lunedì 25 luglio 2016

Il fotovoltaico è una vera fonte energetica!

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR

Questo è un commento di Luis De Souza su un recente articolo di Ferroni e Hopkirk che hanno riportato un rendimento energetico negativo degli impianti fotovoltaici in Svizzera (in altre parole, un ritorno energetico, EROEI, minore di 1). E' un risultato anomalo, considerando che un'analisi complessiva del campo ha riportato valori di EROEI di 11-12 per la tecnologia fotovoltaica più comune. Quindi cosa c'è di sbagliato nell'articolo di Ferroni e Hopkirk? Molte cose, pare. Qui, De Souza mostra che il fotovoltaico è una fonte di energia, persino in un paese non molto soleggiato come la Svizzera. De Souza conclude che qualcosa è andato incredibilmente storto nella procedura di revisione della rivista che ha pubblicato l'articolo di F&H, “Energy Policy”. Questo sembra essere vero e potrebbe interessarvi di sapere che è stata preparata e sottoposta alla rivista una confutazione di quell'articolo da parte di un gruppo di ricercatori esperti nel campo dei calcoli energetici. La confutazione scopre molte cose sbagliate in più nell'articolo di F & H che in quelli identificati da De Souza. In breve, Energy Policy è riuscita a pubblicare uno studio pieno di errori che non avrebbe mai dovuto essere pubblicato in una rivista scientifica. Sfortunatamente è stato fatto ed ora un sacco di persone lo usano a supporto della guerra alle rinnovabili. (U.B.)




Il fotovoltaico non è uno spreco energetico in Svizzera

Di  Luis De Souza

Energy Policy ha di recente pubblicato uno studio condotto sul EROEI delle tecnologie fotovoltaiche (FV) installate in Svizzera. Il risultato finale è una cifra notevolmente bassa, cioè 0,8:1. Ben al di sotto di qualsiasi valutazione del EROEI mai condotta su questa tecnologia energetica.

Un tale valore ha naturalmente deliziato coloro che fanno campagne contro l'energia rinnovabile, che prende per oro colato qualsiasi indizio di prestazione negativa. Tuttavia, da questo studio emerge immediatamente un numero: il rendimento energetico medio del ciclo di vita di 106kWh/m2/a. A quanto pare, uno sguardo più ravvicinato a questo singolo valore è sufficiente a negare l'ipotesi che il fotovoltaico in Svizzera sia un pozzo energetico.


Controllo di base

Il promo controllo che si può condurre su questo studio sul EROEI è quello di confrontarlo con valutazioni precedenti. Pedro Prieto e Charles Hall hanno prodotto quello che probabilmente è lo studio del EROEI più conservativo sul FV, concludendo con un valore di 2,4:1 per la Spagna. C'è molto da discutere in questo studio, in particolare la traduzione arbitraria di requisiti non fisici di un sistema FV in ingressi energetici, ma per lo scopo del confronto prendiamo come buono questo valore basso.

La radiazione solare annuale alla latitudine di Madrid (40° N) è nella gamma dei 2.000 kWh/m2. Alla latitudine di Berna (47° N) questo valore scende a 1.500 kWh/m2. Ipotizzando che gli ingressi energetici straordinariamente alti conteggiati da Prieto e Hall per la Spagna valgano anche per la Svizzera, si potrebbe applicare direttamente la regola del tre per conteggiare un valore di EROEI di 1,8:1

Notate qui che l'EROEI è una misura logaritmica. Pertanto 1,8:1 è considerevolmente più vicino a 2,4:1 che a 0,8:1. Queste semplici cifre cominciano a mostrare che c'è qualcosa di fondamentalmente imbarazzante nei risultati presentati da Ferroni e Hopkirk.


Perché energia per unità di area?

L'articolo in sé stesso non è molto dettagliato e lascia molto all'interpretazione del lettore. Tuttavia, c'è una cifra chiave in gioco in questo studio sul EROEI che emerge immediatamente: una produzione media di energia per la durata dell'impianto di 106 kWh/m2/a per i pannelli solari installati in Svizzera. Francamente, sembra una cifra stranamente bassa, ma c'è qualcosa di più problematico. Ogni modello di pannello solare è progettato e costruito in modo diverso, con celle distribuite in modi diversi. Persino fra quelli prodotti dagli stessi produttori, le capacità per unità di area possono essere molto diverse.

Il grafico sotto mostra le capacità per unità di area dei diversi modelli presenti sul mercato di diversi produttori, compresi i tre più importanti del mondo.



Anche se Ferroni e Hopkirk non indicano mai quale produzione energetica per capacità installata stiano usando, questo campione di capacità di un pannello per unità di area ci permette di approfondire un po'. La figura sotto presenta questi calcoli per questi stessi modelli di pannello.



Di nuovo, le cifre variano ampiamente, con la media che si trova al di sotto dei 700 Wh/Wp/a.


Confronto con PVGIS

PVGIS è una applicazione web sviluppata dal Joint Research Centre (JRC) che calcola la produzione energetica di un sistema FV tenendo conto dell'isolamento solare annuale, dell'orientamento del pannello e delle perdite di sistema di cablaggio, inverter, temperatura, riflettanza angolare ed altro. PVGIS non è stata aggiornata negli ultimi anni e per i sistemi più recenti so per esperienza che le sue stime del primo anno di produzione sono al ribasso dal 5% al 10%. Ma per questo esercizio i suoi risultati vengono presi per buoni.

La tavola sotto è il risultato prodotto da PVGIS per un sistema ipotetico classificato a 1kWp, orientato in modo ottimale ed installato intorno a dove vivo io, nel Cantono di Zurigo (47°N, nella Svizzera nordoccidentale). Il valore più rilevante in questo rapporto è la stima di produzione di energia: 1090 Wh/Wp/a. Anche se si tratta di una stima di un sistema orientato perfettamente, fornisce una buona misura di dove poggia realmente il valore di rendimento energetico annuale di Ferroni e Hopkirk.



PVGIS © Comunità Europea, 2001-2012. La riproduzione è autorizzata, purché venga citata la fonte. Vedere il disclaimer qui 

Confronto con le statistiche svizzere

Ferroni e Hopkirk citano le statistiche compilate dall'Ufficio Federale Svizzero per l'Energia (UFSE) come fonte del loro valore di106 kWh/m2/a. Ci sono numerosi documenti diversi nel sito web dell'UFSE che abbracciano tutti gli ambiti di produzione e consumo di energia.

In anni recenti l'UFSE ha prodotto un rapporto annuale sull'energia rinnovabile con una serie di valori importanti. Il rapporto del 2015 non è ancora disponibile, pertanto i valori usati qui vanno solo fino al 2014. Si tratta di tutti dati aggregati, ma sono già sufficienti a fornire un altro percorso di investigazione nel valore di Ferroni e Hopkirk.

Dopo aver letto questi rapporti, una cosa diventa evidente: l'UFSE non usa la misura di produzione di energia per unità di area citata da Ferroni e Hopkirk. Come mi aspettavo, i valori di generazione media di elettricità sono invece forniti in produzione di energia per capacità installata (Wh/Wp/a).

In secondo luogo, è importante notare che il FV è una cosa relativamente nuova in Svizzera, la capacità installata è aumentata solo di recente, quasi triplicando dal 2012 al 2014. Alla fine del 2014 c'erano 1060 Mwp di pannelli fotovoltaici installati in Svizzera, un valore che è cresciuto del 40% solo quell'anno. Durante il 2014la generazione di elettricità da Fv ha raggiunto gli 841 GWh.

Ipotizzando che tutti i nuovi sistemi installati nel 2014 fossero connessi alla rete dal primo gennaio, per l'anno viene fuori un valore di 794 Wh/Wp. Questo si trova ancora dal lato alto della possibile generazione per i valori di capacità installata usati da Ferroni e Hopkirk. Tuttavia, ipotizzando che questi nuovi sistemi fossero collegati alla rete ad un ritmo regolare per tutto l'anno, questo numero sale a 927 Wh/Wp. Si tratta di meno del 15% in meno della stima di PVGIS e probabilmente spiegabile con un orientamento non ottimale di alcuni sistemi ed una piccola percentuale di sistemi più vecchi e probabilmente meno efficienti. Di solito i sistemi tendono ad essere installati verso la fine dell'anno, per usufruire del quadro legislativo più favorevole.

Possibili cause

La prima causa che viene in mente per un valore  rendimento energetico così basso è un fattore di efficienza della cella sbagliato. Le celle FV vengono classificate in esperimenti controllati in cui la loro produzione energetica viene valutata ad una temperatura di 25°C e con una radiazione costante di 1 kW/m2. Questa valutazione è molto utile per confrontare diverse tecnologie di celle. Le celle cristalline moderne di larga diffusione raggiungono fattori di efficienza fra il 145 e il 16%, cioè convertono qwuella percentuale di radiazione incidente in corrente elettrica.

Visto che Ferronie Hopkirk presentano un rendimento medio di vita in energia per unità di area, questi autori potrebbero aver convertito la radiazione incidente in Svizzera direttamente in un rendimento energetico. Tuttavia, al posto di usare i valori sopra, il fattore di efficienza che hanno usato dev'essere stato nell'ordine del 8-9% per portare ad un valore di energia per capacità installata di circa 690 Wh/Wp/a. Fattori di conversione così bassi sono più comuni con le tecnologie a film sottile.

Una seconda ipotesi è l'impiego di un tasso di degrado della cella insolitamente alto. Le celle FV perdono le loro proprietà nel tempo, sia per il caldo al quale sono esposte sia per la radiazione solare in sé stessa. Anche se strumenti come PVGIS possono facilmente modellare le perdite di sistema, di solito lasciano fuori questo tasso di degrado. I centri di ricerca come il JRC hanno valutato le tecnologie FV per decenni, concludendo per un tasso di degrado del rendimento energetico nell'ordine dello 0,5%/a. Inoltre, questi studi a lungo termine indicano anche che le celle tendono a degradarsi in modo lineare.

La figura seguente presenta due tassi di degrado ipotetici che abbassano un pannello FV da 1090 Wh/Wp/a ad un rendimento medio di 690 Wh/Wp/a in un ciclo di vita di 25 anni: un degrado lineare di 33,5 Wh/Wp/a ed un declino logaritmico del 4%. In entrambi i casi il rendimento energetico scende sotto la metà prima della fine della vita del sistema.




Anche se questa seconda ipotesi è la mia preferita, non spiega l'impiego dello strano valore di energia per unità di area. Inoltre, questi tassi di degrado ipotizzavano che di fronte ad un rapido collasso della produzione di energia, i proprietari non attivino mai la garanzia del pannello.

Note finali

Sostituendo i valori di rendimento inspiegabilmente bassi usati in questo studio con quelli del UFSE è già sufficiente per portare il parco FV svizzero in un territorio di energia netta positiva. Tuttavia, tale risultato risulta ancora lontano dalle valutazioni precedenti del EROEI del FV, anche quelle molto conservative prodotte da Prieto e Hall. Così come le ipotesi di rendimento energetico si sono rivelate problematiche in questo studio, mi aspetto di trovare imbarazzi analoghi dal lato dell'ingresso energetico dell'equazione. Tuttavia, lascio che questo aspetto venga valutato da altri.

La pubblicazione di uno studio del genere da parte di un soggetto rinomato chiede una profonda riflessione. L'ultimo articolo che ho scritto in una rivista scientifica è stato per oltre due anni in revisione. Questo di solito è  un processo lento e doloroso. Essendo io stesso un editore e revisore di pubblicazioni scientifiche, sono faccio fatica a spiegare come sia riuscito un tale valore problematico di 106 kWh/m2/a a superare il processo del peer review. Avrebbe dovuto essere sollevata subito una bandierina rossa per chiunque abbia un minimo di famigliarità con la tecnologia fotovoltaica e l'economia, richiedendo un esame attento da parte dei revisori così come dell'editore. Qualcosa di fondamentale è andato storto nel processo di peer review su Energy Policy.


I messaggi da portare a casa

Il valore di EROEI concluso da Ferroni e Kopkirk per il FV è il più basso di sempre e ben al di sotto degli studi precedenti.

Questi autori usano unita di misura imbarazzanti che offuscano molto le loro ipotesi sui rendimenti energetici annuali.

In questo studio è stato usato un campione di diversi modelli di pannello indica un rendimento energetico inferiore ai 700 Wh/Wp/a.

Le statistiche ufficiali indicano un rendimento medio ben al di sopra dei 900 Wh/Wp/a per quanto riguarda il parco Fv svizzero. Ciò è in linea coi valori degli strumenti di valutazione di PVGIS.

Il processo peer review presso Energy Policy non funziona in modo appropriato.

47 commenti:

  1. E' sballato il valore della producibilità degli impianti e, soprattutto, si parte dall'assunto che un kWp costi circa 6000 euro, mentre siamo ormai ampiamente sotto i mille euro, anche per impianti con inseguitori monoassiali. Prieto fa un ragionamento che non tiene, dato che lega l'EROEI al costo degli impianti, che nel frattempo è notevolmente calato anche per la parte non relativa ai moduli.
    Comunque il mondo va avanti: chi costruirà impianti fotovoltaici accontentandosi di meno di 3 centesimi di dollaro al kWh i conti se li è fatti: se ci volesse tutta questa energia per costruire e manutenere un impianto, facendo il ragionamento inverso, non sarebbe possibile ripagare il suo costo con una cifra cosi' bassa.

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    1. Attualmente, nonostante l'incentivazione che fa schizzare i prezzi, i pannelli costano abbastanza poco, 160 euro per 250 W di picco. Ad essere molto costosi sono ancora gli inverter omologati (guarda un po' che strano...) e, ancora di piu', l'accumulo. Peraltro, dopo l'introduzione del fotovoltaico in italia, invece di diminuire l'inefficienza e lo spreco nella distribuzione, data la vicinanza della produzione al consumo, essa e' aumentata, per motivi tecnici che sono allo studio e ancora non sono chiari. Primizie che arrivano per passa parola "dai piani alti" tecnici...

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  2. C'è sempre il solito problema che facciamo finta di ignorare: mentre nello spazio c'è sempre il sole, sulla Terra se io accendo la lavatrice di notte ci deve essere una centrale elettrica (es. idroelettrica) che mi fornisce la corrente che non viene da una batteria caricata durante il giorno dal pannello fotovoltaico. E' la ragione per cui i robot inviati su Marte, per potere funzionare in modo continuo, sono equipaggiati con reattori nucleari invece (o in aggiunta) dei pannelli.

    Ora, la centrale idroelettrica che io sappia è l'unico caso in cui si può modulare il "consumo/erogazione" e perfino recuperare in parte l'energia prodotta in surplus pompando l'acqua in alto. Le altre centrali, quelle termoelettriche, una volta accese non si posso spegnere e vanno sempre alla potenza prevista, per cui la differenza tra quando ci sono in funzione i pannelli fotovoltaici e quando si va a batteria, va SPRECATA.

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    1. "E' la ragione per cui i robot inviati su Marte, per potere funzionare in modo continuo, sono equipaggiati con reattori nucleari invece (o in aggiunta) dei pannelli."

      Non so se sia noto al "pubblico pagante", ma le missioni dell'Esa sono necessariamente vincolate entro l'orbita mi pare di Giove, perche' la pressione politica dei verdi, specialmente tedeschi, ha messo il veto alla collocazione di generatori nucleari sulle sonde. Solo fotovoltaico. (lo so perche' conosco gente che ci lavora "ad un certo livello")

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    2. Io posso anche fare presente che il problema della produzione di energia discontinua, senza andare a discutere il rendimento, è nell'accumulatore ma poi nei commenti leggo che la soluzione a questo problema tecnologico è la decimazione dell'umanità e il ritorno al medioevo bucolico.

      I "verdi" idealmente non metterebbero il veto all'uso dei generatori nucleari ma il veto alle missioni spaziali. Infatti la sonda non si può alimentare a "biomasse", cioè con la merda.

      Ah le risate.

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    3. Comunque, cito due esempi ovvi:
      1. chiunque si sia interessato all'acquisto di un veicolo elettrico sa che, nonostante la presenza di una rete di distribuzione capillare a cui allacciarsi, la autonomia garantita dalle batterie è un problema insormontabile. Se il veicolo non si dovesse allacciare alla rete di distribuzione per ricaricarsi ma avesse dei pannelli solari sul tetto, oltre allo stesso identico problema delle batterie avremmo anche il problema che si potrebbero ricaricare solo in certe ore del giorno e in certe posizioni.

      2. i robot su Marte che sono alimentati da pannelli solari e batteria non solo hanno problemi via via maggiori di disponibilità di energia per funzionare, causa alternanza giorno/notte e posizione (per esempio dietro delle rocce o dentro una depressione) più decadimento degli apparati ma devono essere immobilizzati per mesi durante l'inverno marziano.

      In entrambi i casi non si può risolvere tutto dicendo "quando non c'è energia, dormi". Semplicemente perché con i sistemi attualmente in opera, l'energia c'è e quindi le soluzioni non si possono confrontare. Non si può nemmeno pensare di forzare il mondo nei limiti "estetici" che ci piacciono, passando attraverso una apocalisse catartica.

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  3. ma con tutti i casini che ci aspettano tu credi davvero di poter accendere la lavatrice quando ti pare e quindi di sera perché ti va di sera?
    Insomma dai.. l'importante è sempre dare contro e mettersi dall'altro lato per potersi sempre lamentare? Cambieranno le nostre abitudini.

    Sul fotovoltaico dobbiamo spingere e molto. PUNTO E STOP.

    A.

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    1. La lavatrice è un esempio. Nel mio condominio c'è un contatore di 6KW che serve solo l'ascensore. Poi ci sono il motore del cancello, le luci delle scale, i lampioni lungo le strade, ci sono gli impianti refrigeranti e riscaldanti dei negozi, i forni dei laboratori, gli ospedali, le fabbriche, eccetera. Tutte cose che devono essere alimentate 24 ore al giorno, non solo quando c'è il picco fotovoltaico.

      Ergo, siccome il fotovoltaico sulla Terra è necessariamente discontinuo, si deve raddoppiare o comunque affiancare la produzione di energia con sistemi "convenzionali", solo che più pannelli fotovoltaici si installano, più energia VA SPRECATA.

      Però se lo nascondiamo sotto il tappeto, nessuno lo vede, quindi il problema non c'è.

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    2. @ Lorenzo:

      I sistemi "convenzionali", come li chiama lei quali sarebbero? Le fonti fossili forse? Sono una risorsa finita, e il picco o è stato già superato o ci siamo molto vicini. Forse il nucleare? Poca roba. Una minima parte dell'energia primaria mondiale e oltretutto necessita di fonti fossili per il suo utilizzo.

      Il suo modo di "ragionare" è tipico: si parte da cosa si vuole e si cerca un modo per averlo. E se vi si fa notare che quello che volete è impossibile, vi arrabbiate e fate i capricci come i bambini. A dire sempre e solo "No!" sono capaci tutti.

      Lo sa come andranno le cose? Si partirà da cosa possiamo ragionevolmente fare, data la tecnologia che abbiamo, e il nostro tenore di vita cambierà di conseguenza. E se qualcuno sei suoi sfizi non sarà più sostenibile... pazienza. Forse è il caso di cominciare a ragionare da adulti! Ci provi...

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    3. Io mi limito a descrivere i fatti, non vivo di fantasie e metafisica. Le fonti "convenzionali" sono quelle che portano OGGI la corrente in casa tua. Dove vivo io c'è una certa quota di idroelettrico, in altre zone ci sarà un po' di eolico, fatto sta che comunque la produzione di energia tramite fotovoltaico può affiancare ma non eliminare le altre modalità.

      L'affiancamento produce uno spreco perché non si può modulare la produzione in funzione dei picchi.

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    4. A proposito del "ragionare da adulti", scusa se rido.

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    5. Bravo Lorenzo; dopotutto seguendo il il ragionamento dell'anonimo si dovrebbe cominciare a chiudere gli ospedali e le fabbriche non al tramonto ma un paio di ore prima, e d'inverno a a scartamento ridotto e per una manciata di ore in tutto...Poi se le fabbriche sono chiuse chi se ne frega...(Detto ironicamente )

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    6. Intanto le turbogas le teniamo spente, anche se sono praticamente nuove nuove!
      http://scenarieconomici.it/come-cambia-la-produzione-elettrica-italiana-dal-2011-al-2013-tutti-i-dati-crolla-il-turbogas-boom-delle-rinnovabili/

      In Italia non siamo molto bravi a pianificare a lungo termine!

      Comunque se l'import nel triennio 2011-2013 è rimasto praticamente costante, il termoelettrico ha ceduto il 10% e invece le rinnovabili aumentate del 10%; vuol dire che qualcosa di utile si può fare con le fonti rinnovabili anche se in parte discontinue.

      Certo è che per passare completamente alle rinnovabili serve un sistema di accumulo su larga scala... oppure basta immaginare uno scenario diverso; ovvero dove la produzione base è garantita dalle biomasse, idroelettrico, geotermico ed eolico, mentre la produzione di picco dal fotovoltaico; ovviamente con una popolazione ridotta ad un terzo dell'attuale!
      Prima o poi le fossili (facilmente accessibili) finiranno!

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    7. "qualcosa di utile si può fare con le fonti rinnovabili anche se in parte discontinue"

      E' un "utile" alquanto obbligatorio, l'acquisto e la distribuzione di tutto il fotovoltaico prodotto e' obbligatoria per legge, sono gli altri produttori che si devono adeguare spegnendo o staccando gli impianti dalla rete. In questi periodi si arriva ad un trenta per cento se non di piu' di fotovoltaico prodotto sul totale, nelle ore di sole. Poiche' la produzione fotovoltaica e' ampiamente incentivata (in media credo oltre 30 centesimi al KWh prodotto, il conto energia piu' ampio paga per vent'anni 38 cents solo di incentivo mi pare, si trova tutto sul sito terna), cio' fa schizzare il costo in bolletta, dove infatti ormai gli oneri rappresentano la quota maggiore.

      Quando furono decisi tali incentivi si credeva che le fonti fossili finissero a breve (per cui il costo del fotovoltaico sarebbe ora stato molto piu' basso di quello, fortemente aumentato causa penuria, di derivazione fossile), invece il prezzo dei fossili era in bolla, per cui e' successo il contrario. E' successo il tipico inconveniente delle "bolle economiche", durante le quali i "fessi" comprano e investono proprio quando il prezzo e' massimo e non puo' che precipitare, rovinandosi. Ora la produzione mondiale potenziale di fossili e' enormemente superiore al fabbisogno.

      Inoltre ci si illudeva che porre limiti alla CO2 in Europa avrebbe imposto al resto del mondo di fare altrettanto: in realta' il resto del mondo ormai va per la sua strada a prescindere dall'europa, che non ha piu' il potere di indirizzamenteo dell'economia mondiale, e la capacita' di ricatto e dissuasione militare che aveva una volta (prima dell'ultima guerra). Con la globalizzazione pseudo-liberista seguita al crollo del comunismo sovietico (ma la Cina, ormai il piu' grande produttore manifatturiero mondiale, non e' liberista, e' ancora a regime marxista-leninista), tutto puo' succedere.

      Per cui l'unico risultato e' stato la desertificazione industriale europea e lo spostamento delle produzioni altrove, dove avendo ancora fresco il ricordo della fame e della guerra sono molto piu' di bocca buona, non si crogiolano nelle fisime da "figli unici" europee occidentali. Prima o poi ci si risvegliera' anche qui, ma ormai troppo tardi, la storia non torna indietro, se non con cicli millenari.

      Mah, quanto sopra e' solo ipotetico, ma per dire di come lo scacchiere sia molto piu' complesso di quanto crede di solito chi vede la realta' con il filtro di un unico colore, cioe' lo specialista di settore. Oltretutto, con l'aumento della complessita', la tendenza e' ad una sempre maggiore specializzazione, e una sempre piu' miope visione d'insieme.

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    8. "Ora la produzione mondiale potenziale di fossili e' enormemente superiore al fabbisogno".
      Riguardo alla disponibilità di fossili se ne sentono di tutti i colori.
      Leggendo qua e là mi pare di aver capito che sia in atto una dinamica del genere: i prezzi di vendita di petrolio e gas non compensano i costi di estrazione. I prezzi sono così bassi perché l'economia arranca. L'economia arranca perché i costi di estrazione crescono. E questo in una spirale discendente che porterà, secondo gli esperti più pessimisti (Talvberg e Turiel) a un collasso del sistema produttivo energetico con conseguente crollo economico di proporzioni planetarie.
      Questo detto in soldoni e probabilmente con notevole imprecisione.
      La mia impressione è che nei prossimi anni, prima ancora di arrivare ad avere le pompe di benzina vuote o il mare che allaga le coste, dovremo affrontare la seconda o terza puntata del crollo finanziario del 2008.
      Basterà investire sulle rinnovabili per rimettere in moto il carrozzone?
      C'è veramente la volontà di fare questi investimenti?
      Mah, la vedo dura.
      Angelo

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    9. @ Fra: Ebbravo Fra! Quello dell'anonimo (che sarei io...) non è un "ragionamento", è semplicemente l'unico modo di affrontare il mondo reale. 1) Che risorse abbiamo. 2) Cosa possiamo fare con quello che abbiamo. Voi invece procedete così: 1) Lista delle cose che voglio. 2) Devo trovare il modo di fare quello che voglio, quanto voglio, quando voglio e come voglio. E se un modo non c'è non importa perché quello che voglio lo voglio e basta! Uffa! Gnè gnè gnè!

      Se avete trovato un modo di tenere aperte h24 fabbriche, ospedali, luna park, centri commerciali, cinema, osterie, bordelli, laboratori, discoteche ecc. senza fonti fossili... ditecelo per favore! Altrimenti quello che avete da dire è irrilevante. Almeno per me.

      Anonimo realista

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    10. @ Anonimo: 1) Di risorse tra le più abbondanti ne abbiamo sicuramente due: i fossili, che comunque sono in esaurimento (quelli facilmente accessibili) con effetto climalterante però e poi abbiamo il SOLE 2) Possiamo usare le fossili per transitare per sviluppare tutto quello che serve per transitare alle rinnovabili.
      La vera sfida è proprio quello di mantenere lo stato attuale senza però usare le fossili. Se non ci riusciamo dovremmo cambiare le nostre abitudini (non è una scelta!). Se ci ostiniamo da usare le fossili fino all'ultima goccia allora dovremmo affrontare il problema dei cambiamenti climatici in tutta la loro forza... e dovremmo comunque cambiare le nostre abitudini (tipo difenderci dal flusso migratorio che si riverserà nella "fresca" Europa!!!)
      A "noi" la scelta!

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    11. "La vera sfida è proprio quello di mantenere lo stato attuale --- e dovremmo comunque cambiare le nostre abitudini"

      In realta' le nostre abitudini cambieranno comunque, a prescindere, l'uomo si stanca presto di qualsiasi situazione, anche di quella piu' "comoda".
      Quella di fare previsioni e piani a lunga scandenza basandosi sullo stato e le conoscenze attuali, oltretutto prefiggendosi di mantenere quanto piu' a lungo possibile lo status quo, pilotando il cambiamento su binari prefissati, e' una delle tante idiozie della nostra epoca.

      Da un lato ci si prefigge di mantenere quanto piu' a lungo possibile lo status quo, dall'altro si prevede come apocalittico qualsiasi cambiamento dello status quo. Quante chiacchere inutili!

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    1. http://auto.hwupgrade.it/news/tecnologia/triplicare-la-capacita-delle-batterie-dei-veicoli-elettrici-ci-pensa-un-consorzio-usa_63910.html

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  5. l'energia elettrica è ormai così importante che verrebbe prodotta anche con EROEI negativo, magari solo per esercito e, forse, ospedali. E non sarebbe un male. Come diceva Seneca: più passioni soddisfi, più ti scavi la fossa dell'infelicità, della tristezza e della depressione. Bacco, tabacco e venere riducono l'uomo in cenere. Ossia morto.

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    1. Se per "passioni", intendi la doccia con l'acqua calda, gli alimenti conservati nel frigorifero, gli aggeggi che usiamo per comunicare, eccetera, allora direi che più ne soddisfi, meno muore l'uomo. L'uomo moriva più facilmente quando tutte queste cose non esistevano.

      La cosa che io trovo spassosa è proprio questa e cioè che si discute di tecnologia avendo in mente un "mondo ideale" dove muoiono tutti tranne lo scrivente e i suoi amici, i quali poi vivono come Tarzan, belli, abbronzati e muscolosi, dei frutti maturi che pendono dalle fronde, fanno il bagno nel lago cristallino, eccetera. Io li metterei nudi in un campo durante l'inverno padano e poi gli chiederei se vogliono mangiare un po' di paglia e farsi il bagno nella roggia.

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    2. IL punto è che probabilmente di impianti fotovoltaici in italia non ne servono più , mentre serve molto più eolico ed ancor di più idroelettrico, e naturalmente geotermico se possibile...La sostenibilità è tutt'altro che democratica e puntiforme come si voleva far passare se si vanno ad analizzare EROI e soprattutto capacità di reservoir ed un benedetto coefficiente di "utilità" , che spero gli esperti calcolino, in base anche alla intermittenza non solo circadiana ma alle poderose variazioni di output anche a sole 3 ore dal tramonto e durante l'anno del fotovoltaico che ne ridurrebbe l'EROI effettivo per mantenere in piedi una società complessa...Altro elemento di riflessione oltre a calcolare questo coefficiente, su cui nessuno ha mai proferito verbo : è possibile che sia venuto il momento di disincentivare il fotovoltaico per favorire le altre rinnovabili puntiformi possibili,(mi viene in mente solo l'eolico),e soprattutto per non continuare drogare la produzione elettrica con le centrali termoelettriche ?

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    3. @ Lorenzo, per le passioni puoi leggerti il Qoelet

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    4. Lorenzo non ne azzecca una.
      Acqua calda sanitaria e frigo sono proprio 2 ottimi esempi di elettrodomestici che non temono la discontinuità del fotovoltaico essendo loro stessi dei sistemi di accumulo.

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    5. @Lorenzo.
      Luci accese anche di notte per attirare le zanzare, ascensori per rendere ancora più statica la nostra vita troppo sedentaria?
      Sono solo questi i tuoi problemi?

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    6. Dal commento di Lorenzo del 27 luglio 2016 11:04
      "Io mi limito a descrivere i fatti, non vivo di fantasie e metafisica".
      Aspettiamo con trepidazione un saggio dal titolo
      "La fisica di Lorenzo"* dove verranno descritti e spiegati gli arcani fatti che i fisici ordinari non riescono a capire.
      Per esempio, che l'acqua si scaldi anche con l'elettricità ottenuta dalle celle fotovoltaiche.E mantenga pure il calore a lungo, sopratutto se ben coibentata.

      *Si ricorda al lettore un tentativo precedente di divulgare la fisica di un certo Richard Feynman, tentativo evidentemente non riuscito del tutto, almeno non per certi individui come quello di cui la frase del commento del 27 Luglio.

      Marco Sclarandis

      Marco Sclarandis

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  6. Questa serie di commenti mi ha ispirato un post che potete trovare qui:

    http://cassandralegacy.blogspot.it/2016/07/abandoning-fossil-fuel-powered.html

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  7. Caro Lorenzo, a questo punto hai ampiamente saturato i commenti, ridicendo sempre più o meno la stessa cosa. Scusa, ma non te ne passo altri.

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    1. Basterebbe poco per evitare la noia derivante da una visione del mondo che ormai è come un dagherrotipo, che sta alla fotografia contemporanea come le fonti d'energia fossili e fissili stanno a quelle rinnovabili, realmente rinnovabili, aggiungo.
      Innanzitutto, più d'un secolo e mezzo d'uso di fonti fossili e tre quarti di secolo quasi di quelle fissili ci hanno reso talmente inetti a vedere dove s'annidano lo spreco e l'inefficenza nell'uso di qualsiasi risorsa, oltre che abituati a praticarli, che la prima cosa da fare è di sanare questa inettitudine in modo da poter poi stroncare la conseguente abitudine e pratica.
      Allora si vedrebbe quanta energia e materia prima e vergine occorrerebbero per davvero per vivere degnamente e civilmente.
      Quello che vediamo per ora, scendendo di gerarchie in gerarchie e diffusa in qualunque genere di società, è desolatamente
      una politica, un'economia, una finanza, che fingono di non sapere che cercare di superare un limite fisico, quando questo è inesorabilmente invalicabile, porta immancabilmente a sofferenza, morte e distruzione.
      Siccome l'esistenza in senso lato è una rete di relazioni quasi inestricabile, ora che questa rete ha più maglie e più nodi e più rapidi tempi di azione e retroazione è da imbecilli credere e sperare che aumentare i flussi di energia di materia ed informazione, possa di per sè portate dei benefici collettivi.
      Al contrario è più facile che produca ingorghi di caos solamente distruttivo.
      Possiamo allora partire dal desiderio di lavare i panni quando e come ci pare, indipendentemente dal fatto che siano lerci, sporchi, o appena indossati, e calcolare se possiamo soddisfare questo desiderio senza provocare delle conseguenze che
      potrebbero impedirci di soddisfare altri desideri altrettanto legittimi ma più fontamentali e pressanti.
      Possiamo anche arrivare al delirio e scegliere di buttare ogni indumento per evitare di lavarlo.
      Ma per lavare i panni o si usa acqua e sapone o la trielina, intendendo con questa ogni genere di detergente enormemente più complicato da produrre, adoperare e smaltire senza fare danni.
      Uno più uno fa ancora due, anche in questo mondo dove impera la logica di Boole, quella che innerva ogni specie di computer.
      Poi, se qualcuno sale sul podio e conciona il popolo, le torme, gli astanti, che uno più uno fa ciò che la sua fantasia
      gli ha suggerito, ha solo da dimostrarlo oltre ogni ragionevole farneticazione.

      Marco Sclarandis

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  8. In ognuno dei ragionamenti esposti qui e altrove, si fa sempre lo stesso errore;
    quello di pensare che il futuro sia un semplice prolungamento delle curve su dei grafici del passato.

    Se un grafico qualsiasi (popolazione, consumi energetici, ecc),
    ha un andamento crescente nel tempo; l'unica cosa che si è in grado di fare è quella di prolungare quelle curve nel futuro e vedere cosa succederà.

    Ma il futuro NON è un semplice prolungamento dell'andamento del passato.

    Ci sono eventi, tecnologie, scoperte scientifiche, disastri naturali ecc,
    che, raramente (per fortuna per quelli negativi), cambiano radicalmente lo sviluppo dell'intera umanità.

    Faccio solo alcuni esempi informatici:
    Una volta c'erano i floppy disk da 160 KB, poi arrivarono quelli da 360 KB, poi quelli da 720 KB, poi 1440 KB ed infine 2880 KB (usato pochissimo);
    dopo, i floppy disk si sono estinti! (nel senso che sono stati sostituiti da tecnologie completamente nuove).

    Lo stesso è avvenuto con i supporti ottici: CD da 650 MB, DVD da 4,7 GB e infine i Blu-ray da 25 GB.
    Si ipotizzarono anche supporti ottici con molti più strati, o supporti olografici,
    ma la realtà è stata: che non c'è stato più bisogno di supporti ottici!

    Oggi in una pendrive grande come un'unghia, ci vanno benissimo 128 GB (5 Blu-ray).

    Un disco SSD di ultima generazione da 4 TB (160 Blu-ray, oltre 6000 CD),
    (http://www.tomshw.it/articoli/recensione-ssd-samsung-850-evo-4tb-78731)
    pesa pochi grammi, ha pochi chip, è velocissimo e consuma circa 4 Watt (0,01 W in standby).

    Ora, del futuro non vi è certezza, ma da quello che conosco dei temi trattati,
    o accade un evento rivoluzionario (positivo), che cambi radicalmente la situazione;
    oppure, il futuro si prevede molto triste!

    Bisognerebbe investire di più in ogni settore del sapere,
    perché una rivoluzione per l'umanità ha bisogno di basi non solo in un settore (tecnologico).

    Forse, dovremmo imparare a guardare il mondo con occhi diversi.

    Einstein scrisse un libro intitolato "Come io vedo il mondo", nel senso che,
    le conoscenze di Fisica gli davano una spiegazione degli eventi diversa da come la vedevano le altre persone.

    Adesso abbiamo bisogno di una nuova visione del mondo (culturale e scientifica).

    Dobbiamo guardare al mondo, non solo dal punto di vista economico
    (con dibattiti infiniti di quelli che sono: pro e contro l'euro, la crescita economica, l'Europa ecc),
    ma avere una visione diversa di tutto, partendo anche dalle domande esistenziali che ci hanno sempre accompagnati:

    - Chi siamo?
    - Da dove veniamo?
    - Dove andremo (qual è lo scopo della vita)?
    ecc.

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    1. Di abbastanza sicuro c'e' che ogni epoca storica produce, di suo, una reazione di rigetto che ribalta le aspettative che, in tale epoca, sembravano essere le uniche ad avere un senso.
      Non credo proprio che per la nostra epoca, la cui cifra attuale e' il determinismo meccanicista, che permea il modo di pensare anche dei suoi detrattori piu' feroci (vedi sciachimisti e complottisti vari, che ne sono la caricatura, del determinista), sara' diverso.
      Prevedere e pianificare significa ipotecare un futuro che non ha nessuna intenzione di essere ipotecato, e anzi e' proprio a questa ipoteca che si ribellera', di principio. Devo dire che il fastidio di tale futuro lo sento, e lo capisco, gia' da ora. Nel mio piccolo, tanto per cominciare, sono tornato, con grande comodita', mia ma non del governo, della societa', dell'economia e del PIL, alla bicicletta: NON elettrica, per carita', il cui essere elettrica sarebbe totalmente assurdo, se non appunto per il governo, la societa', l'economia e il PIL: e' il mio modo, semplice ed elementare, di sabotare l'andazzo. Non serve a salvare il mondo come molti credono, serve a sabotarlo. Cosi' creo il massimo danno. Mi hanno pure fatto delle per me completamente inutili piste ciclabili che gli costano a km piu' di un'autostrada di 50 anni fa. Peggio per loro. E vedo tutti questi coglioni che mi sfrecciano accanto e mi sorpassano diretti a gran velocita' verso nessun posto. E nemmeno da dove provengono, lo sanno: sanno solo, per istinto, che devono "restare al passo": col resto del branco. Del resto se non lo fanno gli fioccano le multe, e vengono denunciati all'autorita' giudiziaria (pensate al non pagare le tasse relative a una casa e un pezzo di terra che vi potrebbe rendere indipendenti, se l'avete, o al non mandare i figli a scuola, ad esempio: e' reato non farli indottrinare, da chi e' certificato per farlo, per diventare gia' da piccoli nuovi ingranaggi del meccanismo, per sostituire i vecchi ingranaggi man mano che vengono eliminati).
      Per andare dove? Boh, se se lo chiedessero gli si bloccherebbero tutti i meccanismi, e comincerebbero a girare in cerchio, cosa che invece adesso di certo non avviene...

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    2. qua invece il futuro ce l'hanno chiaro fino al 2030, secondo una visione ben diversa da quando discusso in questo blog:
      http://nova.ilsole24ore.com/viaggionellitaliacheinnova/vii_video/alberto-baban-e-il-futuro-del-pianeta/
      Cruciali secondo me i passaggi al minuto 4:15 dove si dice che la vera ragione della crisi è stato non aver previsto la velocità del BAU (non quindi il picco del petrolio del 2005 e conseguente prezzo a 100$ che ha compresso i salari e quindi la capacità di spesa e di ripagare i debiti, ad esempio), al minuto 5:13 dove si parla di crescita demografica vista solo come un'opportunita dato l'affacciarsi di 1 miliardo in più di nuovi consumatori e al minuto 6:25 dove si dice che aumenteranno i consumi di energia, acqua e cibo a livello globale, che dovremo mettere sotto controllo le emissioni, ma non dice dove troveremo queste risorse, semplicemente la soluzione arriverà dalla TECONOLOGIA (questo, cone le dovute differenze, per certi versi collima con l'enfasi del post sulla necessità dello sviluppo tecnologico delle rinnovabili): in pratica un positivismo assoluto.
      La classe dirigente che ci vuole traghettare verso il 2030 non sembra dunque conoscere i limiti fisici e termodinamici del pianeta (con la possibilità del collasso economico), il problema climatico e demografico, la riduzione delle terre disponibili, la distruzione degli ecosistemi, l'inizio della 6^ estinzione di massa, ecc..

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  9. OT :
    - Chi siamo? animali che si sono insuperbiti
    - Da dove veniamo? dalla foresta
    - Dove andremo (qual è lo scopo della vita)? ad estinguerci in pochi decenni (la Biodiversità, NON la sovrappopolazione umana)
    Dobbiamo riconnetterci alla Natura, umilmente.

    Gianni Tiziano

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    1. Hai solo spostato la domanda a un livello successivo:
      - Chi sono gli animali?
      - La foresta da dove viene?
      - La biodiversità è destinata a estinguersi o ad evolversi ulteriormente?

      Se pensi che dobbiamo riconnetterci con la Natura, ma la Natura dove sta andando?

      Si continua a guardare il mondo in modo statico.
      Si pensa che tutto ciò che esiste debba restare immutato nel tempo,
      cosa che sappiamo benissimo che è impossibile... in quanto, tutto è in un continuo cambiamento inesorabile.

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    2. "Dobbiamo riconnetterci alla Natura, umilmente."

      Temo prima che dovremmo disconnetterci da essa, cosa che credo umanamente impossibile, dato che l'uomo stesso fa parte della Natura, che lo voglia o no. A meno che non sia tu, mica tanto umilmente, a credere di sapere quale sia la Vera Volonta' della Natura. Rendici partecipi di cotanta Verita'.

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    3. - Chi sono gli animali? Nostri parenti.
      - La foresta da dove viene? Dallo spirito, è spirito materializzato
      - La biodiversità è destinata a estinguersi o ad evolversi ulteriormente? Se noi esseri umani non ci fossimo, si evolverebbe, ma noi la stiamo impoverendo (sesta estinzione di massa)

      La Natura è continua trasformazione.
      Noi la stiamo uccidendo, nel senso che distruggiamo la Vita, la degradiamo, la portiamo verso l'inanimato.
      Esempio : tagliamo gli alberi della foresta e ne facciamo ripiani per scaffali.

      Gianni Tiziano

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    4. @"Esempio : tagliamo gli alberi della foresta e ne facciamo ripiani per scaffali."

      Una volta sembrava anche a me una cosa spregevole il taglio di migliaia di ettari di foresta.
      Negli USA c'è una pianificazione di quasi la totalità delle foreste.
      Ogni TOT anni vengono tagliati gli alberi, a rotazione.
      Difatti, la maggior parte delle case singole USA sono prevalentemente in legno (mentre i grattacieli delle città, no).

      Si fanno tante storie che si vogliono le case naturali e biocompatibili e poi ci si lamenta se si tagliano gli alberi per fare le case in legno!
      Della serie, non si è mai contenti.

      Riconfermo che è una fissazione umana, quello di voler vedere tutto statico nel tempo.
      In assenza dell'uomo, le foreste brucerebbero ogni X anni, ed questo è naturale e ben voluto, perché solo così il sottobosco può rinascere;
      solo così l'enorme quantità di foglie e rami caduti possono essere rimossi completamente (gli animali/insetti non ci riescono completamente), per permettere la nascita di nuove piante).

      Le case in cemento (cemento = consumo di combustibili fossili per produrlo), non le si vuole;
      le case in legno (legno = taglio alberi) neanche!
      poi,
      se le persone NON ci ascoltano, non è colpa loro!

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    5. Pero' e' vero che l'"animale uomo, prodotto della natura" sta, quantitativamente, avendo molto successo, forse troppo, il che dovrebbe metterci sull'avviso: ecologicamente sta sovvertendo la biosfera su cui si appoggia, e socio-economicamente e' "in bolla". E' verosimile che un ipotetico paleontologo del futuro, fra 50 milioni di anni, vedrebbe i chiari segni di un'epoca dominata da una sola specie (l'"antropocene") che in breve tempo ha sovvertito un plurimilionario (?) equilibrio geologico, lasciando una stratigrafia di tracce di devastazione dappertutto. Pare che stiamo modificando la biosfera piu' in fretta di quanto abbia fatto il meterorite apocalittico che fece estinguere i dinosauri, e scusate se e' poco. Gli stessi tentativi di renderci biocompatibili e risparmiatori di energia finiscono quasi sempre per dare il risultato opposto, dato che cercano di limitare il danno a noi piu' che al resto del mondo, e' questo e' il loro errore... le campagne contro il fumo di tabacco, l'inquinamento, le droghe, sono del tutto controproducenti dal punto di vista dell'ecologia del sistema che comprende il nostro. L'unica invenzione utile, forse, e' la pillola anticoncezionale. (ma a questo proposito ricordiamo, anzi osserviamo con attenzione, che uno dei terrori atavici, archetipici, degli schizzati delle sciechimiche e' che attraverso di esse vengano proditoriamente dispersi agenti antifecondativi - oltre che rincoglionenti, come se valesse la pena, per questi ultimi, di buttare via cosi' i soldi...).

      Per la mia esperienza di osservatore naturalistico dilettante qui in campagna, nei decenni ho osservato che le specie invasive che arrivano dal nulla e si riproducono molto rapidamente, fino al punto di far temere la distruzione dell'ambiente, dopo un po', quando sembra che stiano per sopraffare tutto, spariscono come sono arrivate. E spariscono piu' in fretta quando le si lascia moltiplicare a loro gradimento cioe' a dismisura, che quando si tenta di contenerle con le "lotte obbligatorie per legge" (c'e' anche questo, nelle nostre leggi...). Vedi il bruco americano, e altri vari insetti di cui ho avuto esperienza diretta nei decenni, che dopo il boom iniziale sono spariti o quasi. Da soli, spontaneamente, senza che sia arrivato alcun macroscopico predatore tale da azzerarne cosi' in fretta la presenza. Boh.

      D'altra parte e' anche vero che l'introduzione di specie aliene puo' devastare completamente un ecosistema in modo irreversibile. Ma un insetto invasivo puo' essere visto come un ecosistema per un microrganismo a sua volta invasivo che lo consideri come suo ambiente, lo trovi abbondante e invitante, e finisca per distruggerlo, riprodcendosi a sua volta a dismisura entro di esso. Anche l'uomo e la sua societa' sono un ecosistema. Fra l'altro, analogamente agli sciachimisti di oggi, sebbene con ben altro stile narrativo, a suo tempo ci fu tutto un filone della fantascienza che fantasticava su invasioni di ultracorpi e relativi annientamenti dell'umanita'.

      La morale ovviamente e' che mi chiedo quale sia il posto dell'uomo in questa parabola ecologica. Parabola sia in senso di narrazione, che di serie di punti su un grafico cartesiano.

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    6. @Firmato Winston Diaz 28 luglio 2016 23:05
      “.... l'uomo stesso fa parte della Natura, che lo voglia o no.”

      Certe volte mi arrabbio perchè mi pare di capire che l'Altro (in questo caso, Tu) non vuol capire o fa finta di non capire. Ti rispondo perchè hai posto la domanda, però se ti concentri un attimo, sai già la risposta, dentro di Te, senza neanche il bisogno di leggere la mia.
      Però se leggi con attenzione la Mia, te ne sono grato.
      Mi sono piaciute le cose che hai scritto in questi ultimi tempi su questo blog.
      .----
      La Natura è il Tutto.
      Tutto è Natura.
      Anche l'Essere Umano, gli Esseri Umani, lo sono, Natura.
      Come osserviamo una Farfalla, un Sasso, un Albero, possiamo osservare l'Essere Umano.
      Stiamo smantellando l'armonia della Natura qui sul pianeta Terra, nella Biosfera, ed anche oltre.
      Stiamo provocando la “sesta estinzione di massa”.
      Si, facciamo parte della Natura.
      Però, tanti di noi si sono insuperbiti e credono che siamo superiori al resto della Natura.
      Questa è l'origine di tantissimi problemi che stiamo osservando.

      Gianni Tiziano

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    7. @Alessandro Pulvirenti 29 luglio 2016 08:21

      Il problema è che tagliamo troppi alberi.
      Bruciamo troppi alberi.
      Consumiamo troppa sabbia.
      TROPPO.
      Siamo troppi.
      TROPPI.

      Gianni Tiziano

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    8. @"Siamo troppi.
      TROPPI."

      Concordo!
      Comunque, il problema è stato ingigantito dal capitalismo, e il capitalismo provvederà a risolverlo.
      Quando la maggior parte della gente resterà disoccupata,
      voglio vedere come farà a far crescere ancora la popolazione?!

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  10. penso che la geotermia sarebbe la soluzione alla produzione di energia elettrica. E' gratis, è disponibile in quantità, è naturale.

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    1. Tutto e' naturale, anche la tremenda e onnipresente tensione dialettica fra la conservazione e il mutamento che ci toglie il riposo.

      E poi, come e' stato innumerevoli volte fatto osservare da molti qui dentro, ancora piu' energia? A cosa servirebbe? A produrre piu' energia?

      La situazione e' che in questo "crescendo" impazzito, il "Gran Finale" dei fuochi d'artificio ormai sono uomini in carne ed ossa che lo impersonano, gli "danno corpo" come si diceva una volta.

      Letteralmente.

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    2. R winston "Per la mia esperienza di osservatore naturalistico dilettante qui in campagna, nei decenni ho osservato che le specie invasive che arrivano dal nulla e si riproducono molto rapidamente, fino al punto di far temere la distruzione dell'ambiente, " per riportare un pascolo degradato a roverella/carpino servono 200-300 anni almeno, e per la transizione a cerro/faggio a seconda delle zone molto di più...

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  11. https://robertscribbler.com/2016/07/29/hothouse-2090-category-6-hurricane-a-grey-swansong-for-tampa/
    linko una storia perfettamente plausibile del mondo che viene e scientificamente corretta. La trovo un pò ottimistica nei tempi e nella capoacitá di una società tecnologica di mantenere organizzazione e ordine nonostante livelli critici di disagio ambientale.
    Alla faccia del profondo egoismo di chi si appresta a bruciare tutto quello che puó dicendo "maledetti verdi" a chi prova a dirgli che non dovrebbe

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  12. aggiungo.. il clima verso cui andiamo premendo a tavoletta l'acceleratore con una incoscienza da coltura batterica (eccetti che recentemente la scienza ha mostrato che i batteri si autoregolano!) l'umanitá non l'ha mai visto. Le piaghe bibliche sono probabilmente piccoli episodi di cambiamento climatico di fine glaciazione.. bazzeccole. Dire "te l'avevo detto" ai cretini antiambientalisti ed agli ambientalisti cretini sarà una ben magra soddisfazione..

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