Avrete notato un cambiamento nel titolo del blog che ora si chiama "la maledizione di Cassandra". Prima l'avevo chiamato semplicemente "Il blog di Ugo Bardi", ma era un tantino troppo generico.
Ho visto che i vari post che facevo stavano evolvendo sempre di più verso il problema della comunicazione e della lotta contro la pseudo-scienza, soprattutto in campo climatico. Così mi è parso il caso di chiamare in causa Cassandra, profetessa e mia personale eroina. Il titolo "la maledizione di Cassandra", fra le altre cose, è quello di un libro che sto preparando.
Credo che siamo arrivati a un punto di rottura nel rapporto fra scienza e società. I prossimi anni decideranno se gli scienziati faranno la fine di Cassandra; ovvero saranno demonizzati e marginalizzati (e forse fisicamente eliminati). In questo caso, è probabile che la nostra civiltà faccia la fine di Troia al tempo di Cassandra; però non potremo dire di non essercela cercata.
Al momento, l'onda della disinformazione sulla questione del cambiamento climatico sta travolgendo tutto e tutti. Contro la stupidità, anche gli Dei lottano invano e Cassandra se ne è accorta ai suoi tempi. Comunque, non tutto è perduto se sapremo reagire. La lotta è appena cominciata e, come diceva Churchill, non sarà per Agosto, e nemmeno per Settembre, tuttavia......
Professor Bardi, non so se conosce la storia di Peter Duesberg and Kari Mullis (1). È molto istruttiva.
RispondiEliminaIn quel caso la comunità medica si è comportata molto meglio in termini di public relations di quanto stia facendo oggi la comunità dei climatologi, eppure non ha potuto prevenire l'adozione da parte di politici incompetenti (2) di una policy scellerata che ha causato centinaia di migliaia di morti (3).
Tremo all'idea di quello che accadrà col GW, visto che la retorica negazionista qui è molto più forte e la reazione razionalista è molto più debole di allora. Per non parlare della maggiore gravità del problema in questione.
Da parte di uno sconosciuto collega (sono un biologo emigrato) non posso che esprimerle tutta la mia stima per quello che lei sta facendo.
(1)
http://www.plosmedicine.org/article/info:doi/10.1371/journal.pmed.0040256
(2)
http://it.wikipedia.org/wiki/Thabo_Mbeki
(3) http://en.wikipedia.org/wiki/AIDS_denialism#cite_note-chigwedere-10
Caro Ugo, credo piuttosto che siamo in un periodo in cui tutto deve essere sottoposto ad una attenta analisi.
RispondiEliminaNon esiste LA SCIENZA come valore universale e nemmeno i scienziati
come punto di riferimento per le nostre conoscenze e coscienza
I crolli di paradigma sembrano piuttosto fenomeno universale,
abbracciano tutti i settori ed è perché in tutti i settori siamo
arrivati ad un bivio che richiede di uscire da una logica di chi ha
ragione e chi no.
Osservo nell' ambito delle discussioni sul Global Warming Sì o No una
specie di partita calcistica che alla fine favorisce forse qualcuno
che continua a pianificare in una vecchia logica, affaristica e di
dominio.
Personalmente vedo aspetti che mi convincono e non mi convincono da
entrambe le parti nella discussione climatica e mi permetto di avere
una oppinione e non ho la necessità di qualificarmi come una che SA e
che ha la verità in tasca.
Indago nel limite delle mie capacità.
Non di rado osservo tra le parti cosiddette avversarie un pensiero ed
intento che unisce.
Ci vuole dialogo-confronto e non guerra-scontro.
Sono tempi di transizione con sfide grosse, anche intellettuali.
Saluti
Caro Carlo, grazie per il commento. La storia di Duesberg la conosco abbastanza e so che ha fatto dei grossi danni con la storia che il virus HIV non è la causa dell'AIDS. Altrettanti ne ha fatti e ne sta facendo Simoncini con la sua follia di curare il cancro con il bicarbonato.
RispondiEliminaPurtroppo, il pubblico cade facilmente nelle grinfie di questi imbroglioni - è troppo umano. Non sarebbe bello se il cancro si potesse davvero curare con il bicarbonato? Se l'AIDS non si propagasse per contagio? Se il problema del clima fosse un complotto ordito da un gruppetto di climatologi malvagi?
Purtroppo, quando i sogni si scontrano con la realtà, la realtà risulta sempre molto più dura.
Cara Maria,
RispondiEliminala lotta fra il bene e il male non è mai simmetrica. Il male, come sai, non esiste - è solo assenza di bene. I negazionisti climatici non hanno niente in mano per difendere le loro tesi. In realtà, non hanno nemmeno tesi proprie: hanno solo la negazione ideologica delle tesi di altri. Tu sei una persona intelligente e queste cose le puoi capire. Pensaci sopra.
Cara Maria,
RispondiEliminaposso chiederle se lei ha la stessa posizione equidistante ("tutti e due non mi convincono", oppure esistono "ragioni e torti in entrambe le posizioni ecc...") nei seguenti dibattiti storici scienza/politica?
1) forma della terra (piatta/curva)
2) Orbita della terra nei confronti del sole (sole attorno alla terra/terra attorno al sole)
3) origine della vita umana (6 mila anni/svariate centinaia di milioni di anni)
No, perché questi temi sono stati ferocemente dibattuti in modi non disimili dal tema del GW per centinaia di anni e purtroppo non sono ancora stati definitivamente archiviati. Eppure la verità fattuale delle cose non sta mai in mezzo, per definizione. La terra o è piatta oppure è curva. La terra o si riscalda oppure si raffredda. Non esistono posizioni intermedie e pretendere di rimanere equidistanti è assurdo e pericoloso.
Un altra cosa, tutti gli esseri umani sono fallibili, per definizione. Anche gli scienziati. Su questo siamo perfettamente d'accordo. Ma occorre aggiungere che è prprio per questo che si è elaborato il metodo scientifico, che funziona rimarcabilmente bene date le circostanze. La differenza tra oggi ed i tempi di galileo è che oggi si è raggiunta una massa critica di gente che ne fa uso, e quindi il progresso umano è potuto avanzare pur con tutte le sue evidenti contraddizioni. Questa cosa purtroppo invece di migliorare sta tornando indietro, ai tempi di galileo, quando la massa non solo non era critica, ma era del tutto inesistente.
Ugo non discuto con chi ho di fronte in blocco, ma considero gli aspetti esposti che possono illuminare il campo del mio ragionamento oppure in caso contrario le mie vedute possono dare input all'altro.
RispondiEliminaDove una posizione comincia a cristallizzarsi in forma dogmatica o quasi religiosa come spesso accade è finita.
Secondo me c'è molto da smantellare nelle forme di comunicazioni e dare un posto d'onore al dubbio in senso costruttivo lasciando aperto il campo verso nuove considerazioni. E lo dico per tutti, me inclusa, ovvio :)
Dici:
Il male, come sai, non esiste - è solo assenza di bene.
Il male esiste ed è assenza di bene. Che dici?
Quindi focalizzando il bene il male si dissolve perché non ha più ragione di esistere dice più o meno un antichissimo libro saggio cinese ( I King).
Da applicare anche nelle "strategie" comunicative dove regna un gran buio.
Cambia quello che ne esce. Forme e contenuto sono interconnesse.
Ciao!
Mi piace assai il nuovo titolo ritrovandomi completamente a mio agio nella figura mitologica di Cassandra (tanto da avere fondato un gruppo su FaceBook).
RispondiEliminaMi sento ancora più Cassandra aggiungendo 'efesto-prometeica'. Prometeo 'colui che riflette prima'. Efesto nella mitologia greca è il dio del fuoco e della tecnologia. Non solo parole ma anche azioni.
Massimo
Carlo Fusco ha detto...
RispondiEliminaEppure la verità fattuale delle cose non sta mai in mezzo, per definizione
No, oppure qualche volta sì, ma molte volte sta al di là delle due o più posizioni,oppure entrambi o più toccano aspetti di verità.
Dove non può essere certezza una verità resta ipotetica ed è sottoposta ad indagini ulteriori e correzioni in seguito.
il progresso umano è potuto avanzare pur con tutte le sue evidenti contraddizioni
E anche grazie a questo!!E anche grazie agli errori. E grazie a tant'altro ancora.
Scusi la rapidità, ho colto solo frammenti.
Saluti
Maria, lo dicevo che sei una persona intelligente! Vedi che hai capito come stanno le cose? Ci vogliono nuove strategie comunicative; hai perfettamente ragione. I climatologi - e gli scienziati in generale - sono stati spesso altrettanto dogmatici dei loro avversari. Questo è male - sono stati degli ingenui. Ma non sono cattivi; sono soltanto impreparati a comunicare.
RispondiEliminaHai ragione a parlare di dubbi. Ma facci caso: la scienza - quella vera - è tutta basata sul dubbio e sulla verifica. La propaganda, invece, è basata sulla certezza è sulla percezione, non sulla verifica. E' per questo che parlo di asimmetria nel conflitto delle idee.
Da una parte c'è la scienza che, anche se non abbiamo saputo presentarla, ha costruito una vera meraviglia del pensiero: la comprensione dei meccanismi di funzionamento dell'ecosfera. E' una cosa bella che ha richiesto decenni e il lavoro e la fatica di migliaia di ricercatori. E' un edificio ancora incompleto, ha ancora qualche difetto; qualcosa andrà ricostruito, qualcosa rivisto. Ma è bellissimo: è un gioiello del pensiero di cui possiamo vantarci.
Dall'altra parte del dibattito, non c'è niente del genere. C'è, è vero, qualche onesto scettico che pensa che certe ali dell'edificio andrebbero buttate giù e rifatte. Ma la maggioranza sono talpe che scavano sottoterra per minarlo alle fondamenta. Non sanno costruire niente - sanno solo distruggere.
Allora, dobbiamo ripensare tutta la faccenda e comunicare, comunicare, comunicare. Questo vuol dire, anche, a mio parere, dire pane al pane, vino al vino e dare di stronzo a chi se lo merita; ovvero ai disinformatori pagati dalle lobby. Ma questa è tattica spicciola. Più importante, molto più importante, è la capacità di sognare; di pensare al futuro come qualcosa di bello e di positivo. Un futuro di armonia di questo pianeta. Un bel sogno che possiamo sognare tutti.
Se il clima cambiasse decisamente nell'arco di due secoli, non ne importerebbe niente a nessuno.
RispondiEliminaMa se ciò accadesse in mezzo secolo, bisognerebbe portarne le prove certe,affinchè la massa delle persone se ne convincesse.Il fatto è che queste prove, quando ci sono, sono solo in parte comprensibili e quindi credibili, proprio da quella massa di persone alle quali sarebbero destinate.A differenza di molti altri ambiti della scienza,non sappiamo come fare un esperimento dimostrativo che possa cambiare il clima in modo rapido, controllato e reversibile, almeno in una regione della Terra.Quello del cambiamento del clima sembra proprio un "dilemma del prigioniero" d'impossibile semplificazione.
Potrebbe essere che scopriremo che modificare il clima e quindi anche riportarlo a condizioni preindustriali, vada al di là delle capacità umane di controllo.Potrebbe essere che scopriremo che per cambiare il clima bisognerebbe allungare del doppio o del triplo la vita umana.Cosa che se fosse anche possibile, sarebbe un cambiamento altrettanto sconvolgente di quello del clima planetario stesso.Per ora sembrerebbe che il clima stia davvero cambiando e che una bella spinta gliela abbiamo data noi almeno da un paio di secoli.E'su questa dubbia certezza che si possono fondare le nostre scelte.
Agire con prudenza implica cambiare velocemente abitudini mentre continuare a vivere con spavalda noncuranza ci espone a rischi fatali.
Il cambiamento del clima, veloce e irreversibile, perchè queste sono le qualità che lo rendono drammatico, sembra giunto proprio in sincronia con la scoperta della natura ineluttabilmente caotica dell'universo.
Solo una insignificante coincidenza?
Siamo ancora vivi, ma già materia per le leggende dei nostri posteri.
Marco Sclarandis
Sì il titolo del blog sembra azzeccato per i temi che il blog discute.
RispondiEliminaDirei anche che gli scienziati sono sempre stati delle figure mitologiche di cui avere paura e nutrire sospetto alla stregua di sciamani o nel mondo classico e paleomediterraneo dei fabbri. I fabbri detenevano conoscenze tecniche e scientifiche precluse alle persone normali e per questo incutevano timore. Spesso venivano rappresentati come storpi e misantropi (vedi il dio Efesto lo storpio appunto).
Spesso è uno scontro impari perché gli scienziati sono una minoranza e hanno poca dimestichezza comunicativa. Inoltre le stesse persone che contestano la scienza, comunque fanno uso dei suoi frutti ogni giorno. Quanto è ipocrita il mondo
Ugo Bardi ha detto...
RispondiEliminala scienza - quella vera - è tutta basata sul dubbio e sulla verifica. La propaganda, invece, è basata sulla certezza ....non sulla verifica.
Mi pare azzeccato.
Più importante, molto più importante, è la capacità di sognare; di pensare al futuro come qualcosa di bello e di positivo. Un futuro di armonia di questo pianeta. Un bel sogno che possiamo sognare tutti.
Bello!Sono d'accordo.
http://blog.modernmechanix.com/2006/07/07/carbon-dioxide-causes-global-warming-1932/
RispondiEliminaleggo tra le righe un certo intento di livellare l'opinione altrui...
RispondiEliminaNon me ne voglia, l'autore del blog, ma questo e' il mio pensiero.
Cara Maria, lo sapevo che tu sei una che sogna dei sogni belli; anzi, bellissimi. ooooooxxxxxx (hugs and kisses)
RispondiEliminaTempo fa feci notare sulla mail list di ASPO un concetto che ritengo importante in questo contesto. Quello del confronto fra "normal science" e "post-normal" science.
RispondiEliminaForse è la scienza normale, quella alla cui costruzione abbiamo cercato e cerchiamo di dare il nostro, piccolo o grande, contributo, che è arrivata al capolinea. Nella ricerca, nella pubblicazione dei risultati e delle
interpretazione dei dati sperimentali o osservativi entrano ormai, in molte discipline, e sicuramente nella climatologia, interessi che sono esterni alla scienza tradizionale e che vogliono in qualche modo determinare gli esiti del percorso scientifico. Nel bene e nel male. Un giorno o l'altro dovremo prenderne atto.
Non è più il tempo dello scienziato neutrale che se ne stava tranquillo nel suo laboratorio, o sul campo a fare cose che ai più apparivano un po' astruse, ma che sarebbero servite pochi anni o decenni
dopo in qualche piega della società. Oggi tutto si mescola, tutto si confonde nell'Agorà ed è difficile mantenere la barra del metodo galileiano sulla rotta tracciata. Il caso dell'hackeraggio al CRU, dell'uso di questo fatto dai negazionisti e degli errori patenti e imperdonabili commessi da alcuni scienziati di quell'organismo sono tipici del momento in cui ci troviamo. Ho trovato molto pungente
e al punto il post sul tema pubblicato sul blog di Monbiot e rimbalzato su diverse mail list. Gli scienziati si devono riciclare
comunicatori di massa e facendo questo
rischiano di perdere la "credibilità che un tempo gli veniva attribuita senza discutere grazie all'autorevolezza e grazie al fatto che delle durissime polemiche interne al movimento
scientifico non traspariva quasi nulla nel grande pubblico. Abbiamo avuto un assaggio di quello che sarebbe stato quando si è cominciato
a discutere pubblicamente di ambiente, negli anni 70-80, e di darwinismo. In quest'ultimo caso, in particolare, i negazionisti (dell'evoluzione) si sono sempre attaccati alle dispute fra biologi evoluzionisti per mettere in dubbio l'intero costrutto teorico e osservativo. Nel caso dell'evoluzionismo la posta in gioco appariva eminentemente filosofico- religiosa, con notevoli implicazioni ideologiche, e quindi ha attratto una fetta limitata della società. Ma qui, con
l'ambiente e quindi con il clima, si tocca il cuore del paradigma economico esistente, per questo la battaglia diventa politica. Non ci si può più accontentare di dire il vero scientifico.
Luca Pardi
Sono perfettamente d'accordo con Luca Pardi.
RispondiEliminaVorrei solo aggiungere che oltre a divenire dei comunicatori migliori, i ricercatori devono seriamente riformare le modalità del dibattito interno. Occorre che questo diventi a mio parere molto più trasparente di quello che è ora. I panni sporchi vanno lavati tutti pubblicamente senza nascondere nulla, proprio per annullare l'arma del buon vecchio FUD che è stata usata con tanto successo dai crackers governativi che hanno divulgato quelle mail.
Incidentalmente, una maggiore trasparenza migliorerà anche la qualità dei lavori pubblicati, risolvendo alcuni dei gravi problemi che affliggono il sistema attuale di peer review.
Non vorrei che nell'eccesso di equidistanza si finisse per ritenere tutto ugualmente credibile e ugualmente degno.
RispondiEliminale cose non credo possano e debbano essere cosi.
Come è stato fatto osservare alla fine un affermazione è sempre o vera o falsa.
La terra o è piatta o è curva.
Il clima o si sta riscaldando o no.
Poco importa poi che altre teorie siano maggiormente affascinanti o ci prospettino futuri migliori.
Lo ribadisco perché mi capita spesso nelle mie discussioni con ferventi sostenitori delle scienze alternative di sentirmi dire "voi scientisti (io non sono uno scienziato) credete che la verità sia sempre dalla vostra parte".
Mentre in realtà la verità sta semplicemente dove si trova e la scienza è solo un metodo rigoroso per scoprire dove.
Questo non impedisce alla scienza di sbagliare ma non significa nemmeno che dove la scienza sbaglia o non ha la risposta, basta essere alternativi alla scienza per avere ragione.
Veramente ci sono anche le cose indecidibili,e non solo matematicamente parlando.
RispondiEliminaIl metodo galileiano va bene, ma presuppone che tutto si possa misurare con sempre maggiore precisione e che l'atto della misura sia indipendente dalle cose misurate.Sappiamo ormai da un secolo che così non è.Per fare un esempio semplice,un sondaggio galileianamente definitivo ed esauriente
sulla preferenza della pena di morte o dell'ergastolo, bisognerebbe interpellare tutta la popolazione mondiale,almeno da una certa età in poi.Per ovvi motivi questo non si può fare,e ci si accontenta di ingegnose statistiche.Ma anche nella fisica si fa così.
Mica si guarda al comportamento di ogni singolo atomo.Si suppone che a certe condizioni gli atomi si comportano tutti allo stesso modo.Il clima è un sistema caotico, che non vuol dire però, nè incomprensibile e nè indescrivibile.Il caos ha le sue leggi, che solo da qualche decennio abbiamo cominciato a scoprire.E per scoprirle il metodo galileiano funziona, ma va usato con grande cautela.
I fenomeni caotici sono intrinsecamente sensibilissimi alle minime differenze delle condizioni iniziali, per cui se una previsione dipende da una sola misura, diventa impossibile farla su tempi lunghi.Le previsioni del tempo attuali si fondano su calcoli enormi e sofisticati.E sono abbastanza attendibili solo su due o tre giorni.
Allo stesso modo, prevedere come evolverà il clima globale e in quanto tempo non è un compito semplice.Ci sono tanti aspetti da considerare, e sopratutto bisogna capire di ogni aspetto, quale è dominante e entro quale ampiezza s'estende il suo dominio.
La società delle nubi e dei venti, è quasi complicata come quella umana.
Per fortuna che sembra che non pensi...........
Luca, hai centrato esattamente il problema. Qui, nessuno ha addestrato gli scienziati a comunicare. In questo, sono come dei bambini; non hanno veramente la minima idea. Confondono comunicazione con divulgazione, per esempio. Ti vorrei invitare a fare un piccolo post di queste tue considerazioni, da pubblicare sul blog.
RispondiEliminaCaro Anonimo che si preoccupa di chi vuol "livellare l'opinione altrui". E' bello sapere che ci sono le lobby del carbone e del petrolio che ci difendono da questo rischio, vero?
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