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lunedì 10 maggio 2010

Siamo tutti Neanderthal


Un bambino (o forse una bambina) neanderthal di circa 30.000 anni fa ricostruito sulla base dei resti fossili all'Università di Zurigo.

Notizie eccezionali dall'ultimo numero di "Science" (7 Maggio 2010). I Neanderthal sono vivi! Siamo tutti un po' Neanderthal.

Potete trovare un riassunto dell'articolo su "Le Scienze" su "Earth News." In sostanza, un gruppo di scienziati, guidati dal prof. Green dell'Università di Santa Cruz, California, hanno esaminato il genoma dei Neanderthal estratto da ossa trovate in caverne in Europa e non ancora fossilizzate. E' stato un lavoro molto complesso e difficile, ma alla fine dei conti hanno trovato che il genoma dei Neanderthal contiene tracce di "interbreeding" con noi Sapiens. Solo delle tracce e, ovviamente, con tutte le incertezze del caso. Ma questo vuol dire che è perlomeno molto probabile che fra i nostri remoti antenati ci sia anche qualche Neanderthal. Era una cosa dibattuta da anni, ma dai resti scheletrici non si poteva veramente dire se i Neanderthal e i Sapiens erano in grado di generare figli. Adesso lo sappiamo: era possibile ed è successo, perlomeno qualche volta.

Non so cosa ne pensate voi; ma è una cosa che a me fa immensamente piacere. I Neanderthal mi sono sempre stati simpatici: non erano affatto i bruti ignoranti che per tanti anni si è detto che erano (come ho scritto qui). Erano un po' diversi da noi, sicuramente più robusti, probabilmente meno bravi a costruire aggeggi. Ma erano perfettamente adattati al loro mondo.

Tutta la faccenda mi fa venire in mente la famosa storia dell'antico dibattito sull'evoluzione fra Thomas Huxley e l'arcivescovo Wilberforce. L'avete sentita raccontare tutti, immagino; c'è quel punto culminante in cui Wilberforce cerca di prendere in giro Huxley chiedendogli se è per parte di madre o di padre che sostiene di essere disceso dalle scimmie. E Huxley, a muso duro, gli risponde che preferisce avere una scimmia come antenato piuttosto che un arcivescovo che usa la sua intelligenza per raccontare fesserie. Bene, io preferisco di gran lunga avere dei Neanderthal come antenati piuttosto che certi Sapiens che vedo in giro oggi, mentitori patologici che passano la loro vita a imbrogliare la gente.

La storia dei Neanderthal non ha niente a che vedere con le fesserie che ci sembrano tanto importanti oggi, i politici, le crisi della borsa e tutto il resto. Ci preoccupiamo di sapere se il picco del petrolio sarà oggi o fra due anni. Quando parliamo di cambiamento climatico, quello che succederà fra cento anni ci sembra talmente lontano da non essere minimamente interessante. Ma quando parliamo dei Neanderthal, parliamo di una storia che è cominciata forse mezzo milione di anni fa e si è conclusa trentamila anni fa - un arco di tempo lunghissimo. Chi lo sa quante cose sono successe, quanto hanno girato per l'Europa (a quel tempo in gran parte ghiacciata) i nostri antenati. Si sono incontrati, osservati, picchiati, amati. Si saranno scambiati punte di freccia, pelli di orso, statuette della dea della fertilità, e chissà che altro. Di tutto quel tempo non è rimasto quasi niente; dei Neanderthal solo qualche osso e qualche tomba dove - forse - il corpo del defunto è stato seppellito coperto di fiori.

Cosa rimarrà di noi fra centomila anni? Non lo possiamo sapere. Ma è bello sapere che i Neanderthal vivono ancora. Viva Neanderthal!