Da “Independent”. Traduzione di MR
C'è la finanza internazionale dietro ai piani per spianare aree incontaminate da Sumatra al Serengeti
Di Steve Connor
Le ultime aree di natura incontaminata – dall'Asia all'Amazzonia – sono minacciate da un programma di costruzione di strade senza precedenti da parte di banche di sviluppo aggressive che hanno poco interesse nel proteggere il mondo naturale, ha avvertito un importante scienziato ambientale. La costruzione di enormi infrastrutture e strade sono al centro di enormi progetti di sviluppo in tutto il mondo, giustificati come tentativi vitali di aiutare i più poveri a raggiungere uno standard di vita più alto. Gli scienziati affermano che stiamo vivendo nell'era più esplosiva dell'espansione di strade ed infrastrutture della storia umana – dalle pianure del Serengeti alle foreste pluviali di Sumatra. Entro il 2050, stimano che ci saranno ulteriori 25 milioni di km di nuove strade asfaltate a livello globale, sufficienti a fare il giro della Terra 600 volte. Circa il 90% di queste nuove strade verranno costruite nel mondo in via di sviluppo e molte di queste porteranno ai primi tagli in profondità in aree di foresta pluviale tropicale incontaminata per strade di servizio per nuove miniere e dighe idroelettriche in alcuni dei luoghi più remoti della Terra.
Tuttavia, l'esperienza insegna che le prime strade segnano l'inizio della fine degli habitat naturali in cui vengono costruite, secondo William Laurance, un insigne professore di ricerca in sostenibilità ambientale all'Università James Cook di Cairns, in Australia. “La migliore analogia che possa usare è che la deforestazione si comporta come un cancro. Quando viene costruita la prima strada in un'area forestale naturale, la deforestazione tende a diffondersi in modo contagioso lungo il percorso stradale”, ha detto il professor Laurance. “L'esempio che cito spesso è la prima strada ad essere stata costruita in Amazzonia, che originariamente collegava la città di Belem con Brasilia, la capitale nazionale”, ha detto. “E' iniziata con un sottile taglio di rasoio attraverso la foresta, ma oggi è diventata uno squarcio di 400 km di larghezza di distruzione della foresta attraverso l'Amazzonia orientale. “A causa di tali realtà, la sola vera soluzione per limitare gli impatti delle strade è quella di “evitare il primo taglio” - mantenere le strade fuori da aree naturali, aree protette e da quello che rimane di ecosistemi rari”, ha aggiunto. Durante il suo periodo come scienziato che lavorava in Amazzonia, il professor Laurance ha visto in che modo la costruzione di strade ha innescato una distruzione ambientale molto più ampia. In Amazzonia, circa il 95% della distruzione della foresta è avvenuta entro i 5 km da una strada e per ogni km di strada legale ce n'erano altri 3 di strade illegali che partivano da questa, ha detto.
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“In gran parte delle nazioni in via di sviluppo lo stato di diritto, specialmente in remote aree di frontiera, è limitato. In questi contesti le strade tendono ad aprire un vaso di Pandora di problemi ambientali – come deforestazione illegale, disboscamento, incendi, bracconaggio, estrazione mineraria e speculazione terriera”, ha detto il professor Laurance. “Viviamo nell'era più drammatica di espansione delle strade e delle infrastrutture della storia umana. Le ultime aree selvagge del mondo che sopravvivono – Amazzonia, bacino del Congo, Siberia, aree boreali del Canada – ora vengono penetrate e fatte a pezzi dalle strade. Abbiamo già attraversato il Rubicone in questo senso”, ha detto. “Per fare un esempio che non riguardi i tropici, le foreste dell'Alberta in Canada, ora hanno 800.000 km di strade e la rete di strade sta aumentando di 25.000 km all'anno”, ha aggiunto. La foresta pluviale del Congo sta vacillando a causa di una “baldoria” di costruzione di strade con più di 50.000 km di strade spianate nella foresta, che hanno portato con sé taglialegna e bracconieri, ha detto. Nel solo ultimo decennio, ciò ha portato all'uccisione di circa due terzi degli elefanti della foresta che hanno vissuto in sicurezza fra gli alberi per millenni da parte dei bracconieri.
Le banche internazionali stanno aiutando a finanziare alcuni dei 29 “corridoi di sviluppo” che attraverseranno da un capo all'alto l'Africa sub-sahariana, aprendo molti luoghi selvaggi ed inaccessibili a pressioni umane come contrabbando di avorio, disboscamento e commercio di carne selvatica. “Eppure molti economisti guarderebbero queste tendenze e applaudirebbero”, ha detto il professor Laurance. “Dicono che il mondo in via di sviluppo si sta semplicemente sviluppando e noi dobbiamo sostenere questo”. Laurance ha citato i 60-70 trilioni di dollari che si spenderanno in nuove infrastrutture dalle nazioni del G20 nei prossimi 15 anni. “Questa cifra impressionante verrà da diverse fonti, come partenariati pubblico-privato, fondi pensione, aiuti bilaterali e grandi banche di sviluppo. Questa sarà la più grande transazione finanziaria della storia umana e gli impatti ambientali faranno tremare la Terra”, ha detto il professor Laurance. Ci sono modi per minimizzare l'impatto dello sviluppo di infrastrutture, per esempio usando le vie d'acqua esistenti per il trasporto piuttosto che costruire le prime strade o concentrandosi sul miglioramento delle strade in aree già insediate. Ma il professor Laurance crede che le preoccupazioni ambientali vengano messe da parte nella foga di sfruttare le risorse naturali. E' particolarmente preoccupato da due banche di sviluppo, la nuova Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) di proprietà cinese e con sede a Pechino e la Brazilian Development Bank (BNDES). Entrambe le banche presumibilmente operano con standard ambientali diversi da quelli delle banche di sviluppo tradizionali, ha affermato.
La mia preoccupazione è che la AIIB e la BNDES costringeranno i loro creditori tradizionali ad allentare le loro preoccupazioni ambientali e sociali per rimanere competitive”, ha detto. “La BNDES ha finanziato una gamma di progetti di infrastrutture altamente dannose, in particolare alcune enormi dighe amazzoniche che hanno allagato vaste aree di foresta e promosso una valanga di strade collegate e la costruzione di linee elettriche e deforestazione”, ha spiegato. “A proposito della AIIB, in realtà non ha ancora iniziato a funzionare, ma due cose sono chiare. Primo, è enormemente capitalizzata, specialmente dalla Cina – che già possiede almeno la metà della capitalizzazione della Banca Mondiale e del FMI”, ha detto. “La Cina è stata famosa per aver dato una bassa priorità alle preoccupazioni ambientali e sociali nei suoi molteplici rapporti internazionali. In quei sensi tende ad essere agnostica – lasciando affrontare queste queste preoccupazioni ai governi locali. Tutto ciò di cui si interessa è ottenere le risorse naturali che desidera, in qualsiasi modo sia necessario”. Quest'anno, Francia e Germania hanno deciso di seguire l'esempio del Regno Unito diventando membri della Banca condotta dalla Cina, la AIIB, cosa che ha scioccato gli altri paesi, compresi gli Stati Uniti che vedo la banca come una rivale della Banca Mondiale dominata dall'occidente.
Un portavoce della BNDES ha detto di avere una “serie di meccanismi” progettati per valutare i progetti che vanno dalla “analisi meticolosa di ogni impatto sociale ed ambientale in ogni progetto che riceve sostegno finanziario, per finanziare investimenti che generino benefici diretti, per migliorare la qualità ambientale e per ridurre le disuguaglianze sociali e regionali nel paese”. La AIIB non ha risposto ad una richiesta di commento. I critici sostengono che i nuovi membri europei daranno alla AIIB la credibilità che non merita. Tuttavia, altri hanno suggerito che la gran Bretagna ed altre nazioni occidentali potrebbero lavorare dall'interno per cercare di rafforzare gli standard ambientali della banca – anche se la vastità del finanziamento di sviluppo della banca significherà indubitabilmente una maggiore costruzione di strade in aree di natura incontaminata. “Il solo modo in cui vedrei un vero cambiamento di rotta è se le nazioni come Regno Unito, Germania, Francia, Australia e Nuova Zelanda hanno il coraggio e l'influenza di assumere una posizione forte e di chiedere salvaguardie sociali ed ambientali”, ha detto il professor Laurance. “Ma lo faranno? E se lo facessero, la Cina darebbe retta? Ho i miei dubbi”.
C'è la finanza internazionale dietro ai piani per spianare aree incontaminate da Sumatra al Serengeti
Di Steve Connor
Autisti su una statale che passano attraverso terra deforestata lungo una autostrada federale. Getty Images
Le ultime aree di natura incontaminata – dall'Asia all'Amazzonia – sono minacciate da un programma di costruzione di strade senza precedenti da parte di banche di sviluppo aggressive che hanno poco interesse nel proteggere il mondo naturale, ha avvertito un importante scienziato ambientale. La costruzione di enormi infrastrutture e strade sono al centro di enormi progetti di sviluppo in tutto il mondo, giustificati come tentativi vitali di aiutare i più poveri a raggiungere uno standard di vita più alto. Gli scienziati affermano che stiamo vivendo nell'era più esplosiva dell'espansione di strade ed infrastrutture della storia umana – dalle pianure del Serengeti alle foreste pluviali di Sumatra. Entro il 2050, stimano che ci saranno ulteriori 25 milioni di km di nuove strade asfaltate a livello globale, sufficienti a fare il giro della Terra 600 volte. Circa il 90% di queste nuove strade verranno costruite nel mondo in via di sviluppo e molte di queste porteranno ai primi tagli in profondità in aree di foresta pluviale tropicale incontaminata per strade di servizio per nuove miniere e dighe idroelettriche in alcuni dei luoghi più remoti della Terra.
Camion che trasporta illegalmente tronchi vicino alla Riserva di Arariboia in Brasile (Getty Images)
Tuttavia, l'esperienza insegna che le prime strade segnano l'inizio della fine degli habitat naturali in cui vengono costruite, secondo William Laurance, un insigne professore di ricerca in sostenibilità ambientale all'Università James Cook di Cairns, in Australia. “La migliore analogia che possa usare è che la deforestazione si comporta come un cancro. Quando viene costruita la prima strada in un'area forestale naturale, la deforestazione tende a diffondersi in modo contagioso lungo il percorso stradale”, ha detto il professor Laurance. “L'esempio che cito spesso è la prima strada ad essere stata costruita in Amazzonia, che originariamente collegava la città di Belem con Brasilia, la capitale nazionale”, ha detto. “E' iniziata con un sottile taglio di rasoio attraverso la foresta, ma oggi è diventata uno squarcio di 400 km di larghezza di distruzione della foresta attraverso l'Amazzonia orientale. “A causa di tali realtà, la sola vera soluzione per limitare gli impatti delle strade è quella di “evitare il primo taglio” - mantenere le strade fuori da aree naturali, aree protette e da quello che rimane di ecosistemi rari”, ha aggiunto. Durante il suo periodo come scienziato che lavorava in Amazzonia, il professor Laurance ha visto in che modo la costruzione di strade ha innescato una distruzione ambientale molto più ampia. In Amazzonia, circa il 95% della distruzione della foresta è avvenuta entro i 5 km da una strada e per ogni km di strada legale ce n'erano altri 3 di strade illegali che partivano da questa, ha detto.
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“In gran parte delle nazioni in via di sviluppo lo stato di diritto, specialmente in remote aree di frontiera, è limitato. In questi contesti le strade tendono ad aprire un vaso di Pandora di problemi ambientali – come deforestazione illegale, disboscamento, incendi, bracconaggio, estrazione mineraria e speculazione terriera”, ha detto il professor Laurance. “Viviamo nell'era più drammatica di espansione delle strade e delle infrastrutture della storia umana. Le ultime aree selvagge del mondo che sopravvivono – Amazzonia, bacino del Congo, Siberia, aree boreali del Canada – ora vengono penetrate e fatte a pezzi dalle strade. Abbiamo già attraversato il Rubicone in questo senso”, ha detto. “Per fare un esempio che non riguardi i tropici, le foreste dell'Alberta in Canada, ora hanno 800.000 km di strade e la rete di strade sta aumentando di 25.000 km all'anno”, ha aggiunto. La foresta pluviale del Congo sta vacillando a causa di una “baldoria” di costruzione di strade con più di 50.000 km di strade spianate nella foresta, che hanno portato con sé taglialegna e bracconieri, ha detto. Nel solo ultimo decennio, ciò ha portato all'uccisione di circa due terzi degli elefanti della foresta che hanno vissuto in sicurezza fra gli alberi per millenni da parte dei bracconieri.
Le banche internazionali stanno aiutando a finanziare alcuni dei 29 “corridoi di sviluppo” che attraverseranno da un capo all'alto l'Africa sub-sahariana, aprendo molti luoghi selvaggi ed inaccessibili a pressioni umane come contrabbando di avorio, disboscamento e commercio di carne selvatica. “Eppure molti economisti guarderebbero queste tendenze e applaudirebbero”, ha detto il professor Laurance. “Dicono che il mondo in via di sviluppo si sta semplicemente sviluppando e noi dobbiamo sostenere questo”. Laurance ha citato i 60-70 trilioni di dollari che si spenderanno in nuove infrastrutture dalle nazioni del G20 nei prossimi 15 anni. “Questa cifra impressionante verrà da diverse fonti, come partenariati pubblico-privato, fondi pensione, aiuti bilaterali e grandi banche di sviluppo. Questa sarà la più grande transazione finanziaria della storia umana e gli impatti ambientali faranno tremare la Terra”, ha detto il professor Laurance. Ci sono modi per minimizzare l'impatto dello sviluppo di infrastrutture, per esempio usando le vie d'acqua esistenti per il trasporto piuttosto che costruire le prime strade o concentrandosi sul miglioramento delle strade in aree già insediate. Ma il professor Laurance crede che le preoccupazioni ambientali vengano messe da parte nella foga di sfruttare le risorse naturali. E' particolarmente preoccupato da due banche di sviluppo, la nuova Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) di proprietà cinese e con sede a Pechino e la Brazilian Development Bank (BNDES). Entrambe le banche presumibilmente operano con standard ambientali diversi da quelli delle banche di sviluppo tradizionali, ha affermato.
La mia preoccupazione è che la AIIB e la BNDES costringeranno i loro creditori tradizionali ad allentare le loro preoccupazioni ambientali e sociali per rimanere competitive”, ha detto. “La BNDES ha finanziato una gamma di progetti di infrastrutture altamente dannose, in particolare alcune enormi dighe amazzoniche che hanno allagato vaste aree di foresta e promosso una valanga di strade collegate e la costruzione di linee elettriche e deforestazione”, ha spiegato. “A proposito della AIIB, in realtà non ha ancora iniziato a funzionare, ma due cose sono chiare. Primo, è enormemente capitalizzata, specialmente dalla Cina – che già possiede almeno la metà della capitalizzazione della Banca Mondiale e del FMI”, ha detto. “La Cina è stata famosa per aver dato una bassa priorità alle preoccupazioni ambientali e sociali nei suoi molteplici rapporti internazionali. In quei sensi tende ad essere agnostica – lasciando affrontare queste queste preoccupazioni ai governi locali. Tutto ciò di cui si interessa è ottenere le risorse naturali che desidera, in qualsiasi modo sia necessario”. Quest'anno, Francia e Germania hanno deciso di seguire l'esempio del Regno Unito diventando membri della Banca condotta dalla Cina, la AIIB, cosa che ha scioccato gli altri paesi, compresi gli Stati Uniti che vedo la banca come una rivale della Banca Mondiale dominata dall'occidente.
Un portavoce della BNDES ha detto di avere una “serie di meccanismi” progettati per valutare i progetti che vanno dalla “analisi meticolosa di ogni impatto sociale ed ambientale in ogni progetto che riceve sostegno finanziario, per finanziare investimenti che generino benefici diretti, per migliorare la qualità ambientale e per ridurre le disuguaglianze sociali e regionali nel paese”. La AIIB non ha risposto ad una richiesta di commento. I critici sostengono che i nuovi membri europei daranno alla AIIB la credibilità che non merita. Tuttavia, altri hanno suggerito che la gran Bretagna ed altre nazioni occidentali potrebbero lavorare dall'interno per cercare di rafforzare gli standard ambientali della banca – anche se la vastità del finanziamento di sviluppo della banca significherà indubitabilmente una maggiore costruzione di strade in aree di natura incontaminata. “Il solo modo in cui vedrei un vero cambiamento di rotta è se le nazioni come Regno Unito, Germania, Francia, Australia e Nuova Zelanda hanno il coraggio e l'influenza di assumere una posizione forte e di chiedere salvaguardie sociali ed ambientali”, ha detto il professor Laurance. “Ma lo faranno? E se lo facessero, la Cina darebbe retta? Ho i miei dubbi”.