Dalla pagina FB di Bodhi Paul Chefurka. Traduzione di MR
Ogni sviluppo tecnologico significativo della storia umana sembra aver causato almeno un raddoppio del tasso di crescita. Secondo la mia interpretazione del recente database della popolazione HYDE, ci sono stati cinque salti del genere negli ultimi 80.000 anni, più o meno. Questi salti sono facilmente correlabili con cambiamenti del livello generale di tecnologia, come mostrato nel grafico. Ipotizzo che l'Homo Sapiens abbia cominciato il nostro ultimo periodo dopo il collo di bottiglia di Toba, a partire da 77.000 anni fa, con 10.000 individui. Durante i 65.000 dalla catastrofe di Toba fino allo sviluppo dell'agricoltura intorno al 10.000 AC, la popolazione è cresciuta da 10.000 a circa 2 milioni, ad un tasso medio basso dello 0,01%all'anno o leggermente meno.
Questa analisi suggerisce che livelli maggiori di tecnologia permettono (e forse incoraggiano) tassi di crescita della popolazione più alti. Potrebbe essere interessante fare un paio di esperimenti mentali con queste informazioni:
Per esempio, cosa sarebbe successo se la marcia del progresso tecnologico fosse cessata nel 1700 quando avevamo solo la tecnologia medievale? Se il tasso di crescita fosse rimasto costante allo 0,1%, ad oggi il mondo ospiterebbe “soltanto” 850 milioni di persone. Per coloro fra noi che considerano quel numero sia ben lungi dall'essere considerato sostenibile, questa è una notizia scoraggiante. Avevamo poca tecnologia oltre agli aratri trascinati da cavalli e comunque la nostra popolazione sarebbe cresciuta molto. Per essere ancora più draconiani, e se non avessimo sviluppato alcuna tecnologia al di là degli attrezzi di pietra e fossimo stati in grado di limitare il tasso di crescita allo 0,01%? In questo caso ci sarebbero 6 milioni di persone oggi – un livello di popolazione che potrebbe essere considerato realmente sostenibile, a patto che non continui ad aumentare...
Questa analisi si adatta perfettamente al “Principio di Circolo Vizioso” di Craig Dilworth: gli esseri umani usano il loro cervello per superare ostacoli o limiti alla crescita, quindi devono continuare a crescere. Questa interpretazione fornisce anche un forte sostegno induttivo al “Principio di Determinismo Infrastrutturale” di Marvin Harris: le istituzioni culturali e le credenze sono plasmate dall'ambiente della società, compresa la sua tecnologia. Queste credenze ed istituzioni generalmente agiscono a sostegno di ulteriore crescita, se possibile – se c'è un surplus percepito di materie prime, compresa energia e terra. Sostengono la stasi culturale o la decrescita solo se c'è una percezione di carenze da parte di tutta la società. Questa conclusione non promette bene per l'idea di ridurre la popolazione mondiale mantenendo i nostri standard di vita intatti.
Ogni sviluppo tecnologico significativo della storia umana sembra aver causato almeno un raddoppio del tasso di crescita. Secondo la mia interpretazione del recente database della popolazione HYDE, ci sono stati cinque salti del genere negli ultimi 80.000 anni, più o meno. Questi salti sono facilmente correlabili con cambiamenti del livello generale di tecnologia, come mostrato nel grafico. Ipotizzo che l'Homo Sapiens abbia cominciato il nostro ultimo periodo dopo il collo di bottiglia di Toba, a partire da 77.000 anni fa, con 10.000 individui. Durante i 65.000 dalla catastrofe di Toba fino allo sviluppo dell'agricoltura intorno al 10.000 AC, la popolazione è cresciuta da 10.000 a circa 2 milioni, ad un tasso medio basso dello 0,01%all'anno o leggermente meno.
- Quando è stata sviluppata l'agricoltura intorno al 10.000 AC, il nostro tasso di crescita è quadruplicato allo 0,04%. Ciò ha fatto salire la nostra popolazione da 2 milioni a 240 milioni nei successivi 11.000 anni.
- Durante i mille anni del Medioevo, il cambiamento tecnologico ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo. Per esempio, l'adozione dell'aratro a versoio all'inizio di questo periodo (~800 DC) ha aumentato la produttività agricola e permesso all'umanità di appropriarsi di sempre maggiore habitat naturale per il proprio uso esclusivo. Di conseguenza il nostro tasso di crescita è più che raddoppiato raggiungendo lo 0,1% all'anno dal 800 al 1700 DC, dando al mondo una popolazione di circa 600 milioni di persone nel 1700.
- Intorno al 1700, la Prima Rivoluzione Industriale ha preso il via, con macchinari alimentati da legna, carbonella e dall'energia cinetica dell'acqua. Questo sviluppo ha quadruplicato di nuovo il tasso di crescita, fino allo 0,4% all'anno, aumentando la popolazione dai 600 milioni del 1700 agli 1,3 miliardi del 1850.
- Nel 1850 l'energia del carbone è entrata nel quadro e la Rivoluzione Industriale ha aumentato il vapore (ops, scusate!). Il tasso di crescita della popolazione è raddoppiato allo 0,8% e durante il secolo che ne è seguito fino al 1950 la popolazione mondiale è a sua volta raddoppiata fino a 2,5 miliardi di persone.
- Dal 1950 abbiamo vissuto nella Tarda Rivoluzione Industriale. Questo periodo è caratterizzato da petrolio, gas e energia nucleare, trasporti e comunicazioni globali rapidi, Rivoluzione Verde, rivoluzione del computer e consumismo che hanno spazzato il mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il tasso di crescita della popolazione è di nuovo raddoppiato fino al 1,6% all'anno (mediato sull'intero periodo). In soli 65 anni la popolazione umana è quasi triplicata al suo attuale livello di 7,3 miliardi.
Questa analisi suggerisce che livelli maggiori di tecnologia permettono (e forse incoraggiano) tassi di crescita della popolazione più alti. Potrebbe essere interessante fare un paio di esperimenti mentali con queste informazioni:
Per esempio, cosa sarebbe successo se la marcia del progresso tecnologico fosse cessata nel 1700 quando avevamo solo la tecnologia medievale? Se il tasso di crescita fosse rimasto costante allo 0,1%, ad oggi il mondo ospiterebbe “soltanto” 850 milioni di persone. Per coloro fra noi che considerano quel numero sia ben lungi dall'essere considerato sostenibile, questa è una notizia scoraggiante. Avevamo poca tecnologia oltre agli aratri trascinati da cavalli e comunque la nostra popolazione sarebbe cresciuta molto. Per essere ancora più draconiani, e se non avessimo sviluppato alcuna tecnologia al di là degli attrezzi di pietra e fossimo stati in grado di limitare il tasso di crescita allo 0,01%? In questo caso ci sarebbero 6 milioni di persone oggi – un livello di popolazione che potrebbe essere considerato realmente sostenibile, a patto che non continui ad aumentare...
Questa analisi si adatta perfettamente al “Principio di Circolo Vizioso” di Craig Dilworth: gli esseri umani usano il loro cervello per superare ostacoli o limiti alla crescita, quindi devono continuare a crescere. Questa interpretazione fornisce anche un forte sostegno induttivo al “Principio di Determinismo Infrastrutturale” di Marvin Harris: le istituzioni culturali e le credenze sono plasmate dall'ambiente della società, compresa la sua tecnologia. Queste credenze ed istituzioni generalmente agiscono a sostegno di ulteriore crescita, se possibile – se c'è un surplus percepito di materie prime, compresa energia e terra. Sostengono la stasi culturale o la decrescita solo se c'è una percezione di carenze da parte di tutta la società. Questa conclusione non promette bene per l'idea di ridurre la popolazione mondiale mantenendo i nostri standard di vita intatti.