balene sono fra le creature che hanno ingoiato o sono rimaste intrappolate nelle borse di plastica. Lo studio ha scoperto che molte della gran parte delle creature marine a rischio di estinzione ora sono minacciate. Foche monache delle Hawaii, balene franche nordatlantiche, pinguini africani e tartarughe carretta sono rimasti impigliati in corde, sono soffocati in sacchetti di plastica o hanno inghiottito tappi di bottiglia. Il problema è aumentato di quasi il 50% rispetto allo studio precedente portato a termine nel 1997, hanno detto scienziati britannici.
Circa 8 milioni di tonnellate di bottiglie di plastica, sacchetti, giocattoli ed altri rifiuti plastici finiscono negli oceani del mondo ogni anno. A causa della difficoltà di stabilire la quantità esatta, dal momento che gran parte di essa è sprofondata, gli scienziati dicono che la cifra potrebbe essere di 12,7 milioni di tonnellate che inquinano l'oceano ogni anno. Trasportati dalle correnti marine, questi rifiuti si agglomerano in cinque enormi “isole di rifiuti” che girano intorno ai maggiori vortici oceanici del mondo. Il mese scorso, la NASA ha creato una visualizzazione di questo inquinamento evidenziando la portata alla quale l'umanità sta rovinando gli oceani con questi rifiuti. La dottoressa Jenna Jambeck, dell'Università della Georgia, negli Stati Uniti, ha detto che stiamo per essere “sommersi dai nostri rifiuti”. La squadra ha anche avvertito che questo “oceano di plastica” può danneggiare la vita marina. Le tartarughe possono scambiare i sacchetti di plastica per meduse e mangiarli. I sacchetti intasano quindi i loro stomaci, causando la loro morte per fame.
Circa 8 milioni di tonnellate di bottiglie di plastica, sacchetti, giocattoli ed altri rifiuti plastici finiscono negli oceani del mondo ogni anno. A causa della difficoltà di stabilire la quantità esatta, dal momento che gran parte di essa è sprofondata, gli scienziati dicono che la cifra potrebbe essere di 12,7 milioni di tonnellate che inquinano l'oceano ogni anno
Più di metà della plastica che finisce negli oceani proviene da cinque paesi: Cina, Indonesia, Filippine, Vietnam e Sri Lanka
Gli uccelli marini spesso scambiano la plastica galleggiante per cibo; oltre il 90% delle procellarie artiche trovate morte intorno al Mare del Nord hanno plastica nei loro stomaci. Si teme anche che mangiare pesce che abbia consumato plastica possa danneggiare la nostra salute. Lo scorso anno, una immagine orribile di un piccolo di albatross, morto su una spiaggia nel Pacifico settentrionale, ha evidenziato la scala del problema globale. Gli scienziati pensano che le dozzine di tappi di bottiglia, reti da pesca e plastica spezzettata che erano nel suo stomaco siano state date all'uccello dai suoi genitori. Fra il 2010 e il 2025, potrebbero essere gettate nell'oceano circa 155 milioni di tonnellate di plastica – abbastanza da riempire 100 sacchetti ogni 30 cm di linea di costa. Ammassati l'uno sull'altro, i sacchetti creerebbero un muro di rifiuti alto 30 metri. La Cina guida la lega dgli inquinatori da plastica, contribuendo con 3,5 milioni di tonnellate all'anno, o quasi un quarto del totale, [si è detto] alla conferenza annuale dell'Associazione Americana per il Progresso della Scienza, sentita lo scorso anno. Il coautore Roland Geyer, professore associati di ecologia industriale all'Università della California di Santa Barbara, ha detto: “la rimozione su larga scala dei detriti plastici marini non sarà economico e molto probabilmente non fattibile. Ciò significa che dobbiamo impedire che la plastica finisca negli oceani attraverso una migliore gestione dei rifiuti, più riuso e riciclo, migliore progettazione dei prodotto e miglior sostituzione dei materiali”.
Chi butta via di più? Più di metà della plastica che finisce negli oceani proviene da cinque paesi: Cina, Indonesia, Filippine, Vietnam e Sri Lanka. Il solo paese occidentale nell'elenco dei primi 20 inquinatori plastici sono gli stati Uniti al n° 20. Gli Stati Uniti e l'Europa non stanno gestendo tanto male i loro rifiuti raccolti, quindi i rifiuti plastici che provengono da quei paesi sono dovuti ai rifiuti gettati in giro. Mentre la Cina è responsabile di 2,4 milioni di tonnellate di plastica, quasi il 28% del totale mondiale, gli Stati uniti contribuiscono per 77.000 tonnellate.
Fra il 2010 e il 2025, potrebbero essere gettate nell'oceano circa 155 milioni di tonnellate di plastica – abbastanza da riempire 100 sacchetti ogni 30 cm di linea di costa. Ammassati l'uno sull'altro, i sacchetti creerebbero un muro di rifiuti alto 30 metri
La scala completa della minaccia alla vita selvaggia da parte dei rifiuti plastici che inquinano i mari è stata spiegata in uno studio di riferimento a febbraio. Lo studio ha scoperto che quasi 400 specie marine sono a rischio a causa delle tonnellate di sacchetti per la spesa, reti da pesca ed altri rifiuti gettati negli oceani ogni anno
Ogni commento è superfluo.
RispondiElimina(tristezza)
Tiziano
Difficile avere speranza quando si vedono certe immagini.
RispondiEliminaMia figlia sta dormendo.... la guardo accanto a me e mi viene da piangere... una tristezza mi pervade l'anima.
RispondiEliminaSono sempre stato una persona ottimista e da buon ingegnere ho sempre pensato che avremmo saputo risolvere i nostri danni.
Non ci credo più, ho paura che ci siamo già condannati ad un declino ormai inevitabile.
Cosa le sto lasciando in eredità?
7,5 miliardi di compagnie compagne.
EliminaQualcuno dev’esserci che ha in odio
RispondiEliminaquest’ordine vigente sulla Terra
non da ieri l’altroieri ma da eoni
onde per cui chi mangia vien mangiato
ma almeno in felino sguardo si trasforma
o in ricamo variopinto alato
oppure in umile spazzino bruco
è una legge durissima ma legge
crudele spietata ma imparziale vedo vigere
o invece può essere che un altro covi
un superiore intento per rimettere
in altro mondo tutta questa grama vita
ma quando vedo il paguro rintanarsi
in un tappo di plastica gettato
con incuranza da un salariato sulla spiaggia
da bimbo lasciato inerme a diventare adulto
e quello ch’era prima un albatro ridotto
a sparpagliate ossa e indigeribile accozzaglia
temo sovrano regni un imbecille caos
nemmeno una malvagia ma ragionata azione
ma proprio un disordine maritato ad idiozia
ed al pensiero che padri e madri degli sposi
siamo davvero noi che istoriamo lapidi
tremo come anima in attesa di giudizio
e che ad emetterlo sia il primo
casuale ratto di passaggio.
Marco Sclarandis
Mi piace. :-)
EliminaTiziano
La causa principale di tutto e' l'inquinamento . Per inquinamento non s'ntende solo quello della plastica... ! Un convegno di un'intera giornata non basterebbe per spiegare i monteplici tipi d'inquinamento che vengono immessi nel Mar Mediterraeno nell'aria e sulla terra ! Anche se iniziassimo da domani con fonti energetiche alternative non se usciremo vivi nessuno...ma questo i nostri Politici e Europarlamentari e sopratutto chi occupa posti nei centri di ricerca non divulga o omette sostenendo altro....! Naturalmente non e' il tuo caso....Con stima Salvatore Tredici pescatore professionista
RispondiEliminaVi sono anche vasetti dello yogurt che uccidono gli scoiattoli
RispondiEliminahttp://www.greenme.it/informarsi/animali/17904-yoplait-vasetti-yogurt-scoiattoli
(con petizione).
Terribile.
EliminaUna trappola per tanti animali.
Firmata la petizione.
Tiziano
Veramente angosciante.
RispondiEliminaMa c'è qualche serio rischio per l'estinzione totale della vita nel mare? No perchè il primo pensiero che mi viene in mente è questo.
TUtto vero e tutto giustissimo, ma credo sia utile precisare che è inutile e dannoso incolpare di questo il genere umano appioppandogli una "natura intrinsecamente malvagia" che è pura superstizione. Se facciamo parte di un ecosistema (e ci piaccia o no ne facciamo parte), allora le cause della "bancarotta" ecosistemica dipenderà dalla disfunzione dell'ecosistema nel suo complesso. Pensare che sia "tutta colpa dell'essere umano" è di fatto l'ennesima ripresentazione del nostro mai morto e pericolosissimo antropocentrismo. Abbiamo una mente senziente. Bene, e con questo? Forse che i maiali, le mucche e il grano che alleviamo e coltiviamo non sono in simbiosi con noi solo perchè noi ci consideriamo "quelli che decidono"? Forse che ogni essere umano nasce libero dai propri limiti e da quelli dell'ambiente in cui vive? Per risolvere un problema il biasimo morale non sembra la miglior strada. Comprendere le vere cause del disastro e motivare in modo scientifico la popolazione perchè agisca come dovrebbe, mi pare un metodo migliore. Ma magari mi sbaglio.
RispondiEliminaBuon futuro a tutti.
Alessandro
Scusa Ale, ma dove hai visto il biasimo morale? Non mi sembrava presente nell'articolo, l'ho anche riletto per scrupolo, ma non ne ho trovato (invece ho trovato degli errori di battitura :-)).
EliminaIl biasimo aleggia non tanto nei contenuti quanto nei commenti ;))) nessun biasimo per le distrazioni ;))
EliminaBe' quello forse sì, AL, ma il commento di Ale è il secondo postato, quindi non c'era biasimo nemmeno nei commenti :-) Ma io gli voglio bene ad Ale, non era una domanda polemica la mia, proprio non avevo (e non ho ancora) capito a cosa si riferisse. Ma non è nemmeno importante. La cosa importante è il contenuto dell'articolo.
EliminaOgni commento è superfluo.....un Dio ci salverà
RispondiElimina"Più di metà della plastica che finisce negli oceani proviene da cinque paesi: Cina, Indonesia, Filippine, Vietnam e Sri Lanka": tra questi ci saranno anche molti rifiuti plastici industriali di processo pre-produzione, di aziende nostrane che hanno decentrato la produzione, per ridurre i costi nei paesi nei quali i controlli sono minori e i costi di smaltimento pure. Io non riesco più a trovare un oggetto o un semplice strumento per lavorare che non sia prodotto in Cina, sebbene commercializzato con marchi italiani.... non so voi. La maggior parte saranno rifiuti non raccolti o mal gestiti in discariche a cielo aperto, sulle sponde di fiumi e mari (usati in Oriente, così come spesso in America Latina, come fogne).
RispondiEliminaComunque sia, sono gli imballaggi e i contenitori il problema maggiore, dovunque. Ovvero ciò che rende possibile la grande distribuzione e il trasporto dei prodotti intercontinentale.
Solo 40 anni fa era ancora possibile acquistare pane, bracioline e verdure involtate in semplice carta riciclata... Ora, si fa la spesa; a un sacchetto di acquisti corrisponde un sacchetto dello stesso volume di imballaggi e scarti da conferire ai separatori, nel migliore dei casi. Ogni giorno mi domando come evitare tutto ciò, ma in città non c'è alternativa. I banchi del mercato rionale mi permetteno di accumulare molti meno rifiuti, ma funzionano solo la mattina; sta nascendo qualche mercatino di filera corta qua e là, ma un solo giorno alla settimana. Con i gruppi di acquisto si produrrebbero ancor meno rifiuti da imballaggio, ma funzionano bene con acquisti programmati a livello familiare. E poi paghiamo una barcata di soldi per lo smaltimento... le retroazioni negative del sistema di distribuzione che abbiamo oggi ormai sono drammatiche.
Vietare l'impiego della plastica in tutto il mondo per l'usa e getta, negli imballaggi e per i contenitori di generi alimentari e non. Così elementare e così conflittuale verso le lobby che la producono e la diabolica economia consumistica in cui si arricchiscono.
RispondiEliminaLa politica da decenni avrebbe dovuto prendere iniziative simili ma non l'ha mai fatto salvo, parzialmente, in qualche paese nordico mi pare.
La condanna del genere homo sapiens ci sta tutta, ormai non c'entriamo più nulla con l'ambiente naturale, e se un giorno ci estinguessimo o riducessimo demograficamente a livelli pre 1930, tutte le altre specie ne beneficerebbero enormemente. Siamo sulla buona strada comunque.
dai vivere in un prefabbricato non è così male!-:-)
RispondiEliminaScaglia lontano tutte queste cose (distruttive) e vivi come hanno vissuto prima di te i tuoi Saggi Antenati.
RispondiEliminaCapo Pontiac -Odawa-Ottawa [1763], indiano nordamericano (Fonte Nube che corre, Facebook)
L'assenza di prevenzione e di servizi di raccolta in vari paesi "poveri" ha generato anche una forma di business. L'ho scoperto grazie al Guardian, si tratta di plasticbank.org, una società che fa da intermediario tra la povera gente che si mette a raccolgliere la plastica lungo le rive di mari e fiumi in cambio di pochi spiccioli e la produzione di plastica estrusa per stampanti 3D... per quanto in parte nobile iniziativa, c'è sempre qualcuno che riesce a fare affari anche sulla spazzatura dei mari.
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