Da “crudeoilpeak.info”. Traduzione di MR
Di Matt Mushailik
Mentre l'attenzione del mondo si volge alla crisi dei rifugiati, dobbiamo guardare alle cause di questo esodo di massa.
Nel maggio del 2013, il Guardian aveva un articolo dal titolo “Picco del petrolio, cambiamento climatico e geopolitica degli oleodotti alimentano il conflitto siriano”. Nel marzo del 2015, un gruppo di ricercatori guidato dal climatologo Colin Kelley (Università della California) ha pubblicato uno studio sugli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze dal titolo “Cambiamento climatico nella Mezza Luna Fertile ed implicazioni della recente siccità in Siria”. Fra il 2006 ed il 2009, il popolo siriano ha sofferto la più grave siccità che il paese abbia mai vissuto dall'inizio delle registrazioni strumentali. "Man mano che l'acqua diveniva scarsa, i raccolti sono andati perduti e il bestiame è morto su una scala enorme. 1,5 milioni di siriani, in una popolazione di poco più di 20 milioni, si sono trasferiti dalle campagne ai sobborghi delle città già traboccanti.”
In questo articolo analizziamo in quale misura il picco del petrolio abbia contribuito alla degenerazione fiscale che ha costretto il governo siriano ad introdurre politiche impopolari (aumento delle tasse, rimozione dei sussidi per i carburanti, aumento del costo del cemento, ecc.) che hanno contribuito ai disordini.
Produzione, esportazioni e consumo di petrolio
Vediamo diversi punti di non ritorno
Di Matt Mushailik
Mentre l'attenzione del mondo si volge alla crisi dei rifugiati, dobbiamo guardare alle cause di questo esodo di massa.
Fig 1: Rifugiati che camminano lungo l'autostrada ungherese verso l'Austria nel settembre 2015
Nel maggio del 2013, il Guardian aveva un articolo dal titolo “Picco del petrolio, cambiamento climatico e geopolitica degli oleodotti alimentano il conflitto siriano”. Nel marzo del 2015, un gruppo di ricercatori guidato dal climatologo Colin Kelley (Università della California) ha pubblicato uno studio sugli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze dal titolo “Cambiamento climatico nella Mezza Luna Fertile ed implicazioni della recente siccità in Siria”. Fra il 2006 ed il 2009, il popolo siriano ha sofferto la più grave siccità che il paese abbia mai vissuto dall'inizio delle registrazioni strumentali. "Man mano che l'acqua diveniva scarsa, i raccolti sono andati perduti e il bestiame è morto su una scala enorme. 1,5 milioni di siriani, in una popolazione di poco più di 20 milioni, si sono trasferiti dalle campagne ai sobborghi delle città già traboccanti.”
Fig 2: Tornado di sabbia in Siria nel settembre 2014
In questo articolo analizziamo in quale misura il picco del petrolio abbia contribuito alla degenerazione fiscale che ha costretto il governo siriano ad introdurre politiche impopolari (aumento delle tasse, rimozione dei sussidi per i carburanti, aumento del costo del cemento, ecc.) che hanno contribuito ai disordini.
Produzione, esportazioni e consumo di petrolio
Fig 3: Produzione, esportazioni e consumo petrolifero della Siria
Vediamo diversi punti di non ritorno
- 1996: picco della produzione
- 2001: le esportazioni di petrolio greggio cominciano a diminuite in modo netto, anche se ammortizzate dall'aumento dei prezzi del petrolio
- 2006: le importazioni di petrolio cominciano ad aumentare ad un tasso più alto
- 2008: l'aumento del consumo di petrolio raggiunge il livello del declino della produzione di petrolio
- 2011 la Primavera Araba raggiunge la Siria in marzo
- 2011 le aziende internazionali petrolifere sospendo le operazioni
- embargo petrolifero
- 2012: la produzione di petrolio crolla precipitosamente man mano che il governo perde il controllo sui giacimenti petroliferi orientali.
- 2014: la produzione petrolifera è completamente collassata
Fig 4: Mappa dei giacimenti di petrolio e gas e controllo del ISIS nel luglio 2015
Riserve petrolifere
Fig 5: Riserve petrolifere rimaste della Siria da diverse fonti
Fig 6: Scoperte cumulative siriane, produzione reale e riserve rimaste. Dal sito di Jean Laherrere
Quindi la produzione cumulativa più le rimanenti riserve 2P (provate e probabili) sono di 7,5 Gb. La previsione di produzione di Jean Laherrere sulla base di 8 Gb di recupero finale è descritta nel seguente grafico:
Fig 7: Profilo produttivo dellla Siria del 2009 di Jean Laherrere
Naturalmente la figura 7 ora è molto teorica. Nessuno può prevedere il futuro in Siria
I rapporti del FMI
Questo articolo usa principalmente dati del FMI. L'ultimo rapporto della squadra di consultazione del FMI del 2009 Articolo IV è stato pubblicato nel marzo 2010. Da allora non è stata fatta nessuna valutazione dal FMI a causa della situazione politica e della sicurezza. In conseguenza di un ritardo di due anni nella preparazione dei conti nazionali, della mancanza di dati ed altre discrepanze, molti calcoli sono stime o proiezioni. Il primo rapporto del FMI disponibile su internet è dell'ottobre del 2005, con dati che risalgono al 2000.
Entrate
Le entrate del governo erano il 21% del PIL nel 2010. Il grafico seguente mostra le entrate petrolifere rispetto alle altre entrate e alle spese totali.
Fig 8: Entrate del governo siriano per fonte
Le entrate legate al petrolio sono in declino o stagnanti dal 2001. La loro quota del totale delle entrate sono scese dal 45% nel 2000 al 25% nel 2010. Nonostante questo, le entrate totali sono cresciute in media del 9,4% all'anno. Ciò è stato ottenuto aumentando le tasse sui redditi ed altre tasse indirette, certamente non politiche popolari. I trasferimenti dalle imprese pubbliche (IP) hanno a loro volta contribuito alla crescita delle entrate. Queste IP dominano i settori energetico e finanziario, giocano un ruolo privilegiato nelle filiere di fornitura come quella del cotone e dei cereali ed hanno il monopolio di tutte le società di servizi, della raffinazione di petrolio e zucchero, della produzione di cemento, fertilizzanti ed acqua minerale. Tuttavia, il surplus delle IP non è al netto della spesa di capitale che si presenta sotto la grande voce “spese di sviluppo” (Fig. 10). Gran parte delle IP stanno facendo perdite eccetto quelle nel settore delle telecomunicazioni. Tuttavia, le spese sono cresciute più rapidamente, del 10,8%. Questa differenza ha comportato un deficit di bilancio del 17% delle spese nel 2010.
Fig 9: Composizione delle entrate da petrolio
Il contributo maggiore sono le entrate fiscali della Syria Petroleum Company.
Spese
Le spese governativi sono state il 25,9% del PIL nel 2010.
Fig 10: Spese governative della Siria
Le spese sono cresciute in media del 10,8% all'anno, i salari del 16% all'anno.
Fig 11: Nel 2007, le spese per la difesa hanno consumato tutte le entrate petrolifere relative.
Bilancio petrolifero
Il bilancio petrolifero è definito come: esportazioni di petrolio – (meno) importazioni di petrolio – (meno) rientro dei profitti delle società petrolifere.
Fig 12: Bilancio petrolifero della Siria
Il grafico mostra che il valore delle esportazioni nette di petrolio dopo il 2007 era praticamente zero. A causa dei trasferimenti dei profitti delle aziende petrolifere internazionali, il punto zero di tutto il bilancio petrolifero è stato superato un anno prima, nel 2006, dopo di che è stato negativo fra 1 e 1,5 miliardi di dollari all'anno.
Bilancia dei pagamenti
Fig 13: Bilancia dei pagamenti e del petrolio
Nel grafico sopra, cominciamo con la bilancia del petrolio calcolata nella Fig. 12 (linea blue) ed aggiungiamo la bilancia delle esportazioni (positiva) da servizi, redditi e trasferimenti. La bilancia commerciale dei beni è negativa e deve essere dedotta (area chiusa) per arrivare all'attuale bilancia dei pagamenti (linea rossa). Vediamo che la forma la forma declinante del bilancio petrolifero comporta una curva analoga di bilancia dei pagamenti.
Inflazione
Fig 14: Media CPI della Siria
L'inflazione si è in gran parte spostata coi prezzi del petrolio fino al 2008. L'inflazione cumulativa nel periodo 2000-2010 è stata del 54%.
Popolazione
Fig 15: Sviluppo della popolazione della Siria (struttura dell'età sullo sfondo)
La produzione petrolifera pro capite ha raggiunto il picco nel 1993 a 15,2 barili ed è scesa alla metà nel 2007.
Sussidi ai combustibili
Il FMI ha elogiato la riduzione dei sussidi ai combustibili in quanto riforma, ma questa non è stata certo popolare.
Fig 16 : Aumento dei prezzi dei combustibili 2008-09
Nel 2008, i prezzi dei combustibili sono stati alzati, diciamo intorno al 7% del PIL. Per compensare questi prezzi più alti, gli stipendi pubblici sono stati aumentati e sono stati introdotti i coupon che hanno permesso a ciascuna famiglia di comprare 1.000 litri di gasoli ad un prezzo più basso. Ciò è costato il 4,5% del PIL. Nel 2009, i coupon del gasolio sono stati sostituiti da trasferimenti di contante mirati sulla base di reddito, proprietà di beni e bollette.
Fig 17 : Sussidi energetici come percentuale del PIL
La riforma dei sussidi ai carburanti del 2009 ha significato che la popolazione ha dovuto risparmiare l'8% del PIL.
Riassunto
Ci sono molte ragioni per la disintegrazione della Siria e per il tragico esodo dei rifugiati. Questo articolo ha mostrato in che modo la produzione petrolifera in declino della Siria e l'aumento del consumo di petrolio abbiano alterato negativamente sul bilancio, portato all'aumento delle tasse e alla riduzione dei sussidi. Questi fattori hanno contribuito all'insoddisfazione della popolazione che ha innescato la Primavera Araba in Siria.
E' assolutamente necessario che il mondo si svegli rispetto al problema del picco della produzione di petrolio in aree geo-strategicamente importanti, altrimenti ci saranno altre sorprese. Se i paesi con un consumo di petrolio pro capite potessero finalmente imbarcarsi in una transizione per allontanarsi dal petrolio, ciò ridurrebbe i conflitti e le guerre future.
Ma non contate sull'Australia, dove i governi statale e federale si sono imbarcati in un nuovo, enorme programma di espansione di tunnel stradali, strade a pagamento ed aeroporti. L'attuale Primo Ministro Abbott pensa che il picco del petrolio non abbia alcuna importanza nel determinare le politiche.
non contate nemmeno sugli altri stati. Tutti stanno varando politiche espansive. In fondo la produzione di petrolio sta aumentando e in qualche modo va consumato. Smetteranno solo quando comincerà la penuria o ci sarà qualche evento talmente grave a livello globale da sconvolgere i loro piani espansivi.
RispondiEliminaSarà ...
RispondiElimina..Come le cavallette...Divorate le piante in una area migrano verso un'altra...Impressionanti i 20 milioni in un territorio semidesrertcio..
RispondiElimina..L'Australia ha quasi la stessa popolazione della Siria.. E l' Australia è un continente..Che sia insita particolarmente nella religione musulmana la mimesi delle cavallette ?
RispondiEliminaTutto vero sul petrolio in Siria. Ma dire che "la vera causa" dell'esodo di massa sia il picco del petrolio in Siria o altrove nella regione e un' emerita balla. Inoltre il post comincia parlando di siccità e non di petrolio passando poi al picco del petrolio come causa solo dopo l'inizio. Cosa che mi e sembrata una dissimulazione o un trucco a tre carte. La causa principale attuale e ' la politica Statunitense ed Occidentale di "Assad must go" (per dirla breve) e le ragioni che vi sono dietro più altre politiche simili o correlate per motivazioni diverse da parte dell Arabia Saudita, la Turchia, il Qatar, Kuwait e Giordania con Israele dietro le quinte. Senza queste politiche e la distruzione della Siria che ne è volutamente risultata e che continua, oggi la Siria starebbe andando avanti più o meno come prima ma con un po meno petrolio. Forse fra altri trent'anni la sua economia sarebbe poi crollata per mancanza o insufficienza di Petrolio se il governo Iracheno o Iraniano non l'avrebbero aiutata. Dire che l'esodo sia "realmente" dovuto al picco del petrolio nel paese serve solo a confondere le idee a chi è propenso o disposto a farsele confondere e ad occultare diversi realissimi e pesantissimi crimini. Forse la siccità (cosa diversa dal picco del petrolio) ha contribuito un po' ma poco rispetto alle politiche occidentali e dei loro alleati che hanno "colto il momento buono" . (Ovviamente anche sull esodo si potrebbe cercare di dare la colpa...a chi altro...se non a Putin ma questo compito spetta più alla mainstream media che non ai blogs alternativi)
RispondiEliminacome diceva una psicologa, uno emigra per avventura, per avidità, ma sono relativamente pochi. Le masse esodano per necessità. La penuria di petrolio, tra 10 o 15 anni, causerà spostamenti immani verso paesi dove si potrà non morire di fame. Questo è innegabile. Non è detto che l'Italia sia tra questi. Penso comunque che prevarrà, o almeno cercheranno di far prevalere il buon senso. Fino ad allora bugie e ruberie.
EliminaSinceramente anche a me l'articolo è apparso quasi assurdo. Può essere che ci sarebbe stata emigrazione in ogni caso ma bombe, terroristi, ISIS, USA e Putin mi sembrano dei motivi più validi
EliminaR Mago e buonsenso: intuisco che fra 10 o 15 anni, speriamo prima, il buon senso cui alludi faccia rima con purga...
EliminaAbbott era quello che metteva anche in dubbio il riscaldamento globale di origine antropica mi pare ... e' stato appena sostituito con un goldmaniano (il 15 settembre scorso) ...
RispondiEliminahttps://en.wikipedia.org/wiki/Tony_Abbott
.. e sinceramente non so chi dei due sia peggio.
chi ha scritto questo articolo e' completamente fuori di senno. la siria e' stata attaccata da migliaia di persone armate fino ai denti che la hanno invasa da giordania, turchia libano iraq , persone addestrate da istruttori americani e francesi nei campi turchi giordani e sauditi , persone pagate fior di migliaia di dollari al mese da arabia saudita e qatar , kamikaze pagati almeno 500000 euro per ogni suicida, persone armate fino ai denti con fucili americani , israeliani, missili tow che costano oltre 15000 euro l'uno e ne hanno migliaia consegnati dagli usa ai sauditi che li mandano in siria passando dalla turchia. I siriani che vivono sotto il terrore dei bombardamenti, con cristiani crocefissi persone bruciate vive scappano per la crisi del petrolio? E' completamente assurdo. Andate su you tube e guardate cosa sta accadendo veramente invece di dar retta alla stampa italiana di regime. Ma quale primavera araba e voglia di democrazia , ma di cosa state parlando? Come fate a credere a tali balle ? Questo articolo trascina questo blog nel ridicolo .
RispondiEliminaOvviamente l'articolo tende a vedere le cose nell'ottica di questo blog, che e' quella del picco delle risorse e soprattutto del petrolio come causa prima di instabilita', e interpretare di conseguenza.
EliminaNel caso dei paesi arabi questo paradigma probabilmente e' particolarmente azzeccato, dato che come risorsa hanno solo il petrolio e hanno gia' sofferto 2000 anni di riscaldamento globale (la "mezzaluna fertile", dove e' nata l'agricoltura per le condizioni allora eccezionalmente favorevoli, tende al desertico da un bel pezzo). In quei paesi, contemporaneamente allo sfruttamento del petrolio pagato a peso d'oro dopo il '73, c'e' stato un ENORME incremento di popolazione (media 6 figli per donna: MEDIA) negli anni delle vacche grasse delle rimesse del petrolio: indubbiamente non gli durera' per sempre, anche in arabia saudita (da 4 a 24 milioni di abitanti in 20 anni) si notano scricchiolii sempre piu' forti. Sono paesi, e societa', che sono tenuti insieme, per il momento, solo da un fortissimo odio verso l'occidente che in realta' li ha arricchiti, odio fomentato dalle autorita' religiose e statuali, che li' si confondono in modo particolare. Oltretutto, hanno popolazioni giovani, con molti elementi in quella classe di eta' che i demografi chiamano "da battaglia", quella dei maschi fra i 15 e i 30 anni.
Il punto e' che l'abbondanza di introiti derivanti dalla rendita energetica ha mandato "in bolla" la popolazione... Nei paesi arabo-islamici produttori di petrolio il fenomeno e' macroscopicamente amplificato ed evidente. Anche in Arabia la popolazione si e' letteralmente moltiplicata, e il reddito pro capite sta ora precipitando. Nel resto del mondo vedremo come andra' a finire.
RispondiEliminaDieci volte la popolazione in 50 anni. Se il Mondo avesse fatto come la Siria saremmo già tutti morti. Un giornalista USA ha seguito la fuga di una famiglia benestante siriana fino alla Svezia. 30 anni lui e 22 lei, incinta, con altri due figli già fatti. Ma anche in Svezia hanno la fissa di fare almeno tre figli a donna, per un po' si troveranno a loro agio. Finché anche là non finiranno la pacchia, senz'altro a spese di qualcun'altro.
RispondiElimina...Perfetto...quando in Italia le donne smetteranno di soffrire perchè possono fare solo 1 figlio a 40 anni ma non lo potranno fare proprio, ( e ci siamo) credo ne vedremo delle belle quanto ad accoglienza dei migranti boldriniani...
EliminaIn un certo senso, vista cosi' e dal punto di vista boldriniano, e' l'alternativa all' "utero in affitto" :D
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