Recentemente, Rembrandt Koppelaar ha pubblicato su the Oil Drum un riassunto delle tendenze mondiali nella produzione di energia. La relazione ci dice che l'industria del petrolio sta lottando per mantenere l'attuale livello di produzione. Potrebbe non avere ancora raggiunto il picco, ma chiaramente non può riprendere le passate tendenze ad incrementare. Ciò non sorprende, è stato previsto già nel 1998 da Colin Campbell e Jean Laherrere (link). Ciò che colpisce è il balzo in avanti del carbone. La produzione mondiale complessiva di energia non ha raggiunto il picco e questo a causa della rapida crescita del carbone, come potete vedere qui, dalla relazione di Koppelaar:
Il carbone sembrava aver raggiunto il proprio picco nel 1990, ma era un'illusione. La crescita della produzione di carbone durante il primo decennio del 21mo secolo è stata impressionante: mai vista prima nella storia. Quindi, Re Carbone sta tornando e potrebbe presto reclamare il titolo di sovrano del mondo dell'energia che aveva perso negli anni 60.
Non vediamo niente di simile ad una tendenza a raggiungere il picco per il carbone e questo, sfortunatamente, non è buono per il clima. Ciò è visibile “dall'altra parte” della reazione chimica, che vede i combustibili fossili trasformati in anidride carbonica, CO2, la cui concentrazione in atmosfera sta crescendo più rapidamente in tempi recenti (la figura sotto proviene da "think progress", vedete anche
questo post precedente).
Non possiamo dire se l'esplosione dell'anidride carbonica che stiamo osservando sia dovuta al carbone, ma collima con il picco della produzione di carbone ed è sicuramente ed esso collegato. La situazione del clima globale sembra andare rapidamente fuori controllo e questo rapido aumento delle concentrazioni di CO2 non promette nulla di buono per il futuro. Inchinarsi di nuovo a Re Carbone potrebbe rivelarsi essere la peggiore scelta che abbiamo fatto nella storia.
Traduzione da Cassandra's legacy di Massimiliano Rupalti
A quanto sopra c'è da aggiungere che tutti i paesi che hanno abbandonato o ridotto il nucleare, lo hanno - volenti o nolenti - sostituito col carbone, mica con le rinnovabili o col gas...
RispondiEliminaSaluti,
Mauro.
Quindi il sistema regredisce... accelerando la crisi ambientale. Meglio morire che cedere lo scettro alle rinnovabili. Non è che le rinnovabili portano con sè anche un diverso modello di economia?
RispondiEliminaVedendo il grafico in uno spazio più ampio di anni non c'è tutto questo incremento. Poi rispetto all'uso nel 1900 è da ridere. Esiste poi un punto in cui aumenta se si somma l'uso del carbone cinese; Infatti è da quel punti (1980 inizio esportazioni mondiali e 2000 entrata commerciale in UE-USA) che la Cina si è imposta nel mondo. Ma anche Africa (specie sud) e altri Paesi emergenti.
RispondiEliminaQuesto perchè quei posti avevano ancora le riserve di carbone (miniere) ancora da sfruttare e non quasi totalmente sfruttate (moltissime sono state chiuse) come in Europa ma anche in America non si ride.
Dunque nessun ritorno perchè chiudono le centrali nucleari. Semmai un rinvio per la chiusura di centrali carbone in quei Stati al massimo sostituzione con centrali carbone moltissimo più efficienti.
Il carbone è un "basso valore energetico" questo vuol dire che il suo incremento non corrisponde ad altrettanta energia che si può ottenere dall'aumento del gas/petrolio/idroelettrico/nucleare ma anche che nel primo grafico quel valore energetico (perchè suppone che venga tutto bruciato nel modo ottimale, ma non è nella maggioranza) è più basso di tutti. Richiede poi una manutenzione più onerosa di altri con difficoltà di trasporto che richiede pertanto manovalanza poco costosa e avvezza al lavoro sporco (che poi non sappia cosa sia la salute o lo ignora per difficile sopravvivenza), cosa difficile in tutti i Paesi del "primo mondo".
Ma ma ma questo è solo un ritorno di fiamma del carbone dovuto al fatto dell'aumento dei costi degli altri. In Europa/America infatti è sovvenzionato dallo Stato (cosa impossibile per tanto tempo di crisi) e in altri posti tollerato (fumi, lavoratori-sfruttati) e legato al facile sfruttamento minerario che peggiora proseguendo l'estrazione. Se si crea ricchezza non è detto che questo significhi civiltà, ma quei popoli si stanno scolarizzando troppo e questo aumenta la coscienza.
Insomma l'ultimo ruggito del Leone-Carbone prima di morire. Questo perchè il vero vincitore (sommate e vedete che superano il gas), le rinnovabili (l'idroelettrico è rinnovabile e in un certo senso le biomasse) portano un diverso modello d'economia!!!
Ciao
Mi chiedo quanto siano veritieri i dati sulle riserve energetiche del pianeta.
RispondiEliminaSi legge di tutto e il contrario di tutto.
Chi divulga questo tipo di informazioni?
Chi sa veramente quanta roba abbiamo sotto i piedi?
C'è pure chi dice che i pozzi petroliferi esausti si stanno rimpinguando.......
Mah........
E' vero i pozzi esauriti si stanno rimpinguando, l'ho sentito dire anche delle casse dello Stato e poi c'è chi ristruttura le case all'insaputa dei beneficiari e pare anche che la facoltà di volare gli asini l'hanno persa molto tempo fa ma dei ricercatori stanno ottenendo risultati strabilianti per restituirgliela (trasporto aereo di merci a costi estremamente bassi!!!), insomma la provvidenza non ha limiti! Ora devo tornare alla ricerca dell'anello del potere, pare che renda invisibili! Saluti a tutti!
RispondiEliminaIntanto, ieri leggevo che il consumo di carbone in Cina rallenta:
RispondiElimina...dalla Cina arriva una buona notizia per quanto riguarda il consumo di una materia prima abbondante ed inquinante: il carbone. Secondo quanto ha annunciato Wang Xianzheng, presidente dell'Associazione dell'industria del carbone della Cina, «La crescita della domanda cinese di carbone ha continuato a rallentare nel secondo trimestre, in parte a causa del rallentamento dell'economia interna. L'approvvigionamento e la domanda continueranno ad equilibrarsi approssimativamente al secondo trimestre Le imprese del carbone devono accordare un'attenzione particolare all'aumento della produzione del carbone del Paese ed al calo della domanda e regolare correttamente il volume di produzione, al fine di evitare dei cambiamenti brutali sul mercato del carbone».
La richiesta di carbone in Cina è in calo dal quarto trimestre del 2011, da quando cioè la crescita economica ha rallentato sulla scia della crisi internazionale e dell'incerta ripresa nella zona euro. Comunque, secondo i dati ufficiali, «La produzione di carbone della Cina ha raggiunto 838 milioni di tonnellate nel corso per primo trimestre, in aumento del 5,8%».
Si tratta di una crisi da sovra-produzione, tanto che Wang ha avvertito che «Anche i prezzi del carbone sono calati in questi ultimi mesi a causa del declino della domande. L'industria carbonifera deve stare attenta alla sovra-capacità strutturale e deve stabilire delle relazioni a lungo termine con le compagnie di produzione di elettricità e le acciaierie al fine di promuovere lo sviluppo stabile del settore».
http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=15358
Asini volanti a parte, mi sapresti dire quanto petrolio, carbone etc, ci sono sotto terra ?
RispondiEliminaIl problema non è "quanto" ce ne sia, ma con che velocità e con quanta fatica si riesce ad estrarlo. Paradossalmente, al crescere del prezzo del petrolio, le riserve aumentano, perché con un maggior costo al barile si possono sfruttare risorse (e trasformarle in riserve) che prima erano considerate irrecuperabili. Quindi, il fatto che certi commentatori si esaltino all'idea di riserve enormi non fa altro che confermare un dato di fatto: il petrolio a buon prezzo è finito, resta solo quello caro.
EliminaScusate forse è un po' out-topic, però visto che qualcuno parlava di rinnovabili scarsamente sviluppate vorrei inserirmi dicendo che le cosiddette politico del 'mix energetico', tanto alla moda, non possono che tenere le rinnovabili in una situazione di minorità.
RispondiEliminaMi spiego: immaginiamo che la quasi totalità della produzione elettrica derivi da rinnovabili, e che sia quindi necessario prevedere delle centrali secondarie per garantire contro il cali di potenza. Se devo tamponare una perdita di potenza immediata, non ha molto senso ricorrere a centrali termoelettriche (siano esse a carbone, gas o nucleari) perché nel momento in cui le accendo prima che si formi il vapore abbastanza denso per far fuzionare una turbina immagino che ci vorrà qualche ora... non ha più senso appoggiarsi a centrali di cogenerazione a motore alimentate a gas, ad esempio?
Per questo ho la netta impressione che le politiche del mix energetico siano pensate per mantenere prioritarie le fonti tradizionali lasciando di nicchia le rinnovabili.
Se non sbaglio la potenza nominale degli impianti a ciclo combinato è triplicata dal 2000 al 2010: da 6.3 a 18.5 GW (statistiche Terna); l'incidenza sull'installato complessivo è passata dal 22 al 32%.
EliminaIgor, scusa, ma non mi è chiaro quale sia il problema che poni. E' vero che le turbine a gas sono studiate apposta per lavorare a potenza variabile a seconda della domanda della rete - viceversa impianti nucleari e centrali a carbone richiedono alcune ore per entrare in gioco. Ora, finché la rete rimane quella che è; cioè una rete stupida, ci vogliono sia centrali di baseline, sia centrali a rapida risposta. Per ora, è questo mix che permette alla rete di adattarsi alla domanda. Con le rinnovabili, cambia poco finché siamo sotto il 10% circa, poi bisogna che la rete cessi di essere stupida e diventi molto più intelligente per adattarsi sia al carico variabile, sia alla produzione variabile. A lungo andare il 100% di rinnovabili è perfettamente possibile.
EliminaAh.... poi però forse ho capito: quello che chiedi è come mai basarsi sul carbone quando potremmo invece avere il gas? Beh, nella rete stupida il carbone fornisce la baseline, il gas fornisce la potenza variabile. Siccome il gas costa più caro del carbone, non conviene fargli fare da baseline; lo fa il carbone (oppure il nucleare).
EliminaProva a spiegarmi meglio, purtroppo parlo da 'appassionato' e non da persona realmente competente quindi posso fare molto casino sulle questioni tecniche. Più avremo energia prodotta da vento e sole (e più misure di risparmio energetico) e meno le centrali a carico costante come quelle a carbone lavoreranno a pieno regime; dovrebbero trasformarsi in impianti di regolazione o di riserva, solo che utilizzarle per quello scopo non è economicamente sensato. Già oggi abbiamo impianti a gas largamente inutilizzati per dare la priorità al carbone.
EliminaQuello che mi sembra di capire è quindi che, se si punta su centrali termoelettriche a carico costante, questo dovranno sempre costituire il grosso della produzione elettrica lasciando alle rinnovabili solo la nicchia (e da qui la preoccupazione dei vertici di Enel per contenere le rinnovabili di cui ha parlato recentemente la Billi nel suo blog).
Sì, carbone e nucleare NON sono compatibili con le rinnovabili: aut-aut. Lo sono invece le centrali turbogas, possibilmente alimentate a metano (attenzione, il "gas" del "turbogas" non è il metano, ma l'aria: volendo, una turbogas può lavorare anche con olio o carbone polverizzato).
Elimina....Salve di nuovo professor Bardi; se non ricordo male il 19 % dell'energia elettrica italiana è fornita dalla rinnovabile par excellence, l'idroelettrico; immagino che le le dighe grandi e medie siano state già costruite; perchè allora non construire migliaia di microdighe ? Non sarebbe un eccellente modo di impiegare le risorse residue da fossili piuttosto che sforzarsi di mantenere in piedi la terotomatosa macchina statale ?
RispondiEliminaSi sta cercando di farlo, ma è un ginepraio giuridico.
EliminaA proposito di dighe.
RispondiEliminaIn francia ne vogliono demolire una per far passare i salmoni,e sostituirla con 10 parchi eolici.........