Da “Club Orlov”. Traduzione di MR
di Dmitri Orlov
[Grazie mille a Max che mi ha aiutato a mettere insieme questo articolo]
Di tutte le varie interpretazioni che i leader occidentali e i commentatori hanno dato del perché il presidente della Federazione Russa abbia risposto in quel modo agli eventi in Ucraina nel corso di febbraio e marzo 2014 – rifiutandosi di acconsentire all'instaurazione di un regime neofascista a Kiev e sostenendo il diritto della Crimea all'autodeterminazione – quella più impressionante e illuminante è che sia impazzito. Impressionante ed illuminante, cioè, per quanto riguarda l'Occidente stesso.
In tempi passati, lo scenario internazionale rifletteva un ordine multipolare, una molteplicità di ideologie in competizione, modelli alternativi di organizzazione sociale ed economica. Allora le azioni di un altro paese potevano essere capite nei termini della sua ideologia alternativa. Anche riguardo alle figure estreme – Stalin, Hitler, Idi Amin, Pol Pot – chiamarli folli era un esempio di iperbole, un modo esagerato di descrivere la sfacciataggine con la quale hanno perseguito i loro obbiettivi politici razionalmente determinati. Ma quando il Cancelliere Angela Merkel si chiede se Putin viva “in un altro mondo”, facendo eco a un tema della narrativa dei media occidentali, la questione sembra implicare qualcosa di letterale.
Mettiamo in dubbio la salute di qualcuno quando non riusciamo a spiegarne il comportamento o la logica sulla base di un intendimento comune di realtà consensuale. Diventano del tutto imprevedibili per noi, capaci di andare aventi in una normale conversazione un momento e saltarci alla gola quello successivo. Le loro azioni appaiono avventate e disordinate, come se vivessero in un mondo parallelo, ma completamente diverso da quello in cui viviamo noi. Putin è dipinto come un mostro e l'Occidente si comporta in modo sconcertante e impaurito. Il finto shock col quale l'Occidente guarda agli sviluppi in Crimea potrebbero essere visti come una tattica progettata per isolare e intimidire Vladimir Putin. Il fatto che questa tattica non solo non funzioni, ma in realtà si ritorca contro chi la mette in pratica, cambia il falso shock in shock vero: le medicine occidentali non funzionano più – su sé stesso e su chiunque altro.
L'Occidente – cioè, gli Stati Uniti e l'Unione Europea – ha giocato il ruolo di primario psichiatra nel manicomio del mondo fin da quando l'URRS è crollata. Prima del 1990 il mondo era nettamente diviso fra due ideologie in competizione bloccate in un punto morto nucleare. Ma poi Mikhail Gorbachov ha capitolato. E' stato un campione dei “valori umani comuni” e voleva risolvere il conflitto delle superpotenze in modo pacifico, mettendo insieme il meglio di entrambi i sistemi (tutte le vittorie umanistiche del socialismo sovietico più tutta la seducente e consumistica prosperità del capitalismo americano).
Ma di fatto Gorbachov ha capitolato; l'URRS e stata smembrata e, nel corso degli anni 90, la Russia stessa è andata vicino ad essere distrutta e smembrata. Anche se in Occidente, dove è ancora una figura popolare, Gorbachov viene ritenuto l'orchestratore di una dissoluzione pacifica dell'URRS, il seguito caotico del collasso dell'URRS è stato un evento estremamente traumatico, con un'enorme perdita di vite. Quando Putin chiama il collasso dell'URRS “la più grande catastrofe geopolitica del secolo”, riecheggia il sentimento di molti Russi – che, a proposito, amano chiamare Gorbachov “Mishka mécheny” (“Michele il segnato” - segnato dal diavolo, cioè).
Durante il periodo post collasso la Russia non poteva fornire alcuna ideologia per competere. Infatti, non aveva affatto un'ideologia, eccetto per un impianto di liberalismo occidentale che, data la mancanza di un quadro legale fattibile o tradizioni di proprietà privata e di società civile, si è trasformata rapidamente in un tipo di banditismo particolarmente brutale. Ma poi è arrivato Putin e, usando la sua esperienza nel KGB e i collegamenti con altri “poteri forti” post sovietici, ha confezionato un nuovo ordine, che prima ha decimato, o soppiantato o assorbito i banditi e poi ha imposto ciò che Putin ha chiamato “la dittatura della legge”. Questo è il primo pezzo importante della nuova ideologia russa: è la legge che conta e nessuno può esserne al di sopra – neanche gli Stati Uniti.
Ora, confrontate il concetto di “dittatura della legge”, interna così come internazionale, come è stato promulgato da Putin, a quella specie di legge che ora prevale negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti ora ci sono due categorie di persone. Ci sono coloro che sono al di sopra della legge: il governo americano e le sue agenzie, comprese NSA, FBI, DOD, ecc.; il finanzieri di Wall Street e il governo ombra degli appaltatori che non vengono mai perseguiti per i loro crimini; i super ricchi che sono politicamente collegati e possono prevalere legalmente contro chiunque semplicemente tirando soldi agli avvocati.
E quindi ci sono coloro che sono al di sotto della legge: tutti gli altri. Questi sono fra le persone più mansuete del mondo, vivono nella paura costante di essere denunciati e deprivati dei propri risparmi – o arrestati, intimiditi per accettare un patteggiamento e rinchiusi. Ora possono essere detenuti indefinitamente senza un'accusa. Possono essere rapiti da qualsiasi parte del mondo, trasportati in un “sito oscuro” e torturati. Possono essere messi sotto processo senza essere informati dell'accusa e condannati sulla base di prove che vengono loro tenute segrete. Le loro comunità possono essere poste sotto legge marziale senza motivo. Individualmente, si può loro sparare a vista senza provocazione o sospetto o illecito. All'estero, quando feste di matrimonio e funerali vengono messi sotto attacco da droni selvaggi, questo è un crimine di guerra – a meno che non ci sia dietro Washington, nel qual caso si tratta solo di un “danno collaterale”.
Grazie alla inesorabile sorveglianza della NSA, ora non abbiamo alcuna privacy e non possiamo avere segreti. Per esempio, il Cancelliere tedesco Merkel è decisamente “al di sotto della legge”. Quando, grazie ad Edward Snowden, ha scoperto che la NSA stava spiando le sue conversazioni al cellulare, si è sentita oltraggiata e se ne è lamentata con amarezza. A differenza di Putin, lei non è “matta”: è una partecipante volontaria ad una realtà consensuale in cui ciò che dice Washington è la legge e quello che dice lei è solo rumore, a beneficio del mantenimento dell'illusione della sovranità tedesca. A suo beneficio, chiediamole nella sua lingua madre tedesca: “Frau Merkel, glauben sie wirklich dass die amerikanischen Politiker Übermenschen und die Deutschen und Russen und Ukrainer Untertanen sind?” (Signora Merkel, crede davvero che i superuomini politici americani, i tedeschi, i russi e gli ucraini siano suoi sudditi?)
La seconda innovazione di Putin è quella che lui chiama “democrazia sovrana”. E' un sistema di democrazia rappresentativa che è completamente impermeabile alla manipolazione politica estera. Be', non completamente impermeabile: proprio come è una cosa buona. E' vero che di tanto in tanto una piccola infiammazione da qualche parte è salutare per mantenere il sistema immunitario attivo, è considerato salutare che gli intellettuali anticonformisti di Mosca e San Pietroburgo – molti dei quali, nella loro follia giovanile, adorano ancora l'Occidente – si vadano a far malmenare periodicamente dalla polizia antisommossa. L'adorazione sembra reciproca e guardare i media occidentali che adorano un pugno di nullità la cui idea di arte pubblica è quella di andare nei supermercati e infilarsi polli congelati nella vagina (cioè le “Pussy Riots”) fornisce il necessario sollievo comico. Ma il il firewall del conservatorismo russo rimane impenetrabile alle avance occidentali (come ha evidenziato il professor Cohen di recente, prima dell'agitazione degli americani sui diritti degli omosessuali, i gay russi venivano chiamati “finocchi”; ora vengono chiamati “finocchi americani” ed i diritti degli omosessuali i Russia hanno fatto un gigantesco passo indietro).
Ancora una volta, confrontiamo questo allo stato delle cose che oggi prevale negli Stati Uniti, dove il presidente Obama ha annunciato, durante il suo discorso di quest'anno sullo Stato dell'Unione, che, visto che il Congresso non collabora con lui, di governare per decreto (“ordine esecutivo”, in americano burocratese). In risposta, il Congresso sta facendo una bozza di legge che punta a costringere l'amministrazione Obama ad applicare le leggi del Congresso. Apparentemente, hanno smarrito tutte le copie della costituzione americana, che descrive già questo stesso processo in considerevole dettaglio. La loro apparenza studiata di stallo legislativo infinito sembra essere un velo progettato per oscurare il lavoro vero di distribuzione di finanziamenti inappropriati fra i finanziatori della loro campagna elettorale – finanziamenti che ora si aggirano sui trilioni di dollari all'anno. Aggiungete a questo il fatto che metà del Congresso americano ha promesso un'alleanza con Israele. Agli occhi dei russi, gli Stati Uniti non sono né sovrani né una democrazia; sono il corpo incancrenito di una democrazia alimentato dai più grassi avvoltoi del pianeta.
Nella comprensione contemporanea russa, l'Ucraina neanche è sovrana (è aperta alla manipolazione straniera sfacciata) e pertanto il suo governo è illegittimo. Il referendum del dicembre 1991 che ha dato l'indipendenza all'Ucraina è stato condotto in violazione della costituzione che vigeva allora e l'indipendenza ucraina è pertanto a sua volta illegittima. Visto che il recente rovesciamento armato del governo ucraino è stato allo stesso modo contrario alla costituzione ucraina, l'Ucraina non ha più per niente una costituzione. Il referendum della Crimea, d'altra parte, è un'espressione legittima della volontà del popolo in assenza di una qualsiasi autorità legittima, pertanto fornisce una base legale solida per andare avanti. Il fatto che il governo statunitense, e altri che lo seguono, abbia dichiarato che il referendum della Crimea sia illegale non vale nulla: non ha il potere di inventare leggi per conto della Russia ed è fuori dalla competenze di politica interna della Russia.
* * *
Si potrebbe contrassegnare l'ascesa degli Stati Uniti al ruolo di psichiatri del mondo circa dalla fine della guerra fredda. E' crollato il Muro di Berlino e il Capitalismo Occidentale, la Democrazia e i Liberalismo sembrava che avessero vinto. La visione occidentale unificata di come funziona il mondo, di cosa fa andare avanti la società, di cosa quale sia la forma più produttiva di organizzazione economica, sociale e produttiva ha prevalso sull'intero pianeta. Francis Fukuyama ha pubblicato il suo trattato involontariamente esilarante sulla “Fine della Storia”. In questo contesto, negando alla Federazione Russa la cortesia di permetterle di avere una visione coerente e alternativa, gli Stati Uniti stanno tentando di riguadagnare l'illusione di una supremazia incontrastata, della loro egemonia assoluta, del loro ruolo di capi moralizzatori ed arbitri di cosa è normale ed anormale nel pensiero e nel comportamento. Perché o il mondo è impazzito o dev'essere impazzito Putin. La precedente diagnosi sembra essere stata errata: “L'ho guardato negli occhi. L'ho trovato molto diretto e affidabile. Abbiamo avuto un dialogo molto buono. Ero in grado di sentire la sua anima; un uomo profondamente impegnato col proprio paese e i migliori interessi del suo paese”, ha detto George W. Bush del presidente Putin al Summit in Slovenia nel 2001. Ed ora il paziente sta diventando pazzo e l'Occidente sta cercando disperatamente di trascinarlo indietro al manicomio.
Anche la simpatia per questi guardiani di questo manicomio è dovuta. Gli sviluppi in Ucraina e Crimea sono particolarmente problematici per l'Occidente, perché violano la concezione lineare della storia dell'Occidente. A questo proposito, le nazioni avanzate del primo mondo occidentali anticipano la concorrenza e cercano, semplicemente per la loro grande compassione, di incoraggiare gli sbandati come l'Ucraina sulla via verso l'entrata come membri dell'Unione Europea e della NATO, l'unione monetaria ed una bancarotta nazionale lenta e controllata nelle mani del FMI. Il crollo dell'Unione Sovietica è stata una chiave di volta psicologica in questa storia che si raccontano. Prosperano nella loro storia, perché questa li definisce e dà loro il senso di significato e di scopo. Qualsiasi cosa mini le loro premesse e fondamenti di base è profondamente fastidiosa. Tuttavia, molti esempi di fallimenti non mitigati nel 21° secolo sono difficili da ignorare ed hanno fatto risuonare questa narrativa come sempre più traballante. Con momenti topici come l'11 settembre, il fiasco in Afghanistan, la guerra civile in corso in Iraq, la fusione della finanza globale del 2008, la disoccupazione e la stagnazione economica irrisolvibili che affliggono l'Occidente in questi primi 15 anni del 21° secolo e poi dei fiaschi in seria in Libia, Siria, Egitto ed ora Ucraina, diventa facile vedere il significato speciale che questo particolare confronto con Vladimir Putin abbia per la fragile psiche occidentale.
Il viaggio ascendente dell'Occidente nella storia lineare sembra essere finito. Il paradosso sottostante a questo confronto è che una situazione con poste così basse – la Crimea e le tendenze politiche di uno stato minore fallito – abbia assunto vaste proporzioni, questo suggerisce un significato più profondo. L'agitazione politica che ha messo radici nel suolo fertile che divide l'Oriente dall'Occidente, in Ucraina, che si traduce letteralmente come “terra di confine”, funge da potente simbolo del declino dell'egemonico dell'Occidente. Questo confronto continua a gettare ombre di proporzioni storiche perché l'autorità dello psichiatra e del poliziotto del mondo viene apertamente sfidata. La breve illusione del trionfo dell'Occidente scricchiola. Non siamo entrati in una qualche fase post storica, in un qualche futuro fondamentalmente nuovo. I prigionieri si stanno liberando e sembra come se lo psichiatra sia stato quello pazzo per tutto il tempo.
Considerate l'asimmetria. Cos'è l'Ucraina è per l'Occidente se non una pedina politica est europea nello scacchiere geopolitico, uno che si deve evitare che si unisca alla Russia in linea con la tendenza generale? Ma per la Russia, l'Ucraina è una parte storica di sé stessa, il luogo della prima capitale russa Kievan Rus (da dove è stata spostata, alla fine a Mosca, poi a San Pietroburgo, poi ancora a Mosca). E' una regione in cui la Russia ha 11 secoli di storia linguistica, culturale e politica comune. Metà dell'Ucraina consiste di terre Russe Kharkov fosse russa (perché lo è) e ad un certo punto sono rimasto sorpreso di scoprire che ora avrei avuto bisogno di un visto per andarci – perché ero rimasto bloccato dal lato sbagliato della frontiera rinominato Kharkiv. (In caso ve lo chiedeste, per trasformare in ucraino, prendete il russo e sostituite 'y', 'o' e 'e' con 'i', 'i', con 'y' e 'g' con 'h'. Per ritrasformarlo chiedete a un russo). A partire dal dicembre scorso, i russi di Kharkov e di altre regioni russe dell'Ucraina sono rimasti bloccati dalla parte sbagliata del confine, soggetti ad un governo instabile, disfunzionale e notevolmente corrotto, per 22 anni. E' un piccolo miracolo che ora agitino bandiere russe in modo sfrenato.
Persino il confuso John Kerry è stato recentemente sentito concedere che la Russia abbia “interessi legittimi” in Ucraina. Sfidando la Russia sull'Ucraina, l'Occidente non sta solo attraversando una “linea rossa” immaginaria che Obama ama proclamare in continuazione. Instaurando un regime neo fascista, rabbiosamente anti-russo a Kiev, ha superato il doppio giallo, garantendo una collisione frontale. La questione è quale lato sopravviverà a questa collisione: la colonna di carri armati russa o la Limousine di John Kerry? La mossa di apertura dell'Occidente è di negare i visti e congelare i conti di certi ufficiali e uomini di affari russi, che o non hanno conti bancari in Occidente o hanno già ritirato i soldi lo scorso venerdì ( per la cifra di un paio di miliardi di dollari) e non stanno pianificando di viaggiare verso gli Stati Uniti.
La Russia ha promesso di rispondere “simmetricamente”. Nel proprio arsenale c'è: far scoppiare l'enorme bolla finanziaria e causare una ripresa del collasso finanziario del 2008 con qualsiasi mezzo, dal richiedere oro al posto della moneta a corso forzoso come pagamento di petrolio e gas, al buttar via le riserve di dollari americani (di concerto con la Cina), al mettere l'UE sulla rotta veloce verso il collasso economico dando alla valvola del gas naturale una leggera girata in senso orario, al lasciare le truppe degli Stati Uniti e della NATO in Afghanistan (che sono in procinto di evacuare) incagliate e senza rifornimenti dichiarando forza maggiore sull'attuale accordo di cooperazione in vigore, in cui gran parte delle loro strade di rifornimento sono autorizzate a passare in territorio russo. Questo se la Russia decide di agire con decisione. Ma la Russia potrebbe anche scegliere di fare poco o niente, il quindi solo contagio finanziario del default azionario dell'Ucraina, insieme alle agitazioni finanziarie sul caos ucraino, che interrompe le consegne di gas naturale all'Europa, potrebbero essere abbastanza per far cadere il vacillante castello di carte dell'Occidente.
Quindi, cosa rimane della egemonia globale dell'Occidente e del suo diritto di giocare da psichiatra del mondo? Fate di questo ciò che vorrete, ma alcune lezioni sembrano molto chiare. Primo, ora sembra che, dal punto di vista della Russia, avere buone relazioni con Washington sia del tutto opzionale, ma che l'Ucraina sia molto più importante. L'America è superflua. Secondo, all'Unione Europea non è stato chiesto di scegliere un nuovo padrone, ma l'obbedienza servile ai diktat di Washington non ha portato bene e potrebbe lasciarla a rabbrividire al buio il prossimo inverno senza che Mosca abbia alcuna colpa, quindi la UE dovrebbe cominciare ad agire in accordo con il suo ovvio interesse, piuttosto che contro di esso.
di Dmitri Orlov
Juliette Bates |
Di tutte le varie interpretazioni che i leader occidentali e i commentatori hanno dato del perché il presidente della Federazione Russa abbia risposto in quel modo agli eventi in Ucraina nel corso di febbraio e marzo 2014 – rifiutandosi di acconsentire all'instaurazione di un regime neofascista a Kiev e sostenendo il diritto della Crimea all'autodeterminazione – quella più impressionante e illuminante è che sia impazzito. Impressionante ed illuminante, cioè, per quanto riguarda l'Occidente stesso.
In tempi passati, lo scenario internazionale rifletteva un ordine multipolare, una molteplicità di ideologie in competizione, modelli alternativi di organizzazione sociale ed economica. Allora le azioni di un altro paese potevano essere capite nei termini della sua ideologia alternativa. Anche riguardo alle figure estreme – Stalin, Hitler, Idi Amin, Pol Pot – chiamarli folli era un esempio di iperbole, un modo esagerato di descrivere la sfacciataggine con la quale hanno perseguito i loro obbiettivi politici razionalmente determinati. Ma quando il Cancelliere Angela Merkel si chiede se Putin viva “in un altro mondo”, facendo eco a un tema della narrativa dei media occidentali, la questione sembra implicare qualcosa di letterale.
Mettiamo in dubbio la salute di qualcuno quando non riusciamo a spiegarne il comportamento o la logica sulla base di un intendimento comune di realtà consensuale. Diventano del tutto imprevedibili per noi, capaci di andare aventi in una normale conversazione un momento e saltarci alla gola quello successivo. Le loro azioni appaiono avventate e disordinate, come se vivessero in un mondo parallelo, ma completamente diverso da quello in cui viviamo noi. Putin è dipinto come un mostro e l'Occidente si comporta in modo sconcertante e impaurito. Il finto shock col quale l'Occidente guarda agli sviluppi in Crimea potrebbero essere visti come una tattica progettata per isolare e intimidire Vladimir Putin. Il fatto che questa tattica non solo non funzioni, ma in realtà si ritorca contro chi la mette in pratica, cambia il falso shock in shock vero: le medicine occidentali non funzionano più – su sé stesso e su chiunque altro.
L'Occidente – cioè, gli Stati Uniti e l'Unione Europea – ha giocato il ruolo di primario psichiatra nel manicomio del mondo fin da quando l'URRS è crollata. Prima del 1990 il mondo era nettamente diviso fra due ideologie in competizione bloccate in un punto morto nucleare. Ma poi Mikhail Gorbachov ha capitolato. E' stato un campione dei “valori umani comuni” e voleva risolvere il conflitto delle superpotenze in modo pacifico, mettendo insieme il meglio di entrambi i sistemi (tutte le vittorie umanistiche del socialismo sovietico più tutta la seducente e consumistica prosperità del capitalismo americano).
Ma di fatto Gorbachov ha capitolato; l'URRS e stata smembrata e, nel corso degli anni 90, la Russia stessa è andata vicino ad essere distrutta e smembrata. Anche se in Occidente, dove è ancora una figura popolare, Gorbachov viene ritenuto l'orchestratore di una dissoluzione pacifica dell'URRS, il seguito caotico del collasso dell'URRS è stato un evento estremamente traumatico, con un'enorme perdita di vite. Quando Putin chiama il collasso dell'URRS “la più grande catastrofe geopolitica del secolo”, riecheggia il sentimento di molti Russi – che, a proposito, amano chiamare Gorbachov “Mishka mécheny” (“Michele il segnato” - segnato dal diavolo, cioè).
Durante il periodo post collasso la Russia non poteva fornire alcuna ideologia per competere. Infatti, non aveva affatto un'ideologia, eccetto per un impianto di liberalismo occidentale che, data la mancanza di un quadro legale fattibile o tradizioni di proprietà privata e di società civile, si è trasformata rapidamente in un tipo di banditismo particolarmente brutale. Ma poi è arrivato Putin e, usando la sua esperienza nel KGB e i collegamenti con altri “poteri forti” post sovietici, ha confezionato un nuovo ordine, che prima ha decimato, o soppiantato o assorbito i banditi e poi ha imposto ciò che Putin ha chiamato “la dittatura della legge”. Questo è il primo pezzo importante della nuova ideologia russa: è la legge che conta e nessuno può esserne al di sopra – neanche gli Stati Uniti.
Ora, confrontate il concetto di “dittatura della legge”, interna così come internazionale, come è stato promulgato da Putin, a quella specie di legge che ora prevale negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti ora ci sono due categorie di persone. Ci sono coloro che sono al di sopra della legge: il governo americano e le sue agenzie, comprese NSA, FBI, DOD, ecc.; il finanzieri di Wall Street e il governo ombra degli appaltatori che non vengono mai perseguiti per i loro crimini; i super ricchi che sono politicamente collegati e possono prevalere legalmente contro chiunque semplicemente tirando soldi agli avvocati.
E quindi ci sono coloro che sono al di sotto della legge: tutti gli altri. Questi sono fra le persone più mansuete del mondo, vivono nella paura costante di essere denunciati e deprivati dei propri risparmi – o arrestati, intimiditi per accettare un patteggiamento e rinchiusi. Ora possono essere detenuti indefinitamente senza un'accusa. Possono essere rapiti da qualsiasi parte del mondo, trasportati in un “sito oscuro” e torturati. Possono essere messi sotto processo senza essere informati dell'accusa e condannati sulla base di prove che vengono loro tenute segrete. Le loro comunità possono essere poste sotto legge marziale senza motivo. Individualmente, si può loro sparare a vista senza provocazione o sospetto o illecito. All'estero, quando feste di matrimonio e funerali vengono messi sotto attacco da droni selvaggi, questo è un crimine di guerra – a meno che non ci sia dietro Washington, nel qual caso si tratta solo di un “danno collaterale”.
Grazie alla inesorabile sorveglianza della NSA, ora non abbiamo alcuna privacy e non possiamo avere segreti. Per esempio, il Cancelliere tedesco Merkel è decisamente “al di sotto della legge”. Quando, grazie ad Edward Snowden, ha scoperto che la NSA stava spiando le sue conversazioni al cellulare, si è sentita oltraggiata e se ne è lamentata con amarezza. A differenza di Putin, lei non è “matta”: è una partecipante volontaria ad una realtà consensuale in cui ciò che dice Washington è la legge e quello che dice lei è solo rumore, a beneficio del mantenimento dell'illusione della sovranità tedesca. A suo beneficio, chiediamole nella sua lingua madre tedesca: “Frau Merkel, glauben sie wirklich dass die amerikanischen Politiker Übermenschen und die Deutschen und Russen und Ukrainer Untertanen sind?” (Signora Merkel, crede davvero che i superuomini politici americani, i tedeschi, i russi e gli ucraini siano suoi sudditi?)
La seconda innovazione di Putin è quella che lui chiama “democrazia sovrana”. E' un sistema di democrazia rappresentativa che è completamente impermeabile alla manipolazione politica estera. Be', non completamente impermeabile: proprio come è una cosa buona. E' vero che di tanto in tanto una piccola infiammazione da qualche parte è salutare per mantenere il sistema immunitario attivo, è considerato salutare che gli intellettuali anticonformisti di Mosca e San Pietroburgo – molti dei quali, nella loro follia giovanile, adorano ancora l'Occidente – si vadano a far malmenare periodicamente dalla polizia antisommossa. L'adorazione sembra reciproca e guardare i media occidentali che adorano un pugno di nullità la cui idea di arte pubblica è quella di andare nei supermercati e infilarsi polli congelati nella vagina (cioè le “Pussy Riots”) fornisce il necessario sollievo comico. Ma il il firewall del conservatorismo russo rimane impenetrabile alle avance occidentali (come ha evidenziato il professor Cohen di recente, prima dell'agitazione degli americani sui diritti degli omosessuali, i gay russi venivano chiamati “finocchi”; ora vengono chiamati “finocchi americani” ed i diritti degli omosessuali i Russia hanno fatto un gigantesco passo indietro).
Ancora una volta, confrontiamo questo allo stato delle cose che oggi prevale negli Stati Uniti, dove il presidente Obama ha annunciato, durante il suo discorso di quest'anno sullo Stato dell'Unione, che, visto che il Congresso non collabora con lui, di governare per decreto (“ordine esecutivo”, in americano burocratese). In risposta, il Congresso sta facendo una bozza di legge che punta a costringere l'amministrazione Obama ad applicare le leggi del Congresso. Apparentemente, hanno smarrito tutte le copie della costituzione americana, che descrive già questo stesso processo in considerevole dettaglio. La loro apparenza studiata di stallo legislativo infinito sembra essere un velo progettato per oscurare il lavoro vero di distribuzione di finanziamenti inappropriati fra i finanziatori della loro campagna elettorale – finanziamenti che ora si aggirano sui trilioni di dollari all'anno. Aggiungete a questo il fatto che metà del Congresso americano ha promesso un'alleanza con Israele. Agli occhi dei russi, gli Stati Uniti non sono né sovrani né una democrazia; sono il corpo incancrenito di una democrazia alimentato dai più grassi avvoltoi del pianeta.
Nella comprensione contemporanea russa, l'Ucraina neanche è sovrana (è aperta alla manipolazione straniera sfacciata) e pertanto il suo governo è illegittimo. Il referendum del dicembre 1991 che ha dato l'indipendenza all'Ucraina è stato condotto in violazione della costituzione che vigeva allora e l'indipendenza ucraina è pertanto a sua volta illegittima. Visto che il recente rovesciamento armato del governo ucraino è stato allo stesso modo contrario alla costituzione ucraina, l'Ucraina non ha più per niente una costituzione. Il referendum della Crimea, d'altra parte, è un'espressione legittima della volontà del popolo in assenza di una qualsiasi autorità legittima, pertanto fornisce una base legale solida per andare avanti. Il fatto che il governo statunitense, e altri che lo seguono, abbia dichiarato che il referendum della Crimea sia illegale non vale nulla: non ha il potere di inventare leggi per conto della Russia ed è fuori dalla competenze di politica interna della Russia.
* * *
Si potrebbe contrassegnare l'ascesa degli Stati Uniti al ruolo di psichiatri del mondo circa dalla fine della guerra fredda. E' crollato il Muro di Berlino e il Capitalismo Occidentale, la Democrazia e i Liberalismo sembrava che avessero vinto. La visione occidentale unificata di come funziona il mondo, di cosa fa andare avanti la società, di cosa quale sia la forma più produttiva di organizzazione economica, sociale e produttiva ha prevalso sull'intero pianeta. Francis Fukuyama ha pubblicato il suo trattato involontariamente esilarante sulla “Fine della Storia”. In questo contesto, negando alla Federazione Russa la cortesia di permetterle di avere una visione coerente e alternativa, gli Stati Uniti stanno tentando di riguadagnare l'illusione di una supremazia incontrastata, della loro egemonia assoluta, del loro ruolo di capi moralizzatori ed arbitri di cosa è normale ed anormale nel pensiero e nel comportamento. Perché o il mondo è impazzito o dev'essere impazzito Putin. La precedente diagnosi sembra essere stata errata: “L'ho guardato negli occhi. L'ho trovato molto diretto e affidabile. Abbiamo avuto un dialogo molto buono. Ero in grado di sentire la sua anima; un uomo profondamente impegnato col proprio paese e i migliori interessi del suo paese”, ha detto George W. Bush del presidente Putin al Summit in Slovenia nel 2001. Ed ora il paziente sta diventando pazzo e l'Occidente sta cercando disperatamente di trascinarlo indietro al manicomio.
Anche la simpatia per questi guardiani di questo manicomio è dovuta. Gli sviluppi in Ucraina e Crimea sono particolarmente problematici per l'Occidente, perché violano la concezione lineare della storia dell'Occidente. A questo proposito, le nazioni avanzate del primo mondo occidentali anticipano la concorrenza e cercano, semplicemente per la loro grande compassione, di incoraggiare gli sbandati come l'Ucraina sulla via verso l'entrata come membri dell'Unione Europea e della NATO, l'unione monetaria ed una bancarotta nazionale lenta e controllata nelle mani del FMI. Il crollo dell'Unione Sovietica è stata una chiave di volta psicologica in questa storia che si raccontano. Prosperano nella loro storia, perché questa li definisce e dà loro il senso di significato e di scopo. Qualsiasi cosa mini le loro premesse e fondamenti di base è profondamente fastidiosa. Tuttavia, molti esempi di fallimenti non mitigati nel 21° secolo sono difficili da ignorare ed hanno fatto risuonare questa narrativa come sempre più traballante. Con momenti topici come l'11 settembre, il fiasco in Afghanistan, la guerra civile in corso in Iraq, la fusione della finanza globale del 2008, la disoccupazione e la stagnazione economica irrisolvibili che affliggono l'Occidente in questi primi 15 anni del 21° secolo e poi dei fiaschi in seria in Libia, Siria, Egitto ed ora Ucraina, diventa facile vedere il significato speciale che questo particolare confronto con Vladimir Putin abbia per la fragile psiche occidentale.
Il viaggio ascendente dell'Occidente nella storia lineare sembra essere finito. Il paradosso sottostante a questo confronto è che una situazione con poste così basse – la Crimea e le tendenze politiche di uno stato minore fallito – abbia assunto vaste proporzioni, questo suggerisce un significato più profondo. L'agitazione politica che ha messo radici nel suolo fertile che divide l'Oriente dall'Occidente, in Ucraina, che si traduce letteralmente come “terra di confine”, funge da potente simbolo del declino dell'egemonico dell'Occidente. Questo confronto continua a gettare ombre di proporzioni storiche perché l'autorità dello psichiatra e del poliziotto del mondo viene apertamente sfidata. La breve illusione del trionfo dell'Occidente scricchiola. Non siamo entrati in una qualche fase post storica, in un qualche futuro fondamentalmente nuovo. I prigionieri si stanno liberando e sembra come se lo psichiatra sia stato quello pazzo per tutto il tempo.
Considerate l'asimmetria. Cos'è l'Ucraina è per l'Occidente se non una pedina politica est europea nello scacchiere geopolitico, uno che si deve evitare che si unisca alla Russia in linea con la tendenza generale? Ma per la Russia, l'Ucraina è una parte storica di sé stessa, il luogo della prima capitale russa Kievan Rus (da dove è stata spostata, alla fine a Mosca, poi a San Pietroburgo, poi ancora a Mosca). E' una regione in cui la Russia ha 11 secoli di storia linguistica, culturale e politica comune. Metà dell'Ucraina consiste di terre Russe Kharkov fosse russa (perché lo è) e ad un certo punto sono rimasto sorpreso di scoprire che ora avrei avuto bisogno di un visto per andarci – perché ero rimasto bloccato dal lato sbagliato della frontiera rinominato Kharkiv. (In caso ve lo chiedeste, per trasformare in ucraino, prendete il russo e sostituite 'y', 'o' e 'e' con 'i', 'i', con 'y' e 'g' con 'h'. Per ritrasformarlo chiedete a un russo). A partire dal dicembre scorso, i russi di Kharkov e di altre regioni russe dell'Ucraina sono rimasti bloccati dalla parte sbagliata del confine, soggetti ad un governo instabile, disfunzionale e notevolmente corrotto, per 22 anni. E' un piccolo miracolo che ora agitino bandiere russe in modo sfrenato.
Persino il confuso John Kerry è stato recentemente sentito concedere che la Russia abbia “interessi legittimi” in Ucraina. Sfidando la Russia sull'Ucraina, l'Occidente non sta solo attraversando una “linea rossa” immaginaria che Obama ama proclamare in continuazione. Instaurando un regime neo fascista, rabbiosamente anti-russo a Kiev, ha superato il doppio giallo, garantendo una collisione frontale. La questione è quale lato sopravviverà a questa collisione: la colonna di carri armati russa o la Limousine di John Kerry? La mossa di apertura dell'Occidente è di negare i visti e congelare i conti di certi ufficiali e uomini di affari russi, che o non hanno conti bancari in Occidente o hanno già ritirato i soldi lo scorso venerdì ( per la cifra di un paio di miliardi di dollari) e non stanno pianificando di viaggiare verso gli Stati Uniti.
La Russia ha promesso di rispondere “simmetricamente”. Nel proprio arsenale c'è: far scoppiare l'enorme bolla finanziaria e causare una ripresa del collasso finanziario del 2008 con qualsiasi mezzo, dal richiedere oro al posto della moneta a corso forzoso come pagamento di petrolio e gas, al buttar via le riserve di dollari americani (di concerto con la Cina), al mettere l'UE sulla rotta veloce verso il collasso economico dando alla valvola del gas naturale una leggera girata in senso orario, al lasciare le truppe degli Stati Uniti e della NATO in Afghanistan (che sono in procinto di evacuare) incagliate e senza rifornimenti dichiarando forza maggiore sull'attuale accordo di cooperazione in vigore, in cui gran parte delle loro strade di rifornimento sono autorizzate a passare in territorio russo. Questo se la Russia decide di agire con decisione. Ma la Russia potrebbe anche scegliere di fare poco o niente, il quindi solo contagio finanziario del default azionario dell'Ucraina, insieme alle agitazioni finanziarie sul caos ucraino, che interrompe le consegne di gas naturale all'Europa, potrebbero essere abbastanza per far cadere il vacillante castello di carte dell'Occidente.
Quindi, cosa rimane della egemonia globale dell'Occidente e del suo diritto di giocare da psichiatra del mondo? Fate di questo ciò che vorrete, ma alcune lezioni sembrano molto chiare. Primo, ora sembra che, dal punto di vista della Russia, avere buone relazioni con Washington sia del tutto opzionale, ma che l'Ucraina sia molto più importante. L'America è superflua. Secondo, all'Unione Europea non è stato chiesto di scegliere un nuovo padrone, ma l'obbedienza servile ai diktat di Washington non ha portato bene e potrebbe lasciarla a rabbrividire al buio il prossimo inverno senza che Mosca abbia alcuna colpa, quindi la UE dovrebbe cominciare ad agire in accordo con il suo ovvio interesse, piuttosto che contro di esso.