Da “The Washington Post”. Traduzione di MR (via Skeptical Science)
Di Chris Mooney
In questa foto del 19 luglio 2011 si formano pozze di ghiaccio fuso sopra il ghiacciaio Jakobshavn, vicino al bordo della vasta calotta glaciale della Groenlandia. (AP Photo/Brennan Linsley)
Un nuovo studio scientifico pubblicato giovedì ha dato l'ennesima botta di cattive notizie sulla Groenlandia – la grande calotta glaciale settentrionale che contiene 6 metri di potenziale aumento del livello del mare. La calotta glaciale si sta “scurendo”, ovvero sta perdendo la sua capacità di riflettere sia la radiazione visibile sia quelle invisibile, man mano che fonde sempre di più, scopre la ricerca. Ciò significa che sta assorbendo maggiore energia solare, cosa che poi alimenta ulteriore fusione. “Lo chiamo cannibalismo di fusione. La fusione alimenta se stessa”, dice Marco Tedesco, l'autore principale dello studio, che è un ricercatore dell'Osservatorio Terrestre Lamont Doherty dell'Università della Columbia. La ricerca è stata pubblicata su The Cryosphere da Tedesco e cinque altri autori di università statunitensi e belghe. Gli scienziati hanno a lungo temuto che, per quanto riguarda la fusione della calotta glaciale della Groenlandia, ci sono numerose delle cosiddette “retroazioni positive”, o processi di auto amplificazione, che possono renderla peggiore.
Per esempio, una delle più conosciute fra queste comporta un'elevazione minore, una caratteristica cruciale per una calotta glaciale che si erige per oltre 1 km e mezzo nell'atmosfera, in alcuni punti. Se la calotta glaciale fonde, diminuisce e diventa più bassa nell'atmosfera. Ma le temperature dell'aria sono più alte man mano che si scende nell'atmosfera. Quindi la calotta glaciale fonde di più. E così via e ancora. Nel nuovo studio, tuttavia, i ricercatori hanno esaminato una diversa cosiddetta retroazione – questa comporta una proprietà chiamata “albedo” della calotta glaciale, o più semplicemente la sua riflettività complessiva. La neve bianca e splendente che cade sopra la calotta glaciale riflette la luce, impedendole di venire assorbita e impedendo così alla sua energia termica di fondere il ghiaccio. Tuttavia, ci sono molte tonalità e proprietà diverse di ghiaccio e neve (ed dell'acqua), non tutte sono ugualmente riflettenti rispetto alla radiazione visibile e non visibile. (L'“oscuramento” di cui si parla qui si riferisce sia ai cambiamenti che noi tutti possiamo vedere ad occhio nudo sia a quelli importanti che non riusciamo a vedere).
Per esempio, la fusione e il ricongelamento aumentano la dimensione dei gani delle particelle di neve e ghiaccio e la radiazione prossima all'infrarosso ha quindi più difficoltà a rimbalzare via, rispetto ad essere assorbita. Analogamente, le pozze di acqua ferma sulla superficie della calotta glaciale a loro volta assorbono più radiazione solare e si riscaldano. Ed una volta che la fusione penetra attraverso gli strati di ghiaccio e in quello che i ricercatori chiamano “ghiaccio nudo”, anche quello è più scuro della neve. “Questo ghiaccio nudo è molto scuro, fonde molto più rapidamente”, dice tedesco. Ma c'è un altro fattore, suggerisce lo studio, che la ricerca precedente ha omesso. Cioè che più fusione c'è a causa dell'aumento delle temperature nell'Artico e delle condizioni meno nuvolose, più le “impurità” della calotta glaciale , come le particelle di pulviscolo atmosferico, vengono esposte alla superficie. Ed anche queste diminuiscono le riflettività della calotta glaciale. Dopo tutto, la calotta glaciale della Groenlandia contiene non solo eoni di neve, ma anche il pulviscolo atmosferico di lunga data o persino di residui di meteoriti che vi sono penetrate dall'atmosfera in molte decine di migliaia di anni, punteggiando così il ghiaccio attraverso i suoi molti strati.
“E' un'atmosfera sporca, soffia ovunque e soffia anche sulla calotta glaciale”, dice Tedesco. Nel nuovo studio, i ricercatori hanno confermato che, dal 1996, la calotta glaciale della Groenlandia è diventata leggermente più scura, perdendo così parte del proprio albedo. Ciò è misurabile dai satelliti, ma la domanda è perché sta succedendo – perché se l'oscuramento è una tendenza, allora dovrebbe seguirne una perdita di ghiaccio, così come, alla fine, l'aumento del livello del mare. E la ricerca scopre che le impurità nella calotta glaciale non solo hanno un ruolo chiave, ma probabilmente sono anche coinvolte in una retroazione positiva. “Ci sono impurità immagazzinate nel manto nevoso e quando si comincia a fondere la neve, parte delle impurità verranno lavate via e l'altra parte rimarrà fondamentalmente ferma sulla superficie”, spiega Tedesco. “La neve si comporta realmente come un filtro. Quindi qui l'idea è che più si fonde il manto nevoso, più si rilasceranno queste impurità sulla superficie della neve o del ghiaccio”. Lo studio postula che questa di fatto è una retroazione positiva, dicendo che queste impurità “hanno una retroazione positiva sul declino dell'albedo tramite un aumento della fusione, la crescita dellla granularità e dell'oscuramento”. Un altro fattore intrigante potrebbe a sua volta contribuire all'oscuramento della calotta glaciale, anche se l'articolo lo definisce “essenzialmente non studiato”. L'idea è che man mano che ghiaccio fonde e si formano pozze di acqua sulla sua superficie, questo diventa un habitat più ospitale per piccole alghe. Anche queste funzionano peggio nel riflettere la luce solare nello spazio rispetto alla neve bianca. Quindi di nuovo, la calotta glaciale si scurisce. Tuttavia, l'articolo rifiuta un'altra idea di rilievo di cosa potrebbe esserci dietro all'oscuramento della Groenlandia – cioè, che gli incendi sempre peggiori in tutto il mondo stiano riversando più particelle di fuliggine nell'aria e che alcune di queste stiano cadendo sulla Groenlandia ad un tasso aumentato.
Lo studio non scopre “alcun aumento statisticamente significativo” del nerofumo proveniente dagli incendi nelle regioni settentrionali e da una regione in cui stanno aumentando, il Nord America temperato, tanto che il cambiamento è probabilmente troppo piccolo perché conti. L'idea che gli incendi stiano depositando fuliggine che sta oscurando il ghiaccio della Groenlandia è stata avanzata da Jason Box, un importante ricercatore sulla Groenlandia che dirige il progetto “Dark Snow”. Il progetto si descrive come alla ricerca di “quantificare l'impatto remoto della fuliggine e nerofumo di origine industriale e da incendi, della polvere minerale e dei microbi sulla fusione di neve/ghiaccio, avendo ognuno dei fattori di fusione un qualche accrescimento alimentato mdegli esseri umani”. Box ha detto tramite email di essere in viaggio ed indisponibile per commentare il nuovo studio. Ma di recente ha scritto un post in risposta ad un altro studio che sfida il contributo degli incendi, “in quanto al ruolo del nerofumo nel declino dell'albedo in Groenlandia, direi che c'è dell'altro... restate sintonizzati”. Ma mentre il dibattito continua, lo studio attuale prevede che, con o senza incendi, c'è da aspettarsi un “costante oscuramento” della Groenlandia - “alimentato unicamente da un clima che si scalda”.
Di Chris Mooney
In questa foto del 19 luglio 2011 si formano pozze di ghiaccio fuso sopra il ghiacciaio Jakobshavn, vicino al bordo della vasta calotta glaciale della Groenlandia. (AP Photo/Brennan Linsley)
Un nuovo studio scientifico pubblicato giovedì ha dato l'ennesima botta di cattive notizie sulla Groenlandia – la grande calotta glaciale settentrionale che contiene 6 metri di potenziale aumento del livello del mare. La calotta glaciale si sta “scurendo”, ovvero sta perdendo la sua capacità di riflettere sia la radiazione visibile sia quelle invisibile, man mano che fonde sempre di più, scopre la ricerca. Ciò significa che sta assorbendo maggiore energia solare, cosa che poi alimenta ulteriore fusione. “Lo chiamo cannibalismo di fusione. La fusione alimenta se stessa”, dice Marco Tedesco, l'autore principale dello studio, che è un ricercatore dell'Osservatorio Terrestre Lamont Doherty dell'Università della Columbia. La ricerca è stata pubblicata su The Cryosphere da Tedesco e cinque altri autori di università statunitensi e belghe. Gli scienziati hanno a lungo temuto che, per quanto riguarda la fusione della calotta glaciale della Groenlandia, ci sono numerose delle cosiddette “retroazioni positive”, o processi di auto amplificazione, che possono renderla peggiore.
Per esempio, una delle più conosciute fra queste comporta un'elevazione minore, una caratteristica cruciale per una calotta glaciale che si erige per oltre 1 km e mezzo nell'atmosfera, in alcuni punti. Se la calotta glaciale fonde, diminuisce e diventa più bassa nell'atmosfera. Ma le temperature dell'aria sono più alte man mano che si scende nell'atmosfera. Quindi la calotta glaciale fonde di più. E così via e ancora. Nel nuovo studio, tuttavia, i ricercatori hanno esaminato una diversa cosiddetta retroazione – questa comporta una proprietà chiamata “albedo” della calotta glaciale, o più semplicemente la sua riflettività complessiva. La neve bianca e splendente che cade sopra la calotta glaciale riflette la luce, impedendole di venire assorbita e impedendo così alla sua energia termica di fondere il ghiaccio. Tuttavia, ci sono molte tonalità e proprietà diverse di ghiaccio e neve (ed dell'acqua), non tutte sono ugualmente riflettenti rispetto alla radiazione visibile e non visibile. (L'“oscuramento” di cui si parla qui si riferisce sia ai cambiamenti che noi tutti possiamo vedere ad occhio nudo sia a quelli importanti che non riusciamo a vedere).
Per esempio, la fusione e il ricongelamento aumentano la dimensione dei gani delle particelle di neve e ghiaccio e la radiazione prossima all'infrarosso ha quindi più difficoltà a rimbalzare via, rispetto ad essere assorbita. Analogamente, le pozze di acqua ferma sulla superficie della calotta glaciale a loro volta assorbono più radiazione solare e si riscaldano. Ed una volta che la fusione penetra attraverso gli strati di ghiaccio e in quello che i ricercatori chiamano “ghiaccio nudo”, anche quello è più scuro della neve. “Questo ghiaccio nudo è molto scuro, fonde molto più rapidamente”, dice tedesco. Ma c'è un altro fattore, suggerisce lo studio, che la ricerca precedente ha omesso. Cioè che più fusione c'è a causa dell'aumento delle temperature nell'Artico e delle condizioni meno nuvolose, più le “impurità” della calotta glaciale , come le particelle di pulviscolo atmosferico, vengono esposte alla superficie. Ed anche queste diminuiscono le riflettività della calotta glaciale. Dopo tutto, la calotta glaciale della Groenlandia contiene non solo eoni di neve, ma anche il pulviscolo atmosferico di lunga data o persino di residui di meteoriti che vi sono penetrate dall'atmosfera in molte decine di migliaia di anni, punteggiando così il ghiaccio attraverso i suoi molti strati.
“E' un'atmosfera sporca, soffia ovunque e soffia anche sulla calotta glaciale”, dice Tedesco. Nel nuovo studio, i ricercatori hanno confermato che, dal 1996, la calotta glaciale della Groenlandia è diventata leggermente più scura, perdendo così parte del proprio albedo. Ciò è misurabile dai satelliti, ma la domanda è perché sta succedendo – perché se l'oscuramento è una tendenza, allora dovrebbe seguirne una perdita di ghiaccio, così come, alla fine, l'aumento del livello del mare. E la ricerca scopre che le impurità nella calotta glaciale non solo hanno un ruolo chiave, ma probabilmente sono anche coinvolte in una retroazione positiva. “Ci sono impurità immagazzinate nel manto nevoso e quando si comincia a fondere la neve, parte delle impurità verranno lavate via e l'altra parte rimarrà fondamentalmente ferma sulla superficie”, spiega Tedesco. “La neve si comporta realmente come un filtro. Quindi qui l'idea è che più si fonde il manto nevoso, più si rilasceranno queste impurità sulla superficie della neve o del ghiaccio”. Lo studio postula che questa di fatto è una retroazione positiva, dicendo che queste impurità “hanno una retroazione positiva sul declino dell'albedo tramite un aumento della fusione, la crescita dellla granularità e dell'oscuramento”. Un altro fattore intrigante potrebbe a sua volta contribuire all'oscuramento della calotta glaciale, anche se l'articolo lo definisce “essenzialmente non studiato”. L'idea è che man mano che ghiaccio fonde e si formano pozze di acqua sulla sua superficie, questo diventa un habitat più ospitale per piccole alghe. Anche queste funzionano peggio nel riflettere la luce solare nello spazio rispetto alla neve bianca. Quindi di nuovo, la calotta glaciale si scurisce. Tuttavia, l'articolo rifiuta un'altra idea di rilievo di cosa potrebbe esserci dietro all'oscuramento della Groenlandia – cioè, che gli incendi sempre peggiori in tutto il mondo stiano riversando più particelle di fuliggine nell'aria e che alcune di queste stiano cadendo sulla Groenlandia ad un tasso aumentato.
Lo studio non scopre “alcun aumento statisticamente significativo” del nerofumo proveniente dagli incendi nelle regioni settentrionali e da una regione in cui stanno aumentando, il Nord America temperato, tanto che il cambiamento è probabilmente troppo piccolo perché conti. L'idea che gli incendi stiano depositando fuliggine che sta oscurando il ghiaccio della Groenlandia è stata avanzata da Jason Box, un importante ricercatore sulla Groenlandia che dirige il progetto “Dark Snow”. Il progetto si descrive come alla ricerca di “quantificare l'impatto remoto della fuliggine e nerofumo di origine industriale e da incendi, della polvere minerale e dei microbi sulla fusione di neve/ghiaccio, avendo ognuno dei fattori di fusione un qualche accrescimento alimentato mdegli esseri umani”. Box ha detto tramite email di essere in viaggio ed indisponibile per commentare il nuovo studio. Ma di recente ha scritto un post in risposta ad un altro studio che sfida il contributo degli incendi, “in quanto al ruolo del nerofumo nel declino dell'albedo in Groenlandia, direi che c'è dell'altro... restate sintonizzati”. Ma mentre il dibattito continua, lo studio attuale prevede che, con o senza incendi, c'è da aspettarsi un “costante oscuramento” della Groenlandia - “alimentato unicamente da un clima che si scalda”.