giovedì 14 luglio 2016

La fine del “boom della popolazione”: il collasso di Seneca della popolazione irlandese durante la grande carestia

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR

di Ugo Bardi

La storia della Grande Carestia in Irlanda è un chiaro esempio di “Collasso di Seneca”, cioè di un caso in cui il declino è più rapido della crescita. E' una cosa che ci aspetta a livello globale? (Fonte dell'immagine Rannpháirtí anaithnid - vecchio - presso la English Wikipedia) 


In un post precedente, ho sostenuto che molte proiezioni attuali sulla popolazione globale sono erroneamente basate sull'idea che la “transizione demografica” funzionerà al contrario. Cioè, spesso si ipotizza che le persone impoverite tendano a fare più figli e che quindi la popolazione mondiale continuerà a crescere anche nel bel mezzo delprofondo declino economico che potrebbe accompagnare una crisi di risorse e climatica (questa, per esempio, era l'ipotesi dello studio originale del 1972 “I limiti della crescita”).


Ho invece proposto che l'inizio di una grande crisi economica/climatica causerà una immediata riduzione dei tassi di nascite, in parte in conseguenza della salute in declino delle donne fertili e in parte di una reazione razionale da parte delle famiglie che capirebbero che possono prendersi cura solo di un numero limitato di bambini in una condizione di aumento di povertà in aumento.

Ovvero, non ci sarà un aumento della popolazione nel bel mezzo di una crisi e il declino dei tassi di nascite porterebbe immediatamente all'inizio di un declino mondiale della popolazione che potrebbe potrebbe anche assumere la forma di un vero e proprio “Collasso di Seneca”. Per sostenere la mia tesi, ho portato l'esempio della ex Unione Sovietica, la cui popolazione ha cominciato a declinare persino prima del collasso politico dell'Unione. Ho menzionato anche diversi esempi di altri paesi occidentali (vedi l'Italia) in cui i tassi di nascite sono scesi in parallelo col peggioramento delle condizioni economiche, al punto che stiamo cominciando a vedere un declino generale della popolazione.

Questa interpretazione è stata criticata nei commenti da alcuni che obbiettavano che sì, la mia idea potrebbe essere giusta per paesi relativamente moderni ed “Occidentalizzati”, ma non per le aree più povere come l'Africa e l'Asia. Questi commentatori hanno obbiettato che le persone di quelle aree continueranno a fare quanti più figli possibile a prescindere da cosa succede intorno a loro, apparentemente in conseguenza degli Imam che dicono loro di farlo (o a causa del malvagio dittatore Erdogan, o persone del genere).

Non credo che questa critica sia giusta e posso ribattere con un esempio. Conosciamo tutti la storia della carestia irlandese che ha avuto luogo fra il 1845 e il 1852 e che ha ucciso una grande percentuale della popolazione irlandese. Sappiamo qualcosa sul numero di morti e su quanti irlandesi sono emigrati, ma sappiamo relativamente poco sul modo in cui la carestia ha condizionato i tassi di nascite. Le donne irlandesi hanno cercato di compensare la mortalità più alta facendo più figli?

Su questo punto ho trovato uno studio completo fatto da Phelim P. Boyle e Cormac O Grada sul volume 23, n° 4 del novembre 1986 di “Demography”, pp. 543-562 (qui il link). Servono alcune ipotesi ed estrapolazioni per determinare i tassi di nascite irlandesi prima e dopo la carestia. Non riportano nemmeno dei grafici, ma solo tabelle. Tuttavia, la loro conclusione è chiara: il tasso di natalità è sceso con la carestia in Irlanda. In altre parole, le famiglie irlandesi non hanno cercato di compensare la loro maggiore mortalità facendo più figli, niente affatto.

Ciò è confermato da quello che sappiamo della popolazione irlandese nei decenni dopo la carestia. Anche se le forniture alimentari smisero di essere un problema, la popolazione continuava ancora a declinare o rimanere stabile ben oltre l'inizio del XX secolo. Gli irlandesi di allora non avevano buoni contraccettivi, ma sembra che ci siano riusciti principalmente ritardando l'età del matrimonio ed adottando uno stile di vita che scoraggiasse l'attività sessuale fra i giovani.

Ciò è rilevante per il caso di cui discuto qui. Nel XIX secolo, i contadini irlandesi erano cattolici (o, se preferite, “papisti”). La visione cattolica del matrimonio doveva essere allora (come è ancora oggi in alcune cerchie) quella per cui una coppia sposata debba avere quanti figli quanti gliene manda il Signore – cioè il maggior numero possibile. Dopo la carestia, gli irlandesi sono rimasti cattolici, ma hanno completamente trascurato il consiglio che potrebbero aver ricevuto dai loro preti. Si è trattato di una scelta del tutto razionale – gli irlandesi non erano stupidi.

Stiamo chiaramente discutendo di qualcosa di difficile da quantificare, ma tendo a pensare che la maggior parte delle persone su questo pianeta non siano così stupide come credono gli specialisti di pubbliche relazioni. Così, da questi esempi storici (Russia ed Irlanda) direi che una crisi economico/climatica futura sarà immediatamente accompagnata da un declino dei tassi di nascite e quindi della popolazione. Se questo succede, sarà una cosa buona in quanto la pressione sull'ecosistema verrà ridotta. Ciò non significa che avremo risolto tutti i problemi che abbiamo di fronte, ma perlomeno non dobbiamo preoccuparci del fatto che le persone peggiorino la situazione riproducendosi come conigli.




39 commenti:

  1. Credo che la sua analisi si riverà corretta, ma aggiungerei una postilla importante: il classico comportamento riproduttivo nei paesi in via di sviluppo può sembrare irrazionale per noi occidentali, ma in un paese dove non esiste alcun tipo di assistenza sociale è in realtà l'unico modo sensato per sperare di avere un'esistenza relativamente lunga, avere una famiglia numerosa che in vecchiaia ti possa assistere, non è solo una questione di religione e superstizioni varie. Ma anche in quel contesto credo che stia cambiando qualcosa.

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  2. Rupaldi, lei sta facendo confusione tra popolazione assoluta e tasso di natalità. Vada a rivedrsi i dati scorporati di TLoG e vedrà che la diminuzione della popolazione sarà data dall'innalzamento repentino del tasso di mortalità infantile. E proprio il caso delle popolazioni africane mostra come la miseria in società arretrate o dominate da fanatismi religiosi (casistica in cui rientra anche l'irlanda della Grande Carestia) NON incida che marginalmente sul tasso di natalità, e molto pesantemente sulla mortalità infantile.

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    1. Allora, cosa ho citato a fare i dati che dimostrano come la natalità in Irlanda è DIMINUITA con la carestia? Phelim P. Boyle e Cormac O Grada sul volume 23, n° 4 del novembre 1986 di “Demography”, pp. 543-562 (qui il link.).

      Insomma, se uno si diverte a sparare commenti a caso, faccia pure, ma un minimo più di attenzione non guasterebbe.

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    2. Bardi, ma TLoG almeno lei dovrebbe averlo letto no? ;-)
      La curva complessiva della popolazione in decrescita nella fase di declino da cosa è data? Io ricordo dalla somma di due componenti: un enorme aumento della mortalità e una ben scarsa diminuzione della natalità. E francamente non credo di essermi sognato stanotte quel grafico scorporato!
      Inoltre, le sembra davvero che in Africa, continente derelitto per antonomasia, ci sia o ci sia mai stata una diminuzione del tasso di natalità nonstante la miseria stabile e i tassi di mortalità abissali?

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    3. Non c'è che dire, un bel livello di dibattito. Invece che sui dati, si basa su "mi ricordo che" e non si sa a che proposito. Se questo blog attira commenti di questo livello, tanto vale che mi metta a scrivere per il Corriere dello Sport.

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    4. 1) Il mio cognome è Rupalti. 2) Io ho tradotto l'articolo, non l'ho scritto. 3) Quando si commenta, è buona educazione mettere il proprio nome. Se si hanno difficoltà tecniche, basta scriverlo in fondo al commento.

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  3. Dopo la carestia, gli irlandesi sono rimasti cattolici, ma hanno completamente trascurato il consiglio che potrebbero aver ricevuto dai loro preti. Si è trattato di una scelta del tutto razionale – gli irlandesi non erano stupidi.

    Proviamo a trasformare il concetto in un sillogismo:

    1. I preti dicono agli irlandesi che bisogna far figli a raffica. Lo dice Dio (un dio che per inciso si sono inventati loro);
    2. Gli irlandesi non ascoltano perchè non sono stupidi:
    3. Quindi i preti sono stupidi (in realtà dei poveri dementi).

    Pardoni Bardi, ma nei confronti di quelli ho ormai il dente avvelenato ed appena li sento nominare sparo con alzo zero.
    Libero di bannare il mio commento.

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    1. Non è detto che i preti abbiano detto agli irlandesi di continuare a far figli a raffica. Rimanendo sul sillogismo aristotelico:

      1. Tesi: gli irlandesi non sono stupidi
      2. Antitesi: i preti in Irlanda sono irlandesi
      3. Sintesi: i preti irlandesi non sono stupidi

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    2. I preti irlandesi vivevano a stretto contato con i loro fedeli, e se il tasso di natalita' e' sceso, anche loro sicuramente erano dello stesso avviso, pur non potendolo ammettere con i loro superiori, che, come al solito, sono persone che vivono lontane, e vivono inoltre isolate dai problemi della vita reale della gente.

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  4. Semi OT:
    riporto il link di un’importante intervista avvenuta un paio di settimane fa (29 giu 2016) al direttore della CIA:

    https://www.youtube.com/watch?v=uIQDqxl9FtM

    il quale dice con preoccupazione che, nei suoi 36 anni di carriera, questo è il periodo in cui c’è il più alto tasso di sfide mondiali da fronteggiare.

    Riporto l’elenco che ho estratto:
    1) Il Brexit per UE;
    2) Il terrorismo internazionale;
    3) Instabilità politica di molti Paesi;
    4) L’interruzione delle forniture di energia da alcuni Paesi;
    5) La sicurezza informatica;
    6) Lo sviluppo di armi nucleari;
    7) Lo sviluppo dei sistemi di lancio dei missili;
    8) Biotecnologie (modifiche al genoma);
    9) L’allungamento della vita con il conseguente invecchiamento della popolazione e l’insostenibilità dei sistemi previdenziali;

    10) GEOINGEGNERIA applicata al riscaldamento globale (progetto SAI da 10 Miliardi di $/anno per l’irrogazione di aerosol nella stratosfera);

    11) Problemi geopolitici dovuti alle alterazioni del clima.

    Ci tengo ad evidenziare il punto 10.

    Così come mi ha riferito un consulente della Casa Bianca, la geoingegneria riguardo all'immissione di aerosol nell'atmosfera, sono stati studiati, sperimentati e scartati per le eventuali effetti collaterali.

    Qui, invece ci dice che tali studi sono stati approfonditi e il costo di tale immissioni di aerosol non sarebbe proibitivo (solo 10 Miliardi di $/anno). Penso che la differenza sia dovuta al fatto che: mentre noi abbiamo sempre scartato questa ipotesi, in quanto, per irrorare una parte significativa della troposfera (atmosfera bassa) avrebbe richiesto quantità enormi di aerosol; loro stanno studiando la possibilità d’immetterli nella stratosfera (da 12 a 50 km di altezza) dove dovrebbero risiedere per un periodo più lungo e sono necessarie minori quantità di aerosol.

    Consiglio tutti di vedere il video, si possono attivare anche i sottotitoli tradotti automaticamente in italiano.

    Questo ci fa capire che: nessuna soluzione viene scartata definitivamente; la si tiene in considerazione, magari per ulteriori sviluppi futuri.

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    1. Il punto 10 viene trattato al minuto 12 e 10 secondi.

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    2. Alla faccia di chi liquida le scie chimiche come leggende metropolitane, o "teorie del complotto". Alcuni, mi dispiace dirlo, anche in questo blog. Rimane da capire il motivo di tanto zelo nel ridicolizzare chi dice la verità...

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    3. Terribile,
      mi pare una cosa disumana, che travalica la semplicità della vita reale.
      Uno tuta da palombaro che imprigiona l'uomo reale.
      Una tristezza.
      E' questa la vita ?
      CHI c h i ha bisogno della CIA ?

      Gianni Tiziano

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  5. quello che mi preoccupa profondamente è che il tasso di natalità degli irlandesi sia diminuito SOLO dopo la grave carestia..... anche io credo che ad un certo punto l'umanita comincerà a pensare più razionalmente che non è possibile mantenere nuove bocche, ma che ci si arrivi dopo una catastrofe umanitari con migliaia di morti di fame, sinceramente non mi consola. Preferirei che ci si arrivasse solo con il cervello e non con lo stomaco

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    1. Non è così male. Perlomeno, si impara dall'esperienza!

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    2. "non sono stupidi"?
      Bè, diciamo allora che sono diventati intelligenti un po' tardi!

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    3. Da questa storia si evince che anche le popolazioni aumentano la loro capacita' di rispondere in maniera sensata ai problemi, e non si comportano come amebe acefale, e questo e' incoraggiante, anche se il przzo da pagare per queste lezioni imparate sono misurabili in centinaia di migliaia di vittime (per quel fatto locale, in milioni di vittime).
      Estrapolando, l'umanita' nel suo insieme potrebbe imparare la lezione sperimentando pero' la morte di qualche centiano di milioni di persone. Un prezzo carissimo, eppure la lezione imparata ha un premio altrettanto grande, e si chiama sopravvivenza della specie.

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    4. > catastrofe umanitari con migliaia di morti di fame

      L'ordine di grandezza delle peggiori (o migliori!?) carestie non è di 10^3 ma di 10^7.
      Vedere, ad esempio: Carestie antiche, moderne, future

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    5. http://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/13161-jackfruit-cambiamenti-climatici-fame
      Jackfruit se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
      Ma cresce solo nei climi tropicali.
      Angelo

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  6. Su peak oil ,quando attivo, qualche anno fa giustamente si sosteneva che la principale misura sanitaria nelle società post picco sarà garantire un acqua potabile di qualità accettabile: non avevano torto, non solo per la quota di risorse anche meramente di energia elettrica necessaria per mantenere in piedi strutture complesse come gli ospedali, ma per questioni puramente biologiche e di scelte morali, non di abuso dilettevole degli antibiotici o per gli allevamenti intensivi, di privilegiare i malti di oggi a scapito di quelli di domani mattina, appunto della grande questione antibiotici ed altri..Sostanzialmente entro 20 anni scordatevi antibiotici e di conseguenza assistenza agli immunodepressi come anche i trapiantati, e con queste condizioni residue di assistenza sanitaria nei paesi del nord del mondo nessuno si sognerà di mandare un euro nei paesi del sud divorati e desertificati dalle cavallette homo vedi africa, neanche la più pazza delle boldrine...Ergo per me si sottovaluta l'aumento di mortalità in ogni età..Una chicca: l'anno scorso lo stato italiano ha speso 65 milioni di euro per il nuovo farmaco anti epatite c, che ad oggi non risultano finanziati, per curare circa 1000 malati: tenete presente che in italia si stimano 300000 positivi, per meno della metà consapevoli...Un consiglio: se questo anno vi muore un parente per epatite c, fate subito causa per cercare di prendere qualcosa prima che lo stato fallisca...

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  7. "nel bel mezzo del profondo declino economico che potrebbe accompagnare una crisi di risorse"

    Ma noi, oggi come oggi, definiamo "profondo declino economico" la semplice diminuzione del tasso di incremento del PIL... fatto che non e' contemplato dalla struttura non tanto economica, quanto finanziaria delle nostre societa'. I nove decimi delle risorse che usiamo nei paesi affluenti, sono inutili se non controproducenti, anzi utili solo ad un'economia ormai fine a se stessa.

    Esempio: prima creiamo le isole di calore con montagne di calcestruzzo, poi necessitiamo di macchine altrettanto energivore per raffreddare il clima locale, che prima era gia' freddo di suo, da solo, senza bisogno di fare nulla... cos'e' questa, se non idiozia al grado puro?

    E' "sindrome del bambino iperattivo" in adulti infantilizzati (si', direi che e' proprio questo il nostro caso).

    Quella irlandese era altra situazione, li' si ebbe qualcosa di simile all'holodomor ucraino, un crollo verticale e istantaneo della disponibilita' di cibo, anzi di calorie, a causa della malattia che aveva distrutto completamente il raccolto della patata, parte fondamentale della dieta irlandese dell'epoca, che aveva in precedenza fatto "andare in bolla" la popolazione.

    In qualsiasi mammifero il crollo della disponibilita' di calorie che provochi moria della popolazione, fa anche precipitare la fecondita' delle femmine, fino ad annullarla.

    Potremmo sperimentare qualcosa del genere in caso di eruzione vulcanica catastrofica che schermi i raggi solari per qualche anno, o collisione con equivalente corpo celeste, o nuova avversita' microbiologica letale a rapida diffuzione mondiale, o chissacche' che determini crollo dei raccolti in modo non compensabile a livello mondiale.

    Cose che prima o poi accadranno.

    La CO2, che e' il piu' potente fertilizzante naturale, sta invece aumentando, e non di poco, la produzione fotosintetica, agricola e non, si stima di oltre il 10 per cento, un'enormita', diminuendo nel contempo la necessita' di acqua delle piante, cosa che vi puo' confermare qualsiasi agronomo. Cosi' la "bolla della popolazione" potra' continuare a gonfiarsi... in modo da rendere piu' catastrofico il suo eventuale esplodere (perche' neppure di questo possiamo essere davvero certi, se non che prima o poi moriremo TUTTI).

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    1. Non so davvero che agronomi conosca lei... Mi scusi...

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    2. Agronomi senza le virgolette.

      Ma basta anche semplici agricoltori: nelle serre chiuse viene iniettata appositamente CO2 per aumentare l'accrescimento e la resa, e' una banalita' agronomica. Nessuno farebbe una cosa simile, costosa, se la resa diminuisse, e se ne accorgerebbero bene.

      Cio' ovviamente non significa che la aumentata CO2 non possa o non debba costituire problema per i supposti mutamenti climatici, significa solo che per le piante e' una manna. Noi emettiamo CO2 come "scarto" della respirazione (che e' una combustione), e le piante se ne nutrono e la riconvertono in lignina e altri composti carboniosi. E poi noi ci rimangiamo le piante. Il ciclo funziona cosi'. Tutti i composti carboniosi della chimica organica di cui siamo fatti derivano dal serbatoio che e' la CO2 dell'aria, la CO2 e' l'ingrediente principale del ciclo della vita, assieme all'acqua. Senza CO2, niente vita.

      Anzi, non escluderei che il fenomeno sempre piu' frequente di rami e alberi che cadono con relativamente poco vento, sia dovuto anche alla crescita troppo rapida delle chiome e quindi al loro aumentato peso. In vivaio e' normale che piante cresciute troppo in fretta, con eccessivo carico fogliare, siano poco resistenti al vento. Addirittura puo' capitare che rami si rompano in completa assenza di vento, sotto il loro stesso peso e delle loro foglie.

      Nelle mie zone noto, in primavera, esplosioni vegetative molto ricche, apparentemente piu' di qualche decennio fa, per quanto un'osservazione cosi' asistematica valga ben poco. (ammesso poi che piu' CO2 produca davvero piu' foglie in proporzione al resto della pianta)

      Essendo tutta l'attenzione, relativamente alla CO2, attirata maniacalmente dal clima, quasi nessuno, salvo gli esperti che pero' spesso si guardano bene dal diffonderlo, dice a cosa serva veramente la CO2, e come sia tutt'altro che un "gas pernicioso" in se'.

      Per noi animali e' per le automobili e' un "gas di scarico", ma per le piante fotosintetiche e' materia prima essenziale, e' cibo.

      A livello mondiale, si stima un aumento delle rese agricole di circa un 10 per cento, a parita' degli altri fattori, grazie al notevole aumento percentuale di CO2 nell'aria che ben conosciamo.

      Non c'e' dubbio che ci siano esperti secondo i quali l'aumento della CO2 e' dannoso anche per le piante, ma penso che dovrebbero informarsi meglio presso un semplice contadino. Del resto, per ogni opinione possibile ormai ci sono fior di esperti che la sostengono con veemenza. Ognuno dice la sua, di solito dal suo ristretto punto di vista, in una cacofonia caotica.

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    4. Anonimo
      non osar contraddire sei finito
      saluti

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    5. https://oggiscienza.it/2013/05/13/piu-co2-per-tutti/
      Mah, a quanto pare la questione dell'anidride carbonica che giova alle piante è una bufala.
      Fa parte del repertorio dei negazionisti.
      http://www.lescienze.it/news/2016/06/21/news/diminuzione_resa_mais_aumento_temperatura_maturazione-3133420/
      L'anidride carbonica accelera la maturazione delle piante in modo che queste non hanno il tempo di accumulare biomassa e ciò determina una perdita di produzione.
      Le rese dei raccolti rischiano di crollare già nel prossimo decennio.
      Anche il picco del petrolio arriverà a un punto critico nel prossimo decennio.
      Senza petrolio l'agricoltura industriale da cui dipendiamo non produce neanche una spiga, perché i terreni agricoli sono ormai substrati morti e la possibilità di ottenere raccolti dipende da quanto concime di sintesi viene interrato.
      Non è un processo scontato e irreversibile. Ma bisogna agire con coerenza e in fretta.
      Saremo in grado di farlo? Secondo me no.
      Si agira' sulla spinta di una serie progressiva di eventi traumatici?
      Chi lo sa? Sarebbe già qualcosa.
      Angelo

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    6. @Angelo

      Al solito si fa disinformazione raccontando solo mezza verità.
      Ognuno ne racconta mezza per portare la ragione dalla sua parte e quindi, in mala fede.

      L'effetto di una concentrazione doppia di CO2 rispetto a quella naturale ha effetti diversi in base al tipo di pianta.
      In MEDIA, in base al tipo di fotosintesi utilizzata, si ottiene:
      C3 : +47% di biomassa
      CAM: +21% di b...
      C4 : +11% di b...

      Questi sono valori medi, ma per alcune piante la resa può arrivare a +85% e per altre a -20%.

      La PPN (Produttività Primaria Netta globale) tende ad aumentare con l'aumento della CO2.

      In genere si ha un aumento della produttività maggiore, rispetto alla concentrazione naturale della CO2, in carenza di acqua.

      Questo vuol dire che: la PPN si riduce di più in carenza di acqua con CO2 a concentrazione naturale; mentre si riduce (sempre si riduce) di meno, in presenza di concentrazione doppia di CO2.

      Se invece consideriamo non solo la PPN, ma l'intero ciclo completo, composto da tutte le piante e tutti i processi di degradazione ecc...
      il risultato totale non è ancora definitivo, ma quello provvisorio indica comunque un aumento di produzione medio del 14%.

      Consiglio di leggere il seguente libro (da cui ho tratto i dati):
      Titolo: ELEMENTI DI ECOLOGIA
      Autore: Thomas M. Smith, Robert Leo Smith
      Editrice: PEARSON

      Chiaramente, tutti quelli che sono in mala fede, prendono la resa sul caso specifico di pianta che porta la ragione alla loro tesi.

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    7. Ok, a me interessa il caso specifico dei cereali.
      Penso che la questione sia principalmente riferita all'alimento base di tutta la nostra agricoltura. A chi può interessare se con l'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera crescono più o meno cetrioli?
      Se riguardo ai cereali hai informazioni più precise di quelle che sono riuscito a trovare io con una semplicissima ricerca, puoi sempre mettere il link.
      Grazie per il suggerimento di lettura.
      Angelo

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  8. “ …. Conosciamo tutti la storia della carestia irlandese che ha avuto luogo fra il 1845 e il 1852 ….”
    Io non la conosco, sono fuori dai tutti.
    Talvolta pensiamo che tutti sanno : non è così.
    Chi sa cosa ?
    .----
    Gli animali sanno, le piante sanno, le rocce, l'acqua e l'aria.
    A cosa serve il nostro sapere ?
    .----
    Non serve sapere tante cose.
    Serve sapere nella giusta gerarchia d'importanza.
    C'è il Grande Sapere e ci sono i saperi spiccioli.
    Noi esseri umani, siamo divisi in due grandi categorie :
    - Esseri civilizzati
    - Esseri non civilizzati.
    La prima categoria è depositaria dei saperi spiccioli.
    La seconda, del Grande Sapere.
    Gli appartenenti alla prima categoria stanno decimando gli appartenenti alla seconda : l'opera è quasi compiuta, in tutto il mondo.
    Arroganza, violenza, mancanza di rispetto.
    Perdiamo il contatto con Madre Terra.
    .----
    In questo caso :
    Se noi Sappiamo che siamo parte della Natura e la dobbiamo rispettare.
    Se Sappiamo che siamo co-creatori della realtà, assieme al resto della natura.
    Se Sappiamo che non siamo più degni di vivere di qualsiasi altro essere vivente.
    Se Sappiamo che il primo comandamento è il rispetto.

    Sopravvive il giusto numero di figli.

    Gianni Tiziano

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  9. comunque ha dell'incredibile che l'Irlanda fosse più abitata 160 anni fa di oggi. Magari lo fosse l'Italia. Quante cavallette in meno!!! Mi sembra di essere finito nel paese dei balocchi di Collodi: spero che non mi spuntino le orecchie di ciuco. Poveri pinocchi! Che fine!!

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    1. "ha dell'incredibile che l'Irlanda fosse più abitata 160 anni fa di oggi"

      Ma di sicuro il mondo non ha meno irlandesi: hanno cominciato, come noi, ad emigrare in massa. Dall'italia, a cavallo del '900, sono emigrati circa 10 milioni di italiani verso le americhe e l'australia (su una popolazione di 30 milioni!), tanto che oggi i loro discendenti sono piu' numerosi di noi discendenti di quanti erano rimasti in patria.

      Poi l'irlanda, fino alle liberalizzazioni/detassazioni post-tatcheriane di qualche decennio fa, era rimasta il paese piu' povero d'europa (eh si'). Adesso e' uno dei piu' ricchi, molto piu' ricco (pro/capite) del nostro.

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    2. ma gli italiani, nonostante le emigrazioni, sono triplicati dal 1861.

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    3. Da wikipedia si vede che oggi la densita' di popolazione italiana e' ben tripla di quella irlandese: 200 ab/kmq contro 60...

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  10. Umm...
    L'attituddine a figliare dipende da tanti fattori:
    Quanto siamo coscenti della crisi? Quanti sono quelli che ancora credono che sarà superata enentro prochi mesi?

    Gli irlandesi avevano un sistema economico più semplice ed era per loro molto più evidente che il cibo non bastava per tutti.
    Probabilmente gli irlandesi avevano una visione del problema molto più chiara di noi.

    "una coppia sposata debba avere quanti figli quanti gliene manda il Signore – cioè il maggior numero possibile."
    Questa è una tradizione molto ben ancorata ma priva di supporto.
    Il Cristiano quando si sposa promette di accudire i figli che il signore vorrà mandargli - Ovvero prendersi le responsabilità delle proprie azioni -
    Ma è anche vero che le religioni vengono interpretate come fa comodo ed allora sono usate come scusa per riprodursi senza pensare alle conseguenze oppure dall'alto per avere più sudditi da comandare e mandare in guerra.

    "non sono stupidi"
    Allora diciamo che sono diventati intelligenti un po' tardi!

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    Risposte
    1. "L'attitudine a figliare dipende da tanti fattori:
      Quanto siamo coscenti della crisi?"

      Penso che dipenda soprattutto dalle aspettative circa il futuro, aspettative che pero' non si riferiscono solo alle risorse (ragione sociale di questo sito e di gran parte dei suoi frequentatori) ma a molti altri fattori (ad esempio tasso di sopravvivenza della prole, necessita' di avere un'ampia "famiglia allargata" che faccia da protezione sociale e militare verso le altre famiglie, eccetera).

      Ognuno e ogni gruppo sociale puo' avere un'opinione diversa su cosa sia definibile come "crisi".

      Tali "aspettative", in quanto tali, in quanto "scommesse" su un futuro che e' determinato da un'infinita' di variabili che ci sono in gran parte del tutto ignote, sono molto piu' soggettive che oggettive.

      Poi ovviamente ogni esperto di ogni settore mette in guardia circa le variabili che sono di sua, sempre piu' ristretta e settoriale, competenza.

      Comunque resta il fatto di fondo che a creare questa situazione e' stato lo sviluppo e il grande successo della scienza e della tecnica (anche economiche), le stesse che oggi si propongono con la abituale arroganza a risolutrici, mentre in realta' pongono solo i presupposti dei futuri problemi, anche se oggi ne risolvono qualcuno. L'intera storia dell'umanita' e' cosi', e' fatta di scienza e tecnica che risolvono un problema e in cambio ne creano due ancora piu'grossi, cosi' non ci si annoia mai (ma nemmeno ci si riposa).

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  11. Nei paesi poveri i bambini sono spesso una fonte di reddito per la famiglia.http://www.unicef.it/doc/364/lavoro-minorile.htm
    Magari per far calare il tasso di nascita in questi paesi basterebbe vietare il lavoro minorile e istituire l'istruzione obbligatoria.
    Ma questo i paesi poveri non se lo possono permettere.
    E i paesi ricchi hanno tutto l'interesse a non vedere.
    Angelo

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  12. ci sarà permessa una botterella occassionale?-:-)

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  13. "l'uomo intelligente risolve i problemi, l'uomo saggio li evita", anche lei, come altri demografi e sociologi pensate che il problema demografico si risolverà comunque, prima o poi con una bella carestia o con qualche guerra, una epidemia di qualche virus ( vedi AIDS creato ad arte proprio in africa). Io ho paragonato la situazione attuale ad uno Tsunami che si diffonde e devasta la terra dilagando verso l'interno, per poi fare pulito durante il ritorno al mare, è questo che dobbiamo aspettarci? Credo che sarebbe più logico intervenire con una buona dose di anticoncezionali e di educazione, non di imposizione. Giobbe Covatta, in un post su Facebook, ha detto cose molto vere e condivisibili, "spendiamo milioni di euro per farli arrivare, quando con mille potremmo farli rimanere in casa loro" Chi c'azzecca?

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  14. "L'uomo intelligente risolve i problemi, l'uomo saggio li evita" e il natalista (sia esso di matrice economica, politico-nazionalista o religioso-confessionale) li genera...

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