Il nostro presidente del consiglio, Matteo Renzi, dice che si impegnerà in una lotta "violenta" contro la burocrazia. Non sarà una cosa facile come racconto in questo post (vedi anche il primo "Il culto dello sportello")
Mi arriva una lettera dall'INPS dove mi dicono che, in quanto invalido, mio padre (92 anni) ha diritto a certi benefici economici di legge. Già ottenere questa dichiarazione ha richiesto notevoli peripezie burocratiche e un'attesa di quasi un anno dalla richiesta. Ma, perlomeno, sembra che ci siamo arrivati. Ora si tratta di capire come si ottengono questi benefici in pratica. Nella lettera, c'è scritto che devo entrare nel loro sito internet e riempire certe sezioni di un modulo.
Entrare nel sito internet dell'INPS è una cosa che ricorda un po' Dante che si aggira sperduto nelle bolge infernali. Prima di tutto, devi farti dare un "PIN" che si ottiene con una barocca procedura per la quale mezzo PIN ti viene mandato via mail e l'altro mezzo sul tuo cellulare - devi poi laboriosamente combinare i due numeri per ottenere un numero provvisorio che poi verrà trasformato nel tuo PIN definitivo. Il perché di questa manovra è misterioso: sembra di accedere a un sito del Pentagono. Non è che te lo fanno apposta per scoraggiarti? Boh? Ma, insomma, bene o male ci si arriva.
Si tratta poi di trovare il modulo da riempire nel sito. E qui ti scontri subito con il problema che sulla lettera che ti è arrivata ti dicono quali sezioni riempire ma non di quale modulo (non te lo fanno apposta.... no....). Nel sito ci sono centinaia di moduli da aprire, dove diavolo trovi il tuo? Non c'è nulla che abbia un titolo comprensibile, tipo "benefici per invalidità civile" - eh, no, ci mancherebbe! Vi posso dire che ci ho lavorato sopra non poco. A un certo punto mi ero dato per vinto, finché non mi è venuto in mente di aprire il numero 17 di una lista di 26 moduli - uno con il titolo "fase erogatoria" - che viene fuori che era quello giusto. Fatto apposta? Bah....
Dopodiché ti metti a riempire questo modulo. Non che sia per niente user-friendly ma, insomma, siccome ci sono dei campi da riempire, in un modo o nell'altro ci riesci. Arrivato a un certo punto, ti esce fuori un riquadro dove ti chiede "vuoi salvare?" Beh, dico, meglio salvare intanto, poi vediamo. Clicco sul bottone "salva" e il sito ci pensa un po' e poi mi dice. "Hai salvato in modo definitivo - non si possono più fare modifiche." (ed è già tanto se non aggiunge "bravo imbecille!"). Ma porca miseria, lo potevi dire prima - no? E non è per scoraggiarti, no, certamente....
Era completo il modulo? Ho fatto errori? Va bene così? Cosa succede ora? Boh? Sembra che non ci sia nessun controllo automatico sul fatto che tu abbia riempito bene il modulo oppure no. Non si degnano di dirti assolutamente niente. Dalle istruzioni, tuttavia, mi sembra di aver salvato troppo presto. Sembrerebbe che avrei dovuto inviare un altro modulo con la firma di mio padre, anche se non si capisce come fare. In ogni caso, ogni tentativo di riaprire il modulo fallisce. Quel salvataggio era veramente definitivo. Ma non è che te lo fanno apposta per scoraggiarti....? Macché.
Provo a telefonare al numero verde dell'INPS. Chiedo, ma cosa succede se ho sbagliato qualcosa nella richiesta? Me lo faranno sapere. Ma quando? Quando avranno completato la valutazione della mia domanda. Quanto tempo ci vuole? Non si può sapere - dipende. Ma che succede se voglio completare o modificare il modulo che ho mandato? Non posso riaprirlo sul sito? No - non è possibile. Mi dicono che devo mandare la nuova versione per raccomandata con ricevuta
di ritorno alla sede centrale dell'INPS a Roma. Sicuro! Con mio padre che ha 92 anni,
non c'è problema ad aspettare che si decidano.
A questo punto, non mi resta che andare fisicamente allo sportello dell'INPS - cosa che sembra fosse lo scopo supremo di tutto l'esercizio. Ovviamente è aperto solo la mattina dalle 8:30 alle 12:30, il che ti costringe ad acrobazie non male per rendere la tua visita compatibile con gli altri impegni che hai. La beffa aggiuntiva, poi, è che il sito di INPS mi diceva che dovevo andare in una certa sede, ma dopo che ho fatto la coda, l'impiegata mi dice che non era lì che dovevo andare ma a un'altra sede. Dico "ma sul sito internet c'era scritto di venire qui." - lei mi risponde "si, è vero, c'è scritto così, ma non è qui che facciamo queste pratiche". Bene, nuova fila in un altra sede e finalmente trovo un'impiegata gentilissima che mi riguarda tutta la pratica, mi fa firmare qualcosa e mi dice che tutto va bene.
Fine dell'Odissea. Tutto sommato, me la sono cavata con una mattinata persa in coda e qualche pomeriggio di moccoli e accidenti davanti allo schermo del computer. Poteva andare peggio: per lo meno non mi hanno preso a legnate.
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Fine dell'Odissea. Tutto sommato, me la sono cavata con una mattinata persa in coda e qualche pomeriggio di moccoli e accidenti davanti allo schermo del computer. Poteva andare peggio: per lo meno non mi hanno preso a legnate.
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La lezione di questa piccola storia è che il "culto dello sportello" è pesantemente ingranato in tutta l'organizzazione della burocrazia italiana. L'apparizione di internet non ha cambiato la mentalità di chi gestisce i vari enti statali. Non so dire se esista una volontà precisa di boicottare le procedure on-line o se esempi disastrosi come quello che vi ho raccontato siano dovuti più che altro a incompetenza. Resta il fatto che tutto il sistema è focalizzato sul costringerti a far la fila da qualche parte (*). Questo richiede tutta una struttura di uffici, edifici, portieri, uscieri, impiegati, dirigenti eccetera, per non parlare poi della struttura parallela privata dei patronati e sindacati che si occupano di riempire i moduli per te. Quanto tutto questo costi al "sistema italia" non mi so capacitare e preferisco non pensarci nemmeno.
In sostanza, come tutti i sistemi complessi, anche il sistema burocratico esiste principalmente per perpetuare se stesso. E' tutta una conferma di quello che Joseph Tainter chiama "i rendimenti decrescenti della complessità"
che alla fine genera il collasso delle società umane. Se è così, è
un'ulteriore indicazione di come ci stiamo distruggendo con le nostre
stesse mani.
Riuscirà il nostro coraggioso presidente del consiglio a sconfiggere il mostro della burocrazia? Tanti auguri.......
Riuscirà il nostro coraggioso presidente del consiglio a sconfiggere il mostro della burocrazia? Tanti auguri.......
(*) Altro esempio. Il medico prescrive delle analisi per mio padre. Mi scrive tutto su un foglio che io poi devo fisicamente portare alla ASL, fare la coda, per poi presentarmi davanti a un'impiegata che digita nel computer i dati del foglio. Non era possibile che il dottore lo compilasse sul computer e poi lo mandasse direttamente alla ASL per via telematica? O che lo mandassi io via internet, perlomeno come opzione? No.....
Questa follia che ha ovviamente una componente sadica, e una fortissima componente culturale, ha molteplici cause. E' un in piccolo il paradigma della crescita che riguarda anche la complessita'. Ma non e' solo la complessita'.
RispondiEliminaL'aumento della complessita' a detrimento della diversita'.
I percorsi all'interno dei siti si moltiplicano ma non sono testati.
Le modalita' d'interazione si moltiplicano e non sono testate.
Un po' la complessita', un po' un misto di arroganza, di cialtronaggine, di mancanza di qualita' totale, di appalti di sistemi complessi viziati da pressapochismo, corruzione, inefficiente, clientelismo.
Molte (la maggioranza delle ?) persone non riescono a completare e a farlo ad un livello sufficiente di qualita' molti atti estremamente semplici, direi elementari.
Non e' possibile che una persona che non riesce a posteggiare l'auto in nel rettangolo indicato dalla segnaletica orizzontale, che ha uno stile alimentare sciatto, che non riesce a mettere a posto cio'che usa [mille altri esempi qui] poi, improvvisamente, sul lavoro, possa avere una trasformazione metafisica improvvisa, una illuminazione kaizen, la capacita' di fare lavori semplici o anche complessi bene.
I sistemi complessi - in grande direbbero Hans Kron e Frank DeRemer - moltiplicano i fattori di disqualita' dovuti ai loro singoli componenti.
Si potrebbe parlare di problemi di ipercomplessita' in molti altri contesti: ad esempio, in Italia, quello normativo e lo scenario di degrado complessivo non sarebbero migliori.
Bardi: "Riuscirà il nostro coraggioso presidente del consiglio a sconfiggere il mostro della burocrazia?"
RispondiEliminaHa, ha, ha! Sei un sottile umorista! Umor nero, ovviamente.
Le Dodici fatiche di Asterix
RispondiElimina...
Intanto passeggiano per la città alcune persone che si comportano in modo alquanto bizzarro: sono coloro che hanno visitato un palazzo dell'amministrazione pubblica, ed è proprio lì che devono recarsi Asterix e Obelix; la nuova prova consiste nel farsi rilasciare un lasciapassare A38 presso "la casa che rende folli". Fra un'interminabile serie di rimandi e formulari, si ritrovano sull'orlo della crisi di nervi, da cui si salvano solamente grazie a un'intuizione di Asterix, che chiede ad uno sportello il nuovo (inesistente) lasciapassare A39: questa richiesta ha un effetto spiazzante su impiegati e funzionari che vengono in questo modo resi folli dalla loro stessa burocrazia. Quindi Asterix si rivolge direttamente al Prefetto, incontrato casualmente, per ottenere il lasciapassare
Tutto in un click. aprite una azienda in tre click. Era meglio farsi le code almeno si fcevano una volta sola massimo due.
RispondiEliminaSaluti
oh che tu vorresti ridurre il PIL, riducendo gli enti inutili e la burocrazia apposta complicata per crearli. E a quante famiglie vorresti togliere un (dis)onesto posto di (non)lavoro. Oh, che tu se' impazzito. Si vede che i' troppo studio t'ha dato alla testa, caro professore. Con affetto.
RispondiEliminaP.s.: di Asterix, che si inventano cose strane, deviate e devianti, me ne sono sempre capitati tanti. Un esempio per tutti: un marocchino mi minacciò di morte, perchè avevo perso del tempo a dare informazioni ad una signora brasiliana su un CAI POST da lei spedito a Rio. Motivo: dovevo mandarla all'ufficio addetto. Chissà quale e dove sarà stato???
Bravo Mago.
EliminaLa burocrazia, appena oltre uno strettissimo limite, è nient'altro che un mezzo non cruento ma crudele per esercitare il potere.Basti ricordare il famoso "comma 22" della burocrazia militare.
RispondiEliminaD'altra parte, non saremmo capaci di vivere senza un minimo di burocrazia.La burocrazia assomiglia alla funzione tangenziale: all'inizio sembra una cosa lineare, poi assume una forma esponenziale ed infine ad un minuscolo aumento di angolo si fionda verso l'infinito.
Ma la burocrazia stessa contiene il germe della proprio annicchilimento.Basta che qualcuno, appena un po' ribelle lo innaffi e la sua fine è segnata.Non so se 'l Renzi sia quel genere di ribelle o solo un conservatore furbacchiotto, ma credo che ci vorrà ancora poco tempo per accorgersene.
Marco Sclarandis
Una mia parente molto vicina, dipendente (dirigente) pubblica strutturata, mi ha detto di aver visto un suo collega depauperare 1000 euri di dose di farmaco per una semplice svistadi 30 secondi ...Senza l'aiuto dei dipendenti pubblici nel denunciare alle autorità ogni sperpero il sistema pubblico è destinato al collasso ancora più certamente; almeno ciò avvenisse ancor più rapidamente per lo scatto di reni (sciopero fiscale) di alcune categorie i danni sarebbero cmq minori nel rifondare da zero un pubblico più piccolo e molto meno orientato ai servizi alla persona.
RispondiElimina"La burocrazia è come un roveto lasciato crescere indisturbato per 1000 anni. Diventa inestricabile, ti ferisce appena lo tocchi o provi a riassettarlo, e ospita ogni genere di belva al suo interno, pronta a saltarti al collo. L'unico sistema alla fine è dargli fuoco, e ricominciare da capo."
RispondiEliminaIl tuo paragone è un po' troppo azzardato...bastano una trentina d'anni a far diventare cespugli dei rovi come quelli che ti immagini. E comunque ci fanno i nidi i volatili e possono utilizzarli anche piccoli mammiferi.
Eliminaincidentalmente, in tema di pubblica amministrazione, mi permetto di menzionare il nome di Michele Vianello (michelecamp.it) che da "tecnico" indica chiaramente che occorre prima "delegificare"; è inutile anzi dannoso aggiungere altra complessità all'esistente, tipo prendo tutti i moduli e li metto sul mio sito web. senza prima rivedere il processo, le linee guida e gli obiettivi..
RispondiEliminaSì, delegificare
RispondiEliminaUn paese sepolto di 700k leggi non può che deligiferare, la decrescita normativa.
Certo che, come ecologista, penso alla gloriosa sarabanda di distruzioni ambientali che prenderebbero avvio non appena si delegificasse.
Appena parte un bif di inizio di pensiero su condoni edilizi, centinaia di nuove scempi betonici prendono immediatamente avvio. Tanto per dirne una, eh!?
Di certo c'è l'opera indefessa di Mister Mastropasqua, ex presidente INPS, che avrà lavorato giorno e notte, nei ritagli di tempo che gli permettevano gli altri suoi 24 incarichi, per la misera somma di € 100.000 circa al mese circa....
RispondiEliminaPer i partiti che glielo hanno permesso di fare questo, pensate chi votare alle prossime politiche - scelta non facile!!