di Jacopo Simonetta
Durante il regno di Tiberio un certo Thamus udì una voce che annunciava “Il grande Pan è morto”.
La faccenda fu presa tanto sul serio che l’Imperatore convocò Thamus per farsi raccontare di persona come fosse andata e della faccenda discussero molto seriamente i saggi ed i più alti sacerdoti. All’epoca nessuno a Roma aveva fatto caso che la fede nella sacralità della Città eterna e nelle divinità tradizionali cominciava ad affievolirsi, mentre in Palestina era comparsa una nuova setta ebraica, molto attiva e capace di fare proselitismo presso qualunque popolo della Terra. Una volta divenuta maggioranza, la piccola setta di un tempo avrebbe spazzato via la mistica e la mitologia antiche per sostituirle con altre che divennero il fondamento della successiva civiltà europea.
Un paio di millenni più tardi, fu invece un certo Friedrich Nietzsche ad annunciare urbi et obi che Dio era morto e che ovunque si avvertiva il fetore della sua decomposizione. Un modo un po’ brutale di dire che, ancora una volta, la tradizionale fede degli avi si era ridotta ad una mera abitudine, vuota di significato. Ma anche in questo caso una nuova divinità stava già prendendo, anzi aveva già preso, il posto di quella “defunta”.
Già da oltre un secolo, infatti, l’Illuminismo aveva propagandato con successo il culto della ragione umana e, giusto una generazione prima di Nietzsche, Auguste Comte aveva proposto un esplicito culto dell’Umanità o, come usa dire oggi, dell’Uomo. Nei dettagli, nessuna delle due proposte aveva avuto successo. In compenso il sentimento, ancor più che l’idea, che l’intelligenza umana fosse potenzialmente onnipotente si era profondamente radicato in quasi tutti gli ambienti, comprese le chiese tradizionali.
Certo, c’erano delle differenze importanti. Nessuno accende candele o sgozza agnelli in onore dell’Uomo, ma in compenso si cambia la geografia del Pianeta e si cancellano con disinvoltura interi biomi e culture semplicemente perché ciò è utile allo sviluppo dell’Uomo. Anzi, il livello di antropizzazione del paesaggio e di industrializzazione dell'economia sono diventate delle misure dello sviluppo di un paese.
Del resto, non minori erano state le differenze fra le Divinità classiche ed il Dio cristiano o mussulmano. In ultima analisi, si tratta comunque di archetipi. Cioè di astrazioni profondamente radicate nell'inconscio collettivo intorno alle quali si struttura un intero modo di pensare, di osservare, capire ed agire. Sono insomma gli archetipi che danno un significato, un’identità ed uno scopo alla nostra vita. Insomma che ci mettono in condizione di vivere, per citare un certo Einstein che non era certo un baciapile.. Non a caso la metafisica è puntualmente rientrata dalla finestra, ogni volta che qualche filosofo ha tentato di buttarla fuori dalla porta.
Se lo scopo della religione Romana era stato principalmente quello di perpetuare in eterno l’Urbe e quello del Cristianesimo salvare la propria anima dalla dannazione eterna, la fede nell’Uomo ebbe un fine più immediato: migliorare indefinitamente la nostra presente vita. Questo ipotetico processo di indefinito ed irreversibile miglioramento prese il nome di “Progresso” e divenne il mito fondante della civiltà industriale.
Già la fede in Roma era stata esportata sulle punte dei pila prima di diventare la narrativa comune dei popoli dell’Impero. Più tardi, anche la fede in Cristo ed in Allah furono diffuse con gran ricorso alle armi ed alle persecuzioni, prima di diventare la matrice identitaria dei popoli convertiti. Così, in tempi assai più recenti, il culto dell’Uomo e la mistica del Progresso si diffusero principalmente grazie ai moschetti ed alle navi, ma finirono col conquistare i cuori e le menti dei popoli sopravvissuti alla colonizzazione.
Del resto, come resistere? Il Progresso assicurava che il paese di Bengodi non fosse una fantasia medioevale, bensì il destino ultimo dell’umanità. Il paradiso che altri promettevano in cielo poteva essere qui in terra. Anzi, sicuramente così sarebbe stato, prima o poi, grazie alle infinite risorse dell’Ingegno Umano.
Chi più, chi meno, quasi tutti ci hanno creduto e la grande maggioranza delle persone ancora ci credono. Ognuno ha la sua variante specializzata. Per alcuni il futuro è popolato di robot e vi si fanno viaggi intergalattici. Per altri è un regno di pace e prosperità per tutti. Per altri ancora un’epoca di profonda consapevolezza, oppure un mosaico di pacifici villaggi contadini e via di seguito. Ma quale che sia la variante che ci è cara, abbiamo tutti fiducia che il futuro sia migliore del presente e del passato. Lo consideriamo una specie di diritto inalienabile.
Ma forse sarebbe meglio dire che abbiamo avuto fiducia. Si, perché circa un anno fa un altro tizio, tal Michael Greer per la precisione, ha annunciato che anche l’Uomo era morto .
A dire il vero, l’annuncio non ha sollevato lo scalpore dei due precedenti, forse perché leggermente prematuro. In effetti, la fede nell'Uomo sembra ancora viva, anche se sta perdendo pezzi rapidamente.
Si può capire. La vita della maggior parte degli uomini del mondo, ed in particolare degli occidentali che hanno concepito il mito, non sta migliorando affatto; piuttosto il contrario. Ancor più rapidamente peggiora la vita di molti fra i popoli che hanno creduto di poter usufruire del nostro stesso opulento stile di vita solo adeguando la propria fede ed imitando i nostri costumi.
Ormai ogni giorno che passa più gente si rende conto che la promessa del paradiso in terra non sarà mantenuta, né dalle sette liberiste, né da quelle socialiste. Ma quando perdiamo fiducia nel modello mentale che utilizziamo per leggere il mondo ci troviamo smarriti, confusi, spaventati. Spesso anche bramosi di vendetta. Si, perché non siamo mai stati noi ad essere ingenui, bensì gli altri ad averci ingannati.
Ma mentre quando morì Pan Cristo era già risorto e quando morì Dio l’Uomo era nel pieno delle sue forze, adesso che quest’ultimo rantola in un reparto di terapia intensiva, non si vedono possibili sostituti all'orizzonte. O forse, al contrario, ce ne sono troppi.
Possiamo vivere tranquillamente senza officiare a divinità alcuna, ma senza un modello mentale su cui fare affidamento non siamo capaci di vivere a lungo. A suo tempo, Nietzsche aveva pensato che i suoi tempi fossero maturi per l’apparizione del super-uomo (o oltre-uomo, a seconda delle traduzioni): cioè gente capace di vivere senza fede alcuna, assumendosi la piena responsabilità di ogni cosa gli accadesse. Ma non fu così.
Allora come oggi, chi perde una fede ne cerca un’altra. Non c’è infatti niente di arcaico nel diffondersi prepotente di gruppi integralisti in seno a tutte le religioni tradizionali. Anzi, direi che sia un fenomeno tipicamente post-moderno che caratterizza specialmente i figli ed i nipoti di coloro che avevano creduto nell'Uomo e nel Progresso. Ed il livello di brutalità praticata è probabilmente proporzionale all'ampiezza del vuoto interiore lasciato dalla delusione.
Altri cercano la strada anche più lontano, ad esempio reinventandosi culti pagani, vagamente ispirati al poco che si sa di quelli antichi. Oppure rimodellando ancora una volta il modo di vivere ed intendere le religioni tradizionali che hanno già attraversato più di una simile fase di modernizzazione. Oppure ripensando in chiave ecologica la fiducia nelle capacità della mente umana che, si continua a sperare, sarà comunque capace di rimediare a tutti i malanni che ha prodotto.
Comunque, i più numerosi sono ancora coloro che continuano ad identificarsi con la tradizionale concezione di Progresso e con la capacità umana di dominare gli elementi. Gli esempi possibili sono innumerevoli, ma vorrei citarne due di natura molto diversa, ma parimenti indicativi:
A Foligno fra il 9 ed il 12 Aprile 2015 si è tenuta la “Festa della Scienza e della Filosofia”; tema: “La scienza ed il futuro”. Niente di meno! Due giorni di discussioni e relazioni su argomenti svariatissimi ed interessanti: dalle ricerche sui neutrini all'origine di Homo sapiens; dai rapporti fra Scienza ed umanesimo fino al pacifismo di Einstein. Ma neanche una parola sull'impatto globale contro i limiti dello sviluppo, la trappola tecnologica, la sovrappopolazione, lo sgretolarsi della nostra civiltà, la morte della Biosfera od un qualsiasi altro argomento che avesse a che fare con la fine del Progresso.
Il secondo esempio è anche più impressionante. Nella lettera enciclica “Laudato si” (riassunto ufficiale del testo integrale) che tanto rumore e tanto entusiasmo a sollevato, la parola “Progresso” compare 24 volte. Per criticarne le deviazioni, certamente, ma non per criticare la fede in un futuro necessariamente migliore del presente. La parola “Scienza” compare 7 volte, mentre “Tecnologia” compare ben 21 volte; “Benessere” 5 e “sviluppo” solo 2 volte. In compenso la parola “Provvidenza” compare 0 volte, come quelle “Penitenza” e “Castigo”. "Peccato" compare 6 , ma “Redenzione” solo una, neanche nelle conclusioni. Eppure, mi pare che si tratti di concetti propri della mistica cristiana che si applicherebbero particolarmente bene a quello che sta accadendo al nostro mondo ed alle nostre vite.
Carl Sagan disse che viviamo in una società totalmente dipendente dalla scienza e dalla tecnologia, in cui quasi nessuno sa qualcosa a proposito di scienza e tecnologia. Direi che è vero, ma non si possono certo sospettare gli organizzatori del convegno di Foligno, né gli estensori dell’enciclica papale di ignoranza! La spiegazione deve quindi essere un’altra e temo che sia assai più fosca.
Per citare Frank Lloyd Wright: “Un Mito è un arrangiamento del passato, reale od immaginario che sia, in una forma che rinforza i valori più profondi e le aspirazioni di una cultura... I Miti sono quindi gravidi dei significati coi quali si vive e si muore. Sono le mappe con cui le culture navigano attraverso il tempo.”
Questo significa che una cultura non può cambiare i propri miti fondanti altro che diventando una cultura diversa ed apparentemente la Scienza non è in grado di modificare i miti che tanto ha contribuito a forgiare.
Già una cinquantina di anni fa divenne infatti scientificamente innegabile che le idee di crescita e di progresso erano delle pericolose utopie. Anzi, una garanzia di disastro. Ma dopo un primo vacillare, la reazione fu schiacciante. Come sempre, i fedeli di una religione in difficoltà reagiscono con energia direttamente proporzionale al grado di minaccia. Nella fattispecie, il controllo dei media ha consentito ai “progressisti” di impadronirsi del gergo e dei concetti nati per combattere la loro ideologia usandoli a sostegno della medesima. Così, ad esempio, da elemento principale di rischio la tecnologia è diventata strumento di salvezza e la “crescita zero” è diventata “sviluppo sostenibile”: un’etichetta con cui oramai si coprono le pudenda di qualunque infamia ambientale. La decrescita, per essere divulgabile, ha dovuto essere addolcita con il paradossale aggettivo “felice”.
I concetti più refrattari a questo tipo di perversione furono invece del tutto obliterati. Così, ad esempio, mentre la popolazione umana raddoppiava, la parola “sovrappopolazione” svaniva, sostituita da quella paradossale “denatalità”. Un po’ come se sulla Costa Concordia che cominciava a ingavonare fosse stata censurata la parola “affondiamo” per parlare piuttosto della sagra del granchio sottolio.
Per tornare alla massa montante della gente delusa e smarrita, oggi si fa molto caso ai crimini operati dalle bande di integralisti islamici, indù e quant'altro che, innegabilmente, sono particolarmente odiosi. Ma si tace sul fatto che l’aver voluto perpetuare il culto dell’Uomo e del progresso, nel giro dei prossimi 50 anni, costerà la vita ad alcuni miliardi di persone che non avrebbero dovuto mai nascere.
Un apparente paradosso che, invece, è molto coerente: Nel nome della civiltà e del progresso dell’Uomo si sta preparando il più grande sacrificio umano mai concepito.

La faccenda fu presa tanto sul serio che l’Imperatore convocò Thamus per farsi raccontare di persona come fosse andata e della faccenda discussero molto seriamente i saggi ed i più alti sacerdoti. All’epoca nessuno a Roma aveva fatto caso che la fede nella sacralità della Città eterna e nelle divinità tradizionali cominciava ad affievolirsi, mentre in Palestina era comparsa una nuova setta ebraica, molto attiva e capace di fare proselitismo presso qualunque popolo della Terra. Una volta divenuta maggioranza, la piccola setta di un tempo avrebbe spazzato via la mistica e la mitologia antiche per sostituirle con altre che divennero il fondamento della successiva civiltà europea.
Un paio di millenni più tardi, fu invece un certo Friedrich Nietzsche ad annunciare urbi et obi che Dio era morto e che ovunque si avvertiva il fetore della sua decomposizione. Un modo un po’ brutale di dire che, ancora una volta, la tradizionale fede degli avi si era ridotta ad una mera abitudine, vuota di significato. Ma anche in questo caso una nuova divinità stava già prendendo, anzi aveva già preso, il posto di quella “defunta”.
Già da oltre un secolo, infatti, l’Illuminismo aveva propagandato con successo il culto della ragione umana e, giusto una generazione prima di Nietzsche, Auguste Comte aveva proposto un esplicito culto dell’Umanità o, come usa dire oggi, dell’Uomo. Nei dettagli, nessuna delle due proposte aveva avuto successo. In compenso il sentimento, ancor più che l’idea, che l’intelligenza umana fosse potenzialmente onnipotente si era profondamente radicato in quasi tutti gli ambienti, comprese le chiese tradizionali.
Certo, c’erano delle differenze importanti. Nessuno accende candele o sgozza agnelli in onore dell’Uomo, ma in compenso si cambia la geografia del Pianeta e si cancellano con disinvoltura interi biomi e culture semplicemente perché ciò è utile allo sviluppo dell’Uomo. Anzi, il livello di antropizzazione del paesaggio e di industrializzazione dell'economia sono diventate delle misure dello sviluppo di un paese.
Del resto, non minori erano state le differenze fra le Divinità classiche ed il Dio cristiano o mussulmano. In ultima analisi, si tratta comunque di archetipi. Cioè di astrazioni profondamente radicate nell'inconscio collettivo intorno alle quali si struttura un intero modo di pensare, di osservare, capire ed agire. Sono insomma gli archetipi che danno un significato, un’identità ed uno scopo alla nostra vita. Insomma che ci mettono in condizione di vivere, per citare un certo Einstein che non era certo un baciapile.. Non a caso la metafisica è puntualmente rientrata dalla finestra, ogni volta che qualche filosofo ha tentato di buttarla fuori dalla porta.
Se lo scopo della religione Romana era stato principalmente quello di perpetuare in eterno l’Urbe e quello del Cristianesimo salvare la propria anima dalla dannazione eterna, la fede nell’Uomo ebbe un fine più immediato: migliorare indefinitamente la nostra presente vita. Questo ipotetico processo di indefinito ed irreversibile miglioramento prese il nome di “Progresso” e divenne il mito fondante della civiltà industriale.
Già la fede in Roma era stata esportata sulle punte dei pila prima di diventare la narrativa comune dei popoli dell’Impero. Più tardi, anche la fede in Cristo ed in Allah furono diffuse con gran ricorso alle armi ed alle persecuzioni, prima di diventare la matrice identitaria dei popoli convertiti. Così, in tempi assai più recenti, il culto dell’Uomo e la mistica del Progresso si diffusero principalmente grazie ai moschetti ed alle navi, ma finirono col conquistare i cuori e le menti dei popoli sopravvissuti alla colonizzazione.
Del resto, come resistere? Il Progresso assicurava che il paese di Bengodi non fosse una fantasia medioevale, bensì il destino ultimo dell’umanità. Il paradiso che altri promettevano in cielo poteva essere qui in terra. Anzi, sicuramente così sarebbe stato, prima o poi, grazie alle infinite risorse dell’Ingegno Umano.
Chi più, chi meno, quasi tutti ci hanno creduto e la grande maggioranza delle persone ancora ci credono. Ognuno ha la sua variante specializzata. Per alcuni il futuro è popolato di robot e vi si fanno viaggi intergalattici. Per altri è un regno di pace e prosperità per tutti. Per altri ancora un’epoca di profonda consapevolezza, oppure un mosaico di pacifici villaggi contadini e via di seguito. Ma quale che sia la variante che ci è cara, abbiamo tutti fiducia che il futuro sia migliore del presente e del passato. Lo consideriamo una specie di diritto inalienabile.
A dire il vero, l’annuncio non ha sollevato lo scalpore dei due precedenti, forse perché leggermente prematuro. In effetti, la fede nell'Uomo sembra ancora viva, anche se sta perdendo pezzi rapidamente.
Si può capire. La vita della maggior parte degli uomini del mondo, ed in particolare degli occidentali che hanno concepito il mito, non sta migliorando affatto; piuttosto il contrario. Ancor più rapidamente peggiora la vita di molti fra i popoli che hanno creduto di poter usufruire del nostro stesso opulento stile di vita solo adeguando la propria fede ed imitando i nostri costumi.
Ormai ogni giorno che passa più gente si rende conto che la promessa del paradiso in terra non sarà mantenuta, né dalle sette liberiste, né da quelle socialiste. Ma quando perdiamo fiducia nel modello mentale che utilizziamo per leggere il mondo ci troviamo smarriti, confusi, spaventati. Spesso anche bramosi di vendetta. Si, perché non siamo mai stati noi ad essere ingenui, bensì gli altri ad averci ingannati.
Ma mentre quando morì Pan Cristo era già risorto e quando morì Dio l’Uomo era nel pieno delle sue forze, adesso che quest’ultimo rantola in un reparto di terapia intensiva, non si vedono possibili sostituti all'orizzonte. O forse, al contrario, ce ne sono troppi.
Possiamo vivere tranquillamente senza officiare a divinità alcuna, ma senza un modello mentale su cui fare affidamento non siamo capaci di vivere a lungo. A suo tempo, Nietzsche aveva pensato che i suoi tempi fossero maturi per l’apparizione del super-uomo (o oltre-uomo, a seconda delle traduzioni): cioè gente capace di vivere senza fede alcuna, assumendosi la piena responsabilità di ogni cosa gli accadesse. Ma non fu così.
Allora come oggi, chi perde una fede ne cerca un’altra. Non c’è infatti niente di arcaico nel diffondersi prepotente di gruppi integralisti in seno a tutte le religioni tradizionali. Anzi, direi che sia un fenomeno tipicamente post-moderno che caratterizza specialmente i figli ed i nipoti di coloro che avevano creduto nell'Uomo e nel Progresso. Ed il livello di brutalità praticata è probabilmente proporzionale all'ampiezza del vuoto interiore lasciato dalla delusione.
Altri cercano la strada anche più lontano, ad esempio reinventandosi culti pagani, vagamente ispirati al poco che si sa di quelli antichi. Oppure rimodellando ancora una volta il modo di vivere ed intendere le religioni tradizionali che hanno già attraversato più di una simile fase di modernizzazione. Oppure ripensando in chiave ecologica la fiducia nelle capacità della mente umana che, si continua a sperare, sarà comunque capace di rimediare a tutti i malanni che ha prodotto.
Comunque, i più numerosi sono ancora coloro che continuano ad identificarsi con la tradizionale concezione di Progresso e con la capacità umana di dominare gli elementi. Gli esempi possibili sono innumerevoli, ma vorrei citarne due di natura molto diversa, ma parimenti indicativi:
A Foligno fra il 9 ed il 12 Aprile 2015 si è tenuta la “Festa della Scienza e della Filosofia”; tema: “La scienza ed il futuro”. Niente di meno! Due giorni di discussioni e relazioni su argomenti svariatissimi ed interessanti: dalle ricerche sui neutrini all'origine di Homo sapiens; dai rapporti fra Scienza ed umanesimo fino al pacifismo di Einstein. Ma neanche una parola sull'impatto globale contro i limiti dello sviluppo, la trappola tecnologica, la sovrappopolazione, lo sgretolarsi della nostra civiltà, la morte della Biosfera od un qualsiasi altro argomento che avesse a che fare con la fine del Progresso.
Il secondo esempio è anche più impressionante. Nella lettera enciclica “Laudato si” (riassunto ufficiale del testo integrale) che tanto rumore e tanto entusiasmo a sollevato, la parola “Progresso” compare 24 volte. Per criticarne le deviazioni, certamente, ma non per criticare la fede in un futuro necessariamente migliore del presente. La parola “Scienza” compare 7 volte, mentre “Tecnologia” compare ben 21 volte; “Benessere” 5 e “sviluppo” solo 2 volte. In compenso la parola “Provvidenza” compare 0 volte, come quelle “Penitenza” e “Castigo”. "Peccato" compare 6 , ma “Redenzione” solo una, neanche nelle conclusioni. Eppure, mi pare che si tratti di concetti propri della mistica cristiana che si applicherebbero particolarmente bene a quello che sta accadendo al nostro mondo ed alle nostre vite.

Questo significa che una cultura non può cambiare i propri miti fondanti altro che diventando una cultura diversa ed apparentemente la Scienza non è in grado di modificare i miti che tanto ha contribuito a forgiare.
Già una cinquantina di anni fa divenne infatti scientificamente innegabile che le idee di crescita e di progresso erano delle pericolose utopie. Anzi, una garanzia di disastro. Ma dopo un primo vacillare, la reazione fu schiacciante. Come sempre, i fedeli di una religione in difficoltà reagiscono con energia direttamente proporzionale al grado di minaccia. Nella fattispecie, il controllo dei media ha consentito ai “progressisti” di impadronirsi del gergo e dei concetti nati per combattere la loro ideologia usandoli a sostegno della medesima. Così, ad esempio, da elemento principale di rischio la tecnologia è diventata strumento di salvezza e la “crescita zero” è diventata “sviluppo sostenibile”: un’etichetta con cui oramai si coprono le pudenda di qualunque infamia ambientale. La decrescita, per essere divulgabile, ha dovuto essere addolcita con il paradossale aggettivo “felice”.
I concetti più refrattari a questo tipo di perversione furono invece del tutto obliterati. Così, ad esempio, mentre la popolazione umana raddoppiava, la parola “sovrappopolazione” svaniva, sostituita da quella paradossale “denatalità”. Un po’ come se sulla Costa Concordia che cominciava a ingavonare fosse stata censurata la parola “affondiamo” per parlare piuttosto della sagra del granchio sottolio.
Per tornare alla massa montante della gente delusa e smarrita, oggi si fa molto caso ai crimini operati dalle bande di integralisti islamici, indù e quant'altro che, innegabilmente, sono particolarmente odiosi. Ma si tace sul fatto che l’aver voluto perpetuare il culto dell’Uomo e del progresso, nel giro dei prossimi 50 anni, costerà la vita ad alcuni miliardi di persone che non avrebbero dovuto mai nascere.
Un apparente paradosso che, invece, è molto coerente: Nel nome della civiltà e del progresso dell’Uomo si sta preparando il più grande sacrificio umano mai concepito.
Ho gli incubi, non per me ma per mia figlia 13enne. Il mondo da incubo che verrà sarà soprattutto suo.
RispondiEliminanon esageriamo col catastrofismo. Di energia fossile ce ne ancora tanta e permetterà una decrescita magari infelice, ma tranquilla quel tanto che basta. Se poi si affermassero per necessità regimi dispotici per imporla, allora la vita di tua figlia sarebbe più tranquilla e sicura di quella che avrebbe con la deregulation consumistica attuale.
EliminaNon ci conterei. I regimi dispotici hanno una spiccata tendenza a trascinare i paesi in avventure dalle conseguenze spesso disastrose. E quand'anche non succede, spesso impongono un clima di paura ed insicurezza perfino peggiore da quello derivante dal caos. Contro i banditi, infatti, entro certi limiti ti difende il governo, ma contro il governo chi ti difende?
EliminaOvviamente è una questione di soglie e di capirsi su cosa sia un regine dispotico.
malaspina bonis, bonaspina malis. Ora per gli onesti, se sbagliano, la Legge si applica, per i malavitosi, spacciatori e delinquenti si interpreta, per paura che facciano di peggio. A me è capitato, per ignoranza di una legge penale, di aver rischiato una condanna penale, senza aver mai offeso o nociuto ad alcuno, mentre i tipi di cui sopra agiscono baldanzosi e prepotenti, sicuri dell'impossibilità della certezza della pena. Mio padre, cresciuto nel fascismo, pochi anni dopo essere tornato dalla guerra e dalla lotta partigiana, si era già accorto della deriva che stava prendendo questa nazione e avrebbe voluto vedere a ogni angolo di strada una autoblindo e imporre il coprifuoco. Maledi le 2 cannonate che gli anglo americani spararono in nord Africa per indurre alla resa i francesi di Petain dal Marocco all'Algeria, il che causò il dirottamento della tradotta che lo stava portando in Russia, verso la Francia e dopo l'8 Settembre se ne scappò tra i partigiani per non finire in campo di concentramento, ma rimpianse tutta la vita l'ordine che il fascismo aveva imposto e che probabilmente non ritornerà mai più, supini come siamo al patto atlantico, che impone senza troppe mezze misure la democrazia. Ma i conti avanti all'oste bisogna sempre farli due volte. Come si dice: la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni.
Eliminadimenticavo: la democrazia imposta come la nostra, come in Iraq, Tunisia, Egitto, Libia o come vorrebbero in Siria e ovunque è un modo molto sopraffino per imporre la dittatura. E non si preoccupano più nemmeno di occultarlo, vedi Monti, Renzi, tanto ormai sanno di aver a che fare con un popolo di mezze cartucce. Ma forse è meglio così: se meglio è aver mandato alla carneficina Falcone, Borsellino e le loro scorte, insieme alle tre autobombe della mafia, invece che avere kamikaze e autobombe a profusione. Almeno per ora ci siamo salvati il fondo schiena, ma come dicevo sopra, non è detto che l'ombrello Nato-mafia funzioni per sempre. Vedrete voi, una volta terminati i fossili.
EliminaEssere catastrofisti non è un'esagerazione di questi tempi mago. Poi tu spesso scrivi 'decrescita infelice', il che la dice lunga. Andiamo alla massima velocità verso il muro dei limiti delle risorse e non ci fermeremo; le condizioni di oggi determinano la violenza dello schianto finale. E questa civiltà ne uscirà frantumata.
EliminaI singoli ne sono consapevoli, ma la gran massa di carne umana continua a fagocitare l'ambiente (opportunamente drogato di energia fossile ben oltre i limiti naturali).
Certo che la decrescita sarà infelice, non ne ho dubbio.
ma faranno di tutto per attutire la violenza dello schianto, se non per altro per ridurre il rischio di esserne coinvolti. Non si parla certo di stinchi di santo, ma nemmeno di cretini.
EliminaL'essere umano di certo pagherà i suoi errori e la follia della crescita illimitata. L'errore che si fa spesso e' la reazione. Da una parte, la generazione di chi è' nato negli anni 50', generalmente ritiene di essersi salvato, pensando che non toccherà a loro. Ritengono che non vedranno i crollo della società e non pagheranno di tasca propria. A mio avviso e' un ragionamento comune ma sbagliato, perché anche la loro generazione ( mia opinione) e' dentro fino all'osso del collo. La generazione di chi è nato negli anni 60' in poi ( rivolto a chi ha capito la situazione e non sta ancora dormendo, come succede d per l'uomo/donna massa), invece è' un'altra, ovvero: ma io di fronte a tutto questo, che cosa posso fare? Il risultato di tutto questo discorso, e' l'immobilismo della popolazione. Una situazione secondo me assurda.
RispondiEliminaPensa ai ragazzi del '99, che si sono fatti due guerre mondiali, nazismo, fascismo, e comunismo... vuoi mettere? Dopo la fine della seconda guerra, quelli in occidente, se gli andavi a rompere le palle perche' inquinavano o evadevano le tasse, ti sparavano direttamente e giustamente con la mitraglietta Sten. Bei tempi.
Elimina"tal Michael Greer per la precisione, ha annunciato che anche l’Uomo era morto".
RispondiEliminaPer cortesia, lasciamo perdere l'Arcidruido come fonte, OK? Leggetevi i suoi ultimi post farneticanti sull'idilliaca futura civiltà post-tecnologica negli USA (OK, è narrativa, ma sono anche indicativi di quale futuro gli piacerebbe...), e, soprattuto leggetevi l'atro suo blog, "The Well of Galabes" ( http://galabes.blogspot.it/ ) in cui vaneggia di magia con ampi riferimenti ad Aleister Crowley. Per quanto alcune sue analisi sulla crisi della civiltà umana attuale siano ben ragionate e documentate, quell'uomo non ha la minima idea di cosa sia davvero la natura umana nei momenti di crisi, oppure tutto il suo scrivere è solo uno squallido "Cicero pro domo sua", e il suo scagliarsi contro la tecnologia tout court per proporre soluzioni "semi-pastorali" ai nostri attuali problemi è ancora più irrealistico delle affermazioni e delle proposte di soluzioni dei "tecnocratici"...
Concordo sul basso profilo degli ultimi post di Greer, tanto che ho smesso di leggerlo. Tuttavia altre sue pubblicazioni le ho invece trovate molto interessanti, specialmente alcuni anni fa, per l'approccio contemporaneamente realistico e tuttavia non terroristico alle questioni. Una vena che, mi pare, sia cambiata. Comunque il post in questione lo ho trovato particolarmente interessante proprio perché al di là del tono scherzoso, poneva l'attenzione su di un punto che penso molto importante oggi. Per l'appunto la profonda crisi in cui versa la fede nell'Uomo e nel Progresso. Magari è una mia fissazione, ma poiché tutti noi passiamo il tempo a cercare di realizzare le nostre idee, queste finiscono con l'avere un impatto notevole sulla realtà materiale.
EliminaEd il culto dell'Uomo è, sempre secondo me, proprio lo scoglio principale contro cui si è infranta la speranza di cambiare rotta alla nostra società. Adesso che la nave affonda, la fede viene meno e succede un po di tutto. Da questo calderone usciranno gli archetipi fondanti delle società future.
molto interessante Jacopo, una prospettiva da cui non avevo mai considerato la questione. grazie.
Elimina..E per favore avvicinatevi a Nietsche col dovuto rispetto ! Nietsche demolisce ogni forma di morale individuale che favorisca le pecore sui lupi, basandosi su un qualsiasi dualismo neoplatonico cristiano o meno; l'opera di demolizone di Nietsche è quanto mai attuale; semmai Pan e Gaia sono perfettamente ammissibili nelle prefigurazioni nietschiane una volta smascherata la funzione di prevaricazione dei deboli sui forti operata dalla morale cristiana ; nei ditirambi di Dioniso e prima nel così parlò zarathustra nietsche ricorda bene di guardarsi da chi ospita deserti dentro di sè: il suo è inno al recupero della vitalità consustanziale fra tutte le creature,insito nel politesimo europeo originario, avvelenata dalle religioni monoteiste provenienti dal deserto : Ernst Renan, grande filosofo e teologo, ricordò pochi decenni dopo che ogni monotesimo è una religione delle zone desertiche; lo stesso Renan avvertiva che la civiltà industriale sarebbe finita con l'esaurirsi dei giacimenti di carbone lasciando molte terre avvelenate...Accostatevi a Nietsche col dovuto rispetto : Nietsche e Gaia sono compatibilissimi...Dopoutto parlare di Gaia ai siriani od agli egiziani od agli israeliti avrebbe poco senso...
RispondiEliminaPersonalmente ho molto rispetto per Nietzsche, non solo come filosofo, ma ancor più come filologo. Sicuramente ha capito molto delle religioni greche prima e meglio di parecchi altri. E del resto Pan è una divinità che ha molto in comune con Dioniso. Certamente non intendevo porlo sullo stesso piano di Greer il quale, fra l'altro, mi pare che citi a proposito Nietzsche. Semplicemente, l'arcidruido ha notato che anche la religione che aveva sostituito quella cristiana era arrivata alla fine, senza che fosse pronto un sostituto. E questo sta avendo conseguenze devastanti.
EliminaUn dettaglio. Al di la di tutto, non mi pare che la civiltà medioevale, pur essendo assolutamente cristiana, sia stata una civiltà di agnelli. Semmai un certo numero di lupi hanno trovato utile travestirsi da pastori, ma questo ci porterebbe assai lontano a riesumare lo scontro fra guelfi e ghibellini.
"Gotta Serve Somebody"
RispondiEliminaYou may be an ambassador to England or France
You may like to gamble, you might like to dance
You may be the heavyweight champion of the world
You may be a socialite with a long string of pearls.
But you're gonna have to serve somebody, yes indeed
You're gonna have to serve somebody,
It may be the devil or it may be the Lord
But you're gonna have to serve somebody.
Might be a rock'n' roll adict prancing on the stage
Might have money and drugs at your commands, women in a cage
You may be a business man or some high degree thief
They may call you Doctor or they may call you Chief.
But you're gonna have to serve somebody, yes indeed
You're gonna have to serve somebody,
Well, it may be the devil or it may be the Lord
But you're gonna have to serve somebody.
You may be a state trooper, you might be an young turk
You may be the head of some big TV network
You may be rich or poor, you may be blind or lame
You may be living in another country under another name.
But you're gonna have to serve somebody, yes
You're gonna have to serve somebody,
Well, it may be the devil or it may be the Lord
But you're gonna have to serve somebody.
You may be a construction worker working on a home
You may be living in a mansion or you might live in a dome
You might own guns and you might even own tanks
You might be somebody's landlord you might even own banks.
But you're gonna have to serve somebody, yes
You're gonna have to serve somebody,
Well, it may be the devil or it may be the Lord
But you're gonna have to serve somebody.
You may be a preacher with your spiritual pride
You may be a city councilman taking bribes on the side
You may be working in a barbershop, you may know how to cut hair
You may be somebody's mistress, may be somebody's heir.
But you're gonna have to serve somebody, yes
You're gonna have to serve somebody,
Well, it may be the devil or it may be the Lord
But you're gonna have to serve somebody.
Might like to wear cotton, might like to wear silk
Might like to drink whiskey, might like to drink milk
You might like to eat caviar, you might like to eat bread
You may be sleeping on the floor, sleeping in a king-sized bed.
But you're gonna have to serve somebody, yes indeed
You're gonna have to serve somebody,
It may be the devil or it may be the Lord
But you're gonna have to serve somebody.
You may call me Terry, you may call me Jimmy
You may call me Bobby, you may call me Zimmy
You may call me R.J., you may call me Ray
You may call me anything but no matter what you say.
You're gonna have to serve somebody, yes indeed
You're gonna have to serve somebody,
Well, it may be the devil or it may be the Lord
But you're gonna have to serve somebody.
Pare che la nostra specie sia la sesta specie umana sopravvissuta alle altre cinque che si sono estinte. Anche la nostra specie alla fine si estinguerà. E della nostra specie si parlerà, se ne seguirà ancora altra, come noi parliamo di Neandertal. Infine con l'implosione prima e l'esplosione poi del sole si estinguerà sistema solare. Questo è certo, an.
RispondiEliminaCirca il 2% dei geni neanderthaliani sopravvive dentro l'homo sapiens caucasico; qualcosa meno nei sapiens asiatici; il massimo nel sud della francia e zone toscana.umbria-marche dove si arriva al 3%; gli istoni identificati sono associati al sistema immunitario, quelli non identificati chissà...Quindi I neanderthal sono vivi e vegeti dentro di noi; è una evidenza scientifica dal 2011 circa: tradotto 40-50 mila anni fa si sono verificati degli accoppiamenti fra neanderthal e sapiens, quando i sapiens alle medie latitudini erano poche decine di migliaia..
EliminaNon dimentichiamo neanche che abbiamo il 98 per cento del patrimonio genetico in comune con lo scimpanze'... e piu' del 50 per cento con i vegetali, dato che piu' o meno tutta la vita sulla terra funziona a serie di triplette di DNA e venti amminoacidi. Abbiamo in comune la struttura di base, che e' (per me) incredibile in quale varieta' di forme si sia riuscita a esprimere. Questo si' e' un miracolo...
Elimina"La Via e' vuota; nonostante l'uso non si riempie mai.
RispondiEliminaQuanto e' insondabile, come l'antenata de diecimila esseri!
Quanto e' profonda, come permanesse sempre!
Generata da non so chi, essa e' l'immagine di cio' che fu prima degli "Imperatori"
Tao-te-ching
"Il saggio taoista ama suggerire piu' che dimostrare, essere confortato dai risultati pratici della sua teoria piuttosto che dal rigore formale di una deduzione, abbandonarsi al paradosso piuttosto che alla logica dell'aut aut"
" Il taoismo" Aldo Tagliaferri
"Tenendoci incerti manteniamo le nostre rappresentazioni su un livello dinamico e decidiamo che indoviniamo qualcosa per un breve lasso di tempo e di spazio perche' c'e' una coincidenza reale....
Ogni verita' piu' profonda di questa e' ridondante"
"Pensare con l'errore" Brunella Antomarini
Saluti Angelo
Karl Popper ha elaborato una definizione di metodo scientifico deduttivo basata sul criterio di falsificabilità, anziché su quello induttivo di verificabilità. Gli esperimenti empirici non possono mai, per Popper, "verificare" una teoria, possono al massimo smentirla. Il fatto che una previsione formulata da un'ipotesi si sia realmente verificata, non vuol dire che essa si verificherà sempre. Perché l'induzione sia valida occorrerebbero cioè infiniti casi empirici che la confermino; poiché questo è oggettivamente impossibile, ogni teoria scientifica non può che restare nello status di congettura.
EliminaSe tuttavia una tale ipotesi resiste ai tentativi di confutarla per via deduttiva tramite esperimenti, noi possiamo (pur provvisoriamente) ritenerla più valida di un'altra che viceversa non abbia retto alla prova dei fatti. La sperimentazione, dunque, svolge una funzione importante ma unicamente negativa; non potrà mai dare certezze positive, cioè non potrà rivelare se una tesi è vera, può dire solo se è falsa.
E siccome ciò che noi chiamiamo "osservazione" è già in realtà una sorta di "pregiudizio", secondo Popper la formulazione di una teoria scientifica non deriva necessariamente dall'osservazione o descrizione di un dato fenomeno, poiché non c'è un nesso causale tra la percezione sensoriale e le idee della ragione. La genesi di una teoria non ha importanza: essa scaturisce dalle nostre intuizioni, e può avvenire anche in sogno. Mentre l'osservazione, che pure rimane fondamentale, di per sé non offre né costruisce teorie: essa deve avvenire in un momento successivo a quello della formulazione, e serve non a confermare ma a demolire.
...insomma, la teoria scaturisce dalla intuizione e viene verificata (solo provvisoriamente) dalla osservazione, che è un "pregiudizio", perchè la teoria indica anche cosa osservare e cosa escludere dalla osservazione....abbastanza vicina al taoismo ("Tenendoci incerti manteniamo le nostre rappresentazioni su un livello dinamico e decidiamo che indoviniamo qualcosa per un breve lasso di tempo e di spazio perche' c'e' una coincidenza reale")
Mica per nulla Popper è uno dei più importanti filosofi contemporanei.
EliminaUno dei piu' importanti filosofi liberali. Egli estende alla politica cio' che ha intuito per la scienza: le democrazia e' un buon sistema di governo solo perche' consente di sostituire il potere senza spargimento di sangue, non perche' gli eletti a maggioranza siano chissa' che espressione di superiore saggezza. E' stato un acerrimo critico di Platone e della sua repubblica dei filosofi, nella sua opera "la societa' aperta", che all'epoca venne pubblicata da Armando Editore in quanto ostracizzata dalla quasi totalita' degli scienziati politici engage' dell'epoca. E questo a proposito di "consensus"...
EliminaIn materia di politica credo che pochi l'abbiano capita bene come Churchill che ebbe a dire: "La democrazia è la peggiore forma di governo mai pensata, a parte tutte le altre" (citato a memoria). In effetti si sta dimostrando incapace di fronteggiare le crisi che già non era stata capace di prevenire. Ma possiamo ancora dire questo in pubblico senza rischiare niente e questo è un privilegio raro su questo pianeta e nella storia. Cerchiamo di tenercelo il più a lungo possibile.
EliminaPoter dire pubblicamente quello che si pensa è una delle libertà minime indispensabili.
Elimina.----
La democrazia è una componente della "civiltà" (altre sono la tecnologia, la proprietà privata, l'agricoltura, l'allevamento) :
la "civiltà" ci ha portato dritti dritti dentro il baratro della "sesta estinzione di massa", che si stà compiendo adesso, in maniera ogni giorno più veloce.
Un visitatore alieno che vedesse dallo spazio, con un potente cannocchiale, il nostro modo di governarci, democratico, credo che direbbe :
"E' una gran c....a".
In effetti, la nostra democrazia, oltre a rispettare poco la volontà popolare, rispetta ancor meno i diritti del resto della natura.
Tiziano
"La democrazia è la peggiore forma di governo mai pensata, a parte tutte le altre"
EliminaAneddoto a corollario del precedente, ancora piu' gustoso, dello stesso Churchill: "il miglior argomento contro la democrazia e' un colloquio di un quarto d'ora con l'elettore medio..."
Se avesse fatto in tempo a vedere i blog e i social network...
Mettiti al mio posto
RispondiEliminae poi cerca di convincere
chi me stava cercando
e diffida d’ogni indizio
facendone d’accumulo
che io sia da qualche parte
tumuli di prove inutili
accomodati sul trono
stai guardingo ed acquattato
mettiti come meglio credi
ti do un intero giorno
quindi ancora mezzo e poi
un pezzo dimezzato sempre
ma d’ogni frammento il tempo
ti parrà durare come intero
il terzo giorno mi dirai per certo
che cosa il tuo cliente
crede d’aver trovato
nemmeno io ricordo
d’essere una volta nato
e preferisco incantarmi al fascino
d’una questione indecidibile
io se mi mettessi al tuo
a tanta incertezza sottoposto
a più angherìe che gentilezze
presto mi darei al crimine
e tardissimo me ne pentirei
ora che fino a domani regni
non perdere quest’occasione
nemmeno io sono così convinto
che tu solo per un secolo
esisti e sia
per poi annichilirti.
Marco Sclarandis
Grazie Jacopo per la bellezza dei tuoi articoli
RispondiEliminaArticolo (come al solito) interessante... Aggiungerei solo che (sinceramente) criticare le "magnifiche sorti e progressive" ormai mi sembra quasi come sparare sulla Croce Rossa, TRANNE CHE rig.do al tema demografico, poichè (ci si faccia caso) gener.te chi per 6 gg. su 7 da destra e/o da sinistra e dalle principali confessioni religiose attacca a fondo la Civiltà/Società (occidentale) contemporanea, il Consumismo e la Tecnica e prevede (per molti versi, a ragion veduta) scenari ambientali ed economico-sociali più o meno foschi a breve-medio termine, per qualche "misterioso" motivo alla domenica invita ad aumentare pressochè ovunque la natalità prospettando un futuro di abbondanza & benessere diffusi...
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