sabato 19 ottobre 2019

Stop alla Formula 1 e a tutte le altre gare motoristiche


Mi scuserà l'amico Sebastiani se precedo questo suo post con una mia critica personale. Non che io sia un appassionato di uno sport dove il momento più eccitante è quando le macchine si fermano a far benzina. Ma, onestamente, questa idea di abolire la formula 1 è una nuova incarnazione dell'autolesionismo dei vari ambientaisti/ecologisti/rossoverdisti/ eccetera. Ovvero, come farsi danni con le proprie mani inventandosi cose che li rendono ancora più fastidiosi e supponenti di quanto non siano normalmente considerati.





Spesso gli interlocutori a cui espongo l’idea che l’uomo sia il cancro del pianeta mi chiedono quale sia la “pars costruens” del cancrismo, ovvero cosa io proponga per porre rimedio alla tragica situazione in cui ci troviamo.
Nessuno vuol sentirsi dire che non c’è niente da fare, che il caso ci ha condotti a distruggere il pianeta e a rompere irreparabilmente l’equilibrio della biosfera, punto e basta.
E allora io suggerisco, perché ci credo, di mettere in atto delle cure palliative, di tentare di alleviare le sofferenze del mondo vegetale e animale per rinviare il più a lungo possibile il “redde rationem”, cioè la presentazione del conto che la Natura prima o poi ci esibirà per il sontuoso banchetto che abbiamo consumato ai suoi danni.
Ridurre i consumi, riciclare i rifiuti, inquinare il meno possibile ecc. ecc., queste sono le azioni concrete che possiamo mettere in atto. Ma non molto di più: non siamo in grado di tornare indietro, la via che abbiamo imboccato è senza ritorno. L’impero che abbiamo edificato è di una tale complessità ed interconnessione che non possiamo abbattere delle colonne portanti senza correre il rischio che l’intero edificio ci crolli addosso.
Il nostro stesso fisico si è modificato, gli agi di cui ci siamo circondati sono diventati delle vere e proprie necessità.
Come potremmo vivere senza elettricità, riscaldamento, auto, aerei e treni?
Ma se non possiamo rinunciare a dei mezzi di collegamento che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana, potremmo quantomeno rinunciare all’esibizione di questi mezzi a fini “spettacolari”.
Ecco allora una proposta concreta che promana dalla teoria cancrista come simbolo “forte” del nostro rifiuto di tutti i danni compiuti in nome del progresso: diciamo STOP a tutte le gare automobilistiche, ad iniziare da quelle di Formula 1!
Sono ovviamente consapevole che il fermo di queste manifestazioni non risolverebbe minimamente i problemi del pianeta, ma l’iniziativa avrebbe il vantaggio di lanciare un segnale importante senza alcuna controindicazione.
Se, ad esempio, chiedessimo di abolire le monocolture, di eliminare l’uso dei pesticidi e dei fitofarmaci, di chiudere gli allevamenti intensivi – tutte ottime e sacrosante battaglie – produrremmo, in caso di vittoria, conseguenze disastrose sul piano alimentare per l’umanità, rischieremmo di scatenare carestie e incontrollabili sconvolgimenti nella catena della distribuzione del cibo.
Al contrario il fermo delle gare motoristiche non comporterebbe alcuna conseguenza dannosa per la popolazione ma assesterebbe un bel colpo psicologico ad uno dei miti più deleteri della nostra epoca, il mito della velocità, della potenza artificiale e, in definitiva, del progresso tecnologico.
E poiché gli uomini, i giovani soprattutto, si nutrono abbondantemente di miti, il sollevare una bandiera con su scritto STOP ALLA FORMULA 1 e portarla in battaglia costituirebbe già di per sé un ottimo catalizzatore di energie da impegnare poi nella mischia di lotte più importanti.
Tra il 20 e 27 settembre 2019 milioni di giovani e meno giovani sono scesi nelle piazze di tutto il mondo per attirare l’attenzione dei governanti sul cambiamento climatico e sulle cause che lo hanno scatenato.
A tutti costoro offro come mio personale contributo questa proposta di campagna molto “concreta” ma anche molto “ideologica”: se è vero, come è vero, che gran parte dei problemi ambientali derivano dall’uso dei combustibili fossili, colpiamo chi di questi combustibili fa un uso tanto inutile quanto smodato (2 - 300 kg di carburante a gara – prove comprese - da moltiplicarsi per una ventina di auto e per una ventina di gare solo per la Formula 1, più le infinite altre gare automobilistiche e motociclistiche!)
Loro amano la velocità, il rumore, la competizione, noi amiamo il procedere lento, il silenzio, la contemplazione.