L'andamento della produttività planetaria negli ultimi 30 anni. I dati sono da Nemani et al. fino al 2000 e da Zhao e Running fino ad oggi. Ringrazio Stuart Staniford per i dati digitizzati.
Il grafico che vedete qui mostra i dati per la produttività planetaria netta (NPP) espressi in gigatonnellate/anno come "anomalia", ovvero come variazione rispetto a un valore fisso. Per produttività planetaria si intende la quantità di biomassa che si rileva sulla superficie del pianeta con osservazioni satellitarie.
Come argomentavo in un post precedente, sembra abbastanza chiaro che abbiamo passato un "picco di produttività" planetaria verso il 1998. I dati qui sopra li ho fittati alla buona con una lorenziana (era quella che veniva meglio fra curve simili). Tenete anche conto che siamo di fronte a un processo più complesso di quello che vediamo quando si tratta di esaurimento delle risorse; tipo il petrolio per intenderci.
Qui abbiamo una serie di fattori che hanno a che vedere con i cambiamenti climatici planetari: l'aumento della concentrazione di CO2 fa bene alle piante, ma l'aumento delle temperature che ne risulta genera desertificazione e questa è la ragione probabile della perdita di produttività che abbiamo visto negli ultimi anni. Probabilmente anche altri tipi di attività umane (desertificazione, cementificazione, erosione del suolo) hanno un effetto.
In sostanza, questi dati potrebbero essere un'indicazione che la terra sta cominciando a desertificarsi a causa del cambiamento climatico e altre attività umane. Non ne possiamo essere completamente sicuri, ma c'è ampia evidenza per esserne preoccupati.
(Nota: anche Stuart Staniford esamina questi dati nel suo blog)