martedì 1 ottobre 2013

Le bufale sono tutte sorelle



Paolo Attivissimo ritorna ad occuparsi dell'auto ad aria compressa. E' un argomento dove mi sono esercitato forse per la prima volta a smontare una bufala con un articoletto che risale al 2005! Mi ricordo che arrivai alla conclusione che, per bene che andasse, la macchina ad aria compressa avrebbe potuto portare un paio di passeggeri piuttosto magri per qualche chilometro in pianura. Non esattamente il top per una rivoluzione nei trasporti.

Sono passati otto anni da quel primo articolo, che peraltro era a proposito di un annuncio che risaliva al 2001 - quindi la storia dell'aria compressa ha ben 12 anni - è impressionante notare come se ne continua a parlare come se fosse qualcosa di imminente!

Questo del continuo rimandare l'ingresso sul mercato è una delle tante caratteristiche ricorrenti delle varie storie di tecnologie miracolose. Ci sono altri esempi eclatanti e avete certamente capito a chi e a che cosa mi riferisco; ma scusate se non lo menziono esplicitamente (c'è gente in giro, là fuori,  più rognosa di un gatto abbandonato da 10 anni in una discarica).

Notate altri dettagli ricorrenti: queste proposte non si limitano al congegno miracoloso da solo; no, ti raccontano di rivoluzioni altrettanto miracolose nella produzione (anche qui, avrete capito a chi mi riferisco). Per l'auto ad aria compressa, si parla di "nanofabbriche" - costruiranno nano-automobili? Magari per formiche?

Ma il dettaglio che si ripete tipicamente in queste storie è il franchising. Chi ha un congegno che funziona, di solito trova la migliore strategia nel vendere il brevetto. Chi invece cerca di vendere un congegno che NON funziona non lo può brevettare e allora si deve ingegnare con il franchising. Vende licenze; intanto incassa l'anticipo. (anche qui, avete capito........)

In ogni caso, questa faccenda dimostra l'incredibile persistenza di certe cose. 12 anni dal primo annuncio; non si è visto niente e se ne parla ancora sui giornali. Insomma, dategli ancora qualche decennio e poi vedremo l'annuncio di una fabbrica che produce dischi volanti ad aria compressa.


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Ricordate Eolo/AirPod, l'auto ad aria? Se ne parla sempre come se fosse imminente. Dal 2001. La storia di questo veicolo è costellata di promesse e di fallimenti, non solo tecnici ma anche economici. Nel 2002 doveva essere costruita a Rieti: non è successo. Nel 2008 l'indiana Tata ha annunciato un accordo per la ricerca e la produzione, con vendite previste entro un anno: non s'è visto nulla. Nel 2009 Guy Negre, il progettista dell'auto, ha annunciato che il veicolo sarebbe stato in vendita nel Regno Unito entro tre anni: il 2012 è arrivato ed è passato senza che la promessa venisse mantenuta.

Adesso si parla dell'apertura imminente, entro la prossima estate, di uno stabilimento in Sardegn, nell’area industriale tra Ottana e Bolotana. La Nuova Sardegna ne parla in questo articolo, citando Pier Paolo Pisano, “responsabile della comunicazione di AirMobility, la società cagliaritana che da circa due anni ha contatti con Nègre per produrre la vettura”.

Pisano promette entro “dicembre, massimo gennaio 2014” la prima distribuzione dell'auto, costruita nello stabilimento francese della Mdi a Carros e annuncia che “a dicembre uscirà per il solo mercato indiano con un modello ad aria compressa, modificando un'auto che ha già in catalogo ma è a benzina”. Poi offre una descrizione dettagliata del “modello seriale” di fabbrica che “costituirà la base di future nano-fabbriche ‘clonate’ in tutto il mondo, secondo un modello economico simile al franchising”. Ma forse, prima di parlare di modelli economici e di clonazioni di nano-fabbriche, bisognerebbe avere un prodotto da fabbricare. Ed è qui il problema.

La Nuova Sardegna raccoglie le mie perplessità, basate su quelle dei tecnici, che sono le solite: la fisica indica che l'efficienza promessa avrebbe del prodigioso. Ma senza entrare in disquisizioni di fisica, c'è un fatto imbarazzante di fondo: a quanto mi risulta nessuno ha mai portato in giro una vettura ad aria compressa realizzata da Guy Negre per una prova estesa e indipendente, in condizioni realistiche, ed è riuscito a confermare l'autonomia e le prestazioni promesse. L'auto ad aria, per ora, è priva di qualunque riscontro.

Non è questione di malafede o di scetticismo ad oltranza. Si tratta semplicemente di chiedere quel che si chiede sempre di fronte a chi fa affermazioni straordinarie: dimostrate quello che dite, e ne saremo contenti insieme a voi. Fatecela provare. Ma fino a quel momento, visti i precedenti ampiamente documentati e visto che ci sono di mezzo soldi pubblici e privati e posti di lavoro, il dubbio è decisamente sensato. Tutto il resto è cortina fumogena. O forse, visto l'argomento, è aria fresca.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.