mercoledì 30 novembre 2011

Perché la crescita economica è così popolare?

Post originariamente pubblicato su Cassandra's Legacy.
Traduzione a cura di Massimiliano Rupalti.



Quando il nuovo primo ministro del governoitaliano, Mario Monti, ha tenuto il suo discorso di insediamento al Senato, pochi giorni fa, ha usato per ben 28 volte il termine “crescita” e nemmeno una volta termini come “risorse naturali” o “energia”. Non è certo il solo a trascurare le basi fisiche dell’economia mondiale: il coro degli esperti di economia ovunque nel mondo gira tutto intorno a questa parola magica: “crescita”. Ma perché? Cos’è che rende questo singolo parametro così speciale e tanto amato?



Durante gli ultimi anni il sistema finanziario ha dato al mondo un segnale molto chiaro quando i prezzi delle materie prime naturali sono schizzate a livelli mai raggiunti prima. Se i prezzi sono alti, c’è un problema di offerta. Siccome molte materie prime che usiamo non sono rinnovabili – petrolio greggio, per esempio – è perlomeno ragionevole supporre che abbiamo un problema di esaurimento. Tuttavia, le reazioni dei leader, dei decisori e degli esperti economici di ogni tipo erano – e sono ancora – quelle di ignorare le basi fisiche della crescita economica e di promuovere la crescita economica come soluzione a tutti i nostri problemi; di più è meglio. Ma, se l’esaurimento è un problema reale, dovrebbe essere ovvio che la crescita può solo peggiorarlo. Dopo tutto, se cresciamo consumiamo più risorse e questo accelererà il loro esaurimento. Quindi, perché i nostri leader sono così fissati con la crescita? Non riescono a capire che questo è un errore madornale? Sono stupidi o cosa?
Le cose non sono così semplici, come sempre. Uno degli errori più comuni che possiamo fare nella vita è quello di presumere che chi non è d’accordo con le nostre idee è stupido. No, sussiste la regola che, per qualsiasi cosa esista, c’è una ragione. Quindi, ci dev’essere una ragione per cui la crescita è propagandata come la cura universale per tutti i problemi. E, se andiamo a fondo nella questione, potremmo trovare la ragione nel fatto che la gente (i leaders alla stregua di chiunque altro) tende a privilegiare i guadagni a breve termine piuttosto che quelli a lungo termine. Lasciate che provi a spiegarvi.

Cominciamo osservando che l’economia mondiale è una reazione immensa e diversificata guidata dai potenziali termodinamici delle risorse naturali che usa. Le risorse sono principalmente non rinnovabili come i combustibili fossili che bruciamo per alimentare l’intero sistema. Abbiamo dei buoni modelli per descrivere il processo; i primi risalgono agli anni 70, con la prima versione dello studio "I limiti dello sviluppo". Questi modelli sono basati sul metodo conosciuto come "system dynamics" e considerano stock di grandi aggregati di risorse (cioè, mediati su molti tipi diversi). Già nel 1972 i modelli mostravano che il graduale esaurimento dei depositi minerali ad alta concentrazione e l’aumento dell’inquinamento persistente avrebbero causato l’arresto della crescita economica ed il suo conseguente declino; più probabilmente durante i primi decenni del 21° secolo. Studi successivi dello stesso tipo hanno generato risultati simili. La crisi attuale sembra confermare quelle predizioni.
Così, questi modelli ci dicono che l’esaurimento e l’inquinamento sono la radice dei problemi che abbiamo, ma ci dicono poco sulla crisi finanziaria che stiamo vivendo. Non contengono uno stock chiamato “denaro,” o "sistema finanziario" e non fanno alcun tentativo di descrivere come la crisi influenzerà differenti aree del mondo e differenti categorie sociali. Data la natura del problema, questa è l’unica possibilità di rendere i modelli gestibili, ma è anche una limitazione. I modelli non possono dirci, per esempio, come i decisori politici dovrebbero agire per fare in modo di evitare la bancarotta di interi stati. Tuttavia, i modelli possono essere compresi nel contesto delle forze che muovono il sistema. Il fatto che il sistema economico mondiale sia complesso non significa che non segua le leggi della fisica. Al contrario, è proprio osservando queste leggi che possiamo trarre ispirazione riguardo a ciò che sta accadendo e a come potremmo agire nel sistema.

Ci sono buone ragioni basate sulla termodinamica che fanno sì che le economie consumino risorse al ritmo più rapido possibile ed con la più alta efficienza (guardate questo saggio di Arto Annila e Stanley Salthe). Quindi, il sistema industriale cercherà di sfruttare prima le risorse che forniscono un più grande ritorno economico. Per le risorse che producono energia (come il petrolio greggio) il ritorno può essere misurato in termini di energia di ritorno sull’energia investita (EROEI). Per la verità, le decisioni all’interno del sistema non vengono prese in termini di energia, ma in termini di profitto economico, ma i due concetti possono essere considerati coincidenti come prima approssimazione. Ora, ciò che accade quando le risorse non rinnovabili vengono consumate è che l’EROEI di quello che rimane diminuisce ed il sistema diventa meno efficiente, ovvero, i profitti crollano. L’economia tende a contrarsi mentre il sistema cerca di concentrare il flusso di risorse dove possano essere processate al più alto tasso di efficienza e fornire i più alti profitti; qualcosa che di solito è in relazione alle economie di scala. In pratica, la contrazione dell’economia non è la stessa ovunque: le parti periferiche del sistema, sia in termini geografici sia in termini sociali, non possono trattare le risorse con sufficiente efficienza; tendono quindi ad essere estromesse dal flusso di risorse, contrarsi ed infine scomparire. Un sistema economico che affronti una riduzione dell’afflusso di risorse naturali è come un uomo che muore di freddo: le estremità sono le prime a congelare e morire.
Ora, qual è il ruolo del sistema finanziario – alias, “denaro”? Il denaro non è un’entità fisica, non è una risorsa naturale. Ha tuttavia, un ruolo fondamentale nel sistema come catalizzatore. In una reazione chimica, un catalizzatore non cambia i potenziali chimici che guidano la reazione, ma può accelerare e cambiare i percorsi abituali dei reagenti. In un sistema economico, il denaro non cambia la disponibilità di risorse o la loro resa energetica, ma può dirigere il flusso di risorse naturali verso le aree nelle quali esse siano sfruttate più velocemente e con più efficienza. Questa assegnazione del flusso genera normalmente più denaro e, di conseguenza, abbiamo un tipico feedback positivo. Come risultato, tutti gli effetti descritti prima accelerano. In questo modo, l’esaurimento può essere temporaneamente mascherato, anche se, di solito, a costo di un maggior inquinamento. Poi, potremmo assistere al collasso brutale di interi territori, come potrebbe essere nei casi di Spagna, Italia, Grecia ed altri. Questo effetto può diffondersi ad altri territori, dal momento che l’esaurimento delle risorse non rinnovabili continua ed il costo dell’inquinamento aumenta.
Non possiamo andare contro la termodinamica, ma potremmo almeno evitare alcuni degli effetti più spiacevoli che ci vengono dal tentativo di superare i limiti delle risorse naturali. Questo punto è stato già esaminato nel 1972 dagli autori dello primo studio dei “Limiti dello Sviluppo” sulla base dei loro modelli, ma, alla fine, è solo questione di buon senso. Per evitare, o almeno mitigare il collasso, dovremmo fermare la crescita; in questo modo le risorse non rinnovabili durerebbero più a lungo e noi potremmo usarle per sviluppare quelle rinnovabili. Il problema è che frenare la crescita non dà profitti e che, al momento, le rinnovabili non forniscono ancora gli stessi profitti dei combustibili fossili rimanenti. Quindi, al sistema non piace andare in quella direzione, ovvero versoinvestimenti a lungo termine. Tende, piuttosto, ad andare verso i più alti profitti a breve termine, aiutato in questo dal sistema finanziario. Ovvero, il sistema tende a continuare a far uso di risorse non rinnovabili, anche a costo di distruggere se stesso. Forzare il sistema a cambiare direzione potrebbe essere ottenuto grazie ad un qualche tipo di controllo centralizzato ma questa sarebbe una cosa, ovviamente, complessa, costosa ed impopolare. Non c’è da stupirsi se i nostri leader non sembrino essere entusiasti di questa strategia.

Vediamo, piuttosto, un’altra opzione possibile per i leaders: quella di “stimolare la crescita”. Cosa significa esattamente? In generale, sembra che significhi usare il sistema fiscale per trasferire risorse finanziarie al sistema industriale. Con più disponibilità di denaro, le industrie possono permettersi prezzi più alti per le risorse naturali. Di conseguenza, l’industria estrattiva può mantenere i suoi profitti, in effetti aumentarli, e continuare ad attingere anche a risorse progressivamente più costose. Ma il denaro, come abbiamo detto, non è un’entità fisica; in questo caso catalizza soltanto il trasferimento di risorse umane e materiali verso il sistema estrattivo, a danno dei sottosistemi come la sicurezza sociale, la sanità pubblica, la pubblica istruzione, ecc. Questo non è indolore, naturalmente, ma potrebbe dare l’impressione che si stia lavorando a risolvere i problemi. E' una strategia che potrebbe anche migliorare temporaneamente gli indicatori economici e mantenere il flusso di risorse grande abbastanza da prevenire il collasso completo dei territori periferici, almeno per un po’. Ma la vera attrazione nello stimolare la crescita è che è la via più facile: spinge il sistema nella direzione in cui vuole andare. Il sistema è orientato allo sfruttamento delle risorse naturali al più alto ritmo possibile, questa strategia gli dà risorse fresche per fare esattamente questo. I nostri leader potrebbero non comprendere esattamente quello che stanno facendo, ma di sicuro non sono stupidi – non vanno contro i propri interessi.

Il problema è che la strategia di stimolare la crescita serve solo ad acqiustare tempo (e ad un prezzo molto alto). Nulla che i governi o gli operatori finanziari possono fare può cambiare la termodinamica del sistema-mondo – tutto ciò che possono fare è rimescolare le risorse da qua a là e questo non cambia la dura realtà dell’esaurimento e dell’inquinamento. Così, spingere la crescita economica è solo una soluzione a breve termine che peggiora la situazione a lungo termine. Può posticipare il collasso, ma al prezzo di renderlo più brusco nella modalità, modalità conosciuta anche come il dirupo di Seneca . Sfortunatamente, sembra che siamo diretti esattamente in quella direzione.



Questo post è stato ispirato da un eccellente post sulla situazione finanziaria scritto da Antonio Turiel dal titolo "Prima dell'onda" .

15 commenti:

  1. Da quello che ho capito é che non sembra ci siano possibilità di scampo, prima o poi se non si trovano altre risorse il sistema é destinato ad un rapido e rovinoso declino.
    Speriamo non sia così anche perché queste idee circolano ormai da quarant'anni e fortunatamente queste fosche ipotesi non si sono avverate ... Intanto la Cina sta andando verso una crisi di sovrapproduzione ovvero le risorse ci sono ancora, si produce ma poi non si riesce a vendere perché in in occidente siamo arrivati alla saturazione ... almeno per i portafogli sempre più vuoti.

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  2. Da quarant' anni se ne parla, caro anonimo, prevedendo appunto che la maggior probabilita' in cui si sarebbero visti gli eddetti erano i primi due decenni del 2000.

    Sovraproduzione e contrazione economica sono le due facce della stessa medaglia. E" gia' capitato in un altro contesto, si chiama grande depressione.

    La grande depressione che viviamo oggi e' generato da un mostruoso abisso di debiti, tieni presente che gira per il mondo ricchezza virtuale pari a circa 700.000 miliardi di dollari, mentre il pil mondiale e' di circa 50.000 miliardi di dollari.
    Quei 700.000 costituiscono la ricchezza fasulla su cui galleggia l'intero occiente e non solo. Una megabolla, una iper-bolla che e' scoppiata e che non e' possibile fermare, fino a che la ricchezza dell'intero mondo civilizzato, almeno a livello di moneta, non sara' praticamente azzerato.

    Il peak oil ha scatenato la deflazione da debiti, e qesta scatenera' il crollo delle esplorazioni e quindi della futura produzione.
    Il picco della curva a campana (piu' o meno) e' gia' bello che formato, ormai.

    Solo una cosa: le previsioni di scenario del club di roma, secondo me, non sono assolutamente in grado di descrivere quello che succede quando si innescano effetti soglia quali le guerre, specie su scala globale.

    Saluti
    Phitio

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  3. Come diceva l'uomo che cadeva dal grattacielo, mentre vedeva sfilare i piani: "per ora, tutto bene..."
    Ma forse questa immagine non è esatta: forse quello che ci aspetta non sarà un tonfo drammatico ma consapevole, ma piuttosto un graduale, seppur rapido, adeguamento di noi tutti a una involuzione fatta di impoverimento, inquinamento e degrado.
    Mentre scivoleremo lungo il dirupo di Seneca tutto ci sembrerà inevitabile e dovuto a cause contingenti, i media daranno la colpa a certi governi, a certe categorie sociali, a certi accadimenti internazionali. Lo sprofondamento sarà la somma di tanti piccoli cedimenti di cui non riconosceremo le vere cause, avvolti come saremo da una cortina fumogena di fatti di cronaca, distrazioni, cattive informazioni, residui di ideologia consumista e liberista.
    Questo è quello che l'istinto, più che la ragione, mi suggerisce. Ma in fondo anch'io spero di sbagliarmi...

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  4. Al di là di molte considerazioni filosofiche, più o meno verosimili, l'articolo dice due verità inconfutabili: le materie prime non sono infinite e quando queste staranno per terminare il mondo, seconda verità, inizierà la discesa. E' una questione puramente politica se la discesa sarà un lento e controllato ridimensionamento del nostro modo di vivere, o una rovinosa valanga verso l'abisso. Non so se capiterà a noi o ai nostri figli, ma per non saper né leggere né scrivere, adatto fin da ora il mio stile di vita ad un modello meno dispendioso per il pianeta (per quanto ne sono capace, anche se so che non è abbastanza) e ragiono in termini futuristici ogni volta che vado a votare.

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  5. All'indirizzo seguente c'è la tragicomica scena del treno dei fratelli Marx.
    Profetica quanto mai per descrivere il momento planetario contemporaneo.
    http://www.youtube.com/watch?v=UlVoZgM4fgI
    En passant noto che il Dirupo di Seneca ha la forma di una pinna di pescecane.Ed essendo la sua parte ripida orientata nel verso che oppone minore resistenza al moto, ciò implica che prima vengono le fauci poi la parte della pinna declinante e poi quella ripida.A meno che non si tratti d'un pescecane che nuota in retromarcia.
    E pescecane è anche un sinonimo di arrivista del mondo finanziario.
    Sono coincidenze insignificanti di sicuro.
    Poco tempo fa ritenevo che il decennio in corso sarebbe stato determinante per secoli a venire.
    Ora comincio a credere che lo sia il lustro che abbiamo davanti.
    Ora, chi s'è destato dal torpore di decenni di crescita ininterrotta, può anche decidere di stordirsi per non affrontare la rapida decrescita della crescita, altrimenti definibile come collasso sistemico.
    Più che sperare ci sarà da spalare, spulciare e piluccare e sospirare.
    Aah, chissà cosa inspirerebbe ai fratelli Marx questo atto tragicomico della grande commedia umana.

    Marco Sclarandis

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  6. R "Stimolare la crescita. Cosa significa esattamente? In generale, sembra che significhi usare il sistema fiscale per trasferire risorse finanziarie al sistema industriale "....Allora noi italioti dovremmo star tranquilli di non contribuire alla crescita del pIL mondiale visto che il nostro sistema fiscale è unico al mondo per deprimere l'industria...Semmmai, sarebbe il caso di destinare l'ipertrofia fiscale del pubblico non precipuamente al mantenimento dei suoi lavoratori (tutti) ed ai servizi, ma alle opere di sicurezza energetica e recupero dei suoli, finchè abbiamo ancora un pò di energia da fossili e materie prime relativamente a buon mercato.

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  7. R "Stimolare la crescita. Cosa significa esattamente? In generale, sembra che significhi usare il sistema fiscale per trasferire risorse finanziarie al sistema industriale "....Allora noi italioti dovremmo star tranquilli di non contribuire alla crescita del pIL mondiale visto che il nostro sistema fiscale è unico al mondo per deprimere l'industria...Semmmai, sarebbe il caso di destinare l'ipertrofia fiscale del pubblico non precipuamente al mantenimento dei suoi lavoratori (tutti) ed ai servizi, ma alle opere di sicurezza energetica e recupero dei suoli, finchè abbiamo ancora un pò di energia da fossili e materie prime relativamente a buon mercato.

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  8. C'è una domanda inutile che mi frulla sempre in testa quando leggo questi articoli. La pongo lo stesso. D'accordo, i nostri leader non sono stupidi, è fin troppo ovvio (se lo fossero non sarebbero lì dove sono).
    Ma secondo voi, un Monti, per fare un nome a caso di uno che sembra abbia almeno studiato e letto molto nella vita, dicevo - secondo voi - un Monti le cose scritte qua sopra le ha lette qualche volta, e se sì, cosa ne pensa? L'unica risposta che riesco a darmi, per non pensare che sia matto, è che sì, le ha lette, ma forse, come in tanti, crede che la tecnologia al momento buono, non si sa come, ci salverà tutti.
    L.

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  9. Quella curva somiglia alle montagne russe.
    Salire è comodo, bello, tranquillo... ridi, godi, fai il galletto, il panorama è sempre migliore.

    Quando arrivi all'apice e inizi ad inclinarti ti caghi addosso e pensi solo alla tua paura.

    Quando inizia la discesa tutto il resto perde significato: ci sei solo tu, il tuo cuore, la tua corsa, la tua emozione.

    Quando finisce ti ricordi che è per quell'emozione che hai pagato il biglietto.

    Inizia la discesa ragazzi ;-)

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  10. R Anonimo : bello il tuo commento, ma secondo me è valido solo per chi è consapevole di aver comprato il biglietto : molti altri potrebbero incavolarsi sul serio e linciare , nella confusione, anche chi ha solo acquisito i mezzi culturali per capire cosa sta succedendo....Se non altro è per questo che mi piacerebbe che la società fosse guidata davvero in accordo alle possibilità date dalla natura e non dai desideri di una generazione o due ormai molto anziane...

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  11. @ Phitio: una guerra globale oggi può essere solo nucleare, quindi miliardi di morti e belle e risolto il problema dell'esaurimento delle risorse, del global warming, che riguardano la sovravvivenza futura, perchè il problema allora sarà la sovravvivenza giornaliera. Perciò il club di Roma non si è occupato di questo problema: troppo facile la soluzione.

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  12. La resa di energia da idrocarburi è troppo superiore a quella dall'elettricità. Probabilmente collasserebbero interi sistemi e sarebbero necessari profondi cambiamenti sia nel mondo fisico, che economico. Che non sarebbero mai accettati, come dice Lei, prof Bardi, volontariamente dai politici, ma nemmeno dai professori e da nessuno. Purtroppo e giustamente la termodinamica, come dicevano i miei vecchi della matematica, non è un'opinione.

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  13. Eh, beh, caro massimo; il problema è proprio questo. Quando la resa degli idrocarburi sarà scesa nettamente sotto quella delle alternative (e non ci vorrà molto; ci siamo quasi), politici e tutti gli altri dovranno accettare per forza gli eventi - è termodinamica, non è opinione. E, a quel punto, ci domanderemo perché non abbiamo investito prima nelle rinnovabili.

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  14. Ugo, ieri sera su "In onda" de "La7" hanno pronunciato le fatidiche parole:(prossimo) Picco del petrolio.Le ha pronunciate Giovanni Favia del Movimento 5 stelle.
    Precedute dall'aggettivo "prossimo".
    Troppo tardi troppo poco.
    Ma presto vedrai che la locuzione
    "Effetto Cassandra" per misteriose vie che solo la Grande Cibertela conosce assurgerà all'empireo della fama Italica.
    Di "Effetti" ne conosciamo molti. da quello "Notte" dell'omonimo film a quello "Farfalla" reso famoso da Edward Lorentz via via elencando dalle varie branche dello scibile umano.
    Ma l'"Effetto Cassandra" diventerà una delle locuzioni fondamentali del nostro linguaggi, come "Il Grande Fratello".
    Domanda,:Ma "il Grande Fratello" quello del romanzo "1984" di George Orwell, è imparentato con la sora Cassandra?
    C'è qualche esperto d'araldica che ne sa qualcosa?

    Marco Sclarandis

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  15. Salve,
    anche se sembra apparentemente lontano dalle riflessioni sopra, vi invito ad ascoltare le parole dello psicologo Dan Gilbert in un intervento di qualche anno fa alle TED Conferences.
    Non parla di economia o di limite alle risorse. Ma parla di tutti noi e forse ci aiuta a comprendere come mai talvolta sia apparentemente difficile dare risposta ad alcuni comportamenti che tutti noi riteniamo piuttosto incomprensibili.
    Gilbert dice: "Che tipo di motore economico continuerebbe a produrre se credessimo che il non ottenere ciò che vogliamo potrebbe renderci altrettanto felici dell'ottenerlo?" (Why are we happy? Why aren't we happy?: http://www.ted.com/index.php/talks/dan_gilbert_asks_why_are_we_happy.html)

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