giovedì 3 settembre 2015

Perché la signora Maria non capisce il cambiamento climatico: analfabetismo funzionale e ascesa della “nonpropaganda”

DaResource Crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi


Immagine dello Skills Outlook 2013 dell'OCSE. Questi dati mostrano che la maggior parte delle persone nei paesi OCSE hanno capacità molto limitate di gestire informazioni contrastanti. Questa mancanza di abilità è la fonte della propaganda tradizionale (che presente alle persone un singolo lato del problema) ma anche dell'ascesa della “nonpropaganda”, cioè la presentazione di informazioni così contrastanti che il pubblico non riesce ad arrivare a una conclusione stabile. Il risultato sono incertezza ed immobilismo. La apropaganda è stata usata con grande efficacia sul problema del cambiamento climatico. 


La storia ufficiale che si trova normalmente sulla questione dell'alfabetizzazione è che le persone in tutto il mondo stanno diventando sempre più istruite, cioè sempre più capaci di leggere e scrivere. Eppure, c'è un altro lato dell'alfabetizzazione: è il concetto “competenza dell'alfabetizzazione” che classifica le persone a seconda della loro capacità di capire quello che leggono.

Un recente sondaggio su questo punto è stato pubblicato dall'OCSE. Si tratta di un documento corposo di oltre 460 pagine che esamina le capacità di comprensione ed elaborazione  di un testo da parte dei cittadini dei paesi dell'OCSE. Il risultato è una suddivisione in 5 “livelli di alfabetizzazione”, come si può vedere nella figura all'inizio di questo post. Le definizioni esatte di questi livelli le potete trovare a pagina 64 del documento ma, riassumendo, i livelli più bassi al di sotto di 1, 1 e 2, sono relativi alle persone capaci di arrivare solo ai livelli più semplici di comprensione di un testo. Anche al livello 3, si potrebbe essere capaci di effettuare deduzioni sulla base del testo letto, ma i testi non devono contenere “informazioni conflittuali”. Solo ai livelli 4 e 5 è richiesta una qualche capacità di discernere criticamente i dati da informazioni in contrasto.

Come al solito, qualsiasi cosa si legga sul Web dev'essere valutata con molta cautela. Qual è l'affidabilità di questi dati? Perché 5 livelli e non di più, o di meno? Che significato hanno questi risultati? Digerire il lungo rapporto dell'OCSE non è un'impresa facile, ma penso che, per prima cosa, possiamo dire ciò che non è questa classificazione: coloro che non raggiungono i livelli più alti non sono necessariamente stupidi. Per esempio, i miei amici Rom andrebbero molto male nel test, visto che molti di loro sono realmente analfabeti, non solo funzionalmente. Ma posso assicurarvi che sono estremamente intelligenti, solo con un diverso tipo di intelligenza.

Poi, la sostanza del saggio dell'OCSE non è difficile: i test misurano la capacità delle persone di elaborare un testo scritto e di estrapolarne il significato. E se vieni classificato, diciamo, al livello 2, significa che hai fallito il test per il livello 3, per esempio mostrando di non essere capace di “costruirsi un significato su ampie parti di testo”. E se vieni classificato al livello 3, significa che hai sbagliato i test per il livello 4, per esempio identificare e definire “informazioni contrastanti”. In breve, sembra che ovunque nei paesi OCSE la maggior parte delle persone (di solito più del 90% della popolazione) non sono in grado di valutare criticamente le informazioni contrastanti.

Il rapporto dell'OCSE non usa il termine “analfabetismo funzionale”, ma sembra che questo venga normalmente usato per descrivere i livelli 1 e 2, cioè persone non sufficientemente capaci da essere in grado di affrontare pienamente la complessa società attuale. E' un risultato scioccante: quasi il 50% della popolazione dei “ricchi” paesi dell'OCSE sono in queste condizioni (*). Anche se si limita la definizione di analfabetismo funzionale al livello 1, si tratta comunque una grande percentuale della popolazione, probabilmente molto più ampia di quanto gran parte di noi avrebbe mai pensato.

Ci possiamo domandare se questi risultati sono applicabili a tutte le forme di comunicazione, compreso, per esempio, ciò che le persone sentono in TV. Questo punto non viene discusso nel rapporto dell'OCSE, ma penso che sia difficile sfuggire alla conclusione che sì, non ci dovrebbero essere grandi differenze. I dati fanno riferimento a persone che sanno leggere e se qualcuno di loro ha un risultato così scarso nonostante sia in grado di capire le parole scritte, perché dovrebbero avere un risultato diverso se messi di fronte a parole dette? Quindi, una volta visti questi risultati, gran parte delle buffonate politiche in corso assumono un nuovo significato. Alcuni politici, pare, hanno raggiunto il successo confezionando il loro messaggio a livelli facilmente comprensibili dalla gran parte degli “analfabeti funzionali” del proprio paese. Berlusconi, in Italia, ne è un buon esempio, oggigiorno Trump sembra stia usando le stesse tattiche negli Stati Uniti. Questo modo di comunicare è l'essenza di quello che chiamiamo “propaganda” (oggigiorno le definiamo “pubbliche relazioni” o “creazione del consenso”). Consiste nel presentare soltanto un aspetto di ogni problema, convenientemente confezionato in semplici slogan: niente sottigliezze di sorta. Funziona: la maggior parte delle persone normalmente non cercherà o considererà informazioni contrastanti.

Ed ora passiamo alla domanda che volevo esaminare in questo post: qual è la rilevanza di questi dati sulla competenza di alfabetizzazione rispetto al problema del cambiamento climatico? Come tutti sappiamo, il cambiamento climatico è un tema estremamente complesso che richiede anni di studio per essere compreso nei dettagli. Tuttavia, il problema può anche essere riassunto in un'unica affermazione che dice: “se continuiamo a bruciare combustibili fossili, avremo di fronte un grande disastro”. E' lo stesso tipo di affermazione che dice: “se continui a fumare rischi il cancro al polmone”. E per capire questo non c'è bisogno di essere degli esperti in epidemiologia. Gran parte dei problemi possono essere presentati in modi che possono essere capiti dalle persone a tutti i livelli della scala di alfabetizzazione, persone che, come dicevo prima, non sono stupide e perfettamente in grado di capire cos'è male e cos'è bene per loro.

Il problema della scala di alfabetizzazione è un altro: ha a che fare col dibattito sul cambiamento climatico. Qui vediamo lo sviluppo di una tecnica di comunicazione che sfrutta la mancanza di alfabetizzazione funzionale di una gran parte dell'opinione pubblica. Potremmo chiamare questa tecnica “nonpropaganda”. La propaganda tradizionale (letteralmente, “ciò che deve essere propagato") punta a passare un messaggio semplificato eliminando o nascondendo tutte le informazioni contrastanti. Un messaggio diretto, come si dice alle volte in Italia "alla signora Maria" che si suppone non abbia più della licenza elementare.

La nonpropaganda (quello che non deve essere propagato), invece, punta a fermare la propagazione di un messaggio presentando moltissime informazioni contrastanti ad un'opinione pubblica incapace di valutarle pienamente. La nonpropaganda funziona e fa miracoli. I dati dell'OCSE mostrano che non più di circa il 5% della popolazione in gran parte dei paesi OCSE si può districare in un dibattito complesso che comporta molte informazioni contrastanti. Ora, guardate il dibattito sulla scienza del clima e vedete che l'idea di presentare “entrambe le parti” del problema è ben lungi dal significare una informazione equilibrata. E' una strategia che confonde l'opinione pubblica. Non è molto costosa, ben alla portata delle lobby che perderebbero soldi in caso di un'azione seria sul cambiamento climatico. Ed è incredibilmente efficace. Guardate i sondaggi di Gallup: notate come l'opinione pubblica sia confusa e facilmente sviata da informazioni irrilevanti (il “climategate”) o da false informazioni (“la pausa”).

Quindi, come combattiamo la nonpropaganda climatica? Per prima cosa, non aspettiamoci che i governi lavorino per coltivare la capacità delle persone di ragionare. Mi darete di cospirazionista, ma immagino che la maggior parte dei governi siano del tutto felici se i loro cittadini non sono tanto bravi a valutare criticamente le informazioni (nonostante tutto il discorso nel rapporto dell'OCSE sulla necessità di cittadini più abili). Poi, si può fare poco per cambiare una situazione che si è evoluta nell'arco di diversi decenni di sviluppo dei mass media. La nonpropaganda è economica e funziona molto bene: resterà con noi per un bel po' di tempo.

Eppure, capire come funziona la nonpropaganda è un grande passo avanti. Per prima cosa, è un ulteriore chiodo nella bara del cosiddetto modello di “deficit di informazione”, cioè dell'idea che se spieghiamo al pubblico come stanno le cose col cambiamento climatico, il pubblico capirà e farà qualcosa. Non funziona: all'opinione pubblica non mancano le informazioni, ne ha troppe! E' semplicemente incapace di farsi un'idea. Quindi ne consegue che dobbiamo concentrarci nel produrre informazione di alta qualità, riconoscibile come tale. Non significa che ci dovremmo nascondere dietro l'ingresso a pagamento delle riviste scientifiche, ma che non ci dovremmo impegnare in quel tipo di dibattito di basso livello tipico dei commenti infestati dai troll dei blog. In altre parole, non dobbiamo inseguire i negazionisti per cercare di dimostrare che si sbagliano. Ciò genera solo confusione.

Poi, notate come ha reagito in modo furioso l'opinione negazionista alla scoperta che il 97% degli scienziati climatici in attività sono d'accordo con l'idea che il cambiamento climatico esiste ed è causato principalmente dagli esseri umani. Il meme del 97%, infatti, distrugge la base stessa della loro strategia di nonpropaganda. Mostra che c'è un ampio consenso fra gli scienziati sul problema. E' una cosa che le persone di tutti i livelli di alfabetizzazione possono percepire correttamente. E, lasciatemelo ripetere ancora una volta, non importa quale sia il livello di alfabetizzazione, la maggior parte delle persone NON sono stupide. Se un dottore di cui vi fidate vi dice di smettere di fumare, potreste non essere degli epidemiologi, ma sapete che fareste meglio a smettere. Se il 97% degli scienziati del clima mondiali (ed anche il Papa) ci dicono che dobbiamo smettere di bruciare combustibili fossili, allora potete anche non essere degli scienziati del clima, ma sapete che è meglio se facciamo qualcosa per questo. Così, ecco un altro punto sul quale concentrare i nostri sforzi.

Non facile, lo capisco, ma come ha detto Sun Tzu, se conosci il tuo nemico e conosci te stesso non hai bisogno di aver paura del risultato di cento battaglie.



(*) E' discreto mistero il perché l'Italia, il paese che un tempo ha prodotto Dante Alighieri, vada così male nell'elenco dell'alfabetizzazione. D'altra parte, dopo aver visto questi dati, non ci si sorprende più del fatto che l'Italia sia il paese che ha prodotto Berlusconi. 



17 commenti:

  1. Sartre ci diceva che le persone sanno ma sono in malafede.

    Upton Sinclair osservava che è difficile far capire a un uomo qualcosa se il suo stipendio dipende dal non capirla (v. qui).

    Molte donne che conoscono erano felici (le donne hanno un metabolismo più lento e percepiscono una temperatura più bassa, rispetti agli uomini) perché è stata un'estate bella caldina.
    Non c'è alcun problema che sia caldo finché nel supermercato c'è del cibo, posso prendere la mia auto con l'aria condizionata e andare nel luogo condizionato in cui lo vendono, apri il rubinetto e puoi farti tre docce al giorno, etc. .

    Direi che siamo al solito punto: l'incapacità della specie di avere un etologia collettiva, di avere percezione del problema del numero/ dimensione / scala e l'incapacità della specie di percepire i pericoli che non siano immediati/vicini.

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    1. E grande l'osservazione sulle donne...

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    2. LAaspecie non esiste ancora al momento: esistono i diritti individuali di 7,3 miliardi di homo fatti a sua immagine e somiglianza...

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  2. "Non funziona: all'opinione pubblica non mancano le informazioni, ne ha troppe!"

    Ha appena descritto "Il Mondo Nuovo" di Huxley. Distopia divenuta realtà.

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  3. Dan Gilbert on biological reason for lack of action against climate change.

    http://www.tedxacademy.com/talks/daniel-gilbert

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  4. Provo a sintetizzare. L'idea che se spieghiamo al pubblico come stanno le cose col cambiamento climatico, il pubblico capirà e farà qualcosa non funziona. All'opinione pubblica non mancano le informazioni, ne ha troppe! E' semplicemente incapace di farsi un'idea. Quindi ne consegue che dobbiamo concentrarci nel produrre informazione di alta qualità, riconoscibile come tale. La maggior parte delle persone NON sono stupide. Se il 97% degli scienziati del clima mondiali (e anche il Papa) ci dicono che dobbiamo smettere di bruciare combustibili fossili, potete anche non essere degli scienziati del clima, ma sapete che è meglio se facciamo qualcosa per questo.
    Sembrerebbe elementare (diciamo livello 1), ma sono anni che non capisco come si possa produrre informazione di alta qualità, riconoscibile come tale anche dalla signora Maria del titolo. Per il resto concordo su tutto, correggerei solo qualche refuso di troppo, magari cominciando proprio dal titolo

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  5. Secondo il mio personalissimo parere, le persone sono in grado di capire le conseguenze a lungo termine dei propri comportamenti.
    Cio' non toglie che in genere nelle loro scelte seguano logiche a breve termine.
    In questo bisognerebbe capire che ruolo giocano i condizionamenti che nascono dalle relazioni interpersonali (soprattutto mediante il valore simbolico delle merci) o dal continuo indottrinamento al consumismo esercitato dalla pubblicita'. E se ne potrebbero trovare tanti altri...

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  6. Ottimo post. Io ho una lunga esperienza di attivista nel campo e conosco bene questo muro di gomma. Eppure, da questo punto di vista non avevo mai riflettuto.

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  7. Alighieri conosceva bene la parabola del Buon Seminatore e a chi medita il Vangelo non sfugge la nonpropaganda del demonio. A proposito di Rom, mi ricordo di uno zingarello che quasi 60 anni fa ci parlava di realtà invisibili e spirituali, retaggio della loro cultura. Considerare la realtà in modo bifocale può essere considerato distopico e paranoico, ma come diceva il saggio: a pensare male, si fa male, ma il più delle volte ci si indovina. Mai fermarsi alle apparenze, perchè seguire un cieco, significa finire entrambi in un fosso. La prudenza non significa paura ed immobilismo, ma discernimento. Ovviamente chi rifiuta le leggi termodinamiche come Vangelo della propria vita fisica è come colui che rifiuta la Legge rivelata da Dio come insegnamento della propria vita morale e spirituale: il fosso, che dico, il baratro, l'inferno sono lì.

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  8. Potrai anche non avere paura delle battaglie, ma poi magari anche se sei (o ti ritieni) molto intelligente (o più di coloro che semplicemente non sono stupidi) le perdi lo stesso. Anzi come capitato ai saggi generali cinesi discendenti di Sun Tzu può succedere che il nemico barbaro ed incivile ma non tanto stupido stravinca la guerra ed instauri la sua dinastia mongolica in tutta la Cina.

    Intendiamoci questo post è interessante e presenta riflessioni condivisibili, ma è autoconsolatorio.

    In generale imo la nonpropaganda è quasi ineliminabile nelle società "aperte". In democrazia tutti hanno diritto ad esprimere la loro opinione e non ci può essere una efficiente censura dall' alto (che poi, tra l' altro, sarebbe per forza di cose assai propensa ad assecondare il potere economico-politico) che seleziona ed elimina le opinioni non allineate (attenzione comprese quelle non-scientifiche). Se milioni di persone (la "gente", la "società civile", l' "opinione pubblica") non sono in grado di valutare informazioni contrastanti nel dibattito pubblico (ripeto anche quelle scientifiche o presentate per tali anche se non lo sono affatto) non esiste un modo efficace e generale per convincerle che alcune informazioni sono corrette ed altre no.
    Il caso del GW poi è ancora peggiore perché la scienza climatologica come giustamente sottolineato è complessa e richiede fatica nel capirla anche a chi è scientificamente acculturato (purtroppo tra fior di scienziati non-climatologi, compresi premi nobel alla Rubbia, i fraintendimenti non sono affatto limitati). In più il clima (inteso come meteo, visto che molti non distinguono) è qualcosa che la sciura Maria vive ogni giorno e crede (ingenuamente ma solidamente) di capire piuttosto bene: lei non sarà una specialista o non avrà studiato ma non è stupida (appunto) e se i "professoroni" credono di spaventarla con catastrofi che non rientrano nella sua realtà quotidiana tranne quelle televisive (che da qualche parte "ci sono sempre state" come le raccontava il nonno) si sbagliano di grosso, le non si spaventa di certo!

    D' altronde se dopo decenni di conferme sui danni del fumo milioni e milioni di persone di ogni livello di alfabetizzazione (nei paesi OCSE, per non parlare di quelli ancora più numerosi nei paesi in via di sviluppo) fumano spendendo un bel po' soldi di tasca loro e mettendo a rischio la propria salute
    ci sarà un maledetto motivo o no?

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  9. Il post e senz'altro interessante e spiega varie cose utili. Ma non sono così sicuro se quella che viene definita nonpropaganda non sia altro che una delle tante forme e varianti di propaganda. E mi domando se magari quelli dell'OCSE non siano analfabeti. Perché non lasciar stare il concetto tradizionale e chiaro di analfabetismo e venir fuori con diversi livelli di analfabetismo che potrebbero essere definiti e spiegati meglio con altre parole e concetti? O forse l'OCSE sta cercando di fare la sua propria forma di nonpropaganda?

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  10. E' per me stupefacente che pochissima gente sappia di questo grandissimo pericolo rappresentato dal cambiamento climatico.
    .----
    Allora penso a me stesso.
    Ho 58 anni, sono impiegato amministrativo pubblico.
    Fino a pochi anni fa non sapevo niente di cambiamenti climatici.
    Poi ho visto “Una scomoda verità” di Al Gore.
    Ho letto i suoi libri (tante pagine!). Bellissimi libri.
    Ho visto che ci metteva il cuore.
    Allora gli ho creduto (grazie Al).
    Ho poi trovato questo blog,
    “Effetto Cassandra”, che adesso si chiama “Effetto Risorse” (grazie professor Ugo Bardi, Massimiliano Rupalti, Jacopo Simonetta e collaboratori),
    e mi sono addentrato in materie per me difficili.
    Ho poi trovato in Facebook, “Cambiamento Climatico”
    ( https://www.facebook.com/CambiamentoClimatico?fref=ts ),
    che mi ha aiutato tanto a capire (grazie Massimo D'Aniello).
    Ho trovato i filmati YouTube di Maxrupo,
    molto esplicativi. (grazie Massimiliano Rupalti).
    Ed altri siti che ho frequentato meno ma che hanno arricchito le mie conoscenze al riguardo (da appassionato, ho i miei limiti).
    Tutto tempo ed impegno mio personale, rubato ad altre attività.
    .----
    Se non avessi impegnato circa 800 ore del mio tempo ad indagare i “cambiamenti climatici”, non avrei saputo.
    .----
    Il 98 per cento dei media (televisione, giornali, radio) hanno gravissime responsabilità di disinformazione.
    La politica di tanti paesi industrializzati è gravemente corresponsabile.
    .----
    Sono incazzato nero.
    Mi hanno indottrinato facendomi credere che chi stà alla guida del paese opera per il bene della gente, che i giornali danno le informazioni.
    QUESTO E' FALSO.
    Adesso so perchè la gente non sa.
    Non è tutelata dalla politica, non è informata dai grossi media.

    Gianni Tiziano

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    1. il diavolo sa come portare le anime all'inferno: nella piazza davanti sesso droga e rock and roll, nel circolo parrocchiale dietro pure. La politica, i media e anche grosse branche delle religioni sono al servizio del male, sia in senso metafisico, che fisico (gw, distruzione dell'ambiente, inquinamento, malattie, suicidi ecc.ecc...). Non per niente Gesù ha rivelato la vera natura di satana, cioè che è mentitore e omicida, caratteristiche molto comuni dove alligna il potere.

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    2. Praticamente hai dedicato 800 ore ad una cosa della quale non avresti nemmeno saputo, perchè negli effetti pratici a te non è cambiato nulla poichè anno dopo anno le stagioni si sono susseguite con i propri alti e bassi esattamente come succedeva negli anni 60,70,80 e così via. Vorrei capire chi è che fa propaganda e chi è che fa nonpropaganda. Con questa logica allora dovremo cominciare a credere alla propaganda delle scie chimiche ad Haarp e agli accordi occulti tra i grigi ed il governo americano... Beninteso io nel mio piccolo cerco di rispettare l'ambiente prendendo tutte le precauzioni possibili, ma credere ai catastrofisti che ritenevano spacciato il mondo nei primi anni 2000... no , non fa per me...

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