Lettera Aperta al presidente del Consiglio
Di Paolo Rocco Viscontini
Egr. Presidente del Consiglio,
il
Suo governo rischia di distinguersi come il primo della Storia della
Repubblica che è intervenuto con degli interventi retroattivi su delle
leggi dello Stato. Mi riferisco ai tagli agli incentivi agli impianti
fotovoltaici di potenza superiore a 200 kWp.
A
parte il fatto che quando ci si muove all’interno delle leggi dello
Stato bisognerebbe sentirsi tranquilli perché si considera impossibile
che qualcosa cambi, ma anche entrando nello specifico si scopre che tutte
le motivazioni usate dal Ministero dello Sviluppo Economico per
giustificare questo provvedimento sono palesemente infondate.
Sono stati usati termini inappropriati, a cominciare dalla parola “speculatori”:
speculatore è “chi consegue un vantaggio personale sfruttando senza
scrupoli una situazione a scapito di altri”. Non dimentichiamoci che
l’obiettivo del Conto Energia era incentivare le installazioni di
impianti fotovoltaici, garantendo equi rendimenti a chi avesse deciso di installarli.
Ora
si sta facendo di tutta l’erba un fascio: si dichiara che tutte le
installazioni sopra i 200 kWp hanno rendimenti altissimi, tanto da
intervenire dicendo “togliamo a chi ha avuto troppo per dare a chi ha
avuto meno”. Si dimentica che dal 2005 a oggi si sono susseguite più
leggi del Conto Energia (ben 5!) e nella maggior parte dei casi
le tariffe d’incentivazione erano tali da creare le condizioni per
ottenere un rendimento equo e non certamente eccessivo. Solo
chi è riuscito a ottenere un prezzo d’impianto basso in momenti di
tariffe alte è riuscito a guadagnare di più, ma si tratta di casi
numericamente molto inferiori e non si può certamente incolparli di un
comportamento scorretto, perché han fatto quello che tutti, Lei incluso,
avrebbe fatto: credo sia naturale cercare sul mercato un buon prezzo.
Se poi la tariffa in quel periodo era più alta, tanto da generare un
rendimento più alto, era ed è un problema di chi ha fatto la legge.
Inoltre, se speculazioni ci sono state, sono da ricondursi ai cosiddetti
“sviluppatori”, che vendevano a prezzi alti le autorizzazioni,
approfittando della complicazione della burocrazia italiana. Intervenire
ora sui proprietari degli impianti è solo inutile e profondamente
sbagliato.
Si vuole denigrare chi ha semplicemente creduto in una legge dello Stato,
nata per indirizzare degli investimenti, mirati, come voleva fare lo
Stato italiano, a sviluppare il settore fotovoltaico. Era pure stato
stabilito un budget, per legge. Ora, a posteriori, si vuole ridurre il
budget di spesa, nonostante ci siano dei contratti tra Stato italiano
(tramite il GSE) per oltre 12 mila impianti. Tra l’altro una gran parte di questi 12 mila impianti sono
di IMPRESE MANIFATTURIERE e di AZIENDE AGRICOLE che li hanno realizzati
sui propri tetti o nelle aree limitrofe alle unità produttive! Quelle stesse imprese che Lei continua a dire che vuole aiutare.
Cambiare ora le condizioni significa mettere in ginocchio migliaia di aziende!
Una gran parte di loro non riuscirà più a pagare le rate del leasing o
del finanziamento. Ci saranno miliardi di Euro di ulteriori sofferenze
per le banche italiane, che avranno ancora più difficoltà a dar credito
alle aziende italiane. Ricordo infatti che gli oltre 18.000 megawatt
installati son stati realizzati grazie a circa 50 miliardi di Euro di
prestiti bancari.
E per moltissime
aziende e imprenditori l’impianto fotovoltaico, realizzato sul tetto
della fabbrica o su un terreno, rappresenta ora l’unica risorsa che li
aiuta a stare in piedi in questo durissimo periodo di crisi.
Con le loro scelte, i funzionari del Ministero dello Sviluppo Economico responsabili per i temi energetici, stanno facendo un danno enorme al Suo Governo e quel che più conta all’Italia.
Non
caschi infatti nel tranello di chi Le vuol far credere che in questo
modo si colpiscono solo gli investitori, pure stranieri. Mi chiedo come sia possibile fare discorsi in giro per il mondo volti ad attrarre capitali dall’estero e poi distruggere investimenti di investitori che hanno pensato che l’Italia fosse un paese affidabile.
Le ricordo che i fondi d’investimento
che hanno investito negli impianti fotovoltaici sono gli stessi che
investono in infrastrutture e in aziende italiane garantendo capitali
per la ripresa. Già diversi fondi d’investimento stranieri han
dichiarato il loro sbigottimento e hanno detto che se una tale norma passerà bloccheranno ogni altro tipo di investimento per l’Italia.
In realtà un gran danno è già stato fatto, anche perché il solo
sentirne parlare ha fatto capire che l’Italia non è più un paese
affidabile (vedere articolo sul Wall Street Journal). Non penso sia
felice di sentirsi dire che prima di Lei ci si sentiva sicuri di
investire in Italia e ora non più.
I suoi referenti al Ministero dello Sviluppo Economico l’hanno informata che già circa un mese fa addirittura le ambasciate degli Stati Uniti d’America e d’Inghilterra hanno inviato delle formali lettere di protesta al Ministero, spaventati dalle notizie che giravano circa questo paventato taglio retroattivo agli incentivi?
Le
diranno che la legge è stata stilata in modo da dare la possibilità ai
proprietari d’impianto di non soffrire particolari problemi (tariffe più
basse per più anni per confermare il monte incentivi atteso). Non ci
creda! I problemi sarebbero enormi. Non entro nei dettagli. Il panico
che quello che state per fare sta creando dovrebbe bastare.
Non mancheranno i ricorsi contro questo cambio di regole, che è palesemente incostituzionale.
Si avranno pertanto migliaia di cause che lo Stato perderà di certo,
trovandosi a dover pagare i danni causati da un provvedimento
fondamentalmente illegale, come sostiene il Presidente Emerito della
Corte Costituzionale, Valerio Onida: “Un simile provvedimento violerebbe sia le norme costituzionali in materia di retroattività e di tutela dell’affidamento, sia gli obblighi internazionali.”
Purtroppo però i lunghi tempi della giustizia porteranno nel frattempo a
default finanziari e conseguenti chiusure di aziende (non solo aziende
del settore fotovoltaico).
Forse non sa che nell’ultimo anno si sono succeduti una serie di interventi che hanno già ridotto drasticamente i rendimenti degli impianti fotovoltaici.
Con la “rimodulazione” degli incentivi (che beffarda definizione) moltissimi impianti andranno in default finanziario, che vuol dire che non ci saranno neppure i soldi per garantirne la manutenzione. Risultato: non solo salteranno quelle poche aziende sopravvissute ai disastri causati dall’ex ministro Passera e dal suo Quinto Conto Energia, che si erano concentrate sulle manutenzioni degli impianti (perché purtroppo il settore del fotovoltaico era già stato colpito pesantemente portando alla chiusura migliaia di aziende e causando decine di migliaia di disoccupati, alla faccia delle belle parole sull’occupazione che sentiamo sempre alla televisione), ma addirittura molti impianti, a causa dell’assenza di assistenza tecnica, dovranno pure essere spenti!
Ma forse questo era proprio l’obiettivo finale: far spegnere gli impianti fotovoltaici per poter riaccendere le centrali a olio combustibile, carbone e gas che
negli ultimi 2 anni hanno visto le loro ore di funzionamento crollare a
causa dell’inaspettata e significativa crescita della produzione
fotovoltaica.
Non penso possa essere orgoglioso di un simile risultato.
Infatti gli oltre 18 mila MWp di installazioni fotovoltaiche hanno permesso nel 2013 di coprire
l’8% della produzione elettrica nazionale su base annuale e quote che
vanno dal 20-25% nelle ore diurne dei giorni lavorativi a oltre il 50%
nei giorni festivi. Sono risultati straordinari che hanno consentito di:
- ridurre il prezzo dell’energia nella Borsa elettrica di quasi la metà, effetto positivo che però non passa all’utente finale! Il Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe concentrarsi su come risolvere questa questione invece che accanirsi contro il fotovoltaico. Qui sì che ci sono le vere speculazioni!
- ridurre le spese di importazione PER combustibili fossili di diversi miliardi di euro all’anno (corrispondente miglioramento della bilancia dei pagamenti nazionale)
- salvare centinaia se non migliaia di vite umane (meno emissioni dalle centrali a combustibile fossile significa molti meno tumori)
- creare un’occupazione indotta importante e stabile grazie alle manutenzioni degli impianti
Il cambio retroattivo delle regole interessa ben 11 dei 18 mila MWp di
impianti fotovoltaici installati in Italia. Vuol dire che si sta
mettendo a rischio oltre il 60% della produzione di energia elettrica
fotovoltaica italiana, pari a quasi il 5% della copertura della
produzione elettrica nazionale. E ricordo che si tratta di una PRODUZIONE NAZIONALE, in quanto non dipende da alcuna fonte energetica estera. Mi sembra semplicemente assurdo sostituire questa produzione di energia PULITA e INESAURIBILE (ricordo che gli impianti funzionano ben oltre i 20 anni del Conto Energia) con energia FOSSILE inquinante e pure proveniente dall’estero.
Ora,
stimato Presidente, ha forse ancora un’opportunità di correre ai
ripari, dichiarando che non era stato correttamente informato e che non
toccherà gli investimenti nel fotovoltaico.
E’ l’unico modo per uscire da questo impasse senza troppi danni. Mi creda, ci sono altri modi, più seri e onesti, per abbassare i costi dell’energia elettrica alle imprese italiane.
Cordiali saluti,
Ing. Paolo Rocco Viscontini (operatore del fotovoltaico)
23 giugno 2014
non penso che alle lobby attuali (e purtroppo anche al popolo bue) interessi granchè passare ad una società senza fossili o nemmeno ad una con riduzione di energia fossile. E' certo che lo accetteranno solo per cause di forza maggiore, ma non volontariamente. E' giusto avvertire, ma siamo alla ricerca del miracolo, tipo Lourdes. Comunque è encomiabile che almeno qualcuno pensi al bene comune, invece che al proprio tornaconto, come fanno certe compagnie elettriche, che fanno pagare il kw al doppio del suo prezzo corrente di mercato e in più nella voce A3 il sovraccarico per le rinnovabili.
RispondiEliminaCe da dire che se buona parte di quei 11 MWp incentivati fossero stati sotto i 200 kW sarebbe stato molto meglio.
RispondiEliminaBastava incentivare SOLO piccoli impianti su abitazione o su tetto con benefici diffusi sulla popolazione, meno spese, meno campi coperti di pannelli (assurdità), ecc ecc.
Invece abbiamo bruciato la maggior parte dei fondi in poco tempo per far piovere sul bagnato o all'estero.
Che poi lo Stato cambi le carte in tavola è assurdo e deplorevole..............
Quindi...... ben venga, questa norma almeno accelera il porocesso... Seneca!!
...R " Sorte Bastava incentivare SOLO piccoli impianti su abitazione o su tetto con benefici diffusi sulla popolazione "...Secondo me il fotovoltaico puntiforme è più adatto all'off grid, o cmq ad una distribuzione locale, quindi con benefici nulli sulla popolazione mediamente distante, che come soluzione rinnovabile per la produzione elettrica.".Detto questo il barile sul fondo è stato già raschiato e rotto ed adesso si scava il terreno sotto il barile..Cmq inutile dire non tagliate gli incentivi senza proporre altrettanti tagli alla spesa pubblica per i servizi alla persona e loro erogatori..E cmq coi 12 miliardi in più al mese di debito pubblico da 18 mesi a questa parte veniamo tenuti in come farmacologico ancora dal carbone cinese ed ultime aggiunte all 'all liquids nel mondo...Altro che nuovi buchi nello stivale "Meglio staccare la spina a P antalone e consentire a chi può farcela di vivere ...
EliminaOra, capisco il "cupio dissolvi", ma che uno debba gioire all'arrivo del collasso, direi proprio che è eccessivo!
Eliminail punto e' che il produttori di energia convenzionale stanno andando in bancarotta per il calo dei prezzi e dei consumi, e ovviamente (dal loro punto di vista) stanno cercando dipremere sul legislatore cercando di far eliminare un pericloso competitor che abbassa ulteriormente il prezzo di vendita dell'energia. Punto di vista miope del legislatore, che non pensa sistemicamente.
RispondiEliminaIn ogni caso, se le cose devono andar male perche' lo abbiamo previsto, perche' ora ci lamentiamo che vadano male come previsto?
Ma forse questo era proprio l’obiettivo finale: far spegnere gli impianti fotovoltaici per poter riaccendere le centrali a olio combustibile, carbone e gas che negli ultimi 2 anni hanno visto le loro ore di funzionamento crollare a causa dell’inaspettata e significativa crescita della produzione fotovoltaica.
RispondiEliminaProf. Bardi tolga pure il forse. Non trova alcun collegamento tra le difficoltà economiche di Sorgenia e le iniziative del Renzi?
Non hanno generato in lei sospetto le dichiarazioni recenti rilasciate dal DeBenedetti su Renzi?
Gliela riporto fedelmente: "prima credevo che Renzi fosse solo furbo, ora son convinto che é un tipo capace".
A cosa si deve tale modifica di giudizio? Ad una promessa di un "aiutino" di Stato?
Eh.... infatti, siamo all'ultimo, disperato tentativo dell'industria dei fossili di rimanere a galla.... Il guaio è che rischiamo di affondare tutti quanti.
EliminaIn effetti serve una conversione del pubblico da pubblico dei servizi alla persona hic et nunc a pubblico della sostenibilità...Quindi molto più pubblico nelle infrastutture di distribuzione ed almeno nella pianificazione della produzione elettrica da rinnovabili pref. con capacità di riserva...Ovviamente è troppo tardi per una conversione organica e pseudodemocratica, quindi si stacchi la spina al paziente in coma vegetativo e si donino gli organi prima che le forniture elettriche cessino da sè : intendevo questo sopra.
EliminaVogliono uccidere il rinnovabile per ritardare la morte delle fossili.
RispondiEliminaMa aldilà di tutto non si può tollerare una tassa retroattiva che sia sul F.V. o che sia un superbollo su auto di grossa cilindrata già acquistata.
Se anche il guadagno degli impianto FV fosse eccessivo un imprenditore (sveglio) potrebbe aver già investito i soldi che calcolava di guadagnare.
Critico anch'io gli incentivi dati ad immessi parchi FV cotruiti nel cuore del nulla, lontano dagli utilizzatori di energia.
Ma sono i legislatori che non hanno fatto piani regolatori a dover essere puniti.
Peraltro non capisco perché non ci si lamenti piuttosto del costo delle "fonti assimilate"...
..non ho votato Renzi e non mi piace, ma su questo punto ha ragione! LO STATO REGALA UN SACCO DI SOLDI AI SOLITI "FURBETTI". è STATA UNA VERGOGNA! chi ha fatto gli impianti pagandoli da 3000 euro in giu' a kw installato, prendendo incentivi ENORMI, in 6 / 7 anni rientra dell'investimento... a danno della collettività. VERGOGNA!!!
RispondiEliminaQuesto intervento ha tutte le caratteristiche dell' intervento da Troll.
EliminaNon direi un troll. Più che altro uno che legge il giornale e crede a quello che gli raccontano.
Elimina...a PHITIO : grazie per il Troll
Elimina... ad Ugo Bardi: Se mi permette ho lavorato fino a ieri in banca e conosco a menadito il discorso delle rinnovabile e relativi incentivi. Ho seguito grosse pratiche di finanziamento dove l'investitore non ha messo un euro di denaro proprio, tutto finanziato dalle banche, e per aggiunta a tassi ridicoli, dal 2008 fino al 2011 abbiamo erogato finanziamenti ad Euribor +1 a volte con ipoteca sui terreni, a volte con fidejussione come garanzia, ma nella maggior parte dei casi solo una lettera in cui il cliente "cedeva" il credito GSE. una porcata immane! VI RIBADISCO che in sei / sette anni l'impianto viene pagato tra cessione di energia elettrica ed incentivi. Cari saluti da un Troll che crede a quello che legge sui giornali. MA ANCHE FORSE NO. Al_to
Caro Anonimo, qui, stai parlando del finanziamento di micro-impianti domestici che effettivamente godevano di tassi agevolati. Ma per i grandi impianti, che è quello di cui stiamo parlando, le banche non hanno mai prestato denaro a nessuno a "tassi ridicoli." Non c'è mai stato un trattamento privilegiato per il finanziamento agli impianti fotovoltaici industriali. impianti. Chi voleva soldi, li doveva pagare ai tassi correnti e mettere tutte le garanzie del caso. Quindi, stai mischiando cose che non c'entrano niente e stai semplicemente cercando di imbrogliare.
EliminaBardi, quello che conta ed e' da verificare in cio' che dice "anonimo troll" e' se l'investimento veniva ripagato nei primi 7 anni: poiche' l'incentivo dura 20, il rendimento sarebbe altissimo, e non stiamo parlando di impiantini domestici (e anche a me risulta se non proprio cosi' qualcosa di simile). I tassi correnti in certi periodi erano ridicoli per tutti, e proprio per questo gli incentivi erano eccessivi. Il resto e' irrilevante, o dialogo fra sordi. In ogni caso si parla degli incentivi dei primi conti energia: adesso che la pacchia sia finita e' noto a tutti. Proprio per questo e' piu' giusta una legge retroattiva che corregga questo vulnus del passato che non una penalizzazione ulteriore dei nuovi impianti. Giustizia significa trattare tutti alle stesse condizioni, non mantenere, dopo che le condizioni sono mutate, eccome se sono mutate, solo per alcuni i privilegi del passato. Cio' su cui credo sia piu' utile vigilare e' che con la scusa del rimediare alle regalie del passato adesso si puniscano allo stesso modo anche i nuovi impianti, oppure si punisca chi, nella catena, e' gia' mazziato, cosa piu' che probabile, visto il modo in cui si continua ad alimentare l'equivoco.
EliminaA mio parere, ovviamente.
Dipende da tante cose, non si può generalizzare o fare come l'anonimo bancario (o che sostiene di essere un bancario) che non sa nulla di fotovoltaico e continua a sparare commenti con dati a caso.
EliminaIn generale, la resa di questi impianti è stata continuamente "aggiustata" con una serie di provvedimenti sempre tesi ad abbassare gli incentivi via via che i costi degli impianti scendevano. Non ci sono mai state rese principesche e le banche non hanno mai regalato soldi a nessuno. Molti impianti sono al limite della resa economica al punto che, come dice giustamente Viscontini, con i nuovi provvedimenti si rischia che i gestori non abbiano più i soldi per la manutenzione, per cui la resa diminuisce e alla fine rischiano di andare in fallimento. Questo è un danno per i gestori, per le banche, e per lo stato. Gli unici che ci guadagnano sono quelli che hanno impianti a energia fossile
Per esempio, vedi qui: http://ugobardi.blogspot.it/2014/06/come-il-governo-renzi-vuol-distruggere.html. Con il nuovo decreto, una buona frazione degli imprenditori fotovoltaici rischia di andare in fallimento. Altro che regalie!
EliminaCome possono le imprese straniere venire ad investire in questo paese così inaffidabile? Bell'esempio di serietà che da questo paese sciagurato. Del resto gli italiani sono sempre stati così voltafaccia, siamo lo zimbello dell'Europa occidentale.
RispondiEliminaMa infatti già non venono più da due anni, il mercato delle rinnovabili è già morto. Adesso stiamo facendo sparire ANCHE il fotovoltaico per copertura del consumo privato.
EliminaCitazione : " Si vuole denigrare chi ha semplicemente creduto in una legge dello Stato, nata per indirizzare degli investimenti, mirati, come voleva fare lo Stato italiano, a sviluppare il settore fotovoltaico. "
RispondiEliminaIo penso che questi imprenditori andrebbero penalizzati solo per questo motivo : hanno creduto che uno stato cialtrone come quello italiano potesse e volesse mantenere delle promesse per più di due-tre anni di fila.
Ma cazzo !
Lo Stato vi riduce sul lastrico e voi ancora dietro a credere alle favole ?
Ma andate affanculo,va !