giovedì 14 febbraio 2013

Possiamo fidarci di come i media ufficiali riportano le notizie sui problemi ambientali?


Guest Post di Max Iacono
Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Fra le varie lezioni che abbiamo imparato nel 2012 c'è anche se possiamo o no credere se realmente i cosiddetti “media mainstream” dicono la verità sui problemi ambientali. O bisogna credere che dicano il contrario ed in modi vari e diversi da rilevare?

L'ulteriore “lezione da imparare” è infatti il soggetto di un intero ed eccellente – pubblicato di recente – libro dal titolo “Project Censored 2013”, che descrive molto bene molti dei problemi importanti che i media mainstream hanno in gran parte (o per intero) censurato, o sui quali ci hanno completamente fuorviato, negli ultimi anni.

Il libro è disponibile su Amazon sia in versione Kindle sia in cartaceo. Recentemente l'ho comprato e l'ho letto. Ho pensato che la prefazione del Dr. Nafeez Mosssadeq Ahmed fosse particolarmente chiara, convincente e che riassumesse bene la situazione attuale rispetto alla censura dei media mainstream verso gli “argomenti scomodi”, in particolare quelli che interessano e preoccupano i lettori di Effetto Cassandra e che hanno a che fare con l'ambiente ed i suoi vari aspetti. Ed anche con la “scomoda verità” estrema di Al Gore, che sta diventando sempre più scomoda oggi per qualcuno, ma molto più comoda ai milioni, o persino ai miliardi, di persone che pensano che debba essere fatto urgentemente qualcosa per il cambiamento climatico. Alcuni hanno detto che il rapporto delle persone da un lato rispetto a quelle dall'altro è di 1 a 99 (o 99 a 1), ma lascerò questo aspetto quantitativo specifico da parte per il momento.

Il libro – e questo post particolare che cerca di dare un'idea dell'argomento del libro – offre anche un'ulteriore prospettiva, o amichevole avvertimento, per tutti noi riguardo gli ubiqui “media mainstream” - ed è anche una specie di seguito al mio precedente post su Effetto Cassandra dal titolo "Limiti dello Sviluppo": una storia alternativa.

In quel post ho provato ad argomentare che il vecchio libro Limiti dello Sviluppo (pubblicato per la prima volta nel 1972) avrebbe potuto essere accolto meglio – o almeno ricevuto un po' meno male e meno “demonizzato” - se avesse tenuto conto nel suo Modello del Mondo (o almeno se avesse fatto questo separatamente in modo qualitativo) non solo le variabili che ha considerato e modellato – cioè una serie di variabili economiche, industriali, di risorse, di inquinamento e demografiche tutte in interazione all'interno del modello di dinamica dei sistemi – ma avesse anche selezionato variabili quali cultura, identità, politica, scienza politica, economia politica, istituzioni della società ed ideologia.

Credo che questo secondo gruppo di variabili fossero quelle che hanno causato la “demonizzazione” del libro, una volta che il suo messaggio centrale, il fatto che sussistono limiti alla crescita e che la “crescita economica perpetua” non è possibile su un pianeta finito, emergeva chiaramente contro di esse nel cosiddetto mondo (sociale) reale. Vale a dire contro “il mondo reale” di affari, politica, economia, religione e di varie discipline accademiche e professioni e contro i loro molti rappresentanti e sostenitori. E ciò anche perché per molti di coloro che sono attivi in quelle discipline e professioni, apparentemente il “mondo reale della fisica, della chimica e della biologia” (e ecologia) purtroppo è considerato come '”piuttosto irreale”, secondario o perlomeno non particolarmente degno di seria considerazione politica o di massima priorità. E, naturalmente, un attore molto importante in quel contesto sociale allargato – ed uno che influenza e condiziona anche significativamente tutto il resto – sono i cosiddetti media mainstream (o corporativi) in tutte le loro forme. Vale a dire, i giornali, le riviste, i canali televisivi, le radio ecc. ecc. maintream, generalmente di proprietà di multinazionali, compresi alcuni media su Internet.

I media mainstream hanno “informato”, o informato male, o “disinformato e fuorviato” il pubblico rispetto al libro Limiti dello Sviluppo? E, ancora più significativo in questo momento specifico, stanno informando o disinformando attualmente rispetto alla gamma di problemi, argomenti e questioni ambientali serie in corso? E in particolare rispetto a cambiamento climatico, picco del petrolio, limiti della crescita ed altri argomenti e problemi ambientali particolarmente importanti come il metano artico, l'acidificazione degli oceani, la fusione del ghiaccio di Artico e Antartico, le riserve di pesce in diminuzione o in declino, la perdita di habitat e biodiversità, la deforestazione in corso, l'avanzamento della deforestazione e diversi altri. Il lettore può decidere su questo, ma vorrei offrirvi la seguente considerazione:

Per prima cosa, sotto segue un elenco dei 15 capitoli del libro Censored 2013 che fornisce un'idea di quali argomenti abbiano trattato coloro che hanno scritto il libro – ci sono stati diversi autori che hanno contribuito con diversi capitoli – pensano che i media mainstream abbiano censurato o sui quali ci abbiano mentito (al grande pubblico). E, inoltre, molto spesso in modi furbi e ingannevoli che sono molto difficili da rilevare, prendere in esame e smontare. E, per coloro che potrebbero essere interessati ad esaminare alcuni dei modi specifici e delle tecniche attraverso le quali i media mainstream (in questo esempio specifico il canale Fox News, ma non sono assolutamente gli unici) ci mentono e cercano di ingannarci, si può leggere il seguente articolo, molto buono, che riassume le loro 14 tecniche principali “14 tecniche di propaganda che la Fox "News" usa per fare il lavaggio del cervello agli americani”.

Alcuni degli argomenti e delle sezioni del libro in “Project Censored 2013” hanno a che fare con alcuni dei problemi principali trattati su Effetto Cassandra – cioè cambiamento climatico, picco del petrolio e limiti alla crescita – ed alcuni hanno invece a che fare con altri problemi relativi a politica, democrazia e politica interna ed estera degli Stati Uniti, che vengono spesso ugualmente censurati o sui quali si mente. E se si legge il libro si potrebbe anche considerare piuttosto adatto un possibile titolo alternativo per il libro, che mi è venuto in mente (solo come “scherzo”9 e cioè: “Progetto Smontato, Negato, Distorto, Ritardato, Cancellato e Ingannato circa i Media Mainstream” (Project Dissembled, Denied, Distorted, Delayed, Deleted, Deflected and Deceived), o forse più succintamente e umoristicamente semplice “Mainstream Media Project-7D”. In ogni caso, ecco l'elenco dei capitoli del libro:

1. “Le 25 principali storie e notizie censurate del 2011-2012. Raggruppamenti:
i) Lo stato di polizia e le libertà civili
ii) Dal “salvataggio dei banchieri” al “disordine benedetto”: notizie che possiamo usare per creare
    un'economia per il 99% delle persone
iii) Ambiente e salute
iv) Costi umani della guerra e della violenza
v) Donne e generi, razze ed etnie

2. Déjà vu: cos'è accaduto alle storie precedentemente censurate?

3. L'ozio americano: notizie da cibo spazzatura, abusi nelle notizie e la voce del muto libero

4. Democrazia dei media in azione

5. Ritorsioni della proprietà: una tassonomia dei concetti legati alla censura

6. L'1% globale della classe dominante smascherata

7. La guerra dell'informazione: come il governo sta cercando la  Total Information Awareness e ciò che questo lascia presagire per la libertà e la democrazia

8. Guerra batteriologica: come recuperare il dibattito sull'educazione dalla corruzione corporativa

9. Kent State: è stato qualcosa che ha a che fare coi diritti civili o con l'assassinio di studenti che protestavano? 

10. La tensione creativa del futuro emergente: affrontare le 7 sfide dell'umanità

11. Discorso su Guantanamo e la fabbricazione del consenso

12. Inquadrare Al-Awlaki: come gli ufficiali del governo e dei media corporativi  hanno legittimato un'uccisione mirata

13. Un'America moralmente disimpegnata: sacrificare rifugiati iracheni alla paura del terrorismo e dell'immigrazione

14. Sulla strada di Fukushima: la storia non raccontata dietro al complesso nucleare-mediatico-industriale del Giappone

15. Un'occupazione della verità: l'amministrazione indiana del Kashmir

Come conclusione, ho aggiunto sotto una citazione che contiene diversi esempi specifici riguardo a come i media mainstream hanno recentemente trattato il picco del petrolio e il cambiamento climatico, che include ciò che il Dr. Nafeez Mosaddeq Ahmed dice su ognuno di essi nella sua eccellente prefazione al libro. 

In un momento in cui il mondo affronta punti di non ritorno con l'escalation di crisi multiple, la pubblicazione di questo volume è di significato epocale. 

Mentre scrivo, un campione delle ultime notizie dei media “mainstream” illustra la natura senza precedenti della nostra attuale difficile situazione come civiltà. Il meteo bizzarro ed estremo della prima estate statunitense ha spinto un eminente scienziato del clima a dichiarare arditamente che stiamo “sicuramente vedendo in azione il cambiamento climatico”, sotto forma di finestra su un futuro in peggioramento. Disastrose ondate di calore da record, incendi e tempeste anomale sono un assaggio delle cose che arriveranno - “Questo è solo l'inizio” ha detto un meteorologo. 

Simultaneamente, il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le sue previsioni di crescita per l'Economia americana, avvertendo che la crisi in corso nell'Eurozona, insieme col debole mercato immobiliare, rischia di innescare una recessione dal 2013, mentre il tasso di disoccupazione si trasforma in “disoccupazione maggiormente strutturale”. 

Mentre il modello defunto del capitalismo da casinò semina il terrore in casa, fa la stessa cosa all'estero. I prezzi globali del cibo sono raddoppiati fra il 2006 e il 2008 e, nonostante alcune fluttuazioni, rimangono largamente su livelli da record. Una delle cause chiave è stata la speculazione dei derivati – 13 trilioni di dollari sono stati investiti in materie prime alimentari nel 2006, poi tirati via nel 2008 e poi di nuovo reinvestiti nel 2011. I prezzi del cibo alle stelle hanno generato una crisi alimentare senza precedenti per il mondo povero in tutto il mondo in via di sviluppo. 

Ma un altro motore della crisi alimentare è il cambiamento climatico, che ha già portato le colture al fallimento nelle principali regioni-paniere per gli alimenti. Questo potrà solo peggiorare col modello “business as usual”, che ci potrebbe portare ad un minimo di 4°C di aumento [delle temperature] per metà secolo. Anche un aumento di 2°C ci potrebbe portare ad un minimo di 4°C di aumento [delle temperature] per metà secolo. Anche un aumento di 2°C porterebbe a drammatiche perdite nelle colture e all'impennata del prezzo della carne; a 4°C, le colture di riso potrebbero essere ridotte del 30%, portando a carenze globali di cibo e alla fame.  

In mezzo a questa frenesia montante di tempeste perfette, tuttavia, durante lo scorso anno i media si cono concentrati su una apparente luce alla fine del tunnel: il petrolio non convenzionale e il gas. “Il petrolio ha raggiunto il picco?” Dice un titolo del Wall Street Journal. Oltreoceano, la BBC si è chiesta: “Scarsità: è morta l'idea del 'picco del petrolio'?” Anche gli ambientalisti sono saltati sul carrozzone. Andrew C. Revkin sul New York Times ha dato “uno sguardo nuovo al lungo addio del petrolio”, mentre George Monbiot ha scritto su Guardian che “Ci eravamo sbagliati sul petrolio. Ce n'è abbastanza da friggerci tutti”.

L'essenza di questo messaggio uniforme è che i nuovi metodi di perforazione – come la fratturazione idraulica, il fracking, fra gli altri – hanno permesso all'industria dei combustibili fossili di sfruttare riserve non messe in produzione precedentemente di sabbie bituminose, petrolio di scisti e di gas di scisti, portandoli sul mercato a prezzi più convenienti di quanto finora immaginabile e trasformando effettivamente gli Stati Uniti da importatori a esportatori di petrolio.
Non dovrebbe risultare essere una grande sorpresa ai lettori di Project Censored che, ancora una volta, le notizie dei media corporativi hanno offuscato i fatti. Gli ultimi dati della Energy Information Administration (EIA) confermano che il supposto massiccio incremento della produzione di petrolio non convenzionale catapultato per lanciare il mondo in un futuro glorioso di abbondanza di petrolio – capace di sostenere i miracoli della crescita economica capitalistica ad infinitum – ha avuto un impatto trascurabile sulla produzione mondiale di petrolio. Viceversa, nonostante gli Stati Uniti producano una “offerta totale di petrolio” di 10 milioni di barili al giorno – 2,1 in più rispetto al 2005 – la produzione mondiale di greggio rimane in gran parte il plateau appena ondulato che è stato da quando ha smesso di crescere intorno a quello stesso anno. Come riportato dal corrispondente per i mercati petroliferi Gregor Macdonald, che ha lavorato in precedenza col Financial Times e la Harvard Business Review, fra le altre pubblicazioni:

“Dal 2005, nonostante una fase di transizione dei prezzi, la produzione globale di petrolio è rimasta intrappolata al di sotto del tetto dei 75 Mb/g (milioni di barili al giorno). La nuova produzione dai nuovi giacimenti e dalle nuove scoperte arriva, ma non a un tasso sufficiente per compensare i giacimenti in declino. In generale, il declino generale è stato stimato ad un minimo del 4% all'anno e di almeno il 6% all'anno. Dato che le nuove risorse di petrolio vengono sviluppate e entrano a tassi molto minori, il declino in corso presenta una sfida formidabile all'impresa di incrementare l'offerta per la quale non vedo la serie di fattori in una combinazione tale da portare la produzione globale di petrolio greggio più in alto del 2012 il prossimo anno, o da lì in avanti. 

Questo fatto assodato non è ancora stato riportato da nessun notiziario sui media o quello che sia, da nessuna parte nel mondo. Infatti, Macdonald indica che i dati della Revisione Statistica della BP mostrano che il petrolio dell'apogeo e realmente in declino. Nel 1973, il petrolio, come percentuale dell'uso di energia, ha raggiunto il picco intorno al 48,5%. 40 anni dopo, “il petrolio è ancora lì come fonte di energia primaria mondiale, con un ruolo molto ridotto come offerta di solo il 33,5% di tutto il consumo mondiale di energia. 

La disparità in quanto riportato è istruttiva. Nel giugno del 2012, la concentrazione dei media corporativi sul boom del petrolio non convenzionale ruotava intorno ad uno studio in particolare, quello del dirigente petrolifero Leonardo Maugeri – ex vicepresidente esecutivo della compagnia italiana ENI. Il rapporto non era peer-reviewed ma in quanto pubblicato al Centro Belfer per la Scienza e gli Affari Internazionali dell'Università di Harvard dal Geopolitics of Energy Project, “che è sostenuto in parte da una sovvenzione generale da parte della (stessa) compagnia petrolifera (l'ENI)”, ha concesso il WSJ. Difficilmente una prospettiva imparziale, quindi. 
Nel frattempo, una serie di rapporti peer-reviewed da parte di scienziati indipendenti pubblicati in riviste molto rispettabili da gennaio a giugno 2012 – Science, Nature e Energy – sono state oscurate dalle notizie riportate dai media corporativi. Su Energy, Gail Tverberg ha documentato che dal 2005 “l'offerta mondiale di petrolio non è aumentata”, che questa è stata “la causa principale della recessione del 2008-2009” e che “l'atteso impatto della ridotta offerta di petrolio” significherà “che la crisi finanziaria alla fine peggiorerà”. Una analisi ancora più schiacciante è stata pubblicata su Nature da  James Murray e Sir David King, il secondo ex capo dei consiglieri scientifici del governo britannico. L'analisi di Murray e King ha scoperto che nonostante l'aumento riportato nelle riserve di petrolio, la produzione di sabbie bituminose ed il gas da fracking, l'esaurimento dei giacimenti esistenti nel mondo sta ancora correndo dal 4,5 al 6,7% all'anno e la produzione ai pozzi di gas di scisto potrebbe crollare dal 60 al 90% nel primo anno di operazioni.

Un'inchiesta del New York Times del 2011 è quella curiosamente dimenticata nell'ondata di rapporti sulle opportunità aperte dal fracking che ha scoperto che “potrebbe non essere facile e a buon mercato estrarre il gas dalle formazioni di scisto in profondità, come sostengono le compagnie, secondo centinaia di e-mail delle industrie e documenti interni ed un'analisi dei dati da centinaia di pozzi”. Le e-mail hanno scoperto dirigenti industriali, avvocati, geologi di stato e analisti di mercato verbalizzare “scetticismo circa le previsioni rosee” e chiedendosi se “le compagnie stessero intenzionalmente, ed anche illegalmente, sovrastimando la produttività dei loro pozzi e la dimensione delle loro riserve”. Un anno dopo, sembra, tali rivelazioni erano destinati semplicemente ai loro vuoti di memoria.

Seguendo la sezione aperta sopra, la prefazione al libro continua per descrivere ulteriori esempi ed anche il ruolo che ha il libro in quanto “Project Censored 2013” può giocare nei media mainstream. Il che è qualcosa che spesso fa al posto di presentare fatti reali e storie credibili e le loro rispettive storie più plausibili e più sensibili, generalmente descrittive, o esplicative o narrazioni prescrittive, che potrebbero aiutare a tenere insieme ed integrare (ad esempio “collegare i puntini”) riguardo le importanti prove e fatti e da qui anche sostenere ed essere in grado di fornire un aiuto significativo a coloro che sono preoccupati e stanno cercando di fare qualcosa riguardo ai problemi... attraverso le proprie varie battaglie in corso. E dico “in corso” perché i problemi chiave (già elencanti sopra) NON stanno certamente per andarsene nel 2013. Quindi faremmo bene a stare pronti anche per il lungo trascinarsi ed avremo bisogno di tutto l'aiuto intellettuale e di altro tipo che possiamo avere. Ed avere accesso ad un'informazione accurata, affidabile e valida è naturalmente la quintessenza, proprio come è la quintessenza per la democrazia in sé perché funzioni bene. 

Ma non sono un “teorico della cospirazione” e inoltre niente è in bianco e nero. I “media mainstream” ed i loro infiniti scrittori e protagonisti, sono tutti ugualmente cattivi e fuorvianti o omettono sempre storie importanti? E sono sempre cattivi e bugiardi tutto il tempo ed in ogni occasione? E tutto ciò che riportano i “media non- mainstream” è sempre reale, veritiero e corretto? E anche se “le eccezioni confermano spesso la regola”, rimangono sempre, e in ogni caso, un elemento chiave della responsabilità personale provare a scoprire ciò che è realmente vero o falso e cosa è onesto o no e quale narrazioni e trame hanno più senso e quali no. Così è probabilmente utile anche provare a consultare fonti multiple, anche se forse solo una fra tutte più tardi mostrerà di aver contenuto i fatti ed essere stata corretta. Bisogna anche ricordare, naturalmente, che una bugia o un inganno ripetuti 50 volte sono ancora bugie. Ma penso che possa essere di grande “ex ante” “aiuto euristico”, quando si naviga nel territorio dell'informazione, sapere almeno in linea generale quali sono gli amici – e se sono solo amici del “bel tempo” e NON anche amici del “bel clima” - o se invece sono i bugiardi a servizio di sé stessi ed ai promulgatori di esercizi assortiti in inganno, per esempio la gente del tipo “la presa in giro comincia qui”.