Un post di Michele Migliorino (pubblicato anche su Appello per la Resilienza)
Chi ha il coraggio di guardare "cosa c'è in fondo alla tana del bianconiglio" (cit. da Matrix)?
Chi afferma che "la società potrebbe collassare" si spinge molto in là rispetto a quanto può essere accettato dal senso comune (che è dominato dalla paura); chi afferma che "la società collasserà" senza aver dubbi, si spinge ancora oltre e ha ancora meno speranze di essere ascoltato, perchè viene scambiato o per un cialtrone o per un esaltato, un "millenarista" o altro ancora.
La mia impressione è che nella seconda categoria di collassologi vi siano però molti che, consciamente o meno, tendono a spostare avanti l'asticella. "Si, crollerà tutto (fra 20 anni)" per esempio. In effetti, non è rassicurante sapere di avere ancora degli anni davanti per poter sistemare le cose?
Non intendo dire che io sono sicuro che sarà presto - come potrei? - ma osservo una diffusa convinzione, umana troppo umana, secondo la quale Demain (come recita un film recente...) saremo in pericolo, mai "oggi".
L'atteggiamento dominante non mira a operare dei cambiamenti concreti nell'esistenza quotidiana, non mette in opera strategie nel presente di adattamento creativo e aumento della resilienza qui e ora. Generalmente si punta sull'informare gli altri; sono in pochi quelli che "fanno" qualcosa, anche perchè non si sa bene cosa fare. Del resto cosa si dovrebbe fare? Costruirsi un bunker? Cominciare ad accumulare riserve di cibo?
In breve il nostro alibi è questo: poichè non si sa quando sarà, come avverrà e che conseguenze avrà - nel frattempo continuo con la mia vita attuale.
Bisogna ammettere che la nostra mente e tutta la nostra essenza - in particolare per noi che siamo occidentali e dunque temiamo la morte più di ogni altra cosa - non può accettare l'idea di un cambiamento troppo grosso. Figuriamoci dell'estinzione della vita umana. In molti lo affermano, ma lo rimandano alla fine del secolo. E' quasi impossibile accettare che il collasso dell'economia potrebbe anche accadere nei prossimi anni o addirittura mesi.
In realtà è proprio questo il tema di cui volevo parlare: collasso economico. Parlare di collasso senza parlare di come l'economia in ultima istanza ne sarà affetta, è parlare di nulla. E' come dire che una casa sta crollando senza sapere dove sono le crepe (il che significa che non si può neanche essere davvero certi che stia crollando, se ne ha solo un sentore).
Come crollerà l'economia? Per Effetto domino - ecco qual è la risposta che otteniamo se vogliamo guardare in fondo alla tana. Fino adesso il dibattito si è focalizzato sul picco del petrolio e sulle dinamiche ad esso inerenti: come varierà la domanda e l'offerta con l'aumentare dei costi di estrazione?
La nostra mente è portata a pensare che vi sarà un lento declino o magari una stagnazione secolare... sebbene "qualcuno" da un pò di tempo ci inviti a pensare che non sarà così. Sto parlando ovviamente dell'Effetto Seneca: il declino sarà molto più rapido della crescita. Ma, ancora, come sarà questo declino?
Si parlava del Grande Rollover che dovrà accadere quando "l'offerta non sarà più in grado di sostenere la domanda" perchè avremo raggiunto il picco massimo della produzione. Bene, ma cosa accadrà esattamente? Qualcuno è in grado di dirlo?
Vorrei parlare di David Korowicz - ancora sconosciuto in Italia - come dell'unico (che io conosca) che è entrato da scienziato nei meccanismi economici specifici che porteranno la società contemporanea alla rovina.

Ritengo che Trade-Off: Financial system supply-chain cross contagion - a study in global systemic collapse sia uno dei lavori più illuminanti e importanti che ci siano su questo tema.
Vi sarà un punto, un Tipping Point (altro testo di Korowicz) superato il quale cominceranno degli effetti a catena? Qui sotto ho riprodotto lo schema di Korowicz traducendo in italiano i riquadri.

Korowicz considera il "declino nella produzione di petrolio a buon mercato" come l'innesco di una reazione a catena che porta al crollo dell'economia - un'economia, la nostra totalmente irresiliente vale a dire completamente integrata e interdipendente nelle sue parti. Il grande problema infatti è la mancanza assoluta di Resilienza del sistema economico, concepito com'è allo scopo di centralizzare il potere invece che modulandolo e decentralizzandolo.
Con il declino del petrolio comincia una spirale deflattiva (frecce rosse) di "declino delle attività economiche" fino a che quelli che chiama "keyston-hub", i pilastri-chiave che reggono il super-sistema, escono dal loro equilibrio. Ne elenca 7, di cui il principale è il sistema bancario e monetario che agisce nella nostra società come una infrastruttura invisibile ma che governa tutte le cose.
Tale spirale deflattiva (diminuzione generale dei prezzi) porta a ciò che si chiama feedback positivo o circolo vizioso in cui il primo mutamento genera delle strutture che lo alimentano sempre di più.
Parlando più semplicemente, ciò che ci possiamo aspettare innanzitutto, è che l'effetto del picco della produzione globale di petrolio sarà il fallimento di quelle aziende e corporations che incorporano il prezzo al barile nelle loro merci (per esempio quelle che dipendono dal trasporto su gomma).
Una volta generato il contagio, questo si espanderà sino ad infettare una serie di altri settori che dipendevano dai primi e così via fino alla destabilizzazione di tutti i pilastri su cui si regge la nostra economia (basta pensare alle catene di produzione e distribuzione del cibo). Questa infatti, nella forma che conosciamo, si regge su di un flusso continuo sempre crescente di energia che può essere fornito solo estraendo e raffinando ogni anno una quantità di fossili maggiori del precedente. Questo è ciò che vuole la crescita economica.

E' fondamentale comprendere che la "fiducia" nella nostra organizzazione sociale basata sul denaro, si basa sulla disponibilità (illimitata) di energia. Quando questa comincia a declinare (e gli economisti non riescono a capirlo) comincia ad influenzare le attività economiche, che entrano in fase di recessione, fino a che, più gravemente, comincia anche a diminuire la domanda di energia e di beni, ed è proprio questo a far precipitare la situazione.
E poi? quando i fallimenti cominciano ad espandersi? E' probabile che ci potremo aspettare fenomeni di bank-run, corsa agli sportelli, ognuno a ritirare in fretta i propri risparmi, così aggravando ancora di più la crisi e accelerando il circolo vizioso. Se questo processo si spingerà fino alle ultime conseguenze - e non sembrano affatto esserci vie di mezzo dato che non vi è resilienza del sistema, non c'è una sorta di generatore ausiliario che si possa accendere per fare andare ancora il sistema - dobbiamo aspettarci l'annullamento del valore del denaro. Il denaro non avrà più valore: ecco il grande problema. Da qui le immani conseguenze del collasso.
Chi ha il coraggio di guardare "cosa c'è in fondo alla tana del bianconiglio" (cit. da Matrix)?
Chi afferma che "la società potrebbe collassare" si spinge molto in là rispetto a quanto può essere accettato dal senso comune (che è dominato dalla paura); chi afferma che "la società collasserà" senza aver dubbi, si spinge ancora oltre e ha ancora meno speranze di essere ascoltato, perchè viene scambiato o per un cialtrone o per un esaltato, un "millenarista" o altro ancora.
La mia impressione è che nella seconda categoria di collassologi vi siano però molti che, consciamente o meno, tendono a spostare avanti l'asticella. "Si, crollerà tutto (fra 20 anni)" per esempio. In effetti, non è rassicurante sapere di avere ancora degli anni davanti per poter sistemare le cose?
Non intendo dire che io sono sicuro che sarà presto - come potrei? - ma osservo una diffusa convinzione, umana troppo umana, secondo la quale Demain (come recita un film recente...) saremo in pericolo, mai "oggi".
L'atteggiamento dominante non mira a operare dei cambiamenti concreti nell'esistenza quotidiana, non mette in opera strategie nel presente di adattamento creativo e aumento della resilienza qui e ora. Generalmente si punta sull'informare gli altri; sono in pochi quelli che "fanno" qualcosa, anche perchè non si sa bene cosa fare. Del resto cosa si dovrebbe fare? Costruirsi un bunker? Cominciare ad accumulare riserve di cibo?
In breve il nostro alibi è questo: poichè non si sa quando sarà, come avverrà e che conseguenze avrà - nel frattempo continuo con la mia vita attuale.
Bisogna ammettere che la nostra mente e tutta la nostra essenza - in particolare per noi che siamo occidentali e dunque temiamo la morte più di ogni altra cosa - non può accettare l'idea di un cambiamento troppo grosso. Figuriamoci dell'estinzione della vita umana. In molti lo affermano, ma lo rimandano alla fine del secolo. E' quasi impossibile accettare che il collasso dell'economia potrebbe anche accadere nei prossimi anni o addirittura mesi.
In realtà è proprio questo il tema di cui volevo parlare: collasso economico. Parlare di collasso senza parlare di come l'economia in ultima istanza ne sarà affetta, è parlare di nulla. E' come dire che una casa sta crollando senza sapere dove sono le crepe (il che significa che non si può neanche essere davvero certi che stia crollando, se ne ha solo un sentore).
Come crollerà l'economia? Per Effetto domino - ecco qual è la risposta che otteniamo se vogliamo guardare in fondo alla tana. Fino adesso il dibattito si è focalizzato sul picco del petrolio e sulle dinamiche ad esso inerenti: come varierà la domanda e l'offerta con l'aumentare dei costi di estrazione?
La nostra mente è portata a pensare che vi sarà un lento declino o magari una stagnazione secolare... sebbene "qualcuno" da un pò di tempo ci inviti a pensare che non sarà così. Sto parlando ovviamente dell'Effetto Seneca: il declino sarà molto più rapido della crescita. Ma, ancora, come sarà questo declino?
Si parlava del Grande Rollover che dovrà accadere quando "l'offerta non sarà più in grado di sostenere la domanda" perchè avremo raggiunto il picco massimo della produzione. Bene, ma cosa accadrà esattamente? Qualcuno è in grado di dirlo?
Vorrei parlare di David Korowicz - ancora sconosciuto in Italia - come dell'unico (che io conosca) che è entrato da scienziato nei meccanismi economici specifici che porteranno la società contemporanea alla rovina.

Ritengo che Trade-Off: Financial system supply-chain cross contagion - a study in global systemic collapse sia uno dei lavori più illuminanti e importanti che ci siano su questo tema.
Vi sarà un punto, un Tipping Point (altro testo di Korowicz) superato il quale cominceranno degli effetti a catena? Qui sotto ho riprodotto lo schema di Korowicz traducendo in italiano i riquadri.

Korowicz considera il "declino nella produzione di petrolio a buon mercato" come l'innesco di una reazione a catena che porta al crollo dell'economia - un'economia, la nostra totalmente irresiliente vale a dire completamente integrata e interdipendente nelle sue parti. Il grande problema infatti è la mancanza assoluta di Resilienza del sistema economico, concepito com'è allo scopo di centralizzare il potere invece che modulandolo e decentralizzandolo.
Con il declino del petrolio comincia una spirale deflattiva (frecce rosse) di "declino delle attività economiche" fino a che quelli che chiama "keyston-hub", i pilastri-chiave che reggono il super-sistema, escono dal loro equilibrio. Ne elenca 7, di cui il principale è il sistema bancario e monetario che agisce nella nostra società come una infrastruttura invisibile ma che governa tutte le cose.
Tale spirale deflattiva (diminuzione generale dei prezzi) porta a ciò che si chiama feedback positivo o circolo vizioso in cui il primo mutamento genera delle strutture che lo alimentano sempre di più.
Parlando più semplicemente, ciò che ci possiamo aspettare innanzitutto, è che l'effetto del picco della produzione globale di petrolio sarà il fallimento di quelle aziende e corporations che incorporano il prezzo al barile nelle loro merci (per esempio quelle che dipendono dal trasporto su gomma).
Una volta generato il contagio, questo si espanderà sino ad infettare una serie di altri settori che dipendevano dai primi e così via fino alla destabilizzazione di tutti i pilastri su cui si regge la nostra economia (basta pensare alle catene di produzione e distribuzione del cibo). Questa infatti, nella forma che conosciamo, si regge su di un flusso continuo sempre crescente di energia che può essere fornito solo estraendo e raffinando ogni anno una quantità di fossili maggiori del precedente. Questo è ciò che vuole la crescita economica.

E' fondamentale comprendere che la "fiducia" nella nostra organizzazione sociale basata sul denaro, si basa sulla disponibilità (illimitata) di energia. Quando questa comincia a declinare (e gli economisti non riescono a capirlo) comincia ad influenzare le attività economiche, che entrano in fase di recessione, fino a che, più gravemente, comincia anche a diminuire la domanda di energia e di beni, ed è proprio questo a far precipitare la situazione.
E poi? quando i fallimenti cominciano ad espandersi? E' probabile che ci potremo aspettare fenomeni di bank-run, corsa agli sportelli, ognuno a ritirare in fretta i propri risparmi, così aggravando ancora di più la crisi e accelerando il circolo vizioso. Se questo processo si spingerà fino alle ultime conseguenze - e non sembrano affatto esserci vie di mezzo dato che non vi è resilienza del sistema, non c'è una sorta di generatore ausiliario che si possa accendere per fare andare ancora il sistema - dobbiamo aspettarci l'annullamento del valore del denaro. Il denaro non avrà più valore: ecco il grande problema. Da qui le immani conseguenze del collasso.
Giusta analisi, in definitiva queste dinamivhe stanno giá avvenedo, basto guardare il Venezuela, ma quello che si può intravedere, che i primi (sta giá avvenendo) a pagare saranno quei paesi più deboli...
RispondiEliminaDobbiamo solo sperare che quando toccherà a noi, (e non SE, ma quando) di riuscire a cavarcela in qualche modo!
Ma la vedo dura, non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere, e in fondo che vorrebbe vedere un brutto film con un brutto finale?
Intanto BAU a oltranza!
Aaron
Il post è inappuntabile; lascia però un po' in sospeso secondo me i feedback fra il declino dell'estrazione del petrolio a buon mercato e la produzione/trasporto del cibo per 8 miliardi di persone: mi spiego meglio. Lovelock in the revenge of Gaia sottolinea l'urgenza di lasciare posto alle foreste proprio nelle aree agricole vicino ai boschi rimasti, questo proprio da un punto di vista climatico. Quindi con la fine del petrolio a basso prezzo sarà più costoso trasportare derrate alimentari e livello inter-continentale, su navi a gasolio ad esempio: la conseguenza potrebbe essere una agricoltura di sussistenza stile Cuba post crollo unione sovietica con taglio di ulteriori boschi? Non ce lo possiamo permettere da un punto di vista climatico. (Felice di eventuali integrazioni al mio commento.)
RispondiElimina@ Fra
EliminaNon è il prezzo del petrolio che è il driver per il cambio di scenario, ma sono le variabili chiave che decidono la traslazione di scenario:
-Il livello d'abbandono dei carburanti fossili nel mondo
-Livello di rilascio di gas serra ed idrati di metano con positive feedback in Siberia
http://lafrecciadellastoria.blogspot.com/2016/10/scenari-di-xxi-secolo-parte-i.html
http://lafrecciadellastoria.blogspot.com/2016/10/scenari-di-xxi-secolo-parte-ii.html
Dentro lo scenario, si forma il Best Blast Scenario
http://mio-radar.blogspot.com/2017/10/wwiii-road-map-theory.html
C'è già incompatibilità nel Mediterraneo per l'Univeso Ottimista quindi lo scenario EFFICIENTE CONDIVISIONE TECNOLOGICA DELL'AUSTERITA' non è già più raggiungibile. Al momento siamo dentro al FALSO RITORNO ALL'ETA' DELL'ORO in futuro a)ci resteremo dentro, oppure b)il mondo migrerà in CATASTROFE ULTRAVIOLETTA, SURROGAZIONE INERZIALE ESPLOSIVA.
http://lafrecciadellastoria.blogspot.com/2016/11/scenari-mediterranei-intorno-al-2050.html
le cose nei prossimi decenni possono solo peggiorare: IMHO il tipping point del Polo Nord ICE FREE farà galoppare le emissioni di metano in Siberia per cui è possibile che resteremo dentro FALSO RITORNO ALL'ETA' DELL'ORO oppure SURROGAZIONE INERZIALE ESPLOSIVA.
Nel Mediterraneo le cose stanno andando particolarmente male, sta per aprirsi LA DIVERGENZA che definirà le condizioni iniziali al contesto nel Mediterraneo nel XXI secolo in favore dell'Universo Pessimista.
http://mio-radar.blogspot.com/2017/10/wwiii-e-guerre-puniche-ii-sono-effetti.html
IAC lets wait and see
tutti quelli a cui ho accennato un cambio di paradigma, mi hanno risposto che forse toccherà ai figli, ma più probabilmente ai nipoti, sorbirselo. Quindi chi se ne frega?!! Tutti pensano che sono i soldi a mandare avanti il sistema, come se non servissero solo a permettere lo scambio di beni e servizi. Se poi parli di energia, è già pronto il motore ad acqua, che i cattivoni delle cinque sorelle non ci vogliono dare fintanto che hanno il petrolio da venderci per pigliarci i nostri soldi. Così si ritorna sempre lì, ai soldi. E pensare che poco più di 100 anni fa la gente lavorava per un pane o un pezzo di formaggio. Mi ricordo sempre che all'Orsigna, il paese di Terzani, dove ebbi il piacere di scambiarci 2 parole, un vecchietto mi disse che il paese si svuotò intorno al 1960, perchè andando a lavorare in fabbrica a Prato ai lavoratori venivano dati addirittura dei soldi!! Siamo sempre lì. Il giorno che le persone perderanno la fiducia nel valore del denaro, sarà, come nella Germania di Wiemar, perchè per comprare un pane ci vorranno milioni di Euro, allora sarà meglio andare a lavorare per un pane come 100 anni fa. Il problema sarà che non esiste più la società di 100 anni fa. Penso che differenziata, rinnovabili, coibentazione degli edifici, ecc. risolveranno ben poco, perchè sono frutto di una società consumistica, mentre i millenni passati sono stati caratterizzati dalla sussistenza, che fa a pugni col consumismo in tutte le sue espressioni. La seconda figura sopra ci condanna senza appello, perchè conferma la speranza delle locuste odierne, che siano le locuste di domani a essere sacrificate.
RispondiEliminaPrimo anno di Istituto Tecnico Commerciale (non dico, che sia materia di primo anno degli Esami di economia, che già sarebbe impegnativo...)
RispondiEliminaSe la Domanda > Offerta allora i prezzi di un bene economico salgono MA tanto più salgono, tanto più gradualmente il consumo del bene economico viene rimosso oppure sostituito con beni succedanei.
Se la Domanda < Offerta allora i prezzi allora i prezzi di un bene economico scendono MA tanto più scendono, tanto più i beni succedanei (se mai ce ne fossero) scomparirebbero.
SE oggi tutti gli scienziati e geologi ed esperti convergono sulla tesi che siamo sulla vetta del picco del petrolio (il 50% delle riserve di petrolio si sono già state usate, attualmente ne resta circa un altro 50% ma è tutto petrolio DIFFICILE, ossia costoso da estrarre) e dato che l'offerta di petrolio è RIGIDA mentre la domanda di petrolio è ELASTICA ED IN CRESCITA, come mai Korowicz contempla un calo del prezzo del petrolio?!
Troppa birra gelata e magari tracannata a panza vuota?! :-)
E' di questi tempi :-) in effetti il rischio c'è (specie per gli anglosassoni & popoli nordici molto avvezzi al consumo di superalcolici)
Io dico, magari, ci fosse un graduale e costante caduta del prezzo del petrolio! => Se questo accadesse (non per dilatazione dell'offerta, come è accaduto con lo shale gas/oli) allora, vorrebbe dire che poichè l'offerta di petrolio è rigida, allora la domanda sarebbe in calo: ossia il mondo starebbe migrando verso un nuovo paradigma energetico, dato che un bene economico come il petrolio, gradualmente non sarebbe più PERCEPITO COME UN BENE ECONOMICO ma lentamente abbandonato, causandone il calo del prezzo.
:-D
il prezzo del barile calerà perchè la miseria raggiungerà tali livelli, che pochi potranno accedere ai beni di consumo, che oggi col welfare, sono alla portata di tutti.
EliminaConcordo che un collasso finanziario sia possibile quasi in qualunque momento e che questo potrebbe portarsi dietro tutto il resto. Oppure che la rapida crescita dei costi di estrazione e raffinazione del petrolio, in assenza di un parallelo aumento del prezzo, potrebbe scatenare il collasso globale.
RispondiEliminaTuttavia non sono assolutamente d'accordo sul fatto che il sistema capitalista non sia resiliente. Al contrario ha ampiamente dimostrato di essere in grado di sopravvivere a catastrofi immani, riorganizzandosi e adattandosi. Inoltre, le autorità monetarie attuali hanno ampiamente dimostrato anche loro di essere gente capace e accorta. Ricordo che "la zia di tutti i botti" era attesa per il 2014, innescata dalla crisi dello shale oil e dell'edilizia cinese. Entrambe quelle crisi ci sono state, ma il botto no. Perché? perché il sistema è molto resiliente. Molto, ma non infinitamente.
Trovo anche molto interessante il lavoro di Korowicz, da confrontare con quello di Tveberg che delinea una retroazione simile, ma con un ruolo determinante del debito ed innescata non già da una carente offerta di energia, bensi' da un prezzo della medesima troppo basso a causa di limiti dalla parte della domanda.
SE aspettate il collasso dell'industria petrolifera... avete più speranza di vincere un terno secco al lotto!
Elimina:-)
Il mercato petrolifero tradizionale (lo shale oil/gas ha un'offerta elastica ma è una piccola quota del mercato mondiale) ha un'offerta rigida, mentre la domanda mondiale di petrolio è elastica ed è in crescita. In un contesto simile, non ci sarà MAI un collasso del settore primario nei combustibili fossili perchè le vendite in valore ci saranno sempre ed il magazzino avrà sempre un alto valore. E' vero anche che il "ca$h flow" dell'industria petrolifera invece che investito per trapanare, potrebbe essere impiegato per una conversione al solare termodinamico ed all'economia dell'idrogeno. Ma sinceramente, penso che sia troppo tardi, anche perchè i problemi geopolitici nel mercato energetico hanno grande peso e nei prossimi decenni peggioreranno (sovrappopolazione in africa+climate change)^levata di Chartago.
Solo il calo del prezzo del petrolio causato da RIMOZIONE DEL CONSUMO perchè il petrolio non sarebbe più considerato un BENE ECONOMICO potrebbe innescare la Carbon bubble. Ma Banche, Assicurazioni, Stati, non lo permetterebbero, anche perchè SINCERAMENTE nel primo mondo, nessun settore economico come il SECONDARIO o TERZIARIO potrebbero avviare una transizione energetica, ad eccezione del settore PRIMARIO di cui le Oil Companies ne sono una grossa fetta.
Korowicz nel suo ragionamento non ha nemmeno SEGMENTATO gli impatti di una scarsità energetica tra I,II,III mondo per di fronte al rialzo dei prezzi. Il III mondo smetterà di usare petrolio, ma poi s'impossesserà delle risorse... bye bye GREEN STREAM... Per cui, IMHO Korowicz è completamente in alto mare!. I suoi ragionamenti, IMHO sono a-economici, ed hanno un vago delirio marxista-ottocentesco ossia incapace di cogliere la complessità del XXI secolo.
Guerre finanziarie & valutarie, queste sì che sono pericolose. Non a caso il Dollaro è moneta inflazionata (lo sanno anche i sassi) ma gli USA scantonano gli effetti negativi di FISHER perchè il Dollaro ancora regge sul trono della moneta di conto per i commerci internazionali ed è tesaurizzato. Ma questa è una convenzione: Cina, India, Petrolarabi sono grossi player finanziari. India e Cina hanno mercati in espansione ed alti tassi d'interesse, stanno sviluppando anche un grosso hard power. Gli USA hanno tassi bassi e mercato saturo come l'Europa. Si preparano tempi grami sui mercati finanziari: il botto termofinanziario italiano, poi nei decenni a venire una crisi del Dollaro in favore di altre monete.
Quali?
La polarizzazione economica ed ambientale :-) decreteranno la nascita delle coalizioni degli aggressors (ossia di chi non userà più il dollaro). Le guerre finanziarie e valutarie portano guerre nel dominio Cyber, le quali sono la porta d'ingresso tra guerre simmetriche.
Entriamo nelle cause di detonazione di WWIII a prima, seconda, terza restrizione.
Klausewitz con la sua definizione:"La Guerra è la continuazione della politica con altri mezzi" ha tantissimo da dire sul XXI secolo a differenza di Marx che è un economista classico ossia un PRE-ECONOMISTA.
Come la dice Ezezel -socievole ed amichevole alieno proveniente dalla base di prossimità di Kapytem_b che dalla base aliena segreta e sotterranea di Marte studia l'umanità da vicino- l'Umanità nel XXI secolo non diventerà mai una civiltà di tipo I sulla scala di Kardashev, come nella tradizione umana nel XXI secolo, l'umanità farà detonare almeno un paio di guerre!.
Forse bisognerebbe studiare cosa dice gail tveberg sul suo sito per comprendere bene gli effetti di un picco di energia pro capite su offerta e domanda e comprendere i dettagli dell'economia in questa fase che pare irreversibile
EliminaSaluti
se andiamo a vedere l'offerta di idrocarburi, vediamo che è sempre stata in crescita. Questa è la condizione necessaria e sufficiente per superare le crisi. Si attende per i primi anni del prossimo decennio una contrazione. Chi vivrà, vedrà.
EliminaMi chiedo se tra tutti i sistemi complessi ve ne sia uno più complesso dell'economia. Non invidio gli economisti. C'è da farsi scoppiare la testa per sbrogliare una matassa del genere. Tanto più che alla lunga le risorse per tenerla in vita dovranno venire a mancare per forza. Come scriveva Rifkin nel suo libro Entropia: più passaggi vi sono in un processo economico, più energia va perduta.
EliminaAngelo
production/rapid-depletion-of-oil-reserves-continue-to-influence-growth
Eliminae questi si preoccupano di non avere abbastanza FF per la crescita. Locuste fino alla morte. E oltre.
@ Anonimo14 agosto 2018 09:12
EliminaL'economia non è una scienza dura, ma è una scienza sociale, anche se l'Economia come le scienze dure, fanno tutte parte delle "scienze della panza vuota" :-)
-Un collasso aziendale, genera licenziamenti che possono essere riassorbiti.
-Un collasso di un distretto industriale, genera una crisi profonda in un paese con la perdita d'intere filiere che non si potranno più recuperare e che genereranno povertà e l'arricchimento di altri paesi.
-Un collasso di un Settore Economico, può generare un'implosione economica di un paese vedi 1929.
-Un collasso di uno Stato, genera perdita dello stato di diritto: con variegati destini atroci per un popolo.
-Un collasso di un Continente, implica GUERRE e MLN/MLD di morti.
Opporsi al collasso è sempre una cosa buona, a qualsiasi livello ci si trovi.
Nonostante questo, in economia il tempo "scorre contabilmente" in modo discreto, ma la dinamica economica è continua. Il tempo, è percepito in modo diverso, a seconda degli agenti economici:
Banche ed istituzioni finanziarie fanno bilanci tutti i giorni. Sui mercati borsistici e finanziari la percezione temporale è cortissima: lungo periodo=365gg, medio periodo=180gg, breve periodo<90gg. I DERIVATI nascono per soddisfare le esigenze del rischio del settore primario, poi tali prodotti si sono espansi a molto altro...
Industrialmente il tempo scorre più lungo: breve periodo 2-3 anni, medio periodo 3-4, lungo periodo entro 5 anni.
Tuttavia
.le Multinazionali e grandi aziende fanno trimestrali con budget non oltre un anno.
.Imprese marginali, artigiani, piccole e medie aziende fanno i bilanci una volta l'anno.
.Il DEF in Italia (come nel mondo) viene redatto una volta l'anno MA i dati economici dal secondo anno sono SEMPRE REGOLARMENTE CAMBIATI perchè cambia il contesto economico (quindi osservare i dati prospettivi oltre 1 anno è privo di senso)
.Pochissime aziende usano la pianificazione strategica per coprirsi nel lungo periodo da eventi impredicibili ad alto impatto, proprio perchè in Economia si naviga a vista entro i 365gg.
.Tante invece sono le Multinazionali e grandi aziende che fanno programmazione strategica a 5 e 10 anni, MA cambiando regolarmente i parametri dei modelli ogni anno, de facto adattandosi puntalmente ai trend ed alle attese emerse.
.Gli Economisti si dilettano in proiezioni finanziarie ed econometriche a 20, 30, 50 anni per valutare i costi sociali, sanità e pensioni sugli impatti demografici. Sono sterili esercizi matematici, perchè i modelli sono CHIUSI. Ossia danno un'idea generale di un TREND ma essendo modelli CHIUSI non rappresentano ne obiettivi, ne target strategici. Questo perchè NESSUNO SULLA TERRA SA QUALI SARANNO I NUMERI DELL'ECONOMIA OLTRE I 365GG. Non a caso, una volta l'anno, gli economisti si riuniscono a Davos od altrove, a ragionare solo del prox anno, oppure a premiarsi tra loro su chi aveva predetto quello che poi è accaduto, durante l'anno trascorso!.
.Nemmeno il governo italiano fa pianificazione strategica: l'incapacità a gestire la successione a Gheddafi e prima ancora la scelta di F104, dimostrano che da sempre le italiche think tank private e pubbliche sono lattine vuote strapagate per produrre fuffa & propaganda.
.Il governo degli USA (repubblicano o democratico) è tra i più razionali sulla Terra: costruiscono una TEORIA e si attengono a quella. Il CONTENIMENTO dell'URSS sino al 1989, poi più niente sino al 2001, quindi lotta alle nazioni canaglia contro Alkeida, oggi (democratici e repubblicani) vanno più o meno verso il PIVOTING CHINA di Mearsheimer.
La Geopolitica è una disciplina di brevissimo-breve periodo: riconosco che abbia un senso studiare contesti socioeconomici e culturali di brevissimo periodo, inclusi i profili dei capi di stato, MA i geopolli sono deterministici :-) quindi fallano!
https://youtu.be/wXy0TUAntec
In Economia per il lungo periodo, domina la pianificazione strategica che non è per niente deterministica!
Nel 2008 il prezzo del petrolio a circa 150 $/barile fece fallire tante società e quindi i debitori non hanno potuto più pagare i loro debiti e si è entrati nella peggiore crisi economica del nuovo millennio.
RispondiEliminaQuando i prezzi torneranno a salire, i primi a farne le spese saranno i Paesi poveri, ma questi, cercheranno di superare il problema con la migrazione nei Paesi ricchi.
Se continuasse l'idea assurda che: i migranti sono una risorsa;
il contagio ai Paesi Europei diventerebbe veloce e catastrofico.
Se invece le frontiere si chiuderanno, la domanda di petrolio si ridurrà, ma chi ne usufruirà sarà una percentuale sempre più bassa della popolazione mondiale, ma questo darà ulteriore tempo per trovare delle alternative valide.
Sarà lo stesso una catastrofe, ma almeno si cercherà di ridurre i danni e nel contempo trovare una soluzione.
A.P.
l'unica soluzione sarebbe far capire alle locuste, che il consumismo tanto desiderato e preteso come un diritto indiscutibile, deve finire il prima possibile (GW). Ma nè i consumatori, nè i produttori di beni, nè le elitè, nè i poteri politici e religiosi lo vogliono. In questo momento mia moglie sta ragionando con nostra figlia sul modo di riporre più razionalmente beni di consumo in casa, per aumentarne la quantità, tanto per dire quelle che sono le preoccupazioni che ci sono nei cervelli delle locuste. Roba, soldi, potere, avidità e se uno si azzarda a parlare di vizi e virtù, come dice la 1° lettura della messa odierna, viene odiato e non può nemmeno vendicarsi, nè reagire, come vidi fare nel video dal giovane Meadow, negli anni '70, quando lo sbeffeggiavano sui temi di LTG. Chissà se era anche lui un seguace di Gesù? Di sicuro da persona molto dotata intellettualmente, ne doveva essere un estimatore, come lo era Ghandi, pur non essendo anche lui cristiano. Ma di fronte a certi argomenti le reazioni delle locuste possono essere sole due: sbeffeggiare e aggredire. Quindi meglio che smetta di parlarne.
EliminaQuindi stai dicendo che il cervello delle donne è programmato per accumulare risorse in previsione delle gravidanze? L'argomento è interessante, degno di un saggio, ma serve un reperimento ed analisi della bibliografia approfondito. Insomma un lavorone. Hai notizie di saggistica sull'argomento? Grazie.
Eliminal'accumulo di risorse è una caratteristica umana, non solo femminile. Si chiama avidità. E' una delle tante trappole spirituali seminate nella vita per allontanare dalla felicità, ma qui il discorso diventa complesso, perchè si allarga su concetti che vanno dal pratico all'evangelico.
Eliminaecco cosa c'è in fondo alla tana del bianconiglio:
RispondiEliminawww.huffingtonpost.com/entry/environmental-activists-killed-every-week_us_5b55ed2be4b0de86f48f2fb6
Cosa ci sia in fondo alla tana?
RispondiEliminaNon lo so ma sulla strada per arrivarci ,sicuramente fatti come questo:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/08/14/genova-il-momento-del-crollo-del-ponte-morandi-le-urla-delle-persone-oddio/4558715/
Marco Sclarandis
Concordo, e poi con eroei in calo dove si troveranno le risorse per queste ristrutturazioni?
Eliminahttp://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/08/14/cnr-in-italia-migliaia-i-ponti-troppo-vecchi_a7683a59-07cf-4073-8208-6d01b5193445.html
A debito? E il debito espanso all'infinito prima o poi crollerà anch'esso, come un'enorme schema Ponzi?
questa società è condannata: il ponte doveva resistere 100 anni, invece dei 51 dalla costruzione! Ma non certo in ambiente inquinato e salmastro. Ma il cemento armato è il materiale d'elezione della società dei FF e la sua durata non eccede i 100 anni. E' stato possibile grazie all'abbondanza fossile, ma quando crolleranno le centinaia di mln di costruzioni in cemento armato, non ci saranno più i fossili per rifarli. Bomba ad orologeria, che distruggerà questa (in)civiltà. Quindi il debito è del tutto ininfluente se crollerà o no. Di sicuro faranno di tutto per continuare questo consumismo, comunque e a qualunque prezzo.
EliminaSono convinto anch'io che il sistema è molto piu resiliente di quanto si creda. Ad ogni crisi viene messa una toppa e si mettono sicurezze che prima non c'erano. Questo ha un costo che viene spalmato verso i settori piu deboli e sacrificabili.
RispondiEliminaOggi è la turchia a pagare per noi (noi come occidentali). Le sue risorse (materie prime e forza lavoro) continueranno ad esserci disponibili ma le pagheremo meno.
alla fine della tana del bianconiglio: crolla ponte a Genova, coinvolte 35 auto e 2 tir, decine di morti e feriti, cioè il dirupo di seneca. Un ponte lo ricostruiranno, ma quando crolleranno a centinaia, poi a migliaia, insieme alle altre costruzioni in cemento armato, che sono servite a costruire questo disastro di società, vorrà dire che siamo arrivati al fondo della tana, cioè al dirupo di Seneca. Mi rendo conto cosa provavano i romani dopo la distruzione delle legioni di Decio in Pannonia nel 251 e poi dopo 150 anni di degrado con città abbandonate, strade distrutte. Or ora in TV il cronista, che non può dire la verità che sa, sta chiedendosi se questo non sia un disastro annunciato, cioè il fondo della tana in arrivo.
RispondiEliminaNon credo che l'evento del ponte Morandi sia un buon paragone ;-P
RispondiEliminaIl ponte Morandi è stato costruite nel 1967 ed è miseramente caduto nel 2018
https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_Morandi
quest'altro ponte è del 1883 e nonostante l'età, non ha mai avuto danni!
https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_di_Brooklyn
quest'altro notissimo ponte è del 1933 e non ha mai avuto danni!
https://it.wikipedia.org/wiki/Golden_Gate_Bridge
quest'altro blasonato ponte è tutto europeo ed è del 1886 ed è pure mobile!
https://it.wikipedia.org/wiki/Tower_Bridge
Gli ultimi TRE ponti hanno subito molta più erosione (umidità, salmastro, vento, traffico, freddo) rispetto a quella subita dalla #%*@ di ponte Morandi. Ma ieri sera tv.rai1, in prima serata, hanno avuto la faccia di lodare il bidone di ponte, evitando di metterlo a confronto con altri ponti costruiti precedentemente al 1967.
Questa è disinformazione massiva e sistematica, siamo al livello di: roba da chiodi!
p.s.
In compenso abbiamo visto che fine farebbe il ponte sullo stretto di Messina
il cemento armato è stato inventato nel 1900 circa e il golden gate è in acciaio, come la torre Eiffel.
Eliminaa me personalmente è venuto in mente quel ponte pedonale crollato a Miami e quel libro di James Kunstler, Collasso, in cui dedica alcune pagine sulla manutenzione delle infrastrutture e queste sono sicuramente le prime avvisaglie, potrei direi "ma son cose che succedono in Italia"..poi però imbatto in questo e l'enormità del problema ricompare alla luce del sole: http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2018/08/16/usa-oltre-mila-ponti-rischio_K9TOAjK9WQodMCunBpPMBP.html Come spiega Milena Gabanelli nel suo recente articolo, il continuo taglio dei costi riconducibile anche al prezzo del gasolio ha fatto sì che i carichi massimi e i trasporti eccezionali siano andati man mano aumentando sollecitando ulteriormente le strutture. Questo è declino post petrolifero. Come al solito sentiremo grandi promesse ma chi metterà i soldi,che non ci sono? http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/marzo-2018-milena-gabanelli-metteva-dito-piaga-30-mila-ponti-sono-168796.htm
RispondiElimina30.000 ponti sono probabilmente pochi, se poi ci mettiamo le milionate di altre costruzioni fatte con calcestruzzo solo in Italia, abbiamo la bomba ad orologeria, che farà impallidire il bombardamento di Dresda nella WWII, con la sola piccola differenza, che stavolta ce lo siamo fatti da soli. Magari tornassero i bombardieri alleati a buttare giù queste infrastrutture folli. Se vi pare poco l'aggettivo folle, pensate ai 57 km di tunnel della TAV dove ci saranno temperature infernali, che necessiteranno di costosi sistemi di raffreddamento con consumi energetici proibitivi. E poi vogliono mantenere entro i 2°C il GW. Ma non facciamoci illusioni ridicole.
Eliminahttps://tradingeconomics.com/italy/military-expenditure
EliminaSpese militari. Notare la Svizzera.
Perché la carne non è un alimento naturale per gli umani
RispondiElimina• Innanzitutto, gli umani si ammalano facilmente se mangiano la carne cruda, un segno che né il loro stomaco né il loro sistema immunitario sono progettati per la carne. I veri carnivori possiedono stomaci forti che "mangiano" anche parassiti, batteri e forme varie in via di decomposizione.
• Gli umani non possono digerire bene la carne: perlopiù debbono cuocerla. I carnivori non cuociono. Gli umani hanno cominciato a mangiare la carne su larga scala dopo l'invenzione della cottura.
• Gli umani sono gli unici primati che mangiano la carne (tutti gli animali possono mangiare la carne in piccole quantità, ma nessun primato mangia la carne su base regolare).
• Gli umani che mangiano la carne vengono afflitti da malattie cardiache, cancro, diabete, osteoporosi, ed ogni tipo di malattie degenerative. Gli animali carnivori che mangiano la carne vivono in salute.
• Quando si astengono dal consumo di carne, gli umani vivono vite molto longeve per gli standards del mondo animale.
• Gli umani necessitano di dormire circa lo stesso tempo degli altri erbivori, i quali dormono molto meno rispetto ai carnivori.
• I denti umani "canini" sono condivisi con i cavalli, e non con i carnivori. Non c'è carnivoro dotato di denti come i nostri canini. I cavalli, invece, ne sono dotati. Qualunque sia la loro funzione, non sono per mangiare la carne.
• Gli umani sono gli unici carnivori a cui piace mettere le "salse" sulla carne. Di fatto, gli umani non mangerebbero la carne cotta senza salse. Ciò che fanno le salse, è nascondere l'orrendo sapore della carne.
• Se la dieta vegana fosse pericolosa, metà della popolazione indiana sarebbe morta oppure sarebbe seriamente ammalata. D'altra parte, nei posti in cui la dieta è perlopiù carnivora, gli umani si ammalano e muoiono in migliaia per qualsivoglia malattia.
• Per un mangiatore di carne, è estremamente semplice diventare vegano; è difficile per un vegano mangiare la carne. Questo è un segno che il sistema digestivo umano deve essere allenato dall'infanzia per digerire la carne, altrimenti non potrebbe farlo.
• Ultimo ma non ultimo, molti umani sono disgustati dagli animali morti. Se tu vedi un cane od un gatto morto per strada, quindi il cervello e le interiora sparse sull'asfalto, sarai propenso a vomitare anziché salivare nel modo in cui farebbe un carnivoro.
La carne è il fast food primordiale. Ad un certo punto, gli umani compresero che essi avrebbero potuto assorbire molti nutrienti (in particolare, le proteine) semplicemente mangiando qualche cadavere. Prima di essere carnivori, gli umani erano cannibali. Il cervello umano era il primo piatto di carne nel menù.
(ed è anche uno dei più semplici da digerire per i non-carnivori). Poi, gli umani cominciarono a mangiare anche gli altri animali. Checché ne dicano i carnivori, l'Homo sapiens è un animale biologicamente erbivoro.
Vale la pena commentare il "contributo" di K? Mi limito ad aggiungere che gli umani, a differenza degli scimpanzè, hanno perso la capacità di sintetizzare gli amminoacidi essenziali dai carboidrati della frutta...Quindi o qualcuno come il buon K immagina che i nostri antenati potessero coltivare leguminose e cereali già 500000 anni fa almeno, (ma potrei sbagliarmi in difetto e di molto), o che potessero mangiare uova di uccelli quasi tutti i giorni, oppure il contributo di K disqualifica enormemente la discussione anche più dei sostenitori di una nuova era glaciale. Questa è la mia opinione.
Eliminai vecchi della mia gioventù mi dicevano che anche le fosse erano piene di pesciolini e di pescetti. Forse i nostri antenati avevano a disposizione a 2 passi molte più proteine animali di quelle che abbiamo noi a km, spesso molti, nei supermercati. E anche molto più sane e fresche.
EliminaKappa non ti crucciare
EliminaPer voler dimostrare
Che la natura umana
E' di fatto vegana.
E' fatica sprecata
La natura è cambiata
Sempre continuamente
Fino al nostro presente.
Ora molti hanno in mente
Di salvare l' ambiente
Con vibranti parole
Che si reggon da sole
Senza alcun fondamento
Poi nel comportamento,
E tra il dire ed il fare
Resta sempre quel mare.
Ma diciamolo piano
Tra vegano e vegano,
Siam davanti ad un muro,
Non c'è altro futuro
Che la scelta più dura
Di cambiare natura
Per l’ennesima volta
Sarà questa la svolta?
Angelo
http://www.greenreport.it/news/agricoltura/sequenziato-il-genoma-del-grano-tenero-e-stato-a-lungo-considerato-un-compito-impossibile/
RispondiEliminaSequenziato il genoma del grano. Dovrebbe essere una buona notizia. Forse, chissà. Magari.
Angelo.
Mettere le toppe al sistema ha come conseguenza il peggioramento delle condizioni di vita delle masse, il taglio dei diritti lavorativi e sulle pensioni, l'aumento delle tasse. Fino a quando?
RispondiEliminaIn arrivo DEFAULT Italia!!
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-08-17/gli-investitori-esteri-scaricano-btp-58-miliardi-maggio-e-giugno-212904.shtml
http://www.finanzaonline.com/notizie/fuga-dai-btp-sotto-quota-700-miliardi-i-titoli-di-stato-in-mano-a-investitori-esteri