venerdì 17 maggio 2019

Il rumore dell’acqua – viaggiare dove, come, e perché




Matsuo Bashō (1644–1694) ci ha lasciato uno dei più famosi poemi al mondo, tre sole linee nel formato giapponese dell’Haiku:


L’antico stagno
Una rana si tuffa
Il rumore dell’acqua


Il significato del poema ha molto a che vedere col fatto che Bashō era un grande viaggiatore: passò gli ultimi decenni della sua vita a vagabondare per il Giappone sempre alla ricerca della nuova sensazione, di una nuova scoperta che lo ispirava per un nuovo poema.

Bashō era il discendente di una lunga epopea di viaggi che era partita, probabilmente dal centro dell’Africa per gli umani moderni che si sono sparpagliati per tutto il mondo su un arco di tempo di migliaia di anni, sempre camminando, sempre andando avanti. Siamo un popolo di viaggiatori. Lo dimostrano i nostri piedi piatti e larghi, tecnicamente siamo dei plantigradi. Confrontate il piede umano con lo zoccolo di un’antilope: vedete la differenza? Siamo fatti per camminare a lungo e senza stancarci e, quando necessario, possiamo correre fino a sfiancare quasi qualunque preda.

A volte, viaggiamo per pura necessità. Ma spesso lo facciamo perché ci piace, perché ci eccita, perché ci da nuove sensazioni – era probabilmente lo stesso per i nostri remoti antenati. Oggi, vediamo questo piccolo rituale del viaggio svolgersi in estate, verso il mare o verso le montagne, o semplicemente il fine settimana, verso qualche oasi di fresco o di ristoro, a ricordarci i viaggi dei nostri antenati nomadi.

Certo, non viaggiamo più soltanto a piedi, ma il viaggio non è soltanto una questione del mezzo di trasporto che usiamo. E’ una questione di infrastruttura e già al tempo di Bashō si poteva viaggiare perché esisteva in Giappone una rete di monasteri che davano ospitalità al pellegrino. Era un idea che esisteva già in Europa nel Medio Evo al tempo dei pellegrinaggi, lunghissimi viaggi a piedi che portavano i fedeli in Terra Santa e, allo stesso tempo, rivitalizzavano l'economia locale che si attrezzava per ospitare e rifocillare i pellegrini.

E oggi? I pellegrinaggi li chiamiamo turismo, le automobili hanno sostituito i piedi, gli alberghi fanno il servizio che una volta facevano i monasteri. Ma il viaggio rimane non solo un lusso ma una necessità. E allora, dove stiamo andando? Come? Perché? Forse non lo sa nessuno di noi, è solo perché ci piace viaggiare.












32 commenti:

  1. Viaggiare senza sapere dove si sta andando non è viaggiare, è vagare, cioè girare a vuoto. Una cosa, tutto sommato alquanto stupida, uno spreco di energia (sì, anche a piedi). In questo spazio web dovreste essere contrari a tutto quel che è spreco di energia, no? Dunque?

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    1. Seneca, dopo aver viaggiato per tutto l'impero, alla fine si convinse che era stato tutto inutile, perchè si accorse che tutto quello che gli era necessario per essere felice, lo trovava dentro sè stesso. Se Bashò vagava per cercare ispirazione, faceva come faccio io, quando lascio andare l'auto dove vuole alla ricerca involontaria di pievi e castella solitari, che ancora si trovano nel centro sud della Toscana, perchè nella parte nord, dove abito, ormai quasi tutte sono tristemente inserite tra un palazzo e l'altro nel mezzo di un mare di cemento ed asfalto. Sono sicuro che anche Bashò rimarrebbe inorridito se potesse vedere il suo stagno cementificato, perchè anch'io quasi 60 anni fa fui rapito dalla bellezza di uno stagno con le sue acque trasparenti piene di vita lacustre. Subito dopo il cosiddetto "miracolo" economico distrusse tutto per sempre, tanto da essere più un maleficio che un miracolo, ma queste mistificazioni sono state, sono e saranno sempre all'ordine del giorno. Far passare per bene il male è la massima mistificazione.

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    2. per quello che riguarda il rumore dell'acqua e del vento in luoghi totalmente privi dei soverchianti ed orrendi rumori generati dai motori termici che so odono fino a molti km di distanza, ho avuto il piacere di udirli in un'amena vallata prima di Volterra, provenire da un fiumiciattolo pieno di girini e pesciolini e a Strove, dove, seduto su una panchina, da cui ammiravo la pieve ultramillenaria di pietra chiara, udivo il vento che passava tra gli alberi alle mie spalle. Mi ricordo che, parlando con un pensionato del posto, che sedeva sulla panchina vicina, quando dissi che lì si sentiva anche il rumore del vento, questi mi guardò sorpreso come se vedesse un marziano.

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    3. @Mago
      Il rumore del vento per fortuna qui a casa mia si ode, e anche il canto dei merli, dell'usignolo e del picchio, e l'abbaio dei caprioli, e le zanzare, quasi assente il rumore di auto, camion ed aerei. Rompe talvolta le scatole il rumore degli elicotteri. Abito vicino al bosco.
      Non sento il bisogno di viaggiare.
      Sono già vicino all'Eden. Tuttalpiù, vado a passeggiare nei boschi qui sopra, che sono GRANDI.

      - Gianni Tiziano -

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    4. beato te. Io devo fare 20 km verso l'Appennino a nord o 40 verso il pisano a ovest o 50 verso Volterra a sud, e per trovare qualcosa di simile, ma quello che mi dispiace di più, è che le generazioni successive alla mia, non hanno un metro di paragone, perchè la cementificazione selvaggia iniziata nel nord della Toscana 60 anni fa, e ancora in grande spolvero, ha completamente distrutto l'habitat naturale. Peccato essere Mago solo di soprannome, così potrei far sparire con un colpo di bacchetta magica tutto l'asfalto ed il cemento che hanno ricoperto i luoghi della mia infanzia. Ma come disse 30 anni fa un mio amico guardando dalle pendici del Montalbano la piana che va da Pistoia a Firenze, se non avessero costruito tutto, ora non ci potrebbero vivere 1 mln di persone in pochi km quadrati così. A lui sembrava una cosa buona, ma quando gli feci notare che questa cosa buona era costata la distruzione dell'habitat naturale, rimase basito ed era pure un sacerdote. Si vede che la virtute da sola non basta, infatti Dante la mette insieme alla canoscenza. Se non si conoscono le leggi fisiche, l'avidità di popolazione o sovrappopolazione non può essere giudicata nemmeno lontanamente un vizio capitale. E non bisogna essere un Mago per capirlo. Oh, no?

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    5. Ogni volta che qualcuno tira in ballo la questione della sovrappopolazione e quella del sovraffollamento, c'è sempre chi si scandalizza e si ritrae inorridito immaginando tragedie di stampo biblico, con interventi stragisti e quant'altro. Chissà perché si è appassionati sostenitori della prevenzione per qualsiasi cosa, ma quando si tratta di sovrappopolazione e sovraffollamento quella parola diventa niente più che una strana aggregazione di fonemi senza senso...

      Godiamoci i risultati, continuando a immaginare (sbagliando) che fare qualcosa per attenuare e poi risolvere le questioni del sovraffollamento e della sovrappopolazione sia possibile solo passando attraverso piogge di fuoco scagliate dal cielo, senza neanche il preavviso delle trombe del giudizio. Tanta univocità di reazioni, sarà mica anche la conseguenza di qualche operazione di "indirizzamento sociale" protratta per secoli?

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    6. in effetti togliere ai nonni la soddisfazione dei nipoti o alle mamme quella dei figli, ma anche alle elitè quella degli schiavi e sottoposti, non ti pare sia una situazione solo da fine del mondo?

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  2. E come la necessità del viaggio, il turismo, le infrastrutture, si collocano nella cornice di idee che chiamiamo sostenibilità? E in quella che chiamiamo mondo pieno? Dove ogni luogo è già occupato da qualcuno?
    Perché a lavorare o all'ospedale ci dobbiamo andare in bicicletta (all'ospedale se ne può fare a meno, bisogna avere la decenza di crepare senza consumare inutilmente risorse), in vacanza, necessità, si può andare in aereo (sul blog Aspo c'è un post al riguardo, tra l'altro).
    Intanto noto che il post precedente non ha suscitato l'interesse che ci si aspetterebbe, viste le affermazioni che vi vengono fatte.

    Guido.

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  3. Eh,sì, per tutte le cose, compreso il viaggiare, ci vuole la leggerezza del vero poeta.
    Qui dalle mie parti con le rane ci fanno le sagre.
    Risultato: sterminio di rane.

    Angelo

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    1. ma come fai ad accostare il rumore poetico dell'acqua causato dal tuffo della rana e lo sfrigolio consumistico della rana infarinata buttata nell'olio bollente alla sagra? Dante direbbe che si va dalla canoscena alla brutitudine. Ma è abbastanza normale quando la canoscenza è slacciata dalla virtute.

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    2. Nonostante tutto: la sagra della lumaca, del castrato, del bue e chi più ne ha più ne metta, mi piace lo spirito popolare che anima queste feste di paese. Vado e mangio un primo, verdure, dolce, bevo un lambruscone. In un certo senso sono un pericoloso vegano infiltrato. Per me viaggiare significa muovermi in Emilia Romagna e regioni limitrofe, non disdegnando la storia locale e la buona tavola.
      Spesso porto a casa qualche ricetta. Tipo i Pici con l'aglione che ho conosciuto in un monastero i val d'Orcia.
      Angelo

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    3. più che lo spirito popolare sono i lauti guadagni esentasse delle sagre. Comunque anch'io preferisco le sagre toscane o al limite una del cinghiale a Baragazza di Castiglion dei Pepoli, selezionando i luoghi in base alla vocazione bucolica, alla genuinità e all'organizzazione e purtroppo solo 1 su 5 circa mi fa venire voglia di ritornarci o di andarci.

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  4. A me non piace viaggiare.
    Stò bene dove sono.
    Se tutti stessimo a casa nostra, sarebbe molto meglio.
    .----
    Voglio anche dire che ciò che è scritto nell'articolo :
    "...quando necessario, possiamo correre fino a sfiancare quasi qualunque preda."
    non è vero !!!!
    Si racconta che i Boscimani (popolo indigeno che vive nel Kalahari, Africa) inseguono anche per tre giorni un'antilope, finchè questa si accascia esausta, e si offre alle loro lance, venendone trafitta ed uccisa. E' senz'altro vero. Ci si dimentica di raccontare che quell'antilope era stata in precedenza colpita da frecce avvelenate, che l'hanno indebolita fino allo sfiancamento.

    Gianni Tiziano

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  5. Andare dove nessun umano è arrivato prima!

    Per conoscere l'Universo intorno a noi.

    Per vedere che lo spazio è tanto, ma ci sono Paesi che si fanno la Guerra per pochi kmq di terra (Israele, Palestinesi).

    La conoscenza inizia dall'osservazione del mondo/Universo intorno a noi.

    Per trovare una nuova casa dove stare...

    Per capire che la Natura e l'Universo può stare bene anche senza di noi, ma noi non possiamo stare senza di esso.

    ----
    Nuovo video scientifico in preparazione... :-)

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  6. https://www.arte.tv/it/videos/073938-000-A/l-uomo-si-e-mangiato-la-terra/?xtor=CS2-353-[IT_meteogiornale.it+%28CED+Digital+%26+Servizi+Srl%29]-[Meteo+Giornale+-+Notizia]
    il video così termina:"L'antropocene è un punto di non ritorno.....". Andreotti: "A pensar male si sbaglia, ma (purtroppo dico io) il più delle volte ci s'azzecca". Intanto qui fuori continua la sarabanda delle illusioni e baldorie: festeggiamenti per cresime, comunioni, notti bianche, feste patronali e non!!!!!!
    E chi lo ferma il Titanic.....

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  7. 1. Il viaggio per turismo è una evasione dalla propria realtà quotidiana,
    2. il viaggio per lavoro una necessità imposta dalla organizzazione sociale sempre più globalizzata.

    Ambedue i tipi, sono segno del degrado dei nostri tempi.
    Quando si viveva molto terra terra, nessuno si sognava di far viaggi.
    E il tipo di vita era eco-sostenibile.
    Io credo che è quello l'unico modo giusto di vivere.

    Io penso che se vogliamo evitare il completamento del disastro a causa dei nostri comportamenti, sarà necessario smettere di estrarre qualunque tipo di minerale dal terreno, ridurre la popolazione mondiale dai 7.700.000.000 attuali, a 50.000.000, abolire stati, regioni, comuni, e tornare a vivere come cacciatori-raccoglitori-pescatori, in gruppi di circa 40 persone nomadi o seminomadi sul territorio che occupano, totalmente autosufficienti, senza scambi commerciali di alcun tipo con altre popolazioni, solo matrimoni inter-tribali per mantenere forte il genoma.

    - Gianni Tiziano -

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    1. ma ti sei guardato il video che ho postato sopra?

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    2. Carissimo Gianni, la fortuna lo sai qual'é?
      La fortuna è che nessuno ti sta ad ascoltare e ti accontenta!

      Perché se veramente facessero quello che dici, possibilmente tu saresti il primo a non essere più autosufficiente!

      Capisco che poi tu saresti dell'idea che il DONARE dovrebbe essere un modo per aiutarsi, e chiaramente tu vorresti essere dalla parte di quello che riceve e non di quello che dà.

      Quindi, smettiamola di dire cose che, in realtà, non vorremmo!

      Se io debbo vivere solo 25 anni perché lo stile di vita cacciatore/raccoglitore è solo questo che mi permette, perché alla prima malattia, lo stregone non riuscirà a curarmi!

      Allora ti dico che preferisco che mezza biosfera vada a farsi benedire!

      Nella giungla che tu ammiri tanto, vige la legge del più forte!
      E se siamo noi i più forti, è giusto che occupiamo più spazio rispetto agli altri!

      Dire che vorresti che la popolazione si riduca da 7,7 miliardi a soli 50 milioni;
      significa che tu vuoi un danno maggiore di quello che potrebbero fare i cambiamenti climatici!

      Allora... preferisco che ci siano i cambiamenti climatici!

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    3. A parte che Tiziano non ha chiarito se lui si enumeri tra i milioni superstiti o tra i miliardi morti (fermo restando che massimo alcuni decenni e saremo tutti morti), perché, incredibile a dirsi, c'è anche qualcuno che è disposto a pagare per quello che desidera. Ma la sua considerazione, Pulvirenti, sul vivere 25 anni, la biosfera ecc. dice abbastanza sullo stato comatoso che ha raggiunto la nostra cultura. Io ho 42 anni. Ritengo di essere l'ultima generazione che ha avuto modo di conoscere per un certo numero di anni, le ultime persone che sono vissute, già in età della ragione, nel mondo di prima. Prima dello "sviluppo". Ebbene, non ne ho mai ricavato la sensazione che fosse una vita angosciosa, terribile, nel terrore della morte. Certo una vita dura, impegnativa, difficile, ma non spaventosa. Neppure in guerra. Neppure in malattia. Neanche di fronte alla morte. Quelli sono piuttosto sentimenti che appartengono alla nostra di vita. Sul perché ho le mie idee. Legate soprattutto alla perdita di senso. Le storie del post precedente. Noi viviamo una vita vuota, senza senso, come bestie legate alla catena. Senza scopo e senza ideali. Come la novità del sindacato dei militari. Come ogni altro lavoratore. E, come tante altre, sono bestialità che vengono dette ed ascoltate senza un fremito. Come cosa normale.

      Guido.

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    4. Commento brevissimo per mancanza di tempo :

      Grazie Guido per le tue considerazioni, che condivido (io ho 62 anni).
      Di morire, mi importa poco : la Vita mi ha donato più di quel che potevo ragionevolmente chiedere. Sono più che soddifatto.

      Grazie Mago per il video di ARTE : ho visto i primi minuti, e lo vedrò per intero molto volentieri.

      Alessandro, tu hai tantissima fiducia nelle capacità scientifiche di Homo. Io non condivido la tua fiducia. Sono scettico. Inoltre, tu Alessandro credi che Homo è una specie vivente di categoria superiore, il non plus ultra sul pianeta Terra. Io invece non lo credo. Credo che dobbiamo rispettare le altre specie viventi, del giusto rispetto, che non sia esagerato, ma giusto. Credo che non dobbiamo pensarci i pardoni del pianeta Terra, ma invece coinquilini con tutte le altre specie viventi.

      Tiziano

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    5. @Tiziano, nel video è chiaramente espresso ciò che ha distrutto questo pianeta, come la scelta che fecero insieme negli anno '20 Standard Oil, Ford, General Motors e Firestone di acquisire le aziende statunitensi di tram elettrici per sostituirli con auto e autobus termici. Ne smantellarono 300.000 aprendo così la strada al trasporto su gomma termico negli USA e poi nel mondo. Fu una mossa vincente economicamente parlando, altro che new deal o Keynesianismo, che rivela in tutto e per tutto la natura avida dell'Homo sapiens. La brutitudine dantesca di cui amo parlare, sia come conterraneo (siamo nati a poche decine di km di distanza, pochi km con Leonardo da Vinci, con cui divido la stessa fisionomia fisica), sia come estimatore intellettuale. Alla quale brutitudine può opporsi solo e solamente il connubio sempre dantesco tra canoscenza e virtute: connubio, perchè la virtute, propria dei religiosi, ma non solo, e la canoscenza (intelligenza, tecnologia) da sole, possiamo vedere dalla storia passata e recente, sono foriere solo di immani disastri umani e ambientali. Cosa vuoi che sia capace di combinare una religione, anche non di ipocriti, se non dà importanza alle leggi fisiche istituite dal Dio Stesso, che dicono di adorare (questa è superbia). Solo disastri. Cosa vuoi che sia capace di combinare la scienza se perde il timone del buon senso e cade come Standard Oil & C. menzionati sopra nell'avidità (peccato capitale foriero di altri peggiori e quale peggiore di portare alla morte i fratelli umani e le creature di Dio?). Solo disastri. Pensare in modo poliedrico è impossibile per esseri con basso QI, ma anche coloro che lo potrebbero avere sono oggi condizionati ad essere degli asini col paraocchi dalla cultura del buonismo ad ogni costo imposta dai FF. Quindi rimane solo essere spettatori passivi e pregare il Buon Dio, se uno ci crede.

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    6. ho anche una domanda per il prof. Mi pare che aver visto il carbone come la soluzione per il disboscamento selvaggio e i cambiamenti ambientali e anche climatici di fine '700, sia stata un'ennesima dimostrazione del teorema di Jevons, in quanto cominciare a liberare le risorse dei fossili, non ha interrotto nè disboscamento, nè cambiamenti climatici ed ambientali. Sempre per via della maledetta avidità e superbia, ovviamente. Non crede che se non verranno messi degli argini a questi difetti, o almeno ai loro effetti, come la sovrappopolazione, le rinnovabili seguiranno anche loro il paradosso di Jevons e saranno controproducenti ed inutili?

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    7. @Alessandro
      Bisogna un po' smontare la storia che i nostri antenati vivessero fino a 25 anni di media con una vita di stenti. Questa tribù della Tanzania, una delle ultime rimaste di cacciatori-raccoglitori e molto ben studiata, dimostra il contrario: sono sani e in perfetta forma fisica che noi "moderni" ci sogniamo
      https://it.businessinsider.com/ho-vissuto-3-giorni-da-cacciatore-raccoglitore-per-vedere-cosa-succedeva-alla-mia-flora-intestinale/

      L'antropologo Pontzer, in uno studio pubblicato su Le Scienze dell'aprile 2017, riporta che nelle tribù di Hadza ci sono 70enni ben in forma e al servizio della comunità

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  8. Credo che l'inverso del delirio d'onnipotenza possa essere il deliquio da impotenza.
    E tutti e due possano coesistere nella mente della stessa persona, anche nello tempo, similmente a due stati quantistiti di una particella elementare.
    E'il commento di Madre Terra 21 maggio 2019 07:20 che me lo ha fatto pensare.
    Immaginiamoci il tempo, quando scampammo all'evento dell'eruzione di Toba.Forse eravamo rimasti qualche decina di migliaia, forse dieci o cento volte di più, comunque, certamente non eravamo ancora arrivati ad essere decine di milioni.
    Allora, qualche individuo avrebbe mai pensato a ciò che saremmo diventati oggi?
    Se l'avesse pensato, potremmo definire quel pensiero un delirio d'onnipotenza.
    Inversamente, pensare oggi che presto, e per presto intendo dire tre o quattro generazioni, per scelta e non per inevitabile costrizione, ci ridurremo ad essere qualche decina di milioni, mi pare sia un deliquio da impotenza.
    Per non divagare, appunto, Homo Sapiens sapiens è quello che è proprio per la sua smania del viaggio.
    Smania o manìa che come tutte le cose del Cosmo,per resistere a lungo non deve superare certi limiti.
    Addirittura il Cosmo stesso intraprese, per quanto ne sappiamo o crediamo di saperne, un viaggio tridimensionale, creandosi lo spazio stesso e con esso tempo, materia ed energia , una dozzina abbondante di miliardi d'anni terrestri attuali, d'anni fa.
    E se dovesse proseguire in questo viaggio, sembrerebbe destinato a diventare il fantasma di sè stesso, un pulviscolo freddo e inerte disperso in un immenso vuoto.
    Comunque, se rapidamente ci riducessimo ad un abitante per chilometro quadrato di superficie planetaria, i cinquanta milioni di Gianni Tiziano (Madre Terra),non so come il processo, qualunque esso possa essere, potrebbe lasciare dei superstiti a proseguire la loro vita eremitica, felici e contenti, come nelle fiabe.

    Ma si sa, fantasticare è l'altro genere di moto fondamentale del Cosmo.
    Uno, quello quello rettilineo uniforme, l'altro quello angolare.
    E tutti gli altri di conseguenza, frenati o accelerati, e chi lo sa, magari l'entanglement è l'eccezione al limite di velocità, concesso solo all'immateriale informazione.



    Un punto
    disse
    chi sei tu
    tu chi sei
    l'altro rispose
    il terzo adiacente
    udì e tacque ma di tutti intorno
    nessuno s'accorse di quell'unico
    di fronte a tutti e a nessuno accanto
    da vuoto incolmabile disgiunto eppure imprigionato
    sette gli si avvicinarono piatti e disoppiatto
    lasciando escluso uno nella sfida
    dodici gonfi trionfanti arrivarono a sfiorarlo
    ma per un immateriale punto solamente
    non riuscirono a congiungersi più oltre
    si ritrovarono stretti in otto
    presto poi in ventisei per diciotto accorsi
    intorno a uno squadrato foro
    lo riempì di loro un altro e ventisette
    divennero sbito folla di sessantaquattro
    oggi moltitudine nemmeno immaginabile
    sembra tutto questo cronaca di un viaggio
    e noi di questa storia ancora non siamo sazi.

    Marco Sclarandis

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    1. Cio Marco.

      Sono talmente sfiduciato !
      La nostra casa, il pianeta Terra, va a fuoco e noi cosa facciamo ?
      Ci trastulliamo.
      Noi che stiamo bene.
      Chi invece sta male (e sono tanti !) non ha il tempo per dedicarsi a salvare la situazione,cerca di sopravvivere, e molte volte neppure ci riesce.
      E' passato il tempo in cui credevo di poter salvare il mondo.
      Sono impotente in questo senso.
      Di fronte a tutte le malefatte della "civiltà" in cui sono immerso, di cui faccio parte, da alcuni giorni penso che è meglio che Homo si estingua al più presto. Non sono nichilista, ho tanto amore per la Vita, ma la nostra civiltà uccide il pianeta Terra e le specie viventi (circa 8 milioni, forse di più) in un delirio di onnipotenza scientifica, tecnologica, industriale, antropocentrica.

      Tiziano

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    2. Gianni
      La nostra civiltà sta generando caos sul pianeta terra, ma non è una questione inerente alla popolazione. Per porre rimedio alla faccenda sarebbe prioritario sostituire l'attuale sistema agroindustriale con l'agroecologia. Fa poco effetto parlarne, ma oramai è fuori discussione che un riequilibrio della dieta (più cereali, cibi amidacei, frutta e verdura, colture proteiche e meno carne, uova pesci e latticini) unito a rotazione delle colture, fissazione dell'azoto da parte dei legumi, uso del letame per concimare i terreni, estensione delle infrastrutture ecologiche (siepi, stagni, alberi ecc) fino al 10% delle superfici utilizzate e sviluppo dell'allevamento estensivo, siano uno strumento efficace per sfamare la popolazione e tutelare il clima e la biodiversità.
      Le rese diminuirebbero del 35%, ma nel caso dell’Europa la produzione sarebbe comunque sufficiente a garantire cibo a tutti gli Europei.
      Se invece vogliamo discutere di 'dove' la popolazione rappresenta problema, secondo me, è nelle grandi città. Troppo cemento, troppe auto, nessuna autosufficienza. Un macello.
      http://www.rinnovabili.it/ambiente/agroecologia-nutrire-europa/

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    3. Gianni
      «L'uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò non sono»
      Protagora
      Notare la parola "misura". Su questo ci si gioca tutto. Se vogliamo essere degni di questo ruolo privilegiato nell'Universo, dobbiamo imparare a "misurare", a darci dei limiti.
      https://www.youtube.com/watch?v=ByhKVGGzVBM
      Angelo (ero sempre io anche sopra)

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    4. L'uomo "saggio", cioè che è capace di usare la ragione, è la misura di tutte le cose. In greco lo stesso termine indica saggezza e intelligenza e qui si ritorna al QI e alla famosa canoscenza dantesca, senza la quale la virtute è un guscio vuoto. Difatti basta guardare i disastri che sono e sono state capaci di combinare le religioni nella storia per rendersi conto che virtù e intelligenza o vanno insieme o è meglio essere dei cacciatori raccoglitori come dice Tiziano. Almeno i danni sono quasi del tutto inesistenti. Dai potere a un cattivo, ne farai un tiranno, un oppressore, un distruttore, fosse anche il Papa. Difatti certi Papi e religiosi sono stati tra gli esseri umani più nocivi della storia umana. Gesù stesso annovera i lupi in veste da pastore tra gli esseri peggiori. Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio, dice un proverbio molto saggio.

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  9. E se anche fosse che noi siamo sgusciati fuori dall'"Albero genealogico assoluto" per porre fine alla Vita sulla Terra?
    Evento che ritengo possibile ma molto improbabile.
    Chi si chiede che cosa sia l'insieme di tutte le cose che percepiamo? Noi.
    Chi si chiede come e perchè siamo così differenti da tutte le altre forme di vita? Noi.
    Chi si chiede se esistono altri mondi abitati nel Cosmo? Noi.
    Farsi queste domande dev'essere inseparabile dalla nostra capacità distruttiva, che è poi l'inverso di quella costruttiva.
    Dev'essere l'inevitabile conseguenza di una mente che può vedere sè stessa come se fosse quella d'un altro, capacità espressa in noi al massimo livello, per quanto ne sappiamo.
    E alla base di questo credo vi sia la ricorsività,che vediamo in opera ovunque, dal DNA ai buchi neri.
    E' un privilegio che può trasformarsi in una condanna.
    Stiamo vivendo l'era nella quale dobbiamo trovare un nuovo equilibrio per la nostra peculiare natura.
    Credo che esista, sebbene sia molto difficile da trovare.
    Se la Madre Terra ha partorito migliaia di secoli fa un figlio che adesso la sta facendo ammalare gravemente bisognerebbe capire come mai questo sia potuto accadere.
    La Madre potrebbe sopprimere il figlio, per generarne un altro sano, oppure rischiare che il figlio la uccida, rischio che vedo remoto, comunque.
    Oppure ancora la Madre terra ha già generato dei figli sani che sono tra noi.Basterebbe riconoscerli e non farli ammalare.

    Marco Sclarandis.


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  10. No, perché la soddisfazione non deriva dalla quantità, ma dalla qualità -- si può essere nonni e mamme soddisfatti anche con un solo nipote/figlio, purché di quelli "buoni"; si può essere nonni e mamme per niente soddisfatti con dieci figli/nipoti uno peggio dell'altro. E' così un po' per tutte le cose, del resto.
    Quanto alle elitè, non esplicito dove possono andare, che lo sai.

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  11. Se avete tempo e voglia date un'occhiata a www.mio-podcasting.tk
    ci sono varie puntate sul cambiamento climatico (oltre ad altri temi).

    L'idea di fare podcasting su un canale YouTube e poi metterci un dominio gratis beccato da Tokelau (https://www.freenom.com rinnovabile ogni anno gratis!!) magari potrebbe interessare anche al PROF, per espandere la visibilità dei temi sul cambiamento climatico e del suo blog presso gli utenti di YouTube, oppure presso facebook dove in genere il pubblico non legge (libri, PDF, siti) ma vaga solo su YouTube o podcast

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