Jacopo Simonetta
Per quasi 50 anni abbiamo ripetuto fino alla nausea che il nostro modello di sviluppo era intrinsecamente suicida e che, se non lo si fosse cambiato in tempo, avrebbe condotto l’umanità ad una catastrofe senza precedenti. Qualcuno ci ha creduto e molti no.
Di fatto, siamo in orario sulla tabella di marcia.
Ed ora che siamo sommersi da notizie che confermano molte delle più funeste previsioni ci pervade un’ansia crescente che facilmente sfocia in angoscia, panico, depressione o ferocia, a seconda dei casi.
Secondo me, ciò dimostra almeno due cose:
1- Il sistema socio-economico globale è davvero una struttura dissipativa complessa, vale a dire un sistema termodinamico. Dovrebbe essere una banalità, ma chi pratica un minimo di letteratura economica e politica scoprirà che la maggior parte delle persone ignorano o addirittura negano questo semplice fatto.
2- Il sistema socio economico globale è totalmente acefalo. Pare strano, ma ad onta di un’intelligenza infinitamente superiore a quella di qualunque altro animale mai esistito, l’uomo ha agito sostanzialmente come avrebbe fatto se fosse stato privo di qualunque informazione e volontà propria. In altre parole, la sommatoria di parecchi miliardi di cervelli è risultata zero.
Se poniamo una muffa in una scatola Petri con un substrato diversificato, questa comincerà a crescere consumando prima le risorse di migliore qualità e via via le altre. Nel frattempo, evolverà, “cercando” di sfruttare sempre meglio il sempre meno che le rimane, finché digerirà sé stessa ed Amen.
L’umanità nel suo pianeta ha fatto e continua a fare sostanzialmente questo.
Fortunatamente, la Terra è un sistema aperto per cui non raggiungeremo mai l’equilibrio termodinamico (alias scomparsa di ogni struttura, vivente o meno) cui ci si avvicina molto nella scatola Petri, ma ciò non toglie che se sostituiamo la parola “tecnologia” con quella “enzimi” la nostra strategia rimane sostanzialmente identica a quella della muffa.
Un fatto che mette a disagio coloro che, come me, hanno predicato invano per decenni. Che cosa dovremmo fare, da ora in poi?
Molti continuano a mettere in guardia contro un possibile collasso, tacendo pudicamente il fatto che è già iniziato.
Altri, come me, si vanno a rileggere i “sacri testi” della gioventù (Meadows, Georgescu-Roengen, Galbraith, Catton, ecc.) e si domandano: ma davvero era possibile che andasse diversamente?
Autori di vaglia cercano la risposta chi nel ruolo antropologico e simbolico della “macchina”, chi rintracciando le radici della cultura moderna fin nella città medioevale, chi analizzando la termodinamica del sistema produttivo globale, chi studiando il sistema di “pompe di soldi” che muove la finanza mondiale.
Molto più semplicemente, ho fatto alcune riflessioni sull'aspetto demografico della questione, per la semplice ragione che all'atto pratico, sovrappopolazione significa: disoccupazione, deterioramento del territorio e delle risorse, crisi dello stato sociale... Vi ricorda niente?

Fin da quando, negli anni ‘70, il problema divenne evidente, l’attenzione fu da subito concentrata sulla necessità di limitare le nascite. In questo modo, si pensava, la crisi di sovrappopolazione sarebbe stata grave, ma passeggera e la fine della crescita demografica avrebbe fermato anche la crescita economica, senza bisogno di dichiararlo troppo apertamente. Magari verso la fine del XXI secolo si sarebbe potuto raggiungere una situazione “sostenibile”.
Ne consegue che, dal 1990 ad oggi, la popolazione bulgara è in costante diminuzione, contrariamente a quella italiana che, nello stesso periodo, è aumentata di 4 milioni di persone.
Perché è interessante questo? Perché, man mano che la crisi economica peggiorerà e che lo stato taglierà i servizi socio-sanitari, è probabile che succeda qualcosa del genere in tutta Europa. Del resto, in Grecia abbiamo già un incremento della mortalità, associato ad un calo della natalità. Non è bello dirlo, ma questo è uno dei pochi spunti all'ottimismo che la scienza odierna ci fornisce. Quando infatti una popolazione qualsiasi supera la capacità di carico del territorio, la sua crescita può ancora continuare, ma a costo di degradare progressivamente il territorio. In altre parole, più si rimanda la “resa dei conti”, più questa sarà salata.
Purtroppo, la prima ipotesi figura nel celebre modello “World3” che, finora, si è dimostrato spaventosamente affidabile. Ma World3 incorpora fra i suoi algoritmi la teoria della “transizione demografica” secondo la quale al peggiorare delle condizioni di vita dovrebbe far riscontro un aumento della natalità. L’esperienza reale e recente dell’Europa orientale, ad oggi, è diversa e ci da speranza, perlomeno per i nostri nipoti.
Per quasi 50 anni abbiamo ripetuto fino alla nausea che il nostro modello di sviluppo era intrinsecamente suicida e che, se non lo si fosse cambiato in tempo, avrebbe condotto l’umanità ad una catastrofe senza precedenti. Qualcuno ci ha creduto e molti no.
Di fatto, siamo in orario sulla tabella di marcia.
Ed ora che siamo sommersi da notizie che confermano molte delle più funeste previsioni ci pervade un’ansia crescente che facilmente sfocia in angoscia, panico, depressione o ferocia, a seconda dei casi.
Secondo me, ciò dimostra almeno due cose:
1- Il sistema socio-economico globale è davvero una struttura dissipativa complessa, vale a dire un sistema termodinamico. Dovrebbe essere una banalità, ma chi pratica un minimo di letteratura economica e politica scoprirà che la maggior parte delle persone ignorano o addirittura negano questo semplice fatto.
2- Il sistema socio economico globale è totalmente acefalo. Pare strano, ma ad onta di un’intelligenza infinitamente superiore a quella di qualunque altro animale mai esistito, l’uomo ha agito sostanzialmente come avrebbe fatto se fosse stato privo di qualunque informazione e volontà propria. In altre parole, la sommatoria di parecchi miliardi di cervelli è risultata zero.
Se poniamo una muffa in una scatola Petri con un substrato diversificato, questa comincerà a crescere consumando prima le risorse di migliore qualità e via via le altre. Nel frattempo, evolverà, “cercando” di sfruttare sempre meglio il sempre meno che le rimane, finché digerirà sé stessa ed Amen.
Fortunatamente, la Terra è un sistema aperto per cui non raggiungeremo mai l’equilibrio termodinamico (alias scomparsa di ogni struttura, vivente o meno) cui ci si avvicina molto nella scatola Petri, ma ciò non toglie che se sostituiamo la parola “tecnologia” con quella “enzimi” la nostra strategia rimane sostanzialmente identica a quella della muffa.
Un fatto che mette a disagio coloro che, come me, hanno predicato invano per decenni. Che cosa dovremmo fare, da ora in poi?
Molti continuano a mettere in guardia contro un possibile collasso, tacendo pudicamente il fatto che è già iniziato.
Altri, come me, si vanno a rileggere i “sacri testi” della gioventù (Meadows, Georgescu-Roengen, Galbraith, Catton, ecc.) e si domandano: ma davvero era possibile che andasse diversamente?
Autori di vaglia cercano la risposta chi nel ruolo antropologico e simbolico della “macchina”, chi rintracciando le radici della cultura moderna fin nella città medioevale, chi analizzando la termodinamica del sistema produttivo globale, chi studiando il sistema di “pompe di soldi” che muove la finanza mondiale.
Molto più semplicemente, ho fatto alcune riflessioni sull'aspetto demografico della questione, per la semplice ragione che all'atto pratico, sovrappopolazione significa: disoccupazione, deterioramento del territorio e delle risorse, crisi dello stato sociale... Vi ricorda niente?

Fin da quando, negli anni ‘70, il problema divenne evidente, l’attenzione fu da subito concentrata sulla necessità di limitare le nascite. In questo modo, si pensava, la crisi di sovrappopolazione sarebbe stata grave, ma passeggera e la fine della crescita demografica avrebbe fermato anche la crescita economica, senza bisogno di dichiararlo troppo apertamente. Magari verso la fine del XXI secolo si sarebbe potuto raggiungere una situazione “sostenibile”.
Ma non è andata così.
World's
mortality rate
|
|
Years
|
Mortality
Rate %
|
1950 - 1954
|
1.97
|
1955 - 1959
|
1.74
|
1960 - 1964
|
1.56
|
1965 - 1969
|
1.34
|
1970 - 1974
|
1.16
|
1975 - 1979
|
1.09
|
1980 - 1984
|
1.03
|
1985 - 1989
|
0.96
|
1990 - 1994
|
0.94
|
1995 - 1999
|
0.90
|
2000 - 2004
|
0.88
|
2005 - 2010
|
0.85
|
2011 - 2012
|
0.83
|
Dati UN
|
Un po’ perché i tassi
di natalità non sono scesi sufficientemente nella maggioranza dei paesi, ma
soprattutto perché la strabiliante crescita demografica della seconda metà del
XX° secolo è stata dovuta solo in piccola parte alle nascite. In
gran parte è dipesa, invece, da una spettacolare diminuzione della mortalità; a
sua volta conseguenza di un’altrettanto spettacolare miglioramento nella
qualità e quantità dei servizi sanitari.
E l’industria sanitaria è forse la più energivora ed
inquinante che esista. Non solo per i
servizi che eroga, ma anche per l’apparato di ricerca, sviluppo e produzione che
coinvolge massicciamente l’intera società.
Un immensa “macchina” che per vivere e progredire necessita di un
substrato socio-economico capace di fornire un flusso continuamente crescente
di risorse. In altre parole, solo il
tipo di crescita economica ed
industriale che effettivamente c’è stato poteva consentire un tale progresso
della medicina. Chi, onestamente, sarebbe stato disposto a
rinunciarci?
Passando dal passato al futuro, può forse esserci di aiuto osservare ciò che è accaduto in Europa orientale, ad esempio in Bulgaria.
A partire dai primi anni ’70, il progressivo peggioramento dell’economia e, di conseguenza, dei servizi socio-sanitari e dell’alimentazione, ha causato un progressivo incremento della mortalità, culminato con il collasso delle strutture statali negli anni ’90. Nei decenni successivi la situazione socio-economica è migliorata e la mortalità diminuita. E’ interessante notare come vi sia una differenza importante fra uomini e donne, causata dalla molto maggiore incidenza che le morti per violenza, alcolismo, incidenti e suicidio hanno fra i maschi.
Comunque, mentre la mortalità complessiva saliva, la natalità scendeva, per poi tornare a salire quando la situazione è migliorata, ma restando sotto il livello precedente il 1990. Inoltre, essendo un paese povero e guardingo delle sue frontiere, la Bulgaria ha un tasso di immigrazione negativo.
Ne consegue che, dal 1990 ad oggi, la popolazione bulgara è in costante diminuzione, contrariamente a quella italiana che, nello stesso periodo, è aumentata di 4 milioni di persone.
Perché è interessante questo? Perché, man mano che la crisi economica peggiorerà e che lo stato taglierà i servizi socio-sanitari, è probabile che succeda qualcosa del genere in tutta Europa. Del resto, in Grecia abbiamo già un incremento della mortalità, associato ad un calo della natalità. Non è bello dirlo, ma questo è uno dei pochi spunti all'ottimismo che la scienza odierna ci fornisce. Quando infatti una popolazione qualsiasi supera la capacità di carico del territorio, la sua crescita può ancora continuare, ma a costo di degradare progressivamente il territorio. In altre parole, più si rimanda la “resa dei conti”, più questa sarà salata.
E quando la popolazione comincia a diminuire, ci sono sostanzialmente due alternative possibili:
La prima, è che la popolazione diminuisca in modo parallelo o più lento, rispetto al degrado delle sue risorse vitali. In questo caso non si torna mai ad un equilibrio e si giunge alla distruzione delle risorse ed all’estinzione della popolazione.
La seconda, è che la popolazione diminuisca più rapidamente delle risorse. In questo caso, dopo un certo tempo, si ritrova un equilibrio.
Purtroppo, la prima ipotesi figura nel celebre modello “World3” che, finora, si è dimostrato spaventosamente affidabile. Ma World3 incorpora fra i suoi algoritmi la teoria della “transizione demografica” secondo la quale al peggiorare delle condizioni di vita dovrebbe far riscontro un aumento della natalità. L’esperienza reale e recente dell’Europa orientale, ad oggi, è diversa e ci da speranza, perlomeno per i nostri nipoti.
Perché è interessante questo? (diminuzione della popolazione) Perché, man mano che la crisi economica peggiorerà e che lo stato taglierà i servizi socio-sanitari, è probabile che succeda qualcosa del genere in tutta Europa.
RispondiEliminaProbabile???
Giovanotto, E' CERTO ed pure certo che la causa della accresciuta mortalità non sarà ne l'alcolismo ne gli incidenti stradali.
Post interessantissimo, complimenti all'autore. Però la popolazione non è l'unico parametro da considerare per determinare l'estizione delle risorse, come sappiamo bene è determinate il consumo pro capite, o PIL pro capite. Capirete bene che l'impronta ecologica e la pressione sull'ecosistema di uno statunitense non è paragonabile alla stessa pressione generata da un mozambicano. Paradossalmente anche in un contesto di popolazione mondiale perfettamente stabile, il collasso del sistema socio-economico è inevitabile se il PIL continua ad aumentare. Quindi si necessita stabilizzare sia la popolazione che il PIl: bene, da dove vogliamo cominciare ?? :))))
RispondiElimina"il collasso del sistema socio-economico è inevitabile se il PIL continua ad aumentare"
EliminaNon e' detto, il PIL non e' mica fatto solo di beni materiali, anzi, i beni per definizione sono tali solo se qualche "spirito" li apprezza, fa PIL anche una visita dal dietologo.
Sulla popolazione, pare che il momento della storia in cui la popolazione si assesta e si stabilizza, e' quando la soglia del benessere raggiunto e' molto alta, oppure quando la falce fa il suo lavoro con grande efficienza.
Secondo Rosling, nel mondo attuale ancora relativamente ricco di risorse, la popolazione si stabilizza in proporzione alla istruzione femminile.
Raccomando le conferenze di Rosling:
http://www.ted.com/talks/hans_rosling_religions_and_babies#t-564121
http://www.ted.com/talks/hans_rosling_on_global_population_growth
I consumi pro-capite li puoi trovare qui:
Eliminahttp://www.energiaricerca.it/s_energia/primaria/sta/AnnoProCapite.aspx
Vengono dati per default in Anni Uomo; cioé: di quanti schivi ogni persona media avrebbe bisogno per mantenere il suo tenore di vita senza i combustibili fossili.
Riporto alcuni valori per una famiglia di 4 persone:
Num. schiavi - Paese
1 Mali
4 Guinea-Bissau
89 Cina
141 Italia
360 USA
396 Arabia Saudita
925 Qatar
2 200 Gibilterra
Da questi dati, s'intuisce di quanto sia alto il nostro tenore di vita e di quanto crollerebbe se non potessimo utilizzare delle fonti di energia abbondanti ed economiche.
Mi scuso per il ritardo nella risposta. Mi trovo perfettamente d'accordo con Arturo Tauro. Su questo stesso blog alcuni mesi fa fu pubblicato un articolo (purtroppo non mio) dove si mostrava come il collasso globale è sostanzialmente legato a tre paesi: USA, Cina ed India. Tutti gli altri insieme fanno molto meno di ognuno di questi da solo. Quanto alle precedenze, la mia opinione è che occorra cominciare dalla decrescita economica che, peraltro, si sta facendo da sola.
EliminaIl tentativo di rendere la crescita indefinita possibile rendendo virtuale l'economia è stato fatto ed è fallito. Una questione molto interessante che varrebbe la pena di approfondire con dei post dedicati.
Jacopo
> occorra cominciare dalla decrescita economica che, peraltro, si sta facendo da sola.
EliminaQuello che sta avvenendo è, per dirla con le parole dei crescitisti, crescita negativa.
La decrescita NON è una diminuzione di alcune grandezze del paradigma attuale.
E' una diminuzione di molte grandezze (e l'aumento di alcune) in un paradigma diverso.
Allora, con la crescita negativa, tu non hai più reddito per farti il pieno e lo stato continua a mettere soldi nelle autostrade o nel TAV e taglia i trasporti pubblici. Sono caatsi tuoi che non sei milionario per farti il pieno.
Con la decrescita il consumo di territorio, di natura, di qualità di vita e di combustibili fossili diminuisce, decresce, perché sono state fatte piste ciclabili, 30% dei pendolari va in bici al lavoro (anche perché è VIETATO entrare in città, non ammesso la buffonata ipocrita attuale di garantire possibilità di inquinamenti solo ai ricchi che possono acquistare biglietto per ingresso in città), le autostrade vengono forse anche chiuse, le derrate arrivano con treni in città che sono popolose la metà o un quarto.
Anche in questi scenario c'è una diminuzione dei consumi energetici (le bici vanno a pastasciutta e lo fanno molto efficientemente, i treni sono già una rete di mobilità elettrica e non quella puttanata per allocchi delle automobiline private a trazione elettrica).
Solo questa precisazione.
Grazie per l'ottimo papero. ::)
Post interessante e ben scritto ma ci sono varie cose sulle quali non sono d’accordo. E’ vero che il sistema socio-economico globale e’ anche “una struttura dissipativa complessa” la quale si puo vedere e cercare di capire anche attraverso una lente “termodinamica” e come sistema fisico. Ma la societa’ mondiale ha anche altre dimensioni e caratteristiche / proprieta emergenti che sono emerse. Le piu notevoli (fra le varie proprieta emergenti del sistema biologico e sociale umano) sono la seguenti: La dimensione… politica, militare, governativa, amministrativa, , economica, finanziaria, demografica, sociale, sociologica, ambientale ed istituzionale. E sono tutte interattive.
RispondiEliminaE non sono nemmeno molto d’accordo che il sistema socio-economico (e politico) globale sia completamente acefalo. Dalla fine della seconda guerra mondiale e stato “guidato e plasmato ed orientato” dalla Pax Americana (cioe dagli Stati Uniti e dai suoi alleati ) e dalle istituzioni internazionali tali Nazioni Unite, (assemblea generale, consiglio di sicurezza, agenzie specializzate, fondi, programmi , banca mondiale, FMI, WTO, ed ecc.) le quali furono create dopo la fine della guerra. E questa Pax Americana ha creato sempre piu anche il sistema neoliberista globalizzato e sempre piu globalizzante attuale basato su “liberalization, privatization, de-regulation, ed il cosiddetto Washington Consensus con vari “aggiornamenti” (piu che altro falliti) piu recenti per cercare di renderlo piu “sostenibile o verde” o piu' “giusto ed equo” negli ultimi anni.
Se il sistema adesso sembra (od e’ effettivamente ingovernabile) forse e’ anche dovuto a cio' che e stato fatto o non fatto per “governarlo” negli ultimi 70 anni. E non credo che mettendo le dimensioni sopra in secondo piano a favore di una visione piu termodinamica che questo ci possa indicare cosa fare.
Pero il post dice (od indica) anche varie cose giuste.
Dal 1750 (quando eravamo meno di un miliardo invece di piu di sette) a questa parte ci siamo “sviluppati” ed aumentati e cresciuti sia demograficamente che economicamente nel regime delle energie fossili. E questo “regime” sta per finire e non c’e un sostituto semplice per il petrolio. Ed i cambiamenti climatici incalzano ed anche tutti gli altri problemi ambientali e delle risorse e del sistema industriale e dell’agricultura e del cibo e della biodiversita e dell’inquinamento ed ecc. stanno peggiorando proprio come spiego’ LTG 42 anni fa con il suo modello WT3. Siamo “on track” sulla strada del BAU. Il quale io definirei un “BAU-accelerato/ aumentato” dato che il BAU di oggi e molto peggio del BAU di 42 anni fa.
Rimane il “che fare” e dove iniziare, e chi deve farlo e come per metterci su una strada “migliore” e magari meno apocalittica per la societa umana attuale. Si potrebbe incominciare con (od all’interno di) una delle varie “dimensioni” che ho elencato sopra (e poi passare alle altre dato che sono tutte interconnesse) o si potrebbe incominciare in punti (preferibilmente di leva) molteplici. O si potrebbe non far niente ed aspettare che il “sistema termodinamico” si aggiusti o si adatti o si trasformi da se.
A mio parere un sistema internazionale basato su 196 nazioni “sovrane” con una governance globale molto debole e contradditoria non credo possa continuare a funzionare molto a lungo. Gli ultimi 250 anni sono stati l’epoca dell’energia fossile. E gli ultimi cinquecento sono stati quelli dell’assalto al mondo da parte dell Europa. Nei prossimi cinquencento si dovra’ senz’altro cambiare e cambiare profondamente se si vuole continuare con l’esperimento umano sulla terra. Ma il problema e' che non abbiamo affatto altri 500 anni per farlo. Ma credo che si stia incominciando a capire. Ma dopo aver capito bisogna anche sapere cosa fare, e come farlo e poi farlo. Personalmente non credo questo accadra molto rapidamente e quindi le visioni apocalittiche secondo me non si possono affatto escludere.
La serva tirò fuori dal cassetto
Eliminai conti ogni sera ben redatti
sul retro della busta di ricupero
guardandoli il Conte di ritorno
dal bosco diradato e dalla caccia
esterrefatto ammise non mi tornano
no Signore sono esatti e riveduti
da me serva avveduta come dice
allora bisogna affrontare la disfatta
e fare di plebea arte nobile virtù
sì Signore così si deve agire
se vuole un maniero resti ai posteri
mi dia una notte serva mia signora
e per me sogni consiglio mi sia dato
Signor Conte paghi il prezzo pattuito
e forse sconto avrà sul monte dei suoi guai.
Marco Sclarandis
E' verissimo che la direzione seguita dalla società umana è stata in gran parte decisa dalle istituzioni cui si riferisce Max 12345, ma il risultato ha ricalcato quasi esattamente quello modellizzato ipotizzando nessun cambiamento sostanziale rispetto al 1970. Semplicemente, penso, tutto quello che abbiamo deciso e fatto dopo è stato proseguire ed accelerare su quella strada. Teoricamente avremmo potuto fare scelte diverse, ma il prezzo da pagare in termini di servizi connessi alla crescita economica (sanitari, ecc) ci è parso troppo alto e non abbiamo voluto pagarlo. Insomma, il Conte ha mandato a quel paese la serva ed a continuato a spassarsela. Risultato: non lascerà un maniero ai discendenti.
EliminaCredo che la cosa abbia a che fare con la "tragedia dei beni comuni": non ha senso "comportarsi bene" se del buon comportamento di uno, gode l'altro che si comporta male.
EliminaUn po' come quando in pizzeria non si paga "alla romana".
L'uomo e' un essere sociale, ma tribale, e quando la tribu' comincia a crescere dalla famiglia allargata di poche decine di individui fino a 7 miliardi e oltre, non si puo' pretendere di piu'.
Il dilemma del prigioniero
EliminaCom'è come non è
ci ritroviamo ad aiutarci
ma chi aiuta chi
e perché
se tu aiuti me
io aiuto te
e viceversa
no io non ti aiuto
e me ne vo per i fatti miei
anzi no ci ripenso
se ti aiuto dopotutto male non mi fa.
Post cancellato per errore. Ri-invio.
RispondiEliminaAnonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Limiti dello sviluppo: ma davvero era possibile ch...":
"Il sistema socio economico globale è totalmente acefalo. Pare strano, ma ad onta di un’intelligenza infinitamente superiore a quella di qualunque altro animale mai esistito, l’uomo ha agito sostanzialmente come avrebbe fatto se fosse stato privo di qualunque informazione e volontà propria. In altre parole, la sommatoria di parecchi miliardi di cervelli è risultata zero."
La famosa Mano Invisibile adorata dai cultisti del Libero Mercato.
Bella osservazione, non ci avevo fatto caso. Grazie.
EliminaJacopo
Credo che fra la gente "normale" non si sa niente de "I limiti dello sviluppo".
RispondiEliminaLa politica, la televisione ed i giornali hanno grandi responsabilità in questa disinformazione su larga scala.
Cosa vediamo alla televisione ?
98 % sono stupidate.
.----
Su FOCUS TV stanno facendo una bellissima serie televisiva sui "cambiamenti climatici", ogni domenica sera alle 21:15 ("Il destino del pianeta Terra"). Domenica 7 settembre, sesta puntata.
.----
Siamo troppi (7 miliardi).
Serve la volontà politica di porre rimedio a questo squilibrio demografico, ma non la vedo.
Credo che siamo un cancro per il pianeta Terra, e che il fattore cancerogeno sia l'antropocentrismo.
.----
Collasseremo perché avremo distrutto gran parte della vita attorno a noi, e perché avremo creato un clima invivibile per l'essere umano.
.----
Jacopo chiede cosa dovremmo fare, da ora in poi :
io credo che dobbiamo abbandonare l' "antropocentrismo", questo dobbiamo fare, renderci conto che la nostra vita và condivisa con il resto della natura, e che dobbiamo rispettare la natura e le sue leggi, che sono le "vere" leggi che dobbiamo rispettare, sono anche per noi. La rana non si ingozza mai di tutta l'acqua dello stagno in cui vive.
Gianni Tiziano
Circa i testi citati nell'articolo, vorrei ricordare che ce n'e' un altro che li precede, e forse e' piu' universale e semplice nell'analisi, si tratta di: "Uomini, tecniche, economie" di C.M.Cipolla, del 1962 (quello di "allegro ma non troppo").
RispondiEliminaCipolla fa un excursus plurimillenario sull'andamento dei tre fattori citati nel titolo del suo libretto, rimarcando il fatto che la popolazione ha SEMPRE raggiunto il massimo compatibile con le tecnologie del momento... (tecnologie, piu' che risorse, dato che a definire cosa sia una risorsa e cosa no, finora almeno, e' sempre stata la tecnologia disponibile, e il libretto non avrebbe nemmeno bisogno di enunciarlo, e' immanente alla descrizione storica che dipana).
Lo consiglio, e' un libretto che comprai molti anni fa per caso e curiosita', si trova anche sul mulo credo, ma vedo che (stranamente :) e' ancora edito.
In sostanza corrobora le tesi che si sostengono qui, arricchendole di un ampio inquadramento storico-economico.
Almeno cosi' mi pare di ricordare.
Ho trovato Cipolla citato da parecchie parti, ma non lo ho mai letto. Grazie dell'indicazione, lo leggerò.
EliminaJacopo
Post perfetto; aggiungo solo che sconfiggere i batteri od il cancro è un puro delirio della morale dell'individuo, come in buona sostanza rileva qualcuno un po più importante di me come Richard Dawkins.
RispondiEliminaNon sono un genetista e quindi non mi pronuncio sull'ipotesi di Dawkins, ma parecchi pezzi molto grossi (ad es. Gould) lo hanno contestato. Ciò nondimeno, è verissimo che non si può pensare di sconfiggere batteri o cancri e nemmeno eliminare parassiti ed infestanti dalle colture. Anzi, volerlo fare comporta nel tempo controindicazioni perfettamente in linea con la legge dei "Ritorni decrescenti". Quello che possiamo fare è trovare delle forme di controllo che mantengano questi fattori per noi nocivi entro limiti tollerabili.
EliminaDel resto, non si possono eliminare i ladri; o meglio, per farlo dovremmo rendere la polizia più pericolosa dei criminali (cosa peraltro fatta varie volte nella storia). Ma si possono creare dei sistemi in cui i ladri sono pochi e la polizia amichevole.
Ricordiamo sempre che il mondo e' ricorsivo, la "legge dei ritorni decrescenti" vale anche per batteri, cancri, ladri e poliziotti.
EliminaCio' che ho osservato direttamente qua in campagna nei decenni, e' che arriva un nuovo "parassita" (tipo il famigerato bruco americano, vi ricordate), trova un ambiente favorevole, si riproduce a dismisura e poi... sparisce o quasi, pur senza che gli venga meno alcuna risorsa, ancora presente in abbondanza. La mia ipotesi e' che, superata una certa densita' di popolazione, i suoi parassiti a loro volta trovino fertile terreno di coltura e abbondanza di risorse. Da qualche anno c'e' l'invasione di lumache senza guscio, che prima non avevo quasi mai visto in vita mia.
Sarebbe molto interessante conoscere lo stato degli studi della epidemiologia, in fin dei conti essa studia la popolazione delle avversita', cioe' il loro diffondersi, riprodursi, e i loro limiti.
Altro commento cancellato per errore (scusate ma gli smartphone hanno degli schermi piccolini ed è facilissimo premere il tasto sbagliato). RIposto
RispondiEliminaFra ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Limiti dello sviluppo: ma davvero era possibile ch...":
..Il " cancro" è perfettamente naturale finchè ci ostiniamo a respirare ossigeno a livello intracellulare...I mammiferi dal metabolismo più veloce rispetto agli eterotermi ne sono naturalmente più esposti: in media 1/3 in natura muore di cancro...Dopotutto altro non è che l'immortalizzazione di una cellula..Quindi la risposta ad una sconfitta definitiva del cancro non è non è possibile in maniera assoluta, (vero), non è possibile e non ha senso filogeneticamente (vero), porta inevitabilmente a ritorni decrescenti, almeno al nostro livello di conoscenze, (vero), ma che è una richiesta moralmente sbagliata : il cancro altro non è che la conseguenza di una singola cellula che "vuole" vivere in eterno a spese del resto dell'organismo...Per quanto riguarda i rapporti procarioti eucarioti ne parliamo un'altra volta...
Tiziano Terzani, che si era emancipato da questa stupidaggine monoteista della lotta del bene con la vittoria sul male, in Un altro giro di giostra, osservava che... è grottesco voler sconfiggere il cancro.
RispondiEliminaNon è il cancro che ti fa morire ma è perché devi morire che può avvenire anche per il cancro.
In un mondo sovrappopolato epidemiche che riducono la popolazione sono un toccasana ecologico.
Se per assurdo un'epidemia eliminasse i 9/10 della popolazione, la riducesse a 0.720G homo, probabilmente sarebbe la salvezza della Vita, ecologicamente il più fausto possibile degli eventi.
Condivido in pieno il commento di UnUomo.InCammino
EliminaE' vero e non credo che sia un grosso problema se capita a noi. Il problema serio è quando capita a chi ami, a maggior ragione se più giovane di te. Bisognerebbe morire rigorosamente in ordine di età, ma purtroppo non può essere così ed anche questo è un fatto ineluttabile.
EliminaSono convinto che gli "uomini cattivi" hanno già preparato un qualcosa per sterminare parte dell'umanità, e un antidoto per loro stessi.
EliminaIn un modo o l'altro, penso che succederà entro la fine di questo secolo, che l'umanità sarà meno di un miliardo.
Sono convinto che l'umanità, me compreso, non merita di vivere oltre, sul pianeta Terra.
.-----
Ho comunque pensato a questo :
.----
Decisioni Coraggiose. (09-09-2014 Tiziano Gianni)
Primo obiettivo : ritorno ad agricoltura ed allevamento naturali.
.- nessun essere umano deve possedere più di altri : tutto và condiviso. Le sole proprietà private ammesse sono il proprio corpo, i propri abiti, e ciò che si può trasportare con sé andando a piedi.
.- abolito il denaro, sia cartaceo che elettronico.
.- violenza ammessa solo per difesa.
.- dismissione di tutte le centrali atomiche.
.- fare pochissimi figli, per arrivare entro il 2085 a 10 milioni di esseri umani.
.- abbandonare tutte le estrazioni minerali dal suolo terrestre.
.- abbandonare l'agricoltura da rivoluzione verde.
.- ritornare all'agricoltura originaria.
.- abolire gli stati ed i confini.
.- distruggere le dighe sui corsi d'acqua.
.- abbandonare l'energia elettrica.
.- organizzazione sociale in comunità con massimo cento esseri umani.
.- dismettere allevamenti intensivi di animali.
Secondo obiettivo :
.- abbandono di agricoltura ed allevamento, ritorno alla caccia-raccolta.
Gianni Tiziano
"Se per assurdo un'epidemia eliminasse i 9/10 della popolazione, la riducesse a 0.720G homo, probabilmente sarebbe la salvezza della Vita, ecologicamente il più fausto possibile degli eventi."
EliminaLa salvezza della Vita e' nella morte di tutti i giorni, non serve invocarla, ma primo ufficio della Vita, dal virus all'uomo, e' cercare di posporla, quello di sopravvivenza e' di gran lunga il piu' potente degli istinti, che noi non sappiamo nemmeno piu' di possedere in quanto, ad esempio, in tutta la nostra vita non abbiamo MAI saltato un pasto (incredibile ma vero). Il fatto e' che siamo riusciti cosi' bene ad elidere la morte dal nostro orizzonte di coscienza, e a renderla evento raro, peraltro grazie alla stessa scienza che ora, visto il casino combinato, cerca di proporre rimedi, che crediamo non ci riguardi piu' se non come evento globale e catastrofico da rappresentare nei grafici, e possibilmente, riguardante altri. O tutti o nessuno, e comunque non noi. I discorsi che facciamo secondo me tradiscono abbondantemente questa egotistica "weltanschauung", come si diceva una volta.
Interessante questa storia degli uomini cattivi che sterminano i buoni per rimanere tra loro a farsi compagnia. Inferno peggiore per loro nemmeno il piu' severo dei giudici non saprebbe trovare.
EliminaInoltre, il tuo ragionamento tradisce il concetto che la vita termini con la morte e dopo sia il nulla, quindi ingozziamoci di vita finche' non finisce per sempre. Il concetto dei malvagi, in fondo.
Se pensi che la vita terrena sia tutto, non vale davvero molto la pena vivere, credo? Specie disponendo di una bazzecola come quella che viene chiamata autoconsapevolezza.
Tuttavia, ci sono fondati motivi di ritenere che non sia esattamente cosi', ma questo e' un 'altro discorso :)
Per quanto riguarda quello che sarebbe da fare, ho come l'impressione che quello che proponi sia raginevole solo in teoria, e pero in pratica non funzionera' molto bene.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, poi, se ti leggi i saggi di Jared Diamond sui cacciatori/raccoglitori, per esempio, che lui li ha visti di persona e non a chiacchiere, scoprirai che la loro vita e' terribilmente difficile, faticosa, corta, e nel 90% dei casi il contatto con altri esseri umani e' di tipo violento.
Mi colpi' molto una frase che raccontava l'incontro con uno dei membri delle residue famiglie di cacciatori raccoglitori ancora esistenti (mi pare in nuova guinea): " in primo luogo, lui ti osserva a lungo ed in tensione, perche deve capire se deve ammazzarti o meno. Poi se si convince che non sei pericoloso, allora si rilassa e inizia a parlare con te".
TI consiglio di leggerti anche l'intervista fatta ad una delle donne di quel clan, dove racconta di aver avuto 5 mariti mi pare, e ciascuno di essi era stato ammazzato dal successivo.
La vita dei cacciatori/raccoglitori ho come l'impressione che sia stata ampiamente idealizzata, come dire... Cacciatore/raccoglitore? No, grazie.
Mhh, il bel saggio di Diamond ("il mondo fino a ieri") l'ho letto anch'io, ma non mi pare dica esattamente questo, o meglio dice questo, ma ne ricava conclusioni in parte opposte a quelle che ne trai tu. Anche la nostra vita e' terribilmente difficile e faticosa, un uomo contemporaneo passa l'intera sua vita a cercare di mantenersi al passo, a superare prove ed esami, dalla nascita fino alla morte: in tali condizioni una vita lunga che non prometta altro che questo non e' preferibile ad una corta, se permetti.
EliminaNon e' la quantita' di vita a determinarne la qualita', e per soprammercato, per quanto riguarda la qualita', nessuno e' miglior arbitro di se stesso nel definirla: alla fine il grado di felicita' e di serenita' medio di quegli uomini primitivi mi pare appurato che non sia inferiore al nostro, assolutamente, nonostante l'immenso iato culturale-tecnologico che c'e' fra noi e loro. Quindi, non allarghiamoci troppo ;).
Comunque sono d'accordo sul fatto che cio' vale per tutti, come sopra affermi, pero' riferendoti, come da manuale, ad altri.
Dello stesso saggio, rileggiti le parti relative alla religione...
Il nostro non e' il migliore dei mondi possibili, e' uno dei tanti, e in certi momenti e per certe persone, sempre piu' spesso, sa trasformarsi in un inferno assoluto. Scommetto che dalle parti dei primitivi il suicidio e' molto raro, ammesso esista.
Ecco le DICHIARAZIONI DI ALCUNI LEADER PAPUASI
Eliminaa proposito del libro di JARED DIAMOND: “Il mondo fino a ieri” :
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Benny Wenda: leader indigeno della tribù Dani/Lani :
Sono davvero scioccato da quest’uomo (Jared Diamond).
Quello che ha scritto sul mio popolo è fuorviante. Io sono un uomo Dani. Spesso le persone parlano
di me e del mio popolo per diventare famosi. Lui non ha parlato di quello che stanno facendo i
militari indonesiani – quella è la vera violenza che sta avvenendo nella Papua Occidentale.
Per i Dani, la guerra tribale non avveniva tutti i giorni o tutti gli anni come Diamond ha scritto nel
suo libro. La guerra tribale scoppiava solamente quando succedeva qualcosa come una disputa
territoriale, o se qualcuno veniva attaccato. Questo è quello che accade in ogni società.
L’Indonesia ha occupato illegalmente il nostro paese nel 1963, ed è allora che sono davvero iniziati
i massacri, in tutta la Papua Occidentale. Il governo Indonesiano non ci ha salvato da un circolo di
violenza come ha scritto Diamond – al contrario, ha portato una violenza che non avevamo mai
nemmeno conosciuto: ha ucciso, violentato e imprigionato il mio popolo, e ha rubato la nostra terra
per arricchirsi. Ricordo il 1977, quando l’Indonesia ha cominciato una guerra negli altipiani centrali
della Papua Occidentale, il luogo in cui sono nato. Hanno ucciso migliaia di persone. Ho visto il
mio popolo venire ucciso dai soldati indonesiani, e mia zia è stata violentata proprio davanti ai miei
occhi. L’Indonesia ha dichiarato al mondo che si trattava di una “guerra tribale” – hanno cercato di
far credere che eravamo noi i violenti, e non loro – e questo libro fa lo stesso. Dovrebbe chiederci
scusa.”
L’Indonesia uccide il mio popolo ogni giorno, ogni mese e ogni anno – come ha potuto Diamond
tacere nel suo libro quello che sta succedendo nella Papua Occidentale? Nella Papua Occidentale
l’esercito indonesiano sta commettendo un genocidio. Parlando solamente della guerra tribale e
tacendo quello che gli Indonesiani stanno facendo al mio popolo, il suo libro sta sostenendo
l’occupazione illegale della Papua Occidentale da parte dell’Indonesia.
Per favore, lasciateci soli con la nostra terra madre.
Per favore, lasciateci soli con la nostra natura.
Per favore, lasciateci soli e rispettate i nostri usi e il nostro stile di vita.
Per favore, lasciateci soli e non distruggete la nostra cultura e la nostra identità.
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Dominikus Surabut - Attualmente incarcerato per tradimento a seguito di una pacifica
dichiarazione di indipendenza della Papua Occidentale :
Uno degli esempi più autentici di razzismo è l’apartheid politico del Sud Africa, dove la politica
statale privilegiava i Bianchi per opprimere i Neri. Questo è quello che sta succedendo ai Papuasi
neri sotto il governo dell’Indonesia e dei suoi alleati (America e Europa); l’Indonesia opprime le
società tribali di Papua e le tratta come cannibali per guadagnare il controllo del territorio e delle
risorse naturali. Non è niente di nuovo, ma è la vera natura dell’occupazione coloniale dei popoli
indigeni: sono trattati come cittadini di seconda classe e la loro oppressione viene giustificata
dipingendoli come arretrati, arcaici, guerrafondai – esattamente come suggerisce Diamond nel suo
libro sui popoli indigeni.
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http://assets.survivalinternational.org/documents/986/diamond-dichiarazioni-leader-papuasi.pdf
Se non l'hai gia' fatto, senti anche l'altra campana, leggi il libro di Diamond, e' molto bello e si trova anche sul mulo (la prima edizione cartacea e' cara). Il libro non e' cosi' a senso unico come cercano di dipingere le due critiche sopra, opposte :).
EliminaIntendimento del libro, esplicitamente dichiarato fin dalle prime pagine, e' mostrare ai lettori "occidentali" cosa habbiamo perso di buono abbandonando i vecchi stili di vita, pur senza indulgere nella celebrazione "stile rousseau" del "buon selvaggio".
Poi resta il fatto, piuttosto incontrovertibile, che i "primitivi" quando possono scegliere, alla fine preferiscono il nostro, di stile di vita. Ad esempio, mi piacerebbe sentire il parere di una donna con figli, oltre a quello del politico guerriero citato sopra (le loro donne suppongo siano identiche alle nostre, e amino le comodita' e la sicurezza piu' delle scaramucce tribali da noi ritualizzate in "sport", salvo una guerra mondiale ogni tanto).
In fin dei conti, siamo stati primitivi anche noi, e tutte le evidenze mostrano che a fronte della rinuncia delle "comodita' moderne", ce ne infischiamo altamente anche dei peggiori allarmi sulla sostenibilita' nel tempo di tale "menage".
La domanda chiave, in effetti, e' quella che titola questo articolo, "Sarebbe potuta andare diversamente?". Secondo me, stante il progresso tecnico-scientifico che abbiamo avuto, no. E' solo grazie a quello che siamo diventati 7 miliardi con tutto cio' che lo causa e ne consegue (macchine, chimica eccetera). E (ci) siamo condannati ad azare la posta sempre di piu'.
A suo tempo gli "scienziati atomici", viste le esplosioni di hiroshima e nagasaki, si posero la stessa domanda, la cui risposta si trova secondo me, e Freeman Dyson, nelle prime pagine del suo bellissimo libro "Turbare l'universo"; una volta ottenuto un giocattolo tecnologico, siamo costretti ad usarlo e non possiamo piu' farne a meno. Ma e' impossibile spegnere nell'uomo la ricerca di nuovi giocattoli, l'anelito al superamento, al raggiungimento di nuovi orizzonti, e' insito nella nostra specie (e anche nelle altre, sotto altra forma), e la sublimazione in religione che ne facciamo (l'anelito all'assoluto) e' l'ennesimo indizio che e' cosi' (perlomeno in questa chiave interpretativa).
Winston,
Eliminaio amo la Natura e i Popoli Tribali.
O Popoli Indigeni, o Popoli Nativi, o Popoli Selvaggi, o Popoli Primitivi, come si vuole chiamarli.
MAI e dico MAI ho rilevato da qualche parte, libri, filmati, interviste, ciò che tu affermi, cioè che queste persone inserite armonicamente nella Natura desiderassero invece adottare il nostro stile di vita “occidentale”.
Siamo noi “civilizzati” che andiamo a rubare le loro terre e li condanniamo a scomparire.
Vogliamo i loro alberi, vogliamo il loro oro, uranio, petrolio, carbone, coltan, rame, bauxite, vogliamo il loro terreno per coltivare il nostro cibo e i nostri biocarburanti, vogliamo le loro acque.
Gli togliamo la vita.
Questa è la verità.
Stiamo mangiando il pianeta, siamo un rullo compressore che tutto schiaccia e che alla fine si accorgerà che niente è rimasto da mangiare e bere, che gli animali selvatici sono scomparsi, che gli uomini selvaggi sono scomparsi, che le acque pulite sono scomparse, che il clima è invivibile.
Questa è la Verità.
Gianni Tiziano