Questa storia l'avevo scritta nel 2007 e pubblicata sul blog della sezione italiana dell'associazione per lo studio del picco del petrolio (ASPO). Non menzionava direttamente Toufic El Asmar che ci ha lasciato pochi giorni fa. Ve la ripropongo oggi come un omaggio alla sua memoria e anche una testimonianza di un tempo in cui si organizzavano dibattiti e riunioni sul cambiamento climatico in cui si presumeva che gli scienziati avessero qualcosa da insegnare al pubblico e ai politici. Bei tempi, quelli! Ma ormai passati da un pezzo. Nella foto, Toufic a un convegno ASPO tenuto a Firenze nel 2007. Gli eventi descritti qui sono realmente avvenuti, ma ovviamente i pensieri dei protagonisti sono una mia interpretazione.
L’onorevole è un uomo dai capelli bianchi, ancora ben portante. Per la
verità, è un ex-onorevole, ma non sono passati molti anni da quando
sedeva in parlamento a Roma e lui tiene ancora molto al suo titolo.
Normalmente, ai convegni ci va quando lo invitano. Arriva, fa il suo
intervento e poi sparisce per qualche altro impegno. Stavolta, però, è
arrivato come spettatore; incuriosito da questo convegno sui cambiamenti
climatici che si tiene per caso vicino a casa sua. Si siede in prima
fila; proprio davanti al tavolo degli oratori.
Lo scienziato è
sulla quarantina. Di origine medio-orientale, ha vissuto anche in
Africa. Ha visto tempeste, siccità, carestie, e invasioni di locuste. Ha
visto la guerra e l’ha anche combattuta lui stesso. Ma è anche una
persona che ha studiato molto e conosce bene il suo argomento. Si siede
al tavolo degli oratori e parla mentre mostra diapositive sullo schermo
dietro di lui.
Appena lo scienziato comincia a parlare,
l’onorevole si sente a disagio. Questa storia del riscaldamento globale,
l’onorevole ne ha sentito parlare. Sa che è una storia inventata, un
complotto di catastrofisti esagitati, gente che vuole distruggere
l’economia con questa stupidaggine del protocollo di Kyoto. Forse anche
l’aspetto medio-orientale dello scienziato gli da fastidio. Non sarà
mica uno di quei terroristi islamici?
Quando lo scienziato parla
della concentrazione di biossido di carbonio nell’atmosfera di diecimila anni fa, l’onorevole non riesce a trattenersi. Fa un gesto
di stizza e sbotta a voce alta, “Ma lei cosa ne sa? Lei c’era?”
C’è
un momento di silenzio nella sala. L’onorevole e lo scienziato sono uno
di fronte all’altro, si guardano negli occhi a pochi metri di distanza.
Per un attimo, lo scienziato considera se è il caso di rispondere a
tono; ma poi si trattiene. Non vuole rispondere male a una persona dai
capelli bianchi. “Sto solo presentando i dati” dice, e continua la sua
esposizione con calma.
Ripartono le diapositive sullo schermo. La
temperatura aumenta, i disastri ambientali anche. Le ultime estati
hanno battuto tutti i record, uno dopo l’altro. Sono dati su dati che si
accumulano: il riscaldamento globale non è una teoria, è un fatto. I
danni che ha fatto e che ci sta facendo sono altrettanto un fatto e ci
si aspetta che le cose vadano a peggiorare presto.
Mentre parla,
lo scienziato guarda l’onorevole. Si rende conto che le sue parole hanno
un effetto. L’onorevole è impressionato; queste cose non le aveva mai
sentite dire prima. Si agita sulla sedia e addirittura arrossice. Si
rende anche conto che nessuno in sala ha apprezzato la sua interruzione.
Tutti lo hanno considerato un maleducato.
Finito il convegno, lo
scienziato se ne torna a casa. Lo scontro lo ha un po’ scosso e gli è
dispiaciuto aver messo in imbarazzo quell’uomo dai capelli bianchi. Non
lo aveva mai visto prima; gli hanno detto che è un onorevole. E’
possibile che non sapesse veramente niente del cambiamento climatico? E’
possibile che in parlamento nessuno sappia queste cose? Eppure sono i
parlamentari che prendono le decisioni su cose come queste; cose
importantissime per tutti . . . No, non è possibile che siano così
ignoranti.
L’onorevole se ne torna a casa in silenzio. Rimugina
su quello che ha sentito. Quelle cose che ha fatto vedere quello
scienziato gli hanno fatto impressione; diceva anche che peggioreranno;
mah? Certo, un inverno così caldo non se lo ricordava in tutta la sua
vita; anche questo gli fa un po’ impressione.
A casa, l’onorevole
si siede in poltrona e accende la TV. Con il telegiornale, si sente
subito rincuorato. Questa faccenda del cambiamento climatico non può
essere così importante se nessuno ne parla in televisione. Al diavolo
queste assurdità sul clima: tutte balle, evidentemente.