venerdì 21 novembre 2014

La dieta dimagrante del Leviatano - 1.

di Jacopo Simonetta.

In un precedente post avevo confrontato la civiltà capitalista attuale ad un organismo coloniale di dimensioni planetarie che ho chiamato Leviatano.   Non si tratta di una semplice metafora.  
Innanzitutto l’idea che l’insieme dei singoli cittadini costituisca un “corpo sociale” unico che agisce come un meta-individuo è di Hobbes: uno dei padri fondatori del pensiero illuminista e dunque della nostra civiltà attuale.   In secondo luogo, Ilya Prigogine ci ha insegnato che, dal punto di vista termodinamico, tanto i singoli individui quanto le società nel loro complesso sono delle “strutture dissipative”.

 Ciò significa che tanto i singoli uomini quanto le società nel loro insieme sono fondamentalmente degli aggregati di materia che si auto-organizza in modo da assorbire e dissipare la maggior quantità possibile di energia (F. Roddier Thermodynamique de l'évolution : Un essai de thermo-bio-sociologie 2012).  
Ciò che cambia è il grado di complessità fra l’individuo e la società, un grado che cresce più che linearmente con l’accrescimento della struttura stessa ed il crescere della complessità comporta l’apparire di quelle che si chiamano “proprietà emergenti”: proprietà che si trovano nel “tutto”, ma non nelle sue “parti”.    E la proprietà emergente delle società umana è quella cosa che chiamiamo “civiltà”.    In estrema sintesi, vi è dunque una correlazione molto forte fra quantità di energia dissipata, dimensioni e complessità delle società, complessità della civiltà che la società produce.   Fattori culturali e spirituali plasmano civiltà diversissime, ma il grado di complessità che queste raggiungono rimane comunque legato direttamente alla quantità di energia che questa è in grado di assorbire e dissipare.   Dunque, ogni singolo individuo umano ha una sua esistenza autonoma, ma la civiltà è il prodotto di un’interazione simbiotica fra tutti i membri della società che costituisce, a tutti gli effetti, una meta-struttura dotata di individualità e capace di reagire agli stimoli esterni in modo da perseguire i suoi scopi.

Una complicata argomentazione per dire una cosa semplice: Hobbes aveva visto giusto.

Dunque il Leviatano non è una metafora, bensì una realtà oggettiva e ciascuno di noi ne fa parte.   E come tutte le strutture viventi, nei secoli si è evoluto.   Vivendo nell’epoca in cui le monarchie assolute facevano la loro fugace comparsa nella storia europea, Hobbes aveva immaginato il suo meta-individuo con una testa pensante individuale: quella di un re-papa che detiene tutti i poteri.   La realtà attuale è molto diversa ed al posto della testa coronata si trova un gruppo di oligarchi che avendo gli “amici giusti nei posti giusti” controllano il grosso del flusso di energia che attraversa il corpo sociale.   Una struttura tipicamente coloniale e modulare che si ripete su scala diversa, ma in modo sorprendentemente simile, dal livello globale a quello di ogni piccolo comune.  

Per essere chiari: i rapporti che intercorrono fra i maggiori gruppi industriali e finanziari mondiali con i governi del “G20” generano delle dinamiche che ritroviamo su scala più piccola, ma strutturalmente uguale a livello di singoli stati, di regioni ecc.    Fino al piccolo comune il cui sindaco ha cura di mantenere rapporti costanti e privilegiati con coloro che detengono il grosso del potere economico in paese.

Probabilmente per questa sua struttura modulare, di fatto il Leviatano non sembra essere in grado di fare altro che seguire un istinto tanto antico quanto la materia stessa di cui è fatto: assorbire e dissipare più energia possibile.   E deve farlo subito, adesso; senza riguardo alcuno neppure per se stesso domani.   Una totale miopia che contrasta in modo stridente con l’ efficienza, la creatività e l’astuzia con cui persegue il suo scopo.   Una combinazione dagli esiti con ogni probabilità nefasti.
Come tutto ciò ha a che fare con la nostra vita quotidiana?    E’ semplice:   Come ogni struttura dissipativa, il Leviatano (cioè tutti noi insieme) ha bisogno di un flusso costante di “cibo” e di cosa si alimenta?   Di energia certo, ma non direttamente, bensì di energia trasformata in “RICCHEZZA”; un po’ come noi individualmente ci nutriamo di zuccheri, proteine, grassi, ecc., ma non direttamente così come sono, bensì dopo averli digeriti, assorbiti e trasformati tramite un’incredibilmente complesso sistema metabolico.  

In altre parole, la società globale assorbe energia sotto forma principalmente di idrocarburi fossili,minerali e di biomassa, la trasforma in ricchezza e come tale in parte la usa per il proprio metabolismo (cioè per far girare la mega-macchina economica globale), in parte la accumula sotto forma di patrimonio (proprietà e risparmi) o di informazione (arte, scienza, tecnologia, ecc.)
Per circa 300 anni il Leviatano ha potuto “mangiare” più di quanto dissipava sotto forma di metabolismo antropico, guerre, ecc.    Di conseguenza  è cresciuto in dimensioni e complessità: nato in Inghilterra ai primi del XVII° secolo (Ritengo che Bacone e Hobbes ne siano stati i padrini), nel giro di duecento anni ha occupato il mondo intero, annichilendo od assorbendo tutte le altre civiltà.   Ma conservava un fisico asciutto ed efficiente in forza del permanere di limiti sostanziali alla sua capacità di assorbire energia e degli alti consumi necessari per la sua crescita.

Poi ci sono stati i “fantastici 30”.   Trenta anni solamente, all'incirca fra il 1945 ed il 1975, in cui la “bonanza” petrolifera ha sovralimentato il Leviatano in misura senza precedenti.   In tutto il mondo vi è infatti stata una crescita demografica assolutamente spaventosa, ma in una parte relativamente piccola dell’umanità  si è inoltre verificato un accumulo molto consistente di “grasso”, perlopiù sotto forma di patrimonio.   In particolare, la leggendaria “middle class” occidentale è cresciuta in modo tale da diventare una sorta di “tessuto adiposo” del Leviatano.  

Non è stata l’unica parte del corpo sociale in cui si sia accumulata ricchezza, anzi!   La “upper class” ne ha accumulata ancor di più, ma la vera disfunzione metabolica è avvenuta più tardi, dagli anni ’80 in poi, aprendo una voragine senza precedenti storici fra soggetti sempre più ricchi e sempre più poveri.   Per essere chiari, né l’Europa feudale, né le nazioni industriali del XIX° secolo hanno mai raggiunto livelli di disparità economica neppure paragonabili a quelli attuali.    Per trovare situazioni analoghe bisognerebbe risalire al tardo Impero Romano od alla fasi finali dei ricorrenti imperi cinesi.

E la situazione continua a peggiorare in maniera progressivamente accelerata non solo in occidente, bensì in tutto il mondo.


Perché accade questo?   Se osserviamo come funziona una struttura dissipativa di tipo più semplice, ad esempio un singolo individuo umano, osserviamo che, aumentando l’input di energia, dapprima reagisce aumentando la propria massa muscolare e le proprie prestazioni fisiche; poi comincia ad ingrassare, ma non uniformemente in tutto il corpo: alcune parti accumulano più di altre.   Se dopo un poco cominciamo a ridurre le razioni, l’individuo dimagrisce, a cominciare dalle parti dove l’accumulo di grasso è stato maggiore  ed è meno importante sotto il profilo metabolico.   Ad esempio la “pancetta” viene riassorbita prima del grasso intramuscolare.   Se la dieta diventa carestia, una volta esaurite le riserve di grasso, il fisico comincia a riassorbire anche gli altri tessuti (muscoli, ecc.).   L’ultima parte ad essere alimentata è il cervello che, per rimanere funzionante, ha comunque bisogno di quantità consistenti di energia.   Se necessario, il resto del corpo viene sacrificato per mantenere in vita questo centro da cui, in buona parte, dipende il funzionamento di tutto il resto.   Eventualmente fino a morire.

Passando ad una struttura dissipativa infinitamente più complessa, come la civiltà capitalista globale, è ovvio che molte cose cambiano, ma i principi fisici fondamentali rimangono i medesimi ed in questa chiave diventa molto facile capire quello che sta succedendo.   Diminuendo la qualità, più che la quantità, dell’energia che il Leviatano può assorbire, il suo sistema fisiologico ha cominciato a digerire la ricchezza che aveva accumulato in passato, ma in maniera non uniforme.   Abbiamo detto all’inizio che il Leviatano attuale ha un sistema nervoso centrale costituito da una classe dirigente che detiene la maggior parte della ricchezza e del potere; un fenomeno questo che si ripete modularmente alle differenti scale di riferimento: pianeta, stati o meta-stati, regioni, comuni, ecc.   Un tipico caso di “invarianza in rapporto alla scala” che ci rassicura circa la natura fondamentalmente fisica del fenomeno.   Dunque la priorità assoluta del sistema è mantenere intatto l’afflusso di energia verso la vetta della piramide sociale, alle diverse scale.   Per fare questo, quando necessario, vengono quindi digeriti i livelli inferiori, ma non in misura uniforme, bensì in rapporto alla quantità di ricchezza che può esserne estratta ed in che forma, alla difficoltà di estrarla ed all’utilità che i diversi soggetti hanno nel mantenere in vita la struttura complessiva.

Rielaborando l’apologo di Menenio Agrippa, potremmo dire che operai e contadini corrispondono al tessuto muscolare;  possono quindi essere digeriti sotto forma di peggiori condizioni di lavoro e di licenziamenti, ma solo nella misura in cui questo non pregiudica l’assorbimento e la metabolizzazione dell’energia.   Al limite possono essere ridotti in schiavitù, ma non eliminati.   Altra categoria rilevante è quella rappresentata dagli specialisti nell’uso misurato della violenza: militari e polizia.   Qui sta succedendo qualcosa di interessante.   In gran parte del mondo i bilanci militari crescono di anno in anno, in alcuni casi in maniera spettacolare, segno evidente che le classi dirigenti attribuiscono a questo “organo”  una funzione importante sia per l’accaparramento di fonti di sostentamento per il sistema economico, sia per il controllo delle proprie classi lavoratrici.  

Viceversa,  in Europa i bilanci della difesa diminuiscono e sono oramai da tempo finalizzati più al sovvenzionamento dell’industria nazionale piuttosto che all’efficacia dello strumento.   Segno evidente della decisione strategica di rimettere questa funzione alla discrezione ed alla disponibilità degli USA: nipoti-pardoni del nostro continente.   Una strategia che se permette di dirigere su altri settori risorse importanti, ci pone collettivamente nella scomoda posizione di essere non solo un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro, ma anche un vaso pieno di grasso cui la crescente fame del ramo americano del Leviatano ha appena cominciato ad attingere.     Discorso analogo per i servizi di polizia deputati al controllo dell’ordine pubblico e simili incombenze, mentre non si lesinano finanziamenti a quei servizi il cui scopo è il reperimento di risorse per alimentare le parti più vitali del sistema; in particolare i principali gruppi finanziari e la macchina politico-amministrativa che controlla gli stati.

E questo ci riporta alla leggendaria classe media, vera trionfatrice nei decenni di “pasciona” ed oggi principale tessuto di riserva cui attingere.   Non è difficile capire perché:   a) se individualmente la ricchezza accumulata di solito non è molta, collettivamente lo è, specialmente in Europa ed in USA.   b) Il radicato individualismo, la divisione in una miriade di sotto-classi spesso ostili fra loro e la totale impreparazione ad affrontare situazioni di effettivo pericolo rendono questa categoria più facile di altre da digerire.   c) Il sistema può fare tranquillamente a meno della maggior parte di queste persone (professionisti, professori, piccoli commercianti, artigiani, ecc.).   Sono “spendibili”.
Si tratta, evidentemente, di una schematizzazione estrema.   Il sistema è in realtà molto complesso e, come abbiamo accennato, articolato in una miriade di sotto-sistemi tipo “scatole cinesi” all’interno dei quali si riproducono le stesse dinamiche fondamentali.   Ma se qualcuno ha l’impressione di essere finito in un meccanismo che ne drena inesorabilmente la qualità della vita ed il patrimonio non pensi di essere paranoico: è esattamente quello che sta succedendo.   Riduzione degli stipendi ed aumento di imposte od affini sono solo due degli strumenti messi in atto dalla fisiologia famelica del Leviatano.   Un altro importantissimo settore in pieno sviluppo è, ad esempio, il profluvio di regolamenti e leggi che, con pretesti che variano dalla sicurezza alla tutela dell’ambiente, sono in realtà  finalizzati ad obbligare la gente a comprare cose che non desiderano e di cui non hanno bisogno.

Un altro sistema particolarmente perverso è quello delle pensioni, un argomento che esemplifica in modo molto efficace come l’effetto dei “Ritorni decrescenti” possa pervertire il funzionamento delle strutture portanti del sistema economico e sociale.   Mediamente, chi lavora oggi deve versare circa il 50% dei propri introiti non già per assicurare la propria vecchiaia, bensì quella di chi lo ha preceduto e che, avendo guadagnato meglio di lui, oggi usufruisce di una pensione che il lavoratore attuale non avrà mai.   In pratica, un sistema concepito per assicurare una decente vecchiaia agli anziani in un periodo in cui i giovani erano nettamente più numerosi e mediamente più ricchi dei vecchi, si è trasformato in un sistema tramite il quale i pensionati stanno parassitando i giovani e gli adulti del loro stesso paese; della loro stessa famiglia.   Un paradosso ormai chiaro a tutti, ma che non sarà corretto perché i giovani sono politicamente meno importanti degli anziani e, dunque, più spendibili.
Si potrebbe riassumere tutto ciò con quattro immagini rappresentative delle diverse fasi nell'evoluzione del Leviatano:


XVII secolo, è l’immagine di copertina dell’omonimo trattato di Hobbes che ci mostra un organismo giovane e dinamico, in piena fase di sviluppo.

XIX – XX secolo, Il Leviatano è diventato una macchina da guerra invincibile, lanciato alla completa conquista del Pianeta, travolgendo non solo le altre civiltà, ma soprattutto appropriandosi di ogni possibile risorsa e devastando la struttura vitale degli ecosistemi terrestri e marini.

Fine del XX secolo, il Leviatano è ancora una macchina da guerra terribile, ma è decisamente obeso, malgrado alcune sue parti siano scheletriche.   Inoltre, comincia a subire seriamente le conseguenze delle conquiste precedenti sotto forma di inquinamento, diffusione di parassiti e patogeni resistenti, ecc.   La sua forza è ancora tremenda, ma la sua salute vacilla.

XXI secolo.   Ridotto alla fame dalla decadenza quali-quantitativa delle risorse e dall’ipertrofia del suo enorme corpo, divora i suoi stessi componenti per sopravvivere.   Ma differenza di Kronos con i suoi figli, non li rigenera e dunque è destinato ad esaurirli in modo non dissimile da come sta esaurendo tutte le altre risorse.    Un fatto questo che a priori condanna il Leviatano ad una morte lenta ed atroce, ma non l’umanità con lui.   La sua esistenza cesserà man mano che la struttura socio-ecomonico che ne assembla le varie parti ed i singoli individui verrà meno.    Alla fine di questo processo certamente il numero di umani sarà molto inferiore all’attuale, ma comunque consistente: ci potrebbero essere i presupposti per costruire nuove civiltà.   In che modo la fame del Leviatano morente può pregiudicare questa possibilità?    Ce ne occuperemo nel prossimo post.



36 commenti:

  1. Leggere di queste cose in una brumosa mattinata di fine autunno non mette di buon umore.
    Grazie ancora e comunque per la condivisione del suo pensiero.
    E un plauso alla sua capacità di inserire nel contesto paragoni anatomici come "tessuto adiposo" e "pancetta".
    A me, gli anni che verrannno inizio ad immaginarli sempre più allineati alle cruenti vicende di Hansel e Gretel. Giovani abbandonati nel sottobosco sociale alla mercè dell'indifferenza e dell'inganno, preda facile di un'ancient régime bramoso dei loro lipidi. E mi sa che stavolta bruciare la strega non porti ad alcun lieto fine.

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  2. Troppo accento nel post su capitalismo e forze di sicurezza, troppo poco su welfare state, giusto invece il riferimento agli operaie contadini come i muscoli dell'organismo, solo che n Italia operaie contadini, sono ancora più importanti: quanto alle forze di sicurezza bisogna anche lì distinguere tra welfare state, vedi Italia con più officiali che sottoufficiali, e mezzi e soprattutto ricerca; l'europa occidentale spende poco in assoluto nel comparto militare e troppo nella parte assitenzialistica del suddetto comparto, ma almeno le tecnologie militari progettate negli ultimi 20 anni sono almeno alla pari con quelel americane per qualità; questo concetto è molto importante perchè una volta che ccumuli 10 anni di ritardo nella ricerca e sviluppo dei progetti militari sei fuori per sempre, vedi ex URRS anni 60 : l'ex URRS tentando di stare alla pari con gli USA ma non potendelo permetterselo sul piano teconologico ha imboccato la strada del "pareggiamo i conti" sul piano formale, con prodotti di filosofia tipo utlima cartuccia e gigantismo,non aggiornabili nel tempo, con vita operativa ridotta, e cul de sac tecnici come ad esempio nell'aereonautica puntare tutto sul WVR (within visual range) semplicemente perchè non potevano permettersi sul piano tecnico ed economico il BVR (beyond visual range) ; altro esempio sono le ex bare naviganti dei sommergibili russi nucleari, enormi e cannibalizzati fra loro, quelli no rimasti sul fondo del mare, per permettere di averne forse 2 operativi oggi, forse..Lo sapete chi produce i sommergibili più silenziosi del mondo , virtualmente irrilevabili ? Un consorzio tedesco, con piccola quota italiana , e sono a fuel cell, e sono piccolini, detto non come dato di demerito, anzi, e possono portare testate nucleari, di cui sicuramente sono equipaggiati quelli venduti ad israele qualche anno fa.Tornando al'argomento sopra, in Italia il crollo del Leviatano non può che essere rapido ed il segnale è già con noi oggi nel 2014 : la diminuzione delle entrate fiscali oltre un certa tassazione...Ben venga il crollo dello stato italiano che certo non è capitalistico ma socialista vista l'enorme opera di intermediazione operato dallo stato per oltre la metà delle risorse reali...Sia ben chiaro: non ho nulla contro il pubblico purchè dedichi almeno uguali risorse, e no intendo aggiuntive, alla ricerca ed alla resilienza dei suoli ed energetica e transizione alla permacoltura, di quelle dedicate al welfare state palesemente iniquo fra categorie generazioni, che anche l'unico modo per farlo sopravvivere.L'alternativa è il ritorno al locale, cioè ai comuni qui in Italia.Sarebbe anche d'uopo ricordare che l' Itaglia pur avendo un surplus commerciale nel settore agroalimentare, è costretta ad importare mangimi e farine di basse qualità non essendo sufficiente il suo territorio a sfamare 60 milioni di persone, e non lo sarà mai. Quindi il leviatano italico ha caratteristiche particolari, avendo muscoli efficientissimi, i più efficienti al mondo, parassitati da tutto un insieme di categorie pubbliche ed associate, ed il sistema non degraderà lentamente ma stramazzerà al suolo entro un lustro.Poi si parlerà di vari marchesati e granducati, ad andar bene.

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    1. Penso che anche il welfare stia diventando un sistema per ridigerire gli strati bassi e medi della piramide sociale. Ad esempio il sistema pensionistico sta impoverendo i lavoratori odierni in modo ancor più sensibile delle tasse, ma non per cattiveria. Semplicemente perché è un sistema concepito e costruito in una fase di crescita economica. E finché la crescita ci è stata ha funzionato, ma ora che siamo in recessione ottiene effetto perversi.
      Si potrebbe certamente riprogettare in funzione della decrescita, ma questo presupporrebbe ammettere che la crescita è finita per sempre. Una cosa che nessun politico di nessun partito in nessun paese del mondo è disposto a dire. Perlomeno non quelli che contano qualcosa.
      Dunque la politica, per ora, non cerca di adattare il sistema alle mutate condizioni, bensì cerca di mantenerlo in vita, sperando che la pacchia nel frattempo ritorni.

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  3. Davvero molto interessante come interpretazione, però avrei alcune obiezioni da fare: tutto il tuo ragionamento si basa sul fatto che diamo per scontato che la civiltà capitalistica siamo il "fine" ultimo dell'uomo, della natura umana e che era inevitabile che accadesse, non ti pare?
    Voglio dire, c'erano centinaia, forse migliaia di civiltà coeve alla civiltà europea del XVII secolo, che però vivevano in armonia con la natura, rispettandola e sfruttando il minimo indispensabile per vivere, senza assorbire "la maggior quantità di energia possibile".
    Oppure per "maggior quantità di energia di possibile", si intende "possibile, compatibilmente coi mezzi tecnologici di ogni singola civiltà"?
    Voglio dire, la mia impressione è che questa rappresentazione narrativa tramite il Leviatano, per quanto suggestiva e anche veritiera in molti casi, trascuri un po' troppo i fattori culturali che possono plasmare le società e determinarne il loro corso. Il fatto che in passato molte civiltà siano collassate e altre no, significa che il destino non è ineluttabile e intervengono altri fattori che non siano la pura e semplice fisica.
    C'è un fondamento in quello che sto dicendo oppure mi sfugge qualcosa?

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    1. ...in situazioni di imponenti flussi di energia e risorse che attraversono i sistemi organizzati si formano strutture dissipative altamente efficenti nell'utilizzare la maggiore quantita possibile di energia e risorse nel minore tempo possibile ecc vedi anche il principio della massima potenza.

      In una situazione di abbondanza (risorse, energia, spazio ecc) le civiltà che piu velocemente e in modo piu intensivo di altre riescono a utilizzare tali risorse crescono e diventono più potenti hanno naturalmente la meglio sulle civiltà vicine che vengono soppiantate o inglobate (perdendo granparte dei "valori" non funzionali alla espansione della struttura della civiltà vincitrice). Nella situazine opposta, in un ambiente avaro di risorse hanno la meglio altri tipi di organizzazioni umane dove è vincente un approccio diametralmente opposto, vedi ad esempio i tabù in molte società arcaiche, tradizionali o vari altri tipi di limitazioni auto imposte per evitare più o meno consapevolmente di sforare i limiti e/o adattarsi meglio ad ambienti con risorse limitate.

      In natura non tutti gli organismi attuano la strategia di consumare tutto ed espandersi talvolta anche oltre i limiti di portanza dell'ambiente (strategia r) con successivo tracollo. Molti esseri viventi attuano la cosidetta strategia k, che ha una serie di limitazioni intrinseche alla specie (ad esempio una bassa natalità naturale ecc) per evitare di sforare i limiti.

      "Le civiltà della crescita infinita", che non è solo quella capitalistica, ma anche paradossalmete il suo presunto opposto quella "socialista", cosi come tantissime civiltà imperialiste del passato, che trova uno dei massimi esempi nell'impero romano, possono essere "il risultato ultimo" solo in un ambiente ricco di risorse (eutrofico).

      Ad esempio le civiltà delle oasi del deserto è vissuta all'ombra di grandiosi imperi (es egizio) e ha continuato a vivere nella frugalità solida e serena anche millenni dopo la scomparsa degli ingombranti vicini.
      Giuseppe

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    2. Sicuramente c'è un fondamento e la miriade di civiltà esistite lo prova. Secondo me le leggi naturali definiscono il campo di ciò che è possibile che accada. Fattori culturali e spirituali spingono i popoli in una fra queste possibili direzioni. Ma il numero di "scelte" possibili può variare molto a seconda del momento e del luogo. Ci sono momenti in cui si può scegliere (anche a livello individuale) e momenti in cui si può solo andare avanti per la strada tracciata dalle scelte e dagli eventi precedenti. Il testo che, secondo me, illustra meglio questo aspetto è l'Iliade.
      Quanto al resto, Giuseppe qui sopra ha già scritto quello che pensavo di scrivere io.
      Un'ultima notazione: si, intendevo dire "possibile, compatibilmente coi mezzi tecnologici di ogni singola civiltà".

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    3. Paradossalmente noi oggi dovremmo scimmiottare l'URRS : se nel dopoguerra per almeno 30 anni dedicò il 40% delle sue risorse agli armamenti, noi dovremmo fare lo stesso nel campo della sostenibilità; oggi per siamo in palese overshoot demografico, climatico, quindi dovremmo mutuare anche le purghe staliniane anteguerra che in 15 anni alleggerirono la nuova nata URRS di circa 1/5 della popolazione, orientandole però ad appianare la gobba demografica lunga..Quindi altro che 1/5 in 15 anni ...

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    4. Penso che qualcosa del genere verrà da se con il peggioramento della situazione. Quando l'economia di mercato collassa non è che non esiste più l'economia, è che se ne instaura un'altra di tipo "economia di guerra", strutturalmente molto simile a quella socialista. Gli eserciti moderni sono stati organizzazioni socialiste fin dai tempi di Napoleone (titoli pittoreschi a parte).
      Quanto alle purghe, penso che purtroppo non si possano sìescludere, ma spero proprio di non vederne. La diminuzione della popolazione dovrebbe avvenire spontaneamente con i tagli alla sanità pubblica. Niente di bello da vivere, ma accettabilissimo in confronto al "metodo Joe" che si commemora proprio in questi giorni.

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  4. Letto con interesse, in attesa e curioso per il prossimo post

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  5. Davvero molto interessante. Mi piacciono questi paragoni quando (come hai infatti fatto) avvisano che sono solo paragoni e che anche si hanno gran parte di verità bisogna essere coscienti della sua parzialità (no di opinione ma di analisi). Aspetto anch'io curioso la seconda parte.

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  6. Jacopo Simonetta è veramente micidiale in certe sue considerazioni. Qui, ha centrato in pieno la situazione attuale. In sostanza, si evince chiaramente da quello che succede che il governo non ha nessuna intenzione di ridurre le proprie entrate finché ci sarà qualcosa da tassare. In altre parole, ci porteranno via tutto e noi non possiamo fare niente perché il governo fa le leggi e controlla la polizia. E allora facciamo la rivoluzione? Che ideona! Così creiamo un altro governo che ci porterà via tutto anche quello. Ebbeh.... postpicco, postpicco......

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    1. Si è vero i governi, entrati nel territorio inesplorato dei ritorni decrescenti, non avrà altra via facile che aumentare la pressione fiscale anche se cosciente della strategia suicida intrapresa sul lungo periodo.

      Ma è anche vero che man mano avrà meno risorse per avere occhi e mani efficaci per vedere dove prendere.

      Tempo fa su questo blog è stata fatta la metafora del super predatore (stato esattore) che riesce a portare ad estinsione la sua preda (cittadino tassato tartassato) nell'ipotesi che sia la sua unica fonte di sostentamento, per poi morire successivamente. Sicuramente una situazione del genere già altamente improbabile se non impossibile in natura (certo nel caso in cui il predatore si nutre anche di altre prede che riescono a sostentarlo mentre decima la specie preda in oggetto, allora la cosa cambia!) lo è ancormeno nel contesto dell'"ecologia del sistema sociale".

      Aumenterà ancor più il sommerso, chi può si rendera in parte o del tutto invisibile.
      Si sfilacerà definitivamente quel patto sociale che lega tacitamente da sempre le classi sociali inferiori con i piani alti.
      Non sappiamo quando avverà la rottura. Il cittadino medio ha ancora dei benefici dallo stare dentro il sistema, certo molto meno di un tempo, molti sono all'esasperazione.
      L'idea del cittadino medio è più che altro di fare degli aggiustamenti al sistema, ma non di fare un cambio radicale nell' organizzazione strutturale e ancormeno nel cambio di direzione in cui stiamo viaggiando.

      In una situazione ritorni decrescenti i vertici del sistema sono gli ultimi a cadere.
      In genere le periferie in senso lato se la passano meglio da un punto in poi.

      Giuseppe

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    2. E' vero che man mano che lo stato diventerà più rapace il caos tenderà ad aumentare e con esso la possibilità per singoli e gruppi di organizzarsi un loro modo più o meno clandestino di sopravvivere. A loro rischio e pericolo, ovviamente. Direi che la storia di come la società feudale sia nata come forma di difesa contro un governo oramai più pericoloso degli stessi barbari è illuminante.
      Penso anche che quando il governo cessa di fatto di esistere non ci sia molto di cui stare allegri (v. Somalia, Libia, Siria...). ma quando sbatto contro il muro di frustrazione eterna che il potere ha costruito intorno ad ognuno di noi, anche io mi trovo a sperare che faccia presto a finire di disintegrarsi. Se poi nella nostra periferia si starà davvero meglio vedremo, ma sono d'accordo che la fase peggiore è quella di passaggio.

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    3. in tutta questa desolazione c'è un aspetto misterioso ed inquietante: mi chiedo come mai questo stato, il nostro, da una parte parassiti i suoi cittadini e contemporaneamente accolga benevolmente altri da nazioni straniere. Una motivazione di potere, tipo "Divide et Impera"? Una di convenienza, tipo "Cosa ce ne facciamo di questi bamboccioni?" O tutte e due, o chissà cosa? Sono sicuro che nessuno avrà la risposta, ma il fatto che accada mi fa tornare in mente la vicenda di LTG. Quando ero bambino ogni tanto i nonni dicevano: "Tutti zitti, nasce un frate". Forse intendevano che nella pace e nel silenzio uno trova la strada della meditazione e di Dio o solo volevano che non venisse turbata la loro esistenza da rumori o discorsi che mettevano in crisi le loro sicurezze?

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    4. Prof. le entrate sono in diminuzione dalla seconda metà del 2014 ; gli stipendi pubblici non ne hanno risentito perchè abbiamo approfittato dei bassi tassi per emettere più bond; poi è senso comune che passato il punto di massimo carico fiscale sostenibile, il mero mantenere lo stesso carico fiscale nominale, od addirittura aumentarlo, produce un a più rapida diminuzione delle entrate, a meno che non esistano investimenti pubblici ad EROI incredibile e misurabile mesi dopo...Se ragioniamo in termini di anni lo stato dovrebbe investire in dighe e microdighe, che sono cosa ben diversa dalle mere turbine fluviali; ovviamente i tempi sono passati per farlo sia con metodi democratici che con la pretesa di mantenere uno stato unitario.

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    5. "lo stato dovrebbe investire in dighe e microdighe"

      Tutto quello che era conveniente fare nell'idroelettrico, é stato già fatto; si può solo raschiare il fondo del barile per recuperare ben poco.

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    6. Per Fra: concordo pienamente con Pulvirenti. Conosco molto bene la Provincia di Lucca che è celebre per le sue risorse idroelettriche e posso garantire che tutto quello che è stato fatto (tantissimo) negli ultimi 15 anni è energeticamente negativo o trascurabile, ma ha completamente distrutto quello che restava degli ecosistemi torrentizi e fluviali. Storia di accaparrarsi i contributi e stop.
      Per l'Anonimo del 21 novembre, quella dell'immigrazione è una faccenda particolarmente sensibile per tutti, ma comunque la si pensi, se il governo la favorisce significa che i gruppi di pressione che contano (principalmente penso Chiesa e Confindustria) spingono in questo senso, sia pure per motivi molto diversi.

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    7. @ Ugo Bardi

      "... E allora facciamo la rivoluzione? Che ideona! Così creiamo un altro governo che ci porterà via tutto anche quello."

      Però bisognerebbe mettersi d'accordo sulle parole: rivoluzione e colpo di stato NON sono sinonimi. Rivoluzione implica un concetto di discontinuità non solo di governo ma anche di METODO. Mentre il colpo di stato è di fatto un cambio di governo attuato con mezzi violenti o illeciti.

      Una rivoluzione, per essere risolutiva, deve contenere in sé la soluzione ai problemi che si propone di risolvere. Se invece la parola rivoluzione viene associata alla soluzione dei problemi critici in un imprecisato futuro allora è abbastanza probabile che si sia dinnanzi ad un colpo di stato che si autoproclama "rivoluzione" per "darsi un tono".

      Il Leviatano si nutre di ricchezza, ossia di energia metabolizzata. Il problema, secondo me, NON è quindi l'energia, ma piuttosto l'attuale "processo metabolico" eccessivamente dissipativo intrinseco al concetto di "consumismo".

      Se si sbuccia la cipolla "consumistica" fino al suo cuore, allora si vedrà che al suo interno c'è spazio per uno ed un solo concetto: il denaro e le sue manifestazioni sociali (ereditarietà, proprietà, scambio commerciale, competizione).

      Fare una rivoluzione FORSE servirebbe a qualcosa se si avesse il coraggio di andare fino al cuore del "problema-consumista". Il fatto è che nessuno mi pare abbia più tanta voglia di rivoluzioni. Il consumismo è mortale come le sigarette, ma ancor più efficiente nel creare dipendenza in chi ne fa uso.

      E qui si giunge alla vero punto della questione: il problema di fondo non sono le élite. E' la base della società. Una base a suo modo iper-conservatrice. Una base sociale che si farà letteralmente divorare dalle élite nella vana speranza di poter conservare essa stessa lo status quo (anzi una parvenza dello status quo raggiunto in passato).

      Se il problema non fosse la base sociale allora i termini "rivoluzione" e "colpo di stato" sarebbero forse sinonimi.

      Saluti

      Alessandro

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    8. > mi chiedo come mai questo stato, il nostro, da una parte parassiti i suoi cittadini e contemporaneamente accolga benevolmente altri da nazioni straniere.
      > Una motivazione di potere, tipo "Divide et Impera"?

      Anche io mi sono posto questa domanda.
      E la risposta che mi sono dato è che il Leviatano ha elevato uno dei suoi processi, la combustione combustibile & comburente dal livello fossile, termodinamico a quello sociale.
      Metto insieme componenti socialmente incompatibili, fomento la competizione, accendo l'esplosione sociale, cerco di sfruttarne l'energia a vantaggio dei vertici.
      Era Tiziano Terzani che osservava che il sistema statunitense impone un pugno di ferro per tentare di controllare una (parvenza di) società multietnica che rimane esplosiva per sfruttarne l'energia per la macchina consumistica, capitalistica.

      Il processo è invasivo e ricorsivo.

      Direi che NON è un processo moderno, le società sono sempre state così (citiamo il motto Dividi e impera! che risale ai romani)
      Ora questa conoscenza è accessibile a qualche persona in più, qui ad esempio (sempre poche).
      E' la disponibilità di tecnologia e di energia alle masse che ha permesso la crescita esponenziale del sistema dissipatore essenzialmente nel numero dei suoi parassiti apicali.

      Io rimango sempre esterrefatto quando sento/leggo che per risolvere il problema creato dalla disponibilità di tecnologia ed energia di massa sia necessario ... aumentare la tecnologia e l'energia a disposizione delle masse.

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  7. Ogni civiltà può raggiungere il massimo di sviluppo disponibile in base ai propri mezzi a disposizione.

    Faccio un altro paragone.
    Possiamo paragonare l’energia ottenuta dai combustibili fossili a un motore di un ascensore di un grattacielo. I piani del grattacielo rappresentano il tenore di vita delle persone.

    L’ascensore inizia a salire e ad ogni piano, salgono altre persone (cresce la popolazione).
    Il motore ha un limite oltre il quale non riesce più a sollevare l’ascensore.

    Se le persone continuano a salire, e se il motore per qualche motivo inizia pure a perdere potenza (riduzione del flusso di estrazione dei combustibili fossili), l’ascensore, invece di andare su, inizia a scendere (diminuisce il tenore di vita delle persone).

    O le persone escono dall'ascensore (riduzione demografica), oppure la discesa si fa sempre più veloce, fino al precipitare.

    Le soluzioni sono due:
    1) o facciamo scendere le persone dall'ascensore,
    2) o aumentiamo la potenza del motore (magari affiancandogli un secondo motore che equivale a un’altra fonte di energia).

    E’ chiaro che: se nell'ascensore continueranno ad entrare sempre altre persone, nuovamente si arriverà al picco massimo di carico.

    Si deve bilanciare il carico in base alla potenza del motore. E capire se il motore può fornire quella potenza per un periodo limitato (fonte esauribile) o illimitato (fonte rinnovabile o così abbondante da sembrare illimitata).

    Ai nostri giorni, stanno salendo molte persone sull'ascensore dello sviluppo (BRICS), il motore ha difficoltà a continuare a sollevare.
    Abbiamo bisogno di un altro motore da aggiungere, e nel contempo, dobbiamo limitare il numero massimo di persone che possono salire su tale ascensore.

    Entrambe le azioni sono difficili da attuare, c’è il rischio che le persone entrino lo stesso (aumento demografico) e che l’ascensore precipiti.

    Io cerco un altro motore d'aggiungere, voi convincete i politici a mettere un tetto massimo alle persone che possono salire sull'ascensore.

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    1. ...speriamo che non lo trovi un altro motore o un'altra fonte illimitata di energia, speriamo che nessuno trovi il modo di far girare ancora la giostra. Per cosa poi? Per sbattere contro un altro limite? Superato il limite energetico si sbatterà con quello climatico, con quello ecologico, sociale o di sanità mentale dell'uomo, in ultimo contro i metri quadri disponibili del Pianeta Terra. O forse pensi che umanità nel suo complesso diventi per magia talmente saggia da usare in modo non distruttivo questo enorme potere?..Mah! siamo veramente in crisi di astinenza! non vediamo neanche l'ovvio.
      Era meglio raggiungere il picco dell'energia a basso costo mooolto prima. Ora è tardi, ma continuare su questa strada è da allucinati.
      La discesa energetica nel medio-breve periodo sarà forse devastante e tragica, ma almeno c'è la speranza che non si trasformi tutto il pianeta in una megametropolis come certi incubi fantascentifici.
      Giuseppe

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    2. Effettivamente non l'avevo mai vista così, forse trovare una fonte di energia illimitata sarebbe davvero peggio che non trovarla, perchè più in alto si sale come livello energetico, più rovinosa sarà la caduta.
      Ah, i feedback negativi, questi sconosciuti...ormai siamo talmente assuefatti alla crescita in qualsiasi campo, che non riusciamo nemmeno a concepire un qualcosa di diverso.

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    3. "Superato il limite energetico si sbatterà con quello climatico, con quello ecologico, sociale o di sanità mentale dell'uomo, in ultimo contro i metri quadri disponibili del Pianeta Terra. "

      1) Nessuno può prevedere il futuro.

      2) Ho detto che la popolazione non deve aumentare, quindi, non penso che ci sarà il problema dei mq disponibili;

      3) Se anche (trovare un'altra fonte energetica) servisse solo per tamponare per altri 50 anni l'eventuale collasso futuro, io penso che sia una cosa buona! Vuol dire che avremo altri 50 anni per trovare le ulteriori soluzioni ai problemi.

      4) Per fortuna che al comando non vanno i rassegnati catastrofisti!

      P.S. sfortunatamente, al comando rischiano di andarci i guerrafondai! (Hillary 2016)
      http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14244

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    4. Complimenti Alessandro per l'azzeccatissimo paragone, ma anche io condivido la speranza di Giuseppe: che nessuno trovi un secondo motore. Abbiamo visto cosa è successo quando abbiamo aggiunto all'ascensore prima una caldaia a carbone e poi un altro motore a combustione interna. Purtroppo la popolazione umana cresce finquando trova risorse e poi cala. In passato alcune società avevano escogitato dei parziali sistemi di autocontrollo. Nella civiltà industriale se ne parlò negli anni '70 e qualcosa si fece. Ma allora fu troppo poco ed ora è troppo tardi. Per non parlare del grado di consapevolezza in materia. Prova a chiedere in giro quale sia il "problema demografico oggi" e quasi tutti di diranno che è la denatalità.

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  8. Alcuni dei concetti presenti nell'articolo si possono rotolare in questo post del mio blog: sovrappopolazione.blogspot.com/2011/12/hobbes-leviathan.html
    Il post di Simonetta mi pare convincente nella prima parte, in cui le strutture dissipative emergono dal caos della moderna società globale e le entrate di energia sono direttamente proporzionali ai prodotti tecnologici. Gran parte di questi concetti si possono ritrovare nel libro di Lyotard "la condizione post-moderna". Tra l'altro l'importanza del consumo di energia ai fini del progresso tecnologico e culturale ci dice la pericolosità delle tesi sulla decrescita economica ed energetica pura e semplice. Meno condivisibile mi sembra la seconda parte del post, dove si identifica il leviatano con il capitalismo. Mi pare un corto circuito che non va alla radice del problema. Il Leviathano non è il capitalismo che è pur sempre una "sovrastruttura" di qualcosa che è ben più strutturale- Il vero Leviathano è la tecnica che impone a tutto il pianeta e a tutte le società il suo modello di sviluppo e di interpretazione del mondo. L'uniformizzazione del mondo post moderno non è un derivato del capitalismo (questo ne è semplicemente un effetto), ma una globale interpretazione della presenza dell'uomo sulla Terra intesa come tecnologicizzazione di ogni aspetto della natura e della vita. L'imposizione della tecnica (l'Impianto come la definiva Heidegger) è ormai il destino dell'uomo...

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    1. Bellissimo l'articolo di Simonetta, e ottima questa precisazione, nonche' i commenti sopra.
      Interessante la teoria sulla massima dissipazione di Roddier, controintuitiva ma dopo una prima valutazione, per il sistema nel suo complesso, credibile. (ricorda il paradosso di Jevons, cui probabilmente e' collegata)

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    2. > pericolosità delle tesi sulla decrescita economica ed energetica pura e semplice

      Uno può sempre scegliere tra le ipotetiche pericolosità della decrescita economica ed energetica e la reale, attuale pericolosità della crescita economica ed energetica.
      :)

      Battuta a parte, perché martellare sulla via più ragionevole di decrescita che è quella demografica?
      Proprio perché è il numero di particelle del leviatano che ne determina la dissipazione.
      Per quanto alti possano essere le dissipazioni individuali, esistono dei limiti.
      Si potrebbe arrivare ad una diminuzione anche drastica dei livelli assoluti di consumo di risorse ed energia ma se la decrescita demografica è più sensibile, persino ad un aumento di risorse a disposizione pro capite.
      Questa è, per altro, la tesi di Jorgen Randers in 2052 - Rapporto al Club di Roma: il PIL rimane prima stabile poi cala sensibilmente (PIL = dissipazione) ma se la popolazione cala più velocemente il PIL procapite aumenta (in media). In quel libro egli cita il caso del Giappone.

      Attenzione che qui io non porto alcun giudizio sul fatto che la dissipazione/PIL pro capite sia moralmente positiva o negativa. Prendo atto della realtà ovvero che la maggioranza delle persone vuole avere più PIL/dissipazione a testa possibile.

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    3. Non credo che PIL e dissipazione siano equivalenti, fa PIL anche il lavoro intellettuale privo di connessioni materiali con il mondo. Il PIL lo lascerei perdere del tutto, e' legato alla valutazione soggettiva del valore di cio' che si scambia nel mercato, sia pure il nulla (esclusa la nel nostro caso meta' relativa alla parte pubblica che, ancora peggio, e' definita e imposta d'ufficio da chi comanda), quindi del tutto aleatorio e arbitrario.
      Come ricorda Simonetta sopra riguardo alla denatalita', e' proprio la sua importanza in relazione al Dio Pil che fa dire agli esperti economici cio' che dicono.
      Il PIL e' la misura di tutte le cose in una modalita' insana perche' tautologica.

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    4. Aggiungo, che in certi casi puo' spingere verso comportamenti di risonanza distruttiva, e questo solo il senno del poi potra' determinarlo con ragionevole certezza.

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  9. Il Leviatano stà nel frattempo distruggendo la Natura.
    Non è solo un problema sociale degli esseri umani.
    E' un problema per tutto il pianeta Terra.
    Abbiamo costruito un mostro.

    Gianni Tiziano

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  10. Jacopo i tuoi argomenti come sempre sono pungenti e attinenti in materia. Il Leviatano è destinato a morire ma come sono morti gli enormi dinosauri. Dalle ceneri è destinato ad uscirne un animale più piccolo ed efficiente.
    Se il problema fosse soltanto questo, ti darei ragione al 100%. Ma il problema non è soltanto relativo all'efficienza. Purtroppo di base variano le condizioni ambientali, L'environment peggiora in qualità costringendo a situazioni ancora più "estreme". Quindi il Leviatano morendo seppellirà le risorse migliori col suo cadavere e le infetterà in maniera irreparabile.
    Questo non vuol dire fine della vita o fine dell'uomo, vuol dire tornare parecchio indietro e più tempo per risalire la china. Con enorme dispendio di energie e vite umane. In qualsiasi modo la vediamo (in termini di razza) è un fallimento totale.

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    1. Penso anche io che i "colpi di coda" del Leviatano saranno molto dolorosi e che resterà ben poco per ricominciare. Ma non lo vedo come un "tornare indietro" bensì come un "andare avanti". E' il nostro futuro e non credo che sarà molto simile al passato.

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    2. Si ma se l'uomo fosse stato accorto e saggio non avremmo avuto colpi di coda, ne un leviatano grasso con le gambe di argilla. Ma avremmo iniziato a colonizzare i vari pianeti espandendoci anche altrove. Puntando sulla razza umana e non sulla ricchezza individuale (come è adesso).

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    3. Dubito molto che sarebbe stato possibile colonizzare altri pianeti. Non mi risulta che ce ne siano di neppure teoricamente abitabili nel giro di distanze nell'ordine degli anni luce. Ma non sono ferrato sull'argomento.
      Piuttosto, una maggiore saggezza ci avrebbe indotti a fermare la crescita economica e demografica invece di aspettare che si fermassero da sole; sarebbe stato l'unico modo per evitare, o perlomeno mitigare la decrescita successiva. Epperò "Coi se e coi ma la storia non si fa". Questa è la bici e, volenti o nolenti, stiamo pedalando.

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  11. Mi piace moltissimo il livello sintetico, filosofico dei lavori di Jacopo Simonetta.
    Grazie anche per questo papero eccellente. :)

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  12. Articolo molto interessante e affascinante direi.
    Il leviatano ha fornito ispirazione e titolo a numerose opere.
    Leviatan è il titolo del romanzo forse più famoso di Julien Green
    Aspetto altre relese sull'argomento

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