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mercoledì 19 febbraio 2020

Il cane, il gatto e io





Un post di Bruno Sebastiani



Mentre io sto qua seduto alla mia scrivania a spremermi le meningi per produrre articoli e libri, i miei animali di casa, Nina il cane e Mochi il gatto, se ne stanno a dormicchiare nelle loro cucce o vagano nella campagna adiacente.

Mentre io al mattino, quando mi sveglio, mi lavo i denti e mi faccio la doccia e la barba, loro continuano a sonnecchiare pigramente, e sono sempre puliti, con il pelo lucido e splendente.

Mentre io, dopo essermi lavato, cerco una camicia e un paio di pantaloni puliti da indossare, loro rimangono beatamente nudi giorno e notte.

Mentre io e mia moglie quotidianamente ci prepariamo la colazione e cerchiamo qualcosa da mettere sotto i denti, loro attendono più o meno impazientemente che le loro ciotole vengano riempite.

E quando finiamo di mangiare, a noi tocca lavare piatti e ciotole. Operazione da ripetersi tre volte al giorno.

Mentre noi per poter mangiare dobbiamo fare la spesa o coltivare l’orto, loro raccolgono ciò che noi e la natura offriamo loro.

Mentre io vado in posta, in banca, all’assicurazione, in comune, ascolto il geometra, consulto l’avvocato, mi reco dal notaio e dal commercialista ecc. ecc., loro restano a casa a giocare o a riposare.

Mentre io consulto freneticamente il mio smartphone per vedere i messaggi e le mail che mi sono arrivate o per leggere i post sui vari blog, loro continuano a riposare o tutt’al più gironzolano fuori casa annusando ogni angolo e brucando un po’ di erba.

Mentre io ogni quattro o cinque anni vado a votare per stabilire chi debba essere il mio capo (di zona, comune, provincia, regione o nazione), loro non hanno capi e vivono liberi e sereni.

Mentre io leggo per imparare o guardo la televisione per informarmi, loro restano silenti e paiono sapere tutto.

Mentre io e mia moglie ci relazioniamo con amici e conoscenti usando un linguaggio misurato e facendo attenzione a non urtare l’altrui suscettibilità, loro abbaiano e miagolano al mondo senza remore o complessi.

Mentre io percepisco l’avanzamento della vecchiaia e ad esso abbino l’inevitabile pensiero della fine, loro invecchiano senza pensare al futuro, vivono in un eterno presente.

Chi è dunque superiore tra me e loro? Chi vive in modo più consono a quanto Madre Natura aveva stabilito per le nostre specie?

Sento risuonare in me le parole di Nietzsche nell’aforisma 224 de “La Gaia Scienza”:

«Temo che gli animali vedano nell’uomo un essere loro uguale che ha perduto in maniera estremamente pericolosa il sano intelletto animale: vedano cioè in lui l’animale delirante, l’animale che ride, l’animale che piange, l’animale infelice.»

Ma non posso concludere queste brevi note inneggianti alla perfezione del mondo naturale e deprecanti la stolta condizione umana senza considerare anche gli aspetti negativi della vita di Nina e di Mochi.

Essi non vivono a fianco di loro simili. Essi non possono riprodursi. Essi non mangiano ciò che offrirebbe loro la natura, ma si accontentano del triste contenuto di buste e scatolette. Essi non sono temprati ai rigori dell’inverno, ma il loro fisico è indebolito dal caldo di una temperatura sempre costante.

Ebbene, tutti questi gravi aspetti negativi della loro vita di animali domestici da chi e da cosa dipendono?

Non siamo forse noi che li isoliamo dai loro simili, che li leghiamo al guinzaglio, che li facciamo sterilizzare per non avere il fastidio di convivere con le loro avventure amorose e con i frutti dei loro accoppiamenti, che li cibiamo con alimenti artificiali, che li rinchiudiamo tra quattro mura se dobbiamo lasciarli soli, che li costringiamo a convivere con tante altre abitudini per loro ben innaturali?

Certo, li amiamo. Pensate cosa faremmo se li odiassimo!

giovedì 9 ottobre 2014

Un grafico: quanti uccelli vengono uccisi dall'eolico, dal solare, dal petrolio e dal carbone?

Da “Climate Progress”. Traduzione di MR

Di Emily Atkin

Foto: Shutterstock

In risposta alle crescenti accuse sia da parte degli ambientalisti sia dei conservatori secondo le quali le fonti rinnovabili di energia come solare ed eolico uccidono troppi uccelli, il U.S. News and World Report ha compilato i dati sulle responsabilità delle industrie energetiche rispetto alla maggior parte delle morti di uccelli ogni anno. Per ogni fonte energetica – eolico, solare, petrolio e gas, nucleare e carbone – i dati sulle morti di uccelli vengono raccolti da diversi gruppi industriali e di pressione, istituzioni accademiche e fonti governative. Siccome le stime varia molto su solare, eolico e petrolio, il U.S. News ha incluso sia la stima minima sia la stima massima di quanti uccelli vengono uccisi da quelle fonti di elettricità.

In entrambi i casi, i risultati mostrano che anche considerando le stime massime delle rinnovabili in confronto alle minime dei combustibili fossili, questi ultimi sono responsabili di molte più morti di uccelli del solare e dell'eolico. Osservate il grafico sotto:



Un grafico del U.S. News and World Report mostra le stime di quanti uccelli vengono uccisi ogni anno dalle diverse fonti energetiche.

I risultati dovrebbero essere presi con beneficio di inventario. Come ha usservato il U.S. News, ogni studio ha usato una diversa metodologia per estrapolare i propri numeri. “Non c'è un modo standard di fare sul quale tutti possano essere d'accordo”, ha detto alla rivista Garry George, il direttore per l'energia rinnovabile di Audubon California. In aggiunta, alcune delle ricerche usate sono datate e non tengono conto che gli impianti di energia rinnovabile stanno aumentando negli Stati Uniti. Per esempio, lo studio usato per stimare le morti degli uccelli provocato dall'eolico statunitense era del 2009 e l'eolico è aumentato in modo sostanziale negli Stati uniti da allora. Secondo l'Associazione per l'Energia Eolica Americana, la capacità eolica totale installata negli Stati uniti era di circa 35.000 megawatt – un numero che è aumentato a fino a circa 61.000 nel 2014. Questi numeri stanno a loro volta aumentando, in quanto più di 12.000 megawatt di capacità eolica erano in costruzione alla fine del 2013, secondo la AWEA. La ricerca cambia anche a seconda delle fonti. Sia le stime minime sia le stime massime delle morti provocate dall'energia eolica provengono da uno studio peer-reviewed della rivista Biological Conservation e sono stati essenzialmente una ricognizione degli studi peer-reviewed sui dati disponibili sulla materia fatti da altri scienziati. Per il petrolio e il gas, sia le stime minime sia le stime massime sono venute da un memoriale dell'Ufficio per la Gestione del Territorio del 2012.

La stima minima di morti di uccelli provocate dall'energia solare provengono dall'azienda solare BrightSource, che è stata recentemente accusata dal Centro per la Diversità Biologica di gestire una fattoria solare che uccide 28.000 uccelli all'anno. Le stime massime provengono dal Centro per la Diversità Biologica, la cui stima provien solo da quella fattoria solare in California. Le morti di uccelli provocate da fattorie solari sono state stimate come relativamente basse, comunque – uno studio del U.S. Fish and Wildlife dell'inizio di quest'anno ha scoperto solo 233 morti di uccelli in tre diverse fattorie solari in California nel corso di due anni. In quanto al carbone, quei numeri sulla morte di uccelli provengono da uno studio peer-reviewed contenuto nella rivista Renewable Energy. Quella stima aveva una metodologia più radicale, comunque, con l'autore che include tutto dall'estrazione del carbone alla produzione – e le morti di uccelli causate dal cambiamento climatico che le emissioni del carbone producono. Insieme, queste ammontavano a circa 5 uccelli per gigawatt/ora di energia prodotta dal carbone, quasi 8 milioni all'anno. In ogni caso, l'U.S. News osserva che nessuno di questi numeri può competere coi gatti, che si stima uccidano da 1,4 a 3,7 miliardi di uccelli ogni anno.