martedì 19 aprile 2016

Giorgio Nebbia: dopo il referendum, abbiamo bisogno di un vero piano energetico


di Giorgio Nebbia


Prima di tutto voglio dichiarare che il 17 aprile sono andato a votare per il referendum: ho sempre votato per tutti i referendum perché sono chiamati non da un governo, o da un presidente, o da un partito, ma, una volta tanto nella vita, è il popolo “We the People”, che chiede a me personalmente che cosa penso di un certo problema. Da bambino mi hanno insegnato che quando qualcuno chiede qualcosa è buona educazione rispondere, a maggior ragione se è “il popolo” che mi interroga. Poi voglio chiarire che ho votato SI --- inutilmente --- insieme a molti altri milioni di persone, dopo aver ascoltato attentamente le ragioni dei sostenitori del SI, ma anche quelle dei sostenitori del NO, convinto che l’ostinazione nell’estrazione di petrolio e gas a ridosso delle coste dal fondo di un mare che si muove continuamente (i cui “confini” sono un nonsenso ecologico), da giacimenti in via di esaurimento, non giova all’economia dell’Italia, all’occupazione e tanto meno all’ambiente.

Adesso, a mio parere, un governo dovrebbe fare un sensato “piano” energetico, parola che abbiamo sentito ripetere infinite volte; talvolta nei decenni passati i governi hanno fatto dei piani energetici, ma tutti con previsioni di produzione e di consumo di energia sbagliati, il che ha provocato costi pubblici e dolori privati.

L’energia è una cosa che non si vede; si vedono, si comprano e vendono il petrolio, i pannelli solari, il carbone, i rifiuti (si anche quelli vengono bruciati e contabilizzati come fonti di energia, addirittura “rinnovabili”), le pale eoliche, eccetera. Ma l’energia non si vede né si tocca; se ne vedono soltanto gli effetti sotto forma di merci e di servizi, di scatole di conserva di pomodoro e di luce, di carta e di mobilità e conoscenza, eccetera. Un piano energetico ha senso se si comincia a stabilire quali merci e quali servizi si vogliono rendere accessibili ad una comunità e solo dopo si può decidere con quali forme e fonti di energia è bene “fabbricarli” e renderli disponibili ai cittadini con vantaggio per l’economia o per l’occupazione o per l’ambiente.

A tal fine occorre andare su e giù per le 65 righe e colonne delle tavole intersettoriali dell’economia, quelle che contengono i soldi che passano da un settore all’altro e da cui, alla fine, si calcola il Prodotto Interno Lordo.

I soldi di ciascuno scambio sono accompagnati da uno scambio di materiali e di energia sotto forma di calore o di elettricità, milioni di tonnellate di materiali, fra cui carbone e petrolio e gas, prodotti agricoli e legno e minerali e metalli e gomma, eccetera, e 150 milioni di tonnellate di rifiuti solidi che vanno da un posto all’altro, dai campi alle stalle, dalle strade ai negozi, dalle fabbriche alle abitazioni, tutti mossi dall’energia.

A mio modesto parere, senza un simile “piano”, nato dalla capacità di pensare al futuro di un paese e dei suoi abitanti, tutto resta al livello di chiacchiere, fertile terreno per speculazioni e frodi.

12 commenti:

  1. Potrebbe forse considerarsi un piano energetico il FIL (Felicità Interna Lorda) del Bhutan ?

    Gianni Tiziano

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    1. Nemmeno la bicicletta fai andare con la felicità, anche per quella ti serve in aggiunta il pane e il companatico.
      Puoi andare felicemente a lavare i panni al torrente ma quando ti si gelano le mani sono abbastanza sicuro che vorrai la lavatrice. La lavatrice puoi farla andare collegando un tot di biciclette ad un alternatore però oltre la felicità serve il pane e il companatico.

      Eccetera.
      Dove c'è acqua che scende dalla montagna si può mettere una girandola e collegarla all'alternatore. Dove non c'è acqua niente alternatore.

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    2. Non c'entra assolutamente niente, ma se costui, Lorenzo Celsi, si diverte a scrivere queste cose, lasciamolo scrivere.
      Probabilmente gli piacerebbe avere le biciclette con le ruote quadrate, così da non aver bisogno dei freni nelle discese.
      O, che non gli basta scrivere sul suo blog: eldalie.blogspot.it
      dove,peraltro ci sono anche cose interessanti.

      Marco Sclarandis

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  2. buondi prof Nebbia,penso proprio che sia ora di fare un piano energetico italiano. La sua idea di usare le tabelle statistiche è sicuramente la base per valutare i consumi attuali di energia sia elettrici che fossili.
    Nella mia esperienza però in questi piani (bottom up) nessuno è in grado di prevedere dove si va a finire: ad esempio l'ultimo piano energetico che ho visto era quello della SIF in cui si prevedeva un trend di consumi in salita del 3% annuo rendendo quindi necessario lo sviluppo di molte centrali Atomiche e molti gassificatori di Metano.
    I dati attuali sono molto diversi e le rinnovabili hanno ora il 40% dei cosumi elettrici!!.L'analisi pianificatrice che Lei descrive ,a mio parere non contiene idee di RISPARMIO obbligato dei consumi (Co2 e metano nell'aria, disponibilità di petrolio)e penso, giusto per vedere dove si va a finire , sia utile usare il metodo del Tenente colombo (top down).
    Mi spiego meglio: in un tempo futuro le fonti fossili non ci saranno più per cui si possono fare valutazioni abbastanza precise di come saranno i consumi (popolazione stabile, welfare, industrie, cultura e coltura etc.) e come saranno i risparmi necessari per bilanciare la minor densità di energia delle rinnovabili . Le tecnologie attuali già sono competitive ed i costi sono noti e senza fare stravolgimenti di previsioni estreme gia ora si riesce a capire dove si andrà a finire .
    Spetterà al governo ligiferare con l'aiuto di piani a lungo respiro:
    Finisco con Seneca:"nessun vento è favorevole al marinaio che non sa dove andare" Piero z
    pezani@pzconverters.com


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  3. belle parole, ma da onesto sognatore. Non mi meraviglia che sia campato tanto a lungo. Il buonismo aiuta a campare ed illudersi della bontà totale e finale delle persone e delle cose ne è parte integrante. Shakespeare lo aveva detto: essere o non essere. Lottare o non lottare. Vivere supino o morire subito. Penso che le persone più intelligenti, equilibrate facciano cone il Sig. Nebbia. Accettare la realtà per quella che è, visto che non può essere cambiata, come fecero Peccei e gli altri di LTG. Come fece Gesù, ben sapendo che la stragrande maggioranza dell'umanità non poteva essere salvata, ripiegata com'è da sempre sulla propria pancia. Salvata da sè stessi, dal proprio egoismo, dai propri istinti, dai propri vizi, che sono pure quelli che hanno fatto rifiutare Peccei, Nebbia, LTG, Bardi e tutti noi e un pò anche i 12 mln di domenica scorsa.

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  4. Allora non hai capito.
    "... che chiede a me personalmente che cosa penso di un certo problema. "

    Non è affatto cosi. Nessuno chiede cosa pensi su un certo problema, ti chiede solo se vuoi abrogare una legge, un articolo o un comma e ripristinare la normativa precedente. Fine. Non solo non ti viene chiesto altro ma il tuo voto non ha nessuna altra conseguenza. Una delle balle più colossali che ci continuiamo a ripetere è che si fanno leggi tramite i referendum. per esempio nel caso del divorzio. Assolutamente FALSO. Se avesse vinto il SI il giorno dopo il Caro leader Renzi (che ormai legifera motu proprio invece del Parlamento) avrebbe potuto autorizzare 100 nuove piattaforme e concedere 100 anni di proroga a quelle in essere.

    Il Governo non ha le competenze per fare nessun "piano". Dovrebbe dotarsi di un qualche ente multi-disciplinare con dentro dei tecnici di fama. Dato che in Italia la "fama" significa che si conosce la gente giusta, non che si ha competenza in materia, difficilmente sarebbe un piano particolarmente geniale.

    Riguardo la solita pappardella sul "sociale", basti pensare all'IRI.

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    1. In teoria il governo legifera (per così dire: più precisamente emana decreti legge o legislativi o propone disegni di legge al parlamento) su questioni tecniche proprio facendo riferimento e consultando "esperti" di quelle materie. Puo farlo molto più agevolmente che il parlamento, per questo sempre più le leggi (sempre più tecniche visti i tempi in cui viviamo) sono emanate nella forma del D.L. e soprattutto del D.lgsl.

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  5. molto interessante. sarebbe a mio modestissimo parere utile esplicitare di più il ragionamento a favore dell'uomo della strada. che dovrebbe iniziare a diventare dotto su questi ambiti come oggi lo è su quanto consuma la sua automobile (per non parlare dell'andamento del campionato di calcio)

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  6. Sarebbe utile sapere se esistono proiezioni sul rapporto ottimale fra rinnovabili con capacità di riserva, eolico, che è quasi un via di mezzo ,e fotovoltaico, naturalmente escludendo le centrali termoelettriche.

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  7. Giusto. Senza un "vero" - e non fasullo- piano energetico con tutte le politiche multi settoriali che servirebbero per implementarlo, definite almeno in modo preliminare tutto resta a livello di chiacchiere e di speculazioni e frodi. Ma questo non lo si sapeva già da prima? Quindi a mio parere l'obiettivo del referendum è stato compiuto. Continuare con le solite chiacchiere, speculazioni e frod e con la promozione di se stessi da parte di diversi attori, e non cambiare niente. Mission accomplished.

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  8. Ovviamente non ho cercato di precisare il mio punto di vista su che tipo di piano energetico, e stabilito come, e da chi , e perché, ne chi sono tutti i "diversi attori" che con tutto il processo di questo referendum hanno fatto promozione di se stessi "con chiacchiere, speculazioni e frodi" altrimenti il mio commento non sarebbe stato senz'altro pubblicato. Ma ambiguo com'e e predisposti e credenti come sono la maggioranza dei lettori ....tutto a posto...stessa cosa per le "diverse trappole tese e da chi e come" che non è stato pubblicato. Certo che è vero che sappiamo che un vero dialogo serio ed onesto non esiste e non può esistere perché "l'approvazione" è troppo di parte e vuol fare un certo un tipo di propaganda, e nemmeno tanto all'aperto, e non certo vera ed imparziale e completa divulgazione scientifica. A mio parere comportamento vergognoso.

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